E già passata una settimana ma volevo proprio lasciarlo un appuntino: ecco, sono stata a Perugia. O piuttosto: sono andata a vedere Eurochocolate. Sul quale molto sinceramente mi sentirei piuttosto di stendere un mezzo velo pietoso. Insomma, per chi non lo sappesse, riassumo velocemente, Eurochocolate è un po’ come andare a spasso per il reparto ‘cioccolato’ del vostro supermercato preferito. Solo che è tutto molto più grande. Cosi potete imbattervi in cioccolatini perugina del diametro di 2 metri, o in merendine mulinobianco che ci si potrebbe sfamare tutta quanta la popolazione di Addis Abeba, periferia compresa, acquistare pezzetti di cioccolato che vengono staccate da tavolette grandi quanto il tavolo da pranzo che la nonna tira fuori a ferragosto, ammirare montagne di Toblerone, e via dicendo. Anzi, al mio grande stupore, non ho incontrato la mucca viola milka in carne e ossa, a ‘sto punto ci speravo proprio… Poi potete fare sosta allo stand ciobar, provare un kebab al cioccolato (??) o una più classica crepe alla nutella, o portare all’amichetto a quattro zampe una tavoletta di cioccolato specialmente pensata per cani, e se dopo tutto ciò vi si fosse creato un po’ di disagio gastrico, no problem, ci sono le signorine che distribuiscono le lattine di cocacola zero…
Ciò detto, non è vero che tutto questo cioccolato non mi abbia strappato nemmeno un sorriso: l’Etruscan Chocohotel per esempio, dove ho alloggiato per una notte, è l’albergo più a tema che abbia mai visto, e per un breve soggiorno è piuttosto divertente visto che qualsiasi cosa possibile e immaginabile ha a che vedere col coccolato (il quale vi viene anche generosamente propinato sotto forma di tavolette e cioccolatini ogni volta che entrate e uscite dall’albergo), dal nome delle stanze ai gadget in giro passando per l’arredamento e persino i copriletti (in foto) il cioccolato è dap-per-tut-to. Persino a colazione, fuso, da far sgocciolare sui cornetti (personalmente penso che bisogna essere proprio perversi per andare a Eurochocolate, farsi propinare del cioccolato di qualità discutibile un po’ ovunque e poi farci pure colazione, ma passiamo :-). Insomma, quello della colazione è più o meno il momento in cui prendete atto dell’urgenza di lasciare Perugia, cosa che fra l’altro vi era già stata timidamente suggerita la sera precedente, quando eravate alla ricerca di una accogliente e tipica osteria umbra per poi trovare, invece, posti che proponevano insalata mozzarella e pomodori, spaghetti alla carbonara, spaghetti con le vongole, linguine all’astice e via dicendo di proposte tipicamente umbre. Sic. Qu’à cela ne tienne, già che eravamo in Umbria, e pur di dimenticare Perugia, siamo andati a fare un giro a Spoleto…
Del mordi&fuggi a Spoleto quindi vi lascio un paio di immaginette sfuse… Ma anche qui è stata piuttosto interessante osservare (e pensare su)i luoghi legati al cibo, fra cui l’osteria del Trivio dove ci siamo fermati a pranzo. Ecco, sembra che tutto – almeno ciò che abbiamo visto – sia pensato a misura di turista (di turista raffinato però eh :-), per cui o i menu sono una specie di livello zero della cucina italiana riconoscibile come tale (cfr i piatti perugini menzionati sopra) o si trovano osterie e negozi dal look esageratamente tipico e curato, qualcosa che fa pensare alla boulangerie francese riletta in chiave nipponica, in una parola, più vera che natura, esagerata, semplicement. Al Trivio, per dire, gli interni sono decisamente non italiani pur evocando qualcosa di molto italiano, diciamo che l’insieme è pure accettabile, del resto lo stufato di agnello era del tutto dignitoso, anche se sui stranghozzi con le fave fresche a ottobre (per un locale che sta sulla guida SlowFood…), mi abbiano lasciata un po’ dubbiosa. Per dire, quasi che sono venuta in Umbria per rimpiangere, non so, un Felice di Roma, o una Trattoria Roma langarola, o uno di quei mille luoghi veramente autentici di cui l’Italia è piena e che in certe zone gettonate dagli stranieri invece sembra manchino del tutto… Strano no??
Infatti io non mi fido del giudizio di chiunque, avevo chiesto a un conoscente di li che ci aveva consigliato, guarda caso, il civico 25, il quale però era chiuso causa festa di laurea… :-)
Lascerei perdere l’aereo, quando si esprime una distanza in tempo è tacito che si stia parlando di automobile o treno, almeno in Italia.
Tu sei una blogger figa e immagino che abbia l’Iphone o il Blackberry per i quali ci sono applicazioni di guide enogastronomiche, quindi è impossibile farsi trovare impreparati al giorno d’oggi.
In una città che non conosco, e senza guide, non ho mai chiesto in giro dove poter mangiare non fidandomi del giudizio di chiunque ed evito le vie pricipali.
L’idea di andare in Umbria e mangiare bene per forza in una “tipica osteria umbra” è molto provinciale. Forse non sai che la tipica cucina umbra è strettamente contadina e specialmente a Perugia è impossibile trovare un’osteria tipica, puoi trovare qualche buona(poche in verità)osteria moderna ma non tipica.
Comunque la prossima volta vai al Civico 25 in centro o chiedimi dove andare che ho l’ufficio vicino a C.so Vannucci. Se vuoi provare una tipica osteria umbra ti consiglio “Da Remo” a Foligno aperta alla fine del 1800.
Posso sembrarti un pò polemico ma in verità ti stimo e i tuoi libri mi piacciono :-)
@marco: dici? cioè, scusami, quindi io per via di una qualche forma di scienza infusa dovrei essere di mio preparatissima su qualunque luogo che dista fino a 2h di roma? devo contare anche i viaggi in aereo?? (in quel caso arriviamo a una medio di ‘qualunque luogo in un raggio di circa 1500 km da roma). Cioè, vorrei capire: non può capitare che io per motivi di lavoro debba fare un salto di neanche 36 ore in un luogo qualunque senza in effetti pianificare un viaggio gastronomico con i controfiocchi?? Più che altro, direi che già a me (che jo chiesto dritte e ho girato per un’ora prima di scegliere un posto in cui cenare) va cosi figuriamoci agli altri, anzi era proprio questo il punto del post :-P
Cara Sigrid,
ma come una blogger come te si trova impreparata nella visita di due città a 1H e 1/2 da casa?!
