La saison des navets

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Oggi post per i frequentatori abituali di mercati dei contadini, cassettine bio e altri spacci più o meno legali in cui si vendono ortaggi buoni e sopratutto di stagione. Si, lo so, mi ripeto, ma siccome io non la smetto di meravigliarmi di quanto una visitina settimanale al farmer’s market cambi la qualità di vita al quotidiano, trovo importante ripetervelo, anzi, sarà meglio che v’abituate, sarà senz’altro il chiodo fisso del 2011… (che fra l’altro non è che mo’ qua faremo gli estremisti in materia eh, è solo che la qualità di ciò che si mangia mi sta risultando importantissimo per l’umore, per i sapori e per la salute, vedete un po’ voi :-)). Fra l’altro, a proposito di ”bio”, giusto ieri ho avuto un interessante conversazione, al mercato, con una ragazza dalla quale prendo, ogni settimana, cavoli, ortiche, rape, cose cosi, e che sostiene di essere felice di non produrre Bio. Aggiungendo, indicando la verza che stava per incartarmi ma insomma, l’hai mai vista una verza bio cosi brutta?? – Beh, euh, n’effetti…??

Lì per lì mi sono trovata un po’ spiazzata dalla sua affermazione, e poi, pensandoci, in effetti, non tutte le verdure bio hanno lo stesso aspetto ‘autentico’, anzi, visto dal lato ‘consumatore’, c’è una serie di prodotti bio che sembrano belli e plastici quasi quanto i loro cuginetti non bio delle filiere ”tradizionali”… Il succo della questione era porprio questo: lo avrete notato pure voi, c’è bio e bio, c’è il bio dei supermercati, che è bio perché rispetta – si suppone – un tot di criteri riperibili tramite una ricerca internet (nel senso che non saprei nemmeno dirvi qui e ora quali sarebbero, però detto fatto, se v’interessa potete iniziare a leggere qui) senza perà smettere di essere frutto di coltivazione intensiva/industriale. Poi c’è il ‘bio’ dei piccoli produttori, che non solo condiscono i loro terreni con rispetto invece che con prodotti chimici, ma che ascoltano anche i ritmi della terra, lavorano a dimensioni contenute, umane, ottenendo poi in finis dei prodotti che non sembrano affatto fatti con lo stampino, ed è anche meglio così (e poi si, sono più ‘brutti’ ma in realtà sono più belli, e se li annusate hanno un profumo intenso e vero… :-). Ora io non lo so se esiste una differenza ufficiale fra queste categorie (per dire, prendete la mela bio del carrefour e la mela del contadino: è bio anche la seconda, e, oltre a essere bruttarella, è anche molto più buona, mentre la prima sarà pure bio ma non si scosta poi così tanto dalla mela dozinale non molto saporita :-), ma cosi a naso mi pare in effetti che la signorina del mercato abbia ragione, e che ci sia un problema di terminologia, o di etichettatura in generale. Vabbe, questo per dire che alla fine della fiera, il punto era del tutto condivisibile e che, molto più del bio della grande distribuzione, la cosa interessante di questi tempi sono i prodotti del contadino (bio :-) (non so se mi sono spiegata… :-))

Questo detto, sui mercati dei contadini del resto, di sti tempi, oltre a cavoli, erbette & co, si trovano anche molto regolarmente le rape. Che devo dire che fino a poche settimane fa non le avevo prorpio mai cucinate in vita mia. Per me le rape erano quella cose che si lasciava la sera del 5 dicembre, davanti al caminetto, in quanto dono al cavallo di San Nicola (eh vabbe :-) e poi ogni tanto si ritrovavano a pezzettini in mezzo allo stufato di agnello e flageolets di mia madre, o negli stufati dei contadini fiamminghi (l’hutsepot per esempio), e sembravano delle patate me meno farinose o dense e più dolci. E basta, dopo di essermi emancipata dalla cucina di mia mamma, e del plat pays in generale, mai che avessi più incrociata la strada di una rapa bianca. Fino a quando è arrivato l’inverno al mercato di San Teodoro, e con lui la fissa dei prodotti di stagione. Il mio primo giro di rape bianche è finito, manco a dirlo, in uno stufato di agnello e fagioli, e il solo sapore di quei pezzettini che sembrano patate ma sono un’altra cosa mi ha ovviamente riportato ai piatti di casa di decenni fa, ai giorni freddi in cui fuori è tutta una distesa di neve e che in cucina ribolle qualche stufato di antica memoria fiamminga… Poi, al secondo giro invece ne ho fatto un contorno un po’ agrodolce, e per niente fiammingo, così, per vedere. Ebbene oltre al fatto che il profumo dolciastro delle rape sbollentate si abbina perfettamente con queste giornate freddoline, e che con gli agrumi funziona molto bene, è stata una riscoperta… :-)

rape glassate al miele con arancia e datteri

rape bianche 1 mazzetto (4-5 rape medie-piccole)
arancia 1
datteri medjool 4
burro 1 cucchiaio
miele di fiori 1 cucchiaio
limone 1

