Qualcuno chiedeva, nei comment all’ultimo post dedicato in gran parte a Maria Grammatico e alla sua incredibile storia, se prima o poi avrei anche provato qualche ricette dal suo libro. Beh ecco: Si. Ma forse non quella che per prima vi sareste aspettata. E chiaramente prima o poi proverò a fare i genovesi secondo le sue indicazioni, e sicuramente sono anche molto attraenti alcune ricette semplici come quelle dei biscotti al latte, però ecco, per la verità, è un’altra ricetta che, leggendo, mi ha proprio colpita in pieno (la famosa sindrome del nooooo?-ma-questo-lo-devo-fare-subitoooo!, avete presente?) ed erano: le polpette dolci. Che sono delle polpette di carne però, sarà l’influenza araba, o un rimasuglio barocco, o vai a sapere, dentro hanno anche lo zucchero e la cannella… Intrigante no?? (e fra l’altro non è la prima volta che vengo irremediabilmente stregata dalle polpette o polpettoni altrui, dev’essere ‘na roba freudiana… :-). Vi riporto qui sotto il brano del libro che tanto mi aveva interpellato, si trova in una parte del racconto di Maria in cui lei ricorda il mangiare all’orfanotrofio (che la maggior parte dell’anno era una faccenda davvero triste, credetemi):
A Carnevale invece si mangiava la carne. Per Carnevale si faceva la domenica brodo, e il lunedì cuscus ma questa volta di carne. E il martedì si faceva lo stufato, fatto con polpette, le polpette dolci. Ad Erice si facevano le polpette dolci per l’Immacolata, e per Carnevale pure. In effetti mi piacciono. S’impastava in una madia perché eravamo assai e si metteva molta mollica di pane: noialtre lo facevamo con cinque chili di carne, e per lo meno ci mettevamo tre chili, tre chili e mezzo di mollica bianca, e un chilo di formaggio grattugiato. Poi si metteva zucchero, cannella, e mandorla abbrustolita, per lo meno duecento grammi ogni chilo di carne. E si impastavano con le uova. Poi si soffriggevano e si mettevano in mezzo alla salsa. Erano buonissime! Io non le ho mangiate più. Mandorla spellata – noialtre abbrustolivamo la mandorla e poi la macinavamo. Forse era la carne che aveva un altro sapore, non lo so. Certo che erano buonissima. Per Carnevale si facevano questa mangiate, basta.
tratto da Mandorle amare, di Maria Grammatico e Mary Tylor Simeti, Flaccovio editore
Poi, tanto per scrupolo di completezza, sono andata poi a vedere La cucina siciliana di Alba Allotta (Newton & Compton) per trovare sì una ricetta di polpette dolci, ma senza mandorle (né pinoli e uvetta), e dove l’unica ricetta di polpette, fra l’altro in agrodolce, con le mandorle, prevedeva che le mandorle fossero cosparse sulle polpette passate nel sugo, insomma, ci si andava vicino ma non erano loro. Ultimo giro di verifica presso Anna Gosetti della Salda: polpette dolci siciliane non pervenute. Il che fra parentesi non fa che rafforzare la nostre opinione secondo la quale si, Le ricette regionali italiane è un libro stupendo, ma dal Lazio in giù l’autrice – la quale ricordo inizia il capitolo Lazio scrivendo, letteralmente, ‘la cucina romana non esiste’, ora non è che io sia spudoratamente fanatica della città in cui vivo, diciamo che ha i suoi diffetti, diciamo… ma questa mi sembra pur sempre una bella fesseria – forse, si è un po’ lasciata andare a una sua convinzione secondo la quale la cucina del centrosud fosse tutto sommato secondaria (sennò non vedo com’è che si sia perse cosi tante ricette per strada, e le polpette dolci sono solo l’ultima di una serie di cose buone interessanti e originarie del sud che in Gosetti non risultano :-P).
