Nuvole, pietre e mandorle amare

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Intanto faccio almeno il gesto del meaculpa: ho maree di foto della sicilia ma mi manca il tempo di metterle in ordine sicché vi state beccando gli episodi siciliani a intervalli un po’ tanto spaziati… (non ho capito se è l’età o qualche altra circostanza provvisoria del momento ma sembra che le stesse 24 ore che avevo anche prima, in un giorno, non mi bastano più, sob, insomma, quasi che ci vorrebbe un clone di me stessa… :-). Oggi quindi Erice. Ora, già lo so, finirete per pensare che in realtà io non viaggio, ma faccio la turista ès pasticcerie, visto che pure stavolta il nervo della faccendo sono i dolcetti… Però non è esattamente così, cioè, per lo meno, non lo faccio apposta, ecco:-) A Erice poi c’ero già stata, un dieci anni fa, quando studiavo a Palermo, e ricordavo vagamente, si, certo, che Erice era in qualche modo legata alle paste di mandorla, ma ricordavo sopratutto la sua pietra grigia, la pavimentazione delle strade che mi era sembrata così ‘medioevo-nordica’, le nuvole che si muovevano celere nel cielo e che certe volte finivano direttamente in piazza, l’atmosfera quasi irlandese di certe giornate umide e cupe… Anzi, quella volta di dieci anni fa credo di averlo anche mangiato un dolcettino, ma non saprei proprio dire cosa o dove (tanto per chiarire: anch’io una volta ero di quelle che non si preoccupavano più di tanto di ciò che mangiavano, del resto a 20 anni si ha ben altro da fare che stilare la mappa dei cibi regionali di ogni posto in cui si va, sicché andava già bene se ero in grado di collocare in Sicilia la caponata e il pesce spada… ahh, beata gioventù… :-) Da allora però, ogni santa volta che si è menzionato Erice, la persona con cui parlava in quel momento aggiungeva, se non ‘aaahh, la pasta alle mandorle’, il nome di Maria Grammatico. Per ultima, Silvia, che mi raccommandò caldamente una visitina dalla Grammatico in quel pomeriggio a Sferracavallo, sicché, ovvio, manco a farlo apposta, stavolta quando sono sbarcata a Erice, anche se non era il motivo principale della mia visita, sapevo già perfettamente dove ci saremmo fermati a fare merenda…

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E appunto, da bravi turisti, prima di pensare alla merenda si girano le vie del centro del paese. Cosa che a Erice non impegna un tempo smisurato, il paesino essendo piccolo. Una delle caratteristiche del luogo è del resto la sua frescura, sembra di stare in un posto naturalmente fornito di aria condizionata (quel giorno a San Vito si moriva, a Erice quasiquasi ci voleva il maglioncino :-), cosa che immagino si possa spiegare col fatto che Erice si trova su un’unica colina alta 700m, e isolata in una specie di pianura (per dire, anche in Calabria stiamo circa a quell’altezza li, ma l’escursione termica non si avverte in quel modo esagerato, forse proprio perché li tutt’intorno c’è la montagna, boh :-). Il paese di per sé risulta semplicemente affascinante, per com’è stato costruito, per com’è è tenuto, per come è radicalmente diversa da qualsiasi altro luogo siciliano che io abbia conosciuto, perché ogni cosa, ogni pietra, ogni portico, ogni facciata di chiesa suggerisce qualcosa di remoto, lontano, qualcosa di quasi mitico. E già solo quel inusuale viaggio mentale, di per sé, è decisamente spaesante…