Sbucciare le rape, tagliarle a pzzetti (quelle piccoline in 4, quelle più grandi in 6 o 8 spicchi) e tuffarle in acqua bollente salata, lasciar cuocere per 5-8 minuti, finché siano cotte ma non troppo morbide (devono essere, in sostanza, al dente). Scolare e rinfrescare le rape sotto l’acqua fredda. In una padella antiaderente, scaldare il burro insieme al miele. Aggiungere le rape e farle saltare per qualche minuto a fiamma medio-alta. Aggiungere poi il succo dell’arancia e i datteri snocciolati e tagliati a pezzettini, e lasciar evaporare a fiamma alta fino a quando si sarà formato, intorno alle rape, una salsina piuttosto densa. Spegnere, aggiustare di sale e pepe, finire con un po’ di buccia di limone grattuggiata e servire, come contorno a carni a lunga cottura o tali quali, come un’insalata tiepida.

ps. se le rape vi sono arrivate con il loro fogliame (che poi sarebbero ‘cime di rapa’ in qualche modo, no? :-), lavatelo bene per eliminare le tracce di terra, e fatelo bollire, tagliato a pezzi, per mezz’ora abbondante, insieme a due patate sbucciate e uno scalogno (come al solito per le zuppe, si coprono gli ingredienti a filo con l’acqua). Frullare il tutto, e finire la zuppa con un goccio di panna fresca per renderla più gentile e morbida (la zuppa a se ha un sapore di… cime di rapa, decisamente amarognola e verace, stemperarla un pochino con la panna e ottenere un effetto vellutato è qindi, secondo me, un’ottima soluzione).

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65 Commenti

  • andrea ha detto:

    dove trovo i flageolets a Milano?
    Grazie Ciao

  • andrea ha detto:

    ma le rape al rocquefort le hai mai mangiate? da favola!
    piccole rape, bollite, tagliate a metà e scavate.
    Accomodare in una pirofila, stemperare il rocquefort con bechamel e riempire le rape.
    gratinare e leccarsi “i diti”
    Ciao

  • Pallina ha detto:

    cadi a fagiUolo! proprio ieri nella mia cassetta del GASAP bio ho trovato dei navets! e che ci faccio? la ricetta del cavoletto, OVVIO! ;-)

  • Madeleine ha detto:

    Gentile Sigrid, qualche considerazione sui mercati così detti “di prossimità”, a chilometro 0 ecc. Conosco e frequento da qualche tempo con soddisfazione il mercato di San Teodoro. Ne vorrei consigliare anche un altro: il mercato rigorosamente bio che si tiene a Vicolo della Moretta ( Via Giulia ) ogni seconda ed ultima domenica del mese. Non è rigorosamente a chilometro 0 perché ci si trovano anche i formaggi – meravigliosi – di una coppia di giovani di Scanno ( Abruzzo! ). Ma vale la pena di andarci per provare, oltre ai formaggi, il pane e le mele varietà Golden rush, che sono un dolcetto, croccanti e profumate.
    Una riflessione sul bio: per prima cosa è da dire che certificare ( oltre che naturalmente produrre )i propri prodotti come biologici costa un bel po’ di soldi e naturalmete non tutti se la sentono. Allora meglio contare sulla fiducia da infondere nei propri clienti. E va benissimo. Quello che mi da veramente fastidio è l’atteggiamento un po’ ostile nei confronti di chi ha scelto un’altra strada: la certificazione ufficiale, ecc. E’ grazie a questo atteggiamento che spesso, sto ovviamente parlando di altro, la società civile non si trova mai d’accordo su nulla. E i bei risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non sarebbe meglio riuscire ad essere fieri delle proprie verze senza disprezzare quelle altrui? Come diceva mia suocera, un buon minestrone è fatto di tanti ingredienti. Cari saluti e buon lavoro

  • daniela ha detto:

    …l’altro giorno all’esselunga c’erano gli scalogni bio e quelli non bio.
    I bio venivano dalla Francia, i non bio da 30 km da casa mia….ora io mi dico, ma cosa compro a fare gli scalogni bio se vengono dalla Francia e come minimo si sono fatti 1000 KM sul tir, non sono poi cosi bio…

  • Zen ha detto:

    @beatrice – a milano un fantastico mercato è qello di papiniano, il sabato mattina. Tantissima frutta e verdura, e banchi di pesce niente male. I prezzi migliori di milano.

