Che la pentola di ghisa sia uno dei miei accessori preferiti credo che non ve lo debba più spiegare, e anche qua – come al solito, lol – la spiegazione è in gran parte sentimentale, poiché ladetta pentola era un gran classico a casa di mia nonna che ci preparava degli stufati di agnello che mi commuovo solo a ricordarne il profumo… :-) E devo dire che quest’anno, complice anche la questione del ferro e della carne da inserire più frequentemente nel menu di casa, di stufati in cocotte ne ho fatti proprio una ma.reeeeea. Anzi, io non li chiamo stufati, li chiamo pot-au-feu, una parola che dice esattamente ciò che deve dire: tutta la cena va dentro un unico calderone che cuoce piano e a lungo. Una vera cosa casalinga e invernale, un comfort food che ogni volta compie la sua balsamica magia. Insomma, prima o poi vi dirò anche dell’agnello stufato con fagioli e rape che sta diventando un nuovo classico a casa mia (una specie di versione arrangiata dell’agneau aux flageolets verts che cucinavano mia mamma e mia nonna…), nel mentre però, sempre con l’agnello, volevo lasciare questo appunto greco che ho trovato molto interessante: il piatto si chiama Yiouvetsi ed è una specie di stufato di agnello, cotto al forno, nel quale sul finire della cottura si fa cuocere anche la pasta greca (quella a forma di chicchi di riso). Quel che ne viene fuori è un mero concentrato di sapori, una scoperta proprio :-) (e poi fra l’altro oggi non c’è solo una ricetta, c’è anche una sorpresina per allietare l’ultimo pomeriggio della settimana, vedete più giù… :-)
Yiouvetsi, la ricetta: sistemare circa mezzo kg di bocconcini di agnello (o spalla di agnello, però è facile che sia più grassa) nella cocotte, aggiungere 1 cipolla affettata, 1 spicchio d’aglio finemente tritato, un cucchiaino di origano essicato, mezzo cucchiaino di cannella in polvere, due cucchiai di succo di limone e un cucchiaio di olio d’oliva. Mescolare e infornare, senza coperchio, a 180° per 40 minuti (dare una buona mescolata dopo 20 minuti di cottura). Dopo questi 40 minuti, aggiungere 400g di polpa di pomodoro (in scatola) e 1,2 l di brodo vegetale. Chiudere con il coperchio e infornare di nuovo per 1h30. Infine, aggiungere 400g di risoni/orzo (la pasta a forma di chicchi di riso s’intende), mescolare e rimettere il tutto, con coperchio, al forno per 20 minuti. Lasciar intiepidire un attimo poi servire, aggiungendo una grattuggiata di formaggio greco kefalotiri (chi l’ha visto? :-) o di parmigiano. Per 4.
Il givaway! sarà che io le sto usando proprio intensivamente, sarà che il loro colore s’intona bene con la festa degli innamorati in arrivo, sarà che mi piace l’idea che un giorno li possiate passare a figlie e nipoti (tanto sono indistruttubili :-), insomma ho chiesto al fornitore ufficiale di ghisa in casa cavoletto se ci volevano regalare un paio di coccotte Le Creuset, e si fa il caso che Le Creuset ha accettato :-)) Quindi, avremmo per voi 3 cocottes di ghisa smaltata, rosse come l’amore e di 24cm di diametro (tipo che ci potete commodamente cucinare la cena per 4 – ma persino per 6, date retta amme’ che ci ho rifatto il boeuf bourguignon giusto l’altro giorno :-), queste qui per intenderci. Cosa dovete fare per vincere il vostro amore di cocotte? Stavolta la facciamo facile: scrivetemi nei commenti a questo post la vostra ricetta preferita di stufato/piatto unico a luuuunga e leeeeenta cottura (o se avete un blog e la volete pubblicare e poi linkare nei commenti, va ugualmente bene, certo). Avete fino alla mezzanotte del 15 di febbraio per farlo, poi in modo per nient’affatto innocente – tié – sceglierò le tre ricette che mi saranno piaciute di più, e gli autori riceveranno la loro cocottina rossa a casa. Quindi, beh, che dire… In bocca al lupo a tutti! ;-)

http://verzura.blogspot.com/2012/02/polpette-di-berlingaccio-berlingaccios.html
invio anche il link del mio blogghino
Più lunga di così, ci vuole almeno un giorno per fare questa ricetta , ma a casa mia il giorno di Berlingaccio (giovedì grasso) queste polpette non mancano mai. Di questa ricetta ho fatto anche un acquerello che ti mando per email.Le foto del Cavoletto di bruxelles hanno ispirato per anni i miei dipinti di cibi, sei bravissima.
Le polpette di Berlingaccio
Ingredienti; 1kg di carne da
stracotto, 1 cipolla , 1 costa di
sedano , 1 carota , 2 spicchi
d ‘aglio , prezzemolo , rosmarino ,
buccia di limone , 1 bicchiere
di vino rosso , 1 barattolo di pomodori
pelati , 6 uova , 2 fette di pane
secco , parmigiano , noce moscata ,
olio , sale e pepe
Fate un battuto con sedano ,
carota , cipolla , aglio ,
prezzemolo , salvia , rosmarino
e buccia di limone. Soffriggetelo in
abbondante olio . Aggiungete la carne
e fatela rosolare bene , salate e pepate
versatevi poi il vino e fate evaporare
quindi aggiungetevi i pomodori
spezzettati . Cuocete a fuoco basso ,
coperto per circa 2 ore e mezzo. Fate raffreddare la carne e
tritatela quindi aggiungete tutto il sugo della carne, 2 uova , il pane secco bagnato ,
2 manciate di parmigiano e la noce moscata . Formate delle
polpette infarinatele e friggetele nell ’olio buono
Scolate l ‘olio in eccesso dalla padella e rimettetevi
le polpette Versatevi le uova sbattute e salate per formare una frittata di polpette
ARROSTO DI VITELLA ALLE CASTAGNE
(PER 6)
800 gr di arrosto di codino o fusello
250 gr di castagne precotte
1dl di marsala secco
2 cucchiai di erbe aromatiche tritate
100 gr panna fresca
1 spicchio d’aglio
40 gr di burro
mezzo cucchiaino di cannella
sale e pepe nero
PREPARAZIONE
sigillare la carne a fiamma vivace in una padella antiaderente
distribuire il trito aromatico sulla carne e rosolarla nella cocote con 20 gr di burro, olio, e aglio
salare pepare unire il marsala e fare evaporare
cuocere per circa un ora bagnando e girando la carne di tanto in tanto
insaporire le castagne nel burro rimasto aggiungere panna cannella sale e pepe e cuocere per 3/4 minuti
unire le castagne all’arrosto e continuare a cuocere per 15 minuti
I will be back soon and follow up with a response.
Per approfondire i temi dell’haccp e igiene alimentare, cliccare su http//www.cesaremartino.it/haccp.php Vi aspetto
Sigrid, e arrivata venerdi, bellissima :)
Sabato,carbonnades à la flamande,le patatine fritte del tuo padre(tutto “Il libro del cavolo”) e per finire la tua tarte normande aux pommes, una cena deliziosa ,amici felicissimi, grazie a te ! e a la mia moglie! ;)
Ciao Sigrid!
Vorrei solo sapere se ti sono arrivate le mie mail?
Grazie per la tua risposta. ;)
Scusate… ma il pdf c’è già e me lo sono perso oppure non c’è ancora??
Sorry
tita
Cara Sigrid, a proposito di cocottes, sono appena stata in vacanza in Italia e avrei tanto voluto comprarla (2 o 3 in realtá), visto che qui in Ecuador non le trovo…ma dato il peso eccessivo in valigia (piena di farine, mandorle, pinoli, formaggi, caffé….qui non trovo nulla di tutto questo o lo trovo a prezzi esorbitanti), non me la potevo proprio permettere! In cambio ho comprato i tuoi libri: regali golosi e il libro del cavolo. Li ho giá adoperati per un regalo a mia mamma e mia sorella con relativa scatolina autoprodotta!) Ieri sono tornata in Ecuador e oggi mi godo il contenuto delle valigie, stasera infatti preparo una focaccia bianca con salumi vari da condividere insieme agli amici ritrovati!
Un abbraccio. Ma per quando é prevista la data fatidica?
Un abbraccione
PS: ci sto facendo un pensierino sulla raccolta melosa, qui ho la possibilitá di raccogliere ricette latinoamericane, anche se quella di mia zia (pugliese) é spettacolare ed é direttamente legata alla mia infanzia
@papillablu: Grande!Hai tutta la mia sana invidia per quella pentola a quel prezzo (io conoscevo solo la versione nera di iittala…la bramo da un pò… :))! Amo molto il design nordico e più di tutto quello finlandese…e la Finlandia in genere…ma questa è un’altra storia! :))
EVVIVAAA, il mio onore e quello della pentola sono salvi.
In effetti non avevo letto i commenti…
il sito Laatutavara l’ho trovato digitando su Google “Sarpaneva” e non mi ricordo cosa, forse “Rosenlew”, boh!!
Spero di aver scoperto qualcosa che possa tornarti utile; almeno ricambio il favore.
Vado ad esercitarmi con i link.
Grazie ancora.
@papillablu: no aspe’, torna qua! :-)) (macche stufata, ero fuori col cane :-))) dunque, recapitolando, visto ora su Laatutavara (ma come l’hai trovato sto sito??! :-)
in ogni caso, la S credo proprio fosse un adesivo quindi non guarderei tanto a quello quanto al modello. Poi, per quanto riguarda la questione Revere Ware vs Rosenlew, forse non hai visto il link che ti avevo incollato prima, te lo reincollo qui:
http://forkableblog.com/?p=60
in sostanza, una pentola molto simile a quella di Iittala, un R con coroncina, e chi l’ha acquisita pensava fosse Revere Ware, invece quasi tutti i commenti dicono che quella R e quella pentola sono Rosenlew… anzi, ecco, tanto a conferma:
http://www.mamud.com/airsicknessbags/images/rosenlew.gif
:-)
e poi – vabbe che non ho indagato con infinita precisione – ma non mi risulta nemmeno che Revere Ware abbia mai prodotto pentole di quel tipo… :-) Quindi stai pure tranquilla, amme’ il tuo tesoro mi pare proprio autentico :-))
(a propos, per linkare, basta che prendi il link nella finestrella degli indirizzi in alto nel browser, selezioni, copi e incolli dove vuoi ;-)
Ahem…so che non ne puoi più e magari avrai altro da fare, ma la R con la corona pare appartenga in modo inequivocabile al marchio americano”Revere Ware”…ho preso un granchio!
Comunque è assolutamente identica a quella del sito Laatutavara…sarà una “volgare” imitazione?
Mah! Vorrà dire che anzichè rivenderla per comprarci solo il clacson dello scooter la userò per cucinare.
Comunque sei stata di grande aiuto…e la pentola è bellissima lo stesso.
Ri-vado a nascondermi, stavolta per la vergogna.
Baci e auguri.
L’HO TROVATA.
Il sito si chiama Laatutavara.com ( è pubblicità? chissenefr..)
Ce ne sono varie sotto il nome Timo Sarpaneva, questa è proprio lei ma senza la S, sarà un adesivo?
La definizione è “Pot,oval,red” prezzo 170 euro; si trova in basso a destra…il cucchiaio (o manico?) di legno non è previsto.
Un giorno imparerò a mettere i link, spero.
hihhihi, se guardi il post dell’ultimo link, ce n’è una che è stata pagata 5 dollari :-) Ma è questo il bello, anche o sopratutto, dei mercatini no? :-)) (in ogni caso, ecco, mo’ lo sai, il giorno che avrai bisogno di un nuovo motorino di seconda mano e nessuna liquidità, puoi sempre pensare di mettere la tua pentola vintage in vendita su ebay :-)) (l’unica cosa è che l’assenza di manico dovrebbe ridurre il valore, ma, bon…)
oh, trovato altra foto, questa?
http://www.flickr.com/photos/25291729@N03/2697795827/
@papilla: lol :-)) a propos, a me la prima immagine si apre quando ci cliccho sopra, non so come fartela vedere diversamente… diciamo che è proprio il modella Iittala, ma in rosso, con manico di legno però, potrebbe essere lei, chissà… :-)
In ogni caso, son felice che tu sia riuscita a chiarire qualcosina circa l’origine della tua pentolona, davvero :-)
anzi, a propos, guarda qua…
http://forkableblog.com/?p=60
:))
Dimenticavo:l’ho pagata…10 EUROOO!!
Corro a nascondermi prima di essere linciata.
Preparerò degli spezzatini da dare in beneficenza.
@michi: sorry, eri presa a panino negli interventi di prima, ti leggo solo ora :-) beh come per tutto, è una questione di gusti, devo comunque dire che la Degrenne non è affatto brutta, però in effetti, come dici tu, io ultimamente tendo a preferire in cucina degli oggetti di stampo ‘vecchio’ (anche se poi magari prodotte di recente). Anzi, in realtà poi il bello sarebe arrivare a fare un sapiente mix di vecchio e nuovo, ecco :-)
Non riesco ad aprire la prima immagine, comunque la seconda si apre ed è proprio LEI, però la mia è più corta ed alta. Ha un’aria molto anni 60, non c’è nessuna S laterale e sul coperchio ma sul fondo ha una R sovrastata da una corona, leggermente annerita dall’uso ma ben visibile; mi sono scervellata per capire di che marca fosse, non mi tornavano i conti con la I di Iittala e il colore rosso e non nero;
ora grazie a te ho capito tutto: la R sta per Rosenlew!!
Non so davvero come ringraziarti, sei fantastica-bella-brava e gentile…
graziegraziegrazie
@papillablu: che fosse così??
http://images.cloud.worthpoint.com/wpimages/images/images1/1/1107/08/1_9ec44bf1bcca495c2f745c83d025ae5a.jpg
?? (senza manico di legno?) e credo proprio di aver presente la catena di mercatini che dici, anzi, ogni tanto ci passo, essendo decisamente sempre in astinenza di robivecchivendoli decenti (mi spiace tanto che non ce ne siano di piu! :-) In ogni caso, complimenti per lo spirito di riciclo, ammirevole e condivisibile :-)
Per quanto poi ne ho letto (al volo), l’originale era prodotto negli anni 60 da Rosenlew & co, e la pentola è stata rimessa in produzione di recente da Iittala, ma solo in nero, da cui dedurrei – spero non imprudentemente – che la tua versione rossa è vintage… (quindi a sto punto anche il prezzo non dovrebbe essere quello della pentola nuova – purtroppo su ebay non ne ho trovate di vintage senno ci si poteva fare un’idea da li :-)
anzi, aspe’, che fosse un pezzo di questa famiglia qui??
http://www.etsy.com/listing/58996080/60s-timo-sarpaneva-for-rosenlew-lidded
insomma… missà che hai fatto un’ottimo acquisto, brava! :-))
Ah, no, eccolo…scusate.
Ops, non vedo il mio commento: forse era troppo lungo ?
La pentola in questione è proprio quella, però da 4L e ROSSA!!
Ho letto meglio ed ho scoperto che è una riedizione messa sul mercato da un’azienda finlandese;non ci ho capito molto, comunque ricontrollando il prezzo ho visto che costa ben 265 euro, incredibile!
La mia non ha il manico in legno ed è proprio ovale; ho visto che c’è una foto ma non sono molto capace dal punto di vista tecnologico, magari tu riesci a trovarla e pubblicarla.
Io amo i mercatini, quando posso compero solo usato: abiti, elettrodomestici, computer, scooter: quasi tutto ciò che possiedo è appartenuto a qualcun’altro, spesso amici dei quali conosco usi ed abitudini…pentole tedesche della suocera, computer ed enorme frigorifero dell’amica(che mi ha avvertita della diatriba qui in corso),scooter usato (mai posseduto uno scooter nuovo) strofinacci e lenzuola di lino della nonna ecc…è il mio piccolo contributo anti-economia e pro-ambiente.
Attualmente non sono in grado di fotografarla e metterla in rete, non possiedo macchine digitali e non saprei nemmeno usarle, ma sicuramente troverò chi lo faccia per me e ti manderò una foto.
L’ho comperata in uno di quei mercatini specializzati in compravendita (non facciamo pubblicità, non vorrei altri interventi come quello del gentiluomo di cui sopra).
In effetti è incredibile averla trovata qui,in Italia…mi sono chiesta se possa essere un imitazione ma è davvero bella e pesantissima.
Passo le giornate ad ammirarla.
OK, forse non sara’ design come Sarpaneva, ma a me piace un bel po’ anche questa: http://www.guydegrenne.fr/eshop/culinaire/cocotte.html
(io non sono tanto vintage, dunque la Le Creuset non mi seduce un granche’!)
a+ m
ps.
nooooooo????! (della serie ‘ im iei due neuroni rimasti cercano affannosamente a ricollegare passato presente e ricordi svariati:
questo è Sarpaneva?!!!!
http://www.materialicious.com/2009/06/cast-iron-pot-by-timo-sarpaneva.html
(beh, vabbe, mitico, visto mille volte, stupendo, niente da dire se non che non so perché non mi era rimasto mai il nome fissato nella memoria…. – sippero adesso vogliamo una foto della tua eh, di cocotte… – sippuò???!!! :-))
@l’architetto: in compenso è a te che mi verrebbe da rispondere per primo, anzi no, io non devo neanche dirti nulla, penso che fare questo tipo di uscite a una (una a caso proprio ) incinta di 8 mesi e mezzo e che quindi per motivi di forza maggiore passa la maggior parte del tempo lontano dal computer – per cui n’effetti non risponde spesso ma non per i motivi che dici tu – in quanto a eleganza e educazione, parli per sé.
Poi ti aggiungo anche un consiglio per il futuro: la prossima volta che vorrai scrivere commenti anonimi, abbi l’intelligenza di cambiare ip poiché nel caso contrario io vedo cos’altro hai scrito in precedenze su questo blog, anzi: su questo post (… un po’ na figura di, beh, sai quale, no?? :-)
@papillablu: dunque, in realtà non ti dovrei rispondere per dare torto al simpatico signore di cui sopra, giusto? :-) In ogni caso, nonostante un recente mezzo impazzimento per le stoviglie vintage del nord, tipo che aspetto paziente che qualcuno accetti che io gli dia un rene in cambio di una pentola Catherine Holm (a patto che sia originale fifties e bianca con disegni blu, lol, anzi, no, anche in quel caso missà che costerebbe sempre parecchio meno della tua cocotte…) Timo Sarpaneva mi manca del tutto. Anzi, adesso lo vado a cercare in rete, per vedere… ps. ma mi dici in quale mercatino hai trovato una cocotte finlandese??? (in Italiaaaa??? – scusa se sono incredula :-))
@papillablu,
la risposta non arriverà mai,perchè l’amica Sigrid viene pagata per fingere che esistano solo le cocotte Le Creuset,non l’hai ancora capito?
Comunque sei stata fortunata.
P.S.
Scommettiamo che ora ti risponde?
Ciao Sigrid,
conosci le cocotte in ghisa di Timo Sarpaneva?(designer finlandese se non sbaglio)…
Qualcuno le conosce o le usa e può darmi informazioni?Sono di buona qualità?
Ne ho trovato un modello ovale ROSSO da 4L,interno smaltato bianco,un sogno.
Era in un mercatino;ho controllato il prezzo su internet:213 euro!!
La mia è usata ma in buonissimo stato.
Non ho il coraggio di dirvi quanto l’ho pagata.
che cocotte… maiale stracotto al pian del ciampolo di Montevertine, un paio di btg.
Tutto è partito dall’aglio rosso di Sulmona imbiondito nell’olio e.v. d’oliva. Un cucchiaio di salsa di senape con sale e pepe ed un ramerino, scaglie di cioccolato amaro Amedei. Il resto è chiacchiere intorno al tavolo.
Complimenti!!!! a tutti!!!
è veramente bello leggere così tanti modi di esprimere la passione che ci accomuna!
Ogni ricetta ha una sua storia, il pdf potrà aver la forma di un romanzo di cucina!
Vai Sigrid, aspettiamo il pdf! Capisco la mole di lavoro ma qui c’è veramente di tutto e di più, sarebbe bello averne una raccolta scaricabile.
Non vedo l’ora inoltre che tu ci proponga il prossimo concorso: hai così tanti sostenitori che sicuramente sarà di nuovo un successo. Brava, bravissima!
BRAVI!!!!!!
Bravi a tutti! Complimenti ai vincitori! Per non morire d’invidia mi associo molto volentieri al gruppo di acquisto Cocotte Creuset, e poi via con le ricette…
:))) leggo con stupore della mia vincita!
ho scritto la ricetta ma non avrei mai immaginato di poter vincere..anche leggendo tutte le altre ricette buonissime! grazie Sigrid..:)
Ma complimenti a tutti i fortunati vincitori! :)
Buon Giorno!
Ho vinto? Ho vinto? HO VINTO!!!! non potete imaginare la gioia… Complimenti a Emily e Silvia.
Sigrid come faccio a contattarti? Non mi ricordo piu da qualle mail ti ho inviato il commmento con la ricetta…
Grazie di tutto,boia che emozione!
Complimenti a chi ha vinto e a te Sigrid per esser riuscita a scegliere! mica facile!!!
Se si fa “il gruppo di acquisto” Cocotte Creuset io mi associo subito: ne comprerei una per me e altre due per le donne della mia famiglia (mamma maria e mia sorella!)
Baci e buona giornata!
Che storie! E’ davvero incredibile ciò che suscita il cibo:
la vita che si srotola,
idee e sentimenti,
preziosi consigli inaspettati,
benarrivati.
Una ricchezza.
Grazie.
Anche se non dovevo attribuire il premio,mi sono letta tutte le ricette per curiosita’ e non vedo l’ora di provarne un alcune.
La cocotte Le Creuset ce l’ho gia’,ma mi associo alla petizione per uno sconto riservato ai fans del cavoletto: due cocotte e’ meglio che one.
Cmq,complimenti ai vincitori!
Ps: Sigrid,per quanto riguarda le macchine da cucire ,io adoro quelle della Bernina.Anche io da quando sono diventata mamma sono passata al versante knitting&crafts ed ho scoperto un mondo fantastico.Purtroppo in Italia siamo molto molto indietro per quanto riguarda lane e tessuti…peccato :(
che belle ricette!! praticamente c’è da aprire un sito solo per questa pagina! complimenti ai vincitori! si si si, pdf o almeno un po’ di ordine nelle ricette in modo da ritrovarle facilmente!
Un intreccio cosi’bello di ricette con ricordi d’infanzia,con affetti familiari,con sentimenti buoni…merita di essere salvato in una raccolta,complimenti a tutti!!!
Carino il pdf. :-) Ed è bello vedere anche come variano i gusti. Io per esempio ho preferito altre ricette, e comunque onestamente mai avrei fatto vincere la mia. Questo per dire che insomma di belle e ben raccontate ce ne sono davvero tante!!
Agnello indiano allo yogurt e spezie, e lonza alle mele sono le prime che proverò!
Sissiii, bella l´idea del .pdf! Un bel modo per renderci tutti partecipi, anche chi non si e´ aggiudicato la cocotte :)
Comunque congratulazioni ai vincitori, e ovviamente a Sigrid!
@ Tiziana (503) Brava Tiziana, non demordere!!! Sigrid mi associo anche io alla “petizione” ;)
Mi associo a Tiziana (503) per la richiesta dell´offerta speciale Le Creuset!
Che bella l’idea del pdf! Bravi i vincitori!
Complimenti ai vincitori e a Sigrid per la pazienza nel leggere tutte queste ricette! è certo che quando vorrò fare qualunque stufato/spezzatino verrò qui!
p.s. nel pdf ci spero proprio! ;))
complimenti ai vincitori!!!!!!!!!
Ooooh grazie mille! Che emozione :)
e complimenti anche a Riccardo ed Emily!
Bravi bravi ai vinvitori..più stufato per tutti :)
E bravi i vincitori!!!
Grazie a tutti ma soprattutto a Sigrid per averci fatto venir voglia di scrivere e raccontare, è stato bello anche per me e ho scoperto tantissime cosucce molto intriganti.
Sigrid, come di avevo anticipato nel mio post (343) … è possibile “intercedere” presso il “Sig. Creuset :-) ” per una super offerta speciale di cocotte riservata alle tue “fans” :-)??
Grazie a tutti/e!
bravissimi!!!! Io la cocotte a questo punto mi sa che me la compro perchè con tutte queste buone ricette da provare ho da sbizzarrirmi per un bel pò. Buona giornata a tutti
Complimenti ai vincitori!!!!
Ecco, perfetto, il commento n.500 tocca a me, hihhi…. vabbe’, su, andiamo… Laaaaaadies and Gentelmeeeeennnn….
(anzi no, due righe prima di dirvi chi ha vinto, perché come al solito con i concorsi quella che fra tutti si è più inguaiata sono io, lol – insomma, ve l odevo proprio dire: un grandissimo Grazie a tutti voi di aver voluto condividere ciò che molto spesso sono stati frammenti di vita e di memoria, e di aver preso il tempo di venirli a scrivere qui! Leggervi è stato divertente, commovente e interessante, e spero che anche per voi, leggendo gli interventi degli altri partecipanti, questo post possa essere un luogo di scoperte (ora vedremo se riuscirò ma mi piacerebbe proprio fare una specie di pdf raccogliendo queste ricette, solo che sono proprio davvero tante :-)) In ogni caso, ecco, come al solito, di premi a disposizione avrei voluto averne almeno 20, e invece ne ho solo tre. E mi dispiace davvero tanto! Però, è questo il gioco no…? Comunque, ricordatevi che è solo un gioco e che i criteri sono stati quelli del gusto mio, insomma, ho scelto tre ricette che mi hanno particolarmente intrigate o incuriosite o fatto venire voglia di provarle, ciò detto, di cose belle e interessanti ce n’erano tante, e purtroppo, ‘choisir c’est renoncer’ (okay okay, l’ho fatta troppo lunga, la smetto :-))
And the winners are….
62 il coniglio in agrodolce all’aceto balsamico tradizionale detto anche ‘quello che piace a Silvia’
257 il pollo al Martini di Riccardo
253 lo stufato di lenticchie, spinaci e rabarbaro di Emily
I vincitori sono gentilmente pregati di mettersi in contatto con la sottoscritta :-) E ancora grazie a tutti per aver giocato!! :-)
Ho fatto la 353. Un successo. Il. Mio macellaio ha molto gradito la richiesta della guancia, inveendo contro chi, a suo dire, non capisce d i tagli di carne. Ihihihihih
Una soddisfazione!
@ Sigrid
Guarisci in fretta che ”SPRING IS IN THE AIR’ !!!
Oggi da queste parti è 1 giornata stupenda ed è un peccato non essere al top ora che la primavera è alle porte. Un saluto e 1 pensiero dolce per il pancione (anche se non so quando dovrebbe essere la DPP)!!! Buon week D.
Lol, scusate ma di sti giorni sono più i la che di qua (perdonatemi :-)), dunque, giusto il tempo di rileggere i 496 commenti e ve lo dirò io chi ha vinto, tanto per mettere le mani avanti preferisco non darvi una data però credo che dovrei farcela per la prima metà della prossima settimana, insomma, mercoledi al massimo, ecco :-) Bon Weekend!! :-)
Ma quando sapremo chi sono i fortunati vincitori? ;)
Sigrid…ma come facciamo a sapere chi ha vinto?
Cavoli quante ricette!!!
Così avrò mille idee da provare quando mi arriverà la cocotte vinta, eheh ;) (scherzooooo)
A parte gli scherzi, pensi di farci un libro o qualcosa così??
Io non ho partecipato stavolta, però stai certa che tutte queste ricette mi fanno comodo!!!
:-P
:-p
Ciao Sigrid bella!
Praticamente c’e una enciclopedia dello stufato.
Mi cimenterò’ prima o poi.
Bravi tutti e brava Sigrid!
Questo stufato si chiama “francesina” ed è favoloso, succulento, dolciastro ma saporito al tempo stesso. Occorre: del muscolo bollito il giorno prima, quello che si usa per fare il brodo, delle cipolle rosse, olio, aglio, salvia, poco brodo del giorno prima, un po’ di passata di pomodoro o concentrato, sale e pepe nero. Si rosola l’aglio e la salvia nell’olio, poi si aggiungono i pezzetti di carne lessata e si rosolano anche questi finché sono belli coloriti. Si tolgono e si mettono da una parte. Nell’olio si mettono le cipolle tagliate a fettine sottili e si fanno cuocere a lungo a fiamma bassissima, aggiungendo se necessario un po’ di brodo. Devono quasi disfarsi. Si aggiunge la passata di pomodoro e si cuoce per dieci minuti. Alla fine si aggiunge la carne e si cuoce ancora finché non si è insaporito il tutto. Strafogarsi di carne e sugo accompagnati da ottimo pane toscano!
Da napoletana verace, che dire posso proporre la ricetta della zuppa forte napoletana, è una sorta di stufato, profumata e squisita, fatta con le interiora di maiale, che forse oggi non sono poi più così apprezzate come un tempo, ma io ricordo il profumo che si spargeva in casa quando lo preparava mia nonna.
ZUPPA FORTE (Zuffritto)
Ingredienti per 6/8 persone
2Kg di interiora di MAIALE ( fegato,cuore, polmone,milza ,trachea )
1 bicchiere di olio di oliva
100 gr di strutto
1/2 bicchiere di vino rosso
1 bottiglia di salsa di pomodoro
30 gr di conserva di pomodoro
3 foglie di alloro
1 rametto di rosmarino
2 o 3 peperoncini
sale q.b.
Pulire bene le frattaglie e tagliate tutto pezzi molto piccoli.Lavate bene fino a che perderanno la loro caratteristica sanguinolenta , scolate molto bene e se si vuole mettete il tutto ad assorbire l’eccesso di acqua su un canovaccio .
Ponete in una casseruola a sciogliere sia l’olio che lo strutto in un grosso tegame, aggiungete i pezzettini di carne e fateli rosolare a fuoco vivace rimestando in modo tale che non attacchino sul fondo .
Quando iniziano a prendere colore aggiungete il vino rosso che farete evaporare, dopodichè procederete ad aggiungere salsa di pomodoro, concentrato, alloro e rosmarino. Proseguite la cottura abbassando la fiamma deve sobbollire lentamente, per almeno un ora, di tanto in tanto aggiungere un mestolo di acqua ben calda.
L’aspetto finale sarà quello di uno spezzatino affogato in un sugo profumatissimo e denso che potrete servire accompagnato sia da crostini di pane raffermo che da pane fresco
Ottimo anche per condire gli spaghetti.
Ci provo…sempre spezzatino è ma vegetariano, a noi in famiglia non dispiace affatto.
Spezzatino vegetariano per 4 persone
350 gr di carne di soia, 3 patate, 3 cucchiai d’olio, 2 carote da 100 gr, 2 cipolle medie, 2 gambi di sedano, rosmarino, salvia, pepe, timo, 1 chiodo di garofano, alloro qb, ½ bicchiere di vino rosso corposo, 2 grossi pomodori ben maturi e tagliati a piccoli pezzi, 1 l e ½ di brodo vegetale preparato con carote, sedano, cipolle e un piccolo porro. NB il mix di spezie varia secondo il proprio gusto.
Si mettono a bollire lo spezzatino e la patate tagliate a cubetti nel brodo. Intanto si fa un soffritto con cipolla, sedano, carote e spezie, infine si sfuma con il vino. A qs punto si scola e si strizza bene la soia e si mette in padella nel soffritto insieme alle carote. Si fa insaporire rimestando bene, a qs punto si versano i pomodori a pezzi e si lascia cuocere a fuoco lentissimo e con il coperchio finchè le patate non sono ben cotte.
ci
ciauuuuuuu!!!!!!
eccomi qua, oddìo proprio all’ultimo.
siamo andati facilifacili, che qui non si possiede cocotte indi dovuta rubbare alla mamma, e ricetta da soffiata di amica (che è però una vera certezza in affari di cucina!!).
Zuppetta spartana e rustica, per non sbagliare! ;)
http://vanigliacooking.blogspot.com/2011/02/zuppa-di-cipolle-in-cocotte.html
A questo punto ci ho preso gusto! Ti posto anche lo spezzatino di vitello.
SPEZZATINO DI VITELLO
700-800 gr di spezzatino
1 cipolla bianca o dorata
1 carota
vino bianco
olio di semi
salvia, rosmarino, sale
Sbucciare la cipolla e tagliarla a metà o in quarti. Pelare la carota e tagliarla per il senso della lunghezza e poi tagliare le due metà in terzi. Velare il fondo di una pentola con l’olio, porla sul fuoco e disporre i pezzi di carne e gli odori nell’olio. Rosolare bene la carne e quindi sfumare con mezzo bicchiere circa di vino bianco, quindi coprire e lasciare cuocere la carne a fuoco dolce per un tempo indefinito girando di tanto in tanto e aggiungendo un goccio di acqua calda quando necessario, finché la carne risulterà ben tenera e cotta. Quando la carne è prossima alla fine cottura aggiungere qualche foglia di salvia e un rametto di rosmarino e aggiustare di sale. Gli odori nel frattempo si saranno disfatti creando, insieme ai succhi della carne, un gustosissimo intingolo.
Fiù! Ecco last minute la mia ricettina a quasi-lunga cottura..abbastanza vegetale da essere fra le mie preferite! :)
BASTADDU (non è un insulto! :( ..è un particolare cavolfiore siciliano.. :) n.d.r.) AFFUCATU (ovviamente affogato :) n.d.r.)
Prendere una bella cocottina Le Creuset rossa da 24 cm (che io..sigh!sigh! non ho… :( ), riempirla a strati di cimette di cavolfiore (possibilmente quello VIOLA siciliano…mah!..aimè!..e con molto rispetto..qui durante la mia trasferta romana solo pallidi cavolfiori bianchi!), olive nere, pezzetti di acciughe dissalate, fettine di pepato (un pecorino non troppo stagionato con grani interi di pepe in dosi massicce) e cipollina affettata (mi raccomando se è possibile quella fresca!!). Cospargere con poco olio e cuocere con il coperchio senza mai, ma dico mai mescolarlo, neanche se il cavolfiorino suddetto dovesse implorare pietà e strepitare da dentro la pentola!!..siate impassibili e cuocete a fuoco lento, aggiungendo pochissima acqua se ve ne fosse bisogno (il tutto si deve cuocere con il vapore) e un bel bicchiere di vino rosso a metà cottura. Lasciate sul fuoco finchè il cavolfiore sarà diventato morbido e profumato. Da quello che mi racconta mia madre, mia nonna con un dispendio enorme di energia, piatti e coperchi e con manovre da contorsionista circense a metà cottura girava sottosopra il tutto come una frittata…io non sono così brava.. :( .. ma ci sto lavorando e prima o poi ci riuscirò senza farne cadere neanche un pezzettino!! :) Per adesso, cocottina (agognata) alla mano, porto in tavola…spicchio di cavolfiori nel piatto..e..si mangia!!!! :) :) :)
Saluti a te e alla tua piccola..!! :)
Certo è che lo stufato in casa mia è stato sempre percepito come quella cosa che si Infila nei denti e non ti abbandona più. Un piatto che è costato la fiducia di diversi macellai, venendo spesso attribuita la responsabilità al pezzo di carne non adeguato alle capacità della mamma – pure per tutto il resto indiscutibilmente notevoli. E così, il mio ricordo di bambina è che tutte le sere in cui lo stufato saliva agli onori della tavola, con tutte le possibili varianti di cui mia madre disponeva, c’era un’alta probabilità che venissero fuori interminabili discussioni (direttamente proporzionali alla lunghezza di masticazione del boccone….eheheh).
La vera svolta è stata una vacanza in montagna + la neve e l’impossibilità di muoversi…è lì che ho affrontato il “trauma” e ho vinto ogni preconcetto verso gli stufati…perché è lì che ho scoperto che lo stufato è un piatto veramente ma VERAMENTE BU-O-NO: l’ingrediente fondamentale non è solo la carne (su cui imperniavano le discussioni dei miei) ma il teeempoooooo!!!!!!!
E così ho scelto di presentare quel mio primo amore (come tale difficilmente ripetibile!) che era stato cucinato con quello che avevo a disposizione e prendendo spunto da uno dei piatti forti di mia mamma (il mitico coniglio al latte) con le necessarie varianti dovute alla disponibilità degli ingredienti.
LA MIA BIANCOCOCOCOTTE
La sera prima mettere mezzo chilo di bocconcini di manzo in una ciotola capiente con una cipolla (trafitta da due chiodi di garofano) e due foglie di alloro ed immergere il tutto in 1,5 l di latte, quindi lasciare riposare in frigorifero. Il giorno dopo tenere da parte il latte ed asciugare la carne. Mettere sul fuoco la pentola e farvi rosolare brevemente i bocconcini in un pò di burro e salvia. Quando saranno pronti, sfumarli con un bicchiere di vino bianco, spolverare con un pò di timo e fare cuocere lentamente il tutto in 1l del latte prima conservato. Consumato il latte, incorporarvi 350 gr di riso e il mezzo litro di latte rimasto. Mescolare bene, incoperchiare e cuocere per altri quindici minuti…infine amalgamare il tutto con sfogliette (=fettine sottilissime) di fontina !
Seguo questo blog da molto tempo, ma non scrivo quasi mai… però sono passata di qui stasera, ho visto questo post, ho letto con grande piacere tutte le ricette degli altri (piene di bei ricordi) e mi sono decisa a condividere questa ricetta, che viene dalla mia nonna che aveva un piccolo albergo qui nelle montagne del Trentino. L’aveva trovata in un libriccino, arrivato insieme alla fornitura di olio (non chiedetemi la marca che non me la ricordo). Da allora quella ricetta è diventata un piatto di famiglia, a me ricorda le domeniche di inverno con la neve fuori dalla finestra e il calore della stufa a legna su cui ancora cuciniamo molti dei pasti invernali… curiosamente ha un nome che si addice proprio alla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia perché si chiama
MANZO ALLA GARIBALDI
(le dosi le ho dovute fare a d occhio perché nei ricettari delle mie nonne di scrivere pesi e misure non se ne parlava…)
2 cavoli cappucci
circa 800 g di manzo macinato
un paio di spicchi di aglio
250 ml di panna
un bicchiere di vino bianco
burro e olio qb
sale
Soffriggere l’aglio con un po’ di burro e olio. Aggiungere i cappucci tagliati sottili. Aggiungere il manzo e irrorare il tutto con il vino bianco. Lasciar cuocere per un paio d’ore a fuoco moderato. Verso la fine aggiungere la panna (quando l’acqua si è asciugata abbastanza e i cappucci sono belli morbidi e cremosi) e salare. Il sugo non deve essere troppo liquido. Servire con della polenta morbida (meglio se di Storo). Questo piatto è ancora meglio se lasciato riposare e servito bello caldo il giorno dopo.
c’era una volta il rustin ‘negà (un arrostino annegato) con polenta croccante.
si fa così:
prendi un bel pezzo di lonza di maiale, e la infarini leggermente.
la fai rosolare in una bella cocotte Le Creuset col fondo spesso insieme ad un po’ d’olio e una bella noce di burro. così, senza timore.
poi sommergi l’arrostino con una pioggia di cipolle gialle medie affettate ad anelli e parecchie mele renette tagliate a cubetti. un tripudio di geometrie.
regola di sale e non lesinare sul pepe, e aggiungi un rametto di rosmarino.
aggiungi un mestolo di brodo e copri con il coperchio pesante della cocotte, e controlla che il fuoco sia lento, ma lento lento che più lento non si può.
così, hai quasi due ore di attività un po’ noiosa e ripetitiva: ogni quarto d’ora devi aggiungere un mestolo di brodo e guardare con amore la lonza, le mele e le cipolle.
mentre il “rustin” sta sul fuoco, prepara la polenta (con la farina gialle, l’acqua bollente, il paiolo, il mestolo e tutto quello che serve). quando è pronta rovesciala sul piano di cucina, falla raffreddare e poi tagliala in strisce larghe, lunghe, ma sottili.
torna ad occuparti dell’arrosto, e quando è tutto ammorbidito e un po’ sfaldato (un’ora e tre quarti almeno ci vuole), togli la lonza dalla casseruola e lasciala raffreddare un poco.
tagliala a fette non troppo sottili, rimettila nella cocotte insieme al composto di cipolle e mele e scalda nuovamente tutto insieme.
scalda una bella piastra di ghisa, spennellata con olio generoso, e “friggi” leggermente le strisce di polenta.
servi il rustin ‘nega caldo e fumante con la polenta croccante.
(ringraziamento speciale a m.b.)
Ok, mi lancio! è il primo post di cucina che scrivo, ma proprio non potevo ignorare quest’iniziativa: primo perché ADORO le cocotte in ghisa, ne desidero una da secoli ma per vari motivi non l’ho mai comprata (e una volta erano i costi, e poi la mia vita raminga che fino a pochi mesi fa non mi ha permesso di avere un angolino mio con una cucina, mettici che ne volevo una “come-si-deve” e di marche non me ne intendo…); secondo perché come ho letto il post del giveaway la mia mente è volata immediatamente a deliziosi ricordi della mia infanzia trascinando con sé anche il cuore…insomma, proprio non potevo tirarmi indietro! Quelle che voglio condividere sono ricette di piatti semplicissimi ma veramente squisiti, di quelli che appartengono alla categoria “casa e coccole” e che mia madre preparava quando ero bambina.
Le dosi potrebbero non essere proprio precise perché sono anni che in casa mia non vengono preparati e la mia mamma è una di quelle cuoche che fanno tutto a occhio, ma sono talmente semplici che basterà avere un minimo di confidenza con i fornelli per aggiustare secondo buon senso volta per volta.
TACCHINO in UMIDO al POMODORO con PEPERONI (facoltativi)
1 cosciotto+sovracoscio di tacchino
1 cipolla bianca o dorata medio-grande
1 spicchio d’aglio
1 barattolo di pelati o polpa di pomodoro in pezzi grande (meglio ancora se avete del pomodoro fatto in casa!)
1 manciata di foglie di salvia
olio di semi o di oliva leggero
peperoni carnosi gialli e rossi (facoltativi)
sale
Pulire il cosciotto di tacchino (togliere le piumette, lavarlo e asciugarlo). Affettare la cipolla e sbucciare l’aglio, velare il fondo di una pentola abbastanza capiente con l’olio e fare appassire gli odori. Intanto, se avete scelto i pelati, schiacciateli con una forchetta in un piatto. Rosolare per bene il tacchino e poi aggiungere il pomodoro con un goccio d’acqua. Alzare la fiamma e cuocere a fuoco vivo finché il pomodoro prende a bollire, quindi ridurla e fare cuocere dolcemente e a lungo. Ci vorrà circa 1h 1/2. A metà cottura (così dice la mamma, ed io sinceramente in questi casi vado a sentimento!) aggiungere la salvia al pomodoro e quando la carne sarà a cottura avanzata, se lo desiderate, aggiungete dei peperoni tagliati a pezzi non troppo piccoli e un po’ di sale. La carne è cotta quando infilzandola con la forchetta risulterà tenera. A questo punto aggiustare di sale e verificare la cottura dei peperoni. Se non vi piace l’idea salvia + peperoni, potete sostituire la salvia con una bella spruzzata di prezzemolo fresco tritato a fine cottura un attimo prima di spegnere il fornello. Se invece non amate i peperoni, oltre alla salvia potete aggiungere anche un rametto di rosmarino. Se durante la cottura il pomodoro asciuga troppo bagnare con un goccio d’acqua.
STRACOTTO al SUGO
Questo piatto è in realtà il risultato di due preparazioni a cottura luuuunga, ed è proprio di quelli che fanno famiglia, quindi non potevo esimermi dal presentarlo! In casa mia si faceva per servire il bollito di manzo in modo diverso. Le ricette di partenza sono il brodo di carne ed il sugo di pomodoro, quest’ultimo usato per insaporire la carne lessa del brodo. Per la ricetta del brodo ognuno segua la propria.
Carne di manzo lessata in brodo (muscolo/corona)
2 cipolle bianche medie
1 barattolo grande di polpa di pomodoro a pezzi (o eventualmente pelati)
Olio di semi o di oliva leggero
aglio, salvia
sale
Preparare il sugo:
Affettare la cipolla finemente, velare il fondo di una pentola con l’olio e appassire la cipolla. Aggiungere la polpa di pomodoro o i pelati precedentemente schiacciati con la forchetta, recuperare la salsa rimasta nel barattolo con un po’ d’acqua e versare in pentola anche quella. Alzare la fiamma fiché il pomodoro raggiunge il bollore vivace, quindi abbassarla e cuocere dolcemente per un paio d’ore girando di tanto in tanto e tenendo a portata di mano dell’qcua calda qualora si rendesse necessario aggiungerne un po’. Quando il sugo si avvia a fine cottura aggiungere sale secondo gusto.
Lo stracotto:
Tagliare a fette il bollito da freddo. Affettare finemente una mezza cipolla, sbucciare uno spicchio d’aglio e privarlo dell’anima. Mettere in pentola olio q.b., aggiungere gli odori e farli appassire. Insaporire negli odori appassiti le fette di carne, quindi aggiungere sufficiente sugo di pomodoro (non lesinate ma attenzione a non inondare eccessivamente) facendo attenzione che la salsa sia sufficientemente liquida da tenere umida la carne. Cuocere per una mezzoretta aggiungendo una manciatina di foglie di salvia una decina di minuti prima di spegnere il fornello. La carne dovrebbe risultare tenera.
Ottimo con patate o con la polenta (anche quella fritta, slurp!)
Spero abbiate gradito!
Ciao,è la primissima volta che posto un commento anche se ti seguo da proprio tanto. Innanzitutto i miei più sinceri complimenti per tutte le tue imprese. Leggendo il tuo invito mi è venuto in mente un piatto che la mia mamma faceva spesso, ma che ora, visto che lo “zio tedesco” ce la sta portando via, non ricorda più, ma io cerco di riprodurne per lei il profumo e il calore. Prendeva due grossi porri, li tagliava per il lungo, li lavava e tagliava a fettine non troppo sottili. Li metteva in una cocotte e li imbiondiva con olio e cipolla. Quando si erano appassiti bagnava con un po’ di brodo vegetale, ci metteva il coperchio e lasciava cuocere lentamente. Dopo circa 20-30 minuti, controllando che non si asciugassero troppo, ci buttava la pasta (lei usava garganelli, ma i fusilli sono buonissimi) e, aggiungendo man mano che si asciugava del brodo, finiva la cottura come se fosse un risotto. A volte, se era il caso, prima di servire ci metteva del fontina tagliato a dadini. Portava in tavola direttamente la cocotte per mantenere tutto ben caldo. Un caro abbraccio
…come ultimo elemento a mio favore (231 :) ) vale il fatto che tra meno di un’ora compio 37 anni? Dai, che brutto numero… addolciamolo un pò con una bella cocotte… :P
buona notte a tutti!
Ciao Sigrid
ecco la mia ricetta : casseruola di agnello alla provenzale:
1 Kg di Agnello tagliato a pezzi
Per la marinata :
1/2 litro di vino rosso
2 cipolle
1 carota a rondelle
5 spicchi d’aglio
il succo di un’arancia
3/4 chiodi di garofano
1 rametto di timo
1 foglia d’alloro
3/4 cucchiai d’olio d’oliva
sale e pepe e un pizzico di noce moscata
3 /4 cucchiai di olive nere
Preparate la marinata e mettetela in una ciotola con la carne lasciandola per per tutta una notte
in frigorifero.
Sgocciolate la carne e fatela rinvenire con un pò d’olio in una cocotte (..rosso fiammante ..)quindi aggiungetevi tutti gli ingredienti della marinata. Salate, pepate, aggiungete un pizzico di noce moscata e le olive nere, coperchiate la cocotte e laciate cuocere l’agnello a fuoco molto dolce per 3 ore.
Servire molto caldo.
In extremis decido di provarci anch’io: adoro il cibo cotto piano piano; mi rilasso già quando decido di mettermi all’opera, io, che sono una che ha sempre poco tempo, sempre di corsa. Ma quando voglio farmi un regalo e spezzare la frenesia penso a una “comida de olla”, come le chiamava la mia nonna, peruviana. “Olla” vuol dire “pentola” in spagnolo e l’espressione si usa per quelle preparazioni che richiedono tempi piuttosto lunghi.
Mi gusto già il momento della spesa, la scelta degli ingredienti, la loro preparazione… la magia di vedere e sentire che ogni singola cosa contribuisce a rendere speciale il risultato finale; mi gusto i profumi, l’attesa di assaporare il mio regalo, e di donarlo a chi amo.
Amo questo tipo di cibo perché mi riporta a una dimensione più umana, più rispettosa dei tempi di cui abbiamo bisogno per viverla, la vita. Ogni tanto mi fermo e torno indietro nel tempo, nella cucina di mia nonna, in un tempo in cui il tempo non era un problema. Il tempo è la cosa più preziosa che ho e mi piace che lasci la sua essenza nel cibo che amo di più.