Mi lascia perplesso sulla tua capacità di dare consigli…
@ Alessandra (commento 66): scusa…non mi ero accorta della tua segnalazione…e io che pensavo di essere originale! Evidentemente la cucina di Andrea e Catiuscia ha fatto parecchi adepti!
Abito a Spoleto da ormai sette anni e mezzo e concordo con Sonia e Marta: al centro storico il Tempio del gusto e, sperando che riapra prestissimo, La Cantina de’ Corvi; a dieci minuti da Spoleto, immerso nel bellissimo paesaggio di Castel Ritaldi la Locanda Rovicciano, ritenta sarai più fortunata!
Mah! Che strano….. Eppure l’osteria di mio zio (si, quell’eretico che raccoglie le fave ad ottobre!) e di sua moglie è a due passi da Corso Vannucci, e cosi’ pure altre due gestite da suoi amici e colleghi… Zio ti prego fatti un po’ di pubblicità, sul web non ti conosce nessuno!!! eh eh eh eh!!!! (al più presto vengo a mangiare la tua imbrecciata e il torciglione col vinsanto, aspettami!!)
Girando per il web mi sono imbattuto in questo post. Sono di perugia, dopo scuola ed università lavoro nel mondo della gastronomia e non posso che confermare la tua visione. L’umbria, nei suoi posti più conosciuti, è roba per turisti, ed è normale che sia così dato che sui turisti si guadagna di più.
Eurochocolate è il top di questa visione, ha saputo affermarsi nel mondo delle iniziative per turisti, grazie anche ai bei soldoni spesi in promozione da nestlè e similari (mandano servizi anche sul tg1).
La cucina che cercavi tu è rimasta solo per pochi autoctoni, in qualche trattoria sperduta tra i monti e spesso pure abusiva. O da mia nonna. Infatti mi guarda bene dall’andare al ristorante, se non strettamente necessario…
Ciao Sigrid,
dal tuo lungo commento ho capito che ti sei offesa, e mi dispiace, anzi ti chiedo scusa x questo, non era proprio mia intenzione. Semplicemente, come tu hai raccontato le tue impressioni del tuo viaggio a Perugia, io ti ho raccontato quelle che ho provato leggendo il tuo resoconto. E’ ovvio che tu non avessi tempo x cercare la cucina tipica umbra che forse non è abbastanza sponsorizzata, su questo hai ragione tu, ma potrei citarti almeno una decina di ristoranti, trattorie ed enoteche che servono la vera cucina umbra (si, anche la zuppa di farro!) e che si trovano in pieno centro di Perugia, al massimo nelle stradine laterali, non certo in aperta campagna! Magari se torni, faccelo sapere: sono sicura che, a parte me, altri perugini saprebbero consigliarti posti dove si mangia bene e anche senza spendere troppo. Quanto alle fave, lo so bene che ci sono in primavera; tuttavia, quando la stagione è clemente (o si dispone di una piccola serra) si puo’ tranquillamente piantare una qualità tardiva che ti dà’ fave fresche anche in autunno e che, ti assicuro, non hanno nulla da invidiare a quelle raccolte in primavera. Per finire….forse hai ragione, io saro’ anche ottusa, ma non cosi’ tanto da pensare di trovare l’olio d’oliva in Belgio: ci vado spesso e so bene cosa si trova e cosa no, l’ho scritto proprio per fare un paradosso, per dire che di certo non si tratta di un grasso “sano” come l’olio d’oliva: non so se rendo l’idea.
Ripeto: non so chi ti abbia consigliata, ma secondo me sei solo andata nei posti sbagliati. Comunque ti chiedo ancora scusa nel caso fossi risultata offensiva, e ti mando un saluto!
@rosita: io ho cercato di rendere la mia esperienza di viandante passeggero in quei giorni a Perugia. Non ero li per indagare sul territorio o per una piacevole viaggio alla ricerca della cucina del posto, ero li di passaggio per lavoro. Cosi come molta gente passa in molti luoghi, non sempre si è li per motivi gastronomici, non sempre si ha la voglia e il tempo e l’energia di prendere la macchina e fare un viaggio alla ricerca di un’osteria vera chissàddove in campagna. E semplicemente penso che il modo in cui è andata qualcosa lo dica, per cui l’ho raccontato. Il che non toglie che Perugia non sia une balla città (in quei giorni un po’ velata dai tendoni bianchi ma passiamo) e non significa che la cucina umbra non esiste, so benissimo che esiste e quali siano i suoi punti di forza, solo che mi sarei poi a rigor di logica aspettata di trovarla lì, nel centro di Perugia. E semmai appunto mi spiace che gli operatori locali non pensino a promuoverla maggiormente, questa cucina umbra, limitandosi invece a rifilare al visitatori casuale di turno dei piatti e dei prodotti che con la cucina umbra non c’entrano nulla). Per quanto riguarda invece le fave fresche, boh, sarà una mia delirante convinzione personale il fatto di associare le fave fresche alla primavera…
Se poi posso anche aggiungere un’altra cosa: quello che io trovo leggermente “snob” (e forse anche un po’ ottuso) io è che si possa pensare sul serio che le patate fritte belghe debbano essere fritte in olio d’oliva (cioè, scusa, ma s’è mica mai visto un ulivi in Belgio…). E comunque, tanto per fare un parallelismo, noi le cozze e le patatine fritte le mangiamo davvero, vice versa, io quella sera a Perugia avrei voluto trovare una zuppa di farro ed stato impossibile trovarla. Non so se rendo l’idea.
Buongiorno Sigrid,
sono anch’io di Perugia e ci sono rimasta francamente un po’ male nel leggere il tuo commento…. Passi x Eurochocolate, che puo’ piacere o non piacere, è una cosa soggettiva (anche se i maestri cioccolatai c’erano eccome, ti assicuro!!), ma sulla cucina tipica umbra, forse semplicemente sei andata nei posti sbagliati! Del resto, l’Italia è famosa nel mondo proprio x la tipicità delle sue cucine regionali e dei suoi prodotti di qualità, (per l’Umbria, cito solo il tartufo, le norcinerie, i legumi, il vino e l’olio d’oliva, ma ce ne sono tanti altri).