    E poi…il mercato del pesce di milano è aperto ai “privati” il sabato mattina dalle 9 alle 11. uno spettacolo :-)

    Se qualcuno ha altri suggerimenti…li aspetto anch’io!

  • Laura ha detto:

    @lambretta: la questione allattamento&cosa-evitare è ancora tutta da chiarire. In realtà molti autorevoli ricercatori sostengono che il bimbo è già abituato in gravidanza a degustare i sapori di tutto ciò che mangiamo, e quindi nemmeno in gravidanza dovremmo limitarci in merito (eccezion fatta per cibi pericolosi per toxo, epatite, ecc, come pure per quelli che ci provocano nausea o, Dio non voglia, bruciore di stomaco), anzi, dovremmo assicurarci che attraverso la Placenta prima e attraverso il Latte poi, il cucciolo assapori tutto quanto fa parte di una dieta sana ed equilibrata, e di ciò che fa parte della nostra quotidianità, ne più ne meno. La “memoria gustativa” del lattante farà si che in futuro abbia confidenza con tutti i sapori. Questo rende più agevole anche far accettare tutte le verdure ai bimbi che di solito sono un pò restii. Io dai 3 mesi in poi ho mangiato tutto, e il mio nano ora, a 15 mesi, si spazzola cipolle, verza, broccoli e carciofi che è una bellezza! E ancora lo allatto (fa circa 3 poppate flash tra giorno e notte). Perciò non ti limitare! E se puoi leggi “IO MI SVEZZO DA SOLO” di L. Piermarini, pediatra. E’ un testo davvero illuminante su tutte le idiozie che raccontano a noi Mamme. Bacissimi

  • Ah le rape…dallo scorso inverno ho iniziato a prepararle tipo sottaceti, tagliate fini fini con la mandolina, spurgate dall’acquetta di vegetazione con un po’ di sale ed un peso sopra, messe in un barattolo di vetro con aceto di riso (anche una goccia di ohindo non ci sta male, diventano tutte rosa!) e messe in frigo a riposare qualche giorno, fantastiche per accompagnare i salumi!

  • beatrice ha detto:

    ciao sigrid, abito a milano e volevo chiedere a te o a qualche lettore segnalazioni di buoni mercati dove rifornirmi. Bea

  • @valentina@

    lungi da me sostiruirmi a sigrid, ma posso considlgiarti questa ricetta di cavolo cappuccio..
    veloce, elegante e altamente cromatica ..

    http://chez-munita.blogspot.com/2010/10/capellini-di-cavolo-rosso-alla-piastra.html

    ovvio òascio a sigrid, alla padrona di casa, l’ultima parola..
    però questa ricetta che faccio spessissimo ha il suo perchè..

    valentina

  • valentin@ ha detto:

    è che per il bio del supermarket ti devi fidare della certificazione, per il bio del contadino ti devi fidare del contadino.
    non so dirti cosa è meglio o peggio, fattostà che a meno che non dedichi la tua vita interamente all’acquisto delle verdure (e allora tanto vale che ti fai l’orto) bisogna dare un colpo al cerchio e uno alla botte, e accontentarsi senza farsi troppe troppe paranoie.
    detto questo, quelle mele un po bruttine io le cerco e le compro subito! ;)

    PS: mi fai una ricetta con verza o cavolo cappuccio che il mio contadino me lo propone ogni settimana e io non so più che farne? graaaaasssie!

  • mogliedaunavita ha detto:

    una contadina, seduta accanto a me in una sala d’attesa, raccontava delle sue mele che cadevano a terra e che nessuno voleva. perchè per essere belle dopo ogni temporale o pioggerellina, alle mee si devono fare trattamenti affinchè non compaiano inestetici puntini rossi, che non sono nulla se non la difesa della mela e causano una non lunga conservazione, ma con i puntini nessuno le vuole e lei ne vendevsa casse di oltre 10 kg a 3 euro. le mele, buonissime.
    se andiamo a vedere fra i trattamenti che sono concessi ai coltivatori bio…scopriamo che la politica ha varcato i confini della salute da mò!

  • Roberta ha detto:

    al mercato bio dentro al mattatoio di testaccio il banco della verdura il sabato mattina è una festa per gli occhi… le cose non sono affatto bruttine ma di certo sono diverse le une dalle altre… i cavolfiori ad esempio sono alcuni grandi altri piccoli e cosi via… meraviglioso e ci sono anche le carote viola.. in padella sono deliziose… fateci un giro

  • Sara77 ha detto:

    Rape bianche…le vedevo in giro e mi chiedevo: “le prendo o non le prendo? E se le prendo come le cucino?”. Ora posso rispondermi: “Si, c’è giusto giusto un post di Sigrid in mio soccorso!!” :)
    Invece quelle rosse? Le vedo solo al super in formato pre-cotto…esistono anche in versione nature? E’ stagione anche per le rape rosse? Perché la grande distribuzione è capace di distorcere la realtà a ritmi pazzeschi!!!
    Sul discorso Bio…spero vivamente che tutti tutti ma proprio tutti i neo-genitori inizino a prendere coscienza di quanto sia fondamentale uno stile di vita sano e la ricerca di cibi per quanto possibile sani! Per alcuni aspetti della vita quotidiana il background familiare è importante e se non investiamo sulle future generazioni siamo veramente spacciati!!!
    Torniamo alle merende di un tempo! Evitiamo di crescere bimbi annoiati e in sovrappeso!
    Scusate, ho divagato!!! Ma Bio potrebbe voler dire anche questo! :)

  • Titti ha detto:

    @Luisa, finalmente qualcuno che la pensa come me sull’operazione commerciale della Parodi.
    Nulla contro di lei per carità, che peraltro è molto a modo.

  • luisa ha detto:

    Sabato scorso al supermercato ho visto in vendita il libro di ricette di una tale Parodi….roba da pensionati (senza offesa per i pensionati…) depressi…un libro di ricettucole per “stranieri” che vogliono immolarsi in cucina…
    niente a che vedere con le tue ricette fresche, vivaci e giovanili….
    senza presunzione Sigrid, penso che tu sia la migliore….

  • agnese ha detto:

    anch’io non ho mai cucinato una rapa in vita mia…e che ci crediate o no non l’ho nemmeno mai mangiata ancora! ;-)

  • Laura ha detto:

    Cara Sigrid, mi legge forse nel pensiero? Andiamo con ordine: la terza Domenica del mese vicino da noi (esattamente al Forte Prenestino) si tiene il mercato “Terra Terra”, piccoli produttori e squisitezze Bio e attente, lontane da leggi di mercato inumane. Devo ammetterlo: anche per me la molla del cambiamento è stata mettere al mondo un figlio e pensare al suo futuro. Stiamo cercando di cambiare le nostre abitudini, rispettare la stagionalità degli alimenti è il primo passo.
    Poi: hai presente il tuo Post sui 40 spicchi d’AGLIO? Beh, in questo mercatino c’era dell’aglio piccolissimo, teste da 2-3 spicchi, che volevo comprare ma ne avevo già in casa. Quando ho letto la tua ricetta mi sono pentita di non averceli, ma mi sono ripromessa di prenderli, fotografarli, usarli per il Pollo e per quella meravigliosa cremina… ti farò sapere! Intanto, come va la pancia????????!!!!!!

  • anna ha detto:

    Come sempre eccezzionale, ma guardando la ricetta fiamminga ho sbirciato le altre ricette dal mondo, peccato che per indichino il prosciutto di S.Daniele come prodotto veneto, è friulano (glielo diciamo ?)
    Alla prossima

  • Lambretta ha detto:

    ADORO le rape! Grattuggiate crude in insalata? Da urlo! Detto questo, quando allatti ci sono tutta una serie di cibarie che non puoi mangiare (molto soggettiva) esempio, verze cavoli rape e cavoletti li debbo saltare perchè se fanno venire a me un po di gas (uuuuhhh) pensate al povero Fagiolo…
    Ho scoperto a caro prezzo cosa provoca la casseoula (tipico piatto lombardo a base di verze e maiale)… giuro il Fagiolo ha strillato per ore… mai più!
    Sfogatami anche qua non vedo l’ora di usare questa ricetta l’anno prossimo quando non allatto più… insieme ad altre mille ricette :)

  • Carlotta ha detto:

    Verissimo… ho la fortuna di avere dei nonni splendidi che coltivano l’orto e così a casa mia si mangiano solo verdure bruttine, mele striminzite, insalata mangiucchiata dai bruchi… unico problema sono le carote, impossibili da pelare, sono tutte gibbose e ogni volta mi chiedo: ma come mai quelle del supermercato hanno quella forma di carota perfetta, le faranno con le formine?!?!?!

  • Daniele ha detto:

    @Izn, concordo con te sul fatto che gli estremismi in fatto di alimentazione debbano essere motivati da una profonda conoscenza delle materie prime migliori; il resto sono superstizioni, ma questo lo aggiungo io con tutte le responsabilità. Conoscevo il tuo blog e devo complimentarmi, è davvero interessante il concetto di cucina “cosapenvole”.
    Un saluto,

    Daniele

  • Titti ha detto:

    Ciao cara, seguo sempre il tuo blog, ho deciso di cominciare anche a commentare!

    Mi piace l’idea del bio, inteso come cibo senza porcherie, inteso come non mangiare pomodori adesso o verze in estate.

    Ho la fortuna di vivere in campagna, fuori Roma: l’olio e il vino sono i nostri, la frutta e la verdura all’ottanta per cento pure.