Più di tutto amo le zuppe, perché non solo mi riscaldano il cuore, ma anche il pancino. Mi fa sorridere ogni volta che i miei bambini protestano: no, zuppa no! Mi sembra di rivedermi…
Oggi, qui in Trentino, fa freddo e mi viene in mente come sto bene dopo aver preparato e gustato la Goulash suppe.
Io prendo tre cipolle e le faccio appassire per bene con poco olio d’oliva. Aggiungo 50 gr. di speck tritato (o pancetta affumicata) e circa mezzo chilo di carne di manzo adatta a lunghe cotture. La mia preferenza va alla guancia di manzo o al cappello del prete. La carne va curata e tagliata a pezzi piccoli piccoli. Aspetto almeno cinque minuti e aggiungo un paio di cucchiai di farina. Poi bagno il tutto con un bicchiere di vino rosso corposo, vino buono, e lascio evaporare. Ritiro un attimo dal fuoco e a questo punto aggiungo un po’ di sale, un bel cucchiaio di paprica dolce e un po’ meno di quella forte, un po’ di aglio e un po’ di maggiorana, che ci sta benissimo. Se piace si può usare il cumino, ma io non lo uso perché ai miei bambini non piace. Aggiungo anche un cucchiaio di concentrato di pomodoro e circa 250-300 ml. di passata di pomodoro. Mescolo e copro il tutto con circa due litri di acqua bollente. Faccio cuocere a fuoco dolce e con la pentola coperta per un’oretta, controllando che l’acqua non si consumi troppo, se serve ne aggiungo un po’. Passato questo tempo aggiungo un paio di patate pelate e tagliate a dadini e un peperone anche esso curato e tagliato a dadini. Faccio passare un’altra oretta, oretta e mezza…. Ogni tanto vado a controllare, mescolo, mi gusto l’odore e mi rilasso. Assaggio e regolo di sale e di aromi. Poi spengo, il massimo è lasciare che la zuppa riposi un pochino.
La servo con i crostini di pane. E’ una zuppa che sazia e riscalda, piace a mio marito e ai miei bambini, che dopo le iniziali proteste di rito, mi dicono: questa, però, è buona!
Viviana Modena Cuculiza
Levico Terme
Le mie papille gustative sono sempre contente di assaggiare questo pollo. E’ una delle mie ricette preferite e sono felice di condividerla qui :) l’ideale per prepararla è una pentola di ghisa, ma io non ce l’ho e ho sempre usato dei contenitori di ceramica che mia mamma mi ha passato (attenzione che si attacca!).
Comunque l’idea del giveaway è bellissima Sigrid, e la cascata di ricette che ho appena finito di leggere è semplicemente geniale. Bacio.
Voici ma contribution..
Pollo con salsa d’uva e marsala
Ingredienti:
2 cucchiai di olio d’oliva extravergine
125 gr di pancetta
4 scalogni tagliati a metà
8 cosce di pollo, senza pelle
2 spicchi d’aglio, affettati sottili
6 rametti di origano fresco
6 rametti di prezzemolo
2 foglie d’alloro
250 ml di marsala
3 bei cucchiai di marscarpone
175 gr di uva nera, senza semi
1 cucchiaino di maizena
sale
pepe
Preparazione:
– Scaldare un cucchiaio d’olio in una pentola e aggiungere la pancetta e gli scalogni. Far rosolare per un minuto continuando a mescolare. Togliere tutto con una schiumarola scolando per bene.
– Aggiungere nella pentola il resto dell’olio e far dorare ben bene le coscie di pollo.
– Mettere tutto in una pentola adatta al forno (se già non ne stavate usando una) insieme alla pancetta e gli scalogni già scottati e unire anche aglio, erbe, il marsala (tenendone da parte 2 cucchiai), sale e pepe. Coprire e cucinare nel forno preriscaldato a 140 gradi per due ore.
– Mischiare insieme il mascarpone, la maizena e il resto del marsala. Togliere la pentola dal forno ed unire i chicchi d’uva e il composto col mascarpone. Quindi reinfornare per altri 25, 30 minuti.
Buono buono buono buonooooo!
Arrivo in ritardissimo perchè mi sono concentrata assai ma decisamente il mio piatto preferito a lunga lunga lunga lunga cottura è l’Irish Guinness Stew. Vivo in Irlanda e ho imparato ad apprezzare tutti i lati di questo piatto particolare e decisamente elaborato in cui convivono i sapori estremi di una terra estrema ma affascinante, calorosa e goduriosa.
Si prepara così:
Ingredienti
2 cucchiai di olio d’oliva
3 foglie di alloro
2 Kg di carne di manzo
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
1 cucchiaino di timo essiccato
1 cucchiaino di rosmarino secco
2 -3 cucchiai di farina
3-4 tazze di brodo di manzo
1/2 tazza birraGuinness Stout
1 cucchiaio di prezzemolo
1/2 carota
Sale
Pepe nero
Procedimento
Scaldare una pentola in ghisa e aggiungere l’olio e l’alloro quindi dopo un paio di minuti aggiungere la carne tagliata a cubi abbastanza grandi. Lasciar rosolare la carne, aggiungere la cipolla affettata e far cuocere per alcuni minuti fino a quando non diventa chiara.
Abbassare la fiamma al minimo e aggiungere l’aglio, il timo, il rosmarino e la farina quindi mescolare per bene fino a che il composto non risulti ben amalgamato.
Aggiungere il brodo di manzo e cuocere cuocere a fuoco lento mescolando fino a quando si addensa un pochino; aggiungere la birra Guinness e mettere in forno, a 150°, lasciando cuocere per due ore. Servire caldo aggiustando di sale e pepe e, se necessario, in fase di cottura aggiungere altra birra per un sapore più deciso.
Mi faccio gli in bocca al lupo da sola :D
Ciao Sigrid,ecco la mia ricetta, anzi la ricetta è di mia suocera!!
Il Brasato di Ilia
1Kg di scamone o di codone
1 cipolla
1 carota
1 gambo di sedano
2 spicchi d’aglio
alloro
chiodi di garofano
vino rosso
1 cucchiaio e mezzo di amido di mais
1 litro di brodo di carne
Far rosolare le cipolle nell’olio, mescolare ed aggiungere la carne. Girare, in modo da farlo rosalare bene, aggiustare di sale e pepe. Cuocere fino a quando la carne non sarà ben dorata. Aggiungere le verdure a tocchetti e far rosolare.
Aggiungere l’amido di mais, appena si sarà formata la crosticina aggiungere del vino rosso fino a coprire metà del pezzo di carne. Cuocere per un quarto d’ora. Aggiungere il brodo, l’alloro e chiodi di garofano. Far cuocere per un’ora e mezza. Terminata la cottura, togliere il pezzo di carne e frullare le verdure, che serviranno come salsa. Buon appetito
Grazie per ispirarmi con le tue foto e le tue ricette!
Ancora in tempo? :)))
Ecco la mia…
http://kitchenqb.blogspot.com/2011/02/slow-slow-cooking.html
Ciao Sigrid!
Questa volta ci sono anch’io :-) Ti leggo da tanto ma è la prima volta che scrivo..non ho saputo resistere :-)
Eccoti una ricetta della mia mamma, semplice e dal gusto molto delicato.
TACCHINO GOLOSO
ingredienti:
sedano,carota e cipolla per il soffritto
800 gr di spezzatino di tacchino
3 mele golden
7-8 castagne
brodo vegetale salato 2 dl
6 cucchiai di olio evo
1 bicchiere di vino bianco
farina q.b.
procedimento:
In un tegame fare un soffritto di olio, sedano, carota e cipolla. Appena si imbiondisce aggiungere il tacchino tagliato in piccoli cubetti precedentemente infarinati. Far rosolare dolcemente e sfumare con il vino. Aggiungere il brodo salato, coprire e far cuocere a fuoco lento per circa un’ora.
A parte lessare le castagne con il guscio precedentemente forato per circa 20 minuti, farle intiepidire e sbucciarle.
Trascorsa un’ora di cottura del tacchino aggiungere le castagne e le mele sbucciate e tagliate a cubetti e far cuocere ancora 30 minuti aggiungendo altro brodo se necessario.
Aggiustare di sale e pepe e portare in tavola ben caldo.
Ciaoooo!!!
La seguente ricetta viene eseguita in questo
periodo a San Giovanni Valdarno (AR). Il relativo concorso di questo anno lo ha vinto la signora che gestisce il negozio CRAI del paese. Nel negozio al Sabato fino Marzo lo si può trovare in vendita. Fondamentale è il melange di spezie del Pratesi (antico negozio nel centro del paese)alle quali la fantasia dell’esecutore deve aggiungere il tocco personale. La carne viene invece dal quarto anteriore possibilmente di bestia da lavoro bella dura vista la lunga cottura. L’assaggio di questa pietanza è una esperienza unica:
Racconta una leggenda che una donna
per onorare meglio la Madonna
fece un piatto forte e assai drogato
che battezzo col nome di stufato.
Questa ricetta tanto decantata
da padre in figlio è stata tramandata
e per gioia di ogni buon palato,
è giunta a noi in original formato.
Se questo piatto buono tu vuoi fare
questi son gli ingredienti da adoperare:
muscoli di bue tagliato a modo
e di osso e zampa fai il brodo.
Tanto prezzemolo e di cipolle una
fai un bel battuto con la mezzaluna:
vino, olio di oliva, un’impepata,
spezie, garofano e al fin noce moscata.
(spezie del Pratesi 1 cucchiaino per kilo di carne)
Infin di coccio un tegame devi pigliare,
ci versi l’olio ma senza esagerare;
perché riesca bene, se ti preme,
metti la carni col battuto insieme.
Allor che tutto principia a rosolare
non ti stancar mai di razzolare
quando il colore ha preso marroncino
metti le droghe e un bel bicchier di vino.
Appena il vino s’è tutto consumato
aggiungi il pomodoro concentrato
a questo punto puoi abbassare il fuoco:
cuoci aggiungendo il brodo, poco a poco.
Questo piatto che viene da lontano
saprà ridarti quel rapporto umano
e far capire anche al più somaro
che il tempo è vita e che non è denaro.
Ciao Sigrid,
da quando ho letto del tuo ghiotto giveaway mi ronza in testa un’idea fissa: l’estate. Sarà il rosso fiammante della splendida cocotte, sarà il sole di Roma in questi giorni, sarà che all’estate è legato il mio piatto preferito in assoluto, quello che vorrei proporti. 2 soli ingredienti, per questo ho esitato fino ad oggi, ma poi leggendo il tuo post, ho capito: la ricchezza di un piatto non è (solo) nella ricchezza dei suoi ingredienti, così, ecco la mia “zuppa-puré-stufato” di zucchine e patate:
Ingredienti per 4:
1 kg e ½ di zucchine,
6 patate di media grandezza
olio evo
aglio
prezzemolo
parmigiano
sale e pepe
ricotta secca (facoltativa)
Il procedimento è “più semplice non si può”: si lavano, si sbucciano e si affettano a rondelle sottili le patate. Nella cocotte si versano dell’olio evo e le patate che devono dorarsi leggermente. Salatele un poco. Intanto, tenendo sempre sott’occhio le patate e mescolandole spesso, si lavano e si affettano a rondelle sottili anche le zucchine. Si aggiungono quindi alle patate e si salano. Si mette il coperchio e si lasciano cuocere le verdure con la loro sola acqua di vegetazione (senza mai aggiungere acqua) a fuoco lento e mescolando spesso. Una volta che sia le zucchine che le patate si siano ben ammorbidite, si aggiunge almeno uno spicchio d’aglio tritato e un’abbondante spolverata di parmigiano. Si lascia cuocere ancora un po’, fino a quando le verdure non si saranno ridotte quasi a purea. Si spegne quindi il fuoco e si termina di condire la zuppa con del pepe e del prezzemolo tritato. Una volta impiattata, si può arricchire la zuppa con una grattugiata di ricotta salata.
Incrocio le dita!
ciao
ci provo e metto questa che mi piace tanto…da noi si mangia per tradizione a pasquetta…
CALLAREREDDA
Ingredienti :
una callaredda,che sarebbe una cocotte di terracotta
700 gr tradizionalmente di spezzatino di pecora primaverile oppure agnello o mista
un chilo di cicorielle campestri o in mancanza catalogna
500 gr di finocchietto selvatico fresco,
altre erbe selvatiche,se le si conosce
500 gr di cardoncelli teneri (facoltativo)
sedano, cipolla bianca
peperoncino, olio extravergine d’oliva pugliese, formaggio pecorino grattugiato, sale
farina di semola e un pò di lievito di birra
Preparazione :
si prepara tutto a crudo.
pulire e lavare bene le verdure(dovrebbero essere sporchissime di terra!), sistemare a strati le verdure con i pezzi dell’agnello e della pecora nella cocotta , salando e cospargendo di pecorino, peperoncino e olio. coprire con un poco d’acqua tiepida e cuocere a fuoco basso.
l’ideale sarebbe disporre sulla pentola di coccio un coperchio fatto con la pasta del pane,che cuoce dorata e profumatissima,e magari cuocendo tutto nel forno a legna…oppure si mette la pasta di pane a coperchio e si cuoce nel forno elettrico,oppure si copre senza pasta e si cuoce sul gas..e poi si mangia con il pane dop di Laterza..
servire a cottura ultimata, spolverando ancora con pecorino, tenuto da parte.
buon appetito dalla terra delle gravine!
n.b.buona anche la variante con polpettine al posto della pecora,e aggiunta di scamorza affumicata.
Ciao Sigrid!
E’ la prima volta che ti scrivo,nonostante sia una tua assidua lettrice sia via web che sui tuoi libri! …e il Natale dei miei cari è stato allietato dai tuoi “regalini golosi”!
Allora ecco qui la ricetta a 4 mani della mia mami e mia (ecco perchè ci chiamiamo mammma e figlia o nonna e mamma)…una ricetta piena di sentimenti di famiglia!
ARROSTO DI CONIGLIO SPECIALE
1 coniglio disossato
200g vitello macinato
200g maiale macinato
150g prosciutto cotto Praga
150g mortadella
200g pancetta arrotolata
2 uova
una manciata di funghi secchi fatti rinvenire in acqua tiepida
sale pepe qb
olio
2 spicchi aglio
1/2 carota
1/2 gambo sedano
un rametto rosmarino
vino bianco
Stendere il coniglio e foderarlo con metà delle fette di pancetta; preparare la farcia: frullare prosciutto, mortadella, e aggiungerli a vitello, maiale, uova e i funghi sminuzzati. Spalmare la farcia sul coniglio e arrotolare la carne su se stessa in modo da ottenere un salsiccione ben compatto. Rivestire con la restante pancetta e legare con spago da cucina.
Far riscaldare la casseruola dei desideri :) con 2-3 cucchiai di olio e far rosale l’arrosto a fuoco vivo per 3-4 minuti. Togliere l’arrosto dalla pentola e preparare un soffritto con la carota, il sedano e l’aglio.
Appena pronto il soffritto rimettere l’arrosto con un rametto di rosamrino, farlo scaldare e irrorarlo poi con 1 bicchiere di buon vino bianco (noi abbiamo usato un Tocai ormai detto Friulano). Scaldare il forno a 180° e dopo 10 minuti di cottura sul gas, coprire la casseruola e far cuocere in forno per circa 2 ore irrorando di tanto in tanto con vino bianco. (Volendo si può continuare la cottura anche sul gas per lo stesso tempo anche se in forno rimane più tenero)
Una volta freddo tagliare a fette l’arrosto e – se necessario – far restringere il sugo.
Bene, c’est tout!
Un abbraccio a tutt*
mamma nonna Roberta e figlia mamma Raffaella
IL SALENTO IN PENTOLA
Ingredienti:
una coscia di agnello 1kg e mezzo/2 kg
lampascioni 1kg
vino rosso salentino(scegliete voi il tipo,ma che sia corposo)
alloro rosmarino peperoncino aglio
olio evo
sale
Procedimento:
La sera precedente mettere in una ciotola capiente la coscia di agnello intera con l’alloro il rosmarino tre o quattro spicchi di aglio interi e tre bicchieri di vino rosso.Tenere in frigo e ogni tanto girare la carne in questa marinatura.
La mattina dopo pulire i lampascioni, che sono delle cipolline selvatiche molto amare,ma molto aromatiche,danno un sapore unico alle carni che accompagnano,tenerli a bagno in acqua fresca, se il sapore è per voi troppo forte, si possono tuffare in acqua calda mentre è sul fuoco e come diceva la mia nonna, il tempo di recitare l’Ave Maria bisogna tirarli su,scolarli e lasciarli raffeddare.Nel frattempo scoliamo la coscia d’agnello dalla marinatura,posizioniamo sul fuoco una larga padella e quando è calda mettiamo dentro la coscia di agnello senza alcun condimento,questo servirà a far uscire tutta l’acqua e quel sapore un pò selvatico,quando vediamo che èasciutta togliamola dalla padella.Prendiamo a questo punto una pentola capiente tipo quella che spero di vincere e facciamo un generoso giro di olio evo possibilmente salentino,forse un pò forte per alcuni palati,ma profumatissimo,posizioniamo la coscia insieme a tre spicchi d’aglio in camicia, un rametto di rosmarino e mezzo peperoncino rosso,facciamo rosolare e quando si è fatta quella bellissima crosticina dorata sulla carne via con un bel bicchiere di vino rosso,quando è sfumato mettere i lampascioni due foglie di alloro e due bicchieri di acqua calda, aggiustiamo di sale e abbassiamo la fiamma.Si cuocerà in circa due ore,ma mi raccomando a fiamma bassissima altrimenti le cipolline si bruceranno,ogni tanto controlliamo la cottura.Non so dirvi il profumo che ci sarà in casa, ma la soddisfazione è quella di servirla con una bella fetta del nostro pane,la puccia che è fatto con grano duro,altrimenti cercate un pane di campagna perchè la bontà sta anche nel fare una generosa scarpetta.
Sigrid questa estate dovrai certamente limitare le scelte dei luoghi per le vacanze, con la bimba è importante il sole e l’aria buona, fai un pensierino per un soggiorno in una masseria nel salento, avrai l’ombra degli ulivi per la tua piccola e un mare stupendo per il papà e la mamma,te lo consiglio da mamma di cinque figli anche se ora sono grandetti,inoltre una cucina sana varia e meravigliosa e cosa c’è di meglio che portar via dei souvenir che fanno bene alla salute come olio vino e tante altre cose?
Ti leggo dal 2009 e non ho mai scritto perchè non mi sono mai sentita all’altezza,ma questa pentola non sarà per me, se la vinco voglio darla a mia figlia Silvia che si è sposata da poco,mi sembra la pentola di famiglia quella che si regala alla sposa e che apparteneva alla mamma,lo farò con piacere anche se continuerà ad essere anche un mio sogno.
Grazie per l’attenzione Rosanna
Ciao Sigrid!!!
Ti lascio anch’io in extremis la mia ricetta a luuuunga cottura.
Mi è venuta in mente al lavoro mentre pensavo a cosa preparare per cena.
Provala rende molto bene anche nella versione FAst…Per intenderci la versione di quelle serate un pò come questa…che sali di fretta in macchina aspetti ferma al passaggio a livello…entri in casa ed è già ora di cena…
Allora scoli nel lavandino un barattolo di fagioli precotti mentre tiri fuori dal frigo la vaschetta con la salsiccia e ammazzi drasticamente i tempi di preparazione :-)
Ma far ammollare i legumi e farli cuocere pian piano si sa ha tutto un altro fascino…
Salsiccia e fagioli all’italiana
300 gr di fagioli cannelini secchi
300 gr di fagioli con l’occhio secchi
1 cucchiaio di olio di oliva
6 salsicce di maiale
6 fette di pancetta tagliate a stisce (o lardo)
4 cipolle piccole
aglio
3 carote tagliate a pezzi
3 foglie di alloro
1 peperoncino intero e una spolverata di origano
500 ml di brodo di pollo
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
Lascia in ammollo i fagioli tutta la notte poi sciaquali e mettili in una casseruola con acqua fredda .
Porta a ebollizione e lasciali bollire dolcemente per mezz’ora. Scolali e tienili da parte.
Scalda l’olio nella casseruola e fai rosolare dolcemente le salsicce per 4-5 minuti. Tirale fuori e mettile da parte.
Togli la pentola dal fuoco e metti sul fondo la pancetta. Aggiungi la cipolla, l’aglio, le carote e insaporisci con abbondante pepe nero.
Metti sopra le salsicce.Aggiungi l’alloro, un pò di origano e il peperoncino.Copri con i fagioli.
Mescola il brodo con il concentrato di pomodoro e versalo sui fagioli.Sala pepa e lascia bollire a fuoco lento per 4 ore.
prima di portare in tavolo spolvera con l’origano rimasto
Visto che non ho l’abitudine di commentare spesso colgo l’occasione anche per farti le congratulazioni per la tua bimba e un inbocca al lupo per il momento del parto ciao ciao
Ciao Sigrid,
mi aggiungo speranzosa alle innumerevoli meravigliose ricette che ti sono arrivate.
La mia è una specie di rivisitazione della paella spagnola…
“Unicum di patate,baccalà e riso”.(x circa 2/3 buone forchette)
3 patate grosse
1 grossa cipolla
2 pugni di riso carnaroli
3 o 4 tranci di baccalà già ammollato
fumetto di pesce(va bene anche brodo vegetale)
misto di zafferano e pimentòn dolce
trito di capperi,prezzemolo e pomodori secchi
pangrattato,sale,pepe,olio evo
Ungere il fondo della pentola con poco olio,disporvi un primo strato di patate e cipolle tagliate sottilissime con la mandolina e lasciate in ammollo in acqua fredda per circa 30 min;
salare(poco),pepare e ungere con altro olio.
Appoggiare il baccalà su questo primo strato,cospargere con il riso preventivamente lasciato in acqua fredda per 30 minuti e ben sgcciolato,salare(pochissimo),fare un altro giro di olio e sovrapporre un altro strato di patate e cipolle,salare,pepare e coprire a filo con il brodo di pesce nel quale avremo sciolto lo zafferano e il pimentòn(dosi a piacere,io metto almeno 1 cucchiaino pieno di ambedue).Mescolare il trito di capperi,prezzemolo e pomodori secchi al pangrattato e cospargere con esso l’ultimo strato di patate e cipolle,finchè non vedrete scomparire il brodo;un ultimo giro di olio e poi in forno senza coperchio a 180 gradi per almeno 30 minuti.
Si può anche cuocere coperto sul fornello e far gratinare in forno,aggiungendo il pangrattato condito solo prima di infornare.
Baci a tutti e in bocca al lupo.
Ecco, stavolta mi sono deciso!!
Finalmente inauguro il mio foodblog!
E’ l’occasione giusta!
Mi chiamo ALessandro e il mio foodblog si chiama
EDO ET AMO…
Partecipare al tuo giveaway mi sembra un buon inizio, non trovi?! Beh, poi, non si sa mai che arrivi una “Le Creuset” per rimpolpare il mio parco pentole! ;-)
Proviamoci!
La ricetta che ho scelto di raccontarti, rende omaggio alla terra che mi ospita: la Catalogna! In questi mesi mi trovo a Barcellona per una parte del mio dottorato e quindi ho scelto gli ingredienti locali per dare vita ad una ricetta che mescola le varie tradizioni della zona di questo periodo dell’anno. Hic et nunc, dunque!
La ricetta è questa:
Fideuá de cerdo y salsa de calçots
(Spaghetti spezzati con carne di maiale e salsa alle mandorle e cipollotto)
e qui di seguito di rimando al link del mio primo post!
http://edoetamo.tumblr.com/post/3310767833/omaggio-alla-terra-catalana
Terrò le dita incrociate (anche se cucinare sarà decisamente scomodo ;-) ) in attesa del tuo responso!
Ciao
ALessandro
Queste cocotte sono state proprio carta moschicida per chi, come me, da tempo ti seguiva ma non osava azzardare un commento (forse non è proprio un’immagine felice ma è efficace!)…
Partecipo anche io, anche se dopo aver letto le altre ricette distribuirei volentieri anche io qualche coccarda, alcune idee sono favolose e il livello della competizione è altissimo per una studentessa come me, appartamento affollato fornelli elettrici (aaargh) little budget…
Però c’è una ricetta che faccio sempre per le grandi serate, quelle in cui devi sfamare almeno una dozzina di lupi con poco più di una dozzina di euro, il chili… Si dà il caso che io, per un motivo o per l’altro, il chili originale non l’abbia mai mangiato, questa è una rielaborazione dalle descrizioni di un’amica quindi se volete cambiargli nome fate pure, non è chic ma buono è buono…
CHILI
Trito una cipolla e la faccio appassire lentissimamente nell’olio con del sale grosso e un peperoncino fresco tagliato a rondelle, dopo poco aggiungo anche un peperone giallo e un peperone rosso che ho pulito, lavato e tagliato a dadini piccoli, questo soffritto deve andare tanto, almeno mezzora, se tende a imbrunire aggiungo un goccio d’acqua, in modo che la cipolla diventi una crema e che i peperoni, cuocendo ben, non rimangano pesanti.
Aggiungo il macinato, faccio rosolare bene e poi aggiungo una scatola e mezza di polpa di pomodoro (buona), dopo un’altra mezz’ora aggiungo i fagioli, so che non si dovrebbe ma per motivi di tempo io uso quelli in scatola, borlotti (se usate quelli messicani non sono abbastanza farinosi e non fanno la cremina giusta fidatevi). Adesso si va a farsi un giro, magari ogni tanto si sbircia e si spiaccica qualche fagiolo contro il bordo della padella… Si fa cuocere per almeno un’altra ora e mezza, si vede quando è pronto perchè il tutto diventa una bella crema con un profumo corposo, non acido come quando il pomodoro è crudo. Alla fine si prende il coriandolo tritato a coltello e l’aglio (tritato e poi unito a una punta di sale, si schiaccia con la lama usata di piatto e diventa una purea) e si unisce, si regola di peperoncino, io aggiungo anche un po’ di paprika dolce e un pizzichino di curry che arrotonda il tutto.
Servire caldo con del guacamole fresco e della sangria ghiacciata(che lo so che non è messicana ma per le feste è una benedizione)…
Sigrid io adesso lo devo fare nella wok perchè è l’unica abbastanza grande, capisci l’eresia?
E va bene, quando ci siamo incontrate mi hai detto di partecipare a questi piccoli “concorsi”, anche se io ti ho risposto che molto probabilmente non lo farò mai, perché sono troppo “piccolina” per avere una ricetta per te.
Ma il giveaway è quasi finito e io ho appena messo a fare quella che per me è la ricetta lenta più buona che io abbia preparato. Questa zuppa di lenticchie (al cospetto della quale tutte le altre zuppe di lenticchie mi sembrano meno buone, eh… bella di mamma) è stata la prima cosa “sana” (e, a pensarci bene, una delle prime cose in assoluto)che ho cucinato una volta trasferitami a Roma. Mi sa di casa e di coccole e… vorrei cucinarla in una meravigliosa cocotte! Che lusso che sarebbe!
Zuppa di lenticchie di Stefania
Lessare 500 g di lenticchie in una casseruola con acqua, un gambo e alcune foglie di sedano, due spicchi di aglio. Cuocere per circa 10 minuti e comunque lasciando le lenticchie durette. Scolarle e preparare un brodo vegetale (circa un litro). Nel mentre, preparare un trito di carote, sedano, cipolla, aglio affettati finamente con la mezzaluna. Mettere il trito in una pentola capiente con due cucchiai di olio e un cucchiaino di curcuma e soffriggere. Aggiungere un barattolo di salsa di pomodoro e farla cuocere lentamente per mezz’ora circa aggiungendo il brodo vegetale ogni qual volta sia evaporato. Salare a seconda del gusto e aggiungere abbondante peperoncino (sono pur sempre calabrese!). Aggiungere infine le lenticchie e lasciare insaporire una decina di minuti.
Io la mangerò stasera e te ne offro un piattino brodoso e coccoloso virtuale.
Grazie dell’attenzione, ti abbraccio.
Stefania
Non ho tempo per leggere le ricette precedenti e spero che il mio STUFATO DI MARE non sia un doppione (in caso, sorry!).
Ingredienti:
aglio, olio di oliva, peperongino intero, pomodori pelati (o pomodori freschi spellati), cozze, polipetti, nocchie o cicale di mare, origano biologico di sicilia.
Spezzettare 2/3 spicchi d’aglio tritati nell’olio, aggiungere il peperoncino, il pomodoro e infine l’origano ed abbassare la fiamma.
Fare aprire le cozze nella padella calda, raccogliere il liquido, filtrarlo e versarlo nella pentola dello stufato.
Aggiungere le nocchie dopo averle aperte sul dorso e farle cuocere piano piano (15-20 min) nel sughetto. Alla fine vanno recuperate e se possibile andrebbero messe sotto torchio per raccogliere tutto il sugo saporito.
A questo punto mettere nella pentola i polipetti e si fanno cuocere. Quando i polipetti saranno finalmente teneri e saporiti si aggiungono le cozze (in parte sgusciate, in parte con il mezzo guscio attaccato) e si fanno cuocere un minuto nel sughetto.
Aglio fresco, pane abbrustolito e via!!!
baci maria
Che ansia!! Meno male la tarte chocolat-passion me coccola un po ! ;)
Ciao Sigrid!
L’indecisa si è decisa, e la scelta è caduta su un piatto che ho conosciuto in Trentino, di cui mi sono innamorata e che ho cercato di ricreare a casa mia.
I segreti di questo piatto sono due, da una parte non bisogna avere fretta e dall’altra bisogna procurarsi un osso di prosciutto, indispensabile se si vuole ottenere la cremosità avvolgente caratteristica di questo piatto unico.
Per l’orzetto alla Trentina
Dal salumaio di fiducia:
1 Osso di prosciutto con attaccata un pochino di carne
1 fetta alta di Speck
(se si è fortunati) dall’orto della nonna:
2 spicchi d’aglio, 2 porri, 1 scalogno, 1 cipolla, 2-3 carote, 2 patate. (il sedano è volutamente omesso, dopo alcune prove perché a mio parere rovina l’insieme, ma sono gusti)
1 mazzetto aromatico composto da alloro e timo
Erba cipollina
Dalla dispensa:
Un pugno di orzo perlato per commensale
Vino bianco
Grana padano grattugiato
Olio evo
Soffriggere leggermente 2 spicchi d’aglio in poco olio evo, poi aggiungere lo speck tagliato a dadini. Rosolare giusto un minuto poi aggiungere le verdure tagliate a cubetti non troppo piccoli (tutte tranne le patate), rosolare ancora un paio di minuti e sfumare leggermente con poco vino bianco. Quando è evaporato eliminare l’aglio e aggiungere il mazzetto aromatico, l’osso di prosciutto e l’acqua bollente (io ne preparo circa 2 litri e aggiungo man mano che evapora in modo da controllare la consistenza della zuppa).
Abbassare il fuoco al minimo e lasciare sobbollire il tutto per circa mezzora. Nel frattempo risciacquare l’orzo fino a quando l’acqua non diventa limpida. Unire l’orzo al brodo e aggiustare la quantità d’acqua.
Mettere il coperchio e sul fuoco più piccolo far andare la zuppa per tre ore minimo mescolando ogni tanto e salando solo alla fine. 15-20 minuti prima di togliere la zuppa dal fuoco e aggiungere le patate tagliate a cubetti.
Al termine della cottura eliminare il mazzetto aromatico e l’osso di prosciutto (se è rimasta qualche briciola di carne attaccata all’osso staccarla e rimetterla nella zuppa), aggiungere 2-3 cucchiai di olio evo, chiudere il coperchio e riporre la zuppa a riposare fino al giorno dopo o meglio 2. Sarete felicissimi di aver aspettato questo tempo quando togliendo il coperchio noterete una cremina bianca e profumatissima che avvolge i chicchi d’orzo e le verdure.
Scaldare quindi dolcemente la zuppa, e servirla in fondine riscaldate guarnendo con grana grattugiato (se piace), erba cipollina e pepe nero macinato al momento. Semplicemente una coccola :)
Eccomi, praticamente sul filo ma in tempo! Cocooootteeeeeeee arriiiiiiiiivoooooooo!
http://burroealici.blogspot.com/2011/02/foglie-di-cavolo-ripiene-e-stufate.html
Ciao Sigrid!
una cocotte nuova?!?! non potevamo proprio farci sfuggire l’occasione di partecipare, anche se come al solito stavamo per arrivare in ritardo…
la nostra ricetta è il classicissimo boeuf bourguignon. Provato la prima volta qdo tu avevi pubblicato la ricetta e diventato un must di casa! mi sono anche comprata la raccolta completa di Julia Child e ci sono moltissime altre ricette per cui mi servirebbe proprio una Le Creuset nuova!!
ecco il link..
http://cucinapois.blogspot.com/2010/09/cara-benedetta_15.html
Chissà perché proprio stamattina (nostalgia di casa e di cose buone…?), leggo per l’ennesima volta del concorso e d’un tratto mi viene in mente che ce l’ho anch’io una ricetta! Le dosi sono un po’ ad occhio, anzi, direi, “a sentimento”, perché i CARCIOFI RIPIENI sono una di quelle ricette appresa dalla mamma, semplicemente preparandola insieme a lei.
Gli ingredienti:
carciofi
un paio di patate
pane raffermo grattugiato grossolanamente
un paio di uova
scamorza tagliata a cubetti (va bene anche la mozzarella se non è troppo fresca… per via dell’acqua)
una manciata di parmigiano (o grana)
sale, pepe, prezzemolo
due spicchi d’aglio
olio extra vergine di oliva
Il numero di carciofi da coinvolgere in questa preparazione è strettamente legato alle dimensioni della cocotte: devono infatti starci dentro tutti in piedi, l’uno accanto all’altro, stretti stretti ed in un unico strato.
Si comincia con il pulire i carciofi: si tagliano le punte e si eliminano le foglie più dure, la base va pareggiata in modo che aiuti il carciofo a stare in piedi e a non perdere miseramente tutto il suo ripieno.
Fatto questo, i carciofi possono essere lasciati momentaneamente da parte, immersi in acqua e limone.
Si passa al ripieno. In una ciotola capiente si mescolano gli altri ingredienti: il pane, la scamorza, il parmigiano, le uova, il prezzemolo (giusto un po’), uno spicchio d’aglio tritato finemente, una spolverata di pepe ed un’aggiustatina di sale. Il tutto deve risultare ben amalgamato.
A questo punto è possibile scolare ed asciugare i carciofi e, con delicatezza, allargarne le foglie, così da ottenere una sorta di fiore con al centro l’incavo che accoglierà il ripieno.
Con quest’ultimo si forma quindi una piccola cupola sulla superficie del carciofo, premendo anche un po’ con il palmo della mano, in modo che si compatti.
Man mano che i carciofi vengono farciti, adagiarli nella cocotte, fino ad esaurimento spazio e/o carciofi.
Infine colmare eventuali vuoti tra un carciofo e l’altro (in genere alla base, anche per renderli più stabili) con le patate tagliate e tocchetti.
Se avanza del ripieno, e dello spazio nella cocotte, si possono farcire anche delle piccole patate svuotate con un cavatorsoli.
Ancora un po’ di sale, più che altro per le patate, lo spicchio d’aglio intero, così poi non risulterà difficile eliminarlo (se si vuole), un filo d’olio ed un paio di bicchieri d’acqua, ne risulterà anche un gustoso sughino. A questo punto mamma direbbe di aggiungere anche un rametto di prezzemolo intero.
Si lascia cuocere a fiamma bassa, finché il profumo non avvolge la cucina, invitando a sollevare il coperchio…
Accertarsi allora che le patate ed i carciofi abbiano raggiunto una consistenza morbida e, se necessario, aggiungere un po’ d’acqua ed attendere qualche minuto ancora.
Il piatto è unico, in tutti i sensi!! ^_^
Beh, direi che la mia ricetta preferita è quella dello stufato di mia nonna… Mi ricordo quando ero piccola e la vedevo armeggiare con un padellotto pieno di “bernoccoli” e a cui mancava un manico. Mia madre per anni ha provato a fare uno stufato come il suo senza mai riuscirci (anche preparandolo passo passo inseieme a lei. A un certo punto ci siamo convinte che il segreto stava proprio in quel vecchio padellotto che aveva “opsitato” chissà quanti stufati. Mi piacerebbe, un giorno, che qualcuno pensasse la stessa cosa del mio stufato (che, confesso, è un’imitazione malriuscita di quello di mia nonna) e che i nipoti facessero a gara per avere i miei padellotti (poi, se tra quelli ci fosse La Creuset in ghisa smaltata, non mi lamenterei!)… :)
Come molte di quelle qui raccontate, la mia non è una ricetta speciale ma semplicemente la ricetta delle donne della mia famiglia,e in particolare di mia nonna:considerava il cucinare più un dovere che una passione, non ci ha mai fatto biscotti o dolcetti nonostante ci amasse infinitamente.Le cotture lunghe le riservava per la domenica, quando noi andavamo a pranzo da loro, e le preferiva sia perchè così nel mentre lei poteva dedicarsi ad altro (magari faceva la pasta in casa) e sia perchè con una sola preparazione riusciva a combinare primo e secondo (con il sughetto condiva anche la pasta); non aveva tantissima fantasia, ed ogni domenica c’era quasi sempre il ragù.Poi,per me, sono venuti gli anni dell’ università e del lavoro lontano da casa ed io quella bracioletta non l’ho più mangiata per quasi dieci anni, fino a quando una sera d’autunno,in una città che da lì a poco mi avrebbe ospitato, il cameriere del ristorante mi propose l’involtino al sugo, ed io allora ebbi il desiderio irrefrenabile di mangiarlo.Da allora ho capito che ogni volta che ho voglia di sentire i miei cari vicini, devo mettere su la pentola e preparare il suo/mio ragù:per prima cosa preparare le braciole (o involtini), ovvero al centro di ogni fettina di carne di manzo,disporre un pezzettino di aglio, una spolverata di parmigiano,del prezzemolo e un’idea di pepe,arrotolare e chiudere con uno filo o uno stuzzicadenti. Disporre gli involtini nella pentola insieme a olio, aglio, cipolla e un paio di pezzi di carni di manzo, farli appena appena rosolare,e aggiungergi la passata di pomodoro. A metà cottura aggiungerci un paio di pezzettini di salciccia di maiale(lo faccio solo se è salsiccia di Altamura)precedentemente sbollentata.Cuocere ancora fino a quando la carne non si sfilaccia.
Ciao Sigrid, ti lascio giusto in tempo il mio stufato. Avrei voluto prepararlo in questi giorni e pubblicarlo sul mio blog ma non ce l’ho fatta. Sigh! Però ti lascio la ricetta e spero possa piacerti.
Questo stufato viene dal libro di Claude Deloffre Petits Larcins culinaires. L’ho conosciuto e apprezzato grazie a chocolateandzucchini.com.
Il Koresh è un termine Persiano che indica un delicato e raffinato stufato. Può essere preparato con carne di pollo, vitello ma più spesso agnello. Inoltre è accompagnato spesso con riso basmati per formare un piatto unico. Di solito nella preparazione viene usato il lime Omani secco e l’advieh che è un mix di spezie formato da petali di rosa secchi, cardamomo, cannella, angelica, noce moscata, cumino, zenzero e polvere di lime e a volte anche zafferano.
Credo sia ottimo per questo periodo e dopo averlo provato ne sono rimasta entusiasta. Io che non amo molto la carne di agnello l’ho amato. E’ particolare e personalizzabile. E poi mangiandolo mi sembra di farmi bene..tutte quelle vitamine e fibre! Provalo perché secondo me te ne innamorerai anche tu!
Khoresh di agnello e agrumi di Claude Deloffre per 6 persone
4 arance biologiche – circa 700 grammi
30 gr di burro
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di olio d’oliva evo
1.5 kg di agnello tagliato in pezzetti di 4 cm
400 gr di cipolle gialle
½ cucchiaio di cannella
4 bacche di cardamomo
1 lime
600 gr di carote
2 cucchiai di acqua di fiori d’arancio
40 grammi di pistacchi non salati
Un mazzetto di menta
Sale, pepe bianco
Opzionale: zafferano e advieh
Preparare le arance (da fare il giorno prima se possibile):
Prendere tre arance, lavarle bene e prelevare la buccia senza prendere la parte bianca. Tagliare la buccia a strisce e mettere in una casseruola con acqua già al bollore per circa 3 minuti. Asciugare con carta da cucina e metterle nella padella.
Aggiungere il burro, lo zucchero e un bel pizzico di sale. Far andare fuoco medio muovendo la padella spesso fino a che le strisce saranno diventate color caramello chiaro.
Togliere dalla padella con delle pinze da cucina le strisce e metterle su della carta da cucina ad asciugare. Tenete da parte il fondo di cottura.
Preparare lo stufato:
In una grande cocotte di ghisa smaltata di 24 cm, preferibilmente rossa ;) mettete l’olio e il burro tenuto da parte dalla cottura delle strisce di arancio. A fuoco medio unite poca alla volta la carne e fatela rosolare su tutti i lati. Man mano che è rosolata toglietela dalla cocotte e mettetela su un piatto.
Unite qualche cucchiaio d’acqua per far ammorbidire il fondo e unite le cipolle tagliate sottilmente. Salate leggermente e fate andare fino a che le cipolle saranno morbide.
Unite la cannella e il cardamomo i cui semi avrete pestato al mortaio. Se lo avete unite l’advieh o se volete lo zafferano. In alternativa potete aggiungere noce moscata e le altre spezie che formano l’advieh.
Fate tostare le spezie e poi rimettete nella vostra bellissima cocotte di ghisa rossa la carne precedentemente rosolata.
Unite il succo del lime e di 2 arance.
Unite abbastanza acqua per coprire la carne.
Coprite e infornate. Fate cuocere per 1 ora e mezza, girando di tanto in tanto (ogni 20 minuti circa).
Unite le carote a rondelle non sottili, date una bella girata e infornate di nuovo per 20 minuti scoperchiato.
Unite le 2 arance rimaste a fettine. Assaggiate e aggiustate di sale e spezie. E infornate per l’ultima volta coperchiando per 10 minuti.
Sfornate, scoperchiate (e sentite che profumooo) e unite l’acqua di fiori d’arancio e servite subito con riso basmati profumato.
In ciascun piatto mettete sopra la carne le strisce di arancio caramellate, qualche pistacchio e una manciatina di menta fresca tagliata a strisce.
Ed ecco qui dopo un un po di lavoro il nostro pot-au-feu è pronto. Io l’ho provato sia caldo che abbastanza freddo e mi è piaciuto tanto. Credo che sia un modo fresco per mangiare lo stufato..perchè caldo è perfetto per l’inverno, tiepido o freddo va benissimo anche per la primavera! E è secondo me indispensabile mettere le strisce di arancio preparate il giorno prima (o la mattina per la sera) e la menta. Peccato che io non abbia una cocotte per farla..mi son sempre arrangiata con una teglia e coprendo con la carta argentata ;) Grazie per questa bella opportunità e per la pazienza che stai avendo per leggere tutte le ricette! E ultima cosa: come dici tu il bello di queste pentole è che nn si distruggono e si passan di mamma in figlia..la mia Mamma ha la pentola per fare le castagne della sua Nonna e una pentola di coccio della Nonna..e io sai dove faccio sempre l’impasto per le torte? Nella ciotola gialla che la mia Nonna mi regalò quando ero piccola piccola. Ogni volta che la uso penso a lei che amava tanto mangiarle le torte! Chissà un giorno una mia nipotina si ricorderà della Nonna Chiara che amava tanto i pot-au-feu (per ora nn ho ne cocotte e nemmeno figli però..sigh).
A casa, annoiata con un braccio ingessato e quindi lontano dalla cucina (se non impasto qualcosa forse impazzisco…) anche se è tardi, vuoi non provare? Dunque “lepre in salmì” che ho imparato da mia suocera:
1 lepre a pezzi
6-7 cucchiai di olio d’oliva
1 litro di vino rosso (barbera o bonarda)
1 carota
1 gambo di sedano
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
2 foglie di alloro
1 rametto di salvia
1 rametto di rosmarino
6-7 bacche di ginepro
1 spruzzata di noce moscata
4-5 chiodi di garofano
sale
Mettere i pezzi di lepre in una terrina con il vino, le verdure a pezzetti, le erbe aromatiche, le spezie e poco sale; lasciare in marinata per 24 ore, rigirando ogni tanto i pezzi. Mettere nel coccio l’olio e gettarvi i pezzi di lepre facendoli rosolare. Aggiungere tutta la marinata e, se serve, aggiungere vino o acqua in modo che i pezzi siano ben coperti; aggiustare di sale, incoperchiare e cuocere per circa 2 ore e mezza a fuoco lento. Accompagnare la lepre con una buona polenta (a noi piace quella macinata a pietra). :):)
Ciao Sigrid, ho deciso di “esordire” nel mondo delle competizioni culinarie partecipando al tuo contest, la ricetta che propongo è un classico per la mia famiglia, semplice, di aspetto gradevole e buona di sapore.
Fosse la volta buona che restituisco la cocotte che mi ha prestato mia madre….
ciao e grazie per l’opportunità.
http://misterbonfi.blogspot.com/2011/02/stufato-di-vitella-con-crema-di-carote.html
Cara Sigrid, come al solito arrivo sempre alla fine ma come faccioio a vincere qualcosa???Comunque ti lascio il link al mio stufato di agnello che adoro e che non mi fa fare mai brutta figura!Un bacio Claudia
http://verdecardamomo.blogspot.com/2011/02/tajine-di-agnello-al-sesamo.html
Spezzatino guinness e zafferano
Ingredienti:
1 kg di dadolata di bovino
1 lattina di Guinness
2 scalogni
olio extravergine d’oliva
1 spolverata di cannella
1 pizzico di zafferano in stami
Tritare finemente lo scalogno. In una casseruola, rosolare lo scalogno con 2 cucchiai d’olio.
Buttarci dentro la carne e farla rosolare da ogni parte. Quando la carne è ben rosolata, aggiungere la Guinness e le spezie.
Lasciar cuocere 3-4 ore a fuoco bassissimo, eventualmente aggiungendo acqua o brodo se lo spezzatino si asciuga troppo.
Con un po’ di polenta o di cous cous diventa un perfetto piatto unico.
Deciso! mi butto pure io nella mischia. La ricetta che vorrei proporre è un pò particolare. Sarò sincera: non è da molto che ho trovato questa ricetta e ad oggi l’ho fatta solo una volta in una semplice casseruola dato che la cocotte non ce l’ho!
Manzo arrosto con prugne
1,5 kg di polpa di manzo
12 prugne secche
100 gr funghi champignons
100 gr olive nere
100 gr di burro
1/4 litro di tè leggero
1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva
vino rosso corposo
3 cipolle medie
aglio
polvere di zenzero
farina, sale e pepe
Sfregare la carne con sale, pepe e zenzero e legarla con lo spago bianco da cucina. In una cocotte (possibilmente), scaldare l’olio con una noce di burro, soffriggere le cipolle tagliate a fettine e uno spicchio d’aglio tritato. Adagiarvi la carne, versare un bicchiere di buon vino rosso e cuocere per 2 ore a fuoco medio. Nel frattempo fare ammorbidire le prugne in una ciotola con un pò di tè caldo leggero (io ho usato quello deteinato). A fuoco moderato cuocere i funghi in un tegame con un pò di burro. Quando la carne è cotta versare nella cocotte due tazze di tè, le prugne e le olive. A fiamma moderata fare addensare il sugo. Sgocciolare la carne e farla raffreddare una decina di minuti e poi tagliarla a fettine non troppo sottili. In una ciotola lavorare 30 gr di burro con 30 gr di farina fino ad ottenere un composto sodo e omogeneo (questo serve per addensare la salsa). Filtrare la salsa rimasta nella cocotte e addensarla con il composto di farina e burro. Disporre le fette di arrosto su un piatto da portata assieme alle prugne e alle olive e versarci sopra la salsa. Ottimo piatto abbinato ad un semplice purè di patate. Buon Appetito e grazie Sigrid!
Lepre ai mirtilli in crosta di mandorle
1 lombo di lepre, 2 spicchi d’aglio, sedano, una cipolla, 1 mela, 1 carola, 2 fettine di prosciutto, 2-3 fettine di lardo, burro, sale e pepe, marsala, funghi freschi (Chanterelles), 100g di mirtilli, pangrattato, pinoli, pasta di salsiccia, 1 litro di brodo vegetale, panna, mandorle tritate.
soffriggere la cipolla tritata finemente con la carota, il sedano e l’aglio in 2 noci di burro e le fettine di lardo. Pepare un composto con la pasta di salsiccia tipo luganega, i mirtilli, la mela a pezzetti, i pinoli, i funghi chanterelles, i pinoli, il prosciutto tritato, sale e pepe ed eventualmente qualche cucchiaino di pan grattato. Riempire il lombo e chiuderlo ad arrosto con della corda da cucina. Spolverare tutta la superficie di mandorle grattugiate e pepe e soffriggere per qualche minuto da ogni lato.
Aggiungere il marsala (qualche cucchiaio) e sfumare. Proseguire la cottura per circa quaranta minuti aggiungendo del brodo. A fine cottura legare con la panna la salsina.