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E poi appunto siamo andati a curiosare nella pasticceria di Maria Grammatico. Già dall’ingresso, da quando uno intravvede negli armadi antichi le montagne composte di dolcetti di mandorle chiuse da ante di legno e vetro, si capisce subito che questa pasticceria qui è diversa dalle altre (e in particolar modo da quella che si è molto arrogantemente istallata di fianco con tanto di cartelli fluorescenti e fotografie agghiaccianti :-). Insomma, quella di Maria è una pasticceria di altri tempi, pacata anche quando si riempie di turisti ossequiosi, è una di quelle caverne di Ali Baba dove, subito dopo la soglia, ti riscopri bambino, a guardare meravigliato le montagnette di palline di mandorle srotolate nello zucchero semolato, di buccellati ritagliati come piccoli lavori di pizzo, i cestini pieni di frutta di martorana deliziosamente colorata, le file ordinate di cannoli, cassatine e genovesi pesantemente incipriati di zucchero a velo, gli scafali di legno carichi di barattolini di marmellate di agrumi, è tutto familiare e insieme prezioso, sembra di non aver abbastanza occhi per guardare tutto, e uno quasi va nel panico pensando che da qui a poco dovrà anche scegliere quali fra tutte queste tante cose vorrà assaggiare… Insomma, entrate li è vi viene il capogiro garantito. Sopra e nella foto sotto, i dolcetti di cui mi sono innamorata non appena li ho visti e che decreterei qui e adesso i dolcetti più belli dell’universo – no, nientedimeno :-) Vengono chiamati pasta di conserva o dolci di riposto, e Maria li descrive così: sarebbero conchigliette di pasta reale (aka marzapane) riempite di conserva di cedro, poi ricamati sopra con i fiorellini, pure di pasta di mandorla. Poi su i dolci di riposto ci si mette il cilepro, la velata di zucchero per la pasta reale, e vanno al forno, il tempo di asciugarli, ma con forno leggerissimo, tiepido, perché così vengono lucidi. A parte che i motivi floreali colorati di verde e rosso con quella loro lieve patina che sembra quasi madreperla sono semplicemente emozionanti, se ci fate caso, nel mucchio, non ci sono due paste uguali, vengono tutte diverse, ognuno è un piccolo capolavoro di pazienza e artigianalità, in breve: sono veramente una cosa stu-pen-da! :-) E con queste, che sono uno dei tradizionali ‘dolci di badia’ cioè dolcetti delle monache, entriamo nella seconda parte della maria-grammatico-story…

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Sapevo quindi che Maria Grammatico fosse nota come la migliore e la più autentica rapresentate del dolcetto tradizionale alle mandorle a Erice, ma per il resto ero del tutto ignara delle sua storia. E ignara lo ero anche al momento di visitare la sua pasticceria. Così, mentre stavo curiosando fra gli scaffali di rosoli e di fruttini di martorana confezionati in piccole cassette di legno, ho trovato, li in mezzo, un paio di librettini dalla copertina bianca: Mandorle amare era il titolo. Mi sono ricordata che Silvia aveva accennato a questo libretto fra l’autobiografia e il ricettario e così, trasportata dalla zuccherosa poesia del luogo e pensando che così almeno avrei avuto una volta per tutte una ricetta decente per la pasta di mandorle e magari pure per i genovesi, l’ho aggiunto alla mia spesa. Il libretto è rimasto nella sua bustina griffata pasticceria grammatico fino al rientro a roma, e anche qualche giorno dopo. Poi, tanto per, me lo sono portato sull’eurostar, ed è li, da qualche parte fra Roma e Milano, che finalmente ho saputo chi è Maria Grammatico e da dove arrivano i suoi dolcetti. Perché ecco, la signora Maria non è semplicemente una signora che fa i pasticcini di mandorla, no: è praticamente l’erede della tradizione dolciairia delle monache di clausura di Erice. Già, quello delle monache e dei loro dolcetti tipici sembra quasi il fil rouge di questo viaggio… (per colloro che si fossero persi la puntata precedente: da questa parte prego :-)