    Il fatto è che poi non riesci quasi più a comprare nulla al supermercato.
    Quando sono in Usa se potessi metterei le tende al Whole Foods.

    Ora, una domanda a voi tutti: avete una rcetta facile e gustosa per cucinare una verza?

  • mea culpa : non ho mai mangiato le rape.
    ma secondo te le trovo qui a palermo..
    dovrei andare a vedere a Ballarò..

    Però sul bio.. qui in sicilia.. per le rape non garantirei..

    mio nonno diceva : se c’è il verme è buona.

    :*

  • izn ha detto:

    Ehm. Io, che non sono *affatto* estremista, quando mi sono resa conto che non potevo fidarmi delle certificazioni ho deciso che dovevo andare a imparare a coltivare la terra (senza l’aiuto di prodotti di sintesi ovviamente), e mi sono ritrovata nel campo di un agronomo sperimentatore insieme a un drappello di una ventina di pazzi a scoprire come vengono fuori gli ortaggi (e, spero presto, a mangiarli, anche).

    Per dire che l’unico modo per difendersi dalle sofisticazioni è conoscere bene l’argomento. Mi hai fatto venire in mente che le rape non le abbiamo ancora seminate! Follia! Chiamo subito l’agronomo :-P

  • Chris ha detto:

    Mi piace proprio il tuo sito. Effettivamente e’ molto triste che dobbiamo dare un nome ad una cosa che cresce naturalmente — ad esempio diciamo mele biologiche (oppure da noi organic apples). Non pensate pero’ che sarebbe piu’ addatto chiamare quelle che trovi al supermercato col nome giusto – ad esempio “mele coltivati con chimici e mantenuti con conservanti” … io credo che le verdure e frutta dovrebbe essere coltivate localmente dai contandini locali senza tutti questi chimici che ci rovinino la salute! Percio’ nella mia cucina uso verdure dal nostro orto oppure soltantato verdure biologiche … e si sucede anche a me di comprare ogni tanto qualcosa non biologica perche’ non trovo altro!

  • Chiara ha detto:

    Credo che la signorina del mercato abbia ragione. Il mio papà ha tanti alberi di frutti diversi che coltiva solo con amore e il sole che da queste parti non manca e devo dire che sono tutt’altro che perfetti, ma imbattibili di sapore! La rapa bianca invece mi è sconosciuta, intanto ne sto cucinando una rossa! :)

  • Daniela B. ha detto:

    Io di solito le mangio a fettine, appassite in padella con burro, pepe nero e sale e infine panna e parmigiano..deliziose :-)

  • Vero ha detto:

    brutto e buono? da sempre d’accordo.
    il bio che non sa di nulla al supermercato. è la pura verità.
    ci metti pure che costa quasi il doppio…

    devo iniziare anche io con i mercati, magari alla mattina presto, prima di andare al lavoro…
    baci
    Vero

  • Gaia ha detto:

    parole sacrosante Sigrid!

  • iulia lampone ha detto:

    Io non ho mai cucinato la rape ma questa ricetta mi ispira molto. La proverò! Grazie :)

  • Valentina ha detto:

    Ciao Sigrid,il dilemma del bio ci attanaglia ormai da anni,anche se per fortuna devo dire che a Milano la differenza prezzo in certi Super non è poi così grande. Fa ridere poi quando arrivi al frigo del bio e ti trovi davanti il confezionamento diverso ma la frutta e verdura bella come l’altra, solo un pò più piccola… ha del comico direi. Cmq,allego un link che mi pare molto interessante e lodevole, si tratta di bio consegna a domicilio!! Ciao
    http://www.ortaie.it

  • Ilaura ha detto:

    Sì, è periodo, è già il terzo blog che becco con una ricetta contenente questo ingrediente!
    Sai che mi piacerebbe proprio assaggiarlo uno di quegli stufati di memoria fiamminga di cui parli?
    :)

  • Michiel ha detto:

    @properzia:
    immagino che in via Azzogardino di sabato vendano prodotti bio: http://www.mercatidellaterra.it/ita/network/bologna

  • properzia ha detto:

    Bella questa cosa del bio! Qualcuno saprebbe indicarmi qualche mercato del genere a Bologna e dintorni?

  • Glu-fri ha detto:

    Le rape !! poverelle, neglette e abbandonate..Pure anemiche e insignificanti: non si cava sangue da una rapa si dice.
    Sangue no, ma gusto, aroma e insomma, bello ricordare una verdura quasi dimenticata.
    Per il bio o non bio qui si scatena una polemica eterna. In argentina solo adesso si inizia ad avere una coscienza di questo tipo, ma considera che il transgenico è il business più importante del paese.
    Andrò a esplorare nei mercati che timidamente si affacciano all’orizzante e vediamo, come si dice da queste parti..que onda…(una specie di come va/che umore..).