Servire con Spätzli (possibilmente fatti in casa), cavolo rosso cotto al vapore e castagne bollite.
Ciao Sigrid,
Anche per me è la prima volte che participe a un concorso. Ma chi non vole vincere une di questi belle super Creuset. Che io voglio sempre comprare e non lo mai fatta.
Grazie per tutte le tue belle ricette e foto, mi diverto sempre. Sona Belga vivo in Sicilia ma come vedi mi è ancora dificile scrivere in Italiano, sorry per l’errori l’aternativo erro di scrivere in Fiammingo ma non lo trovato molto gentille verso l’ altre lettori.
La mia ricetta e fatta con la carne di capretto (viene anche molto buono con la carne di maiale) e a un tocco di Portogallo.
Un kg di toccheti di capretto (spalla disossata) fare rossolare con un po di olio. Aggiungete un po di peperoncino ,150 gr di pancetta e qualche spicchi d’aglio, fate rossolare per qualche minuto . Aggiungete un bicchiere di vino bianco, quando l’alcol e evaperato aggiungete una bottiglia di salsa di pommodoro preveribile fata un casa,un po di sale ed qualce rametti di rosemarino e infornate nelle cocotte con la sue coperchio a 100°C.
Togliere dal forno quando la carne e quasi pronta (dopo circa 20 min)
Aggiungete le vongole ( ecco il tocco Portogese) en metete la cocotte sopra un fuoco molto vivo finché le vongele sone apperto.
Si voi si po servire con le patatine fritte come si fa in Portogalo
smakelijk/buon appetito
Ciao tutti.
STINCHI DI MAIALE BRASATI ALLA BIRRA ROSSA
2 stinchi di maiale
scalogni carote sedano
una birra da 33 cl rossa(una buona belga d’abbazia,in po’ ruffiano no?)
sale e pepe
massaggio i due stinchi con sale fino e pepe poi con poco olio nella cocotte li faccio dorare , bagno con tutta la birra faccio evaporare l’alcol e poi aggiungo le verdure e gli odori a piacere(rosmarino,timo,salvia) bagno con un po’ di buon brodo caldo copro con il coperchio e metto nel forno caldo 180° .Abbasso a 160° e lascio cuocere per almeno due ore ,due ore e mezza.la carne deve staccarsi dall’osso morbida ma succosa
la servo con pure’ di patate e mezze mele al forno caramellate con poco miele e un fiocco di burro.
passo le verdure col passaverdure insieme al suo sugo e creo una salsina da servire a parte a piacere dei commensali(sopra al pure’ è pura goduria….)
buon appetito
…si può partecipare con due ricette?
Comunque,ecco “la faraona sul canapè” ,cavallo di battaglia di mia mamma Ersilia, e ora mio:
In una cocotte rossa, rosolare la faraona a pezzi in olio d’oliva, sfumare con vino bianco,e incoperchiare quasi fino a cottura. Aggiungere un trito non troppo abbondante di tutti i sapori disponibili ( non devono mancare
carota,sedano,cipolla,aglio, rosmarino, una foglia di alloro) con pinoli e olive verdi, nere o miste ( gli ultimi 2 ingredienti ,un po’ tritati e un po’ interi). Far rosolare, bagnare con un po’ di brodo e terminare la cottura. A questo punto, in un bel piatto grande da portata riscaldato, coprire il fondo con crostoni di pane ( mia mamma li friggeva nel burro, io li tosto sulla bistecchiera),e disporre la faraona caldissima con il suo sugo,che deve essere bello abbondante per ammorbidire il pane. Come variante, al trito di erbe aggiungo anche della scorza di limone fine fine, che secondo me sta davvero bene. Provate questa ricetta, sembra stupida ,ma, con poco lavoro, si ha un piatto di prestigio, perfettamente in linea con la filosofia della mia carissima mamma, che ha insegnato a me e ai miei fratelli la gioia di avere ospiti felici.
C’è una prima volta per tutto, ed eccomi qui a partecipare a un concorso. Mi sono piegata alla volontà della mia amica Eli che mi ha estratto la promessa che, se mai dovessi vincere, la mia cocotte la regalo a lei. E questo perché io ne ho già una serie che fedele mi accompagna (letteralmente – in giro per l’Europa!) da molti anni. Le uso per una varietà infinita di preparazioni – dalla classica carbonade de beuf fino al risotto – e alla Eli devo ammettere di averne decantato le qualità ad nauseam.
Quindi cosa scegliere come ricetta da proporre? Per tagliare la testa al toro ti mando il piatto che ho cucinato più recentemente en cocotte. Ha avuto un gran successo e in aggiunta ha anche il vantaggio di rispecchiare bene le mie radici ‘anglo-monferrine’…
PIE DI MAIALE, PERE E PRUGNE.
Ingredienti – per 6 persone
1,2 kg di capocollo di maiale
2 spicchi d’aglio schiacciati
la scorza grattugiata di 1/2 limone
1 cucchiaino di coriandolo in polvere
1 cucchiaino di timo
1 bicchiere di vino bianco secco
il succo di ½ limone
8-10 prugne secche snocciolate
2 cucchiai di farina
4 cucchiai di olio d’oliva
250 g di scalogno, intero o dimezzato
600ml di brodo di pollo o vegetale
2 cucchiaini di zucchero di canna
3-4 pere
2 rotoli di pasta sfoglia.
Tagliate la carne a cubi 3-4 cm. In una ciotola non metallica, unite la carne con l’aglio, il coriandolo, il timo, la scorza e il succo di limone, il vino bianco e le prugne. Aggiungete sale e pepe e mischiate il tutto. Coprire e lasciate a marinare in frigorifero per un massimo di 12 ore.
Togliete separatamente la carne e le prugne dalla marinata riservando il liquido. Asciugate la carne e passatela quindi nella farina. Scaldate 3 cucchiai di olio in una padella e rosolate la carne su tutti i lati (se necessario un po’ alla volta). Trasferite la carne rosolata in una cocotte sufficientemente grande.
Nella stessa padella aggiungete l’olio restante e lo scalogno che rimuoverete quando dorato conservandolo a parte.
A questo punto versate nella padella il liquido della marinata lasciandolo ridurre per 2-3 minuti, quindi aggiungete il brodo e lo zucchero riportando nuovamente a bollore.
Versate il liquido nella cocotte e cuocete leeeeeeentamente (come dice Sigrid) per almeno 1 ½ ora o fino a quando la carne non sia tenera. Attenzione a controllare ogni tanto che non si asciughi troppo – nella cocotte non dovrebbe succedere grazie al suo pesantissimo coperchio! – ma se necessario aggiungete un po’ di brodo o acqua (volendo, questa parte della preparazione può essere fatta il giorno prima e messa in frigo – prima di proseguire la cottura, riportate però a bollore).
Nel frattempo preriscaldare il forno (a 160° se ventilato, 180° se statico) e sbucciate le pere tagliandole a quarti (o più se molto grandi ma cmq a “tocchettoni”, non si devono per nessuna ragione disfare). Aggiungetele al resto insieme alle prugne e agli scalogni e mischiate il tutto.
Suddividete la preparazione in 6 terrine da “pie” (le mie sono da 12 cm di diametro e 6 di altezza e naturalmente oven-proof).Chiudete le terrine con la pasta sfoglia sigillando bene (la tecnica classica delle pie prevede che si bagni il bordo della terrina con un po’ d’acqua, si copra questo con una strisciolina di un paio di cm di pasta sfoglia, si bagni nuovamente questa e vi si posi sopra un disco di pasta appena più largo della terrina, premendo bene e rifilando in ultimo i bordi in eccesso). Non dimenticate di fare una piccola fessura centrale con un coltello. Spennellate in ultimo con un tuorlo d’uovo sbattuto.
Ritornate le terrine nel forno per altri 30’ quindi servite direttamente in tavola.
Fidatevi, semplice ma di grande effetto. Oltre che buonissimo!
Ecco qui! Come al liceo, ecco la mia ricetta, consegnata come un compito in classe proprio quando la campanella sta già suonando e la prof cerca di strapparmi via il foglio dalle mani mentre io ho appena trovato le parole giuste per una conclusione d’effetto:)
La ricetta che sto per condividere con voi ha fatto un lungo viaggio: dal Galles è passata attraverso gli Stati Uniti per poi virare nuovamente verso l’Europa e atterrare in Italia. Precisamente a Milano, ma nelle mani di una pischella pugliese che fosse per lei monterebbe le tende in cucina:)
E’ una ricetta che è arrivata a me attraverso descrizioni vaghe, senza dosi comprovate, una ricetta tramandata attraverso immagini e sensazioni. Ci abbiamo messo un po’ a ricostruirla per bene ma dopo molte prove ed mooooolti errori e “riempiendo i buchi” con un bel po’ di cretività, stasera l’ultimo esperimento sembra eccellentemente riuscito e spero sia almeno un po’ degno di essere pubblicato sulle tue pagine virtuali, Sigrid!
Bene, ecco qua la mia ricetta:
RICE SAUSAGES AND APPLES!
Dosi
1 cipolla bianca piccola
1 stecca di cannella
350ml di brodo vegetale
350g di riso Carnaroli
2 mele granny Smith (o Golden o come più vi piacciono)
500g di salsicce di maiale (quelle spesse – 2 o 3 centimetri di diametro)
sale, pepe, cannella in polvere, zucchero di canna
burro e olio d’oliva
Preparazione.
Portare il forno alla teperatura di 180°C.
Tritare finemente la cipolla e tagliare le mele a fettine di uno spessore di circa 4mm.
Scaldare una noce di burro con un po’ d’olio di oliva in una casseruola e farvi ammorbidire la cipolla. Nel frattempo portare ad ebollizione 350ml di acqua nella quale avete adagiato una stecca di canella.
Quando la cipolla è pronta, versare il riso nella casseruola e mescolare bene (per circa 3 minuti) fino a quando il riso non avrà assorbito il burro e l’olio e si sarà amalgamato alla cipolla.
Quando l’acqua bolle, scioglieteci un cucchiaino di brodo vegetale in polvere (n.b. potreste fare a meno del brodo ed usare solo acqua aromatizzata alla canella!)
Trasefrire il riso in una teglia da forno in ceramica (io ne ho una tonda), versarci sopra quasi tutto il brodo (o l’acqua bollente), coprire la teglia con la carta d’alluminio ed infornare.
Scottare le salsicce, facendole dorare all’esterno ma lasciandole crude all’interno e tagliarle a rondelle.
Dopo 15 minuti estrarre la teglia dal forno, versare il restante brodo sul riso e distribuire uniformamente sul riso le rondelle di salsiccia. Infornare di nuovo la teglia coprendola con la carta d’alluminio.
Dopo altri 15 minuti distribuire le fettine di mela fino a coprire completamente la salsiccia e spolverare con zucchero di canna, cannella in polvere, pepe nero, e sale e infornare nuovamente, questa volta lasciando la teglia scoperta, aumentarando la temperatura a 200°C.
Lasciar cuocere per altri 20 minuti, sfornare, lasciar rassettare un pochino… e poi godetevi questa delizia…
… che profuma di storia e fantasia!
Chissà, magari questo piatto cucinato nella cocotte avrà un sapore ancora più speciale :)
Un bacione a te Sigrid e a tutti i tuoi lettori!
Grazie del pensiero che hai avuto per noi!
Immaginatevi la casa della nonna Cicci, in campagna, con i mattoni faccia a vista, vecchia di circa 200 anni, senza fondamenta, senza condotto del gas metano, con un cortile interno n po’ malandato per gli anni, dove si tenevano le feste dei parenti, con fratelli e sorelle della grande famiglia e spesso anche i consorti, figli e nipotini. Le serate si prolungavano fino a tarda notte alla luce della lampada esterna, con le cicale e i grilli che cantavano nella calura della bassa e la musica della Festa dell’Unità che riecheggiava dalla periferia della città fino a qui.
La nonna teneva ultimamente solo polli e conigli, e per queste occasioni festaiole ci cucinava uno o due dei suoi conigli alle olive taggiasche, alberello regalatole da una cugina di Imperia. Il tutto cucinato in una teglia rotonda ed alta (così faceva un bel sugo) nel suo mitico forno a gas (attaccato alla bombola) che solo lei sapeva usare così bene.
Il coniglio alle olive è rimasto nella tradizione di famiglia e risveglia sempre i ricordi di quelle risate e quella spensieratezza delle serate contadine e dialettali.
Non avendo né cocotte né teglia rotonda della nonna Cicci, ho utilizzato una normalissima pentola in acciaio, ma… anch’io ho il forno a gas!!!!
1 coniglio
100 gr burro
1 cucchiaio di olio extravergine
1 cipolla
ginepro
200 gr olive taggiasche
1 bicchiere malvasia secca
brodo q.b.
1 spicchio di aglio
tritare la cipolla fine
strofinare il coniglio tagliato a pezzi con l’aglio.
soffriggere la cipolla nel burro con olio e aggiungere i pezzi di coniglio.
soffriggere a fiamma vivace per farlo dorare.
Aggiungere alcune bacche di ginepro e sfumare con il vino bianco.
Aggiungere il brodo e le olive e mettere in forno a circa 180-190° (la tacchetta del 6). Lasciar cuocere coperto per circa 30-40 minuti.
Se avete una bella tavolata, mettete la teglia in mezzo e ognuno allunghera la propria forchetta per accaparrarsi i pezzi più carnosi. Io l’ho servito sui piatti per esigenze lavorative, quindi ho fatto restringere un po’ il sughetto per versarlo bello cremoso sui pezzetti di coniglio.
Vista la mancanza di tempo non ho pubblicato le foto (del coniglio e della nonna Cicci). Se portate pazienza chissà domani sul mio sito internet sotto la voce cucina…
La casa esiste ancora e porta l’anima di chi l’ha veramente vissuta… in attesa di essere abitata e vissuta nuovamente.
Ed eccomi qua… é stato veramente difficile scegliere la ricetta da postarti!!!
ne ho mangiate veramente diverse in questi giorni, per rinfrescarmi un pò la memoria ^ – ^ e questa le batte tutte… sarà per la crosta croccante delle patate (adoro le patate!).
Stufato di agnello in crosta di patate
agnello 1,5kg
olio di oliva 4 cucchiai
farina 1 cucchiaio
brodo di agnello 500ml
concentrato di pomodoro 2 cucchiai
cipolla 1
carote 2
pancetta 150g
cipollotti 10
timo 1 cucchiaio
fior di sale 1 cucchiaino
pepe nero macinato fresco 1 cucchiaino
patate 700g
Tagliare l’agnello a cubetti di circa 5 cm, versarlo in una casseruola con 2 cucchiai d’olio di oliva e farlo rosolare per qualche minuto. Unire la farina e mescolare bene. Aggiungere il brodo di agnello e il concentrato di pomodoro e cuocere ancora per un minuto. Tagliare la cipolla a fettine sottili e versarla in una padella con l’olio rimanente. Aggiungere le carote tagliate a dadini e la pancetta a cubetti, far cuocere per pochi minuti e versare il tutto nella casseruola con l’agnello. Aggiungere i cipollotti tagliati a rondelle, il timo, il fior di sale e il pepe nero macinato fresco e coprire e cuocere in forno a 180° per circa un’ora. Eliminare il grasso in superficie, ricoprirla con le patate tagliate a fette e far cuocere ancora per un’ora.
dimmi la tua. un abbraccio ^ – ^
Errata corrige:
sono 800 g di manzo… 800 chili forse è esagerato per una sola cipolla… :P
Bene, non vincero’ ma eccolo qui:
Broccoli Affogati
Un po’ di cimette di broccoli, la cipolla a fettine e olio ex virgin (2 cucchiai) a rosolare dolcemente con UNO spruzzo d’acqua.
Dopo un quarto d’ora di amorevole cottura in cocotte innaffia con un bicchiere di Nero D’Avola e aggiungi olive nere senza osso e tagliate a meta’. Optional: le acciughe. Fai asciugare e finisch.
Ciao Sig!
come al solito complimenti per l’iniziativa!!
ho deciso di partecipare raccontandoti di una ricetta che mi ricorda le mie estati passate in sardegna.
Pecora in cappotto
– 1,5 kg di pecora
– 500gr di patate
– 1 cipolla
– mezza gamba di sedano
– 1 carota
– 2 pomodori secchi
– 1 mazzetto di prezzemolo
– sale q.b.
Mettere tutti gli ingredienti (ad eccezione di patate e cipolle)in una pentola di acqua.
Far cuocere un’ora(la carne deve essere quasi cotta) aggiungere le patate e le cipolle (intere), salare e far cuocere per altri 20-30 minuti.
Togliere la carne dall’acqua rimasta e servire con o senza brodo.
Le verdure possono essere tolte dal brodo, salate, spruzzate con succo di limone!
C’è anche un’altra ricetta sempre sarda che mi piacerebbe raccontarti, è la sapa o saba, ovvero il mosto d’uva cotto che viene usato per realizzare moltissimi dolci sardi. Si fa cuocere il mosto d’uva bianca per almeno 12 ore e togliendo la schiuma che si forma in superficie con una schiumarola. Far riposare una notte e il giorno dopo passarla attraverso un telo molto fine e versare nelle bottiglie a chiusura ermetica.
Buona lettura! :))
Cara Sigrid, questa volta lo faccio! Lo faccio! Scrivo! Nel senso che rispondo all’appello e la smetto di rintanarmi nella fila in fondo in fondo come facevo al liceo…almeno ci provo…ho un debito enorme con i tuoi finger food che mi hanno risolto (brillantemente) un numero sconcertante di capodanni. Quindi ti “consegno” idealmente questa ricetta che appartiene alla mia famiglia da sempre. Per restare in tema è una ricetta da capodanno, nel senso che, nella mia famiglia si fa una sola volta all’anno e si consuma rigorisamente il 31 dicembre. E’ arrivata dalla famiglia di mia mammma ma l’eredità è stata raccolta da mio papà. Io ho 35 anni e non mi ricordo un solo capodanno senza il musetto di maiale in agrodolce! Vado a spiegare (giuro che sarò sintetica!): un musetto di maiale disossato (apro prentesi: il maiale per quell’occasione, da noi, arriva da un caro amico del babbo che ne alleva uno per volta o poco più nel minuscolo paesello Emiliano dove sono nata…quindi per me è scontato che è carne di qualità superiore, senza aggiuntine misteriose e transgeniche, qui a Torino penso lo cercherei da Eataly. Chiudo parentesi), una dozzina di prugne secche senza nocciolo, uvetta da ammollare in acqua, un bicchiere di aceto (riapro parentesi: aceto rosso di vino che mio papà fa in casa, è decisamente robusto ma mai lo stesso!), mezzo bicchiere di vino nero, cipolla bionda, burro e sale.
Il musetto, essendo setoloso, va ripulito con estrema cura (uno dei miei ricordi ricorrenti d’infanzia è mio papà che la sera del 30 dicembre prepara il musetto raschiandolo con una lametta…sempre setole sono…), va poi tagliato in pezzi piccoli. Si fa dorare la cipolla nel burro, quindi si mette la carne, un pizzico di sale e si fa rosolare. Si bagna con un bicchiere (piccolo!) di acqua e si fa asciugare lentamente. Dopo di che si aggiunge l’aceto e si lascia assorbire a fuoco basso. Poi si aggiungono uvetta e prugne e si copre con acqua, si coperchia (dimenticavo: siamo nella pentolaccia di terracotta di famiglia! E sotto c’è pure la ghisa per evitare che si attacchi!). Qui viene il bello, nel senso che qui cominciava la serata prima di capodanno che durava mooolto a lungo poichè il tutto deve cuocere a fiamma bassissima per almeno tre ore aggiustando con acqua e aceto. Mezz’ora prima di spegnere si mette il vino nero e un cucchiaino di zucchero. Il piatto avrà il colore del caramello e un profumo dolce e pungente. Va servito caldissimo, condiviso con persone care e desiderato per un anno intero!
Sono stata parecchio indecisa, ma alla fine ha vinto il Peposo, anche solo per quanto la sua storia sia indicativa della lenta cottura.
Il peposo è un piatto tradizionale d’Impruneta (o meglio, “dell’Impruneta”, come si dice in Toscana…), un paese vicino Firenze famoso per le sue terracotte. Gli artigiani usavano cuocere questo piatto negli stessi forni in cui venivano preparati i manufatti in cotto: vasi, mattonelle… La pentola veniva posta all’imboccatura del forno, in modo da prolingare la cottura e intenerire la carne il più possibile.
Ecco qua:
circa 800 kg di muscolo di manzo
3 pomodori maturi
una bottiglia di Chianti
1 cipolla
5-6 spicchi d’aglio
timo, alloro, salvia e poco rosmarino
pepe (un po’ macinato + un po’ in grani)
sale
acqua
pane toscano
olio d’oliva
Scaldare il forno a 140°-150°.
In una casseruola capiente disporre circa metà della carne tagliata a pezzi non troppo grossi, i pomodori a fette (spellati e privati dei semi), la cipolla tritata, gli odori precedentemente lavati, una bella manciata di pepe in grani, gli spicchi d’aglio interi e un po’di sale. Ricoprire con un altro strato di carne, salare leggermente e papare (abbondantemente, si chiama Peposo!). Coprire il tutto con il Chianti (se necessario aggiungere acqua affinché la carne sia completamente coperta) e mettere il coperchio alla casseruola.
Portare a ebollizione e poi mettere in forno per circa 6 ore.
Una volta ce lo lasciavano tutta la notte, in modo che la carne fosse teneramente tenerissima!
Tradizionalmente si usava la guancia del manzo, ma la carne poteva variare a seconda della disponibilità e della stagione. Ho visto una ricetta che prevede l’uso dello stinco di maiale disossato, in cui però l’osso viene usato nella cottura a insaporire il tutto.
Servire con fette di pane abbrustolito e un filo di goccio d’olio a crudo.
Bon appetit…
Brodo “ricco” di Natale:
Cara Sigrid, questo piatto è la mia ricetta di Natale. È un piatto caldo e ricco, che può essere consumato in qualsiasi giornata di inverno.
Dosi per 6 persone:
1 pollo intero ruspante
2 cipolle
3 carote
1 gambo di sedano
1 pomodoro maturo
sale
olio extra vergine di oliva
2 piedi di scarola
300 g. di parmigiano reggiano
pangrattato
2 uova
pepe
prezzemolo
Preparate il brodo di pollo: Portate l’acqua a ebollizione, salatela e gettatevi il pollo intero, ben lavato e a cui avete tolto la pelle. Aspettate che il pollo schiumi, dopodiché gettate le verdure, che avrete già sbucciato e lavato. Aggiungete un filo di olio extra vergine di oliva. Coprite e lasciate cuocere il brodo per almeno 3 ore. Il brodo dovrà risultare saporito, ma restare leggero.
A parte preparate la scarola: Lavate la verdura e cuocetela in poca acqua bollente e salata per una decina di minuti. Togliete la scarola dall’acqua e lasciatela scolare bene. Una volta scolata, tagliuzzatela finemente e mettetela da parte.
Preparate poi le polpettine di parmigiano reggiano: in un recipiente mescolate il parmigiano con del pangrattato (possibilmente fatto in casa, con gli avanzi del pane, che avrete fatto seccare e poi tritato con un tritatutto o un frullatore elettrico). Aggiungete il prezzemolo e il pepe. Infine amalgamate il composto con le uova fresche. A questo punto formate delle piccole polpettine, che friggerete in abbondante olio di oliva ben caldo. Non appena le polpettine inizieranno a gonfiarsi e a dorare, toglietele dall’olio e ponetele su di un panno assorbente per eliminare l’olio residuo.
Togliete il pollo dal brodo e tagliatelo molto finemente. Mettete via le verdure dal brodo e filtratelo.
Ora dovrete solo comporre il piatto, riportando tutto nella cocotte. Aggiungete al brodo bollente i pezzettini di pollo, poi la scarola tagliuzzata e infine le polpettine di parmigiano fritte. Lasciare insaporire il brodo con la scarola e le polpettine, tenendo il fuoco basso.
Servite il consommé bollente, avendo cura di non lasciare nessuno senza polpettine!
MY VERY FIRST LAMB TAGINE!!
Ok..premetto che non mi sono mai cimentata molto in questi grossi piatti tipicamente domenicali..perchè c’ha sempre pensato la mamma! Da Ottobre però sono in Erasmus a Münster (NRW – DEUTSCHLAND) e quindi il pranzone della domenica (quello che ti sazia fino a sera) ho iniziato a prepararmelo da sola. Oggi tocca alla TAGINE DI AGNELLO!!
Il giorno prima: prendere 500gr di carne di agnello e tagliarla a bocconi spezzatinabili. Mettere in una ciotola e irrorare con 2 cucchiai d’olio, il succo di un mandarino (poi tagliare quest’ultimo a fettine e buttarlo sopra alla carne), 2 cucchiai rasi di “LAMM TAJINE GEWüRTSMISCHUNG” (miscela di spezie comprata al bellissimo mercato del sabato am Domplatz contenente: pepe di Cayenna, curcuma, coriandolo, cumino, trigonella, paprica, pimento, semi di senape, peperoncino, zenzero, finocchio, aglio), 2 spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima, timo, kumquat essiccati tagliati a cubetti, una punta di cannella e salare. Mescolare e poi massaggiare delicatamente la carne con le mani, quindi raccogliere il tutto e avvolgere stretto in pellicola e lasciar riposare in frigo per tutta la notte.
DOMENICA: tagliare a pezzettoni 4-5 cipolle di piccole dimensioni e rosolarle con un po’ d’olio (senza friggerle!!) quindi aggiungere la carne con tutto quello che c’era nella marinata (eccetto gli spicchi d’aglio!) e rosolarla bene all’esterno. Aggiungere qualche carota tagliata a tocchi e un po’ di cavoletti di Brxuelles (LOL!!) tagliati a metà, e rosolare insieme alla carne per qualche minuto, quindi sfumare con un bicchiere di vino (io ho usato del marsala, perchè mi sembrava che il suo dolciastro si sposasse bene con il resto degli ingredienti). Evaporato il vino aggiungere 4-5 cucchiai di polpa di pomodoro, un pizzico di zucchero e aggiustare di sale le verdure. Quindi coprire il tutto con del brodo (io ho usato in realtà dell’acqua, ma penso che sarebbe meglio del brodo vegetale..eviterei il brodo di carne, mi da’ l’idea che potrebbe interferire con quel RETROGUSTO DE SELVADEGO, che è esattamente quello che vado cercando nella carne d’agnello!), portare ad ebollizione, quindi abbassare la fiamma al minimo e far “pippare” col coperchio. Dopo circa un’ura e 1/4 di cottura aggiungere qualche 10-12 prugne secche denocciolate e tagliate in 2-3 pezzi e un cucchiaio di miele. Proseguire la cottura a fuoco basso per’un’altra mezz’ora, quindi scoprire la pentola e alzere il fuoco in modo da far evaporare gli eventuali liquidi in eccesso.
Come accompagnamento si può servire lo stufato (piuttosto zupposo) all’interno di una pagnotta scavata, oppure con del riso bianco, del cous-cous, o (perchè no?) una belle polenta nostrana, magari a grana un po’ “ruvida”..
Ci sono anch’io!
http://ilcastellodellepadelleincrociate.wordpress.com/2011/02/14/cocotte-si-cocotte-no/
Il tepore della propria casa, i miei amori accanto, il dolce borbottio di questa zuppa che cuoce nella sua cocotte: questa è la mia ricetta della felicità, cara Sigrid e te la voglio raccontare per filo e per segno!
Questa zuppa la preparava mia madre ad ogni mio compleanno ed, essendo un vero comfort food, non passa inverno che io non la prepari (in versione un po’alleggerita) per la gioia mia, di mio marito e di mio figlio di 2 anni. È una zuppa molisana di verze e patate (eh sì, incredibile ma vero, con questa ricetta riesco a far mangiare la verza a mio figlio!), si chiama “la minestra della zita” perché arricchiva i banchetti nuziali (zita = sposa in dialetto molisano), e si serve con una focaccia di farina di mais.
Ingredienti x 6
Acqua
Osso di prosciutto, cotiche, zampa di maiale, 6 salsicce
½ cipolla, aglio, 1 costa di sedano,
1 verza
5 o 6 patate
750 gr di farina di mais,
1/ bustina di lievito per dolci
olio evo
parmigiano grattugiato
crosta di parmigiano o altro formaggio
sale e pepe q.b.
Riempite la cocotte con dell’acqua e portatela a bollore, preparate un bollito di maiale mettendo nell’acqua l’osso di prosciutto, le cotiche, la zampa, la ½ cipolla e la costa di sedano. Di tanto in tanto schiumate l’acqua. Intanto pulite e spezzettate la verza, sbucciate e tagliate a cubetti le patate. Una volta che il brodo è pronto, rimuovete dall’acqua gli odori e le parti di maiale utilizzate e versatevi la verza, le patate e le salsicce, quindi salate. Lasciate cuocere e intanto preparate la focaccia, impastando in una ciotola la farina di mais con un cucchiaio di olio evo, un pizzico di sale, ½ bustina di lievito per dolci e dell’acqua. L’impasto deve risultare omogeneo e abbastanza solido (per consistenza deve assomigliare ad una frolla). Ungete una teglia e modellatevi l’impasto con i palmi delle mani, cuocete la focaccia per 15-20 min. a 180 gradi, finché è dorata. A zuppa quasi pronta rimuovete un po’ d’acqua in modo che la zuppa non sia troppo liquida ed inserite nella cocotte delle croste di formaggio, facendo bollire il tutto ancora per un po’. Condite con dell’aglio tritato, del pepe e del parmigiano e rimuovete dal fuoco. Nel fondo del piatto adagiate un pezzo di focaccia spezzettata e versatevi la zuppa di verdure ancora fumante, spolverizzate con altro parmigiano e irrorate con un filo d’olio evo.
Non amando particolarmente il maiale, realizzo questa gustosa zuppa di verza sostituendo al bollito di maiale della semplice acqua bollente.
Ciao Sigrid, ti ricordi di noi?, siamo le ragazze delle margheritine di Stresa…
Siamo a Londra ormai da mesi ma ti seguiamo sempre e vogliamo più che mai partecipare a questa tua iniziativa con quella che è la ricetta che ha accompagnato i miei (Marcella) Natali. Si tratta del “Baccalà Arracanato” che vuol dire letteralmente baccalà gratinato, è una ricetta di origine Molisana che solitamente si realizza appunto nel periodo natalizio, precisamente durante la Vigilia di Natale quando appunto la tradizione vuole che si mangi di magro.
Gli ingredienti sono:
500 gr. baccalà già ammollato e ben dissalato
200 gr. mollica di pane
200 gr. noci tritate
50 gr. uva passa meglio se bianca
100 gr. olive nere
q.b. olio evo
q.b. vino bianco
q.b succo di limone
qualche foglia di alloro
uno spicchio d’aglio, una cipolla bianca
sale e pepe
Preparazione:
Pulire e tagliare a metà lo spicchio d’aglio e strofinarlo sulle pareti della cocotte fino a consumarlo, versare un’pò d’olio nella cocotte e far imbiondire la cipolla affettata sul fuoco.
Togliere la cocotte dal fuoco.
Tagliare a pezzetti il baccalà e disporne un primo strato nella cocotte.
Preparare un impasto con la mollica di pane , le noci, le olive, l’uva passa, il succo di mezzo limone e mezzo bicchiere di vino, sale e pepe.
Ricoprire il baccalà con l’impasto e fare vari strati di baccalà e impasto fino ad esaurimento degli ingredienti, l’ultimo strato dev’essere di impasto.
Irrorare con il succo del mezzo limone rimasto, un bicchiere di vino e uno di acqua calda, disporre le foglie di alloro nella cocotte, un pò di sale e pepe e chiudere con il coperchio. Cuocere a fuoco basso (bassissimo) per almeno 1 ora (ma anche un pò di più).
La ricetta originale prevede la cottura lenta di tutto sotto i carboni ardenti del camino, oggi le nonne molisane lo fanno sia sul fuoco che al forno, l’importante è che alla fine, se cotto sul fuoco sia gratinato per 10 minuti al grill per dorarlo in cima.
Grazie per questa bella iniziativa, devo dire che ci sono un sacco di ricette davvero interessanti, mi sà che ci tocca stamparle tutte!!!
Baci
Sigrid io partecipo con questa ricetta Stufato di salsicce, patate e piselli
4 salsicce tagliate a tocchetti
400 g di patate
1 barattolo di piselli
1 cipolla
1oo g di pancetta a tocchetti
1 carota
300 ml di brodo (ottenuto con il dado granulare o brodo vegetale di verdure fresche)
200 g di funghi misti
2 cucchiaia di passata di pomodoro
rosmarino
alloro
sale e pepe
In un tegame(meglio se di ghisa)soffriggere la cipolla con la carota tagliata a dadini e la pancetta, aggiungere le salsicce tagliate a tocchetti non troppo piccoli, il rosmarino, l’alloro e far andar il tutto per qualche minuto, dopo di che aggiungere un mezzo bicchiere di brodo(oppure vino bianco).
Nel frattempo che il brodo si asciughi un po, tagliare le patate a cubetti e versarle nel tegame, aggiungere i piselli e un paio di cucchiaia di passata di pomodoro, il restante brodo. Regolare di sale e pepe e cuocere il tutto circa 30 minuti.
Ciao Sigrid, ecco la mia ricetta, ti lascio il link. Grazie per l’opportunità e a presto.
Liz
http://lacuisinedeliz.blogspot.com/2011/02/minestrone-alla-genovese-chez-liz.html
Ok Cavoletto, mi hai fregato! Dopo anni che ti seguo ho deciso di scoprirmi… In realtà volevo commentare a riguardo dell’adesione all’iniziativa di Norma Carpignano ma intanto che pensavo a come esordire…ecco che arriva il primo concorso dal giorno in cui mi sono detta: “Al primo nuovo concorso del cavolo partecipo! :) “.
Bene.. sta di fatto che di tutti i concorsi cruciferi che sono stati indetti finora questo è il meno adatto a me :( …gli spezzatini, i brasati, gli arrosti sono cose che non ho mai sperimentato, a parte qualche ricettina qua e là che non posso assolutamente riproporti visto che…. sono tue!!! Bene.. pensa che ti ripensa… ormai ero sull’orlo della disfatta, convinta del fatto che non avrei partecipato nemmeno a questo concorso ma… ecco l’illuminazione! I passati di verdura!!! E dal momento che nel concorso sono incluse anche ricette “meat-free”, ho pensato di proporre la seguente cremina di cavolfiore, che quando l’ho assaggiata, beh insomma, mi sembrava di essere in paradiso.. E tra l’altro gli ingredienti principali sono praticamente due: il cavolfiore e l’aglio che dà quel sapore perfetto che arrotonda il tutto. Ah dimenticavo.. questa crema normalmente la consumo come piatto unico, ecco perché ho deciso di proporla, accompagnata magari da dei crostini ottenuti semplicemente scaldando al forno dei cubetti di pane. Penso però che si potrebbe ottenere un ottimo purè di cavolfiore semplicemente facendola ridurre sul fuoco, per accompagnare poi della carne magari dal sapore non troppo deciso dato che la crema è abbastanza delicata.
Crema di cavolfiore versatile
1 cavolfiore
3 spicchi d’aglio
1 patata
brodo qb
poco olio
sale e pepe
Lavare per bene il cavolfiore dividendolo in cimette. Pulire e pelare le patate, dopodiché tagliarle a tocchetti e disporle sul fondo della vostra pentola (o cocotte… =)) con un filo d’olio fino che le patate non saranno leggermente dorate. A questo punto potete aggiungere le cime di cavolfiore in modo che si scottino pure loro. Dopo che avrete insaporito tutte le verdure potete aggiungere un po’ d’acqua e l’aglio, che così non rischierà di bruciare, lasciar cuocere così ancora per qualche minutino e poi versare tanto brodo quanto basta per coprire tutte le verdure. Adesso non resta che andare a finire di stendere i panni, raccogliere un po’ di porri nell’orto per il risotto di domani, farsi una doccia e preparare la tavola. =) Inomma lasciate pure che le verdure stracuociano, così sarà più facile frullarle alla fine e ottenerne così una vellutata che riscalda il cuore e accarezza il palato =)
Buon appetito a tutti!
La mia ricetta a lunga cottura è un ricordo bellissimo di infanzia che ancora oggi, ogni tanto, ho il piacere di poter gustare. Si tratta del gulasch! Diciamo che a casa nostra era la ricetta della domenica, giorno in cui il mio papà non lavora(va) e poteva dedicarsi alla cucina.
Il tutto iniziava con una visita al macellaio di fiducia per aquistare la polpa di manzo migliore che poi a casa avrebbe tagliato a cubetti, mentre io e i miei fratelli tentavamo di aiutarlo pelando goffamente delle patate. E poi l’attesa, lunga, interminabile, prima di poter assaggiare questo piatto: la carne si scioglieva in bocca, le patate cotte insieme alla carne prendevano un sapore delizioso e alla fine, soddisfatti, rinunciavamo anche al dolce! Non conosco le dosi, anche perchè, peso della carne a parte, a casa si va “a occhio”:
polpa di manzo circa 800 gr
cipolle
uno spicchietto d’aglio
paprika dolce
carota
patate
sale e pepe
salsa di pomodoro
Si fa soffriggere la cipolla tritata in un filo d’olio,si aggiunge lo spicchio d’aglio (intero, cosi poi si può togliere)e aggiungere la carne. Togliere dal fuoco e aggiungere la paprika. Dare una bella rimestata, aggiungere la salsa di pomodoro ed allungare con dell’acqua tiepida. Far cuocere per un’oretta dopodiche aggiungere le patate tagliate in quattro. Coprire a filo con acqua tiepida e far cuocere ancora per circa quaranta minuti.
Questa mitica Cocotte ha dato il via ad una valanga di commenti e di ricette interessantissime, ed è veramente un bel passatempo in questo grigio lunedì leggerle tutte! Leggi… leggi… anche a me è venuta l’ispirazione! Mi è tornata in mente una ricetta di famiglia, tramandata alle nuove gernerazioni dalla suocera, Lucchese di nascita e Viareggina di adozione. Quindi sicure, anche se geograficamente non meglio precisate,le origini toscane del MAIALE CON I RAPINI (ovvero MAIALE CON CIME DI RAPA), davvero imperdibile!!! Le dosi sono a occhio, personalmente abbondo con le cime di rapa perchè cotte in questo modo sono la cosa più buona… con la lenta cottura si insaporiscono legandosi alla perfezione con il sughino della carne e diventano davvero deliziose!
Procedimento:
Scaldare nella Cocotte olio, aglio a spicchi e peperoncino. Aggiungere la carne di maiale, mista tra costine, salamini e braciole.
Quando la carne sarà ben dorata, bagnare con abbondante vino rosso e far evaporare.
Aggiungere a questo punto le cime di rapa, brodo di carne se necessario e proseguire a lungo la cottura, finchè la carne non inizia a disfarsi.
PS: Da tanto leggo il tuo Blog e sperimento… tante delle tue ricette hanno avuto un tale successo da diventare “nostre” ricette di famiglia! Questa è la prima volta che lascio un commento!!! Sarà quella buona??? Grazie mille di tutto!
“Cinghiale del Prete”
1kg di prete di manzo
2 cipolle rosse
2 gambe di sedano
2 carote
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva toscano (meglio se da agriturismo di amici!)
1 bottiglia di vino bianco secco (l’ideale sarebber vino greco Retzina)
ginepro
una spolverata di farina
rosmarino fresco
Questa ricetta nasce da una fantasia nel cercare di replicare una ricetta segreta di un piatto delle colline piacentine dove come dei fedeli pellegrini ci rechiamo ad assaporare periodicamente il cinghiale. Ma vale solo per il cinghiale? Perchè non con il manzo, un bel taglio di Prete, mi sembra l’ideale!
Talgiare la carne a pezzetti come per uno spezzatino. Mettere sul fuoco una padella larga e bassa antiaderente con un “mignolo” d’olio ed aggiungere una decina di bacche di ginepro, lasciar insaporire l’olio a fuoco basso. Quando il profumo di ginepro avvolge la cucina, aggiungere la carne spolverata da un’ombra di farina, e farla rosolare da ambo i lati a fuoco alto. Nel frattempo in un tegame alto con fondo spesso, ideale la cocotte, far rosolare le verdure tritate con un poco d’olio e vino. Appena la carne è dorata aggiungerla alle verdure aggiungendo ogni tanto del vino, fino a versare l’intera bottiglia. Aggiungere anche l’olio con il ginepro della padella ed il rosmarino tritato. Lasciar andare a fuoco lento ed ogni tanto girare con una paletta piatta per non far rassodare il sugo sul fondo. Se necessario aggiungete un po’ d’acqua per mantenere morbido il sugo. Dopo 2 ore assomiglieràààà ad una poltiglia unica e penserete ad un fallimento, non disperate! Come per magia con l’aggiunta di una goccia d’olio il sugo tenderà nell’ora successiva a raddensarsi sul fondo e lasciar spazio alla carne ed ad unsughetto speciale trasparente. dopo la terza ora il “cinghiale del prete” sarà pronto!
…la prova del nove è stata far assaggiare il piatto al mio amico compagno di pellegrinaggio per degustare il cinghiale, il commento è stato “..mhhh, ma sembra quello di…ha lo stesso sughetto…mhh…”. Buona cucina!
Michele
Dunque, ecco la mia ricettina del cuore, che scalda e coccola tutta la mia famiglia quando fuori il tempo è grigio e freddo come oggi, qui a Milano…
POLLO ALLE CIPOLLE
Tagliare il pollo a pezzi (io compro dal mio pollivendolo di fiducia al mkt di Papiniano sovracosce, cosce e ali, nn amiamo molto il petto…;-)e rosolarlo in una padella a fuoco vivace. Salare e pepare.
In una COCOTTE ROSSO FUOCO ;-) sciogliere in un filo d’olio buonissimo e una noce di burro 3 o 4 cipolle affettate a velo (più sono e meglio viene il piatto). Salare leggermente, aggiungere il pollo, bagnare con un bicchiere di birra (sapore più delicato) o di vino rosso (versione più robusta), incoperchiare e dimenticare la cocotte sul fuoco dolcissimo per un paio d’ore.
Servire con puré vero di patate vere o con riso pilaf.
Le cipolle si trasformano in un sughino dolce, deliziosamente profumato, e il pollo si scioglie in bocca…
Buon San Valentino!!!
Carissima Sigrid,
è con vero piacere condividere con te questa ricetta. Una delle tante cose che mi piace leggendoti è il raccontare in modo minuzioso le tue ricette; questa ‘mania del dettaglio’ e di essere così creative deve far parte di noi del segno della bilancia :-))) (ovviamente è anche il mio segno :-))
Si tratta di uno spezzatino a mio avviso davvero gustoso: una ricetta di una maestra di scuola elementare che da sempre prepara la mia mamma ma che anch’io spesso cucino.
SPEZZATINO DELIZIOSO
300 gr. pancetta affumicata
olio (o burro) x soffriggere
450-500 gr di spezzatino(manzo)q.b.
100 gr. funghi porcini secchi(se non li avete si possono usare anche champignon)
1 vassoietto di cipolline borretane (già pulite e pronte all’uso)
1 bicchiere 1/2 di vino rosso corposo
1 dado
1 cucchiaio di farina bianca
sale, pepe
Soffriggere nell’olio la pancetta tagliata a dadini fino a che diventa bella “croccantina”.
Quindi toglierla dalla pentola e metterla da parte. Nello stesso condimento far rosolare la carne e quando si è scottata mettere un cucchiaio di farina bianca. Unire quindi la pancetta precedentemente rosolata insieme ai funghi (ammollati in acqua tiepida e strizzati), alle cipolline, al vino rosso e al dado. Aggiustare di sale e pepe
Lascio cuocere il tutto per circa 2h a fuoco lento (se dovesse asciugarsi troppo aggiungere un pochino di brodo di dado) e servire questo spezzatino (x me mitico) con polenta o purè di patate.
Buon appetito e…let’s cross the finger!:-)
Cara Sigrid, questa è la mia ricetta con la storia della sua origine:
Si racconta che a Napoli nelle caldi notti d’estate, le giovani donne in età da marito cucinassero un piatto particolare, i cui aromi e effluvi arrivavano molto lontano, ben oltre la riva delle famose acque del golfo. Gli uomini, non potendo resistere all’ebbrezza prodotta da tali profumi, venivano richiamati e come catturati in una sfera magnetica. Il vapore che dalle pentole si alzava, e il lieve rumore della carne che cucinava lentamente nel tegame, davano il via ad una musica di misteriosa provenienza, che come il canto di una dolce Loreley, ammaliava i sensi e le membra degli uomini della città. Si narra che gli uomini accorressero in gran folla davanti alle cucine di queste giovani donne, e cadessero ai loro piedi, non appena avessero assaporato il piatto, che con grande passione e dedizione veniva loro offerto. Si dice che anche saggi e filosofi, musicisti e perfino alcuni uomini di chiesa, siano stati rapiti dalla magia di questo piatto. Ma erano soprattutto i numerosi forestieri, commercianti e navigatori, che in quei giorni gremivano la città, e i quali, non conoscendo le arti delle belle incantatrici, si lasciavano trasportare in questa conturbante atmosfera. Le spezie e le erbe usate per condire il piatto, avvolgevano la carne umida di succhi profumati, i quali mescolandosi al calore del vino che penetrava nello stufato, creavano tutto intorno una nuvola di rara sensualità. I marinai che giungevano al porto stanchi e affamati dal lungo viaggio, si affollavano presso le cucine per chiedere ristoro e un po’ di calore tra le braccia delle fanciulle. Sembra che il vapore delle cucine avrebbe ripulito i loro corpi dalla spessa salsedine e avrebbe unto la loro pelle arsa dal sole come fosse un denso unguento profumato.
Secondo la leggenda questo piatto, di cui ora presenterò la ricetta, sarebbe servito alle ragazze come oracolo per capire a chi tra tutti gli uomini accorsi nelle loro cucine e legati da questo magico incantesimo, potesse realmente appartenere il loro cuore. I marinai, che come è noto, non resistono più di una notte tra le braccia di una stessa donna, venivano talmente sedotti dalle giovani cuoche, da non voler più lasciare la città e desiderare di rimanere per sempre in quel luogo magnifico. Ma a solo uno di loro veniva concessa davvero la possibilità di restare e di appartenere per sempre alla donna che li aveva sedotti. Tutti gli altri erano costretti a ritornare al loro triste destino di eterni vagabondi. Si narra che molti di loro impazzirono al solo pensiero di dover abbandonare la città e le loro ospiti seducenti. Solo colui, che dopo il lungo e appassionato pasto, riusciva a mantenere vivo il fuoco e il calore in cucina con giochi altrettanto lunghi e appassionati, avrebbe conquistato la donna desiderata e sarebbe restato per sempre al suo fianco.
Questa ricetta l’ho ricevuta da mia madre a cui è stata a sua volta tramandata da mia nonna, e a questa dalla mia bisnonna, e così via. Non so dire se la leggenda sia vera, ma è di sicuro in questo modo che tutte le donne della mia famiglia, ormai da lunghe generazioni, hanno sedotto e legato a loro per sempre i loro amanti …. L’unico modo per scoprire se la leggenda è vera o meno, è quello di preparare questa ricetta, di offrirla al vostro uomo il giorno di San Valentino e aspettare che il piatto generi gli effetti desiderati.
Dosi per 2 persone:
500 g. di carne di vitella
3 cipolle dorate
3 carote
1 gambo di sedano
olio extra vergine di oliva
150 g. di uva sultanina
150 g. di pinoli
1 bicchierino di rum
1 spicchio d’aglio
1 mazzetto di prezzemolo tritato
sale
pepe nero
alcuni chiodi di garofano pestati
1 bicchiere di vino rosso
500 g di fusilli freschi napoletani
parmigiano reggiano grattugiato
pepe verde in grani
Per prima cosa va preparato il fondo di cottura: tritate le cipolle, anche grossolanamente, tagliate le carote a julienne e mettete da parte un piccolo gambo di sedano. Mettete tutto nella vostra cocotte Le Creuset, bagnate con dell’olio extra vergine di oliva e aggiungete un pizzico di sale, per ammorbidire gli odori e evitare che si rosolino troppo. Fate rosolare a fuoco lento.
Intanto con le fettine di vitella preparate gli involtini: aprite la carne su un tagliere e su ogni fettina mettete dell’aglio e del prezzemolo tritato, dei pinoli, l’uva sultanina che avevate bagnato in precedenza in un bicchierino di rum e acqua. Salate e aggiungete del pepe nero in polvere. Chiudete gli involtini, usando del filo da cucina.
Una volta che le cipolle e le carote saranno ben rosolate, fate cadere uno a uno gli involtini nella pentola e aggiungete qualche chiodo di garofano. (Non esagerate con i chiodi di garofano, i quali, pur essendo un ottimo afrodisiaco, possono coprire gli altri odori, invece di esaltarli).
Dopo aver fatto rosolare gli involtini, irrorarli con del buon vino rosso. Fate evaporare l’alcool e coprite poi la cocotte con il suo coperchio. La carne continuerà a cuocere nei suoi aromi e nel vino.