Io, per dire, sono stata una settimana in Belgio, ovunque andassi mi propinavano cozze e patate fritte (fritte in cosa non lo so, certo non olio d’oliva)ma non per questo non ci tornerei, ho visto posti bellissimi! Insomma, tutto cio’ x dirti che mi sei sembrata leggermente “snob”, ma spero sia stata solo una mia impressione…. Per finire, riguardo alle fave fresche che hai trovato ad ottobre nel ristorante di Spoleto, ti comunico che nello stesso periodo le trovi anche nell’orto di mio zio a San Martino in Campo (PG)!!
nooo mai venire a perugia per eurochocolate! concordo pienamente con la tua descrizione della manifestazione, ma ti invito a tornare in tempi “non sospetti”: è una città magnifica :-)
Ciao Sigrid. …leggo sempre il tuo blog, invece, di commenti, ne ho lasciato solo uno (per dirti che ho comprato il tuo libro ;)) ma questa volta, reduce da Eurochocolate, volevo condividere il tuo medesimo pensiero. Contentissima del w-e da trascorre in Umbria con partenza da Trento (tra l’altro, come se fosse poco, tanto orgoglio di aver pensato ad un regalo così originale per la pensione di mio papà), ci ritroviamo ad essere 6 delusi in fuga da Perugia! …secondo me è giusto farlo sapere, perché la signora dell’agritur dove siamo stati (tra l’altro, questo altro che delusione!), mi ha detto che 10 anni fa Eruchocolate è nata con tutt’altro spirito! …by the way, complimenti per il tuo libro, mi piace un sacchissimo!!!!
ciao Sigrid: quando ho visto dal blog che venivi a PG ho pensato che l’organizzazione di EC ti avesse convinto a farne parte.. tipo un’ospitata, e ne ero rimasta delusa. Ma adesso sono stracontenta del tuo resoconto, che rende benissimo l’idea di quel che è la manifestazione: 10gg di strade intasate di gente in crisi iperglicemica che si prendono a spintonate per accaparrarsi un cioccolatino gratis (e nemmeno di chissà quale qualità). Purtroppo è così.. E lo sai quale sarà il prossimo rendez vous mediatico? Il processo d’appello del delitto Kercher (fine novembre). Stai sicura che alberghi e ristoranti son già tutti pieni di prenotazioni.
Io però a Perugia ci abito e ti invito: a te, la tua gentile metà e Olive (ho il giardino..). Però vieni per i frantoi aperti ( appena passati), o il tartufo nero di Norcia (dicembre-gennaio), l’inizio della primavera in generale . Ti assicuro che ti si scalderà il cuore (e avrai bisogno di tanta memoria extra per tutte le foto che farai!). Ciao bella, keep the good work!
…te l’avevo su Fb detto di venire a Foligno!!!!
Ti avrei indirizzato in un paio di posti a dir poco meravigliosi per mangiare cucina tipica,calda e accogliente.
Perugia è solo un “party”….molto deludente per chi arriva da fuori e non sa cosa aspettarsi.
Tutti sperano di tornare a casa pieni di brufolotti in viso…ma il cioccolato se lo si vuole acquistare è venduto a carissmo prezzo,meglio optare per il Museo del Cioccolato di Perugia nei pressi dello stabilimento.
Ci sono stati diversi anni fa, anch’io ho avuto la tua stessa impressione. Preferisco, nonostante sia più piccola, la festa del cioccolato di Bologna. La maggioranza degli operatori è fatta di artigiani.
Ciao Sigrid
Illuminante illustrazione di una depressione da cioccolato, curata in modo ancor più depressivo con operazioni di marketing di scarso livello culturale.
Molto meglio andare in giro per Spoleto, garantito!
Piacevole la lettura, ma buono il reportage fotografico, devo dedurne che sai di fotografia?
Dai Sigrid dai un’altra possibilità all’Umbria, in particolare a Spoleto e dintorni. Ci sono, ti assicuro dei ristoranti tipici dove sicuramente ti “leccherai i baffi” uno su tutti a parer mio la LOCANDA ROVICCIANO a Castel Ritaldi
@Andrea
assolutamente prima delle fritole!! questa stagione – acqua alta permettendo – direi che é l´ideale; per la festa della Salute, 21 novembre, ci sono anche gli “storti” con la panna.
Quella manifestazione e’ nata a Torino, si chiamava Cioccolatò e faceva della città la capitale del cioccolato. Poi la manifestazione e’ stata trasferita a Perugia, “scippando” di fatto il titolo che meritava Torino sia per la qualità degli stand (cioccolati da tutto il mondo, laboratori, mastri coccolatieri che si esibivano con le loro materie prime, artisti che scolpivano opere interamente di cioccolato, e chi più ne ha piu’ ne metta) che per onore al merito di aver promosso questo tipo di manifestazione. Quando ci sono troppi interessi dietro a delle manifestazioni succede che avidamente ce ne si appropria e in questo caso sono saltati anche i principi e la cultura che c’e’ dietro questa materia prima facendone una giostra commerciale di medio-basso livello. A Torino continua ad esserci la manifestazione che per motivi sopracitati non deve superare in “grandezza” quella di Perugia (difatti rispetto ai primi anni e’ ridimensionata) ma per la qualità e la cultura Torino non la supera nessuno.
Per scoprire le meraviglie del “vero cioccolato” bisogna anche vagare di bottega in bottega, spesso con il passaparola come a condividere l’ubicazione di un tesoro, e post come questi non possono che fare bene.
@Laura.lau
Conosco Viziovirtù, soprattutto per la pralineria, gli accostamenti sono interessanti e poi loro sono davvero brave artigiane per quanto riguarda la lavorazione del cioccolato. La cioccolata calda non l’ho mai assaggiata, per cui grazie mille della segnalazione, la proverò senz’altro, magari prima però che arrivi la stagione delle fritole di Tonolo :-) che ne dici?
(non sono nemmeno del tutto sicura di non avertelo già chiesto… ehm ehm, l’età. casomai.. doppio scusa!) ;)
Ciao Sigrid! Beh, la Mucca Milka non c’era semplicemente perché è patrimonio protetto di noi svizzeri (e quasi svizzeri)… chissà se si può lanciare qui una proposta per il tuo blog? visto che tu hai iniziato tra una pausa pranzo e l’altra, che ne diresti di deliziare noi forzati della schiscietta con un piccolo prontuario di ricette “prêt-à-porter”? Magari l’hai anche già fatto e io non lo trovo, nel caso mi scuso già.. ciao!
Fino ad un paio di giorni prima mi stavo organizzando per fare un salto all’ Eurochocolate, ma poi non sono riuscita!
Adoro SAID, fino a 2 anni fa pero’ avevano un aperitivo molto piu’ soddisfacente…davano anche pizza bianca calda e cioccolato spalmabile che era una cosa…da svenire!