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Il libro quindi contiene delle ricette ma anche e sopratutto i racconti e ricordi di Maria, di come a otto anni, dopo la morte di suo padre, sua madre fu costretta a mandare lei e la sorella all’orfanotrofio, dalle suore, in modo da poter dare da mangiare ai suoi altri quattro figli più piccoli (sono cose che non riusciamo neanche a concepire ma era il dopoguerra e c’era la fame…). Queste suore, per mantenersi, confezionavano e vendevano dolci tradizionali, a base di mandorle, e le orfanelle che accoglievano, invece di essere mandate a scuola – cosa inimaginabile oggi – venivano messe a lavorare nel loro laboratorio di pasticceria. Dal racconto della Grammatico si capisce che era una vita dura, senza lussi anzi senza nulla che non fosse strettamente necessario, una vita veramente di altri tempi, e nonostante il fatto che quelle bambine fossero perennemente circondate di zucchero e mandorle, quel quotidiano fatto di restrizioni, privazioni, duro lavoro e isolamento totale, doveva essere davvero poco felice. Già che messo così sembra un film, o un romanzo storico, bisogna pure aggiungere che le monache erano gelosissime delle loro ricette e dei loro procedimenti e che non insegnavano nulla alle orfane, sicché Maria, che era curiosa e che aveva deciso di voler imparare, si è dovuto ‘rubare’ ricette e proporzioni, spiando le suore di notte mentre preparavano gli ingredienti che le bambine avrebbero impastato la mattina, in modo da ricostruire, di nascosto, le loro ricette. Infine, lasciato l’orfanotrofio dopo 15 anni di clausura, Maria apre una piccolissima pasticceria, nella quale inizia a esercitare, con poco o niente, l’unico lavoro che sapesse fare: quello di confezionare biscotti e dolcetti tradizionali alle mandorle. Ed è quello che fa tutt’ora. Insomma, quella di Maria è una storia dal sapore quasi ruvido di tempi davvero lontani, condita con scelte intelligenti e spigliate, e viene quasi da meravigliarsi pensando che tutto sommato sono passati ‘solamente’ 50 anni e che Maria è ancora lì a Erice che plasma minuscole roselline di marzapane e palline dolci profumate al liquore sul tavolo di manrmo del suo laboratorio… In poche parole, oltre a essere una donna dal carattere fuori dal comune (si capisce fra le righe del suo libro, ma anche vedendola in video), credo proprio che Maria, che custodisce una tradizione che senza di lei sarebbe scomparsa, sia né più né meno un monumento vivente del patrimonio culturale siciliano :-) Per vederla raccontare queste e altre cose, si trova su youtube un pezzo dell’ottimo documentario di Piero Cannizzaro:
http://www.youtube.com/watch?v=j_pQY6SanKo&NR=1 (scusate se non è un link ma i link a youtube mi danno sempre problemi, insomma basta copiare e incollare :-)
Se invece siete curiosi del libro, trovate tutti i riferimenti sul sito dell’editore.

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Infine, per smaltire questa montagna di calorie, consigliamo caldamente la visita della torre campanaria di Erice (non so quanti scalini erano ma l’esercizio fisico ci stava :-). Sotto, un paio di vedute dalla cima della torre: Trapani e le isole Edadi, e più giù, Favignana…

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Finito il tour di Erice, non resta che seguire la curva del sole che inizia a tramontare, scendendo verso Trapani, girando brevemente nel centro e nella zona del porto… (to be continued – uffah, ancora?? è quasi finita su! :-P)

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77 Commenti

  • Veronique ha detto:

    appuntiamo appuntiamo… come la Nutella, se non ci fossi, bisognerebbe inventarti…

  • gabri ha detto:

    Sigrid! ci vorrebbe un riassunto, non ce la farò mai a concentrarmi (e ad estrapolare) senza perdermi nella bellezza delle foto e dei racconti!!
    gabri

  • Flavia ha detto:

    non mi viene da dire altro che grazie al cielo per l’italia e per le mandorle amare. davvero.
    xx

  • kemonia ha detto:

    ecco perchè non è facile abbandonare questa terra “maledetta”…..grazie per queste spelendide foto..

  • barbara ha detto:

    Ciao Sigrid,
    grazie del link all’intervista a Maria Grammatico. Che vita la sua! Se non si fosse messa a spiare le monache notte dopo notte ora sarebbe andata persa una bella tradizione dolciaria. Certo che sentir dire che i chiodi di garofano, la cannella e altro non hanno più lo stesso aroma di una volta mette una certa amarezza…in realtà sono cose che si sentono ripetere spesso, non una novità, ma sentirlo dire mette sempre tristezza.

  • shayma ha detto:

    so poetic. i love it. x shayma

  • La Sardina ha detto:

    http://www.librinews.com/2010/09/28/la-storia-di-convento-si-intreccia-nella-storia-del-risorgimento-italiano-la-monaca-nuovo-romanzo-di-simonetta-agnello-hornby/

    La storia della Sig.ra Grammatico e i suoi trascorsi giovanili dalle monache mi hanno ricordato il romanzo che ho sul comodino e che è uscito di recente in libreria, secondo me ti potrebbe interessare!
    I dolcetti compaiono una pagina si e una no…gnam!
    Ciao

  • Pinedda ha detto:

    che meraviglia…ma come pensi che potremmo mai stancarci di leggerti?
    i gìfruttini di Maria mi fanno pensare ad altre meraviglie della Sardegna che un giorno fotograferò…per ora, il Torrone di Tonara ti atten de fra qualche giornoo! =)
    un abbraccio