  • laranapensatrice ha detto:

    ho comprato una cassa di arance bio sicule tramite una specie di gruppo di acquisto, colte il sabato, consegnate il martedì
    …le più buone mai mangiate da anni!
    ma che cos’è il “pesce bio”?

  • Wonderland ha detto:

    Non ci crederai, ma anche io ieri ero al mercato di S.Teodoro. Dio, come mi sento brava.

  • Io ultimamente ho la fortuna di avere in regalo dalla suocera una cassetta bio proveniente da una comune agricola pugliese. Si prende ovviamente quello che loro producono e questa volta mi sono toccate tante belle cime di rapa. Proprio oggi le ho cotte e mi sono mangiata (piacciono solo a me…) le cime con un soffritto di aglio e acciuga. cercavo qualche idea per le foglie, che sono in effetti un po’ amarognole. Eccomi accontentata! La tua idea di vellutata mi stuzzica! ciaociao e buona settimana! Lucia

  • Robiciattola ha detto:

    … ma soprattutto: se non ci metto i datteri… altre idee?

  • Francesco d'Elia ha detto:

    Si.. Il bio-bio è una cosa e il bio-industriale è un’altra.. Il secondo mi sa di presa in giro mentre il primo rimane legato a una filiera corta di consumo locale o auto-consumo.. Per essere di nuovo bio dovrebbero cambiare le abitudini sociali.. Forse presto, visto l’andazzo, diventeremo come gli Amish e allora saremo tutti bio-responsabili..

  • Daniele ha detto:

    Bio o non bio? Questo è il problema. In sostanza sono d’accordo sul bio: l’ho visto nell’orto di mio nonno e dei miei zii, e me la rido sotto i baffi quando un amico prende una bio-fregatura.
    Per esperienza nella ristorazione mi permetto una piccola lista delle bio-questioni, ché sono davvero tante:
    1 la produzione biologica seria non dà grandi numeri.
    2 tanti ristoratori-commercianti rifilano roba non certificata, una volta esaurite le scorte (v. punto 1).
    3 Diffidate delle imitazioni (mica tutti sono in grado).
    4 Difidate delle imitazioni alla seconda (ci sono ottimi imitatori)
    5 Non tutto il bio-no-grazie vien per nuocere: le aziende serie controllano scrupolosamente i loro prodotti industriali.
    6 Prodotto Bio-lo-so-solo-io o bio-certificato? Tanti producono bio ma non sanno, possono, vogliono ottenere certificazioni eppure ci sanno fare, eccome!
    7 Tanti ritengono impossibile produrre bio al 100%. La certificazione è un pezzo di carta; puoi produrre vino senza chimica di sintesi, ma tanti produttori risponderanno che non basta…ehi tu, hai dato del “bio” al mio vino?
    8 Prodotto “bio” e “naturale” non sono la stessa cosa. La faccenda si complica ulteriormente (v. punto 6).
    9 bio-caro amico ti scrivo… In tempi di crisi c’è chi ha da risparmiare anche alla voce “cibo”.
    10 Esistono anche serre bio-logiche mica solo contadini e pastorelli e certo, detta così suona male, ma tutti giureremmo sull’unicità del nostro acquisto. Succede anche quando compriamo le scarpe, no?

    Un saluto a tutti,
    P.S. un po’ d’ironia per parlare di cose serie non guasta, niente di pesonale!

    Daniele

  • Passiflora ha detto:

    Le rape bianche non le ho mai mangiate, forse perché ho sempre detestato quelle rosse? :) Il mio massimo è stato provare il sedano rapa, che non è male ma sa appunto mezzo di sedano mezzo di finocchio e a sto punto preferisco quest’ultimo. Se mai dovesse prendermi lo sghiribizzo, proverò a farle con questa ricetta agrodolce.
    Il tasto BIO è veramente dolente. Anche perché ci sono prodotti che sembrano BIO ma non lo sono. Esempio: vai dal contadino a 3 chilometri da casa e compri i suoi pomodori: sono più buoni, più succosi, più tutto… ma non è detto che il nostro amico non abbia usato pesticidi & Co.. la differenza di sapore sta anche nella “cortezza” della filiera, nel fatto che compri un frutto colto maturo, al momento giusto, e non conservato acerbo in celle frigorifere x chissà quanto tempo come avviene nelle filiere industriali (anche quelle BIO!)
    Insomma non sempre miglior sapore, gusto e apparente genuinità significano BIO… la soluzione potrebbe essere avere uno “spacciatore” di grande fiducia. E chi ce l’ha? Io putroppo no così mi arrabatto con il bio del super! saluti a tutti!