La ricetta originale prevede una cottura lenta e molto lunga, di circa 3 ore. Io preferisco una versione leggermente più veloce. Lasciate cuocere comunque a fuoco basso, finché le cipolle e le carote abbiamo formato insieme al vino un sughetto morbido e succulento.
A questo punto passate al setaccio le verdure, così da creare una crema morbida, con cui condire i vostri maccheroni freschi, cotti a parte in acqua salata. Cospargete la pasta con abbondante parmigiano reggiano e qualche grano di pepe verde e servite insieme agli involtini.
Buon appetito e buon San Valentino a tutte!
Daniela
ooops….piccolo ERRATA CORRIGE: sorry!
Mi sono accorta di avere scritto 200 g di concentrato di pomodoro, invece dovrebbero essere 400g, anche di doppio concentrato eventualmente, che poi corrisponde ad un barattolo grande di concentrato che si trova al supermercato. Se usate quello fresco fatto in casa, beh meglio. Comunque confesso che per queste cose io mi regolo un po’ ad occhio, in ogni caso dato il lunghissimo tempo di cottura si possono fare delle modifiche e aggiunte in corso d’opera!
Cara Sigrid,
ti seguo silente da tantissimo ormai e proprio tu hai scatenato in me, nel tempo, la voglia di avere una cocotte grande (cocottine ormai ne ho già tante) dove poter provare le ricette che proponi.
Come tante di noi, eccomi quindi qui a competere!o meglio, per il contest ho chiesto aiuto alla mia mamma Maria, che mi ha trasmesso l’amore per la cucina (non dimenticherò mai i pomeriggi ad osservarla cucinare aiutando un po’ qui e un po’ lì con il naso che arrivava a malapena al tavolo della cucina…che emozione!!!), l’amore per il cucinare per gli altri -a volte anche sacrificando un po’ sè stessi- e quindi…l’amore per gli altri!
Se vinceremo, regalerò quindi la cocotte rossa alla mia mamma, che se la merita più di me!
La ricetta che lei ha selezionato tra le sue è la seguente:
Anatra all’Arancia Caramellata (che io sottotitolo “Anatra di Mamma Maria”!)
Ingredienti:
1 anatra di circa 1 kg
olio due – tre cucchiai
1 scalogno
1 rametto di rosmarino
2 foglie di salvia
1 chiodo di garofano
1 bicchiere di vino bianco
sale e pepe
Per la salsa:
1 arancia
1 limone
zucchero e aceto
Lavate l’anatra e asciugatela. Mettete nella cocotte l’olio e fate rosolare l’anatra per bene da tutte le parti, aggiungendo lo scalogno affettato, il rosmarino, la salvia e il chiodo di garofano. Salate e pepate.
Aggiungete a questo punto il vino e lasciate evaporare. Ora mettete la cocotte in forno con il suo coperchio a 180 gradi e fate cuocere l’anatra per 30 minuti, bagnandola spesso con il suo sugo.
Preparate intanto la salsa per caramellare il volatile.
Sbollentate la scorza dell’arancia senza la parte bianca per alcuni minuti e tagliatela a julienne. Mettete sul fuoco un pentolino e versate 2 cucchiai di zucchero con un bicchierino di aceto. Fate rapprendere a fuoco vivo, aggiungendo il succo dell’arancia e 1/2 limone spremuto e la julienne.
A cottura ultimata dell’anatra scoperchiate la cocotte e versatevi sopra la salsa, lasciando insaporire ancora per 5 minuti.
Portate in tavola versando il caramello sull’anatra e guarnendo il piatto con fette d’arancia. Buon Appetito!!!
ecco, vi ho riportato esattamente la ricetta come me l’ha mandata lei via email (con l’aiuto del papino, un’intera famiglia mobilitata!): la scansione di un foglio sul quale lei l’ha scritta a mano per me!
io il mio regalo ce l’ho già, l’ennesima ricetta di mamma con la sua meravigliosa e accogliente scrittura, la ricetta la regalo anche a te Sigrid e a voi tutte, e, se vincerà, per Maria ci sarà la cocotte!
Grazie Sigrid perchè tramite questo contest mi hai avvicinato ancora un po’ di più alla mia mamma (ora abitiamo in città lontane e ogni pretesto per fare qualcosa insieme, anche se tramite web, è una gioia!)
Buon San Valentino a tutte!
Manù
Prima di cominciare, ciao!
Ti seguo da un po’ e ho gia’ provato alcune delle tue ricette che mi sembrano sempre particolari e divertenti! Sono un’appassionata di cucina, che alla tenera eta’ di 40 anni, beh, non ancora, tra un mesetto, sta seriamente pensando di trasformare il suo hobby in qualcosa di diverso. Ho capito che cucinare per gli altri e farli stare bene fa stare bene anche me, quindi come si dice perche’ non unire l’utile con il dilettevole??!!!
Per questo contest, che e’ anche il primo, o l’unico?, a cui partecipo ti regalo la mia rivisitazione del ragu’ in versione siciliana
Ragu’ “della siciliana”
500 g di carne macinata di vitello (non troppo magra)
500 g di salsiccia siciliana col finocchietto (potete anche farvi dare direttamente l’impasto, oppure in mancanza della materia prima, che si trova facilmente solo in Sicilia, potete mettere 500 g di carne di maiale macinata e unire un paio di cucchiaini di semi di finocchio)
200 g concentrato di pomodoro
1 cipolla
2 carote
1 costa di sedano
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di vino rosso
Alloro, salvia, 1 bastoncino di cannella, cacao amaro in polvere
Olio, sale (zucchero, poco, se volete un po’ addolcire il sugo)
Tritare cipolla, carote e sedano e lasciare l’aglio intero e metterli a soffriggere con l’olio (rigorosamente extravergine di oliva!) in una pentola a bordi alti (io utilizzo un tegame di terracotta, dato che ancora non posseggo una cocotte di ghisa, da mettere sul fuoco con uno spargifiamma) e quando sono appassiti aggiungere la carne tritata e fare rosolare bene, facendo attenzione che non si formino delle “polpette”. La salsiccia va precedentemente spellata se e’ stata acquistata intera. Aggiungere lentamente il vino, alzando un poco la fiamma per far evaporare l’alcol, e unire alloro, salvia e cannella. Dopo aver dato una bella, ma delicata, mescolata aggiungere il concentrato di pomodoro e unire acqua circa 2 volte il suo volume (va bene farlo abbastanza liquido, poi si “restringera’” in cottura).
A questo punto lasciarlo sobbollire a fuoco basso per un paio d’ore o fino alla consistenza desiderata, che deve essere cremosa, morbida e non troppo asciutta, girando ogni tanto per evitare che si attacchi sul fondo.
Verso fine cottura aggiustare di sale (eventualmente zucchero) e unire una spolverata di cacao in polvere.
Perfetto per ogni tipo di pasta, lunga o corta, ma va benissimo anche per la pasta fresca all’uovo o per gli anelletti alla siciliana, o le lasagne o…………………………………..
Buon appetito!
Quinoa con verdure
Preparare un brodo vegetale con verdure disponibili, suggerisco zucchini, cavolo verza, sedano, cipolla, carota, varie erbe aromatiche. Cuocere e filtrare per ottenere un brodo limpido.
In una pentola pesante prepare un soffritto standard, abbassare il fuoco e far cuocere lentamente un peperone a pezzetti, due carciofi a fettine (dopo aver tolto il fieno interno , le foglie esterne più dure, ovviamente le spine, e suggerisco di lasciare un pò di gambo, dopo averlo sbucciato), una decina di cavolini di bruxelles tagliati a metà, una patata a cubetti. Poichè i tempi di cottura sono diversi, prima si mette il peperone, poi patata e carciofi, poi i cavolini. Aggiungere un mestolo di brodo, coprire e lasciare cuocere a fuoco molto basso, finchè siano veramente soffici e teneri, diciamo un’ora.
Anche qui non guastano aromi vari, il suggerimento è un pò di curry, semi di anice (pochi), aromi dell’orto.
Mezz’ora prima della fine cottura verdure, far cuocere la quinoa. Poichè in cottura assorbe molto liquido, e cresce parecchio, direi una proporzione di 50 grammi di quinoa con 150 mL di brodo. Portare a bollore poi abbassare la fiamma e cuocere con coperchio per 20-30 minuti, aggiungere un pò di brodo secondo necessità. Alla fine il liquido dovrebbe essere stato completamente assorbito
Al termine, mettere verdure e quinoa nella stessa pentola e amalgamare il tutto. Infine aggiungo o un pò di burro oppure un rosso d’uovo. Rimescolare per bene, lasciare riposare un minuto e si può servire.
Se tutto è andato secondo le previsioni, avremo un piatto di consistenza soffice con gusto bilanciato tra il dolce acidulo del peperone e il lieve amarognolo del carciofo, tamponato dal più neutro sapore della quinoa, patata e cavolini.
ho appena aperto il mio blogghino! e allora non posso non postare la mia ricetta. Semplice semplice, però buona, sa di “mamma”
http://nonsonoadieta.blogspot.com/2011/02/spezzatino-ai-sapori-semplici-e-perfino.html
ciao
Carla
Ecco la mia ricetta preferita tra quelle a luuuuunga e leeeeenta cottura:
Tajine di pollo al limone, olive e patate
4 cosce (complete di sovracosce) di pollo biologico
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di ras-hal-hanut
4 cucchiai di olio evo
succo di un limone
1/2 limone in salamoia
2 pomodori piccoletti o 1 medio (se siamo nella stagione in cui hanno sapore di pomodro)
3 patate medie
qb olive da cottura, oppure olive nere (tipo gaeta)
sale
La preparazione parte due giorni prima: alla sera mettere il pollo in una ciotola di ceramica o vetro con 2 cucchiai di olio evo, il succo di limone, il ras-hal-hanut, l’aglio. massaggiare il pollo, chiudere con pellicola e lasciarlo a sonnecchiare fino al giorno seguente.
In un tegame di coccio da fuoco(meglio la pentola da tajine)o da forno (io uso spesso questa), mettere i rimanenti 2 cucchiai di olio evo, e gli spicchi di aglio recuperati dalla marinatura, scaldare, aggiugere il pollo farlo scottare.
Aggiugere la marinatura, e dopo alcuni minuti il pomodoro, che avrò spelato e privato dei semi; ora aggiugere il limone in salamoia a listarelle. incoperchio e dimentico sul fuoco bassissimo per due ore (o in forno a 180° per due ore e mezzo).
Pelare le patate, farle a tocchi (come patate per lo spezzatino) e aggiugerle alla carne; aggiugere anche le olive nella quantità desiderata (io ne aggiungo una manciata). Lasciare nuovamente cuocere quasi a cottura. Spegnere, sigillare il coperchio con pellicola e lasciare riposare sino al giorno dopo, quando, una volta tolto il sigillo di pellicola, lo scalderemo leeeentamente, facendo finire di cuocere le patate (basterà veramente poco).
Accompagnare con pane arabo.
E’ abbastanza lenta???
Grazie elisa
Ciao a tutti,che giornata!(…pork pies :-)
Pernice cipolline e olive
pernice
cipolla bianca
farina
vino bianco secco
rosmarino
timo
brodo vegetale
cipolline
olive verdi
olio sale pepe
Rosolare la carne in olio,aggiungere la cipolla tritata e un pò di farina,poi 1/2 litro di vino bianco.Salare.Unire il rosmarino(in una garza)e 1/2 litro di brodo caldo.Cuocere per 30 minuti,poi unire le cipolline,le olive e un rametto di timo.Passati altri 30 minuti,togliere rosmarino e timo e pepare.
E buona settimana!
Ecco la mia ricetta: il giorno di Natale ha accontentato anche le bocche più stucche (in vernacolo fiorentino significa “ostiche”)
Stracotto della Lorella
Ingredienti (per 4 persone)
700/800 gr circa di cimalino
3/4 carote
3/4 coste di sedano
1 grossa cipolla
1 rametto di rosmarino
passata di pomodoro
2 spicchi d’aglio
farina
brodo di carne (un litro circa)
sale fino
olio extra vergine di oliva
Preparazione
Affettare grossolanamente le carote, il sedano e la cipolla, tagliuzzare gli aghi di rosmarino e tagliare a metà gli spicchi d’aglio.
Massaggiare la carne con il sale fino e riporla in una ciotola; ricoprirla interamente con le verdure a pezzi e lasciare riposare per un’ora: ogni tanto rimescolare le verdure, in modo da far loro rilasciare tutti gli aromi.
Versare un filo d’olio in una casseruola piuttosto larga e accendere la fiamma del gas.
Togliere la carne dalla ciotola e infarinarla ben bene; quando l’olio è caldo, farla rosolare su tutti i lati, fino a che si formi una bella crosticina dorata.
A questo punto aggiungere tutte le verdure (io tolgo l’aglio) ed un paio di cucchiai di passata di pomodoro. Far riprendere il bollore ed aggiungere un po’ di brodo.
Abbassare la fiamma al minimo e mettere il coperchio.
Lasciar cuocere per 2 ore e mezzo/3 ore circa, controllando via via e aggiungendo il brodo, se necessario.
A fine cottura, levare la carne dalla casseruola e metterla da parte; con un frullatore ad immersione ridurre le verdure in salsa.
Tagliare la carne a fette piuttosto spesse e versarvi sopra un po’ di salsa: servire il resto della salsa a tavola. E per contorno ? Un purè di patate (naturalmente fatto in casa !) sarà perfetto.
Buon appetito !!
Cara Sigrid mi unisco anch’io con la mia ricettina di famiglia!
http://www.cucinamenti.it/2011/02/13/il-piatto-del-di-di-festa-in-anticipo/
Mamma mia quanti siamo! :))
Ciao Sigrid,
ecco il link alla mia ricetta per partecipare al Giveaway.
Sauté di agnello ai fichi.
http://nerodiseppiablog.wordpress.com/2011/02/13/saute-di-agnello-ai-fichi/
A presto e croisons les doigts!
Doriana
cara Sigrid, ci provo anch’io…chissà, nella vita non si sà mai!
Questa è la ricetta di una torta salata di carne e birra Guinness che ho preso da un libro di un cuoco che a me piace tanto: Jamie Oliver..L’ho fatta un paio di volte e a noi è piaciuta molto.
olio d’oliva
3 cipolle rosse tritate
3 spicchi d’aglio tritati
30 gr. di burro
2 carote tritate, 2 gambi di sedano tritati
4 funghi affettati
1 kg. di punta di petto di manzo tagliata a cubetti di 2 cm.
aghi di rosmarino tritati
sale e pepe
1 lattina di birra Guinness
2 cucchiai di farina
200 gr. di cheddar grattuggiato(io lo sostituisco con emmental)
1/2 kg. di pasta sfoglia
1 uovo
Riscaldare il forno a 190°. Scaldare in un grande tegame l’olio con le cipolle e l’aglio, aggiungere il burro, le carote il sedano e i funghi.
Mescolare bene e unire il manzo, il rosmarino, un pizzico di sale e il pepe.
Far cuocere a fuoco vivo, per 3-4 minuti e versare la Guinness, aggiungere la farina e coprire il tutto con dell’acqua.
Portare ad ebollizione e mettere a cuocere in forno, coprendo con il coperchio per circa 1 ora e mezza. Tirarlo fuori dal forno, mescolare e far cuocere ancora per almeno un’altra ora. Lo stufato deve essere bello scuro e denso e la carne tenera.
Stendere in una pirofila metà della pasta sfoglia e versare lo stufato, irrorarlo con il formaggio grattugiato e coprire con l’altra pasta sfoglia stesa.
Sigillare bene i bordi e spennellare con l’uovo sbattuto.Infornare nuovamente nella parte bassa del forno per 45 minuti finchè la torta sarà dorata e gonfia…
E’ una bomba di gusto e di calorie…adatta alle giornate fredde. Lui la serve con un semplice contorno di piselli saltati al burro..io con una fresca insalata..
POLLO IN CROSTA DI PATATE
Partecipo con questa ricetta che è il classico pollo e patate in veste un po’ diversa.
Prendere la cocotte e coprire il fondo con un giro d’olio e una cipolla affettata. Adagiare sopra un pollo tagliato a pezzi, una decina di pomodorini ciliegia tagliati a metà e qualche ciuffo di rosmarino. Versare nella cocotte un dito d’acqua, salare e pepare.
Tagliare ca. 2 patate a fette sottili (la quantità delle fette deve bastare per coprire completamente il pollo senza però sovrapporsi) e condite con olio, sale e pepe. Coprite quindi il pollo con uno strato di patate.
Porre la cocotte su un fuoco medio, lasciando il coperchio appena scostato. Cuocere un’oretta o finchè il pollo non è cotto e le patate morbide. Se il fondo si asciuga troppo, aggiungere poca acqua.
A cottura ultimata togliere il coperchio, cospargere le patate con un po’ di parmigiano e infornare la cocotte con funzione grill. La pietanza è pronta quando sulle patate si è formata una bella crosticina dorata.
Questa è la ricetta di come l’ho fatta finora, ma la prossima volta voglio inserire tra i pezzi di pollo anche degli spicchi d’aglio in camicia per provare la purea di aglio cotto sui crostini, come suggerito da Sigrid nella ricetta del pollo con 40 spicchi d’aglio.
Questa non è farina del mio sacco ma per…un paio di coccotte Le Creuset…
Direttamente dal bellissimo libro di Claudia Roden La cucina del medio oriente, leggermente adattato.
Mishmishiya
1kg di carne magra di agnello a cubetti, sale, olio extra di oliva, 1-2 cipolle finemente tritate, 1/2 – 1 cucchiaino di coriandolo in polvere, 1/2 – 1 cucchiaino di cumino di Malta(Cuminum cyminum)in polvere, 1/4 – 1/2 cucchiaino di cannelle in polvere, pepe nero, 1/4 cucchiaino di zenzero in polvere, 250 gr di albicocche essiccate ammollate e passate al setaccio, 50-60 gr di mandolrle macinate 1/4 cucchiaino di zafferano in polvere (facoltativo), 1 cucchiaino di acqua di rose (facoltativo)
Mettere la carne nella cocotte con un po’ di olio di oliva, aggiungere tutti gli altri ingredienti e un bicchiere di acqua. Procedere fuoco lento non si deve rosolare. La cottura deve essere molto lenta, richiederà circa due ore.
Un piatto persiano direttamente dal trattato di cucina di al-Baghdadi del tredicesimo secolo.
Ahi ahi ahi Sigrid te la sei proprio cercata questa volta …..tu ingenuamente butti lì un invito e guarda che succede!!!! Bello però questo profluvio di tradizioni casalinghe, cotture familiari, racconti che vengono donati a tutti noi che passiamo per la piazzetta.
Purtroppo arrivo tardi e vedo che le (poche) cotture lunghe che appartengono anche alla mia famiglia sono già state meravigliosamente raccontate e così … ho pensato di mandarti una ricetta”recente” che ho scoperto in un libricino scovato in un negozietto scozzese…
Pollo e bacon in casseruola (per 4-6 persone):
un pollo (circa due chili)
2 cucchiai di olio
50 grammi di burro
170 grammi di bacon a cubetti
12 piccole cipolle (pelate)
250 grammi di funghi
1 spicchio d’aglio schiacciato
1 cucchiaino di erbe (timo , alloro, ..quello che preferite)
1 foglia di alloro
1/2 l circa di vino rosso da tavola
Sale e pepe nero
Accendere il forno su 160-170° C . Sciogliere il burro con l’olio in una padella larga e fare dorare il pollo. Metterlo nella casseruola. Fare friggere la pancetta, le cipolle, i funghi e l’aglio per alcuni minuti, aggiungervi le erbe, la foglia di alloro, regolare di sale e pepe, aggiungere il vino e amalgamare bene il tutto. Coprire il pollo con questo “intingolo” , chiudere la casseruola e farlo cuocere per un paio d’ore finché il pollo non sarà morbido. Tenere il pollo in caldo , togliere dal sugo la foglia di alloro e se necessario, restringere il sugo. Questo pollo lo trovo ottimo servito con patate e…cavoletti di bruxelles (davvero!! La ricetta diceva proprio così, non è piaggeria..ih,ih,ih)
A 16 anni non sapevo nemmeno cosa fosse di preciso una cocotte e questa ricetta ha riposato a lungo nel mio cassetto dei ritagli.
Ora la cucino spesso, anche se nelle cocottine per mancanza di cocotte adeguata e, anche se non è propriamente un piatto unico, di tanto in tanto se cava dignitosamente anche questo ruolo!
https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=explorer&chrome=true&srcid=0B_UyJvuWeH3jMTk1ZmNjYjgtNmUyMS00Mzg5LWE4YWQtODBhZWI5N2VmODVk&hl=en
CAVALLO IN COCOTTE
Ingredienti:
una paletta di spalla di cavallo
una carota grande tagliata in quattro pezzi
una cipolla e mezza grandi tagliate in quarti
una gamba di sedano tagliata a pezzi grossi
tre foglie di salvia
due foglie di alloro
un rametto di rosmarino
sei grosse olive verdi
pepe e peperoncino a piacere
Strofinare la paletta intera con il sale grosso e metterla nella cocotte. Intorno disporre tutti gli altri ingredienti. Aggiungere due cucchiai di olio e mezzo bicchiere di acqua. Cuocere a fuoco basso per circa tre ore. Al termine della cottura, se necessario, far restringere il sugo.
Servire la carne a fette con il suo contorno.
Ecco la ricetta di una zuppa toscana che faccio spesso “Zuppa con cavolo verza e fagioli cannellini” – gli ingredienti sono:
600 g di cavolo verza tagliato a striscioline (si può sostituire per metà con il cavolo nero ma non so se è disponibile anche in altre regioni)
2 carote, 1 costa di sedano, 1 cipolla e 1 porro tritati
400 g polpa finissima di pomodoro
500 g fagioli cannellini già lessati (per metà in purea schiacciati con una forchetta, per metà interi)
70-100 g pancetta a dadini
olio, sale, pepe, (prezzemolo)
Velate il fondo della cocotte con olio e mettete a soffriggere la pancetta. Aggiungete le verdure tritate (non ancora il cavolo) e fatele appassire. Dopo circa 10 min. aggiungete anche il cavolo e il pomodoro. Appena il cavolo si ammorbidisce, aggiungete anche la purea di fagioli, i fagioli interi e 1,5 l di acqua. Condite con sale e pepe. Cuocete la zuppa, a cocotte coperta, per 1 ora.
Servite la zuppa versandola sulle fette di pane tostate (e se piace, strofinate con uno spicchio d’aglio). Completate con un giro di olio a crudo.
Julia Child’s Boeuf Bourguignon (x 6 persone)
Un normale pomeriggio nuvoloso passato con il mio moroso sul divano a guardare in tv programmi di cucina e cosa ti trovo? il Boeuf Bourguignon di Julia Child spiegato passo passo..la tentazione è forte visto che da giorni mobilito senza successo nonne e zie alla ricerca di una ricetta da postare che mi soddisfi..il tempo stringe e Julia è proprio la mia salvezza..so che comunque sarà un successo perché le sue ricette sono favolose!!alzi la mano chi dopo aver visto il film non è andato a spararsi qualcosa di succulento per placare le papille gustative oramai sollecitate al massimo…
bene, prendo carta e penna e via!!
ingredienti:
170 gr di pancetta
1 cucchiaio d’olio d’oliva o di olio da cucina
1,3 kg magra stufatura carni tagliate a cubetti di circa 2,5-3 cm
1 carota
1 cipolla
1 cucchiaino di sale
pepe
1 cucchiaio colmo di farina
1/2 lt circa di vino rosso corposo, (ottimo un Chianti)
brodo di carne quanto basta
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
2 spicchi d’aglio
½ cucchiaino di foglioline di timo
1 foglia d’alloro
Come prima cosa, accendere il forno a 230°, in modo che sia ben caldo al momento opportuno
levare la cotenna alla pancetta (tenerla comunque da parte), tagliarla a listarelle alte circa 3 mm e larghe 1 cm.
Mettere la pancetta in un tegame e ricoprirla con dell’acqua, portare a bollore e far cuocere 10′
scolarla dall’acqua e farla asciugare su un pannocarta.
Tagliare la carota a listarelle o a rondelle, e la cipolla a fette spesse.
Tagliare la carne a cubetti di circa 3-3,5 cm per lato.
Asciugare i pezzi di carne con un pannocarta.
In un grande tegame adatto sia alla cottura su fuoco che a quella in forno, far riscaldare l’olio
aggiungere la pancetta precedentemente bollita e sgrassata e farla rosolare.Levarla dal tegame e metterla da parte.Nello stesso tegame, far rosolare la carne poca per volta nel grasso di cottura rimasto.Mettere poca carne per volta, in modo che non rilasci troppo liquido, via via che è rosolata levare dal tegame e tenere da parte.
Far rosolare nel liquido rimasto nel tegame la cipolla, la carota e l’aglio schiacciato
Aggiungere la carne e la pancetta, aggiustare di sale e pepe. Aggiungere la farina, amalgamarla bene. Passare il tegame 4′ in forno, in modo che la carne si colori uniformemente. Riportare il tegame sul fuoco, aggiungere il vino, la conserva di pomodoro, il brodo, le foglioline di timo e la foglia di alloro spezzettata.Chiudere il tegame con il suo coperchio e passare alla cottura in forno per 2-3 ore, fino a che la carne non sarà tenerissima.Quando la carne sarà cotta, se ci fosse ancora troppo liquido di cottura, farlo restringere su fuoco vivo.
Ed ecco il nostro boeuf bourguignon pronto, ottimo da solo oppure, come consiglia Julia Child, con le cipolline brasate e con i funghi saltati. Come direbbe Julia… Bon Appétit!!!..
e visto che il post lo vedrà il mio moroso domattina..buon San Valentino amore!!
Quasi in extremis…ma stavolta non potevo non esserci!
Non tanto per il desiderio (fortissimo, in effetti) di ambire a ricevere il purpureo gioiellino in ghisa, quanto perché dopo anni passati a seguirti e ad ammirarti dall’ombra questo post mi ha fatto desiderare di condividere la mia ricetta del cuore:
si prenda un vecchio casale nella campagna umbra e, in occasione dell’Epifania, se ne aprano le porte per qualche giorno rubato alla frenesia quotidiana agli amici del cuore…quelli con cui non c’è mai abbastanza tempo per raccontarsi tutto e condividere la vita.
Arrivando dalla città, appena superato il casello dell’autostrada, si cominci a rallentare, prima la velocità dell’auto, poi quella dei pensieri per entrare nel giusto spirito.
Ci si fermi, per gli ultimi acquisti, dai bottegai del luogo che, avendoci visto bambini, ci chiamano per nome.
Dalle mani sapienti del macellaio farsi preparare due guance di vitellone o di manzo(si, proprio le guance, quella parte povera ed un po’ dimenticata! Vista la difficile reperibilità è consigliabile prenotarle per tempo).
Ci si inoltri quindi nelle campagne fino a raggiungere le spesse mura di pietra che ben volentieri ci accoglieranno.
Giusto il tempo di posare le borse ed aprire i letti e poi, condizione imprescindibile perché tutti gli ingredienti si fondano al meglio, si accenda il camino.
Li, davanti al fuoco crepitante, l’atmosfera comincerà a scaldare il cuore e predisporrà gli animi al piacere della condivisione.
Si prenda quindi un tegame dal fondo spesso (una cocotte in ghisa sarebbe l’ideale!) e in un filo d’olio d’oliva…magari proprio di quegli alberi che dal giardino sembrano osservare benevoli la scena…si rosolino a fuoco vivo le guance su tutti i lati.
Si aggiungano sedano, carote e cipolle grossolanamente tagliate, uno spicchio d’aglio, una foglia d’alloro, due o tre bacche di ginepro e si facciano rosolare ancora qualche minuto le verdure.
Si sali con moderazione e si pepi con generosità!
Ora è il momento di un altro protagonista fondamentale: il vino. E’ mia abitudine far si che le guance si accompagnino ad un ottimo Amarone, ma un vino fermo di buona struttura potrebbe andar bene ugualmente ricordando che la riuscita della magia dipende principalmente dalla qualità del vino, quindi non lesinare mai!
Si aggiunga metà del vino, scaldato in un tegame a parte, e si proceda ad una lenta, lentissima cottura a tegame coperto girando le guance un paio di volte.
Trascorsa un’ora e mezzo circa aggiungere il vino restante (questo permetterà di mantenere nel piatto finale ben percepibile il carattere del nettare prescelto) e si prosegua la cottura nello stesso modo.
Le tre/quattro ore necessarie affinchè si sviluppi sotto quel coperchio quella magica alchimia trascorreranno lievi chiacchierando e preparando la tavola…il profumo stesso che si sprigionerà dalla cucina contribuirà ad invogliare alla convivialità.
Al termine della cottura, che può essere facilmente determinato dalla consistenza morbidissima della carne, nel tegame si troverà un sughetto denso e profumatissimo che si può filtrare (io lo lascio così con tutte le verdure stufate a pezzetti) e far restingere se necessario fino al raggiungimento della consistenza desiderata.
Si servano quindi le guance affettandole con un coltello ben affilato, accompagnandole a piacimento con polenta bianca o spuma di patate o crostini di pane tostato…sulla brace, of course!
E naturalmente le si innaffi con un altra bottiglia dello stesso Amarone usato per cucinarle.
E’ sempre un successo ed un momento magico che solo queste occasioni in cui il tempo si dilata possono regalare.
Provare per credere…vero, Giorgio?
Qui il regalo sono già tutte queste ricette meravigliose…
grazie a tutte/i!
Cavoli, quanto mi piacerebbe finalmente avere una coccotte Le Creuset!
La prima cosa che ci cucinerei sarebbe la süpa mitunà.
Il nome della ricetta in italiano è probabilmente intraducibile, è una zuppa a cottura molto lenta; è un piatto della cucina povera piemontese, mia nonna me la faceva quando ero piccolo e ogni tanto riesco a convincere mia mamma a rifarmela, per me è il classico confort food.
Gli ingredienti principali sono il pane vecchio, il cavolo verza e il formaggio, uno che va bene è la fontina valdostana, anche se in origine suppongo fosse qualsiasi formaggio rimasto in frigorifero.
Ingredienti aggiuntivi sono burro, rosmarino, parmigiano reggiano, olio evo, brodo di carne, sale, pepe.
Si prende la verza, la si fa a pezzi grossolani e la si soffrigge con un po’ d’oio in modo che si ammolli;
in una pentola alta si mette il pane a strati alternati con la verza e il formaggio e un filo d’olio, davvero poco;
ogni tanto qualche ricciolo di burro e del parmigiano e del rosmarino;
si finisce con formaggio e parmigiano e si copre col brodo.
La cottura deve durare almeno un paio d’ore, ma dura fino a quando il pane non si è ammollato completamente e quasi sciolto.
Va servita calda ed è più buona il giorno dopo riscaldata.
il pane ai bordi e sul fondo direttamente a contatto con la pentola tende ad attaccarsi senza però bruciare ed è spesso conteso.
Ecco la mia ricetta. Si tratta di un piatto tipico della tradizione toscana, “il peposo” uno spezzatino che ha bisogno di una cottura molto lenta. Si dice che venisse preparato la sera e messo a cuocere nelle fornaci (i forni dove si cuocevano vasi e mattonelle). Correva l’anno 1300.
la versione che presento è una rivisitazione che prevede l’aggiunta di un po’ di pomodoro a metà cottura.
PEPOSO ( per 4 persone)
500 gr di muscolo di chianina
vino rosso meglio se Chianti Classico
3-4 spicchi d’aglio in camicia
un barattolo di pelati
un mazzetto di odori (salvia rosmarino e se volete un po’ di alloro)
pepe nero in grani ( una decina di chicchi)
sale
olio
Si inizia con l’olio in cui si fanno rosolare gli spicchi d’aglio a cui si aggiunge il mazzetto odoroso e la carne tagliata a pezzetti ( tipo spezzatino) il sale ed il pepe in grani . All’inizio si fa rosolare anche la carne a fuoco vivo, poi si abbassa il fuoco si aggiunge il vino fino a ricoprirla interamente e si lascia cuocere almeno 3 ore a fuoco bassissimo aggiungendo un po’ di vino al bisogno, se dovesse asciugarsi troppo. A meta cottura si aggiungono i pomodori pelati. Ricordatevi di girare la carne ogni tanto.
Alla fine si puo’ accompagnare il tutto con fette di pane abbrustolite
Buon appetito … spero
Ciao Simona
Una cocotte è un buon motivo per “de-lurkarsi”! :)
Le ricette a cottura lunga sono una delle tante passioni mie e della mia dolce metà, tanto che un annetto fa ci siamo presi una sorta di…beh, cocotte elettrica per le cotture a bassa temperatura (60/70° per 6/8 ore). Il sabato mattina si mettono gli ingredienti e per il resto della giornata un profumino sempre più invitante ti accompagna fino all’ora dell’apertura della magica pentola a cena. Ma veniamo alla ricetta che non tradisce mai: la zuppa di pesce.
Le dosi sono indicativamente per due persone e gli ingredienti sono più che altro un suggerimento, il bello (e il buono!) è che si possono scegliere i pesci secondo i propri gusti.
Io non sopporto le lische, quindi preferisco pesci come il branzino, i crostacei e i molluschi, che vanno aggiunti però quasi alla fine, altrimenti diventano gommosi.
ingredienti
500 g di pesci vari (nota per i pigri: vi assicuro che viene bene anche con i filetti di merluzzo surgelato)
1 spicchio d’ aglio
1 scalogno piccolo
1 bustina di zafferano
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di basilico tritato
1 cucchiaio di timo fresco tritato
1 barattolo di pelati
Se si utilizzano pesci interi si possono sfilettare e preparare il fumetto con le teste e le lische, altrimenti potete usare il brodo vegetale (vabbè, se proprio volete, usate il dado, ma io non ho detto nulla eh!)
Per cominciare si fa scaldare l’olio e si fanno rosolare l’aglio e lo scalogno, poi si aggiungono i pelati, il vino, le erbette e lo zafferano.
Si fa cuocere il sugo un’oretta almeno e poi si aggiungono i pesci a pezzetti (i molluschi a mezz’ora/ 20′ dalla fine). Si fanno insaporire per 5′ e poi si aggiunge il brodo fino a coprire tutto, o comunque, a seconda di come si preferisce la zuppa. Si fa cuocere il tutto per minimo mezz’ora e nel frattempo si preparano delle fette di pane tostate da inzuppare nel sughetto goloso e il gioco è fatto! enjoy!
POLLO AL VINO DELLA MIA MAMMA
La mia ricetta è in realtà una ricetta della mia mamma, che quando era ragazza l’ha letta sulla rivista “annabella in cucina” e ormai, da più di 30 anni questo pollo ci allieta le domeniche invernali, magari accompagnato da una bella fetta di polenta
– 1 grosso pollo
– 100 g pancetta (da tagliare a dadini)
– 12 funghi champignons
– 24 cipolline
– 1 biccchiere di brandy
– vino rosso
– sale, pepe, farina e odori
prima di tutto bisogna alzarsi presto alla mattina per preparare tutto, altrimennti a mezzogiorno non si mangia!
Spellare il pollo, tagliarlo a pezzi, alvarlo, asciugarlo. Massaggiare i pezzi di pollo con un pò di sale/ pepe, poi infarinarli e friggerli.
In una grossa pentola mattere abbondante olio e farvi rosolare la pancetta e gli odori, poi aggiungere le cipolline e farle cuocere fino a che non avranno preso un bel colore. A questo punto aggiungere i funghi precedentmente tagliati in quattro e fare rosolare tutto fino a che i funghi non avranno perso la loro acqua.
Disporre i pezzi di pollo sopra i funghi e le cipolline, spruzzare di brandy e fiammeggiare.
Coprire il pollo con il vino rosso, ne servirà circa una bottiglia, mettere il coperchio e cuocere lentamente, verso fien cottura togliere il coperchio per fare addensare il sughetto. La carne è pronta quando la carne si stacca da sola dalle ossa-… ci vorranno diverse ore.
Buon appetito a tutti
Manuela
Il merito delle tue foto e delle tue ricette è che ieri improvvisamente davanti ai fornelli ho provato anche io a cucinare uno stracotto. Ho sfruttato ciò che c’era nel frigorifero e un po’ di fantasia, ma è stato apprezzato!
La ricetta e le immagini le ho messe qui http://365.caramellamenta.com/still_life/bolle-sobbolle-e-diventa-buono/
Grazie mille :)
Emma
Ehi ci sono anch’io, come ricetta vi propongo:
La Cocotte Surprise, che cos’èèèèè??????
Venite un’po’ a scoprire di che prelibetezza si tratta:
http://saralasardina.blogspot.com/2011/02/cocotte-surprise.html
Premesso che io nella mia Le Crouset poco ci manca che ci faccia anche il tè mattutino…
STUFATO DI CONIGLIO AL CIDRE BRUT & MELE
Ingredienti (per 4-6 persone… dipende!):
– 1 arista di maiale,
– 4 cipolle dorate
– 3 mele zuccherose (tipo renette, ma anche Golden)
– 1 bottiglia da 75 cl di cidre brut, freferibilmente della Normandia
– mostarda (come preferisci: di Digione o di Meaux, à l’ancienne o normale)
– sale, pepe.
Tagliare l’arista di maiale a fettone di circa 4 cm di spessore e poi a pezzi di 5-7 cm di lunghezza. Ricoprirli di mostarda e lasciarli riposare mentre si tagliano le cipolle.
Far fondere nella cocotte il burro (ovviamente anche l’olio va bene…) e far apassire le cipolle finchè diventano trasparenti (NON devono friggere!). A questo punto rimuovere le cipolle e aggiungere la carne per farla sigillare su tutti i lati. Pepare. Rimettere le cipolle nella cocotte e aggiungere metà del sidro. Far sobollire a fuoco basso per una mezz’ora. A questo punto aggiungere le mele sbucciate e tagliate a quadrotti, e il resto del sidro. Salare e cuocere per altra mezz’oretta. Quando mi ricorsdo, aggiungo anche un cucchiaino di pepe quello misto. A questo punto assaggiare e correggere di sale e di pepe, lasciar asciugare per 5 minutini senza coperchio.
L’ho servito in tutte le maniere: pane, patate lesse, riso basmati lessato all’indiana con cardamomo, cannella e chiodi di garofano… NON NE E’ MAI AVANZATO!
Mi sono dimenticata di un dettaglio nella ricetta del commento n. 387 – il polpo va cotto nella cocotte con il coperchio.
Habemus ricettam!
Era corredata da un trasporto emozionale che non potevo non citare, quindi, per non far dientare questa coda di commenti ancora più lunga, l’ho postata qui, nel blog mercenario..
http://comesonoarrivatafinqui.blogspot.com/2011/02/il-ritorno-del-blog-mercenario.html
un abbraccio a mamma e pupa!
ehm vabbe’ forse ho un po’ “forzato” le coincidenze… noto ora che la ricetta della tahine era del 12 02 2009…mi sembrava un deja vu…
Allora Sigrid…
1. sono quella de “la storia della cocotte”…http://www.youtube.com/watch?v=4C0SsaXdacw
2. sono stata assente per un po’, poi ho scritto un commento ed il giorno dopo lanci questo giveaway, che manco a dirti aspettavo con ansia…(aspettavi un mio segnale, VERO? ;-)
3. oggi volevo postare la ricetta, poi mi sono distratta e mi sono messa a cercare una ricetta della tajine di pollo. Incredibile a dirsi, ma sono piombata sulla tua pagina del cavoletto di oggi…!
4. Visto che la cocotte e’ una cosa di famiglia, per la scelta DELLA ricetta, mi sono ispirata a mia nonna che e’ nata e vissuta in India. Quindi vado di CURRY, che per me e’ stato sempre un cibo di famiglia. Per LA ricetta, ho scomodato mia cugina londinese che convive con un indiano e fa dei curry DA PAURA. Dopo un acceso dibattito con il compagno, mi ha inviato la sua miglior ricetta di curry.
5. Ho provato la ricetta ieri sera con degli amici – spietati giudici a tavola. Verdetto: thumbs up!
6. Bando alle ciance, eccoti la ricetta: Goen Beef Curry
ingredienti: bistecca mandrino, tagliata a pezzi di 2,,5 cm, 1 cucchiaino arrotondato di semi di cumino, 1 cucchiaino arrotondato di semi di coriandolo, 3 bacche intere di cardamomo, 1 cucchiaio raso di semi di finocchio, 1 cucchiaio raso di fieno greco intero (fenugreek), 3 cucchiai di olio di arachidi o altro olio scemo (olio di girasole va benissimo), 450 gr di cipolle pelate e tagliate a forma di mezzalune di circa 1 cm di spessore, 3 spicchi d’aglio sbucciati e schiacciati, 3 peperoncini verdi privati dei semi e tritati finemente, un cucchiaio raso di curcuma in polvere, 1 cucchiaio raso di zenzero fresco grattugiato, 2 pomodori medi pelati e tritati, 75 grammi di crema di cocco, 150 gr di yogurt naturale, sale e pepe nero appena macinato.
Per servire: succo di 1 lime, 1 cucchiaio di foglie di coriandolo tritate.
Prima di tutto e’ necessario arrostire le spezie “intere” (sostanzialmente tutte tranne la curcuma) in un padellino a fuoco medio. Appena iniziano a tostarsi le trasferiamo in un mortaio e le pestiamo a dovere, fino a ridurle in polvere!
Poi mettimao due cucchiai di olio nella cocotte a fuoco alto e quando e’ veramente caldo rosoliamo i pezzi di carne un po’ per volta. Lasciamo la carne rosolata in un piatto, mettiamo nella cocotte un altro cucchiaio d’olio e facciamo imbiondire le cipolle, poi aggiungiamo aglio e peperoncino e cuociamo per altri 2 minuti. Poi rimettiamo la carne in padella, aggiungiamo le spezie tritate, la cucuma, zenzero e pomodori e mescoliamo il tutto.
Grattuggiamo la crema di cocco in una ciotola e uniamo 275 ml di acquq bollente. Mischiamo con una frusta ed una volta pronto versiamo nella cocotte (questo passaggio si puo’ saltare se invece della crema di cocco aggiungiamo direttamente 1 lattina di latte di crema di cocco). Poi versiamo lo yogurt e saliamo. A questo punto mettiamo il nostro coperchio della cocotte e lasciamo cucinare a fuoco lento per 3-4 ore. Poco prima di servire, aggiungere il succo del lime ed il coriandolo fresco tritato.
Servire con riso basmati.
7. Bon appetit!
8. Precisazioni: e’ possibile sostituire la carne di manzo con l’agnello e, per i piu’ pezzenti (come la sottoscritta – per ora) la cocotte con una banale casseruola…
Eccomi anch’io da quel di Bruxelles, con la mia ricetta invernale per eccellenza:
STRACOTTO ALLE PRUGNE
1 pezzo di arrosto di maiale (circa 1kg, ma con la cocotte di 24 cm ci si puo’ sbizzarrire!!)
2 cipolle tagliate a pezzetti (poi verranno frullate alla fine col fondo di cottura, quindi non vi preoccupate troppo)
10 prugne secche disossate (poi va a gusti, si puo’ anche ridurre un po’ la quantità)
1/2 bottiglia di vino rosso (tipo barbera)
Mettete a bagno le prugne per almeno una decina di minuti in una tazza d’acqua bollente o brodo vegetale (il liquido deve appena coprirle).
Fate rosolare le cipolle in un po’ di olio d’oliva, poi mettetele da parte per evitare che brucino. Aggiungete un po’ d’olio nella cocotte e fate scottare il pezzo di carne a fiamma alta, per formare una crosticina. Abbassate la fiamma al minimo, aggiungete le cipolle cotte precedentemente, le prugne con il loro liquido, il vino, sale e pepe.
Lasciatere cuocere il tutto con il coperchio a fuoco bassissimo per moooolto tempo, almeno tre ore, cercando di resistere e non sbirciare, per non far scappare il vapore che si forma all’interno. Verso la fine verificare che ci sia sempre abbastanza liquido, al limite aggiungere un po’ di brodo caldo.
Volendo si puo’ anche usare la pentola a pressione (un paio d’ore) o il forno (pentola permettendo).
Quando lo stracotto è pronto, mettere la carne su un piatto da portata e tagliarla a fette.
Frullare tutto il fondo di cottura col suo liquido e le prugne (dovrebbe essercene un bel bicchierone). In genere le cipolle e le prugne fanno si’ che la salsina sia abbastanza densa, ma se occorre si puo’ sempre ispessire con un mezzo cucchiaino di farina o aggiungere un pochino di brodo se non ce n’è abbastanza.
Versare la salsina sul maiale a fette… ET VOILA’, servire bello caldo.
Per una versione “stufata”, si possono aggiungere in pentola delle patatine novelle intere o a pezzettoni a metà cottura: in questo caso probabilmente ci vorrà un po’ di brodo in più. Alla fine rimuovete carne e patate e proseguite come sopra per la salsina.
Partecipo con questa ricetta di una semplicità disarmante quanto di una bontà incredibile, gli unici ingredienti di cui è composta sono già nel titolo “Polpo con cipolle rosse”. La mia vicina di casa aveva visto preparare questo piatto in una trasmissione televisiva, me ne ha parlato e visto che avevo gli ingredienti l’abbiamo cucinato a casa mia, ne è diventato un classico.
Procedimento:
Mettere nella cocotte due cipolle rosse tagliate fini e adagiarci sopra due polpi piccoli precedentemente puliti. Cuocere per 2 ore a fuoco lentissimo girando i polpi a metà cottura (cuociono praticamente nella loro stessa “acqua”).
Servire con un contorno di patate oppure con dei crostini e un giro d’olio.
WOW!!!Per questo Givaway ci vuole qualcosa tradizionale…e cosa di meglio che un buon STOCAFISSO ALL’ANCONETANA!?
Spiega il poeta (E. Gioacchini) in vdialetto…
Se vulé cucinà ‘na roba bòna e sana
fè ‘l stucafissu a l’ancunetana.
(se volete cucinare una cosa buona e sana
fate lo stocafisso all’Anconetana)
M’aricordu de quantu a casa mia
el cucinava mi’ madre: la sôra Lucìa.
(mi ricordo di quando a casa mia
lo cucinava mia madre, la signora Lucia)
Cumprava el stucafissu (quelu “Ragnu”),
intel verdichio el teneva a bagnu,
(comprava lo stocafisso, quello di Ragni (venditore di stocafisso di tempi andati)
e nel verdicchio lo teneva a bagno)
dopo qualch’ora el strizava cun tigna
e po’ el meteva a pezi inte la pigna;
(dopo qualche ora lo strizzava con decisione
e poi lo metteva tagliato in pezzi in una casseruola)
sale, pepe, cipole e le carote,
quatru brance d’uriganu tritatu,
(sale, pepe, cipolla e carota
una manciatina di origano tritato)
s’el truvava a cumprà, ‘n po’ de bigiatu;
cu’ ‘sta roba el cupriva; metéa l’oju
(quelu bònu d’uliva, de sfrantoiu);
(se lo trovate da comprare metteteci anche un po’ di “bigiatu” (pesce, credo…)
lei lo copriva (lo stocafisso) con tutte queste cose e poi ci metteva l’olio, quello buono del frantoio!)
dopu avé mesu sopro el pumidoru
alé! ‘sta pigna diventava d’oru;
(dopo aver aggiunto anche il pomodoro
la pigna s’impreziosiva…)
cupriva el stucafissu de patate
de modu che j facesse da cuntornu.
(copriva lo stocafisso di patate
di modo che facessero da contorno)
ciarimeteva sopro tutu quantu
e po’ tre ore a còce drent’al fornu.
(ricondiva di nuovo anche sopra con le precedenti spezie
e poi 3 orette al forno…ma mia nonna lo mette anche al fuoco)
Nun c’è magnà più bònu e soprafì!
Ma prò l’hai da gustàlu cul pa’ bònu
e cun quatru mastèle de bon vi’.
(non c’è cosa da mangiare più buona e sopraffina,
ma l’hai da mangiare con il pane buono
e innaffiato d’abbondante vino ;P)
ma si dice che per farlo “BONO” bisogna farlo come lo fa “Silene”…(http://www.ariadeancona.an.it/blog/wp-content/uploads/2010/01/STOCCA.mp3 ;P ho trovato questa chicca e la dovevo diffondere!!!Credo sia ben comprensibile ;PPP)
questo è quello che cita il poeta…Ma una rapida telefonatina a nonna ed ecco svelata la SUA ricetta, che non c’è Silene o Signora Lucia che tenga…son sicura che lo stoccafisso di Nonna Pina è il più buono d’Ancona :)
per 4 persone 800g di stoccafisso (già messo a bagno) e circa 1,5kg di patate.