Adoro la saletta di vetro(come la chiamo io): c’e’ una luce meravigliosa,da serra!
Essendo io di Roma SAID e’ decisamente piu’ raggiungibile!e sicuramente meno affollato!
Ciao…se mai ti capitasse fermati a Montefalco,paesino minuscolo e incantevole a due passi da Foligno…e vai a mangiare al Coccorone…una delizia e la vera Umbria!
@Silvia e Marcella per quello che ne so io la manifestazione organizzata a Modica da Eurochocolate ha visto la sua ultima edizione nel 2008, non credo ce ne siano state altre.
Comunque se andate a Modica potete fare facilmente un giro delle cioccolaterie più o meno note (Bonajuto, Caffè dell’Arte ecc..quasi tutte concentrate sul corso principale), magari chiedendo di poter visitare – in un secondo momento – i laboratori artigianali :)
la disintossicazione??? beh può aspettare no??? ;)))) ciaooo
@Andrea
cioccolato: quando vai al mercato di Rialto a prendere il pesce potresti passare dalla cioccolateria Viziovirtú (www.viziovirtu.com) vicino a Campo S. Tomá (e nei pressi della fermata del vaporetto S. Tomá); credo che pur non potendola inserire tra i top mondiali si possa tranquillamente dire che il cioccolato é di buona qualitá (viene lavorato sul posto con prodotti base Valhrona) e i prodotti artigianali, speciale la cioccolata calda (non ne ho mai bevuta un´altra di cosí buona) che fanno classica, alla quale puoi chiedere di aggiungere delle spezie e eventualmente la panna, all´acqua con le spezie (chiamata Goldoni perché da un´antica ricetta), e con il caffé.
brava sigrid…un bel “reportage”. peccato che questi posticini “turstici” siano diventati così poco autentici. una tristezza.
foto bellissime come sempre
@Giu
Ti capisco perfettamente, al super anch’io compro solo la carta igienica. Il resto lo prendo in Piazza delle Erbe e Sotto il Salone (che è un tempio qui per i golosi di Padova) e per il pesce, come ti dicevo, a volte sono capace di andare fino a Rialto. Per il resto, i prodotti del supermercato non soltanto hanno molto meno sapore, ma quel poco che hanno sa terribilmente di “industriale”. Saranno i cosiddetti aromi, dei quali sembra che non si possa fare a meno.
@Sigrid
Cara Sigrid, non ti scrivo mai perché non saprei da dove cominciare con i ringraziamenti e i complimenti, anche se “telepaticamente” te li faccio tutti i giorni. L’altro giorno ho fatto i tuoi shortbread (ricetta presa da Regali golosi, tanto per citarne una) realizzati con burro francese: molto, ma molto superiori e neanche lontanamente paragonabili a quelli industriali!
Quanto invece al mercato del cioccolato, sarebbe veramente da stendere un velo pietoso su tutto. Pensa che una tavoletta Valhrona a Padova non la trovi, perché secondo quelli che vendono cioccolato si tratta di un prodotto che non “va”, cioè non lo compra nessuno, perché ha un gusto “troppo francese”, e poi è un cioccolato troppo acido. Adesso vai a dire a chi vende cioccolato che quel gusto acido in questione è una caratteristica pregiata della fava di cacao. Povero negoziante, come potrebbe saperlo se è da una vita che vende solo Lindt e Venchi con tanta convinzione.
Per fortuna ho trovato un posto dove sono talmente audaci da vendere anche prodotti francesi, tra cui le tavolette di Michel Cluizel. Le conosci? Sono favolose, in particolare le tavolette monoorigini. Poi per una tavoletta di altissima qualità per fortuna c’è sempre la Pasticceria Biasetto, pasticcere italiano, da scuola belga :-) Ad ogni modo, il fatto è che per un cioccolato di alta qualità bisogna spendere, e neanche poco, ma non è meglio mangiarlo magari più raramente, ma almeno regalandoci sensazioni gustative che un cioccolato o un surrogato industriale mai potrebbero dare?
cara Sigrid, intuirai che non posso sbilanciarmi pubblicamente su questo tuo post, ma da queste stesse parole immagino capirài anche le mie opinioni a riguardo..spero di trovare il tempo di scriverti al più presto, e parlare finalmente di cose piacevoli e “vere”.. =P
ad esempio…mi mandi un tuo autografo in digitale da stampare, ritagliare, ed incollare sulla mia copia di “Regali Golosi” ?!?! =))
ps: dai all’umbria una seconda opportunità, è una regione che davvero merita tanto!
@Elena: prova così: https://www.cavolettodibruxelles.it/2006/08/houmous oppure digita hummus o homous nella casellina di ricerca ;)
@Giu: mi unisco e condivido,si finisce per preferire non mangiare “surrogati” dal sapore che “somiglia a…”, ed aggiungo che, sulla base dello stesso principio, talvolta risulta difficile spiegare che è diverso fare la frolla e comprarla già pronta…:). d’altro canto non sempre si ha a portata di mano (e di tempo, purtroppo..) il fruttarolo di fiducia o l’orto dell’amico…sic!!!
Ciao Sigrid, una domanda “fuori luogo”: il link che hai messo diverso tempo fa che dovrebbe portare alla ricetta dell’humus non funzione. Potresti darci per favore la tua ricetta dell’humus? …che è buonissimo e non so farlo…grazie mille!
Ciao Sigrid!
Arrivato il libro! Magnifico!
Personalmente preferisco lo stile del precedente.. era, secondo me, più tuo, ma cmq a questo non manca nulla! Idee magnifice, ricette.. mmmh golose! e suggerimenti e consigli degni di nota, complimenti x tutto!
Mi puoi dire dove hai trovato le letterine x scrivere sui biscotti?? grazie!
un caro saluto A
@Alelunetta: ma pensa non lo sapevamo che avesse la firma Eurochocolate.. Però tu parli di qualche anno fa, com’è adesso la situazione? La cioccolateria Bonajuto è uno dei nostri sogni proibiti (ovviamente perchè “siamo in disintossicazione”:-) ma visto quello che hai detto la andremo a visitare rigorosamente fuori fiere&co!