  • monica ha detto:

    Io mangio solo bio, frutta e verdura del mio campo, piu’ bio di cosi!!! Ovviamente zero prodotti chimici, quello che viene viene!!!

  • Taty ha detto:

    Adoro i datteri…questo abbinamento con la rapa…devo provarlo! :-)

  • Robiciattola ha detto:

    avevo giusto chiesto, nel post precedente, una ricettina con le rape bianche.

    muchas gracias!

    roby

  • Sai che non ho mai assaggiaot le rape se non quella rossa che poi qualcuno chiama barbabietola rossa…Con quelle ci faccio un sughino particolare con cui condisco la pasta e che ho pubblicato anche nel blog…invece quelle bianche non le ho mai prese, perchè, non so per quale motivo, ho sempre pensato che sapessero di rafano, che non mi piace…

    Cmq, la frutta e gli ortaggi vanno mangiati con la bocca e non con gli occhi anche perchè generalmente c’è una relazione inversamente proporzionale…Più la frutta è bella e fa voglia e più non sa di niente! prendi le mele annurka, invece, quelle bruttine, piccole e rugginose che ci sono in campania….beh, quelle sembrano quelle da dare ai maiali e sono buonissimeeeee!!!

    Ciao, Martina

  • Rossella ha detto:

    Che esista bio e bio concordo al 100%. Su cosa sia il vero bio dichiaro la mia completa ignoranza. Certo, la frutta perfetta non la ascrivo alla categoria bio, soprattutto se sbrilucciata ancor più della mela di Biancaneve.
    Segue la mia fiducia nella persona che vende e nel profumo che sento passando davanti la frutta e la verdura.
    Il mercatino di S.Teodoro è spettacolare, concordo. Io mi sono innamorata del latte munto in giornata. Erano anni che volevo averlo e ha superato brillantemente la prova bicchiere. E’ il latte più vicino, che ho trovato in vendita, al ricordo del latte appena munto di mia nonna. Basta latte che sembra acqua trasparente e che dura nel tempo in maniera eccessiva.

    Grande l’idea di riutilizzare le foglie di rapa. Sempre utile.

  • gabriella ha detto:

    frequento da un mesetto anch’io il tuo stesso mercatino ed effettivamente mi trovo bene per alcuni prodotti(sabato ho comprato delle rape rosse che fin’ora avevo preso solo al mercatino di Nizza,la carne la trovo veramente buona mentre per la frutta sono un po’ perplessa).Mi pare sia giusto porre attenzione alle cose che mangiamo anzi ne faccio anch’io un po’ una filosofia di vita però alle volte qualche dubbio su quello che ci rifilano come bio mi viene…

  • manineinpasta ha detto:

    Beh, devo dire che ho avuto la fortuna di crescere in campagna e di avere l’orto dietro casa. Molto bio, in anticipo su qualnque moda. Adesso l’orto non ce l’ho più (ma papà ancora si), ma in campagna ci sono tornato da circa un anno…ed è una meraviglia andare a far visita alle vaarie aziende agricole che sempre di più si attrezzano per la vendita diretta. E non solo comprare, ma poter dare uno sguardo ai loro campi, ai loro prodotti ancor sporchi di terra è qualcosa che difficilmente si può capire se si è fatta la spesa solo nei supermercati, dove nel reparto verdura sembra di stare in ospedale…
    Finito il pippotto :) Venendo alla ricetta…belle queste rape dolciastre da accompagnare ai bolliti (o ai formaggi che dici?) un po’ come fossero mostarda

  • Elena ha detto:

    Oh mio dio le rape!
    Ecco, se c’è una verdura che proprio fino ad oggi non avevo considerato era questa, forse perchè la mia mamma le lessava, tagliate a cubetti e poi ce le serviva così, bianche e tristi, con un filo di olio.
    Diciamo che dopo aver letto questo post, potrei anch’io riflettere nuovamente su di loro…
    Per quanto riguarda il bio, sono d’accordo, io ordino la cassetta bio da un agricoltore di trieste, quindi praticamente sotto casa, e te la puoi andare a prendere direttamente sul campo; i cavoli sono grandi poco più che una mela però i sapori sono tutta un’altra cosa….
    Ciao a tutti!