Da crudo mettere lo stoccafisso tagliato in pezzi in fondo alla pentola, aggiungere aglio e rosmarino (o altre spezie preferite!), sale, pepe olio evo e pomodori a pezzettini (“quelli che si adoperano per il sugo” a sua detta, ovvero i pelati!Ma per me anche freschi vanno benissimo!) poi ricoprire con le patate pulite e tagliate a pezzi grossolani. Aggiungere acqua e vino a coprire, un pezzetto di peperoncino olive nere a piacere! Mettere sul fuoco per 2 orette SENZA GIRARE e muovendo solo la padella per non romperlo!
L’acqua deve evaporare e deve rimanere giusto un sughetto goloso!
:) il consiglio del poeta di accompagnarlo con del buon pane direi che è azzeccatissimo ;P
Dita incrociate e un bacio grosso!
Ma soprattutto BUON APPETITO ;P
Salve:
ecco a voi il mio “Pignatto”;ricetta breve,cottura lunga.
Ingredienti”ad occhio”:
spezzatino di manzo o di cavallo q.b.;
1 cipolla grande affettata;
1 mazzetto di prezzemolo con il gambo;
3 o 4 mandorle con tutto il guscio;
1 o 2 pugni di pecorino grattugiato
Alloro,pepe in grani pestato al momento,peperoncino,sale grosso
Lasciare lo spezzatino in ammollo nell’acqua per 20/30 min.
Metterlo grondante in pentola,unire tutto il resto(meno il sale).
Cuocere a fuoco basso,scuotendo la pentola ogni tanto ma senza sollevare il coperchio.Quando il vostro istinto vi dirà che siete a metà cottura aggiungete il sale.
Se il vostro istinto latita calcolate circa 40 minuti.
Io lo lascio a riposo tutta la notte e lo mangio il giorno dopo,togliendo gli odori e aggiungendo pepe macinato;se avete una moglie conseziente aggiungete prima di impiattare un trito di aglio e
scorza di limone appena tritati,altrimenti va bene anche solo il limone.
Ciao a tutti.
Sergio
Carissima Sigrid, dato che io in casa per fare gli stufati mi devo accontentare delle semplici pentole, ho deciso di partecipare anch’io al giveaway con il mio stufato di patate con kiwi e pancetta.
http://iulialampone.blogspot.com/2011/02/stufato-di-patate-con-kiwi-e-pancetta.html
incrocio le dita! ;)
un caro saluto,
iulia
Ciao Acquaviva ! ci siamo trovate sedute vicine nel salotto della cavoletta ;-) Un abbraccio !
dopo questa meravigliosa raccolta di ricette regionali ed internazionali che posso mai aggiungere io?! Prima di tutto i complimenti per chi ha ripescato tradizioni antiche e per chi si è inventato una lunga cottura personale.
Non avendo in casa una tradizione familiare credibile, in sordina racconto la preparazione orientale che subito mi è venuta in mente parlando di slow cooking, il congee. Declinato all’italiana, perchè una piccola parte creativa non guasta mai.
http://acquavivascorre.blogspot.com/2011/02/tanti-nomi-tranne-quello-italiano.html
Ho impiegato quasi lo stesso tempo ad arrivare fino al 380° commento che a cucinare lo stinco :-)))))
Ecco la mia ricetta http://toccoetacchi.blogspot.com/2011/02/lo-stinco-ama-la-cocotte.html
Un saluto , chiara
Be’ dopo tutte queste fantastiche ricette mi sento un po’ intimorita, ma la cocotte è trooooooooooppo attraente…
Stagione del cavolo (rosso) e delle castagne per cui ho sperimentato questo stufato vegetariano davvero sfizioso:
CONFIT DI CAVOLO ROSSO ALLE CASTAGNE
PER 4 PERSONE
1/2 cavolo rosso
200 g di castagne cotte
1 cipolla grande a pezzi
50 g di burro
100 ml di vino rosso
3 cucchiai di sciroppo d’acero
2 cucchiai di zucchero
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere
1/2 cucchiaino di cumino in polvere
sale, pepe
Tagliare il giorno prima il cavolo a strisce sottili eliminando la parte centrale dura. Dopo averlo sciacquato e asciugato metterlo in un piatto, cospargere con lo zucchero, bagnare con il vino e lasciare marinare per 12 ore in frigo.
Il giorno dopo sciogliere il burro nella “cocotte”, unire i pezzi di cipolla e lasciare cuocere per 10 minuti a fuoco medio.
Aggiungere cavolo, castagne, sciroppo d’acero e le spezie, salare e pepare. Portare a ebollizione e cuocere per 1 ora e 30 a fuoco basso mescolando spesso. Se necessario aggiungere un goccio d’acqua.
scuusaateeee!non ho scritto il titolo della mia ricetta!
manzo all’olio di rovato!
buonissimissimo
La ricetta del mio stufato preferito te la scrivo con una punta di nostalgia e se me lo permetti ti racconto una piccola storiella della mia famiglia. Mia nonna, poverina, ormai non può più cucinare però ogni volta che penso allo spezzatino mi viene in mente lei. La ricetta è dello stufato alla Sangiovannese, un piatto tipico delle mie parti, che prende il nome dal paese da cui è originario, appunto San Giovanni Valdarno. Mia nonna abitava nel paese “nemico”, a Montevarchi, ma nonostante tutto diceva che lo stufato come lo cucinava lei non lo faceva nessuno. Che volete, è sempre sempre stata modesta, quasi quanto sua nipote… Comunque, devi sapere che in famiglia mia siamo quasi tutti abbastanza grassocci, amanti della buona cucina e, aimé, sperimentatori di molte delle diete esistenti, che categoricamente ogni volta vengono abbandonate per golosità. Comunque, mia mamma e io ogni volta facciamo la stessa scenetta: ci guardiamo allo specchio e diciamo “allora da stasera DIETA!” e mia nonna, dopo due giorni, con altrettanta tempistica diceva “domani sera invita a cena il tuo fidanzato che faccio lo spezzatino”. E tutti i buoni propositi si esaurivano in quell’istante.
Spediva me alla “coppina ” (così chiamava lei la cooperativa del mio paese) e mi diceva “digli a Graziano di darti la carne per lo spezzatino, di quella meglio mi raccomando, e poi prendi gli odori”, e io: “nonna ma quanta ne devo prendere di carne?” e lei “mah, un poca, tanto lo sa lui!” e così mi liquidava. Ma la cosa buffa è che il macellaio lo sapeva veramente
quello che mi doveva dare. Nel frattempo che aspettava me, mandava mia mamma dal droghiere (“va’ vai da i’ Pratesi!”) appositamente per comprare il misto di spezie per lo stufato (tra l’atro ricetta segretissima, la sa’ solo lui). Dopo di che, la mattina per prima cosa toglieva tutti i giubbotti attaccati all’attaccapanni e li spostava nella stanza accanto (cosa fondamentale se non volevamo fare un carico in lavanderia). Si barricava in cucina e iniziava a tritare le carote, il sedano, le cipolle e il prezzemolo nel tagliere di legno che era talmente vecchio che si era tutto incavato al centro. Poi metteva sul fuoco il “coccio” e aggiungeva i pezzettoni di carne, gli “odori” tritati, il sale, la noce moscata e le spezie e faceva rosolare bene. Poi “rubava” una bottiglia di vino rosso del Chianti dalla riserva di mio babbo (che ogni volta si arrabbiava), versava nella pentola in modo da coprire tutta la carne e lasciava evaporare a fuoco vivace. Poi aggiungeva la conserva (concentrato di pomodoro), non troppo però altrimenti diventava troppo “pomodorosa”. E poi iniziava a cuocere, per quattro ore a fuoco lento, e lei non si muoveva di lì, ogni tanto alzava il coperchio, dava una “razzolata” con un cucchiaio di legno e usciva un odore di sugo che neanche la cappa di un ristorante sarebbe riuscita ad aspirare. E così dopo tutto il tempo di cottura lo stufato era pronto. Tutti ne andavano pazzi, meno che io però che con la storia che a me lo stufato non è mai piaciuto, ho rinunciato ad assaggiarlo. Mi dispiace anche perché ora dovrò cucinarlo personalmente se voglio assaggiarlo ma so che non sarà lo stesso perché io non riuscirò mai a mettere la passione e l’amore che metteva lei per fare questo pentolone di untissima ciccia.
Comunque qui finisce la mia storiella, non tanto dello spezzatino quanto della mia nonna preferita. Ti suggerisco di provare a cucinare lo stufato, con solo un’accortezze però: invita un po’ di amici a cena perché, come diceva la mi’ nonna, lo stufato per due un n’è mica bono!”
ARROSTO DI VITELLO CON ALBICOCCHE
INGREDIENTI ( 4 persone ):1 cucchiaio di olio di oliva,120 gr di scalogno,pelato,e affettato,1.5 kg di codino di vitello,arrotolato e legato,mezzo mazzetto di timo,2 foglie di alloro,1/4 di mazzetto di prezzemolo,legato,1/2 litro di vino bianco aromatico,1 litro di brodo di pollo caldo,120 gr di albicocche secche,tritate grossolanamente,1 cucchiaio di prezzemolo tritato,sale e pepe bianco,a piacere.
PREPARAZIONE:scaldate l’olio in una casseruola antiaderente.Soffriggete lo scalogno,poi toglietelo.Aggiungete l’arrosto e fatelo rosolare ,salate e pepate.Unite il timo,l’alloro,il prezzemolo,il vino e loscalogno.Portate a bollore.
Fate bollire per 2-3 minuti.Aggiungete il brodo di pollo e portate nuovamente a bollore,quindi abbassate la fiamma.
Fate cuocere a coperchio parzialmente chiuso per circa un’orae mezza girando l’arrosto ogni 30 minuti.Se occorre,aggiungete brodo per mantenere l’arrosto coperto per metà.Togliete il coperchio e rimuovete i mazzetti di prezzemolo e timo.Aggiungete le albicocche e continuate a far cuocere a fuoco basso.Dopo altri 20 minuti,la carne dovrebbe essere facilmente perforabile con la lama di un coltello.Il tempo totale di cottura dovrebbe essere di 2 ore circa.
Togliete l’arrosto dalla pentola e lasciatelo sul tagliere per circa 15 minuti prima di tagliarlo a fette.Passate al setaccio un quarto del sugo e rimettetelo nella casseruola.Regolate di sale e pepe.Tagliate la carne e disponetela su un piatto da portata.Irrorate con il sugo e guarnite con prezzemolo tritato e albicocche.
VARIANTE:per rendere più gradevole il contrasto tra la carne e la dolcezza delle albicocche,potete aggiungere alla salsa 20 gr di cioccolato bianco.
COSA BERE:Brunello di Montalcino 1988 o Chambolle-Musigny 1988,entrambe annate ottime.Per un’alternativa meno costosa,consiglio un Pinot nero 1997.
BUON S.VALENTINO A TUTTI
Ciao, la mia è una ricetta semplicissimissima.. che va da sola..
ingredienti:
1 Kg di cappello del prete
6 cucchiai di olio extravergine di oliva,
2 spicchi di aglio,
1 cipolla
1 o 2 gambi di sedano,
2 carote piccole
50 g di pane grattugiato,
50 g di formaggio parmiggiano grattugiato,
2 alici salate,
1 dado, sale.
Lavate sotto un getto di acqua fredda corrente la polpa di manzo( molti la infainano, io non l’ho fatto), poi mettetela in un tegame alto e stretto aggiungendo acqua a sufficienza da ricoprire la carne,( anche qui tanti aggiungono anche un bicchiere di olio altri no), 1 manciata di sale, il dado, le verdure tagliate a pezzetti e le alici pulite e diliscate. Fate cuocere a fuoco moderato e a tegame coperto per circa 3 ore quindi togliete la carne dal tegame. Fatela raffreddare e tagliatela a fette piuttosto spesse. (anche se non si ha tempo di farla raffreddare non fa niente perchè è un tipo di carne che si taglia molto bene)
Rimettere tutto nel tegame e far andare ancora.. un paio d’ore..e voilà! il piatto è pronto.
Speriamo che ti piaccia perchè la pentola è stupenda e ci farei subito la beaf bourgignonne!!!
mara
369 …. Lybellula… come si fa la melassa?Si trova già pronta? Scusa l’ignoranza ma dalle mie parti non va molto…. :-) la trovo interessante!
Pastissà de caval:
1,200 kg di carne di cavallo (coscio)
2 carote
2 gambe di sedano bianco tritato
500 gr di cipolla
2 spicchi d’aglio
6 chiodi di garofano
un po’ di cannella
4 foglie di alloro
rosmarino
salvia
2 cucchiai di farina
1 litro di vino rosso corposo
olio
sale
pepe in grani (10-12)
In un tegame soffriggere le carote, il sedano e la carne tagliata a cubetti con tutti gli aromi.
Spolverizzare con due cucchiai di farina, aggiungere il vino (deve coprire la carne) e le cipolle tagliate a fettine sottili. Salare e pepare. Far cuocere per circa 2 ore. Quindi passare il sughetto al setaccio. Trasferire il tutto in un tegame di coccio e terminare a cottura per altre 2 o 3 ore. Di tanto in tanto, controllare e girare la carne per evitare che si attacchi al fondo.
Ciao, e complimenti, per tutto.
A parte la splendida e ahiahi sempre più irraggiungibile posta in gioco, una grande ricchezza prodotta da questo contest è l’aver portato allo scoperto innumerevoli frequentatori “sotterranei” del cavoletto-blog, i quali forse per la prima volta provano l’ineluttabile necessità di postare e quindi condividere ricette gelosamente custodite da una vita…
Per espiare la mia appartenenza alla suddetta categoria di infingardi voyeurs, posto la mia ricetta più cara e rara: la rarità sta nella difficoltà di reperire ingredienti quali le guancette di manzo (già comparse nell’arena, ahimè!) ed il radicchio di Treviso, ma l’appagamento dei sensi ed anche dell’orgoglio (riceverete complimenti mai sentiti prima dai vostri ospiti) ne valgono ampiamente la pena.
Piatto unico di guancette brasate con radicchio di Treviso.
Allora, prima di tutto attendete l’autunno, acquattatevi vicino al rivenditore preferito ed attendete pazientemente che il radicchio di Treviso compaia sui banchi della verdura e che lentamente cali di prezzo fino a divenire acquistabile. Ne basta mezzo cespetto a testa comunque. Se proprio vi trovate nella regione d’Italia sbagliata, sostituite con un radicchio rosso di grande personalità con belle coste che alla piastra rimangano croccanti. Trovare le guancette di manzo a questo punto vi sembrerà uno scherzo, sono insostituibili perchè non hanno eguali come tenerezza.
Pulite ed infarinate generosamente le guancette e rosolatele in cocotte o tegame dal fondo spesso con olio evo e burro. Salate ed aggiungete un pizzico di zucchero. Irrorate copiosamente con un vino rosso strutturato (nella mia cantina ci sono Cabernet e Refosco) fino a coprirle e quindi “dimenticatele” su fuoco bassisssssssimo (trovate voi la strategia migliore per la vostra cucina, es. porle alla periferia di una piastra elettrica, usare uno spargifiamma, etc.).
Il giorno stesso o quello seguente, fate onore a questa splendida carne presentandola al centro di un vassoio, circondata da una corona del miglior risotto alla Milanese (fatto usando vero brodo di carne, soffritto col midollo e uno zafferano speciale) e da ciuffi di radicchio di Treviso fatto in padella con olio evo, sale e pepe.
A me fa sognare l’autunno tutto l’anno!
oddio, la cocotte è bellissima…
io ci provo…
dunque, la ricetta che preferisco in assoluto, e che ti invio, è quella della daube provençale, che io solitamente faccio (l’ultima volta la settimana scorsa per una cena con amici) nella casseruola di coccio.
è un po’ (poco) rivisitata con ingredienti più vicini alla mia zona ed è un piatto che a me piace accompagnato con del purè o delle semplici patate bollite.
daube provençale à ma façon
(per 6 persone “buone forchette”)
1,5 kg di cappello del prete tagliato a pezzetti di 3-4 cm di lato
50 gr di funghi secchi
4 carote tagliate a tocchetti
2 coste di sedano tagliate a tocchetti
2 cipolle tritate non troppo finemente
4-5 pomodori pelati
3 spicchi d’aglio
olio extra-vergine d’oliva
un paio di mestoli di brodo vegetale
50 cl di buon vino rosso corposo (l’ortodossia vorrebbe imprescindibilmente del cotes di rhone, io l’ultima volta avevo un curtefranca barone pizzini del 2008, più a portata della mia zona geografica)
timo, alloro e ginepro (da dosare o variare secondo il gusto)
sale e pepe
preriscaldare il forno a 150 gradi.
mettere in una casseruola (che vada anche in forno) 4-5 cucchiai di olio extra-vergine e far rosolare l’aglio (senza il germe centrale), poi toglierlo e mettere i pezzetti di carne, anch’essi a rosolare, a fuoco medio alto, salare e pepare quindi togliere la carne e tenerla da parte.
aggiungere il vino rosso nella casseruola e portare a bollore, mentre si ripulisce raschiando il fondo e i lati della pentola.
rimettere poi la carne, le verdure a tocchetti, i pelati sminuzzati, timo, alloro e ginapro, il brodo vegetale, ancora un pochino di sale e di pepe e mescolare a dovere.
portare a bollore e trasferire la casseruola, con il suo coperchio, in forno per circa due ore. trascorso questo tempo, aggiungere i funghi secchi (fatti rinvenire in acqua tiepida almeno un’ora) e rimettere il tutto in forno ancora per un’oretta circa.
alla fine cospargo con del prezzemolo tritato, ma questa è una variante assolutamente personale… mi piace troppo il prezzemolo con questi piatti “spezzatinosi”…
il risultato è stato perfetto sin dalla prima volta, a patto che la carne ed il vino siano di ottima qualità.
bon appétit!!
Ciao Sigrid,ecco la mia ricetta di Ragù alla Bolognese (ritoccata,eheh):
In una casseruola bella grande scaldo 4 cucchiai d’olio con un paio di noci di burro e, quando il tutto è caldo soffriggo una costa di sedano tritata insieme a due carote e una cipolla bianca.
Quando il soffritto è dorato aggiungo una scatola di pelati, mescolo bene bene e amalgamo 600 grammi di salsiccia sbriciolata e un chilo e mezzo di carne trita.
Sale,pepe e lascio sul fuoco per due o tre ore finchè non si ritira.
Dopodichè è pronto per condire un bel piatto di tagliatelle (o,come ho fatto io,una tegliozza di lasagne).
Baci
Anna ;)
Eccone un’altra! Ebbene si’ la scrivo anch’io. Mai fatto. E manco mi metto a leggere i precedenti se no mi deprimo perche’ son tutti bravissimi i tuoi lettori!
A casa mia il coniglio si faceva cosi’. La cosa piu’ lunga e’ pulirlo. Per davvero. Si’ perche il coniglio si doveva acchiappare, ammazz…
Insomma quelle robe li’, tutte. Sempre fatte senza remore. E lui, il coniglio, se ne stava fino all’ultimo allo stato brado (beato lui).
La premessa serve, perche’ il coniglio non e’ mai meno di due chili ed ha anche qualche mese in piu’. Quindi cottura lenta e lunga.
Una volta frullato in acqua e aceto (poco) la sera prima, si spezzettava (rigorosamente lungo le giunture, e’ meno faticoso ed evita di avere briciole di osso nella carne). Si insaporivano i pezzi con rosmarino (ora uso anche il finocchetto o altre erbe) e sale, poi giu’ in pentola a fuoco vivace con una noce di strutto (eh … capitemi! Vita di campagna, la mia.) per una buona reazione di Maillard. Incoperchiare, abbassare al minimo il fuoco e passare al pure’ (si’ se no non era domenica senza coniglio e pure’). Andava avviato tutto di buon mattino, che se no micca era pronto a pranzo.
La mamma ‘risparmina’ usava e usa le pentole di casa, e in casa c’era l’acciaio.
Pensa che scena ‘appoggiare sul tavolo una nuova bella rossa fiammante pentola di ghisa avvolta nell’antico e familiare profumo del coniglio e purè della domenica ’!
Ecco la ricetta che spero mi farà conquistare l’ambita cocotte!
Stufato di fagioli alla melassa:
1 kg di fagioli borlotti cotti (secchi, freschi o se proprio non avete tempo in scatola)
1 cipolla
100 gr di melassa
60 gr di zucchero di canna
60 ml di aceto di vino rosso
1 cucchiaio di senape
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
q.b. di acqua, sale pepe e olio.
Soffriggere la cipolla in olio, quando è tenera aggiungere i fagioli cotti e cuocere per 5 minuti, unire tutti gli altri ingredienti, regolare di sale e pepe e aggiungere un dito d’acqua. Cyocere altri 10 minuti a fuoco vivo infine infornare a 180° per 1 ora.
L’ideale è servirlo con riso bianco, per un piatto unico vegetariano, o come contorno se servite un saporito piatto a base di maiale.
UUUUUrcaaaaa, stavo quasi per dimenticarmene! Bhè anche io ci metto la mia ricettina, semplice semplice ma decisamente da leccarsi tutte quante le falangi a disposizione…
POLPO (o moscardini) AFFOGATO.
Ingredienti: 1kg di polpo o di moscardini puliti e lavati
400gr di polpa di pomodori freschi
n.3 spicchi d’aglio piacentino
1/2 bicchiere di vino bianco secco
4 cucchiai di olio
1 mazzetto di prezzemolo fresco
sale qb
peperoncino
Mettete l’olio nella cocotte, adagiatevi comodamente il polpo intero o i moscardini, l’aglio vestito, la polpa di pomodoro, il vino bianco secco, il peperoncino e il sale. Chiudete la cocotte (o se come me non ne avete una mettete un foglio di carta da forno legato intorno al bordo della pentola e incoperchiate) e a fuoco basso lasciate cuocere per un’ora e trenta minuti.
A fine cottura aggiungete il prezzemolo tritato e un filo di olio crudo.
Da servire con: fette di pane toscano tostato/riso bollito/patate lessate/couscous/ oppure usate per condire una pasta gustosissima….
Ciao, Claudio.
Mi associo in pieno alla proposta di Tiziana N.(343)! Sarebbe fantastico uno sconto sulle cocottes!!! :)
OOOHHH ho finito l’anno !!!! 365 giorni stufati
Ciao tutti,
Partecipo anch’io :-)! Non aspetto l’estrazione: il risultato è già un’ottima vincita visto la fonte d’ispirazione che viene fuori con le numerose partecipazioni. I stufati mi sono sempre piaciuti sia quelli tradizionali (carbonades flamandes, bœuf bourguignon, waterzoi, ..) sia quelli un po’ orientali. Non vedo l’ora di provare alcuni mandati nei post.
Io mando una ricetta che dal nome pare italiana ma, se è vero, non so la sua origine. Cmq è una ricetta trovata da mia mamma che non è italiana…
Estouffade italienne
500gr di agnello o maiale, 125gr di albicocche secche, 1 peperone verde, 1 spicchio d’aglio, 2 foglie di alloro, sale e pepe, vino bianco secco qb, 100 gr di lenticchie, 250 gr di funghi, 1 scatola di pelati, 12 cipolline “grelot”, paprika, timo, 2 dadi, olio extra vergine d’oliva.
Mettere a bagno le albicocche nel vino. Rosolare nell’olio la carne tagliata a dadini. Togliere la carne e fare rosolare le cipolline. Mettere da parte anche loro e mettere il peperone tagliata a listarelle. Metterli da parte e fare cuocere i funghi stavolta chiudendo il coperchio. Quando i funghi avranno dato la loro acqua rimettere tutti gli ingredienti precotti nella vostra pentola rossa aggiungendo anche le lenticchie, le albicocche e il loro vino, i pelati con il loro sugo, l’aglio, i dadi, sale e pepe. Bagnare con acqua fino a coprire. Fare cuocere a fuoco lento con il coperchio per almeno 1 ora.
scusate la traduzione un pò affrettata…
Che bella idea, anch’io ti giro questa adoro questa ricetta della brava Joanne Glynn,
La fricassea
è un piatto di carne bianca in una salsa vellutata di tuorli d’uovo e panna. Questa ricetta, profumata alla salvia è leggera e perfetta da abbinare a delle semplici carote saltate.
Ingredienti per circa 4 persone
60 g di burro
1 coniglio da 1,5 kg, tagliato di 8 pezzi
200 g di champignon
125 ml di brodo di pollo
1 bouquet garni
80 ml di olio
1 mazzetto di salvia
150 ml di panna liquida fresca
2 tuorli d’uovo
Preparazione
Scalda metà del burro in una casseruola ampia, sala e pepa il coniglio e rosolalo a più riprese, girandolo. Toglilo dalla casseruola e mettilo da parte. Aggiungi il burro rimasto e rosola i funghi.
Rimetti il coniglio nella casseruola con i funghi. Aggiungi il vino e fai bollire un paio di minuti prima di aggiungere anche il brodo e il bouquet garni. Chiudi la pentola con il coperchio e fai bollire dolcemente a fuoco lento per 40 minuti.
Intanto, scalda l’olio in una piccola casseruola. Stacca le foglie dal mazzetto di salvia e lasciale cadere un po’ per volta nell’olio caldo. Le foglie cominceranno subito a sfrigolare intorno ai bordi. Cuocile per 30 secondi, o fino a quando saranno di un colore verde brillante e croccanti. Fai attenzione a non surriscaldare l’olio e a non cuocere le foglie troppo a lungo o diventeranno nere e sapranno di bruciato. Falle sgocciolare su un foglio di carta da cucina e salale
Togli dalla pentola il coniglio e i funghi che hai appena cotto e tienili al caldo. Butta il bouquet garni. Togli la pentola dal fuoco, unisci la panna ai tuorli d’uovo e mescolali energicamente con il brodo. Abbassa il fuoco al minimo e cuoci, continuando a mescolare per circa 5 minuti per addensare leggermente la salsa (non farla bollire o le uova diventeranno strapazzate). Sala e pepa a piacere.
Per servire, versa la salsa sul coniglio e sui funghi e guarnisci con le foglie croccanti di salvia
E finalmente si mangia…..
Mamma mia, quante belle ricette!! Sicuramente molte le farò…
Io vi volevo invece raccontare che capita, a volte, di vivere esperienze bellissime proprio sotto casa, senza dover prendere l’auto, il treno, l’aereo…. semplicemente avvicinando meglio persone che si vedono spesso per strada, che magari si salutano anche, ma che non si conoscono veramente.
E capita che da certi incontri nascano degli scambi che, con poco, riescono ad arricchire l’una parte e l’altra (avete presente quando vi sentite allegri, leggeri, pieni di voglia di fare?).
Così è capitato, qualche tempo fa, che nel nostro paesino della provincia bergamasca si fosse organizzato un incontro tra giovani e anziani sulla cucina.
Cos’era ‘sta cosa?
Era nel contempo un modo per avvicinare i giovani alla cucina tradizionale, quella autentica, fatta coi prodotti locali, spesso poveri (ma non sempre), cucinata sulle stufe a legna o nei camini, preparata a tante mani, con tutta la famiglia, in certi casi legata a feste particolari o a singoli periodi dell’anno.
Ed era anche un’occasione per i nostri “nonni cuochi” di farci conoscere quanto sono belle le ricette tradizionali, quanto è peccato perderle, e come è importante che questo passaggio tra generazioni, che un tempo avveniva in modo naturale, continui anche oggi. Cosa che invece nell’era della tecnologia si sta decisamente perdendo, assieme al contatto umano (sigh).
Insomma: ci siamo divertiti un sacco, noi e loro, siamo riusciti a carpire loro anche quei piccoli trucchi che qualcuno non voleva dire, abbiamo (con fatica) tradotto nero su bianco le ricette che loro avevano tutte nella testa, abbiamo (con altrettanta fatica) tradotto in quantità misurabili le loro quantità “a occhio”, abbiamo mangiato e bevuto in compagnia e alla fine siamo rimasti amici.
E allora ho pensato di condividere con voi questa bella ricetta. A quanto pare era un piatto di gran tradizione ed anche di gran classe in tutta la Lombardia. C’è solo un piccolo problema… che la lepre non è oggi facilmente procurabile… (vabbè, è solo l’ingrediente sec.. anzi, no, è proprio l’ingrediente principale!). Beh, intanto ve la scrivo, poi vedete voi.
La cosa che mi piace un sacco è che con lo stesso sugo che accompagna il piatto di carne si condisce la pasta, e quindi i sapori del pranzo sono in continuità. Naturalmente siamo a Bergamo, perciò si accompagna con la polenta!!
Légor in salmì e foiade con la légor
(Lepre in salmì e “maltagliati” col sugo di lepre)
1 lepre
1,5 litri di buon vino rosso (Barbera o Barolo)
1 gamba di sedano
3 carote
1 cipolla
burro e olio per il soffritto
aglio, cannella, chiodi di garofano, bacche di ginepro, noce moscata
buccia di un limone
mazzolino di erbe aromatiche (rosmarino, salvia, alloro, timo)
q.b. di farina bianca
200gr circa di salsa di pomodoro
30 gr circa di cioccolato fondente (ingrediente segreto carpito con l’astuzia)
sale
Per le foiade:
1 kg di farina bianca
4 uova intere
2 bicchieri circa di acqua tiepida
1 pizzico di sale
Tagliare la lepre a pezzi e metterla in un grosso contenitore assieme a carote, sedano e cipola, tritati grossolanamente. Unirvi tutte le spezie, il limone, le erbe aromatiche, e coprire completamente il tutto con il vino. Lasciare macerare per 48 ore o più (dipende da quanto vi piace deciso il sapore), girando i pezzi ogni tanto. Preparare quindi un soffritto con olio e burro, cipolla tagliata sottile e qualche spezia tritata finemente. Togliere i pezzi di lepre dalla marinata ed asciugarli, di modo che messi nel soffritto e rigirandoli prendano un bel colore dorato (attenzione: infarinateli leggermente, così l’intingolo verrà più cremoso, ha detto nonno Mansueto). Aggiungere quindi la marinata, salare, portare ad ebollizione e lasciar cuocere per circa tre ore a fiamma moderata e a pentola coperta. Durante la cottura aggiungere la salsa di pomodoro, il cioccolato e, se necessaria, dell’acqua. Alla fine della cottura scegliere i pezzi migliori e levarli momentaneamente dalla pentola. Privare gli altri pezzi dell’osso e sfilacciarli, di modo da arricchire il sugo. Rimettere in pentola i pezzi prima levati e fare restringere leggermente. In ultimo aggiungere un pezzettino di burro.
Parte dell’intingolo usarlo per condire le foiade, ottenute impastando tutti gli ingredienti, stendendo la pasta non troppo sottile e tagliandola a rombi imprecisi.
Mi raccomando la polenta gialla!!
FRITTEDDA
1 Kg fave fresche
1 kg piselli freschi
2 scalogni
1 ciuffo di menta fresca
1 bicchiere di latte o 1 limone
sale e pepe
1 filo fi olio e.v.o.
Pulire i carciofi e metterli in una ciotola con acqua e succo di limone oppure con acqua e il latte. Pulire le fave e i piselli e sciacquare. Pulire e tagliare lo scalogno. Fare un soffritto con olio e cipolla e mettere i carciofi tagliati a fette non troppo piccole. Dopo due minuti unire le fave ed i piselli. La tradizione vuole che non si aggiunga acqua, ma c’è chi lo fa sfidando la mala sorte. Abbassare la fiamma il più possibile e coprire lasciando cucinare il tutto per venti minuti. Ogni tanto si deve solo scuotere il tegame e non girare con un cucchiaio di legno, altrimenti si rischia di rovinare i carciofi. A fine cottura aggiungere sale (se necessita), pepe e la menta tagliata finemente.
Si serve calda oppure fredda.
Bagnun de anciue
Questa ricetta semplice e tipica della terra ligure, nel punto esatto dove si affaccia sul mare, viene spesso tradotta erroneamente come zuppa di acciughe in quanto la parola bagnun non ha corrispettivo in italiano: la parola deriva sì da bagno, ma immaginate un bagno molto grande succoso e saziante, niente a che vedere con un bagnetto se parliamo di culinaria.
Non è una zuppa quindi, e non ha nemmeno i tempi di cottura lunghi di una zuppa.
É un bagnun e deve raffreddare lentamente in una pentola avvolgente.
Il bagnun è perfetto servito caldo, con le gallette del pescatore da inzuppare, quando fa freddo, oppure consumato tiepido nelle sere estive in cui si cena al suono della cicala. Insomma un piatto che si può gustare sempre fuorché durante i fermi di pesca.
Ingredienti: 800 gr di acciughe fresche dell’alto tirreno pulite senza testa e senza lisca (e senza coda per gli schizzinosi), 3 pomodori maturi cuori di bue oppure in alternativa uno-due scatole di pelati di buona qualità, 2 spicchi di aglio, 1 cucchiaio di capperi sotto sale, una manciata di pinoli, una manciata di prezzemolo oppure origano oppure santoreggia (oppure tutti e tre per gli amanti delle aromatiche), 1 pomodoro secco, 2 acciughe salate, quanto basta di olio extravergine di oliva taggiasca dal sapore delicato, un bicchiere di vino bianco vermentino, sale e peperoncino opzionali.
Svolgimento semplice: iniziare a scaldare la pentola, coprire il fondo della casseruola tiepida con l’oev delicato, fare un battuto al coltello con l’aglio, gli aromi, il pomodoro secco, i pinoli, i capperi e metterli a sfrigolare nell’olio insieme alle due acciughe salate.
Aggiungere le acciughe fresche pulite e farle saltare anch’esse nell’olio, poi versare il bicchiere di vino e far evaporare per un’altra manciata di minuti.
Pulire i pomodori dalla buccia e tagliarli a cubetti (oppure se siamo in inverno aprire la scatoletta di pelati) e versarli nella pentola. Dare una girata di mestolo e coprire non perfettamente con il coperchio in modo che il bagnun possa sbuffare. Cuocere in totale per 20-30 minuti e poi lasciare riposare nella pentola almeno mezza giornata.
Come si serve: scaldare il bagnun e aggiustare di sale (attenzione forse non ce ne sarà bisogno), mettere un po’ di olio crudo e se si vuole un po’ di origano/santoreggia/prezzemolo e/o di peperoncino (di questo non troppo sennò coprirà il sapore dell’acciuga), usare le gallette del pescatore (pasta di pane biscottata a forma di focaccia) come cucchiai per mangiarsi le acciughe rimaste intere, oppure inzuppare fette di pane tostato (tipo pane cafone). Servire accompagnando con vermentino fresco, o per i più audaci accostare un rosso aromatico da vitigno syrah, tipicamente mediterraneo come il bagnun.
Attenzione: il bagnun non sa di zuppa di pesce, ma sa di bagnun di anciue e per gli amanti di questo pesce è un’esperienza indimenticabile.
Il bagnun non viene mai uguale a se stesso. La quantità di pomodoro normalmente è in funzione di quanto brodoso voglio il mio piatto, quindi provare, provare, provare, perché sicuramente ci sarà in casa qualcuno che lo vuole più solido e chi lo amerà più liquido, ma non diluire giammai il composto che ha già riposato!
Quelle indiane le rifò tutte!!! :-)
Questa ricetta l’ho estorta al mio fidanzato anglo-indiano (Nainesh, appunto) prima ancora che ci mettessimo insieme (quindi in effetti la ricetta è stata un po’ galeotta) e diciamo che me ne sono appropriata, anche se quando lo cucina lui è proprio divino! (però forse con la pentola giusta potrei avvicinarmi alla perfezione;-) Tutti i miei amici e parenti adooorano il pollo di Nainesh e infatti quando viene in Italia gli tocca sempre cucinarlo, a volte anche a domicilio!!! Quindi Sigrid con la cocottina faresti felici non una sola persona ma una moltitudine intera;-)). La riporto così come me l’ha data lui, l’ho solo tradotta dall’inglese.
Nainesh’s Chicken
1/2 Kg di pollo a pezzi (preferibilmente cosce e senza la pelle)
3 cipolle dorate medio/grandi
3 pomodori maturi (o 3/4 di una lattina di pelati)
zenzero fresco (circa 3 cm)
aglio fresco (almeno mezza testa, o più se piaceJ)
3 peperoncini verdi freschi (quelli a forma di proiettile, comunque mediamente piccanti)
3 bacche di cardamomo
5 chiodi di garofano
5 grani di pepe nero
1 stecca di cannella (circa 5 cm)
2 cucchiaini di semi di cumino (nome indiano jeera)
1/2 cucchiaino di curcuma in polvere (nome indiano haldi)
2 cucchiaini di coriandolo in polvere (nome indiano thana)
1 cucchiaino di cumino in polvere
1 cucchiaino di garam masala (miscela di spezie indiana, intraducibile)
1 cucchiaino di sale
1 mazzetto di coriandolo fresco
Sbucciare e tritare grossolanamente le cipolle
Tritare finemente i peperoncini, sbucciare e tritare finemente l’aglio e lo zenzero (aglio, zenzero e peperoncini si possono tritare insieme nel mixer)
Scaldare a fuoco medio un po’ d’olio in una pentola capiente (usatene una con un coperchio che chiuda bene o una cocotte di ghisa se avete vinto il concorso di cavolettoJ)
Aggiungere la cannella, il cardamomo, i chiodi di garofano e il pepe e far cuocere fino a che le spezie non cominceranno a sprigionare il loro aroma (circa 1 minuto)
Aggiungere i semi di cumino e le cipolle, mescolare e lasciar cuocere finché le cipolle diventano soffici (circa mezz’ora)
Abbassare la fiamma e aggiungere le restanti spezie in polvere e il mix di aglio, zenzero e peperoncino
Aggiungere il pollo e mescolare in modo che questo venga ricoperto dalle spezie
Lasciar cuocere coperto, girando ogni tanto per non far attaccare. Il pollo cuocendosi rilascerà liquidi, quindi non sarà necessario aggiungere acqua.
Quando il pollo sarà quasi cotto (almeno un’ora) aggiungere i pomodori tagliati a dadini, quando questi si saranno dissolti nella salsa spegnere il gas e aggiungere il coriandolo fresco tritato grossolanamente mescolando gentilmente.
Fate riposare 5 minuti se potete! (nell’attesa potete bere un bicchiere di vino o di birra)
Servire con riso basmati, naan o chapati (in mancanza vanno bene anche le piadine sfogliate!!!)
Ciao Sigrid!
Anche noi vogliamo partecipare all’estrazione della cocotte… poi sarebbe utilissima per fare il nostro stufato :
http://myszkincucina.blogspot.com/2011/02/stufato-alla-birra-piwna-woowina.html
spero che ti piaccia : )
A presto
Myszale
Ciao Sigrid,
bella davvero l’idea del contest per accaparrarsi la mitica cocotte, tempo fa me ne sono fatta sfuggire una vendita online sottocosto e ancora me ne pento :(
Ma veniamo alla ricetta: sto attraversando un periodo culinario decisamente anglosassone, quindi eccoti questo stufato irlandese che, tra l’altro, non prevede l’aggiunta di olio e può essere quindi spacciato anche per un piatto c.d. “magro” ma, ti garantisco, gustosissimo…
Irish stew
Ingredienti:
– un kg abbondante di carne a tagliata a cubotti (nella ricetta originale era previsto l’agnello, io l’ho sostituita con della vitella, pensa un po’…)
– farina 4 cucchiai circa
– 3 cipolle grandi tritate
– 3 carote a fette
– patate circa mezzo kg tagliate in quarti
– timo fresco secco 1/2 cucchiaino
– 850 ml circa di brodo di carne
– prezzemolo tritato
Disporre in un piatto la farina, aggiungere sale e pere, rotolarci i pezzi di carne, togliere l’eccesso di farina e sistemare sul fondo di una casseruola che possa andare in forno. Sistemare sulla carne cipolle, patate e carote, spolverizzare con il timo ed aggiungere il brodo. Coprire e cuocere nel forno a 160° per circa 2 ore e mezza. Spolverizzare con il prezzemolo prima di servire.
E’ un tipico “comfort food” all’inglese, ma mi ha incuriosito l’assenza di grassi (nè olio nè burro)e l’ho trovato davvero buonissimo, con un sughetto molto cremoso ;)
Un salutone a Sigrid e vincano i migliori!
Brunella
Ciao Sigrid, che bella proposta (come sempre) e quante buone Ricette sono arrivate! Confesso che alcune mi hanno proprio incuriosita e se dovessi essere io a scegliere….peggio dei bimbi davanti ad una scatola di cioccolatini!!!
Ci provo anch’io a meritarmi il premio con un couscous prezioso copiato ad una signora libica circa 10 anni fa…avventura buffa perchè la signora in questione non masticava mezza parola di Italiano o Inglese, quindi è stato tutto un osservare, aiutare e prendere appunti con quantità sommarie, tempi indicativi ed ingredienti dei quali registravo il nome in Tripolino, salvo poi cercare di recuperarne le tracce.
Due sono le pentole sul fuoco…e un pomeriggio intero per preparare questa delizia che però mi ha fatto guadagnare i complimenti di un amico siriano…e ho detto tutto ;-)!
COUSCOUS DI CASA ABDOUL
Mettere la semola del couscous in un grande piatto. Bagnarla con un po’ d’acqua, schizzando come per inumidire la biancheria: farlo più volte, senza permettere che l’acqua dsi raccolga sul fondo, ma lasciando che venga assorbita. Con la mano mescolare la semola che si rapprenderà in palline, spolverizzare con poca farina e continuare a mescolare. Passsare quindi al setaccio, spianadola con la mano per farla diventare più fine.
In un tegame preparare un soffritto con olio e porri affettati sottili. Aggiungere carne d’agnello (come per uno spezzatino), 2-3 cucchiai di concentrato di pomodoro, un po di fil fil (peperoncino). Quando è rosolata aggiungere sale e bzar (curcuma): 3 -4 cucchiaini. Far cuocere a lungo allungando con acqua.
In un altro tegame far bollire tanta cipolla a fettine e ceci lasciati in ammollo per una notte.
Dopo circa due ore unire un cucchiaio abbondante di samen (o burro chiarificato), 1-2 cucchiai di concentrato di pomodoro e un po’ di fil-fil quindi aggiungere 3-4 mestoli del sugo della carne che sta bollendo nell’altro tegame.
Tagliare a tocchetti della zucca, 1-2 melanzane, delle patate e aggiungerle alla carne per la cottura finale.
Oliare il couscous passato al setaccio e mescolare con la mano. Metterlo nel cestello della vaporiera ed appoggiarlo sul tegame della carne, così prende il profumo.
Al momento di servire versare la semola in un grande piatto, mescolarvi del samen, spolverizzarlo di hararat (una miscela di spezie in cui predomina la cannella in plovere) e condirlo con un po’ del sugo di cottura della carne. Disporre quindi la carne al centro e le verdure attorno. Spolverare ancora con l’hararat e servire.
Lo so, non ci sono dosi, ma indicativamente ha la consistenza di una zuppa di goulash brodosa (la semola poi assorbe) e anche la dose di carne e verdura varia a seconda dei commensali… alla cena della signora Abdul eravamo un’ infinità!
In bocca al lupo a tutti!
Fran
Carissima, giuro che questa vota ci volevo provare a partecipare ……Volevo proprio cercare di vincerla questa pentola. In realtà adesso la sostituisco con la pentola a pressione!|!! Che abominio!!!
Le ricette le avrei….
La genovese
la genovese di polipo
Il maiale al latte
La zuppa di lenticchie al pomodoro
La glassa napoletana
Il ragu’
Come vedi ho solo l’imbarazzo della scelta… Ma che possibilità posso avere senza blog e dopo 350 post?
Per cui complimenti per tutto, per i libri, il blog il giveaway….
Sarà per la prossima volta!
Ciao
STRACOTTO AI TARTUFI
Non son certa che qualcuno non ci abbia già pensato … qui ci sono 350 commenti-ricette !!
Tritate cipolla, carota e sedano e fate rosolare in una pentola (meglio la cocotte.. ovvio!) con olio e un pezzettino di burro.
Aggiungete la carne di manzo (circa 800 gr di parte magra , coscia) leggermente infarinata e fatela rosolare girandola con pepe e poco sale. Aggiungete i funghi secchi fatti rinvenire un’ora prima in acqua calda. Versate il vino e fatelo evaporare e poi aggiungete circa due bicchieri di brodo. Coprite e cuocete a fuoco lento per circa 3 ore bagnando di tanto in tanto con il brodo. A cottura ultimata togliete la carne e affettatela. Servite con un poco di sugo di cottura e affettate sottilmente il tartufo.
Ecco la mia ricetta per riservata a buongustai molto pazienti, non tanto per la cottura lenta, ottima per la cocotte, quanto per la difficoltà di procacciarsi l’ingrediente principale, la Guancia di manzo.
A dirla così sembra facile ma la Guancia ormai non la tratta quasi più nessuno, ma se avete un macellaio di fiducia che lavora anche altre parti della testa, beh, allora dovete provarla.
Ora che avete la Guancia, mettetela a marinare per almeno 1 giorno, con del vino di struttura, del Barolo va benissimo, ma ci si può accontentare anche di altri vini che abbiano parecchi tannini (eventualmente consultate un sommelier).
A fargli compagnia una cipolla, carota, qualche foglia di alloro, pepe in grani, un rametto di rosmarino e di salvia; io utilizzo anche del coriandolo in grani e, a seconda dell’umore, cannella o chiodi di garofano.
Il giorno dopo, rinvenite la vostra Guancia, conservando il liquido di marinatura, scolatela ed asciugatela bene, massaggiatela con sale e pepe e dategli una rapida rosolata in padella.
Nel frattempo filtrate il liquido della marinatura rimasto lasciando solo carota e cipolla ma, se c’è, anche la stecca di cannella, e mettete sul fuoco a scaldare.
Immergete la Guancia nel liquido caldo, eventualmente aggiungendo il vino rimasto (o del brodo vegetale) fino a coprirla e lasciate sobbolire a fuoco lento, lentissimo per non meno di 3 ore, molto dipende dalla quantità di carne.
Comunque potete valutare la cottura sia dal restringimento del sugo, che, principalmente, dalla prova forchetta. E sì perchè una volta cotta a puntino la Guancia sarà cosi tenera da poterla tagliare con i rebbi della forchetta.
Un piccolo suggerimento per coloro che, come me, non hanno la fortuna di avere (ancora ;-))una vera e propria cocotte, è possibile utilizzare tra il fornello (il più piccolo) e la pentola un mattone, meglio se di quelli refrattari, che vi permettera di distribuire al meglio il calore.
Una volta tolta la Guancia passate il sugo al mixer, aggiungete una noce di burro (ma anche no!) e fatelo restringere a fuoco più vivace.
Non vi resta che tagliala a fette e servirla irrorandola con il sugo ben caldo.
I più ricercati potranno farne un piatto unico accompagnandola con una ottima polenta bianca non troppo densa, e innaffiando il tutto preferibilmente con lo stesso tipo di vino scelto per la marinatura.
BOCCONCINI DELLA ZIA WILMA
Da piccolo la mia zia Wilma mi preparava sempre questo piatto.. e ancora oggi è uno dei suoi piatti forti! Se vinco la cocotte la condividerò con la zia :D
500 gr di fesa di tacchino tagliata a bocconcini
6 patate di media grandezza
brodo vegetale
olio
scalogno
sale
farina
3 foglie di alloro
vino bianco q.b.
Preparare il brodo vegetale e metterlo da parte. In una bella cocotte mettere l’olio con lo scalogno tritato e far soffriggere lentamente. Aggiungere i bocconcini di tacchino precedentemente infarinati e passarli per qualche minuto nel soffritto fino a dorarli leggermente.
Aggiungere il vino bianco lasciandolo evaporare piano. Aggiungere le patate tagliate a pezzi. Ricoprire il tutto con il brodo, aggiungendo sale e alloro.
Cuocere a fuoco lento ricordando di coprire la pentola. Servire in piatti fondi con crostoni di pane.
@Sara77
La festa delle giuggiole si svolge ad Arquà Petrarca ad inizio ottobre: il posto è incantevole! Vieni a trovarci!
Dopo esser stata a casa di una cara amica francese, bravissima illustratrice di libri per bambini, lei mi ha mandato questa meravigliosa ricetta disegnata che è stata cucinata proprio in una grande cocotte Le Creuset. Siccome però non riesco a mettere qui i bellissimi disegni che mi ha mandato vi devo mettere l’indirizzo del mio post: http://pampel-muse.blogspot.com/2011/01/boeuf-carottes-di-joelle-jolivet.html
ho sbagliato a scrivere il nome..:))))
Evvivanoè, non evvivaoè…
Io non mangio carne, sono vegetariana (eh sì, appartengo a questo genere di individui :))
Ma uso la cottura lenta per alcune preparazioni con le verdure e con i legumi. Una in particolare ci piace moltisssssssimo e dunque la preparo, diciamo non spesso, ma quasi! E ogni volta cambio qualcosina, giusto per sperimentare un pò, dato che la ricetta si presta!Viene direttamente da “La cucina ebraica” di Larissa Hyman e si chiama “tzimmel” di carote (tra l’altro è anche carino il preambolo della ricetta che spiega il sigificato della parola tzimmel…)Dunque, bisogna tagliare a tocchetti circa 1/2 chilo di carote e mezzo di patate dolci. In una casseruolina far soffriggere una grossa cipolla bianca con una noce di burro; aggiungere le verdure e irrorarle con il succo di un’arancia (circa 250 ml) mettendone anche la scorza. Dopo qualche minuto aggiungere 3 cucchiai di miele di acacia, delle prugne secche (una manciata) denocciolate e tagliate a striscioline e una quantità simile di albicocche secche. Lasciare cuocere il tutto per circa 45 minuti mescolando di tanto in tanto e aggiungendo succo di arancia se dovesse ascigare troppo. Alla fine salare e spolverare con noce moscata.