Vabbe, quindi, in sostanza, alla fine della fiera, ho cercato di seguire le indicazioni di Maria, sbirciando poi a destra e a sinistra per capire il dosaggio di ingredienti di cui lei non specifica le quantità (zucchero, cannella e uova). Quello che ne è venuto fuori non era troppo dolce, anzi erano polpette morbide morbide e profumose, che un pochino mi ricordavano il Marocco (beh, anche la pastilla marocchina viene generosamente condita con cannella e zucchero) ma che sopratutto non erano cosi dolci da scostarsi dall’idea del ‘secondo di carne’. Insomma, la ricerca e la realizzazione sono state gradevoli, ma l’assaggio forse anche di più… :-)
Polpette di carne con mandorle tostate e cannella
carne tritata (misto vitello e manzo) 500g
pane secco (messo in ammollo nel latte e strizzato) 300g
pecorino grattuggiato (non romano) 70g
mandorle spellate 100g
zucchero 3 cucchiai
cannella 1-2 cucchiai
uova 2
olio per friggere
della salsa di pomodoro come preferite voi
Far tostare le mandorle in una padella antiaderente senza grassi finché non siano dorate, lasciarle raffreddare poi frullarle in modo da ottenere una farina piuttosto grosssolana. Impastare la carne con la mollica di pane, le mandorle, il formaggio, la cannella e lo zucchero, aggiungere infine le uova e amalgamare bene il tutto. Formare delle polpettine non troppo grandi, e farle friggere nell’olio bollente fino a quando non saranno dorate. Scolare su della carta da cucina. Infine, riscaldare la salsa di pomodoro (preparato con o senza cipolla e/o aglio, come preferite), e farci cuocere le polpette per una decina di minuti finché non siano ben cotte. Servire subito.
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Che bel post, grazie! E che commenti interessanti. Grazie anche a Flo per l’idea di bagnarsi le mani con il vino vecchio prima di fare le polpette, proverò senz’altro e grazie a Glu.fri per la storia del polpettone siciliano portato sulle Ande!
Interessanti, si devono provare!
ottime queste polpette! hanno fatto furore anche coi miei zii un po’ difficoltosi. ho apportato un paio di modifiche a mio gusto (via le mandorle a farina spessa, e largo a pinoli tritati grossolanamente. non è una dolcezza che stupisce eccessivamente, ma che dà un aroma fantastico. provare anche gli gnocchi conditi con la salsa (un po’ arrabbiata) nella quale sono cotte queste polpette. provare per credere ;)
ciao sigrid, come sempre le atmosfere, i profumi e i sapori che racconti sono coinvolgenti. presto proveremo a fare queste polpettine. non le conoscevamo, ma non ci stupisce l’uso della cannella per il salato.
p.s. siamo piacevolmente stupiti dalla coincidenza: anche noi il 7 abbiamo postato una ricetta di polpette di ispirazione siciliana con panatura di mandorle e pistacchi, ci piacerebbe sapere che ne pensi…
http://labandadeibroccoli.blogspot.com/2010/10/la-visibilita-ovvero-le-polpette-di.html
Oh, finalmente 2 polpette :DDDD
Certo che dopo queste dolci, nessuno si scandalizzará piú se mangio quelle salate cotte nel sugo, con una bella dose di maionese :DDDDD
(mio padre una volta, sconcertato dall’immonda accoppiata nel mio piatto, sparo’ un biastemone che mi dicono essersi sentito bene anche in Vaticano).
@roby: in archivio somewhere c’è una zuppa di rape rosse e yoghurt, buona ma forse non tanto indicata per questa stagione (inzomma, l’è fredda :-)
@vaniglia: una cosa che ho trovata scioccante per davvero era una torta, credo pugliese, che una volta ho cucinata e fotografata per lavoro, insomma: involucro di pasta frolla dolce e ripieno di ricotta + prosciuto e formaggio, salato, non so se quacuno può darci conferma di sta cosa, io non ne ricordo il nome, avrò rimosso… :-))
@symposium: capiamoci, a parte quella uscita infelice sulla cucina romana, non è che la gosetti abbia letteralmente scritto che la cucina del sud è insignificante, solo che col tempo, verificando, mi accorgo che forse al sud è stata meno minuziosa nel suo ricercare le ricette, e ovviamente mi dispiace… Su uvetta e pinoli, vero, che poi si trovano anche nella cucina romana, quella genovese e chi sa altro ancora, ma la cosa che mi era proprio nuova era il fatto di aggiungere direttamente dello zucchero nella carna… :-)
@libera: promesso che poi ne seguirà anche qualcuna dolce ;-))
@emily: intanto mi fa piacere che tu abbia apprezzato le cose di casa mia (oddio mi sta venendo una nostalgia di biscottini de strooper in questo preciso momento :-)) In quanto alla pasta di Speculoos, purtroppo è un po’ come voler rifare la nutella, in modo casalingo non si riesce a fare la stessa cosa (e per fortuna, fore :) insomma, un tentativo sarebbe questo qui…
http://catalogo.giunti.it/cover.php?filename=varie/52800YM.jpg
(eheheh) è una cremina simpatica e divertente ma non è la pasta emulsionata e corposa del barattolo, seguiranno altri tentativi però :-))
@mammaamsterdam: buffo questo, per me la ricota è perfettamente ambivalente, insomma me la uso sia sul panino che nella pasta che nei dolci, e non saprei manco dirti in quale modo la preferisco (entrambi!! :-))
@costanza: giusto, verissimo, la farina di mandorle in realtà credo stia bene un po’ ovunque :-) Provo se puoi a tostarle le mandorle, fa una differenza notevole…
@valeria: appena ho un attimo di calma rispondoooo, prommessoooooo!!! :-)))
@glu-fri: maddai??!! maddavvero??? questa non l’avevo mai sentita, interessanteeeee!!! ci sono altre ricete di questo tipo???