  • flo ha detto:

    Complimenti, non so se avessi una guida trapanese ma hai fatto proprio un bel giro, porto peschereccio e zona lega navale tp compresa

  • Twins ha detto:

    @ Anna 64: meravigliose storie d’altri tempi…credo che ognuno di noi avrebbe qualcosa da raccontare…

  • Monica ha detto:

    sono capitata per caso in questo blog di cucina e fotografia e sono rimasta incantata! Ho letto e mi è sembrato di tornare ad Erice dove ho avuto la fortuna di andare anni fa con amici nella mia unica vacanza siciliana , e dove spero di tornare presto! Sono stata proprio nel giardino di questa mitica pasticceria…e che dolcezza di gusto, che poesia. Grazie Sigrid e complimenti!
    Monica dalla toscana

  • Anna Greco ha detto:

    Grazie Sigrid
    Mia nonna si chiama Maria, vive in Calabria, non sa fare cose molto elaborate in cucina, non la possedeva neanche una cucina, aveva un focolare.
    Nonno era in Germania e lei lavorava la terra e accudiva qualche bestiola, per sfamare i suoi 5 figli. Faceva tutto a mano, dalla coltivazione alla conservazione, i formaggi, gli insaccati, i cesti per il trasporto al mercato, i panni di lino/canapa…Una grande donna alta poco più di un metro e cinquanta.
    ♥♥♥

  • alessandra ha detto:

    foto stupende come al solito, capaci anche di evocare i profumi!
    baci! ale

  • lunadeiboschi ha detto:

    Ciao Sigrid!
    Che magnifici post, ci fai viaggiare e sognare assaggi e paesaggi :)
    Senti, una domanda forse scema, come si pronuncia il tuo cognome? Non vorrei farmi figure, parlando di te! :)
    Un saluto al gianduja ;)

  • Nadia ha detto:

    60 MA SEI ANCHE MOLTO BELLA !!
    COMPLIMENTI :-)

  • IlariaV. ha detto:

    Ehm…non c’entra niente con la Sicilia e queste foto meravigliose, ma stamattina non ho resistito. Il 13 è ancora troppo lontano e allora guardate un pò cosa ho trovato??

    http://catalogo.giunti.it/scheda.php?idscheda=17319

    Emozionata Sigrid?

  • valerio ha detto:

    ciao Sigrid questo week end sono a Roma mi consigli qualche bel localino dove mangiare qualcosa di tipico, non cose da turisti, ma dove vanno le persone che vogliono mangiare bene.

    Grazie moltissime

  • Ale ha detto:

    In due giorni ho letto decine e decine di tuoi post e sono sempre più affascinata da ciò che fai!
    Ufficializzo la domanda: quale fantastico lavoro fai? E’ incredibile, racchiude tutto ciò che amo, viaggi, fotografia, cibo, scrittura e cultura…
    ti ammiro davvero!
    Complimenti davvero, e grazie per questo nuovo viaggio virtuale che ci hai regalato..in una Sicilia di cuore e sapori…

  • Elena ha detto:

    Sigrid ma che onore! Il cavoletto di Bruxelles che fa capolino nella mia cucina! wow! scontato dirti che per me sei un mito,che adoro le tue foto,il tuo modo di raccontare e la tua cucina. Quanto alla torta, credo che tu sia capace di far tutto, soprattutto perchè questa è puro divertimento! Ringrazio Katia per averti segnalato il mio giovane blog e lascio la porta socchiusa, così, quando vorrai, potrai venire a trovarmi! grazie mille!

  • arianna ha detto:

    per Sigrid:
    “La prima cosa che mi colpì fu il profumo che entrava dal finestrino. L’aria della Sicilia era diversa dall’aria che avevo respirato fino alla Calabria, aveva un profumo speciale. Era un’aria calda, salata, fiorita. Era il profumo della Sicilia. Allora non potevo saperlo, ma l’avrei riconosciuto tale e quale ogni volta che fossi tornato laggiù. Mio padre, affacciato al finestrino accanto a me, mi disse: «L’aria, Beppe! Senti l’aria! E’ il profumo della Sicilia!». E i suoi occhi verdi e profondi bruciavano.

    da “Sicilia, O cara” di Giuseppe Culicchia ediz. Feltrinelli – cap. 7 Profumo

  • Rita Tognoni ha detto:

    Sono appena tornata da Erice ne avevo già molta nostalgia, figurati dopo che ho visto il tuo resoconto.
    Per la cronaca dopo 10 giorni di soggiorno con visite quotidiane alla pasticceria Grammatico sono torna con 3 kg in più, ma ne valeva la pena..Grazie

  • Bellissime foto e fantastico il racconto. Mi viene voglia di tornare a visitare la Sicilia.
    Grazie

  • liborio ha detto:

    SAUDADE

  • Valeria ha detto:

    soffro della tua stessa sindrome :) sto facendo post sulla Francia a spizzichi e bottoni, ogni volta che riesco a ritagliarmi qualche mezzora per organizzare foto e ricordi. inutile dire che questi post di viaggio sono decisamente quelli che preferisco, e che quindi il to be continued è un auspicio, altro che minaccia :) bellissima l’idea di remota sollenità che descrivi e mostri nelle strade e nei tramonti, e bello il contrasto con la zuccherosa sezione pasticceria. come dire che ci vuole sempre un po’ di tutto :)

  • Maria Teresa ha detto:

    E le genovesi le hai assaggiate? Sono fra i dolci per cui Erice è più famosa, almeno da noi a Palermo. Hmmmm…appena sfornate una goduria!
    Grazie Sigrid, siciliana ad honorem.

  • lapiccolanene ha detto:

    che meraviglia… grazie per questa gita ad Erice, era tanto che volevo tornarci… peccato che il clima qui non sia per nulla piacevole come quello delle tue foto… sembra passato un secolo è invece si tratta di pochi giorni :(

    buona giornata a tutti

  • Alessandra ha detto:

    Ma spedisce pure la Maria Grammatico? ..nell’attesa di potervi andare “di pirsona pirsonalmente”..:-)

  • Twins ha detto:

    Viva Giu!!!

  • maia ha detto:

    con le tue foto e racconti la Sicilia mi stuzzica sempre piu’!!

    buona giornata!!

  • Symposion ha detto:

    Ciao Sigrid! ho letto tutto d’un fiato, sono appunti di viaggio davvero meravigliosi, per non parlare delle foto! mi hai riportato a quando giovane vagavo per la bella sicilia ed erice è rimasta bellissima così come nei miei ricordi…

  • Pamirilla ha detto:

    Erice: troppi ricordi!! E tutti quei dolcetti di cui mi riempirei fino al dolore fisico…a questo punto leggere i tuoi post ha un sapore vagamente masochistico…..e ciò nonostante non riuscire a farne a meno……

  • Giu ha detto:

    Vatti a fidare delle suore…

  • Marcellagiorgio ha detto:

    Ma che bell’inizio settimana!!!
    Grazie ancora delle foto e del racconto.
    Che splendida la nostra Sicilia!!!
    Mi sono vista anche il filmato intervista che ci hai segnalato ed ho trovato veramente interessante la storia di Maria, è un ottimo esempio di come trasformare una eperienza negativa ed apparentemente senza sbocco in un’opportunità di vita.

  • Cin@ ha detto:

    Torni a trovarci vero???? :-)))
    un bacio, Katia

  • Twins ha detto:

    @patricia b. 38: vai sul sito dell’editore (su in alto, Sigrid ce l’ha indicato) e te lo compri quel librino, come ho fatto io… ;o)

  • Lilja ha detto:

    Mi porti nello zaino in giro con te?

  • joelle ha detto:

    Certo che per una appasionata di dolci come me,”j’ai l’eau à la bouche” questa signora Grammatico e un sogno, voglio assolutamente andarla a trovare, sei veramente fantastica di farci sognare cosi, grazie Sigrid!

  • patricia b. ha detto:

    Bel post e singolare storia quella di questa signora della quale non conoscevo l’esistenza…. quanto mi piacerebbe leggere quel librino!
    un abbraccio Sigrid:)
    pat

  • Cristina ha detto:

    fantastico tutto
    ho fatto due torte dalle tue ricette per il compleanno della mia piccola e sono perfette
    tutte mi hanno chiesto la ricetta
    brava
    Cris

  • libera ha detto:

    …..ce la posti una ricetta della Grammatico..?!

  • Ilaria ha detto:

    Davvero stupendi questi racconti siciliani! Erice è una cittadina magica, e i dolcetti di Maria Grammatico sono semplicemente strepitosi :) grazie per avermeli ricordati con le immagini e con le parole!