Io lo trovo veramente delizioso!!! Una variante può essere per esempio metà succo di arancia e metà di limone. Oppure sostituire le prugne con dei datteri. La frutta secca deve essere di buona qualità per la riuscita del piatto (lo sottolinea l’autrice).
E’ un classico cibo coccoloso per le cene invernali, sostanzioso ma leggero, con il giusto punto di dolcezza!
Ciao a tutti!
Sara
Ciao doubleCavoletto!
ecco la mia ricettina da cuocere moooolto lentamente con una rossissima cocotte…
Brasato d’Asino
Dosi per 4 persone affamate: 1 chilo e 200 grammi di polpa d’asino, 1 cipolla, 2 coste di sedano, 3 carote, 2 spicchi d’aglio, 1 grosso e rosso pomodoro oppure 1 scatola di pomodori pelati, 1 litro o poco più di brodo vegetale, poca farina bianca, 2 bicchieri di vino rosso corposo (barbera, nebbiolo, primitivo), lardo, una noce di burro, olio extravergine d’oliva, un rametto di rosmarino, 2 foglie di alloro, sale, pepe, noce moscata e, attenzione… un cubetto di cioccolato neronero extrafondente!
Steccare la carne con il lardo e farla rosolare con l’olio. Sfumare con il vino, aggiungere tutte le verdure tagliate a pezzi. Ricoprire il tutto con il brodo caldo, coprire e lasciare cuocere a fuoco lento per almeno tre ore e mezzo. A metà cottura aggiungere la farina setacciata (evitando di far formare grumi), controllare la carne e girarla. Verso fine cottura togliere le verdure, passarle nel passaverdura e unirle nuovamente alla carne. Cinque minuti prima di spegnere la fiamma grattugiare il cubetto di cioccolato, stemperarlo con il burro e aggiungerlo al sughetto. Tagliare a fette e servire con il suo sugo ristretto accompagnando il tutto con una buona polenta preparata con metà farina gialla e metà di grano saraceno. Bon appétit!
Cara Sigrid, sono una tua neo-assidua lettrice nonchè un’attiva divulgatrice delle tue intuizioni culinarie, dato che ormai sei sulla bocca di mamma, zie e amiche del cuore. Veniamo al dunque: appena letta l’equazione ricetta-cottura lenta lenta-pot = soul food mi sono subito balzate in testa ben DUE RICETTE che io e i miei cari abbiamo imparato ad apprezzare mooooltissimo: curry (leggi C.A.R.I.)giapponese di manzo (ricetta della mia carissima amica Anna che ha vissuto in Giappone) e i “pezzetti” di cavallo del basso salento. Non so se tu sia favorevole al consumo di carne di cavallo ma queste due pietanze sono interessanti perchè nonostante lontanissime per provenienza e cultura sono vicinissime in quanto piatti rustici, di casa, ricchi e succulenti!mica sushi insomma.
sono facilissime da fare: il curry è uno stufato e i “pezzetti” un ragù in due tempi perchè la carne si cuoce prima nel brodo e poi quasi si disfa nel sugo, uno stra-stracotto insomma…
CURRY DI MANZO (per 4 persone? mah…)
mezzo chilo di cappello di prete di manzo o scottona a cubotti, o se preferite lonza di maiale o gamberetti freschi- 2 patate piccole a dadini-una grossa cipolla e una carota tritate grossolanamente-olio, quello che preferite-acqua a bollore-un cubetto di curry mix giapponese dedicato proprio a questo piatto. In un tegame scaldare un filo abbondante d’olio in cui far soffriggere a fuoco alto i bocconcini di carne. Appena cambiano colore aggiungere le verdure e far sudare per 2-3 min, poi coprire tutto con acqua bollente e portare a bollore.Qui aggiungiamo il curry che si scioglierà lentamente, abbassiamo la fiamma e lasciamo cuocere per altri 3/4 d’ora buoni.Sarà pronto se la carne si falderà sotto la pressione del cucchiaio e sarà avvolta dalla salsa vellutata color nocciola. Aggiustate di sale solo alla fine, se non svenite prima dal profumo!
PEZZETTI DI CAVALLO
6 etti di pezzetti (credo sia la pancia)-per il brodo: cipolla, sedano, carota ,2 chiodi di garofano, due foglie d’alloro, aglio in camicia,grani di pepe- per il ragù: 500 grammi di pelati passati, una cipolla media, vino rosso mezzo bicchiere, olio EVO pugliese, un barattolino di concentrato di pomodoro, peperoncino.In una pentola alta procedere col brodo con la carne in acqua fredda, portare a bollore schiumare quanto possibile; dopo aggiungere gli odori e le spezie e far bollire fino a ridurre il brodo della metà. A questo punto togliere la carne dal brodo e filtrare quest’ultimo.In un tegame di ghisa o di coccio far appassire la cipolla affettata con l’olio EVO, aggiungere la carne scolata e bagnare col vino( Negramaro andrà benissimo), far sfumare e aggiungere la salsa, il concentrato, il brodo,il peperoncino, salare poco e coprire per far cuocere ancora per un’oretta. In fine aggiustare di sale e gustare come spezzatino con pane cotto sulla pietra o come ragù per la pasta “sagne incannulate”,ma nessun formato di pasta rifiuterà di farsi accompagnare da questa delizia.Cavolo, che fame! A presto!
La cocotte!!!
E’ proprio un sogno! Credo possa essere fatta apposta per cucinare la LONZA ALLE MELE, che la mia mamma aveva imparato a cicinare quando abitava in Trentino e che faceva nelle domeniche invernali.
Avete notato che stiamo postando tutti ricette “domenicali”??
Ingredienti: una lonza di maiale da circa 1200 gr.; 4 o 5 belle mele golden; circa 25 cm. di salsiccia del tipo sottile a pezzetti; mezzo bicchiere di vino bianco; il succo di un limone; 3 o 4 foglie di alloro; sale e pepe q.b.; olio o olio+burro q. b. per rosolare la carne.
Tagliare le mele a tocchetti non troppo piccoli.
Rosolare la lonza nell’olio, poi aggiungere intorno alla lonza circa metà dei tocchetti di mele, la salsiccia qua e là, e un paio di foglie di alloro.
Ricoprire con il resto dei cubetti di mela (se coprono anche la carne non c’è problema, anzi!) salare e pepare infilare ancora foglie di alloro tra le mele (o tra le mele e la pentola) ed aggiungere il vino bianco.
Far cuocere piano piano, girando di tanto in tanto le mele e facendo attenzione che non attacchino, per circa 30/45 minuti. Poi girare la carne, aggiungere il succo di limone e lasciar cuocere sobbollendo appena appena ancora almeno 45’.
Le mele devono disfarsi e ridursi ad una specie di purea, non esageratamente molle ma neppure troppo densa.
Togliere la lonza dalla pentola, tagliarla a fettine e servire ricoperta con le mele e i pezzetti di salsiccia.
Et voilà!
http://didithegeek.com/2011/02/10/crostino-toscano-su-pane-in-pentola/
l’antipasto di uno è il piatto unico di un altro!
Sigrid, la coccotte Le Creuset!!!!
Anche per me, come per tante altre qui dentro, è il sogno-desiderio da almeno 10 anni!!
E allora, come non partecipare al tuo invito??
Certo la lotta è dura, ho letto quasi tutte le ricette: sono davvero interessanti e alcune particolarmente intriganti.
Ecco dunque la mia ricetta, con una piccola presentazione.
L’abbiamo assaggiata (io e marito) per la prima volta a Parigi, in una fredda giornata di gennaio, rinfrancante dopo aver vagato per ore lungo strade e piazze gelide e con la triste prospettiva di dover riprendere, da lì a poco, l’aereo per casa.
E così siamo approdati in un vecchio bistrot, trovato quasi per caso e in pienissimo centro … un locale piccolo, all’entrata un vecchio bancone da mescita, per pranzare si accede al piano superiore attraverso una vecchia e stretta scala a chiocciola in legno, consumata dal tempo e dalle tante scarpe che ci sono passate …
Un’unica piccola stanza dove mangiare, il menù scritto a mano su una lavagna appesa alla parete e ai tavoli tante persone diverse tra di loro: la coppia di una certa età, alcuni studenti, una giovane coppia innamorata, alcuni single e i due signori parigini che una volta saputo che eravamo italiani, ci consigliano alcuni piatti “buonissimi e da non perdere assolutamente”, insomma un locale inaspettato e romantico nel centro di Parigi!
E proprio lì ho assaggiato questo piatto (originariamente leggermente diverso), poi una volta a casa ho riprovato la ricetta, nelle varie riproposte l’ho variata e rielaborata provando a darci anche un tocco personale … alla fine è nata questa ricetta:
ZUPPA INVERNALE CON INVOLTINI DI VERZE (ricetta franco-italianizzata)
(dosi per 6-8 persone)
Ingredienti:
– 1 verza media (fresca e croccante),
– 8 fettine di polpa di manzo tagliate molto sottili (tipo carpaccio) da 40-50 gr. cad.
– 8 fette di mortadella affettata sottile,
– 20 gr. di burro,
– 8/10 cucchiai di olio extravergine oliva,
– 2/3 carote,
– 2/3 cipolle medie,
– 1 spicchio di aglio,
– 1 gamba di sedano,
– 3/4 patate medie,
– lt. 1,5/2,0 brodo vegetale o di pollo leggero,
– semi di cumino: 1 cucchiaino raso,
– 8-10 fette di pane tostato (tipo ciabatta o casereccio).
– Sale: q.b.
Preparazione:
Togliere dalla verza 8 foglie belle ed intere (eventualmente eliminare quelle più esterne se rovinate o troppo dure), tagliare ed eliminare da ognuna la parte dura del gambo, scottarle in acqua bollente leggermente salata per 2-3 minuti, farle raffreddare in una ciotola di acqua fredda ed infine farle asciugare su un canovaccio.
Porre su ogni foglia di verza una fettina di manzo, coprirla con la fettina di mortadella (l’eventuale eccedenza di carne/mortadella non va eliminatala ma piegatela verso l’interno) e arrotolare ben stretto (porre la foglia con il taglio del gambo verso il basso, poi piegare parte dei lati dx e sx verso il centro, ottenendo così un rettangolo, arrotolare partendo dal basso verso l’alto in modo che la parte tagliata dove c’era il gambo, una volta arrotolato si trovi all’interno e la parte superiore della foglia chiuda l’involtino), legare l’involtino con dello spago da cucina a mo’ di pacco regalo.
Non serve aggiungere ne’ sale ne’ pepe in quanto la mortadella cucinando a lungo trasmette sapidità e profumo alla carne e alla verza.
Proseguire allo stesso modo con le altre 7 foglie.
Far sciogliere nella coccotte Le Creuset (… per chi ha la fortuna di averla!) o in altra pentola adeguata il burro, aggiungere metà olio e poi, in successione, tutte le verdure: le carote andranno tagliate a rondelle oblique, le cipolle affettate sottili, l’aglio pestato avendo cura di togliere l’eventuale anima, le patate a grossi spicchi, il sedano a piccole rondelle, aggiungere la verza avanzata e tagliata a listarelle … attenzione a non esagerare con la quantità di verza perché rischiate che il suo sapore diventi predominante e copra il profumo degli altri ingredienti: se la verza è molto grande e “spessa” eventualmente utilizzatene mezza o i 2/3, aggiungere infine il cumino.
Coprite con il brodo caldo, fate prendere il bollore, aggiungete gli involtini di verza e coprire, fate cuocere a fuoco molto dolce (o in forno a 150/160°) per almeno 3 ore (meglio un’intera mattinata!), infine regolare di sale e togliete dal fuoco.
La consistenza dovrà essere quella di una zuppa di verdure, un po’ brodosa, leggermente densa ma non liquida.
Servire un involtino a persona accompagnando con un paio di mestoli di zuppa, un filo di buon olio extravergine di oliva e, a parte, qualche fetta di pane abbrustolito.
Accompagnare il tutto con un buon bicchiere di rosso corposo “da meditazione”, magari un Cabernet o un Raboso Piave.
P.S.: Sigrid, avrei una proposta da farti: visto l’alto numero di coccotte Le Creuset desiderate, non potresti “intercedere” per noi presso Le Creuset e farci ottenere uno sconto particolare nel caso di acquisto in massa??? Chiedo troppo? Scusami, ma le caccotte sono così belle ed irresistibili che sto provando di tutto per averne una …
@ Marco
Wow, quanto invidio la tua residenza!!! :)
Ho mangiato una sola volta in vita mia le giuggiole e le ho trovate fantastiche…ma il brodo di giuggiole deve essere una bontà!!! Quando è periodo di giuggiole? Secondo voi si trovano in qualche mercato di Roma e dintorni?
Ciao Sigrid, non ho mai commentato le tue fantasiose ricette ma direi che è giunto il momento di intervenire proponendoti la ricetta di un dolce digestivo che spero ti possa piacere: Il BRODO DI GIUGGIOLE che ha dato origine all’espressione ”andar in brodo di giuggiole” ovvero andare in estasi. Deriva da un’antica tradizione contadina veneta. Ad Arquà Petrarca, poco distante da dove abito io, si svolge ogni anno una festa dedicata proprio a questo frutto.
BRODO DI GIUGGIOLE (dolce digestivo)
1 kg di giuggiole
1 kg di zucchero
2 grappoli di uva Zibibbo
2 bicchieri di vino Cabernet
2 mele cotogne sbucciate e tagliate sottilmente
1 limone (buccia grattugiata)
1 litro di acqua
Lasciare appassire le giuggiole per un paio di giorni senza sbucciarle. Snocciolarle e metterle in una pentola ricoprendole d’acqua. Pulire ed aggiungere l’uva e lo zucchero. Cuocere tutto per un’ora a fuoco dolce. Aggiungere le mele cotogne e il Cabernet quindi alzare la fiamma e fare evaporare il vino. Verso la fine della cottura, aggiungere anche la buccia del limone grattugiato. Portare ad ebollizione fino ad ottenere uno sciroppo cremoso, filtrarlo e farlo raffreddare per poi sigillarlo in bottiglie sterilizzate lasciandolo al fresco e al buio. Questo digestivo va d’amore e d’accordo con i dolci. Ciao a tutti!
Ho scritto la mia ricetta (o non-ricetta, come si vedrà) sul blog, è un Baccalà mantecato alla veneziana leggendo la miglior guida di Venezia.
http://vivereincucina.wordpress.com/2011/02/10/baccala-mantecato-alla-veneziana-venezia-e-un-pesce/
Bella iniziativa e premio stellare, grazie Sigrid! Ma devo dire che scrivere su un tema interessante è già un bel premio per tutti, ciao :)
La leggenda narra che dopo il lungo assedio di Verona Odoacre trovò una popolazione affamata almeno quanto il suo esercito. Diede così l’ordine di macellare i cavalli la cui carne, però, risultava secca, stopposa e scialba.
Venne così fatta rinvenire nel vino speziato e poi cucinata a lungo.
Pastissada de caval (stracotto di cavallo)
600 gr scamone di cavallo tagliato in grossi bocconi, 600 gr cipolle rosse, 2 stecche cannella, 3 cucchiai cannella in polvere, 1 noce moscata intera, 2 cucchiai scarsi noce moscata, 1/2 cucchiaio pepe macinato fresco, una decina di grani di pepe nero, 1 lt Nepente di Oliena, 2 lt brodo vegetale ottenuto solo con carote, sedano e alloro, olio evo, sale integrale,
Far frollare le carne per 24 ore nel vino con le stecche di cannella, la noce moscata intera e i grani di pepe.
Scolare e conservare il vino.
Far andare la cipolla con l’olio nella cocotte a fuoco moderato e aggiungere lo scamone, le spezie e il vino usato per la frollatura.
Diminuire il fuoco al minimo e far andare per 8 ore, sinchè, come direbbe la Litizzetto, la polpa non si spatascia. Dopo 7 ore aggiungere il sale.
Controllare sempre l’umidità del piatto e, nel caso, aggiungere il brodo vegetale rigorosamente caldo.
Servire con polenta gialla morbida
n.d.r Sono sarda ma ho passato 2 anni in Veneto resi indimenticabili dai miei colleghi e le nostre scorribande culinarie. La ricetta, pertanto, non è L’originale, ma una versione personalizzata con l’accostamento di un vino sardo, un modo per unire 2 mondi diversi e farli esistere insieme
Grazie Sigrid per l’opportunità
Ciao
Sele
P.S. Sigrid ma di tutte queste meravigliose ricette ne fai qualcosa dopo il contest? Non vedo l’ora di provarle tutte
Ciao Sigrid,
Questa ricetta e’ speciale poiche’ me l’ha preparato la mia cara amica Florence mentre ero di passaggio a Bxl il week-end scorso. Speciale per gli ingredienti ma soprattutto per il sapore! Cinghiale alla Kriek e cioccolato-Piu’ Belga di cosi’!-)
Fate rosolare in una cocotte 1kg di boconcini di cinghiali finche’ non diventano dorati.Aggiungete una cipolla trittata e fatela dorare anche quella un po’. Aggiungete sale, pepe,del timo e dell’alloro.Versateci una bottiglia da 75cl di Kriek (a piacere o ciliegia che e’ quella piu’ tradizionale ma al lampone va bene uguale) e fate cuocere per 1 ora abbondante. Dopo aggiungete una baretta di cioccolata fondente (almeno 70% ) circa 30g, tagliata a pezzetti. Lasciate cuocere per un altra mezz’ora.Aggiungete 2 cucchiai di gelatina di ribes e lasciate cuocere altri 10 min. Spegnete il fuoco aggiungete 2 cucchiai di panna liquida (cre’me fraiche), mescolate bene. Servite con verdure bollite e accompagnate da una Kriek!Bon Appe’tit!
La mia ricetta fa molto inverno, le castagne,il pane, e del buon vino …per voi la mia mitica
“Minestra di Castagne”
300 g di castagne
300 g di finocchietti selvatici
100 g di pomodori pelati
circa 30 g di burro
1 cipolla
1 costa di sedano
prezzemolo
olio buono
sale e pepe
Sbuccio le castagne e le tosto nel forno per qualche minuto e poi tolgo la pellicina. Taglio a pezzetti i finocchi. Soffriggo con due cucchiai d’olio un trito di cipolla +sedano+ prezzemolo. Lascio dorare quindi unisco i pomodori tagliati a pezzi,condisco con sale e pepe e dopo qualche minuto aggiungo le castagne, i finocchi e abbondante acqua calda precedentemente salata. Faccio cuocere a fiamma bassissima per circa un ‘ora e mezza a tegame coperto, poco prima di spegnere il fuoco aggiungo il burro e aggiusto di sale, va servita DENTRO UNA BELLISSIMA COCOTTE IN GHISA ROSSA CHE LA MANTIENE CALDISSIMA!Che dici Sigrid… ;)
Ciao Sigrid,
lo spezzatino al Marzemino (la ricetta la trovi qui (non è mia). Da cuocere lentamente minimo un paio d’ore. Da servire con polenta con farina di Storo e (per i tuoi commensali, per te forse è meglio di no ;) un calice di Marzemino, possibilmente della Cantina d’Isera. Buon appetito! ciao, Marina
questo è un piatto del cuore, un piatto che mi fa tanto “famiglia” .
Ratatouille
Ingredienti x 3 porzioni:
* 2 carote
* 1 cipolla
* 1 peperone
* 1 melanzana grande
* una manciata di fagiolini
* 3 patate medie
* 3 zucchine
* olio e.v.o.
* sale q.b.
* qualche foglia di basilico
* 4 pomodori maturi
* 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro (facoltativo)
ho lavato e spuntato tutte le verdure, le ho tagliate a tocchetti piuttosto regolari ed ho messo in una casseruola di ghisa, ho acceso il fuoco ed ho iniziato a cuocere a fiamma bassa, ho aggiunto i pomodori a tocchetti precedentemente spellati e privati dei semi,il basilico, sale ed un giro d’olio. ho coperto e fatto cuocere per alcuni minuti, ho aggiunto il concentrato di pomodoro ed ho proseguito la cottura per 1 ora.
Servire caldo o tiepido con fette di pane tostato.
http://www.cucinailoveyou.com/2010/index.php?option=com_content&view=article&id=157:ratatuille&catid=25:estate&Itemid=9
Ciao e grazie per l’opportunità!
I <3 le creuset!
la mia ricetta è un classico della cucina sarda, rivisto e rivisitato
circa un kg di spezzatino di agnello giovane
4 carciofi sardi (con le spine!)
un limone (succo e scorza grattuggiata grossa)
uno scalogno
mezzo bicchiere di vino bianco secco (Nuragus o Torbato)
un pizzico di cannella
pulisco accuratamente i carciofi eliminando la parte più interna pelosa e li taglio finemente, compresi i gambi.
metto in tegame i carciofi tagliati assieme allo scalogno tritato.
aggiungo un po’ di acqua.
quando i carciofi sono ammorbiti (circa 10 minuti), aggiungo i pezzetti di agnello, irroro con il succo del limone e lascio asciugare un attimo, dopo verso il vino. A questo punto i vapori del vino inondano la cucina e chiudo con il coperchio il tegame.
ogni tanto mescolo per facilitare la cottura omogenea della carne.
quando il tutto è ben cotto e amalgamato, aggiungo il pizzico di cannella, la scorza del limone e lascio ancora un po’ nel tegame, aggiungo un pizzico di amore, poi un altro e quando la tavola è perfettamente apparecchiata, spengo il fuoco, preparo un aperitivo, lascio l’agnello a stufarsi con i carciofi e dopo l’ultima olivetta metto nei piatti il mio capolavoro di sapori.
certo, cucinato nella Cocotte, verrebbe molto meglio!!!!
ciao cavoletta
Eccomi qua, ho atteso qualche giorno perchè speravo di riuscire a cucinarlo e postarlo sul blog con tanto di fotografie…ma il tempo è tiranno in questo periodo e non riesco proprio ad organizzarmi prima della scadenza, quindi posto solo la ricetta, elaborata ormai qualche anno fa:
Coscia di Maiale al profumo di mele
Ingredienti:
* un taglio da 1.5/2 kg di coscia di maiale
* 1.5 litri di succo di mela (quello trasparente, meglio fatto da se con la centrifuga, ma se ne trovano di buoni e non troppo dolci anche in commercio)
* 3 cipolle bionde
* 1 costa di sedano
* 1 mela grande
* 1 stecca di cannella
* 1 chiodo di garofano
* qualche grano di pepe nero e bianco
* (facoltativo) qualche grano di pepe della jamaica
* 1 bicchierino di calvados
* Per accompagnare 4/5 patate 2/3 mele (sode e NON farinose), timo, pan grattato
La sera prima si prepara una marinata con il succo di mela, la mela, le cipolle, il sedano e le spezie. Si lascia la carne a riflettere una notte sui propri peccati a mollo nella marinata. Al mattino si scola e si asciuga, e si soffrigge la carne in poco olio in una casseruola che poi possa andare in forno (io ne uso una di coccio, ma ovviamente la ghisa va + che bene). Si sfuma con il calvados. Quando l’alcol è completamente evaporato, si aggiunge la marinata che avremo privato delle spezie (ma non della mela e delle verdure) e portato a bollore in un’altra pentola.
Si copre con il coperchio e si mette in forno a bassissima temperatura: io misuro con un termometro da forno il liquido, tenendolo ad 85 gradi. Per quanto tempo? Dalle tre ore in su, normalmente 4.
Si toglie la carne e la si affetta. Si frullano le le verdure con qualche cucchiao del succo di mela per ottenere una salsa di accompagnamento, addensando eventualmente con un amido (in genere non serve).
Accompagno con patate (precedentemente sbianchite) e mele a cubetti delle stesse dimensioni rapidamente slatate in padella con il timo e un pochino di pangrattato. Il giochino dell’accompagnamento è che ad un occhio non attento patate e mele si confondono.
Questa è la lunga cottura a cui sono più affezionato perchè nasce da miei esperimenti in piena mania da cottura a bassa temperatura. Poi certo spesso faccio anche cose più tradizionali tipo brasati al vino rosso, stracotti ecc. Amo le lunghe e lente cotture, quindi ricette ne ho finchè vuoi :P, ma se ho ben capito vuoi una sola ricetta per persona vero?
Ciao Sigrid, mi attira l’idea di partecipare!!! Ecco percio’ la ricetta ma … con le verdure!
http://scarletcafe.blogspot.com/2011/02/il-givaway-si-casa-del-cavoletto-super-super-super.html
p.s. visti gli ingredienti lo classificherei come piatto unico…. ;-)
Ciao Sigrid, grazie per l’ospitalità!
Latte brulé di Bagnacavallo
(perchè anche i dolci possono essere moooooolto lenti!)
Bene bene… è ora di fare onore alla mia nonna ed alla mia mamma!!!
Ho chiamato la mia specialità “latte brulè di Bagnacavallo” perchè è il paese natale di mia mamma e mia nonna (oltre che per attirare l’attenzione: sta partecipando mezza Italia e non solo!!!), tuttavia è un dolce tipico della Romagna che spesso e volentieri viene preparato in occasione delle feste natalizie (ma non è obbligatorio!!!). La cottura è lenta… come raccomanda mia mamma, bisogna stare un pomeriggio e una sera in casa per seguirlo!
Vi illustro la ricetta con il minimo sindacale degli ingredienti perché sono semplici, ma rovinare tutto è un attimo… perciò meglio iniziare dal livello “facile” (eventualmente quando vi impratichirete potete raddoppiare le dosi!!)
Servono:
2 litri di latte intero
10 tuorli d’uovo
10 cucchiai di zucchero (1 per ogni uovo!)
1 stecca di vaniglia
Fare bollire il latte assieme ai 10 cucchiai di zucchero e alla stecca di vaniglia spezzata in una casseruola fino a quando il volume del latte non dimezza (questa operazione ha un ché di biblico :-) ma, per via della sua lungaggine, è la parte più delicata: all’inizio andrete a vedere mille volte e poi, proprio quando vi sarete rilassati e concentrati su un film succederà che si brucia tutto… occhio!!!).
Lasciate raffreddare il latte ormai diventato beige e in un recipiente a parte (piuttosto capiente) mettete i 10 tuorli e sbatteteli delicatamente con una frusta.
Versate, passandolo al colino, il latte biblicamente dimezzato nel recipiente assieme alle uova, mescolando il tutto.
Fare scaldare dello zucchero in un pentolino antiaderente fino a caramellarlo.
Dopo avere cosparso il fondo con lo zucchero caramellato, versare il tutto in una pirofila rettangolare, del genere di quelle per il plum cake (la mia, tu guarda, è una terrina in ghisa della Lecreuset e si sente taaaaanto sola!)
Manco a dirlo, anche una cocotte va bene ma in tal caso il dolce si gusterà a cucchiaiate dal recipiente :-))
Immergete la pirofila a bagnomaria (l’acqua deve arrivare ai 3/4 del lato esterno della pirofila) in una teglia più ampia e ponete il tutto nel forno (non fate andare la funzione “ventilato”) a 180° per circa 1 ora e ½.
Controllate verso la fine dell’ora e ½ con uno stuzzicadenti, che a cottura ultimata dovrà essere super-lindo.
Lasciate raffreddare e capovolgete poi su un piatto… è una meraviglia!
E’ abbastanza lunga la cottura?? :-) Vi auguro buon appetito… ne vale la pena!
Troppa carne in queste ricette :-)
Cerchiamo di accontentare chi non ama carne o pesce.Una ricetta che amo e che faccio spesso.
FARRO AL FORNO
500gr di farro (regolatevi come da indicazioni per l’ammollo)
2-3 coste di sedano
3 carote
1 porro
1 cucchiaio di miso diluito
2 topinambur (oppure 1/4 di sedano rapa)
1 cipolla steccata con 3 chiodi di garofano
1/2 cucchiaino di semi di finocchio
aglio, timo e alloro a scelta
Olio
Sale.
Disporre tutte le verdure tagliate a julienne o a dadini formando degli strati (porro, sedano, topinambur carote)
aggiungere la cipolla il miso il farro e gli aromi.
Coprire a filo con acqua o brodo.
Incoperchiare e mettere a 180° in forno per 1ora e mezza.
A fine cottura aggiungere l’olio.
A
Ecco da St Malo la mia ricetta della “Cotriade Bretonne”. “Cotriade” viene dal bretone “kaoteriad” e significa “il contenuto di una marmitta” (o cocotte, che dir si voglia !).
1.5 kg di pesce misto (sgombri, sardine, merluzzo, coda di rospo,…)
1 cucchiaio di burro
3 cipolle
30 cl di vino bianco (gros plant du pays nantais per essere proprio regionalista) o sidro
prezzemolo, timo, alloro, aglio, sale e pepe
a piacere alghe a pezzi
4 patate grandi
Pulire il pesce ; mettre da parte i filetti. Mettere le teste e le lische nella cocotte con 1.5 litri d’acqua, più timo, alloro e prezzemolo, una cipolla a pezzi, un po’ di alghe spezzettate, sale e pepe. Cuocere per 20 mn a fuoco alto e filtrare. Questo è il “fumet”.
Pelare e tritare le due cipolle rimanenti, nella cocotte far sciogliere il burro con le cipolle, aggiungere le patate sbucciate e a pezzi, far cuocere piano per qualche minuto mescolando. Aggiungere il « fumet », il vino o il sidro, l’aglio e il prezzemolo tritati, sale e pepe e cuocere per 10 mn.
Aggiungere i filetti di pesce più sodi soprla le patate, poi i filetti più teneri ancora sopra. Coprire la cocotte e far cuocere a fuoco basso per 15 mn. Spegnere il fuoco e lasciare la cocotte coperta ancora 5 buoni minuti.
Presentare i pesci et le patate sgocciolate su un piatto e la zuppa di pesce a parte con dei crostini saltati nel burro e sfregati d’aglio. Bon appétit !
MA QUANDO ARRIVA IL 15 SERAAAAAAAAA….!!!!!!!!!!!! AIUTOOOOOOOOOOO. SIAMO TANTISSIMEEEEEEEEEEEE
Ciao, ci siamo conosciuti a Roma durante la presentazione del tuo primo libro.
Cmq mi farebbe comodo la cocotte.
Prova questa ricetta
1 filetto di salmone fresco
aglio
olio
un cucchiaio di succo di limone
5 pomodorini datterino
timo
sale
pepe
Adagia il filetto sul fondo , irrora con olio succo di limone , aggiungi sale pepe e timo fresco sul filetto.
Taglia a metà i pomodorini e metti in pentola .
Chiudi il coperchio, metti in forno caldo 200° per 20 minuti ma dipende dallo spessore del salmone.
Vedi cosa mangi !!
A presto.
Ti lascio la mia ricetta a fuoco lento ^_^
http://www.irishfairy.it/2011/02/09/ragu/
avrei voluto raccontarti di stufati alla Guinness e chissà che altro ma condivido con te il mio primo successo culinario ^:^ un bacione, Ali
…stavolta lo faccio, vinco la timidezza e scrivo… (cosa non si farebbe per uno splendido utensile da cucina, del fantastico colore della mia cucina!!!).
Questa ricetta mi è stata “regalata” da una ragazza greca con la quale ho lavorato 10anni fa e che poi, come spesso accade, ho perso di vista.
Ed io la regalo a te!
Fricasè di Virginia:
1Kg di spezzatino di agnello;
4 cipollotti;
1 ciuffetto di aneto fresco;
1 lattuga romana piccola;
2 uova;
1 l di brodo vegetale;
1 bicchiere di vino bianco
ottimo il Vinho Verde Portoghese);
il succo di un limone;
Olio evo q.b.;
sale e pepe
Rosolare lo spezzatino di agnello nell’olio evo e, poco prima che la rosolatura sia completa, aggiungere i cipollotti tagliati a rondelle e il ciuffetto di aneto finemente tritato.
A rosolatura completata, salare pepare e sfumare col vino bianco. Quando il vino sarà evaporato, coprire la carne con il brodo vegetale e lasciare cuocere 2h circa. Controllare la carne di tanto in tanto. A cottura ultimata,a fuoco spento, aggiungere la lattuga tagliata a listarelle.
A parte, preparate una salsa, sbattendo con una frusta,l’uovo, il succo di limone e un mestolo del sugo di cottura della carne.
Versate la salsa nella pentole, mescolando e…
Καλή σας όρεξη ovvero buon appetito!;)
Sono la n. 322…oddio non vincerò mai!!! Vabbè, ci provo lo stesso, se non altro potrò condividere con tutti voi questo piatto tipico vicentino che è la fiiineee del mooondoooo!!! Si scioglie in bocca, è una deliziaaaa!!
BACCALA’ ALLA VICENTINA
1 kg di stoccafisso “ragno” ben bagnato
2 dl di olio extravergine di oliva
3 dl di latte intero fresco
3 grosse cipolle
2 spicchi d’aglio
2 ciuffi di prezzemolo
3 acciughe salate
2 cucchiai di farina
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
Sale e pepe qb
Tagliare il pezzo di baccalà già ammollato a grosse fette (larghe circa 5 cm), poi aprire ognuna a libro, diliscarla e spellarla.
Tritare intanto le cipolle, l’aglio, il prezzemolo e le acciughe (dopo averle dissalate, spinate e lavate).
In una pentola capiente scaldare 1 dl di olio, poi versarvi il trito preparato, salare, pepare e lasciar cuocere mescolando per 5-6 minuti. Spegnere, unire il parmigiano e mescolare bene.
Con un cucchiaio farcire l’interno di ogni fetta di baccalà con un po’ del soffritto preparato, in modo però che ne rimanga buona parte nella pentola. Passare poi le fette di baccalà nella farina bianca e adagiarle nella pentola.
Unire il resto dell’olio, coprire di latte e mettere su un fuoco basso, lasciando pipare, cioè sobbollire leeentameeente, per almeno 4 ore, senza mai mescolare, ma scuotendo ogni tanto la pentola per evitare che si attacchi.
Servito con una polenta morbida fatta con la farina di Maranello è un piatto unico da uuurlooooo!
Per coloro che avessero solo voglia di magnarselo…ricordo a tutti la golosissima “Festa del Baccalà” a Sandrigo (VI) in settembre!!
Due domande per Sigrid: 1)nel caso assai probabile che io non vinca, lo Yiouvetsi posso cucinarlo in una comunissima e banalissima pirofila di ceramica?? 2) sempre nel caso probabilissimo che io non vinca, dove trovo in Italia la cocotte Le Creuset???????
Con tanta stima.
Notare il mio ”Buongiorno Sigrid” alle 20.40.
Sono Cocotta ops scusate cotta…
Buongiorno Sigrid e grazie per questa opportunità.
LA CHOUCROUTE, ecco cosa ci cucinerei nella splendida Cocotte rossa. Questo piatto è la mia Madeleine Proustiana. Evoca in me ricordi d’infanzia trascorsa in Svizzera. Ma torniamo alla ricetta:
LA CHOUCROUTE DE CHEZ MOI
2 cucchiai di olio
800 gr di choucroute (cavolo cappuccio)
5 dl di brodo vegetale leggero
3 dl di vino bianco
1 mela verde tagliata a cubetti
pepe in grani
bacche di ginepro
400 gr di carne di maiale salata (tipo zampino)
200 gr di prosciutto cotto affumicato in fetta
200 gr di pancetta stufata in fetta
600 gr di patate
1 cucchiaino di sale
Scaldare l’olio nella Cocotte, aggiungere il cavolo cappuccio tagliato finemente e lasciarlo appassire. Bagnare con il brodo, il vino e aggiungere il pepe in grani e le bacche di ginepro. Cuocere a fuoco dolce per 1 ora. Aggiungere la carne, prosciutto e pancetta tagliati a pezzi grossi e lasciare cuocere 1/2 ora sempre a fuoco lento. Per ultime aggiungere le patate tagliate a dadoni e la mela verde. Salare leggermente e lasciare cuocere ancora un’altra ora. Che dire?!? Non proprio dietetico, ma da leccarsi le dita. Buon appetito a tutti.
Ciao, nemmeno io commento mai ma leggo da qualche anno ormai… La mia più che una ricetta è un ricordo tra i più cari… E’ una non ricetta, fatta per studenti Erasmus squattrinati, senza cocotte, con qualche pentola messa neanche troppo bene… Fine marzo 2000, 6 amici che si trovano a pranzo un sabato, dopo una notte brava, a casa di Iris, un piccolo appartamento da studenti a Barcellona, con un microscopico ma preziosissimo terrazzino affacciato sul mare. Il frigo è vuoto, ma in dispensa Iris recupera tre barattoli grandi di fagioli e una bottiglia di passata di pomodoro. Un soffritto con due cipolle e una costa di sedano intristita in frigo, poi aggiunge il pomodoro, fa restingere un pochino, poi aggiunge i fagioli sciacquati per bene, tre barattoli di acqua, mette il coperchio, fuoco basso e ciao. Ci mettiamo sul terrazzino seduti per terra, con le birrette, a guardare il mare, a parlare dei massimi sistemi e delle boiate più grandi, 6 ragazzi di 20 anni all’estero, in una città come Barcellona, all’inizio un po’ spauriti, che si sono trovati e hanno fatto “famiglia”. Ogni tanto Iris si alza, va a dare una mescolata, aggiunge un goccino di acqua calda, porta altre due birrette e continua il giro di ciacole, finchè la padrona di casa, tre ore dopo, decide che la zuppa è pronta, e intanto sono quasi le 6 del pomeriggio, il sole sta per tramontare, le nostre pance brontolano da un po’. La zuppa è ormai ridotta in crema, che tanto il minipimer in un appartamento da studenti e per di più erasmus è un’utopia, sciaccia con un cucchiaio qulache fagiolo ancora intero, butta poi degli spaghetti spezzati in due, fa cuocere la pasta, regola di sale e pepe, impiatta, mette un giro d’olio e porta i piatti in terrazza.
Per dovere di cronaca, adesso continuo a farla, per due uso uno scalogno, un vasetto di conserva di pomodoro fatta in casa, una lattina di borlotti e una di cannellini, circa 3/4 l di brodo, pasta all’uovo, un filo di olio a crudo, un pizzico di fleur de sal e una macinata di pepe nero. Cuocio un’oretta e mezza in una pentola di ghisa semi distrutta, passo con il minipimer e finchè aspetto, una birretta non me la toglie nessuno, in memoria di quel pomeriggio sul terrazzino a chiacchierare della vita, in attesa che quel miracolo si compiesse a fuoco basso!
Io nella stessa casseruola preparo il classico Shepherd’s pie che mia suocera (inglese al 100%) mi ha insegnato. Un piatto unico molto semplice, invernale e super confortevole…..non proprio a luuuuunga cottura…. comunque ecco la ricetta sul mio blog
http://www.susibeltrame.com/blog/2011/02/09/le-creuset/
Ciao, Susi
MANZO AL SESAMO E PRUGNE di Imenilda
1kg di carne di manzo
3 cipolle bionde
4 carote
4 patate
ceci (facoltativi)
cannella
sesamo
prugne secche 20
olio
sale
Affettare le cipolle sottili, farle imbiondire, aggiungere la carne (a me piace tagliata a bocconcini ), rosolarla nelle cipolle e bagnare il tutto con del brodo di verdure preparato a parte. Insaporire con sale e cannella.
Per chi non ha un mussulmano praticante in famiglia si può variare con del cognac.
Cuocere lentamente, dopo una mezzoretta aggiungere 10 prugne secche (fatte rinvenire prima in acqua tiepida.) Ora si possono anche aggiungere le verdure tagliate per lungo e poi divise in 4 pezzi.
Lasciar cuocere con calma a fuoco basso.
Prendere le prugne avanzate scolatele, asciugatele con un panno carta per assorbire l’acqua in rimasta, fare in modo che le prugne rimangano ancora umide.
Ora prendere le prugne e fatele rotolare dentro in piatto nel quale avrete disposto i semi di sesamo tostato, serviranno a decorare i piatti della vostra tavola
Solitamente io abbino questo piatto con del riso basmati metodo di cottura pilaf oppure semplicemente bollito.
Buon appetito .
Ciao Sigrid!
Leggo sempre e non scrivo mai, ma questa cocottina è così bella ma così bella che questa volta mi butto anch’io e con un chili vegano! La ricetta non è mia (magari!), è scritta su un foglietto spiegazzato di cui non ricordo la provenienza, l’avrò certamente scopiazzata da qualche giornale/libro. E’ insolita e veramente da provare. La dose è abbondante, ma non avanza mai!
Prendi:
4 cipolle rosse grandi
1 confezione di seitan tagliato a pezzetti
1 peperone rosso grande a cubetti
1 peprone verde grande a cubetti
1 cucchiaio di cumino in polvere
2 peperoncini rossi piccanti
1 cucchiaio di paprika
1 cucchiaio di caffè in polvere
1 cucchiaio di cacao amaro in polvere
60 gr di anacardi
1 kg di pelati con tutto il sugo
300 gr di fagioli cannellini già cotti
300 gr di fagioli borlotti già cotti
1 scatola di mais
6 cucchiai di olio extra vergine
sale e pepe
Poi scaldi l’olio in una splendida cocottina rossa. Aggiungi le cipolle tritate e le fai cuocere fino a quando non saranno trasparenti. Unisci il seitan. Fai saltare per qualche minuto e poi unisci i peperoni. Cuoci per altri 5 minuti e aggiungi il cumino, il cacao, il caffè, il peperoncino e la paprika. Cuoci per 5 minuti mescolando e poi unisci gli anacardi e i pelati schiacciati con una forchetta e il loro liquido. Porti a bollore e poi aggiungi i fagioli e il mais. Aggiungi sale e pepe e fai cuocere a fuoco basso fino a quando il tutto non si sarà ridotto circa della metà. Ci vogliono almeno un paio d’ore…ma a questo punto il seitan sarà morbidissimo e dal sapore paradisiaco. Servi con molto molto molto pane!
Grazie per queste cose carine in cui ci coinvolgi!Un grande in bocca al lupo a tutti e bacioni
Ciao Sigrid!
Seguo il tuo blog da circa un anno e sono anche io appassionata in cucina ma non ho il coraggio di aprire un blog perchè sto ancora imparando tante cose soprattutto leggendoti ….
Quando ieri ho visto questo post avrei voluto urlare di gioia le adoro Le creuset! me ne sono innamorata quando le ho visto due anni fà a Parigi ma non mi ero ancora decisa a comprarne una fino a venerdì sera complici l’attesa del mio capo in ritardo e e-bay !!!Fulminata all’istante cocotte da 24cm colre cassis / ribes …acquistata al volo !! Ora la sto aspettando in trepida attesa …….sicuramente leggerò tutti i commenti per trovare spunti x usarla tantissimo !!
grazie mille ….
sei unica !
ps . ti ho vista qualche settimana fà in una replica di “cortesie per gli ospiti ! su un canale di Sky ….. eri incantevole!!!!!!
e a proposito Augurissimi per la futura nascita !
Marzia :)
Non entro nel merito delle ricette, anche perche’ non sta certo a me decidere i vincitori, ma ho letto con enorme piacere le storie spesso familiari e nostalgiche che si trovano in moltissimi post, alcune quasi commoventi.Da un alto verrebbe da pensare che queste lunghe cotture sono un patrimonio legato indissolubilmente al passato, e fin qui non dico nulla di nuovo: i ritmi moderni ecc. ecc.ecc… impediscono ecc. ecc….a favore di una cucina veloce bla bla bla…Tuttavia il semplice fatto che ognuno ne custodisca almeno una e, a quanto sembra, la metta anche in atto , vuoi come madeleine, vuoi come confort food e’ veramente straordinario, non trovate? Alcuni racconti allargano veramente il cuore.
Oggi, dopo avere postato ieri la mia ricetta per il concorso, ho dato uno sguardo alle ricette postate dagli altri internauti….cacchio! la guerra si fa durissima. sono tutte una migliore dell’altra! un abbraccio Irene
Leggo solo ora del give-away…proprio ieri sera avevo postato questa ricetta del purè di fave che adoro….come cottura lenta direi che ci siamo!
http://www.cucino.net/recipes/68
ciao sigrid!
ecco la mia ricetta……ottima per combattere il freddo inverno :)
TOFEJA CANAVESANA
E’ una ricetta tipica di una zona del Piemonte, il Canavese, e si prepara in un caratteristico tegame di cotto chiamato Tofeja.
Ingredienti:
1 kg di fagioli bianchi secchi (l’ideale sono i piattini, ma in mancanza di questi vanno benissimo dei normali fagioli bianchi)
300 gr di cotenne di maiale
2 zampini di maiale
un cotechino
qualche chiodo di garofano
1 stecca di cannella
1 cipolla, 1 carota e un gambo di sedano
4 o 5 rametti di rosmarino
4 foglie di alloro
1 testa di aglio
noce moscata q.b.
sale e pepe q.b.
Ammollare i fagioli in acqua fredda per una notte. Insaporire i rettangoli di cotenna con noce moscata, pepe, aglio e rosmarino tritati, quindi arrotolarli e legarli con lo spago.
Mettere nel recipiente di terracotta la cotenna, il cotechino, gli zampini, il sedano, la carota e la cipolla e il mazzetto di aromi. Coprire il tutto con l’acqua di ammollo dei fagioli e portare a ebollizione.
Aggiungere i fagioli e fare cuocere in forno a 150° per 6 ore.
Servire in piatti individuali con un pezzetto di cotenna, uno di cotechino e zampini.
ciaooo!!!!!!
Argh mi sono dimenticata…è ottimo servito con un riso basmati in bianco!!!!!
Ciauuuuuu
Ciao Sigrid,
sarò brevissima perchè sono al lavoro….ehehehe!!!
La mia ricetta a lunga cottura è quella del POULET AU RAISIN.
Dunque si prendono cosce o sovracosce di pollo (a seconda dei gusti), ma si possono aggiungere anche pezzi di petto, per un totale di circa 500gr., e si mettono a rosolare in una pentolaccia (nel mio caso una pentolaccia nel tuo una bellissima cocotte..che invidio una cifra!!!) con olio extravergine di oliva, uno spicchio di aglio, qualche foglia di alloro, rosmarino e uno scalogno tagliato a metà. Appena il pollo prende colore si sfuma con un buon bicchiere di vino bianco in cui si è disciolto un cucchiaio di farina bianca e si aggiungono due cucchiai colmi di uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida. A questo punto si lascia cuocere su fuoco basso per circa un’ora e mezza, bagnando di tanto in tanto con acqua. Quando il pollo è morbidissimo e si stacca dalle ossa è pronto. Bon appetit a tous!!!!
Ciao Sigrid, eccoti la mia ricetta a luuunga cottura! E’ della mamma del mio ragazzo che me la prepara d’inverno perché sono molto freddolosa, e venendo dal sud, non sono molto abituata ai climi rigidi della campagna mantovana!:)
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di carne di manzo,
3 cipolle rosse di tropea,
3 carote,
1 gambo di sedano,
2 cucchiai abbondanti di concentrato di pomodoro,
2 spicchi d’aglio spaccati a metà,
1 foglia d’alloro,
2 chiodi di garofano,
mezzo litro di barolo,
mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva
sale e pepe q.b.
Tagliamo prima di tutto il manzo a tocchetti, poi puliamo le carote e le tagliamo a rotelline, tagliamo a fettine sottili le cipolle e il sedano e mettiamo tutto nella casseruola. Aggiungiamo l’olio e posiamo la carne sulle verdure tagliate con l’aglio, l’alloro, i chiodi di garofano, il pepe ed il sale. Facciamo rosolare la carne per circa una mezz’oretta su fiamma media, rigirandola ogni tanto per farla rosolare bene da tutti i lati. Uniamo poi il vino caldo e il concentrato di pomodoro sciolto in un bicchiere di acqua tiepida. Copriamo con il coperchio e fra questo e la casseruola mettiamo un foglio da macellaio, lasciando cuocere la carne molto lentamente per circa tre ore. Quando la carne sarà cotta spegniamo il tutto e serviamo con della polenta.