@flavia: che bella la cucina libanese, sul serio, la adoro, a bruxelles la mangiavo piuttosto spesso (sobsob, bei tempi… ;-)
@aniko: questo tuo salame me lo appunto per fra un po’, vabbe per l’anno prossimo va, però intriganteeeee! :-)
@valentina: si, in effetti, solo che queste polpette in realtà non sono esatamente agrodolci (e molte cose come gli involtini ecc, nemmeno), insomma, manca l’agro (a meno che non vogliamo mettere che l’agro sia il pomodoro, però io tenderei a dire che ci vuole un qualche cosa di più agressivamente acido per fare l’agrodolce). Altra cosa buffa: nei couscous del magreb c’è quasi sempre, in mezzo, un tocco dolce, in quello siciliano (vabbe, trapanese), no… ?!
@flo: grazie! ma… sei di li?! cioè, non ho capito se questa dritta si riferisce alle polpette in generale o a quelle di erice in particolare (scusami :-)) Attendo curiosa!!
@dominique: ah beh tiens la moussaka ça fait un bail que j’en ai pas fait, en voilà une bonne idée!! :-)
@ vaniglia:
ma grazie, mi sembra buona! Perché loro, devi sapere, mettono un quadernetto ad anelli e ogni settimana, insieme alla spesuccia, ci sono un sacco di ricettucole. mai provate, a dir la verità, però quando vengono cose più insolite, ecco… lì c’è un’insalata, per es.
Ma crude, a julienne?
Sulla consegna di zolle, guarda ultimamente arrivano alle 17 circa.
Quindi no, dipende.
All’inizio, verso maggio, mi arrivavano alle 21, fisso, più o meno.
*robiciattola: uh, le zolle!!! vorrei provarle anche io, ma non ho capito benissimo gli orari e le modalità di consegna… mi sono fatta un film o arrivano di notte/sera???
le barbabietole…. sono quelle che io volgarmente chiamo le rape rosse?
io faccio spesso una zuppa di rape rosse e farro (o orzo perlato) che mi piace tanto: http://vanigliacooking.blogspot.com/2008/11/zuppa-di-orzo-e-rape-rosse.html
e con le bianche invece questa vellutata, di cui mi vanto un sacco ;-P: http://vanigliacooking.blogspot.com/2009/11/vellutata-di-rape-bianche-e-noci.html
ecco qua!
che bel post (sì, il mito che la cucina romana non esiste permane, chevvoifa’) trasversale alla ricerca di un sapore che viene da un racconto.
sugo e zucchero è qualcosa che mi ha da sempre scioccata, fin da bambina, giù in basilicata (ravioli ricotta e zucchero – e manco poco! – al pomodoro) e che mi affascina ancora da morire, come tutta la cucina del sud italia, ma forse nel mio caso è una questione di origini! :)
Mmmh.
Nella mia scatola settimanale di Zolle (www.zolle.it) c’erano le barbabietole. Che ce faccio? Mi aiutate?
Pensa che proprio venerdì scorso ero seduta nella pasticceria di Maria Grammatico ad Erice a fare merenda.. che bontà! Queste non le ho viste, però. Bella idea!
Ciao Sigrid, interessanti queste polpette, anche da noi (Napoli/Salerno) c’è una simile commistione agrodolce ad esempio nelle classiche braciole cotte nella salsa di pomodoro, farcite con pinoli, uvetta, formaggio e prezzemolo; checché ne scriva la Gosetti è una grave approssimazione giudicare la cucina del Sud Italia quasi inesistente, solo chi non la conosce può farlo.