Grazie del consiglio comunque:-)
@Silvia e Marcella non vorrei deludervi, ma fino a qualche anno fa la festa del cioccolato di Modica era firmata Eurochocolate!! :) Da siciliana, consiglio di farvi un giro modicano in tutta tranquillità al di fuori dei circuiti commerciali-festivalieri… con molta probabilità riuscirete anche a sbirciare il retro della Bonajuto e così via :))
vivo a Spoleto da molti anni e forse per questo mi sfuggono, se non per alcuni negozi in particolare, certe osservazioni. Però, nonostante non ami molto gli spoletini che ritengo privi di capacità imprenditoriale, devo ammettere che Spoleto riserva tantissimi sorprese, specie se si esce dal tragitto consueto e ci si abbandona ai vicoli. Riprova, ed anche per mangiare si possono avere inaspettate e piacevoli sorprese.
Buongiorno Sigrid,
vengo dall’ Umbria del Sud, che adoro, mi sono trasferita in Germania, viaggio molto e mi piace mangiare. Di Eurochocolate non so dire, ci sono andata in un grigio mattino delle prime edizioni e non mi entusiasmò. A questa edizione ho spedito una mia amica perugina alla presentazione del tuo libro, per comprarmelo;-) Ho lavorato a Spoleto per anni, e ricordo con infinito piacere le passeggiate della pausa pranzo, con la solitudine totale della piazza del duomo bianca di nebbia, il sapore del panino preparato da Emilio dell’ alimentari, con cui scambiavo due piacevoli chiacchiere, il rimbombare dei passi sulle strade vuote, passando davanti al calzolaio della foto, il caffè al bar di piazza. Era il 2004 e un latte macchiato al banco del bar costava 1 euro e 3 centesimi, in tutti i bar, quello di piazza e quello nella baracchetta fuori porta. Erano un sacco di soldi, ma il prezzo era imposto, essendo Spoleto una città turistica. Ci sono un sacco di ristoranti della tradizione, a Spoleto, dove tradizione significa tartufo e crescionda e carne alla brace e mi viene ancora sotto al naso l’odore forte d’arrosto che si sente passando nei pressi di un ristorante con giardino all’aperto.
Davvero, anch’ io ti suggerirei di dare un’altra opportunità a Spoleto, a Perugia,alla mia regione, anche nella parte del Sud.
Tu sei andata in un ristorante consigliato. Anche a me è capitato di rimanere estremamente delusa da quei consigli, molto ma molto delusa, ma in altre regioni ;-) Allora, perchè non provare, nel prossimo tuo libro, a suggerire luoghi dove mangiare, seguendo altri principi, i tuoi principi e/o magari quelli dei tuoi scatenatissimi fan?! ciao e auguri Sonia
@Giu: no, non sei solo! vengo costantemente criticata per la mia fissazione sul valore del cibo(e mangio di tutto, sia ben chiaro! )..da oggi mi fregio anch’io dell’appellativo di Gastrodisadattata ,che suona meno vetusto e pretenzioso di cirenaico-epicurea :)
ciao Sigrid,
magari non sarà il luogo più tipico del mondo, ma se ripassi da Perugia (ma il consiglio di andare i primi di ottobre, prima della fiera, quando c’è quell’atmosfera da inizio autunno e quel freddino pungente che in umbria mette appetito) prova il Wine Bartolo Hosteria, in pieno centro, sempre consigliata da slow food.
A me mi ha accolto con un piatto di tagliatelle ai porcini e un ottimo sagrantino al bicchiere in una serata in cui sono arrivata a perugia alle 10 passate e già pensavo di dover saltare la cena e invece… anziché il banale crostino che mi aspettavo da un win bar mi ha offerto un paio di piatti caldi tra i migliori mangiati in umbria!
e in momenti meno caotici perugia è splendida…
Mo’ senza voler fare l’anarcoanticattocomunista, volevo sottoporvi una sensazione curiosa che mi sta’ prendendo negli ultimi tempi, e che questo post sulla cioccolata, mi ha “cagliato”. Per chi non lo sapesse, importo in Ungheria prodotti alimentari di alta qualita’ per la ristorazione ungherese (anche li, solo risto di fascia alta, quindi necessariamente prodotti di qualita’ realizzati da dei pazzi furiosi). Pertanto mi trovo faccia a faccia con gorgonzola DOP, pasta artigianale, olive che non ti bruciano il palato, pomodori San Marzano Dop ecc ecc., passando per la cioccolata artigianale di Giraudi (tanto per rimanere in tema).
Succede quindi, che al mercato compro la verdura dal fruttalino (quello attento), la carne dal macellaio (quello bravo), e poi una volta ogni 3-4 mesi vado al super per comprare la carta igienica o i detersivi, perche’ quelli per adesso non li trovo in versione “artigianale” ;-) (Tra l’altro scoprendo di non aver speso molto di piu’, ma questo e’ un discorso di economia che potremmo fare un’altra volta.)
Cosi’, quando sono in queste agora’ pazzesche, santuari del prodotto industriale, mi capita di “peccare”, e cedere alla tentazione di prendere un prodotto simile a quelli che ho (e che consumo), anche solo per vederene la differenza. Questo accade regolarmente anche in Italia, dove quando sono di strada verso il “mio estero”, non posso non fermarmi al Carrefour di Marcon, vicino Venezia, (un posto comunque decente, questo glielo devo). E a quel punto, visto che ci sono… oltre al pesce freschissimo che mi cucino la sera stessa (cozze cozze cozze!!!), compro anche piccole dosi di formaggio, salumi ecc.
Ecco… la sensazione di cui parlavo e’ semplice: i prodotti dei supermarcati sembrano avere “meno sapore”. E non parlo di prodotti che esistono solo nell’accezione industriale (tipo il formaggio Philadelphia, tanto per dirne uno), ma di prosciutto, bresaola, gorgonzola, mortadella, o addirittura il parmigiano stesso. Prodotti magari buoni e sani, per carita’, ma meno saporiti e gustosi. Mi rendo conto che possa sembrare un discorso un po’ antisociale o anarcoide nei confronti della Grande Distribuzione, ma e’ una cosa che ho davanti sia in Italia che in Ungheria, e non posso far finta che non esista. Cosi’ poi mi ritrovo col problema di non riuscire piu’ a comprare determinate cose in un supermercato, perche’ so gia’ che non avra’ un gran sapore.