Buongiorno,
mi chiamo Giovanni e sinceramente è la prima volta che visito questo sito; l’ho faccio sotto invito di mio figlio Luca. Se ho capito bene, il concorso prevede di dover scrivere una ricetta da farsi con la cocotte. Io sono un cuoco per passione, la stessa che mi lega a mio figlio. Dopo molte esitazioni, sicuramente siete tutte delle cuoce molto più alla moda del sottoscritto, ho deciso di accettare la “sfida” con mio figlio, sicuro che alla fine vincerà la buona cucina e ci sederemo tutti e 4 a un tavolo (io, mia moglie, Luca e la sua fidanzata) a gustarci (perché no?!) le nostre creazioni. Non voglio dilungarmi troppo. Questa è una ricetta tradizionale piemontese (che ha sua volta l’ha presa in “prestito” da un piatto di carne di origine francese) e l’ho scelta perché una delle preferite di mia moglie (e dal momento che San Valentino si avvicina, perché non rispolverare un po’ di bei ricordi). La ricetta si chiama Doba e curiosamente fa uso di un agrume (dico curiosamente perché in Piemonte, eccezion fatta per i limoni coltivati in grandi vasi, non siamo proprio dei produttori DOC di agrumi). Per realizzarla (per 4/6 persone dipende dall’appetito degli ospiti, ma se poi piace potrebbe darsi che la finiate anche in due, quindi fate attenzione!) bisogna acquistare 1 kg di spezzatino di manzo e usare 2 cipolle bionde medie, 2 gambi di sedano con le foglioline verdi, 1 carota, 1 bottiglia di vino rosso (io l’ho provata a fare sia con barbera che con il marezzino, il risultato è ottimo in entrambi i casi, purché il vino sia di qualità), 1 mazzetto di erbe legate (io di solito metto rosmarino, salvia, alloro, prezzemolo), la scorza grattugiata di 2 arance, noce moscata, sale e pepe nero.
Come prima cosa faccio rosolare lo spezzatino in una cocote con olio e poco burro. Quando la carne prende un bel colorito, aggiungo le verdure tritate finemente con il mazzetto legato. Proseguo la cottura e, quando le verdure cominciano a dorare, aggiungo la la scorza grattugiata di un’arancia, una bella macinata di noce moscata e il vino d’un sol colpo. Salo e proseguo la cottura molto lentamente a tegame coperto per due ore. Poco prima di portare in tavola, tolgo il mazzetto legato e profumo con la scorza grattugiata della seconda arancia. Ecco tutto, magari anche a voi la Doba darà una mano a stupire vostra moglie, o marito, e a rinnovare il connubio tra amore e cucina (magari riuscirà anche a farvi vincere la “gara” con vostro figlio”). Giovanni.
Ciao!
Non partecipo al giveaway, volevo farti i complimenti per il blog che seguo ormai da anni e che da altrettanto tempo mi ispira nella sfida quotidiana del “cosa cucino?”.
Intanto ti invito a visitare il mio blog di cucina brand-new che più new non si può, e che visto il titolo del tuo post casca proprio a fagiolo…
Quando non avevo “una cucina tutta per me” approfittavo di ogni occasione per “pasticciare” nella cucina di famiglia…così diverse volte ho fatto questa ricetta adattandola agli strumenti disponibili e puntualmente mi dicevo: “E’ venuta bene, però manca qualcosa…” Ecco, mancava una bella cocotte! :)
Da 4 mesi ho “una cucina tutta per me” (ancora non ci credo) ed i miei elettrodomestici come dice mia zia “tremano ogni venerdì sera” perché sanno che dopo essersi riposati dal lunedì al venerdì, li aspetta un weekend denso denso di ricette, profumi e sapori!!! Ecco, manca all’appello il tremolio di una cocotte!!! ;)
Costolette di maiale al marsala
Ingredienti per 4 persone:
4-8 costolette di maiale (dipende da quanta fame si ha)
2 bicchieri di marsala secco
2 spicchi d’aglio
un rametto di rosmarino
alloro
salvia
olio extravergine d’oliva
sale q.b.
pepe nero.
Preparazione:
Battere la carne delle costolette con un batticarne.
Cospargere i lati delle costolette con sale e pepe.
Preparare un trito di aglio, rosmarino, alloro e salvia.
Distribuire il trito sulle costolette.
Disporre le cotolette in una cocotte irrorandole con il marsala e l’olio ed infornare a 160° per un’ora e mezza (i primi 20 minuti senza coperchio, i restanti con il coperchio).
Il liquido di cottura, una volta messo il coperchio alla cocotte inizierà a sobbollire piano piano e permetterà di cuocere lentamente le costolette. Fare in modo che rimanga sul fondo una piccola quantità di liquido che servirà per impiattare la carne.
Terminata la cottura, disporre le costolette su un piatto da portata e condire con il fondo di cottura, un filo d’olio e una macinata di pepe nero.
Guarnire il piatto con qualche rametto di rosmarino fresco (io aggiungo del pepe di Sichuan).
Ciao Sigrid! Da tempo sogno una bella pentola per fare tenerissimi stufati e spezzatini che si sciolgano in bocca :)
Ti mando questa ricettina
http://www.labna.it/bamia.html
che ho ereditato da mia nonna: si tratta di un piatto tipico della cucina ebraica della Libia.
Spero ti piaccia!
A prestissimo
Jasmine
Sono nata in Venezuela e nonostante sia sbarcata qui in Calabria ormai da 35 anni, ne avevo 12, ho ancora il profumo dello stufato che si preparava in casa nei giorni precedenti il Natale per condire las Hallacas. E a dire il vero oltre al profumo mi viene in mente anche il suo borbottio lento e costante …………
Si doveva preparare il giorno prima perché doveva raffreddarsi ma il bello e che cuoceva tanto. Almeno a me sembrava così ma l’attesa non era vana. Caldo ne mangiavamo sempre un po’ ma con la minaccia che se ne avessimo mangiato di più poi per le Hallacas non sarebbe bastato e le hallacas erano superbe come non attendere………………
Allora mamma metteva a cuocere del manzo a dadini in un intruglio di cipolle e porri e peperoni che faceva fondere nello zucchero di canna, quando i dadini erano rosolati aggiungeva del Chianti (L’origine italiana non mente) e la salsa di pomodoro e allungava il tutto,anche ogni tanto,con del brodo di pollo precedentemente fatto e filtrato. Quando il tutto era tutto ben cotto ma tanto cotto e sembrava che la carne avesse assorbito tutto aggiungeva il pollo precedentemente bollito e sfilettato e aggiustava di sale e pepe. Poi faceva intiepidire tutto sia per mangiarne noi un po’che per poi mettere il resto a raffreddare completamente in frigo ed il giorno dopo venivano fatte le hallacas con la farina di mais “Harina Pan” (che ora trovo nel super della mia zona x chè ci sono parecchi degli emigrati che sono tornati)e cotte avvolte nelle foglie di banana.
Le dosi sono su per giù queste: per un chilo di carne di manzo, mezzo era di pollo, poi mezzo chilo di peperoni rossi un paio di porri e una sessantina di grammi di zucchero di canna, un barattolo di salsa di pomodoro e mezza bottiglia di vino. Per il bollito di pollo usava solo le carote, la cipolla ed il sedano.
Spero ti piaccia anche se in effetti le dosi non sono un granchè precise ma è una ricetta che ognuno fa come meglio apprezza anche se gli ingredienti sono quelli
LO STUFATO CHE NON STUFA
La casa della mia nonna era grandissima e a partire dalla porta d’ingresso c’era un corridoio lungo lungo che si snodava per tutto l’appartamento approdando, più o meno a metà strada, alla cucina. Da bambina mangiavo a casa della nonna almeno tre volte alla settimana e quando lei veniva ad aprirmi la porta, ero accolta sempre dalla stessa domanda: lo sai cosa si mangia oggi? Io facevo un sorriso furbetto dopodiché, ferma lì nell’ingresso, cominciavo a fiutare l’aria con l’espressione concentrata che vedevo fare al mio cane quando andavamo a passeggiare insieme in montagna e dopo un po’ le davo la risposta. La nonna mi viziava perciò i profumini erano sempre deliziosi: crocchette fritte di besciamella, panzarottini, frittata di maccheroni, gattò di patate, pasta al forno, crostata di tagliolini… ma d’inverno quello che davvero mi riempiva di gioia, era aspirare a pieni polmoni, già dall’ingresso, l’inebriante aroma dello spezzatino patate e piselli che la mia nonna faceva con “LA marsala”. La ricetta è davvero basic, nessun volo pindarico, nessuna spezia esotica di quelle che adesso arricchiscono i miei piatti, ma rimane il mio confort food per eccellenza e in più di 35 anni non mi ha, appunto, mai stufato.
SPEZZATINO PATATE E PISELLI PER 6 PERSONE O PER 4 AFFAMATE ED ENTUSIASTE
1Kg di spezzatino di manzo
2 o 3 cipolle
1kg e ½ di patate
750gr di pisellini (concordo con Sigrid, nel surgelatore li abbiamo un po’ tutti)
Farina, sale, olio evo, e – naturalmente – un bel bicchiere di marsala stravecchio
Il procedimento è semplice quanto lo è la ricetta. Bisogna fare un trito con le cipolle e farle dorare nell’olio fin quando saranno diventate traslucide, a questo punto si aggiungono i tocchetti di manzo asciugati e infarinati (ma appena appena) e si fanno rosolare per bene. Quando la carne sarà sigillata da ogni lato e avrà cominciato a fare una leggera crosticina, vi si aggiunge a poco a poco il marsala avendo cura di farlo evaporare. Quando anche questa operazione sarà ultimata, si va di piselli e, dopo una decina di minuti, di patate tagliate a tocchetti. Si copre tutto a filo con dell’acqua e si lascia pazientemente sobollire a fuoco basso fin quando il tutto non si sarà trasformato in una meravigliosa amalgama cremosa da cui fanno capolino i pezzi di carne, qualche residuo di patata ancora semi integra e i pisellini. Si sala solo alla fine perché, come dice sempre la mia nonna (anche adesso che di anni ne ha 94), se il sale viene aggiunto all’inizio incrudelisce i piselli rendendone la pellicina esterna spiacevolmente coriacea.
Da provare assolutamente prima che il freddo finisca, meglio di sera, meglio dopo una giornataccia da dimenticare. Garantisco che vi rimetterà al mondo.
SCUSATE CANNELLA
CINGHIALE AL CILIEGIOLO(vino) e CONNELLA CON POLENTINA
Per la polenta
1 l acqua
250 gr farina di mais
olio e sale
preparare la polenta in micro alla massima potenza per 2’. Far freddare in un contenitore rettangolare e una volta fredda tagliare con il coppa pasta. questa è la versione rapida però visto che viene richiesta una ricetta a cottura lunga procedere come di consueto
Tagliare il cinghiale. Fare un soffritto di sedano carota e cipolla con bacche di ginepro, chiodo di garofano ed alloro e stecche di cannella. Infarinare il cinghiale e farlo tostare quindi aggiungere il vino rosso (ciliegiolo ma anche un altro rosso) a coprire e se serve un po’ di concentrato di pomodoro. Far cuocere per 2h circa all’occorrenza aggiungere acqua bollente o brodo vegetale.
l’accostamento della cannella al cinghiale è qualcosa di meraviglioso
evviva il gulash! è proprio uguale alla ricetta della mia famiglia (austrungarica, ça va sans dire!) e fortunato colui che lo riceve per san valentino… yuuuuuuhmmmm!!!!
sto studiando per scrivere anch’io la mia ricetta.. ma è difficile, la competizione è tostissima!! ciao sigrid
Cara Sigrid, ti seguo sempre e spesso provo le tue ricette, soprattutto ora che sono in dolce attesa ed ho più tempo da dedicare alla buona cucina. Probabilmente saremo in ospedale insieme a partorire (anche se non nella stessa città). La mia bimba dovrebbe nascere a fine marzo.
Adoro le cotture lunghe e mi piacerebbe avere una pentola adatta a questo tipo di cottura, così ho deciso di vincere la mia timidezza e scrivere il mio primo commento. Ti inoltro una ricetta di famiglia (da parte di mamma, di origine austriaca) che adoro e che ancora oggi viene realizzata da mia zia con amore ad ogni incontro di famiglia.
Io la realizzerò proprio per S.Valentino alla mia dolce metà.
GULASH AUSTRIACO.
INGREDIENTI:
olio
1 kg cipolla dorata o bianca a dadini
1kg di carne di manzo
sale, pepe
paprika dolce (q.b)
paprika piccante (in mancanza pochissimo peperoncino)
(totale circa 4 cucchiai di paprika)
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro (per dare il colore)
1 litro circa di brodo
1 cucchiaio di fecola di patate/maizena se necessario per addensare il sugo.
COTTURA: lenta per almeno 2 ore.
PROCEDIMENTO.
Tritare la cipolla e farla appassire nell’olio fino a farla diventare trasparente, stando attenti a non bruciarla.
Infarinare i pezzi di polpa di manzo (tagliati tipo spezzatino) ed aggiungerli nel tegame.
Far rosolare, salare, pepare e aggiungere la paprika. Unite il concentrato di pomodoro ed il brodo caldo, fino a coprire la carne.
Abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere coperto per almeno 2 ore, mescolando di tanto in tanto per controllare che la preparazione non si asciughi troppo, in tal caso aggiungere dell’altro brodo caldo. La carne dovrà cuocere fino a diventare tenerissima.
Se la salsa non è abbastanza densa, sciogliere in un bicchierino d’acqua fredda un cucchiaio di fecola di patate o maizena per poi aggiungerlo alla salsa, mescolate su fiamma pochi minuti.
Fate riposare prima di servire.
Servire preferibilmente dei Knödel come contorno per raccogliere il sugo.
BUON APPETITO A TUTTI I LETTORI! Ottavia
Ciao, sono Lilli, wow sono arrivata fin qui a legger le ricette precedenti e ho lo stomaco che ulula…complimenti a tutte/i!
Io ti propongo uno dei sapori che più mi ricorda “CASA” povero e semplice e se vuoi banale, ma davvero squisito.
PURE’ DI FAVE CON REGINETTE E CICORIE
– Ammollare le fave secche per 12 ore in acqua fredda (circa 100 gr a persona)
– Tagliare la cipolla a fettine sottili
– Mettere fave e cipolla in una pentola di terracotta o di ghisa, versare tanta acqua fino a coprire.
– Portare a ebollizione e poi abbassare la fiamma e cuocere con coperchio per 1 ora.
– Salare.
– Rimettere sul fuoco a fiamma bassa e con coperchio per un altra ora, le fave a questo punto si saranno pressochè disfatte.
– Togliere dal fuoco e passare al minipimer oppure al passaverdura.
– Rimettere la pentola sul fuoco finche la purea avrà la consistenza desiderata.
Nel frattempo avrete cucinato le reginette, che andrete a unire al purè…se vi piace potete accompagnarlo con cicorie o coste lessate.
Condire con olio extravergine di oliva.
Buon appetito e grazie 1000 per questa splendida avventura culinaria!!!
Ciao
Lilli
Scusa Sigrid, l’emozione mi ha tradito, aggiungo soltanto che la zuppa deve risultare cremosa pertanto laddove il latte si asciugasse troppo in fretta aggiungine durante la cottura mescolandolo a un pò di brodo. E ai partecipanti in attesa della cocotte consiglio di mescolare (come faccio io) di tanto in tanto.
Ciao
Cara Sigrid,
complimenti per questa strepitosa iniziativa! La cocotte rossa è sicuramente un premio ambito ma credo che tu abbia già fatto vincere tutti noi permettendoci di fruire di tutte queste fantastiche ricette che i tuoi lettori e lettrici hanno generosamente condiviso.
Io ci provo con la storia e ti/vi propongo una ricetta antica o meglio una ricetta di un antico gruppo etnico: i Cimbri. E’ una ricetta di quando le donne si alzavano all’alba e appoggiavano sulle stufe pentole capienti destinate a sobbollire e a borbottare per ore.
E così ecco il “PRAIO” o ZUPPA ALLA CIMBRA”.
Aggiungo solo che i Cimbri sono una ristrettissima minoranza etnica e linguistica attualmente stanziata in pochi centri sparsi nell’area montuosa tra le province di Trento, Vicenza e Verona e pare discendano da antiche popolazioni germaniche (bavaresi) che emigrarono sul versante opposto delle Alpi.
E ora la ricetta del PRAIO:
Ingredienti:
250 gr. Orzo perlato
2 carote tagliate a dadini
2 coste di sedano tagliati sottili
1 cipolla tagliata a veli
1 porro tagliato a rondelle
2 patate a cubetti piccoli
4 fette di speck cubettate
Latte
Brodo vegetale (o di pollo leggero)
burro
Prezzemolo
Sale pepe
Formaggio stagionato da grattugiare (Asiago stravecchio o Parmigiano)
Esecuzione:
Far rosolare lo speck in un pò di burro, aggiungere cipolla carote e sedano e lasciare insaporire alcuni minuti. Unire l’orzo precedentemente ammollato in acqua fredda, tostare leggermente e unire il porro e le patate. Coprire con il latte e un bicchiere di brodo salare e portare a leggero bollore. Cuocere lentamente per almeno 2 ore. A fine cottura spolverare leggermente con pepe e prezzemolo, aggiungere un filo d’olio e grattugiare un po’ di formaggio.
Grazie a tutti, Simona
Cara Sigrid, propongo anche io uno dei miei piatti preferiti. Mi sarebbe piaciuto realizzarlo nuovamente e pubblicarlo, con tanto di foto, sul mio blog, ma al momento il mio piccolo Ludovico (3 mesi) non mi lascia moltissimo tempo per cucinare (però ogni suo sorriso è una gioia immensa!!). Ogni tanto faccio qualche variazione, ma sostanzialmente la ricetta originale è all’incirca così. Tieni conto che è un riadattamento di una vecchia ricetta francese presa da uno dei libri di cucina (d’epoca.. hihihi) della mia mamma!! Ecco spiegato quindi l’utilizzo di tutte queste cipolle…
BRASATO DI MANZO ALLE CIPOLLE
1,5 kg di punta di manzo
30 cipolle rosse di piccola dimensione
150 gr di carne magra di vitello
3-4 cipollette con bulbo
2-3 rametti di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
1 rametto di timo
2 chiodi di garofano
150 gr di lardelli (lardo o al massimo pancetta)
1/2 litro di vino bianco morbido (non secco.. ma in mancanza va bene anche secco)
1 litro di brodo
20 gr di farina
Innanzitutto bisogna tagliare la carne magra di vitello in scaloppine fini e strette. Sbucciare e lavare le cipollette con il bulbo e uno spicchio d’aglio. Formare un mazzetto di aromi con le cipollette, il prezzemolo, aglio, timo e chiodi di garofano legandoli insieme. Nella casseruola mettere i lardelli (lardo o pancetta), le scaloppine di vitello e gli aromi. Fate cuocere a fuoco lento per 30 minuti circa.
Mettete nella casseruola una punta di manzo, facendola rosolare da tutti i lati sempre a fuoco lento per circa 15 minuti. Pulite 30 cipolle piccole e mettetele ancora intere nella pentola. Versate 1/2 litro di vino bianco, aumentate l’intensità della fiamma, in modo da far appena bollire il liquido e ridurre abbastanza rapidamente il vino. Abbassate nuovamente il fuoco e aggiungete 1 litro di brodo, conservandone qualche cucchiaio per la preparazione finale della salsa. Coprite quindi la casseruola e disponetela in forno per 3 ore a 160°C controllando la cottura (la temperatura varia lievemente da forno a forno).
Togliete il brasato dalla pentola, mettetelo su un piatto da portata e disponete le cipolle tutt’attorno. Passate il liquido di cottura nel colino. Sgrassatelo se preferite. Sciogliete 20 gr di farina in una scodella assieme ad un paio di cucchiai di brodo tenuti da parte. Versate il tutto nella salsa filtrata, mescolate e portate ad ebollizione. Servite la salsa ottenuta a parte con il brasato.
cocotte cocotte cocotte in questo periodo di coccottes è bello e divertente dare ricette per cocotte!!!!!
pollo alla marocchina
un pollo a pezzi senza pelle
1 hg di olive verdi
1 hg di olive nere (buone)
2 foglie di alloro
1 peperoncino
2 limoni (non trattati)
2 arance (non trattate)
1 pompelmo (non trattato)
2 spicchi d’aglio
fate rosolare l’aglio con un po’ d’olio
unire il pollo, il peperoncino tagliuzzato e l’alloro.
unire il succo di un limone poi tutti gli agrumi a pezzi con la loro buccia e le olive
chiudere la cocotte e lasciare cuocere a fuoco lentissimo per molto tempo.
più si cuoce e meglio diventa, ma attenzione perché il pollo poi si spappola e non è molto bello da vedere ma è buonissimo
se volete potete fare anche un riso pilaf allo zafferano e piselli e diventa anche coreografico
ciao sigrid (non far vincere baloi… :-) che è una mia amica….)
s
io adoro proprio le cotture lunghe e lente! che sapore!
allora, il mio preferito è un classico: lo stufato di agnello e patate
– 500 gr di agnello
-100 gr di olive taggiasche
-olio evo
– uno spicchio d’aglio
-2 patate grosse
-sale, pepe, rosmarino
– brodo di carne o vegetale
Far rosolare la carne tagliata a dadini, aggiungere olio, aglio,pepe, rosmarino e le patate a tocchetti.
Aggiungere un paio di mestoli di brodo e far cuocere dolcemente almeno 1 ora.
ASggiungere le olive, aggiustare di sale e continuare la cottura per altri 15 minuti
Ooops, piccola correzione al mio lapsus! Non volevo dire gavetta, ma testimone!! In un qualche modo il mio cervellino ha confuso gavetta con staffetta e via dicendo. Bho!
CINGHIALE IN UMIDO
per 4 persone
polpa di cinghiale 1 kg
carote 4
sedano 2 gambi
cipolline fresche
timo secco 1 cucchiaino
alloro 1 cucchiaino
ginepro qualche bacca
olio extra vergine
vino rosso 800ml
sale
Far marinare lo spezzatino di cinghiale per almeno 12 ore (dalla sera precedente alla mattina) in circa 400 ml di vino o più con le bacche di ginepro; la carne deve essere completamente coperta. Buttare via il vino e procedere alla fase successiva.
Mondare, lavare e affettare carote, sedano e cipolline; mettere le verdure insieme all’olio e alle erbe aromatiche in una capace pentola. Aggiungere la carne, regolare di sale e farla rosolare su tutti i lati. Versare il vino rimasto e farlo evaporare, ma non del tutto, su fiamma vivace. Aggiungere dell’acqua bollente (almeno due bicchieri), abbassare la fiamma, coprire e procedere con la cottura fino a quando la carne non si intenerisce(serviranno almeno 2 ore). Continuare ad aggiungere acqua bollente durante tutto il tempo di cottura. Lasciare un bel po’ di intingolo da passare al mulinetto e da riversare poi nella pentola con la carne.
buon appetito!
Una ricetta umile che mi riporta al tempo sospeso e un po’ stralunato della mia infanzia.
A quando uscivo da scuola avvolta in un cappottino rosso e, con il profilo nebbioso dell’Elba alle mie spalle e lo sguardo assorto nell’ennesimo libro di fiabe della biblioteca, percorrevo le poche centinaia di metri che mi separavano da casa, chiedendomi di tanto in tanto che cosa mi avessero preparato per pranzo.
A quando salivo i gradini sgretolati di un edificio vecchio di quattro secoli e, mentre li contavo (sì, lo sapevo che erano trentatre, ma ogni volta m’instestardivo a ricontarli, perché non si sa mai, qualcuno durante la notte poteva anche essersene andato), iniziavo a sentire il profumo che fuoriusciva dalla porta accostata.
E a quando con le manine ancora infreddolite e senza neanche essermi spogliata impugnavo il cucchiaio e mi apprestavo a mangiare la minestra-stufato della mia nonna. Unica aggiunta personale al sapore delle cose antiche: un po’ di miso e un pizzico di duse in scaglie, giusto per farla anche un po’ mia e magari tramandarla con la speranza che un giorno venga a sua volta rielaborata.
Minestra-stufato di spigola e orzo
Ingredienti:
1 cipolla dorata piccola
2 cipollotti bianchi
1 spicchio d’aglio
½ costa sedano
4 cucchiai olio evo
200 gr. polpa di pomodoro
2 filetti di spigola non troppo grossi
160 gr. orzo perlato
1 lt. brodo vegetale
1 manciatina prezzemolo tritato
1 cucchiaino miso d’orzo
½ cucchiaino alga duse in scaglie
Sale q.b.
Tritare finemente la cipolla, i cipollotti (compresa la parte verde) e l’aglio e tagliare il sedano a dadini.
Farli rosolare nell’olio evo.
Unire i filetti di spigola tagliati a pezzettini e il brodo vegetale caldo.
Portare a ebollizione; aggiungere la polpa di pomodoro, un pochino di sale e far sobbollire per 1 h, in modo che le verdure e il pesce rilascino tutti i loro aromi.
Unire l’orzo perlato e far cuocere ancora per 40’. Se a un certo punto il brodo dovesse essersi ritirato troppo, aggiungerne un altro po’.
Cinque minuti prima della fine della cottura aggiungere il prezzemolo tritato.
Spegnere, unire il miso d’orzo sciolto in poco brodo di cottura e l’alga duse in scaglie.
Mangiare subito, possibilmente in una fredda giornata autunnale piombinese.
Allora… Eccoci ad un altro contest!!! Ecco la mia ricetta per la cocotte (che desidero tanto… da tanto…), che tralatro è il ricordo di una persona cara che non c’è più
Maiale alla senape e latte.
Carrè di maiale
senape
latte
sale, pepe, aglio, salvia, rosmarino, olio e burro
Aprire il carrè di maiale come fosse un libro, senza separare le due metà.
Preparare un abbondante trito molto fine di salvia, rosmarino e uno spicchio d’aglio. Mescolare con 3 o 4 cucchiai di senape (sceglietene una che vi piaccia, quella a grani grossi però non va tanto bene, meglio una più liscia), sale e pepe. Cospargere con questo preparato la parte interna della carne, chiudere le due metà fino a riformare il pezzo intero e legare con spago da cucina. Nella cocotte (sì, proprio quella dei sogni…) far sciogliere un po’ di burro con un cucchiaio di olio e rosolare bene il pezzo di carne. Salare e pepare. Scaldare nel frattempo (senza far bollire) abbondante latte (circa un litro) e versarlo sul maiale precedentemente rosolato. Infornare con coperchio a 180gradi per circa due ore. Quando la carne è cotta, toglierla dalla cocotte e lasciarla riposare, mentre vi occupate della salsa. Filtrare con un colino a maglie fitte il fondo di cottura e mettetrlo in un pentolino con una noce di burro, un cucchiaio di senape e un cucchiaino di fecola di patate e fare addensare frustando continuamente su fuoco basso. Tagliare la carne a fette spesse e servitela con la salsa…
Risultato garantito!!!!!!
non ho la cocotte, non ho una ricetta….ho solo una pentola di coccio che ancora non ho imparato a usare…
…quindi attingerò da questo splendido post per trovare la ricetta che fa per me e buttarmi anch’io nel mondo delle lunghissime cotture (che con la piccola peste per casa non è proprio semplice, ma in qualche modo farò, magari quando avrà 18 anni :D )
Oooh, ma questa cocotte e´ bellissimaaa! Ieri non ho resistito e sono andata nel negozio piu´ vicino e fornito a vederla “live” :)
Allora, ho pensato..visto che la Cavoletta e´ un´appassionata di cucina nipponica, le sparo questa bella ricetta orientale – filippina per l´esattezza (mai provata?) – che magari stuzzica la sua fantasia!!
Si tratta di una zuppa “acida” al tamarindo e la ricetta e´ della mia mamma.
Mia mamma e´ la mia eroina. Ha seguito il suo cuore e si e´ trasferita in Italia nei lontani anni ‘80, praticamente quando le Filippine non si sapeva nemmeno cos´erano :D con la sua determinazione, dolcezza e semplicita´ ha affrontato le tante difficolta´ della separazione dalla sua terra, famiglia e tradizioni. Non da tutte pero´. La deliziosa cucina filippina e´ una di quelle cose che si e´ portata dietro e che pazientemente sta cercando di trasmettermi (in casa siamo tutti appassionati/ossessionati dal cibo :D).
La gavetta e´ passata alla figlia e ora sono io ad essermi trasferita per amore (in Svezia); ma per quanto lontana saro´ da casa, in quei giorni un po´ nostalgici, so che mi bastera´ mettermi ai fornelli per ricordare, sentire l´amore ed il “gusto” di casa :)
Filipino Sinigang (Zuppa con tamarindo)
Ingredienti (per 4 persone c.ca):
750 gr di carne di manzo / vitello / maiale (per le proporzioni, come preferite; per il taglio va bene carne da bollito)
3 gabi (taro in inglese)
2 radici di rafano
2 pomodori
1 cipolla
100 gr di fagiolini verdi (cornetti)
100 gr di okra
100 gr di kang kong (spinaci di fiume) – non King Kong – o in assenza di questi l´insalata romana puo´ andare ;)
2 sili pag sigang (chili verdi freschi piccanti)
150 gr di sampalok (tamarindo acerbo) o in assenza di questo, limone – ma poi non sarebbe piu´ una zuppa con tamarindo!! Le dosi variano a seconda del proprio gusto; se si vuole una zuppa piu´ acida, se ne mette di piu´.
Riso bianco Thai
Tutti questi ingredienti si possono trovare in un negozio orientale/cinese piu´ o meno fornito :)
Procedimento:
– Sciaquare il riso con acqua fredda un paio di volte; conservare l´acqua in una pentola a parte (dovrebbe essere circa 1 litro) – sara´ la base del brodo della zuppa.
-A parte, cuocere il riso al vapore (procedura per me standard, ma come lo spiego??) e preparare il tamarindo.
Far bollire il tamarindo in acqua finche´ sulla buccia non compaiono delle “crepe”. Lasciar raffreddare, sbucciare e versare il tamarindo con la propria acqua di cottura in una tazza. Massaggiare delicatamente fino a far uscire tutti i semini e poi colare di nuovo.
– Mettere la carne, tagliata in pezzi grandi (come per il bollito) nella pentola con l´acqua del riso. Portare ad ebollizione, senza coprire, e schiumare finche´ il brodo non risultera´ il piu´ limpido possibile
– A quel punto sbucciare e tagliare in 4 il gabi e le radici di rafano ed aggiungere al brodo insieme ai pomodori tagliati grossolanamente, la cipolla intera ed un dado vegetale (o sale, da correggere durante la cottura o dopo con la salsa di soia)
– Coprire e far bollire finche´ i tuberi e le radici non saranno cotti, poi per addensare il brodo, schiacciare qualche gabi con una forchetta
– Aggiungere i fagiolini, i sili, dopo una quindicina di minuti l´okra e per ultimo il kang kong
– Continuare a far bollire finche´ la carne non sara´ tenerissima e quasi a fine cottura aggiungere il tamarindo o il succo di un limone.
– Accompagnare con il riso al vapore e salsa di soia con succo di limone (per correggere il sale)
Almeno 3 ore, ma di solito viene preparato il giorno prima, per far amalgamare meglio i sapori; in tal caso l´ultimo consiglio e´ di togliere i sili per evitare che diventi troppo piccante!
buona questa ricetta di marco c.stasera la provo,usando però la nostra salsiccia toscana, nn ho la pugliese purtroppo.
cristiana
Sigrid, ecco la mia proposta…
[complimenti ;) per il blog!]
Ingredienti:
–> Salsiccia a punta di coltello dell’alta Murgia (pugliese ovviamente)
–> Cime di rapa
–> Cipolla dorata grande
–> Olio extra-v d’oliva
–>Foglia d’alloro
–>Pepe nero
‘Premessa: per le dosi degli ingredienti affidarsi a vista, olfatto e buon senso.’
–*Svolgimento*–
In una cocotte scaldare su fiamma debole un po’ di olio d’oliva extra-vergine, per soffriggere lentamente la cipolla precedentemente affettata.
Quando questa sarà abbastanza tenera, aggiungere la salsiccia tagliata a pezzetti di circa 4 cm. Fate rosolare lievemente, pepate e aggiungere una foglia di alloro e un bicchiere di vino bianco secco che dovrà evaporare (almeno nella parte alcoolica). A questo punto ricoprire la salsiccia con cime di rapa in abbondanza, aggiungere un po’ d’acqua e chiudere la cocotte col suo pesante coperchio. Abbassare il fuoco al minimo e cuocere per almeno 2 ore. La lentezza del vapore in salita, prodotta dalla cottura delle cipolle. della salsiccia e del vino, cuoceranno (stufando) delicatamente le sovrastanti cime di rapa.
Il risultato squisito di questo piatto semplice negli ingredienti e nella preparazione offre all’assaggio un ottimo contrasto tra il sapore denso e carneo di cipolla e salsiccia, e l’amara sugosità delle cime di rapa stufate.
Piatto equilibrato da completare accompagnando con pane casereccio di Altamura e un buon bicchiere di Primitivo di Manduria.
Ecco qui la mia cottura a fuoco lento,
http://www.semidipapavero.net/2011/02/spezzatino-di-castrato-al-doppio.html
Ciao Sigrid,
sono anni che leggo tanto fedelmente quanto silenziosamente il tuo blog, ma ora eccomi qui!
Vale se partecipo io come interposta persona? Nel senso che il gran desideroso di prender parte al givaway è il mio papà (non che a me non faccia gola la cocotte sia ben inteso), ma lui di internet e blog non è affatto pratico… in compenso ama tantissimo cucinare, passione che mi ha trasmesso, e così ti metto il link alla nostra ricetta: il pollo arvejado!
Piccola n.d.r.: il risultato dovrebbe essere cremoso e denso, non liquido stile minestrone ma nemmeno asciutto come in foto.. Solo che mi mancava proprio il tempo per sistemarlo visto che il poco avanzato era destinato a finire nella schiscetta per domani del papà …
Noi ci proviamo, in ogni caso grazie a te abbiamo passato un bel momento padre-figlia ai fornelli e già solo per questo ti dico GRAZIE!!!
Ecco la ricetta postata sul mio neonato blog
http://latanaditabita.blogspot.com/2011/02/pollo-arvejado_08.html
Buona notte, vista l’ora!
Tabita
Ecco la mia ricetta!
LA ZUPPA PERFETTA
La mia ricetta della Zuppa Perfetta arriva dritta dritta (bè, più o meno) dall’Iran, dove veniva servita a colazione (!) in un calderone. Nessun indizio sugli ingredienti a parte la presenza dei ceci. Era una zuppa profumatissima, speziata, assolutamente deliziosa, densa, dove ogni elemento era perfettamente amalgamato all’altro. Io, poi, quando son tornata, ho cercato un po’ su internet e la zuppa perfetta ho provato a farla, qualche volta. Buona, sì, ma mancava sempre qualcosa. Un dettaglio, un sapore, un odore. Insomma, non veniva come la ricordavo. E poi un giorno, chissà com’è successo, metto insieme gli ingredienti, assaggio ed eccola lì, è proprio lei!
E oggi vi posso dire con orgoglio che la ricetta della Zuppa Perfetta è questa qui:
INGREDIENTI
per 4/6 persone
una testa d’aglio (non vi preoccupate, non lo userete mica tutto)
una tazza e mezza di ceci ammollati. assolutamente NON usare i ceci in scatola: devono cuocere a lungo, disfarsi lentamente e insaporirsi nelle spezie
ghee qb
mezza cipolla
un pezzo di porro
una miscela di spezie così composta: fieno greco (un cucchiaio), cumino, coriandolo, curcuma, (un cucchiaino di tè per ognuno), chiodi di garofano, cannella, cardamomo (mezzo cucchiaino di ognuno)
panna acida (facoltativa)
COME SI FA
Iniziate la sera prima lasciando a bagno i ceci con un pizzico di bicarbonato, perché la mia nonna mi ha insegnato così. Riscaldate il forno a 170 gradi. Prendete l’aglio e tagliate la calotta superiore, senza però intaccare gli spicchi. Avvolgetelo in un foglio d’alluminio con un po’ d’olio e lasciatelo cuocere in forno per 45/50 minuti (o finché diventa tenero, ma come fate a saperlo senza aprire il fagottino? meglio esagerare. E poi qui si parla espressamente di LUNGHE COTTURE, no?). A questo punto lo lasciate raffreddare, separate gli spicchi e “spremeteli” uno a uno. Otterrete una cremina che già da sola, spalmata sul pane con un giro d’olio è una goduria. Ma non siamo qui per questo. Prendete un cucchiaino di pasta d’aglio che vi servirà per la vostra Zuppa Perfetta. Mentre l’aglio cuoce scaldate un pentolone con del ghee e fate rosolare la cipolla e il porro affettati moooolto sottili finché non diventano teneri. A questo punto abbassate la fiamma e aggiungete i ceci, una bella cucchiaiata di misto di spezie (o anche di più, se siete coraggiosi come me) e la pasta d’aglio. Mischiate bene e spesso: non deve assolutamente rosolare, né dorarsi ma solo amalgamarsi per bene. Dopo qualche minuto aggiungete acqua in modo da coprire appena il tutto. Mettete il coperchio e lasciate cuocere dalle due alle quattro ore. A questo punto la zuppa sarebbe anche cotta, ma se volete superare voi stessi riducetene una parte in purea. Aggiustate di sale. La zuppa perfetta è pronta. A parte, se volete, aggiungete un cucchiaio di panna acida in ogni scodella, ma non c’è bisogno: sarebbe già Perfetta così.
Ciao Sigrid!
Ecco qui lo stracotto di casa Apest comfort food a cottura ultralunga :D
http://www.foodandcrafts.it/2011/02/stracotto-di-casa-mia-comfort-food.html
Nessun apparato digerente è stato maltrattato durante l’esecuzione della ricetta XD
Baci!
Apest
Agnello indiano con cipolle e menta
E’ una ricetta facilissima con un risultato degno dei migliori ristoranti indiani
800 g di spezzatino di agnello
500 g di cipolle senza parte esterna
1 peperoncino rosso di cajenna (quelli lunghi e stretti)
2 cucchiai di zenzero fresco
1 spicchio aglio
1 cucchiaio di curcuma
3 cucchiai olio
mezza tazza di coriandolo
mezza tazza di foglie di menta fresca
peperoncini freschi (io uso quelli verdi tailandesi “bird eye”) a seconda di quanto vi piaccia piccante (da 2 a 5)
il succo di un limone
sale qb
Mettete nel tritatutto il peperoncino rosso di cajenna, lo zenzero, l’aglio, la curcuma, tritate bene e poi aggiungete le cipolle facendole tritare grossolanamente.
Mettete il tutto con due tazze d’acqua e l’olio in una cocotte creuset a fuoco bassissimo per 4 ore, coperta
Nel frattempo mettete coriandolo, menta e limone nel mixer e frullate bene
Quando la carne e’ diventata tenerissima, fate consumare il liquido, salate, unite la menta-coriandolo-limone e lasciate sobbollire a fuoco basso mescolando bene per 3-4 minuti
Eccomi, ho preso il coraggio e scrivo il mio primo post…anche se ormai sono una tua fan da taaaanto taaaanto tempo ;-)
Siccome adoro gli stufati/spezzatini/cosucce da cuocere a lungo e con pazienza e siccome adoro anche le cocotte…quale migliore occasione…magari il primo post mi porta fortuna ;-)
SPEZZATINO di VITELLO alla COCA COLA (so che questo ingrediente non ti sorprendera’ piu’ di tanto, ma magari questo non lo hai mai provato)
600 gr. di polpa di vitello
1 cipolla
1 peperone giallo
1 carota
4 patate medie
200 ml di Coca Cola
olio extravergine d’oliva
farina per infarinare la carne
sale & pepe
ca. 0.75 ml di brodo di carne
Tagliate la polpa di vitello in bocconcini ed infarinateli. Tritate la cipolla e soffriggetela leggermente nell’olio (preferibilmente in una cocotte ;-) ), aggiungete i bocconcini di carne, salate e pepate, e rosolateli ben bene a fuoco vivace. Aggiungete il peperone e la carota tagliato a dadini e rosolate ancora. Sfumate con la Coca Cola e lasciatela evaporare. A questo punto aggiungete il brodo, abbassate la fiamma al minimo, coprite e lasciate andare per 1 ora e mezza abbondante. A questo punto, aggiungete le patate tagliate a spicchi e proseguite la cottura per un’altra mezz’oretta, finche’ le patate non saranno cotte e la carne tenera tenera…
La nota leggermente dolciastra della Coca Cola si sposa bene con tutti gli ingredienti.
Sigrid, ormai sei un mito…ed il tuo blog e’ meraviglioso! Ciao Cavoletto!!!
Ot, excusez_moi. Sigrid, qua impazza la bonci mania in ogni dove, ci diresti la tua?
Mia madre racconta che le domeniche della sua infanzia avevano sempre, come colonna sonora, il lento borbottio di una pesante casseruola di ghisa dalla quale fuoriusciva un profluvio di aromi.
Qualche volta, la cocotte ospitava un ragù, qualche altra volta un coniglio, qualche altra uno spezzatino. Ma nei giorni speciali, comodamente adagiato su un letto di cipolla e di pomodoro, cuoceva lentamente un grosso pezzo di carne di manzo, che mia nonna aveva pazientemente lardellato, inserendo nelle fibre già “marmorizzate” della bestia non più giovane, un trito fine di lardo e rosmarino. L’immancabile foglia di alloro spandeva nell’aria una nota pungente. Al ritorno dalla messa, la carne era pronta e veniva servita in fette spesse un dito, ricoperta da un sugo rosso, sontuoso e denso, nel quale la cipolla si era quasi, ma non del tutto dissolta.
Questo profumo e lo stesso sapore appartengono anche alla bambina che sono stata.
Ancora oggi, in alcune mattine, i miei figli, al risveglio, annusano l’aria, inseguendo il ricordo di quel lontano giorno in cui il gatto di casa, autore dell’audace furto della carne che attendeva sul tavolo di essere rosolata, era stato -materialmente- defenestrato nell’empito d’ira e frustrazione della nonna, padrona di casa privata della portata principale, che, amaramente pentita, ne aveva disperatamente quindi pianto la morte certa per poi assistere, con sopresa e molto sollievo al suo ritorno , miracolosamente illeso e riammesso con tutti gli onori e una vita in meno.
Quei ricordi sono intatti. Ciò che manca è solo la pentola, quella casseruola rossa andata smarrita durante un trasloco e mai più ritrovata. Così invio la ricetta della nonna, sperando che porti a tutti voi la tenerezza del mio ricordo e me la nuova cocotte ad uso delle prossime generazioni.
Oddio, il gatto si è mangiato lo stracotto
un grosso pezzo di carne di manzo per stracotti del peso di circa 1 e 500 grammi*
*Una avvertenza: per questa ricetta occorre la polpa di una bestia felice, che non sia stata forzatamente aiutata a crescere prematuramente e abbia serenamente pascolato in ampi spazi. Solo dopo qualche anno il pannicolo adiposo si infiltra tra le fibre ottenendo quell’effetto marmorizzato che allieta gli occhi degli estimatori.
una fetta di lardo da circa un etto.
un rametto di rosmarino
una foglia di alloro
quattro grosse cipolle gialle
tre cucchiai di concentrato di pomodoro bio
un bicchieri di vernaccia o altro vino bianco aromatico
mezzo litro circa di brodo di carne.
Battere al coltello il lardo e gli aghi di rosmarino e con l’attrezzo per lardellare steccare con cura la carne.
Rosolare accuratamente in qualche cucciaio d’olio extravergine d’oliva.
Estrarre la carne dalla casseruola, salare, pepare e tenere da parte.
Nel fondo, rosolare le cipolle tagliate in otto parti a fuoco dolce. Quando sono appassite (ma non dorate) aggiungere nuovamente la carne, sfumare con vino e far evaporare.
Unire il concentrato di pomodoro e far rosolare brevemente.
Aggiungere il brodo e, quando leva il bollore, coprire con il coperchio e far andare sul fuoco dolcissimo per alcune ore, eventualmente diminuendo la potenza della fiamma con un diffusore.
A fine cottura la carne deve essere morbida ma compatta (e non si deve sfaldare nè sfilacciare).Togliere la carne dal tegame e tenere da parte, senza farla raffreddare troppo.
Far restringere la salsa fino ottenere un sugo denso, rosso bruno.
Affettare la carne e servirla cosparsa con suo fondo di cottura.
ah beh!! Mentre stavo comprando il KitchenAid per i 50 anni del mio papi mi sono imbattuta nella cocotte…proprio come quella in foto!!!!! Devo trovare a tutti i costi una ricetta per concorrere a questo giveaway!!!!!!!:)
La mia ricetta è “Borraggine e fagioli”,
Preparare un soffritto con olio evo, 1 carota, 1 costa di sedano e 1 cipolla tritati, aggiungere un paio di puntine di maiale, un pezzo di cotenna, un paio di salsicce e lasciare rosolare la carne per pochi minuti. Unire 300 g di fagioli a piacere ( vanno bene sia i borlotti che i cannellini, io generalmente uso i migliori che trovo nella mia zona e che sono i bianchi di Controne) messi in ammollo la sera precedente. e ricoprire tutto con acqua, Portare a bollore e lasciare cuocere tutto a fiamma bassa fin quando la carene e i fagioli saranno teneri. A questo punto frullate un paio di mestoli di fagioli e aggiungerli al resto con la borraggine precedentemente lessata . Regolate di sale e lasciare cuocere per almeno 15 min. o fino a quando la verdura non si sarà ben insaporita e quasi sciolta in quel bene di Dio.
buon appetito
Spero che nessuno abbia scritto questa ricetta :
non ho avuto il coraggio di leggerle tutte .Devo dire che la mia vecchia , ormai pensionata,cocotte
aveva sul coperchio l’incavo per mettere l’acqua ,
appunto per cotture lunghe . Comunque :
1 kg cappello di prete ( manzo ) , 1 kg cipolla .
Tagliare carne e cipolla a fette il più possibile
sottili.Coprire il fondo della pentola con olio
evo , quindi fare il primo strato di carne ,
sale e pepe , poi uno strato di cipolla ecc. alternando.
Finire con uno strato di cipolla tagliata più grossa.Mettere su fuoco forte finchè il tutto
comincia a bollire , poi abbassare il fuoco e
far cucinare “molto” lentamente per 4-5 ore ,
col coperchio riempito d’acqua .E’ cotto
quando l’ultimo strato di cipolla è trasparente .
Togliere tutto il sugo e a questo aggiungere
una scatoletta di acciughe e due cucchiai di
mostarda forte di Digione . Frullare e versare
sulla carne , riscaldare un po’ e servire con
patate bollite .
RULI
Allora,dopo stufati e brasati…il loro contorno:
patate sbucciate e tagliate in grossi pezzi,idem qualche cipolla,olio,sale e coprite d’acqua a filo,lasciate cuocere a fuoco lentissimo finché il tutto si sara’ridotto ad un densissimo purè un po’abbrustolito sul fondo…mmmhhh
La prima volta che lascio un commento al tuo bolg, che per altro leggo sempre con molto interesse! Ecco la mia ricetta:
http://cioccolatodestate.blogspot.com/2011/02/la-casseruola-dei-ricordi-un-racconto.html
Cara Sigrid ti seguo da moltissimo tempo e ora finalmente mi sono lasciata tentare da questa rossa tentazione :)
La casseruola è fantastica anche in forno e non serve più guardarla per cui vi propongo:
polletto pigro ripieno di castagne e mele
Pulire e fiammeggiare un pollo che entri di misura nella pentola di ghisa
preparare il ripieno con:
una mela renetta tagliata a fettine sottili, uno spicchio d’aglio intero, due foglie di alloro, mezzo chilo di castagne pelate (vanno bene anche quelle surgelate) e sbollentate in acqua sale e alloro, un pizzico di sale , qualche grano di pepe verde fresco schiacciato.
Riempire il polletto con il ripieno, chiudere con filo da cucina, passare la superficie del pollo con un limone per profumare, salare e pepare in superficie, disporre il polletto nella casseruola e coprire con coperchio. Infilare in forno freddo e cuocere per due ore a 200 gradi. Controllare la cottura.
Il pollo rimane morbidissimo e diventa croccante all’esterno, il ripieno cattura tutti i succhi sviluppati in cottura.
Essenziale per questa ricetta è l’attività pigra di accompagnamento: un libro, un film da godere, una coccola insomma mentre per casa si sprigiona un profumo irresistibile.
Potete aggiungere un contorno gustoso un ora prima del completamento della cottura del piatto: qualche patata tagliata a metà nella cocotte (se avanza spazio ovviamente) o qualche piccolo e delizioso cavolino di Bruxelles :)
Il mio stufato preferito è la carbonnades à la flamande, che mi ricorda il cielo plumbeo, la pioggia inesorabile (come sa essere solo la pioggia belga)che contrasta col tepore e il calore di certi bistrot tra le ardenne e le fiandre. La ricetta è inutile che te la posti: quando ho smesso di mangiarla in Belgio, ho iniziato a cucinarla come la descrivi tu. Per me il massimo è preparare a parte un po’ di pane integrale, metterci sopra un filo di senape e poi via di scarpetta del sughetto bello denso e dal sapore deciso (io nella carbonnade ci metto la leffe brune)…
PI ESSE. ANCHE IO MI SPOSO!!! :-DDD tra due anni però..a me le cose piacciono fatte con calma..comunque..
BREVEMENTE ED IMMEDIATAMENTE..
MANZO DI ROVATO. NON CHE IO SAPPIA ESATTAMENTE DOVE STA DI CASA ROVATO, PERO’ HO MANGIATO IL “SUO” MANZO DA UN’AMICA E DA LI’MI E’CAPITATO DI RIFARLO SPESSO. IO LO TROVO BUONISSIMO, TENERO E SAPORITO. E NEANCHE PESANTUCCIO.