Buongiorno, io avevo chisto di postare una ricetta di Maria Grammatico, quindi grazie Sigrid!!
Sono in trepida attesa per il tuo libro, ormai mancano veramente poschissimi giorni!!
buon lavoro
@32 Mammasterdam
“.. (per dire che i dolci alla ricotta mi fanno vagamente senso perché la ricotta – di pecora – io la vedo solo in salato) ..”
NOOOOOOOOOOOOOOOOO.
sono le 23,25 e nel congelatore ho rifugiato della carne trita di manzo. forse è il caso che io la esca e passi la notte in piedi aspettando che si presti ad essere polpettizzata. questa ricetta non può aspettare!!!
Cara Sigrid,
anche voi in Belgio nn siete x niente messi mal come dolci…sono sicialiana e leggo con piacere del tuo viaggio enogastronomico nella mia terra…io invece sono tornata proprio ieri da Bruxelles. Putroppo è la seconda volta in pochi mesi che vado lì x lavoro e nn ho il tempo di visitare la città, ma solo l’aeroporto..cmq, lì ci sono tanti negozietti di cibarie niente male ed ho acquistato tante cosette buone .cioccolato godiva, biscotti speculos ed altri biscottini che ancora nn ho scartato di jules destrooper…
chiedo il tuo aiuto riguardo la meravigliosa crema di speculoos…aperta ieri sera e già praticamente divorata da tutte le persone alle quali ho spiegato che si trattava di una “crema di biscotti” tra i curiosi e i golosi ..sigh…il mio barattolino è ormai alla fine…ti chiedo allora se sai se questo prodotto è anche in vendita a roma..o se magari magari..ti cimenteresti in questa prodezza di ricettina?
grazie in ogni caso:)
La cannella in sovrabbondanza nel macinato l’ho scoperta in un libro di ricette messicane e mi ha conquistata, cambi totalmente fisionomia alla carne. lo zucchero di queste mi perpline, io da brava abruzzese divido nettamente dolce da salato (per dire che i dolci alla ricotta mi fanno vagamente senso perché la ricotta – di pecora – io la vedo solo in salato).
Però ecco, tra come ne scrive il libro e come ne scrivi tu, quasi quasi ci provo.
recentemente ho preparato la bisteeya marocchina e devo dire che questo piatto me la ricorda. Un’altra cosa che si vede a volte e’ un po’ di latte per ammorbidire la mollica di pane…
Si, interessante che non sono citati uvetta e pinoli, un classico nelle polpette.
l’agrodolce mi piace quindi penso che mi piacerebbero molto anche queste polpette speziate e particolari. Queste ricette tradizionali e buonissime vanno salvate dall’oblio, per fortuna che ci sei!
che bel post.davvero curatissimo :)
Bellissimo post e bel modo di celebrare il libro (che adesso mi attira tantissimo ;-). Certo che con le polpette si fa’ sempre un po’ il giro del mondo
Mamma che buone le polpette! Ma come é possibile che se il mio ragazzo é siciliano non me le ha mai fatte provare??? Accidenti a lui! Corro a provedere. Chissà che buone!! :)
Interessante. Ma il particolare è che, senza aver letto ricettari siciliani, da un anno a questa parte ho cominciato a mettere qualche cucchiaio di farina di mandorle nell’impasto delle polpette… e ho notato che ci sta bene!
Mi sento Lilli più che mai, e vagabonda come sempre. Come, come non provarle al più presto?
Che meraviglia, corro subito a comprare il libro!
Ciao, le polpette con uvetta e pinoli le faceva mia suocera e mio marito ancora le fa, ma quelle con zucchero e cannella non le ho mai provate! Devo recuperare subito… e poi, non è che il 12 novembre a roma succede qualcosa di cui io mi sono persa l’avviso? ho come l’impressione…
baci, monica
mavvaaaa, le polpette dolci! la cucina siciliana mi intriga moltissimo, in parte perché la sento lontana dalla mia e quindi piuttosto esotica, un po’ perché adoro questa continua commistione dolce-salato o dolce-acido. queste sembrano anche abbastanza facili da fare, quindi perché no!
p.s. please please rispondi alla mail :))
Cara Sigrid e facendo il giro del mondo a Mendoza, sotto le Ande si fa un pastel de papa, che altro non é che un polpettone mescolato a puré e che dentro ha: zucchero, cannella, uvetta. Mancano le mandorle per mancanza di materia prima.