Sarei curioso di sapere se e’ solo una mia perversione, o se ci sono anche altri gastro-disadattati come me. :DDDD
baci sfusi
Giu
Ps.: Perugia e’ comunque una gran bella citta’, a prescindere :)))
Peccato davvero, perché Perugia è una gran bella città, interessante anche dal punto di vista della cucina. Sono originaria e i miei zii e cugini sono ancora lì. Mio cugino sputa fuoco come un drago ogni volta che si parla dell’evento, dice che è una cosa orrenda, da perdere senza pensarci un secondo. Pensare che adesso a Perugia è tutto un pullulare di dolci tipici per i morti e si tratta di prodotti straordinari. Il legame con il cioccolato ha un suo perché (la Perugina) e mi ricordo ancora quando mio nonno che ci ha lavorato ci portava dei ciccolatini speciali che si trovavano solo in fabbrica. Ma sono passati anni luce.
ho le stesse immagini custodite tra i ricordi delle mie brevi vacanze di quest’estate… mancava il cioccolato però!!! Ciao :-)
Quetzalcoatl è favolosa! Ma ti spellano!!!
Io ci ho fatto il regalo di laurea ad un ragazzo te anni fa…beh, una cosa da paura!!
We head to Umbria in a weeks time for five days of eating, drinking, discovering. I just hope our pictures, our experience live up to yours!
beh… a questo punto, non mi resta che chiederti: ma perché sei andata a perugia a cercare del buon cioccolato??? O.o
io, da torinese doc, non posso fare altro che dirti di venire a passeggiare da queste parti, la prossima volta! qui il cioccolato artigianale è parte della tradizione dolciaria (peraltro molto interessante anch’essa!)…
e infatti, la prossima volta, ti direi di fare un salto al cioccolaTò! come fiera del genere, secondo me è interessante…
anche se, da buona torinese appunto, generalmente rifuggo le grandi folle quando decido di dedicare del tempo a tale goduria… ;) una cioccolata calda da Fiorio… beh, vale mille fiere del cioccolato, a mio parere!
PS: detto ciò, ritengo comunque che la regione attorno a perugia sia fantastica sotto molti altri aspetti… paesaggi naturali divini, in primis!
da quello che racconti, ho la sensazione che la globalizzazione stia intervenendo proprio su tutto, che iniziano a spacciarci per artigianali cose che in realtà sono esageratamente industriali.
stiamo perdendo i sapori, i profumi, i colori originali perchè tutto è avvolto dal marasma del marketing e della pubblicità che deve stupire, colpire, suscitare emozioni e convincere della bontà ancora prima di assaggiare qualcosa.
tutto questo mi fa un pò paura.
forse al salone del gusto non è così.
non mi è parso dal tuo racconto, ma eurochocc. sì evidentemente..
mi spiace pure che l’appiattimento colpisca anche i paesi dell’entroterra italiano, quelli che più di tutti dovrebbero aggrapparsi alle radici..
sai di cosa mi stupisco pure?
che per mangiare qualcosa di artigianale, fatto bene, con ingredienti di qualità, sani.. dobbiamo pagare una barca di soldi in più.
cioè per avere qualcosa che 30 anni fa era la routine oggi dobbiamo pregare per averlo perchè siamo totalmente inghiottiti e circondati dai grassi idrogenati, dai conservanti, dai coloranti, da sostante di infima qualità.
meno male che ci sono ancora delle persone come te, come me, come tutti quelli che passano da qui o i fondatori di altri food blog che lottano, resistono e mantengono le tradizioni..
per fare un esempio, i bambini di oggi non bevono più la spremuta fresca di arance, preferiscono il succo di frutta !.. non sto esagerando..
valentina
Ma noooooooooooooooooooooooo non puoi distruggere così con due parole la mia città! Spoleto è molto di più di quello che hai scritto, offre ristoranti di livello (il tempio del gusto è uno di questi, ma non l’unico, anzi) come posti tipici che sono così da 50 anni… :(
PS: Su Eurochocolate condivido tutto quello che hai scritto
Punto primo: che belle foto, Sigrid!!!
Punto secondo: come sarebbe a dire tavolette di cioccolato per i cani? A quanto ne so il cioccolato è veleno per loro.
Hanno provato a convincermi ad andare ma ho eroicamente resistito (avevo intuito il tenore della manifestazione!).
eurochocolate non mi ha mai incuriosita… ma una cena da Said te l’approvo :)
nooo che ricordi..
hai superato te stessa, sigrid..
d i v i n a !
il gatto finale ( da gattara come me ) è una chicca meravigliosa..
ho la sensazione che tu debba vedere anche questo..;) :
http://chez-munita.blogspot.com/2010/10/le-cassatelle-di-ricotta-ce-poco-da.html
vale
Alloooooora, per prima cosa mi ri-presento: sono Umbra, Umbra di Terni e non di Perugia. Tanto per essere chiari!;-) quando hai scritto su fb di consigliarti dove cenare a Pg, se ti ricordi ti ho scritto se dovevi cenare proprio a Pg o andava bene anche un dintorni: se avessi saputo che potevi spostarti, prima di tutto potevi venire a casa mia a cena, io e la Supermum saremmo state in crisi per una settimana su cosa cucinarti ma di sicuro niente pomodoro e mozzarella!;-) Poi ti avrei consigliato Spoleto, la città piu’ bella della regione come avrai visto tu stessa, e qualche ristorante davvero buonissimo dove mangiare…
Infine, ti do tristemente ragione su eurochocolate. I primi due, forse tre anni non era cosi’, era divertente, c’erano aziende piccole di cioccolatieri artigianali, degustazioni gratuite, ristoranti a tema ecc. Dopo di che si sono inseriti i grandi colossi e sono comparse le montagne di toblerone da scalare, niente piu’ biscotti regalati per corso vannucci e solo file e file di stand con tavolette fondamentalmente tutte uguali e con prezzi triplicati. Ho smesso di andarci quando mi hanno rimosso la macchina da un divieto di sosta inesistente, con tanto di multa scritta da un vigile in evidente coma iperglicemico. :-) detto questo, se passi di nuovo di qua, è da me che devi venire!!! :P un abbraccio
@ caia: l’edizione che citavo io a Torino probabilmente era come quelle di cui parli tu a perugia… essendo la prima era un’invasione di cioccolato in città,molto molto bella
Spoleto è bellissima…soffermatevi su Villa Redenta….non ve ne pentirete…
Ciao Sigrid :-D
Non sono mai stato a Eurochocolate, e dopo quanto letto non credo che ci andro’ mai :-)
Hai proprio ragione ! Queste manifestazioni sono l’oblio della qualità, originalità e richezza delle tradizioni…..molto meglio girare tra vicoli e strade di bellissime città , scambiarci tra la gente quello che di più bello e buono conosciamo !!!
@ caia
c’ero anch’io a mangiare i bomboloni di Piselli… insieme a tanti altri universitari che erano riusciti a svegliarsi presto per l’occasione… sigh… quanto tempo!
peccato leggere che certi luoghi meravigliosi siano rivinati da una corsa eccessiva all’acchiappo del turista perdendo spontaneit.