  • Bea ha detto:

    Comme toi, j’aime bien acheter mes fruits et légumes au marché et aussi directement à la ferme; je sais que ce qui s’y trouve se sont uniquement des produits que la Nature peut nous offrir à chaque saison. Pour moi le bio et le non-chimique et non-industriel est tout simplement une question de respect; non seulement respect de la terre mais aussi des gens qui la cultivent. En plus, à la ferme ou au marché on trouve certains fruits et légumes que l’on ne peut pas vraiment acheter au supermarché; produits localement, bien plus ‘propres’ que ceux qui ont parcouru la moitié du globe ;)
    Tes navets me plaisent beaucoup, j’y penserai la prochaine fois au marché :)

  • Paprika&Paprika ha detto:

    Che ricetta particolare!!!
    Sai che ieri parlavano del tuo blog in Tv ?
    Purtroppo non mi ricordo il nome della trasmissione ( stavo faccendo uno zapping scatenato quando per puro caso mi sono sintonizzata ) ma parlando del mondo dei foodblogger sei stata citata come la prima foodblogger italiana!!
    Ciao!
    Aniko

  • Giovanna ha detto:

    Il mercato di S. Teodoro è bellissimo, non proprio a portata di mano per me ma ogni tanto ci vado. Devo dire che, essendo mooolo più vicino, mi affido al mercato Trionfale che consiglio vivamente: ci sono ottimi banchi!
    Le rape me le preparava sempre mia nonna, e per rendermele più golose ci metteva limone e uvetta… niente miele o datteri, ma sempre agrodolci!
    ps
    Che bel piatto da portata!

  • Le Rocher ha detto:

    Buonissime queste rape glassate!
    E quanta verità nel tuo racconto, proprio vero che la mela bio del contadino non sarà (sempre) esteticamente perfetta, ma sicuramente il suo gusto compensa l’aspetto!

  • Donatella ha detto:

    Io rape credo di averne viste solo al cinema. (Ma questa la capisce solo Sigrid e qualche altro francofono)

  • io mi sono convertita al bio con la nascita della mia prima figlia, al momento di inziare lo svezzamento cercavo prodotti super-sani, il meno chimici possibile (soprattutto per gli ortaggi coltivati sotto terra come patate, carote, e gli spinaci che assorbiìono moltissimo dal terreno!) e da allora non ho più smesso. Anche la scelta della carne è un bel problema … e quindi via le ore perse/investite per andare da quel macellaio che sai vende prodotti bel allevati. E adesso provo anche il pesce bio … Oltre al sapore, che cambia davvero, si modifica anche quello che si porta in tavola perchè diventa proprio inevitabile comprare solo prodotti di stagione. Cambiano le abitudini, ci sono dei piatti ade sempio che non faccio quasi più, altri che sono diventati un must di casa nostra. Mantenere alta l’attenzione su ciò che mettiamo nel nostro corpo è fondamentale. Sono terrorizzata poi dal fatto che la pubertà venga sempre più anticipata anche – o soprattutto – a una cattiva alimentazione. Ormoni in primis, ma anche tutte quelle “aggiunte” di vitamine&C. di cui se mangiamo bene, in modo equilibrato, sano e vario non dovre,,o aver bisogno e che invece se continuiamo ad assumere “pompano” il nostro organismo. Sui piccoli questo ha un effetto devastante, forzando i loro corpi a crescere prima del tempo! so, take care!!!

  • Pamirilla ha detto:

    Acc….questa settimana non sono riuscita ad andare!!!!
    Sul mio blog c’è l’invito per l’apertura di Miranda….se potrai venire sai che ne sarò immensamente felice ma in caso contrario non è necessario dire niente. Mi sembra doveroso avvisare il tuo pancione che il locale è piccolino e non ci saranno tavoli per sedersi.
    Con il solito affetto e simpatia.
    Se non ci incontriamo neanche stavolta sarà per la prossima :)

  • cristina ha detto:

    Grazie Sigrid,oggi quando da Monop vedro’ i navets avro’ finalmente un’idea di come cucinarli!

  • Stefania ha detto:

    Ciao a tutti…
    dove sono questi mercatini bio?? ho una bimba di 18 mesi e vorrei crescerla + bio possibile!!

  • monica ha detto:

    Io sono per la coltivazione non necessariamente bio ma che segua il ritmo e l’andamento delle stagioni e peccato se quest’anno non abbiamo potuto mangiare i finocchi perchè il campo si è allagato proprio nel momento del loro massimo spendore!

  • benedetta ha detto:

    Bella ricetta!! ho proprio in frigo un tot di rape bianche che non sapevo più come cucinare (finora sono state ingredienti di minestroni e zuppe varie). stasera le provo!!
    PS
    condivido in pieno la filosofia degli ingredienti di stagione (e magari avessi a portata di mano un farmer’s market…!)

  • La Suisse ha detto:

    Buone le rape, peccato non siano spesso presenti nelle ricette della cucina italiana. Grazie per questi viaggi gastronomici che ci fai fare.

  • La Melannurca ha detto:

    Oddio, ma sono la prima?!? Che emozione :-)

  • La Melannurca ha detto:

    Grazie ai tuoi consigli sabato sono stata al mercatino bio di via San Teodoro a Roma. Che dire? Davvero una bella scoperta!

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