E’ tipico della zone e lo hanno portato gli immingranto siciliani….!
L’ho mangiato venerdí scorso..!
Io adoro questi pasticci e le polpettine di Maria hanno un mondo dentro…
Baci, Simonetta
gnammi devono essere buonissime..e poi io adoro la cannella! Attento il 12 novembre per incontrarti qui a Roma!
Una ricetta molto interessante, la segno e la voglio provare. Ciao Daniela.
vero che se levi pane e pecorino diventano praticamente maghrebine…
Ciao Sigrid!
Molto bello il tuo blog – infatti ti seguo pure su Twitter (interessante vedere come da un giorno all’altro “seguire” una persona non sembri più una cosa peggiorativa… insomma)
Questa ricetta mi fa pensare ai piatti libanesi che prepara mio marito e la sua famiglia. Lui, infatti, è metà calabrese, metà libanese, e quindi mangiamo più che altro piatti della cucina mediterranea. E pure i libanesi condiscono molto la carne (e quasi tutto il resto) con spezie aromatiche che noi associamo più che altro ai dolci, come la cannella, i chiodi di garofano… E’ una cucina molto profumata, e per me bellissima e buonissima proprio per questo!
Ci proverò senz’altro :)
xx
really beautiful. the cinnamon must really bring out the flavours. x shayma
ho mangiato delle polpette dolci fatte da una mia amica algerina, è possibile?? comunque erano buonissime e direi che la ricetta non era tanto lontana da quella del libro!
Sono siciliana, ma giuro che non ho mai mangiato le polpette con le mandorle!le proverò e spero di trovare il libro di Alba Allotta. Ciao
Belle queste polpette!!!Eh, sì, dopo aver letto la loro descrizione viene una voglia matta di assaggiarle!!!
Quanto è ricca la cucina sicula!Nnon finisce mai di sorprenderci!
La carne abbinata con la cannella l’ho già assaggiata ,ho anche fatto una specie di salame crudo..molto buono http://paprikapaprika.blogspot.com/2010/07/salame-di-manzo-con-insalatina-e-funghi.html)
Complimenti per le polpettine, stupende!
Ma che belle le tradizioni, io ADORO le tradizioni. Infatti non vedo l’ora di tornare a casa a preparare insieme a mia nonna (detta BABCIA:) i piatti che si preparavano per Natale.
Un bacione
che post stupendo, un racconto, e poi proprio oggi dopo le crocchette di riso, pensavo che fosse ora di preparare proprio delle polpette per i miei piccoli. detto fatto, ricetta trovata
grazie
Le polpette… una mia fissa :DD ma questa versione dolce davvero non l’avevo mai sentita! Certo dici bene, per le influenze arabe anche in alcune zone della Campania e della Puglia mettono uvetta e pinoli, però io non le amo quanto quelle normalmente salate ed impastate col vino rosso.
http://ammodomio.blogspot.com/2010/04/polpette-finger-food-ammodomio.html
Il libro aveva incuriosito moltissimo anche me,come al solito però, non l’ho comprato, per cui aspetto i tuoi prossimi post.
Grazie mille,
Ornella
Ti do un’ultima chicca, un segreto che non ha riportato nel libro. Prima di fare le polpette ci si bagnano le bani col vino vecchio in modo da aromatizzare il tritato. Così hai la ricetta completa e originale.
effettivamente solo a pensarci viene una certa compulsione :-)
Ho letto sempre degli interessanti articoli di Marry Tylor Simeti
sigrid,
in fondo, se ci pensi, la cucina siciliana, è fondamentalmente agrodolce.
più o meno spesso, si incontrano mandorle,agrumi, aceto e zucchero e cipolla, uvetta, ( per es. ) in moltissime ricette tradizionali..
queste polpette non le consocevo..
interessanti ..
post davvero bello. I ricordi, in cucina, sono il sale, il pepe, le spezie. Mi piace molto la sperimentazione, però le ricette con una storia hanno un’anima diversa. Forse hanno un’anima.
J’adore ça! Merci pour la recette… je mets aussi de la cannelle dans ma moussaka, c’est un délice!
Giuro che ci provo. Dai, le polpette non sono così difficili… ce la posso fa.
Che fame!!!