Però mi sono appuntata il commento di Sonia e i suoi indirizzzi
Anche per me Eurochocolate, dove sono andata qualche anno fa, è stata una grande delusione. Al più presto ci siamo allontanati per lidi migliori, che certo non mancano in Umbria. Quanto alla lenta degradazione di locali, ristoranti e trattorie è un fenomeno triste e deprimente. Almeno quanto i palloni gonfiati che si trovano in giro nelle manifestazioni sul cibo di cui questo mese è stato ben ricco. Passare di qua, da te, è sempre un piacere per gli occhi ed il cervello. Complimenti vivissimi per il tuo ultimo libro: è davvero molto bello. Il tuo stile è originale ed inconfondibile, vivo e guizzante nel mare magnum delle tante proposte editoriali. Sono ben poco portata a fare la lacchè e belare commenti inutili ma più navigo e leggo e più torno con piacere dove trovo sostanza ed intelligenza. Grazie per il tuo lavoro.
Di Perugia io ho un ricordo bellissimo: l’ho scelta come meta del viaggio di nozze e devo dire che, anche dal punto di vista gastronomico, mi sono trovata davvero bene.
Detto questo Eurochocolate non sembra allettante, specie per chi come me non è fanatica del cioccolato già in partenza.
Quando ho nostalgia del cioccolato artigianale, quello vero, prendo il treno e passo un week-end romantico a Losanna. E compro chili di tavolette e truffes e frutta secca ricoperta di cioccolato e cacao speziato da sciogliere del latte, che poi un po’ smisto tra parenti e amici e un po’ mi sacrifico e lo mangio io, la snob del cioccolato ;)
Patrycja, io adoro quella piccola bottega di cioccolato artigianale vicino piazza di Spagna che hai menzionato. L’ho scoperta per caso anni fa, quando venne a trovarmi mia madre, e da allora, ogni qual volta che lei viene a Roma, la cioccolateria è una tappa fissa.
Sigrid, che effetto strano che fa leggere le tue parole dopo averle sentite “dal vivo” qualche giorno fa! :))
Ma i Pinocchietti con la scritta “A me non piace il cioccolato!” li vendevano lì?!
Hai fotografato il calzolaio da cui andavo prima di trasferirmi a Milano :)
Come ha scritto Sonia, nono commento, il Tempio del Gusto stra-merita. E ci sono anche altri posti, dentro e fuori le mura, dove si mangia piuttosto bene, senza contare alcuni negozi di alimentari e i vari “porchettari” :)
Ahahaha, eccert… sì, anch’io fatto foto così eh.. :D
Posso dirlo che sono contenta?
Sono di PG e odio Eurochocolate (sembra una di quelle confessioni da fare allo psicologo).
Non abito più a PG da una decina d’anni, non vado mai quando c’è Eurochocolate e cerco di dissuadere chi intende andarci: ormai è solo una grande fiera del cioccolato commerciale ben diversa dalle prime 2-3 edizioni quando, per esempio, nei bar del centro storico si potevano gustare gratuitamente assaggini di ogni ben di Dio (ora non ci sono nemmeno più i bar) e c’era Slitti con le sue creazioni. Mi ricordo ancora la mattina quando Piselli (industria dolciaria aritgianale con ottimi prodotti) in piazza della Repubblica distribuì i bomboloni di cioccolato, con crema di cioccolato spolverizzati di cacao…. sigh… ora c’è talmetne tanta gente assatanata che nn ti puoi nemmeno godere Perugia :)
carissima, andando un po’ in giro per lavoro o per semplice svago, mi sono accorta anch’io che purtroppo spesso,e soprattutto nelle città che richiamano molti turisti(Roma inclusa)l’offerta culinaria sia molto “standarizzata ” e poco autentica:come se la conoscenza di un posto non passasse anche attraverso il cibo!!.Non so se questo accade perchè i turisti spesso non sono “educati” a queste cose o perchè per i ristoratori è più facile così.
E che dire dei blocchi di cioccolato presi a scalpellate?? No comment…..
Sigrid, questa è una meravigliosa “bottega” artigianale in centro a Roma, che forse già conosci:
QUETZALCOATL CHOCOLATIER
Via delle Carrozze, 26
Meglio di qualsiasi fiera. Servizio dedicato, assaggi gratuiti e confezioni di tutti i tipi.
Il bancone-vetrina è una delle più suggestive immagini che io possa ricordare.
mi trovi assolutamente in linea coi tuoi pensieri sull’Eurochocolate, io ero stata a quello a Torino anni fa ed era stato molto più bello, insomma aveva un suo perchè, questo a Perugia sapeva un po’ troppo solo di commerciale.. Insomma se fossimo scesi solo per quello mi sarebbero abbastanza girate le scatole.. Io volevo vedere una mostra che ho visto con tutta calma visto che l’Eurochocolate diciamo la verità si faceva presto a girarlo.. e anche noi la mattina dopo abbiamo sentito il bisogno di scappare e abbiamo deciso di fare una visita mordi e fuggi ad Assisi.. stupenda! Diciamo che questa gita e per me l’ingresso alla mostra hanno risollevato le sorti del viaggio che altrimenti sarebbe stato un po’ una delusione…
PS il tuo libro l’ho portato con me sperando di vederti, quindi considerando che l’ho comprato a Cuneo, vivo a Bordighera ed è venuto a Perugia.. ecco.. ha già girato un bel po’, dici che gli devo fare il tagliando?? ;-)
Sono d’accordo Spoleto e’ cambiata negli anni ed e’ stata ridisegnata sul gusto del turista nord europee eco-bio chic. Tuttavia, il Duomo, la Rocca, e molti altri posti spoletini conservano il fascino immutato dell’Umbria antica e bellissima. A Montefalco, pochi km da Spoleto, esiste il ristorante Spirito Divino. Da provare. Per una cucina ancora genuina, forse varrebbe la pena fare un salto alle Noci localita’ Grutti, o alle Mura a Foligno. Saluti
Ma pensa che quando ho visto nei tuoi appuntamenti l’Eurochocolate ho pensato “ma chissà perchè Sigrid ci và..Non ne ho mai sentito parlar bene da una persona che fosse una!” Ed in effetti ecco qui la risposta!