    Non vedo l’ora che esca il tuo nuovo libro…non è hai in programma di passare da Milano per presentarlo?

  • Noemi ha detto:

    Quelle storie in quegli anni accadevano più spesso di quanto si può immaginare… grazie per averne parlato…

    e complimenti per le splendide foto, un sogno a occhi spalancati.

  • Gaia ha detto:

    Che foto stupende Sigrid!

  • Caroline ha detto:

    Uno dei motivi per cui bambina, ma anche da ragazza, adoravo andare ad Erice era la nebbia. Per una siciliana la nebbia rappresenta qualcosa di esotico e io che da sempre sono stata attratta dai paesaggi nordici adoravo andare lì per questa ragione.

    Un altro motivo è perché ha dato i natali al mio nonno materno.

    Per il resto, non sono una grande golosa di dolci, per i miei gusti poi gli ericini sono troppo zuccherosi, ma la pasticceria vale sicuramente una visita.

  • valerio ha detto:

    oh sigrid ancora una volta ci hai regalato questi stupendi scorci di Sicilia e….di cibo.
    Grazie

  • Elena ha detto:

    Quanto mi piace sentire i tuoi racconti siciliani, si vede che… sutta sutta sì siciliana com’ammìa! Abitando dentro Ballarò hai potuto conoscere il vero palermitano e sei riuscita ad amarlo tollerando anche le note stonate. Ti ringrazio per questo da palermitana.

  • dorima ha detto:

    Le genovesi della signora Grammatico… un MUST!

  • fulvia ha detto:

    Ahhh, che brividi! Meno male che questi personaggi, cosi lontani dai giorni nostri, ci sono ancora!!! Hanno molto da insegnare, in tutti i sensi!
    Ben fatto Sigrid!

  • Aniko ha detto:

    Siii!! Erice era una grande sorpresa per me, non mi aspettavo di trovare un luogo cosi bello e ricco di monumenti in cima di una montagna !
    Certo ..il mio reportage confronto il tuo sembra proprio una roba misera … . sei proprio brava Sigrid!! ( che invidia!!! ;-)
    Ciao!!!

  • iulia lampone ha detto:

    Ti ringrazio per tutte le informazioni che ci stai dando, io la prossima estate la passerà sicuramente in Sicilia e seguirò tutti i tuoi consigli! ^___^

  • Non ho tempo per leggere ma per ammirare le foto si: che belle soprattutto quelle del mare e delle barchette.
    Un saluto a todos!
    Enrico

  • guarino ha detto:

    Con questo post hai evocato tutti i miei sensi, adesso che sono iperstimolata non ho altro desiderio che fare ingresso in quel meraviglioso quadretto che hai descritto con parole e immagini.

  • Tatiana ha detto:

    Anche io sono stata ad Erice 4 anni or sono… mi era piaciuta tantissimo…!!! Città davvero carina e golosa..è stato bellissimo ripercorrere i miei ricordi attraverso le tue foto! Grazie!

  • Edda ha detto:

    Apri sempre nuovo scrigni, sembra un’altro mondo, grazie…E poi il titolo è superlativo, potrebbe essere un bellissimo romanzo :-) Buona settimana!

  • Mi rendo conto che con la mia tastiera greca scrivo con molti errori, scusate.

  • E’ un piacere ricordare questi momenti passati.
    Quando ci andai io ad Erice e Trapani non so perche ma non ho nessuna fotografia, tranne quelle impresse nella memoria, che mi faccia rivivere quei momenti.
    Ora attraverso le tue foto mi si e’ risvegliata la voglia di Sicilia. Grazie!
    Per non mi dire cha a trapani non hai fotografato le saline?

  • Sara - Meringhe ha detto:

    Non c’è niente di più buono ed evocativo per me del profumo della pasta di mandorle.
    Grazie per queste piccole full immersion che ci regali.

    Sara

  • Saruk ha detto:

    Ma che bellezza!!!! Le foto di tutti quei pasticcini sono favolose… e la pasta di mandorle è una cosa semplicemente sublime!

    Grazie Sigrid per questi incredibili viaggi che ci fai fare con i tuoi racconti e el tue foto!

  • valentina ha detto:

    maria grammatico,
    questo nome ricorda un personaggio di camilleri..
    sembra un nome d’arte, dopo tutto lei è una artista, diciamolo pure..

    certo che noi siciliani siamo teatrali anche nei nomi..

  • acquaviva ha detto:

    la storia delle orfanelle rende quei dolcetti quasi struggenti…
    Comunque poso testimoniare che esistono casi viventi di persone che (pur non essendo obbligate dalla sorte come Maria) a vent’anni già si immergono anche nell’aspetto gastronomico dei luoghi con piena consapevolezza. Certo, definirle poi da adulte delle persone del tutto normali…

  • rosa ha detto:

    Poesia.
    Certi luoghi davvero cantano di rime eterne tutte attorno a una cerimonia segreta.
    Lo ripeto, ma piano stavolta: poesia.

  • lucia ha detto:

    Ma quei dolcetti!!!! Sono un ricamo, una di quelle porcellane che si trovano nelle case delle nonne!!E la storia di Maria è bellissima… mi affescina sempre dare un volto e una storia a una passione! grazie per il reportage, aspetto la prossima!! Ciao e buona settimana! Lucia

  • Patri ha detto:

    Io Erice l’associo principalmente alla faccia di Zichichi e ai suoi capelli bianchi:è più forte di me,mi si dice “Erice” e bam! scatta Zichichi, nella mia testa, a snocciolare nozioni di fisica subnucleare, circondato da particelle che ruotano incessanti….chissà se lui li ha mai mangiati i dolcetti di Maria, magari ci sono anche loro tra le cause delle sue geniali intuizioni :P

  • Gloria ha detto:

    Amo Erice e el poche volte che vado a visitarla faccio tappa da Grammatico Maria, scoperta per caso anni fa in una vacanza tra fanciulle, e diventata subito il nostro paradiso!

  • lise.charmel ha detto:

    che post meraviglioso. oggi a milano piove, ma io mi sono sentita nella frescura piacevole di erice a leggerti e a guardare le tue foto. anche la storia di maria grammatico è bellissima, io ci farei un film
    del resto visitare la sicilia senza assaggiare tutte le sue squisitezze significherebbe perdersene una parte consistente!

  • Twins ha detto:

    Sorrido sempre quando ti leggo: non finisce di stupirmi la freschezza dei tuoi racconti (al di là della bellezza dei luoghi e delle cose…)

  • k ha detto:

    approvo inpieno la proopsta di Genny, la guida golosa!! chi meglio di te!!

  • Lisa ha detto:

    Grazie Sigrid per questi post siciliani! La metà dei miei geni è sicula, conosco Girgenti e ho girato la Sicilia fin da bambina. Erice è un posto meraviglioso, da incanto. Ci sono stata e anche io ho mangiato i dolci della Grammatico. Leggere qui e vedere le tue fotofrafie è una cura rinvigorente per la nostalgia di quei posti

  • Tullia ha detto:

    ciao a tutti! Grazie x il reportage! Quest’estate ero da quelle parti…che nostalgiaaaaa! Sicilia for ever!

  • genny ha detto:

    senti sigrid pensavo..aspettando i regalini golosi, tu mica ti metteresti al lavoro per una guida golosa? :D

  • lisso ha detto:

    i miei ricordi culinari di Erice sono le SUBLIMI genovesi di Maria Grammatico e dei fantastici arancini ai pistacchi! che nostalgia….

  • luisa ha detto:

    La Sicilia..La Trinacria…terra di cultura e di passioni…anche culinarie…impossibile non rimanerne affascinati

  • laranapensatrice ha detto:

    che incanto la sicilia…
    ho sempre voglia di tornare a visitarne un altro pezzettino
    a proposito di escursione termica, ricordo un’estate a cefalù, la casa in collina (600 mt), si saliva in macchina dalla spiaggia, era agosto, e già a mezza costa iniziava a rinfrescare. arrivati a casa, nei boschi, eravamo circondati dalle nuvolette!

  • Andreina ha detto:

    Una storia dura quanto affascinante, sembra quasi di leggere la trama di un film. Complimenti per le immagini e per come hai narrato il tutto!

  • Gian dei Brughi ha detto:

    ohh bene, continua il trend siculo, e io, come un agente delle tasse, ritorno a bomba, inesorabile. Che qualche messinese mi dice un po’ di indirizzi per mangiare a Messina? Plizzzz !!!!!
    -intanto grazie e sempre grazie a Alelunetta e Sigrid per “la pignolata e più non so” :-)

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