Sono stata una divoratrice incessante di cioccolato per anni (roba che il francese/belga tipo era un dilettante a confronto:-) ora mi sto piano piano disintossicando (so che fa ridere ma una tavoletta al giorno era troppo, dovevo far qualcosa:-) e quindi di cioccolato devo parlare con cautela, ma quello che secondo me dev’essere imperdibile è il Festival del cioccolato di Modica, un modo come un’altro per vedere quanto la Sicilia offra una ricchezza gastronomica senza eguali..
ps: pensa che quando sono stata in Umbria (giro classico Perugia-Spoleto-Assisi-Gubbio..) circa 12 anni fa- alla veneranda età di 11 anni- mi ha fatto un effetto molto simile al tuo.. Mi ricordo che avevo una sensazione di “turistico artefatto” che mal sopportavo (da bravo capricorno ho una sorta di allergia per i posti chiaramente turistici..)..Sensazione poi esplosa quando ho visto Assisi, ero talmente sconvolta dalla mercificazione di tutto quello che riguardava S.Francesco che ho detto a mia mamma: “Ma questo è una Disneyland per credenti.. Potevano chiamarla Fratelandia già che c’erano!” Mia mamma ha gulpeggiato rumorosamente.. Eravamo davanti alla basilica!
(aneddoto catalogabile nella gioia di avere bambini:-)
Tra l’altro Spoleto è una bellissima città vale la pena anche solo per vedere la cattedrale con gli affreschi di Lippi. Sui ristoranti…bah… è così dapertutto: più il luogo è preso di mira dai gitanti più le mangiatoie per turisti abbondano. Che vuoi farci.
Ciao Sigrid, bellissimo report, come sempre!
Mi hai fatto venire voglia di Strangozzi al tartufo, li ho presi a Spoleto presso una trattoria tipica (credo “Le mura antiche”), ma Chiara ha voluto assaggiarli… morale: quello che li ha assaggiati sono stato io!!
Baci e a presto!
Il tuo blog è una droga.
Davvero. Lo spulcio da giorni, penso di avere letto ogni ricetta e ogni singolo commento! A breve arriverà un forno in casa (purtroppo dopo Natale… niente “Piccoli Regali Golosi Natalizi” quindi :-( …e vabbè!) e inizierò a sperimentare tante delle belle (e presumo OTTIME) ricette da te proposte.
Adoro le tue foto. Complimenti.
V.
Di Eurochocolate tutti ormai pensano un po’ le cose già esposte. Di Perugia, però, non mi sento di dir male – tranne probabilmente proprio in occasione di manifestazioni di questo tipo, che personalmente evito con cura: quando vado in un posto mi piace trovarlo “genuino”. E a proposito di osteria tipica, a Perugia consiglio “Dal mi’ cocco”, a due passi dall’Università per Stranieri. Non è molto grande e consiglio la prenotazione. La cucina è talmente tipica che ti mettono in tavola il menu del giorno, senza scelta :) ma sono disposta a garantirvi che ne vale la pena al 100%. E si spende anche poco.
Ciao Sigrid,
ho letto con interesse il tuo commento a luoghi che per me sono dell’anima, a Perugia ho conosciuto il padre di mio figlio e Spoleto è per me ricca di suggestioni e fascinazioni. Pertanto è con il cuore che ti consiglio di tornare sia a Perugia e di provare l’Osteria Al mangiar bene, dove tutto è biologico ed a km zero, ed a Spoleto al Tempio del Gusto, non rimarrai delusa…
Inoltre, se vuoi rimanere in tema di cioccolato, il prossimo anno prova “L’ALTROCIOCCOLATO” che si tiene ogni anno in contrapposizione del festival prendi soldi dell’Eurochocolate. Ad Altrocioccolato si predilogono le produzioni artigianali ed equo solidal. Insomma, dai a Perugia ed a Spoleto un’altra possibilità!!
Sono stata all’Eurochocolate 3-4 anni fa e ho pensato lo stesso! Va bene posso comprare cioccolato ovunque, ma quello posso farlo anche a Milano… ma qualche maestro cioccolataio? Qualche cioccolato di qualità?
Poi va bè, io sono andata con amici, e a 22 anni ci si diverte anche a comprare la maglietta “Mani in alto, questa è una pralina” e tra l’altro l’adoro ancora adesso…. però dopo tanta Nestlè, qualcosa di un po’ più raffinato, meno caotico e….SALATO, non ci sarebbe stata affatto male!
Per lo stile dei ristoranti… è davvero un peccato tradurre in questo modo le nostre tradizioni (che poi non sono più neanche questo), soprattutto in luoghi in cui di tipicità ce n’è tanta….
PS. La foto del calzolaio…. quella dei tavolini con le tovagliette a quadretti rosse…. mi piacciono tantissimo!
Incredible photos! It is not possible not to love the places you shoot.
Hugs from Spain.
che coincidenza! ho aperto stamattina il tuo blog e con stupore leggo descrizione dell’hotel dove alloggerò domani sera:)
Carissima,
già Eurochocolate fa venire un po’ di mal di pancia (soprattutto ai ‘non estimatori’ di Nestlè) piuttosto si potrebbe cercare qualcosa di buono ad Altrocioccolato che quest’anno si è svolto a Castiglione del Lago. Per quello che riguarda la Said…quanto hai ragione! Noi l’abbiamo scoperta sei anni fa e abbiamo assistito alla transizione da vecchio, ma pur sempre prestigioso, negozio di confetti e cioccolato a quella sciccheria che è adesso (e una sera di qualche anno fa ci ho assaggiato degli spaghetti al cioccolato e peperoncino, niente affatto male: nulla di gratuito o forzato c’era proprio il gusto che ci doveva essere! Peccato che una cena vera e propria non sia per tutte le tasche e occasioni).
Ti faccio in ritardissimo le mie congratulazioni per la tua dolce attesa,
Linnea
io sono di Perugia (ma vivo momentaneamente all’estero), il tuo post mi ha un pò intristito :(
c’è da dire comunque che il successo di eurochocolate è un fenomeno per me ancora inspiegato :s
Maddai!
Quando ero al quinto mese di gravidanza ho soggiornato BEN 4 notti a mezza pensione all’Etruscan Chocotel causa Scuola di Dottorato. Al 5 giorno mi sentivo male solo a guardare i blocchi di cioccolata dell’atrio!!!! :-D
Chiara
wow!! Sai quanto tempo è che vorrei andare a Perugia Spoleto??
Sono già due anni che ci provo ed ogni volta che organizzo mi becco il we più brutto della stagione!!
Mi sa che ci riprovo a primavera.
oooh i would love to go back to perugia – and get some chocolate! :)