Ingredienti:
Carne bovina (cappello del prete o similare)un pezzo da un kg, prezzemolo fresco, aglio, acciughe sotto sale (poche), capperi, olio d’oliva, acqua, sale (poco o niente, dipende dal numero delle acciughe usate ovviamente), pan grattato (eventuale, anche no).
Preparazione:
In un recipiente mettere freddo la carne, ricopritela con pari quantità d’olio d’oliva e acqua aggiungendo le acciughe (io 3 o 4) tagliate a pezzetti e uno spichi di aglio. Fate cuocere coperchito a fuoco medio per due ore e mezza secondo la quantità di carne.
A fine cottura togliere la carne dalla pentola e posatela su un tagliere in attesa che si raffreddi, intanto aggiungere abbondante prezzemolo e capperi al sugo rimasto (con già aglio e acciughe), a mo di pesto facendolo amalgamare per alcuni minuti a fuoco lento. Se risultasse troppo liquido aggiungere uno o due cucchiai di pan grattato per addensarlo un po’. Tagliare poi la carne a fette e copritele con il sugo. Lasciate riposare. Fate poi riscaldare e servite.
La morte sua è la polenta.
PERFETTISSIMO PER LA PENTOLA ROSSA:-D!
Che bella la cocotte! (a me personalmente fa impazzire quella bianca ma anche rossa, il classico, non è male;-)
Io proverei a farci le COSTINE LENTE
Le abbiamo battezzate così mio marito ed io, si tratta di una ricetta provata una volta anni fa in casa di conoscenti e poi ripetuta più volte con successo. Non ho idea se sia di origine veneta, come chi ce l’ha insegnata, o se sia stata inventata da questi amici..
Ricetta semplice, ed efficace ;-)
(anche se con una cottura luuuuuungaaaaaa)
COSTINE LENTE
PRENDETE UNA BELLA STECCA DI COSTINE DI MAIALE (tenetela intera)
SCHIAFFATELA NELLA TEGLIA CON:
BURRO
ABBONDANTE LATTE
VINO BIANCO
ROSMARINO
SALE
FATE CUOCERE IN FORNO A BASSA TEMPERATURA (100°) PER ORE ED ORE (4/5)
Per chi ha la stufa l’ideale è lasciarle apppoggiate sopra per tutto il pomeriggio, la sera sono pronte! ;-)
La carne sarà iper tenera e super succulenta e si staccherà dall’osso con l’aiuto di un grissino (tipo il noto tonno)
:-D
ops: ho scordato alcuni pezzi. da brava donna moderna sono di corsa.
la cipolla deve essere smunizzata quando la si butta in padella of course
i pezzi più grossi del baccalà prima di essere messi in padella a rosolare nell’olio vanno infarinati.
a fine cottura si deve aggiungere il prezzemolo lavato e sminuzzato, sale e pepe qb.
sorryyyyyyy. vero che non sono fuori dal concorso a causa del doppio post????
questo piatto va mangiato con una bella polenta calda…..ovviamente!
ciao Irene
Invitante la tua ricetta e che piacere leggere tutte le altre che hanno lasciato i lettori: ricette regionali e forestiere da provare tutte!
:-)
la mia ricetta la trovi qui:
http://ehcio.blogspot.com/2011/02/profumo-consistente-e-sapore-acido-e.html
Non è un piatto unico ma c’è il suggerimento a cosa magiarci assieme. Della serie “la morte sua!!!”
Complimenti!
Enrica
Sarebbe perfetta per il mio Stufato alla Guinness
Ingredienti per 6 persone:
1 kg circa di spezzatino di manzo
50 g farina
2 grosse cipolle
1 cucchiaio raso di zucchero di canna
2 lattine di birra Guinness
1 arancia
3 foglie di alloro
Olio extra vergine di oliva
Burro
Sale, pepe nero, noce moscata.
Brodo di carne q.b.
Per accompagnare:
Polenta morbida o purè di patate o patate cotte al forno con la buccia
Procedimento:
Tagliare le cipolle a fettine sottili.
Lavare bene l’arancia e tagliare la parte esterna della scorza a julienne con un riga limoni o con un pelapatate. Spremerne il succo.
In una larga casseruola scaldare un po’ d’olio e di burro e farvi rosolare la carne a fuoco vivace ( se è tanta farlo in due riprese), salare pepare ed insaporire con la noce moscata.
Togliere la carne dalla casseruola e farvi appassire a fuoco dolce le cipolle con un po’ di olio.
Quando sono stufate, aggiungere lo zucchero, alzare un po’ la fiamma e farlo leggermente caramellare.
Rimettere la carne nella pentola, spolverizzare di farina e mescolare.
Aggiungere circa una lattina e mezza di birra, le foglie di alloro, il succo dell’arancia e metà delle scorzette di arancia e portare ad ebollizione.
Abbassare il fuoco, coprire e far cuocere dolcemente per circa due ore, controllando spesso che non si asciughi troppo.
Nel caso aggiungere un po’ di brodo caldo.
Quando la carne è pronta eliminare l’alloro, regolare di sale e pepe e prima di servire decorare con le restanti scorze di arancia.
Servire con polenta morbida o purè di patate o patate cotte al forno con la buccia.
Non sai quanto mi fa piacere partecipare a questo tuo nuovissimo concorso.
Devi sapere che appena ho visto che c’era in regalo la mitica creuset, per giunta rossa, mi è venuto un colpo apoplettico. Ho pensato, devo troppo provare a vincerla.
Mi sposo a luglio e sono in piena frenesia da preparazione da nido; ho comprato le coperte, le lenzuola, le pentole, le posate, i bicchieri…..e chi più ne ha più ne metta, tanto che ora la casa dei miei genitori sembra il distaccamento di un negozio di casalinghi.
E come puoi immaginare i soldi sono finiti in un battibaleno.
E il desiderio di avere una mia personalissima pentola creuset è dovuto scivolare in un angolino schiacciato dall’aspirapolvere, in attesa di più ricchi periodi.
Io partecipo al concorso con la più classica ricetta di casa mia a lunga lunghissima cottura.
La famiglia del mio papy è veneta trapiantata al nord, mentre la mia mamma è una mezza piacentina…le due cucine si sono unite con interessantissime sfumature.
BACCALA’ ALLA VENETA (come a casa mia)
dosi per 4 persone
800gr di baccalà già ammollato(lo si trova anche surgelato….così assecondo il mio lato Parodi)
1l circa di latte fresco intero (quello dell’allevatore vicino a casa è meglio…no assolutamente quello a lunga conservazione)
3 cucchiai abbondanti di prezzemolo (e anche di più…secondo il mio gusto)
1/2l di olio evo
due cucchiai colmi di farina
1 cipolla
sale e pepe qb
Ricetta:
mettere il baccalaà in una pentola, coperto d’acqua fredda leggermente salata con uno spicchio di limone e due foglie di alloro se vi piacciono e per smorzare il sapore di fraccico (traduzione del modo di dire del mio papà: tipico e buonissimo sapore di pesce). portare a ebollizzione fino a cottura, quando la polpa comincia a sfaldarsi. Estrarre il pesce e pulirlo bene dalla pelle e dalle lische, lasciandolo il più possibile a pezzi interi.
far rosolare in un pò d’olio la cipolla e di seguito la polpa di pesce; aggiungere l’olio e il latte.
portare a bollore debole e lasciare cuocere per il tempo necessario affinchè il latte si trasformi in una bella cremina…se il pesce si sfalda don’t worry. Mescolare sempre e comunque il meno possibile e se vedete che si sta attaccando e il pesce è ancora in pezzettoni troppo grossi abbassate la fiamma e aggiungete altro latte. io non mescolo mai ma sbattacchio spesso la pentola.
lo faccio cuocere in media 4 ore.
Questa ricetta è stata costruita negli anni dalla mia mamma azzeccando il tiro sul ricordo del baccalà cucinato da mia nonna….la quale puntualmente se tu gli chiedevi “Solidea mi insegni a fare questo o quel piatto?”, che a lei veniva come a nessuno mai, rispondeva “E’ semplicissimo”…..non lo era mai! anzi!
Anche perchè la mia mitica nonna non aveva un ricettario ma solo l’occhio dell’esperta. faceva tutto a occhio…..e il suo occhio era infallibile. il mio fa parecchio cilecca, ma mi sto mettendo d’impegno per coltivarmelo e conto sulla genetica veneta.
Io per vincere questo concorso conto moltissimo sulla bravura in cucina delle donne della mia famiglia e sul tuo desiderio, cara Sigrid, di aiutare in cucina una futura sposina-massaia.
Un grande abbraccio a te e a tutti gli altri concorrenti. Irene
La mia ricetta è il ragù di casa mia, che ho imparato a fare per la prima volta quest’anno, proprio in una cocotte in ghisa!
Il ragù di casa di Juls
E quindi BUSECCA SIA.
Tipico piatto milanese. Anzi direi della vecchia Milano, quella che piace a me. Anzi l’Unica che piace a me. I giovani milanesi della milano da bere non li posso soffrire, con quell’intercalare irritante.
Invece amo quei tipici signori milanesi ormai un po’ anziani..essenziali, un po’ ruvidi ma gentili. Adoro il diletto milanese.
Io milano non la conosco affatto bene. Mio padre è di milano, ma avevo pochi mesi quando ci siamo trasferiti a Firenze. Eppure mio padre una volta l’anno fa ancora la busecca. E io chissà com’è soltanto quel giorno l’anno sento più vicine le mie radici milanesi. E poi a mio padre lo cucinava da piccolo il suo nonno, che abitava in campagna. Detto per l’appunto il Buseccone. Quando provo a visualizzare la scena mi torna in mente L’albero degli zoccoli. Chissà com’è.
RICETTA
Lavare un chilo di trippe bianche, freschissime, gettarle nell’acqua bollente, bollirle pochi minuti, raffreddarle nell’acqua fredda, tagliarle a fettine sottili, lunghe un dito;
Tritare finissimo finemente una cipolla, una carota, una costa di sedano alcune foglie di salvia, e far soffriggere con il burro e 30 grammi di pancetta o lardo tagliata/o a listarelle.
Aggiungere le trippe, e cuocere a fuoco alto per qualche minuto, poi bagnare con due litri di buon brodo, coprire e cuocere adagio per due ore, dopodiché aggiungere i fagioli bianchi in scatola scolati e rimescolate per un quarto d’ora, e comunque fino a quando la busecca avrà raggiunto una consistenza densa.
E VAI :-)
Aggiustare il condimento, sgrassare, e servire con fette di pane tostato. spolverare con formaggio parmigiano grattugiato nel piatto di portata.
La cocotte mi piace…io ce l’ho ovale grande, dove faccio il tucco di natale con i due arrosti, mi piacerebbe molto rotonda…mio marito diventerà matto, ma pazienza. Vi do questa ricetta della mia amica srilankese, Madù.
1 pollo a pezzetti. Mettere in olio 1 cipolla a fettine e 1 aglio, dopo un attimo aggiungere 1 cucchiaio scarso di semi di finocchio, dopo un po’ 1 foglia di alloro e un ramo di rosmarino, poi il pollo, a rosolare,dopo 1 cucchiaio o cucchiaino di curry. Aggiungere un po’ di pomodori pelati tritati e un po’ per volta il brodo di carne(dado). Si lascia cuocere. Si mangia con il riso pilaf o il riso semplicemente bollito.
A tutti noi piace molto, spero anche a voi.
Celestina
Voglio la mitica ROSSA!!! Penso in fretta a postare una ricetta!
Ciao Sigrid,
Vorrei partecipare,vincere mi farebbe molto piacere ,anche a mia moglie…mi piacciono tanto i piatti unici, cottura luuuunga e leeeeenta, questa e una delle mie ricette preferite, anche di amici e famiglia.
Grazie per questo bel pensiero per tutti noi.
Complimenti per il blog,e meraviglioso.
Pollo al Martini.
Procuratevi un pollo dal vostro macellaio di fiducia,fatevelo dividere in pezzi piccoli,se è possibile eliminate le cartilagini.
Prepariamo una salsa per marinare il pollo:con 1/2 bicchiere di Martini Rosso,il succo di 2arance rosse , 2 fette di arancio ,2 cipolle dorate tritate,alloro 3 foglie, olio di oliva sale e pepe in grani.
Mettere il pollo a marinare nella salsa,e far riposare nel frigo per un paio di ore,muoverlo ogni tanto.
Pulire e pelare 12 cipolline bianche,quelle fresche.
Nella pentola,soffriggere le cipolline con una noce di burro,a fuoco medio con molta calma devono essere ben dorate,conservare da parte.
Prendere il pollo,levarlo dalla marinatura scolarlo,nella pentola dorarlo con burro e olio di oliva,uno o piu pezzi a la volta,senza cuocerlo ne bruciarlo,ponetelo da parte.
Mettiamo nella pentola 150 g di pancetta a dorare ,incorporare 300 grammi di funghi champignon tagliati,se sono piccole lasciatele interi,alcune erbe fresche(timo,salvia,rosmarino ecc) lasciar cuocere per alcuni minuti,aggiungere pollo e cipolline.
Versare 1 bicchiere di Martini Rosso,1/4 tazza di salsa di soia, e 1 tazza di brodo di pollo,portare a ebollizione ,abbassare il fuoco e lasciare cuocere leeentamente per 1 e 15 minuti circa, aggiungere brodo se manca.
Sciogliere in un mestolo da brodo 3 cucchiai di farina e aggiungere al pollo,lasciarlo cuocere altri 15 minuti spengere il fuoco e lasciar riposare altri 5 minuti .
Servire con pure di patate,bruschetta agliata,olio oliva ,sale/pepe.
Un saluto,Riccardo.
Intanto vorrei fare un po’ di complimenti a tutti, alcune ricette me le sono già copiate da fare al più presto!
Ho pensato a che ricetta postare, anche io sono una fan della ghisa e di Le Creuset e una pentola nuova mi farebbe proprio comodo.
Sono andata a ripescare una delle prime ricette che ho cucinato avendo la consapevolezza della cucina, cioè dopo essere andata ad abitare da sola ed essendomi staccata dalle tradizioni della mia famiglia (che non rinnego ma ad un certo punto è necessario sperimentare e capire chi siamo, poi si ritorna ai tortellini, nel mio caso).
Quando abitavo a Firenze non lontano da casa mia c’era uno dei primi negozi di prodotti bio “duri e puri” che faceva da catalizzatore per le esperienze di cibo biologico ed ovviamente macrobiotico.
Da questo primo ricettario presi una ricetta che poi ho fatto e rifatto tante volte per la quale serve la pentola in ghisa (ad essere filologici quella giapponese con il coperchio in legno). La cottura non è tanto prolungata ma l’abbinamento con la ghisa è fondamentale.
NISHIME’
Ingredienti
Alga Kombu 20-40cm
Verdure a scelta (cipolla o porro, carota, patate, zucca, cavolo, ecc.)
Tamari o salsa di soia
Mettere a bagno l’alga Kombu e tagliatela a strisce di 2-3cm.
Disporre le strisce sul fondo della pentola ed aggiungere un dito d’acqua (per coprirle).
Disporre le verdure sulla Kombu partendo da quelle più dure in basso in pezzi abbastanza grossi.
Spruzzare di poco sale.
Cuocere 15-20 minuti a fiamma bassa.
Se durante la cottura si consuma l’acqua aggiungerla facendola scivolare lungo le pareti poca alla volta.
Aggiungere una spruzzata di tamari, scuotere le verdure (non mescolare) e cuocere ancora 2-5 minuti per asciugare l’acqua.
Lasciar riposare scoperto per 10 minuti prima di servire.
Da servire con riso integrale o come contorno.
Ciao
Valeria
Ciao Sigrid, seguo silente da anni il tuo splendido blog ma la lunga cottura ha ricordato, a me come a tanti, mia nonna. Il suo interesse per le attività domestiche e per la cucina era nullo, se fosse vissuta ai nostri tempi credo sarebbe stata una grande fan di quattrosalti&co.; purtroppo i suoi erano anni in cui i cibi pronti si trovavano solo in rosticceria, il microonde era un miraggio e le donne che non sapevano cucinare rare come gli unicorni.
A suo merito devo dire che non si è mai data per vinta, pur di non imparare a cucinare ha nutrito per decenni la sua famiglia con tre ricette rendendole, ça va sans dire, immortali: la pasta in casseruola, gli spaghetti con le sarde, il pollo in umido con la polenta.
La pasta in casseruola non era altro che una banalissima pasta con il sugo di pomodoro: il segreto, come nella migliore tradizione culinaria, era tutto nella tecnica. Mia nonna calcolava il quantitativo di pasta per la settimana, la lessava tutta, la mescolava al sugo in un unica capace casseruola e riscaldandola a dovere la serviva per tutta la settimana: il lunedì era decente, il martedì mangiabile, il mercoledì dubbiosa, il giovedì un supplizio e il venerdì si sa che è praticamente quaresima. Il sabato toccavano gli spaghetti con le sarde e la domenica era il gran giorno del pollo in umido. Alla mattina prestissimo soffriggeva cipolla, carota e sedano in un quantitativo spaventoso di olio fino a farli svenire, dopodiché in un sol colpo buttava nella casseruola (sì, sempre quella della pasta …) pezzi di pollo completi di pelle, pomodoro e qualche foglia di alloro – l’unica pianta, a parte i ciclamini, che sia mai sopravvissuta sui suoi terrazzi. Coperchio e cottura fino all’ora di pranzo, quando ci serviva un piatto di polenta con una bella mestolata di sugo bollente dove navigavano brandelli di carne, cartilagini e resti di pelle molliccia. Anche in agosto.
Mi rendo conto che queste sono non-ricette e probabilmente sono fuori contest, però penso che da lassù si farebbe delle grandi risate se vincessi una cocotte con le sue improbabili soluzioni culinarie! Eppure, nonostante mia madre – sua figlia – sia una cuoca superba, nel cuore porto questa nonna che, in cucina come nella vita, forse si è sentita incastrata in un ruolo senza poter trovare una via di uscita.
Grazie dell’ospitalità.
La cocotte mi piace…io ce l’ho ovale grande, dove faccio il tucco di natale con i due arrosti, mi piacerebbe molto rotonda…mio marito diventerà matto, ma pazienza. Vi do questa ricetta della mia amica srilankese.
1 pollo a pezzetti. Mettere in olio 1 cipolla a fettine e 1 aglio, dopo un attimo aggiungere 1 cucchiaio scarso di semi di finocchio, dopo un po’ 1 foglia di alloro e un ramo di rosmarino, dopo 1 cucchiaio o cucchiaino di curry, poi il pollo, a rosolare. Aggiungere un po’ di pomodori pelati e un po’ per volta il brodo di carne(dado). Si lascia cuocere. Si mangia con il riso pilaf o semplicemente bollito.
A tutti noi piace molto, spero anche a voi.
Celestina
Questa è una ricetta che ho provato in Inghilterra a casa di amici. Mi sono fatta dare la ricetta che vi ripropongo, anche se sono consapevole della difficoltà (che ho anche io) di trovare facilmente il rabarbaro in Italia. Io ho adorato l’accostamento dei sapori e i gusti agro-dolci..
Comunque, ecco qui la mia ricetta:
Stufato di rabarbaro, lenticchie e spinaci
Ingredienti
1 cucchiaio di olio d’oliva
1 cipolla tritata finemente
1 spicchio di aglio tritato finemente
85g di spinaci (anche quelli surgelati vanno benissimo;)
1 cucchiaino di zucchero di canna morbido
1 cucchiaio di aceto balsamico
2 cucchiai di purea di pomodoro
410g di pomodori sbollentati (senza la pelle)
1 gambo di rabarbaro, tritato
100g lenticchie scolate
un piccola manciata di prezzemolo fresco tritato
sale e pepe nero appena macinato.
Preparazione
Scaldate l’olio in una casseruola e soffriggere la cipolla finché non sia leggermente dorata. Aggiungete l’aglio e fate cuocere per un minuto.
Aggiungere gli spinaci , lo zucchero di canna, l’ aceto, la salsa di pomodoro, i pomodori pelati ed, infine, il rabarbaro tritato.
Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e fate sobbollire per 8-10 minuti o fino a quando il rabarbaro è morbido (ma non deve scomporsi del tutto!). Se necessario aggiungiungete un pò di acqua durante la cottura.
Aggiungere poi le lenticchie (già cucinate e scolate) e il prezzemolo, condire con sale e pepe nero macinato fresco e mescolare bene.
Per servire, mettere lo stufato in una ciotola con qualche fettina di pane abbrustolito.
E’ un piatto diverso e deciso, perfetto per i vegetariani!
Che bel sito..La ricetta non posso dirla perché la faccio solo per lui…
ricetta tradizionale di mia mamma: la “cazzuola”, cotta nella pentolona di ghisa sulla stufa di ghisa a carbone ; la pentola è cambiata, ma la ricetta e la stufa arrivano dritte dritte dalla “bis”(nonna)e mia mamma (balda 70-enne) la cucina ancora così.
ingredienti: tutto rigorosamente a occhio e tutti i vegetali dall’orto del babbo, secondo disponibilità
verze (colte dopo almeno una prima gelata)
soffritto (sedano, carote, cipolla, spicchio d’aglio, alloro)
un giro d’olio (non e.v.o., purtroppo perché i miei sono lombardi e quindi non amano il suo sapore deciso)
costine di maiale e puntine di maiale
Si iniziano a mondare le verdure appena dopo pranzo; si fa un soffritto a fuoco dolce sul fornello con gli odori nella pentolona di ghisa rossa; quando è tutto ben dorato (non bruciato!) si mette la verza tagliata (non troppo fine, anzi a bei pezzettoni grossi) e la si fà andare a fuoco vivace rimescolando con un cucchiaio di legno finché una certa quantità è appassita e ha rilasciato un po’ di acqua sul fondo.
Si aggiunge la carne di maiale, si fa andare ancora una decina di minuti sul fornello rimescolando, e poi si trasporta tutto sulla stufa.
Si copre con il coperchio la pentola e si lascia cuocere lentamente tutto il pomeriggio, e tutta la notte (o almeno per buona parte!), controllando che non “attacchi”.
Il babbo è incaricato di operare il controllo qualità: quando gli sembra che l’aspetto sia “bello”, allora è pronta…
P.S. probabilmente i puristi inorridiranno, immaginando di vedere nel piatto un ammasso verdognolo omogeneo, ma condizione essenziale per una buona cazzuola è che la carne deve essere completamente “disfatta” e irriconoscibile rispetto alla verza; alle volte però si aggiungono all’ultimo alcune costine “di bellezza”.
P.P.S. chiaramente si serve con la polenta…
P.P.P.S. quasi tutte le cotture “lente” (brasati, stracotti, bolliti) finiscono sulla stufa in quella pentola!
Eccomi!
Allora, la mia ricetta è tratta dal libro “Fat” (è tutto un programma) di Jennifer McLagan.
Protagonista la coda di manzo, taglio povero, molto saporito e, secondo me, poco conosciuto ed apprezzato:
Brasato di coda di manzo
Ingredienti per 3 persone:
1 kg e 200-300 g di coda di manzo
sedano, carota, cipolla per il soffritto
olio evo
un cucchiaio di concentrato di pomodoro
vino rosso
alloro
uno spicchio di aglio
un cucchiaino raso di cumino pestato
due o tre strisce di buccia di arancia non trattata (senza bianco, ovviamente)
un anice stellato
acqua calda
sale e pepe
65 ml circa di succo fresco di arancia
Si prepara il soffritto con carote, sedano e cipolle, dopo averle fatte appassire si aggiunge la carne, il concentrato e si sfuma con il vino rosso.
Dopodichè si aggiunge acqua calda fino a coprire metà della carne, sale, pepe, la buccia di arancia, l’anice, il cumino, l’aglio e l’alloro e si mette tutto in forno a 140 per circa 3 ore e mezzo (dipende dal forno e dai pezzi di carne :))
Finita la cottura si toglie la carne e si filtra il liquido, si aggiunge il succo di arancia ed eventualmente un cucchiaino di amido di mais, se risulta troppo liquido.
Versare la salsetta ottenuta sulla carne e servire!
ps: Ah, se volete anche un contorno, basta mettere insieme alla carne delle patate tagliate a pezzi, circa mezz’ora dalla fine della cottura.
Ciao, seguo il tuo blog che mi piace molto. Do lezioni di cucina indiana a Roma. La cucina indiana non vegetariana consiste e direi necessita proprio di lunghe cotture a fuoco bassissimo, senza aggiunta di liquidi. Per questo ho pensato di inviarti una delle ricette più rinomate della cucina indiana del Nord. susanna
Bocconi di agnello disossato cucinato con masala korma e yogurt (agnello korma)
Ingredienti
750 gr spezzatino di agnello tagliato a bocconi
marinare per 24 ore con:
1/2 yogurt tipo greco
2 spicchi di aglio pestati nel mortaio
½ cucchiaino ciascuno di coriandolo e curcuma in polvere
cucinare con:
2 cucchiai ghee
2 cipolle tritate fini
2 spicchi aglio pestati nel mortaio
2 cucchiaini zenzero tagliato fine
2 peperoncini verdi
korma masala (1 cucchiaino ciascuno coriandolo, cumino, chiodi garofano)
2 semi di cardamomo
2 cucchiaini garam masala
Tagliare a bocconi l’agnello e metterlo a marinare per almeno 3 ore (meglio una notte) con metà dello yogurth mescolato alla polvere di curcuma e di coriandolo e all’aglio pestato nel mortaio.
Preparare il masala korma facendo scaldare un padellino e mettendoci a tostare i semi di coriandolo, cumino e i chiodi di garofano. Pestare nel mortaio e mettere da parte.
Pestare anche gli spicchi di aglio con lo zenzero nel mortaio aiutandosi con un pizzico di sale. Tagliare le cipolle fino a ottenere un preparato molto fine: scaldare il ghee nella cocotte, far soffriggere i semi di senape, aggiungere la pasta di aglio e zenzero e la cipolla e farla cuocere, magari aggiungendo un filo di acqua. Dopo una decina di minuti aggiungere il masala korma, i peperoncini interi, i semi di cardamomo e far rosolare fino a quando tutto il liquido si asciugherà e vedrete separarsi il ghee dalla pasta di cipolla e spezie. A questo punto aggiungete l’agnello marinato e fate andare a fuoco brillante fino a quando la carne avrà preso un colore dorato. Abbassate il fuoco, mettete il coperchio e fate asciugare la carne nel suo liquido senza aggiungerne. A fine cottura incorporate lo yogurt rimanente poco alla volta e spolverizzate con il garam masala e mescolate. Servite con riso basmati al vapore.
Ciao Sigrid,
mi presento: sono Lucia e ti scrivo dal centro Italia, da una bella vallata appenninica. La carne ovina è forse il prodotto più tipico del mio territorio, e questo che ti sto per presentare è il modo di cucinare, e di gustare, l’agnello a mio parere migliore: ne risulta una carne morbida, gustosa, avvolta da un sughino cremoso, caldo e rassicurante. Buonissimo.
Agnello in fricassea.
Ingredienti per 4 persone: 1 cocotte Le Creuset colore rosso diametro 24 cm; 600 g di polpa di agnello tagliata a pezzetti o 800 g di spezzatino di agnello con le ossa; 3 tuorli d’uovo; 1 limone; 2 spicchi d’aglio; 2 rametti di rosmarino; 2 foglie di alloro; vino bianco secco; olio extravergine di oliva; sale; pepe.
Prendi la tua splendida cocotte rossa Le Creuset, versaci l’olio, tanto da coprirne il fondo, aggiungi gli spicchi d’aglio interi, i rametti di rosmarino e le foglie di alloro. Accendi il tuo fornello più piccolo, metti sopra la tua adorata cocotte rossa Le Creuset e fai scaldare l’olio a fuoco dolce. Non appena caldo, butta dentro la carne e fai rosolare bene, a fuoco vivace, girando e rigirando i pezzetti con un mestolo di legno. Sfuma con 1/2 bicchiere di vino, fai evaporare e aggiungi sale e pepe. Copri la tua amata cocotte rossa Le Creuset con il suo pesantissimo coperchio rosso, abbassa il fuoco e fai cuocere per 40-45 minuti, sbirciando ogni tanto sotto quell’utile coperchio rosso e girando i pezzetti con il mestolo. Nel frattempo, batti i tuorli con il succo del limone, un goccio d’acqua e un pizzico di sale. Trascorso il tempo indicato, spegni il fuoco e lascia riposare per 10-15 minuti all’interno della tua fidata cocotte rossa Le Creuset con il suo coperchio rosso. Al momento di servire, togli il coperchio rosso, annusa, unisci i tuorli battuti alla carne e al fondo di cottura e gira bene con il mestolo, in modo che tutti i pezzetti vengano ricoperti da un sottile velo della deliziosa salsina. Basterà sicuramente il calore accumulato dalla tua magica cocotte rossa Le Creuset a far addensare l’intingolo al punto giusto.
Porta in tavola la tua carne nel suo bellissimo recipiente di cottura (la tua cocotte rossa Le Creuset con il suo coperchio rosso), goditi gli applausi, impiatta e gusta!
Grazie, per questa bella iniziativa e non solo!
Tanti cari auguri!
La ricetta che vi propongo è molto semplice ma ideale per la cottura in cocotte, è un brasato al vino.
Gli ingredienti per 4 persone sono:
800 g di Manzo
3 dl di vino rosso corposo (io, essendo piemontese, utilizzo nebbiolo, barbera o barbaresco, che poi servo in abbinamento al piatto)
400 g di scalogno
70 g di lardo
1,5 l di brodo di carne
rosmarino
timo
4 piadine (secondo me ci stanno benissimo come accompagnamento e presentazione)
1 spicchio d’aglio
olio extravergine di oliva
pepe nero
Partiamo subito: come prima coso lavo il rosmarino e il timo, mondo l’aglio e trito tutto finemente (rigorosamente al coltello ;-). Tagliato il lardo a fettine sottili con un coltello riscaldato sulla fiamma e cospargo con il trito aromatico e il pepe (a proprio gusto quest’ultimo).
Avvolgo la carne con il lardo e la lego con refe da cucina.
Mondo gli scalogni e li divido a spicchi.
Faccio rosolare la carne in un tegame con circa 50 g di olio EVO, aggiungo gli spicchi di scalogno e bagno con il vino rosso. Faccio cuocere a fuoco vivace per 5 minuti, verso il brodo caldo e copro il tegame. Cuoco a fuoco dolce per circa 2 ore e mezza (ovviamente ogni tanto sbircio che capire come procede) e comunque fino a quando il fondo di cottura non si sarà addensato.
Tolgo dal fuoco la carne e la taglio a fette (non eccessivamente sottili). Sistemo il nel piatto da portata il brasato cosparso con il fondo di cottura, gli scalogni (che saranno ancora a spicchi) e le piadine tagliate a spicchi e servo.
Piatto semplice, ma con una carne buona di notevole impatto.
Il top è servire il piatto accompagnato da un vino (piemontese!) invecchiato tra i 4 e 7 anni e aperto almeno un’ora prima e rigorosamente a temperatura ambiente.
Buona appetito!
… strane coincidenze che accadono spesso…
appena il mio interesse del mondo culinario, volge a qualcosa (per me) di nuovo, ecco che arriva Sigrid con il suo bel post!
Cosa ci lega tutti quanti???
volevo essere breve, sono stata scortese? Faccio ammenda, buon giorno a tutti e complimenti alla padrona di casa e futura mamma, non ho mai scritto, ma seguo da un po’ e ho anche il libro (il primo). Sono una dilettante con qualche talento e sempre moltissima fretta, da qui la predilezione, forse un po’ sacrilega in un blog di cucina per le ..scorciatoie, vedi polpo e preparato per soffritto surgelati!
Ciao Sigrid….beccati anche la mia ochetta.
Oca Brasata con verza e polentina concia.
Per 4 persone
– 1 coscia ed un petto d’oca
– mezza verza piccola
– una carota – 1 cipolla – 1 spicchio d’aglio – 1 rametto di rosmarino
– 300 gr di pomodorini ciliegia
– 2 dl di brodo
– olio extra vergine d’oliva
– sale – pepe
– 300 gr di mais integrale
– ½ bicchiere di latte
– poca panna liquida
Sgrassare il petto e la coscia dell’oca asportando con un coltellino gran parte del grasso sotto pelle; salare e pepare bene quindi tagliare carote e verza a tocchetti. In una casseruola scaldare 3 o 4 cucchiai d’olio ed unire la carota, la cipolla a fettine, il rosmarino e l’aglio in camicia soffriggendo il tutto leggermente e mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungere successivamente la carne facendola rosolare su tutti i lati. Completare aggiungendo i pomodorini e la verza a tocchetti e mescolare bene. Cominciare ad aggiungere il brodo caldo nella casseruola portando il tutto a ebollizione. Abbassare la fiamma, coprire e continuare la cottura per c.ca 1h30 o più se necessario, bagnando l’oca di tanto in tanto con il suo fondo.
Mentre l’oca cuoce, preparare la polenta portando a ebollizione un litro d’acqua salata con l’aggiunta del latte ed un cucchiaio d’olio. Versare a pioggia la farina e mischiare con la frusta, continuando la cottura per c.ca 1 ora. A cottura ultimata, togliere la polenta dal fuoco ed incorporare la panna. Quando l’oca è pronta, toglierla dal suo sugo, tagliarla a fettine non troppo sottili e sistemarla nei piatti con le verdurine, la polenta ed il sughetto ben caldo. Gnam e buona giornata,
Pat
E va bene 240 più o meno, mi butto e posto anche la mia di ricetta, le pentole sono davvero belle!
‘Lu purpu cull’acqua soa stessa se coce’ (il polpo si cuoce con la sua acqua)
Ricetta leccese: si prende un polpo bello grande, o più d’uno; (io uso il polpo fiore surgelato della Bofrost, dopo averlo tenuto una notte in frigo), si mette sul fondo della pentola una consistente quantità di soffritto (non meno di 200-300gr, anche questo surgelato, direttamente dal freezer) uno spicchio d’aglio grande e profumato, un’abbondante manciata di pepi misti a grani interi e vi si appoggia sopra il polpo. Si chiude la pentola con il coperchio e si lascia cuocere a fuoco dolcissimo per non meno di un’ora e 30, meglio 2, avendo cura di scuotere di tanto in tanto la pentola per evitare che il contenuto si attacchi al fondo.
A fine cottura tagliare il polpo a pezzettini (anche con le forbici) e condirlo con la scura profumatissima salsa che si trova sul fondo della pentola.
in linea con i ricordi dell’infanzia ti mando la ricetta dello stufato,con cui a casa di mia nonna a Piacenza,si faceva a Natale anche il ripieno dei
tortellini(“anvei”).
un chilo di polpa di manzo scelta,con il girello le fette vengono piu regolari,ma se si usa il muscolo la carne è più saporita.
Si praticano con il coltello piccoli tagli su tutta la superficie e vi si introducono piccoli pezzi di aglio e foglioline di salvia,si strofina la carne con sle grosso e si fa rosolare in olio ev,di oliva,poisi abbassa la fiamma e si fa cuocere a fuoco lento per 3-4 ore bagnando
con buon vino rosso,a metà cottura si possono aggiungere patate a pezzi,oppure si può servire con un bupon purè di patate
…i miei stinchi di maiale riscuotono sempre un successone…
faccio un soffritto con carota sedano e cipolla tagliati a dadini…aggiungo gli stinchi di maiale ai quali levo eventuale grasso in eccesso…insomma li sistemo per benino…li faccio rosolare nella cocotte su tutti i lati …bagno con del buon vino bianco…poi sale, pepe, salvia, rosmarino, alloro, bacche di ginepro, aggiungo brodo fino a coprire gli stinchi per meta’ e lascio cuocere a fuoco basso per oltre 3 ore…
sono tenerissimi…si tagliano con un grissino!!!!!
COTECHINO IN GALERA
Si tratta della rivisitazione di una ricetta tipicamente emiliana (maiale + lambrusco) in chiave piemontese, sostituendo il lambrusco con un’amabile barbera d’Asti
Ingredienti:
1 cotechino di 1 kg fresco, non precotto
1 fetta di fesa di manzo dello spessore di circa 1 cm (in grado di avvolgere completamente il cotechino)
2 cipolle bionde
2 o 3 foglie di alloro
1 bicchiere di Barbera d’asti amabile
100 g di prosciutto crudo
50g di funghi secchi
brodo di carne
olio
Mettere a bagno nell’acqua fredda il cotechino per un paio d’ore. Dopo averlo asciugato e aver bucherellato tutta la sua superficie con un ago, porlo in un tegame basso pieno di acqua fredda e portare a ebollizione a fuoco medio-basso. Quando l’acqua bolle, abbassare ancora la fiamma e fare sobbollire dolcemente per un’ora. Toglierlo dall’acqua, spellarlo con delicatezza, senza romperlo e lasciarlo raffreddare completamente.
Sul piano di lavoro, stendete la fetta di manzo, foderatela con fette sottili di prosciutto crudo e avvolgeteci il cotechino. Legate con spago da cucina. Fate rosolare da tutte le parti il cotechino usando olio di oliva e dentro a un tegame basso. Aggiungere le cipolle, le foglie di alloro e i fchi secchi ammollati e strizzati; quando la cipolla accenna a imbiondirsi, alzare la fiamma e aggiungere il bicchiere di barbera.
Portare a cottura a fiamma bassa (circa un’ora) aggiungendo il brodo necessario e girandolo un paio di volte. Tagliate a fette spesse e servite ben caldo col sugo ottenuto passando al passaverdura o blender il sugo di cottura con le cipolle e i funghi.
Ottimo abbinato a patate duchessa o carote all’arancio.
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Molto bene… I miei cibi preferiti da fare e mangiare… Il vero confort food, sopratutto in queste giornate di un inverno che sembra non volerci lasciare…La mia ricetta è super banale e super gustosa, ma mi ha salvato un sacco di cene… In più è la preferita del mio maritino…
Dunque servono:
-Sovaccosce di pollo disossate e tagliate a bocconcini medi
-pancetta dolce a cubetti
-porro
-funghi geloni
-vino bianco buono ( pinot bianco, chardonnay,ma viene eccellente anche col prosecco) fate voi!!
-alloro
-farina per il pollo
-sale e pepe
Tagliate il pollo e infarinatelo leggermente, nel frattempo soffiggete il porro nella pancetta con qualche fglia di alloro. Quando il porro è morbido far rosolare il pollo, quindi bagnare con abbondante vino, salare e pepare e coprire. Trascorsi una decina di minuti aggiungere i funghi e richiudere col coperchio. Cuocere per 40- 50 minuti a fuoco basso. Gustatevelo!!! ( Le dosi sono da definire in base a quanta fame avete!)
che lavoro di copiaincolla mi tocca fare! Sigrid preparerai una pagina con tutti questi ricordi a tavola?
l’unica maniera per avere una le Creuset in casa…..visto che neanche il marito per il mio recente compleanno me l’ha regalata!!! :D!
Capriolo alla birra
-1,5 kg di Spezzatino di capriolo
-2 cipolle
-2 costole di sedano
-1 carota
-mezzo bicchiere di Brandy
-poca farina
-2 foglie di alloro
-1 rametto di rosmarino
-1,5 litri di birra doppio malto
-sale,pepe
-olio d’oliva
Preparare il soffritto di cipoola sedano e carota tagliato grosso e far rosolare nell’olio caldo.
Infarinare leggeremente la carne e farla rosolare nel soffritto,sfumare bene col Brandy.
Quando è tutto evaporato,”ubriacare” di birra a temperatura ambiente,mettere l’alloro e il rosmarino.Regolare di sale e pepe e far andare a fuoco bassissimo per almeno un paio d’ore (minimo).
Semplice…..ma a noi piace un sacco!
La ricetta che propongo io è della mia nonna friulana, che la cucina ogni anno intorno ai primi dell’anno come rito propiziatorio.
Avviso subito che non è un piatto leggero, nè dietetico e che sprigiona un aroma un pò fortino ma nell’inverno freddo scalda che è un piacere e il momento della cottura col profumino abbinato risveglia sempre bellissimi ricordi.
Il piatto si chiama “brovada” e in pratica sarebbero delle rape bianche che dopo la raccolta vengono lavate e messe nei tini a macerare alternate a strati di vinacce di uva rossa (ovviamente friulana), da cui prendono il colore viola/rosato. Dopo circa 30 giorni, quando hanno preso un bel colore violaceo per la fermentazione, le rape vengono estratte, pelate e tagliate a fettuccine; la tradizione gastronomica friulana prevede la brovada e musèt, ovvero la brovada con cotechino, ma si possono usare anche delle buone salsicce (dice la nonna ;)! Se non si ha tempo, voglia o materie prime a disposizione si può trovare della buona brovada confezionata ma preparata come vuole la tradizione, con marchio dop (confermo che è buona anche questa perchè la nonna trasferitasi a Milano doveva usare questa quando parenti o amici non andavano in friuli a fare scorta).
Ingredienti per 4 persone: musèt 1,5kg (cotechino o salsicce), brovada 1 kg, cipolla 1, pancetta affumicata 100 gr, brodo, alloro, sale e pepe.
Ponete sul fuoco una pentola di acqua fredda, immergetevi i musèt (cotechino) e l’alloro. Fate cuocere a fuoco basso per circa 1h, poi levatelo dal fuoco e mettetelo da parte. (se usate quello confezionato seguite le istruzioni ;)
Tritate la pancetta e la cipolla, mettete il tutto a rosolare in una cocotte con olio per qualche minuto. Unite la brovada, l’alloro e salatela leggermente. Se non usate quella confezionata, alla brovada (quindi alle rape) dovete aggiungere 1 litro d’acqua portato a ebollizione .
Fate cuocere a fuoco basso per almeno 2 ore, allungando di tanto in tanto con qualche mestolo di brodo (meglio ancora se usate qualche mestolo di acqua di cottura dei musetti, prende più sapore).
Passate le 2 ore si uniscono i musetti cotti così la brovada prende ancora più sapore (alla faccia della dieta e della leggerezza) e si fanno cuocere ancora un pochino per amalgamare i sapori. Servire bella calda.
La brovada va mantenuta sempre morbida, ma non deve essere troppo brodosa (al limite cuocete un pò di più per far asciugare).
Incrociamo le dita!
Questa è la mia ricetta: Stracotto di manzo ai carciofi
Ingredienti per 8 persone:
1,5 Kg pezzo di manzo adatto per il tipo di cottura
1 spicchio di aglio
1 cipolla
4 carciofi
100 g pancetta in una fetta
40 g burro
brodo
sale
pepe
Tritare l’aglio, la cipolla e la pancetta e rosolare in un tegame con il burro. Adagiare il pezzo di carne sul soffritto e fargli prendere colore. Pulire i carciofi e affettarli sottili; aggiungerli alla carne con il sale e il pepe. Bagnare con il vino bianco e, dopo averlo fatto evaporare, abbassare la fiamma e continuare la cottura per circa 3 ore aggiungendo a poco a poco il brodo. A fine cottura tagliare a fette sottili la carne e servire con il suo sughetto accompagnando il tutto con una purea di patate.
Ciao Sigrid….questa è la mia riceta per uno spezzatino secondo me fantastico…..è molto semplice ma ci sono affezionata forse perchè è stato il primo spezzatino che ho cucinato in vita mia.
Bocconcini al vino rosso con polenta
Per 10 persone:
1,5 kg di polpa di spalla di vitello
2 carote
2 cipolle
4 gambi di sedano
aromi a piacere (in totale dovranno essere almeno 100 gr. poi dipende molto dai gusti, comunque i bocconcini devono venire belli speziati): io ho usato circa 60 gr tra aglio, rosmarino, salvia, noce moscata
2 bottiglie di vino rosso corposo (nel mio caso barolo)
2 mestoli di brodo di carne
2 cucchiai abbondanti di farina
olio evo
sale e pepe
Pulire e lavare tutti gli aromi, poi tritarli finemente. In una pentola bassa rosolare il trito con l’olio. Aggiungere la carne tagliata a pezzettini e lasciar rosolare per qualche minuto, spolverare con la farina e mescolare bene. Bagnare con il vino e il brodo e lasciar cuocere per almeno 2 ore a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto.
Regolare di sale e pepe e servire ben caldo insieme a della polenta fumante.
Baci
Ciao!
Io sono nuova ma sono rimasta incantata da questo blog! ho 26 anni e una grande passione x la cucina anche se poca esperienza!
Non ho mai avuto una pentola come questa ma ci cucinerei i CARDI AL LATTE:
Prendere un cardo, mondarlo, lavarlo e tagliarlo a pezzi.
Cuocerlo in pentola a pressione per una mezz’oretta solo con un pò d’acqua, poi scolarlo e strizzarlo x far uscire l’acqua in eccesso.
Metterlo nella cocotte con il sale, coprirlo quasi del tutto col latte e farlo sobbollire dolcemente finchè il latte sarà del tutto assorbito e il cardo sarà bello morbido.
Condire con olio di oliva e servire bello caldo.
Io li adoro, sono una ricetta salata ma che ha un che di dolce e vellutato…il mio confort food invernale!
e’ la prima volta che partecipo a un contest, ma spero di aver dato un buon contributo!
Valentina
QUESTA COCOTTINA ROSSA M’ATTIRA DA MATTI!!!
E finalmente mi cimenterei nella cottura luunga che di solito evito, non è da molto che mi dedico alla cucina e per ora l’assosrtimento del mio pentolame non è particolarmente ampio. Ma ho comunque una ricetta che ci stà giusta giusta. Non occorrono pentole ma soltanto un pò di campagna, del terreno dove poter scavare una buca dentro il quale accenderemo un fuoco. È una ricetta tipica sarda per cucinare il “porceddu”, il porcellino. Quando il fuoco si sarà ridotto ad un’abbondante strato di brace lo si ricoprirà d’erbe aromatiche sulla quale adageremo il nostro bel maialino. Poi si ricopre ancora di erbe e brace e per finire delle pietre arroventate, così da creare un forno naturale. E si attende, per diverse ore, ci vuole una bella e allegra compagnia! E un pò di vino.
Io non sono sarda, e di questa ricetta ne ho soltanto sentito parlare, ma la trovo estremamente affascinante e mi pareva carino proporla.
Del resto…se una la cocotte non ce l’ha in qualche modo dovrà pur sfamarsi, e un buco in campagna mi pare un’idea molto creativa!
Un caloroso saluto e grazie!
Ciao Sigrid, io proverò a giocare sporco: sarò politicamente non corretta e mi gioco la carta bebè.
Questa è la ricetta per il baby stufato che ho cucinato qualche giorno fa al mio giorgione, che ha appena compiuto 8 mesi ma è grande come uno di 18.
BABY STUFATO PER GRANDI APPETITI
ingredienti:
brodo vegetale senza sale
vitello
carote
qualche foglia di verza
zenzero fresco
Ho fatto cosí: ho messo un filo di brodo nella pentola, poi quando il brodo è diventato caldo ho aggiunto la polpa di vitello tagliata a pezzettini e qualche fettina di zenzero fresco ( io ne ho messe 2 per una dose abbondante di pappa ). Dopo averlo rigirato per qualche minuto ho messo in pentola le carote a rondelle e le foglie di verza tagliate a listarelle. Ho rigirato ancora qualche minuto per far insaporire e poi ho aggiunto ancora brodo. Ho fatto cuocere per un bel pò mescolando e aggiungendo brodo quando necessario poi ho spento, lasciato riposare un momento e poi versato tutto nel frullatore per omogeneizzare. Devo dire che il pupo ha molto gradito. Speriamo mi porti fortuna! Un bacione
wowwwww … un post & giveaway sulla cottura lenta e lunga, se poi aggiungiamo la bassa temperatura allora siamo nel mio mondo! Che bella sorpresa, Sigrid, spero che alla fine ne farai una raccolta, perché ho letto delle ricette veramente stupende.
Io ti propongo una ricetta marocchina, imparata ad un corso di cucina in un riad di Marrakesh, che tanto mi è piaciuta che ormai più volte l’ho replicata nella tagine, nello slowcooker o nella cocotte.
L’importante è la qualità di ottimi ingredienti (vedi pollo ruspante!) e di una cottura veramente lenta a bassa temperatura.
Pollo con lemon confit
1 pollo ruspante tagliato in pezzi
il succo di un limone
2 limoni confit (la polpa va aggiunta nella marinata, la buccia tagliata a listarelle e aggiunta in cottura; i limoni confit si possono trovare in alimentari etnici sia sfusi che in salamoia)
50 gr di burro (salato)
2 cipolle finemente tritate
2 spicchi d’aglio tritati
4 chiodi di garofano pestati
1 pizzico di zafferano
1 pizzico di curcuma
1 cucchiaio di zenzero in polvere
1 cucchiaio di “ras el-hanout” (36 spezie marocchine)
sale e pepe bianco
prezzemolo tritato
200 gr di olive verdi sbiancate per qualche minuto in acqua bollente
2 cucchiai di olio d’argan (o di oliva)
Prepari una marinata con il succo di limone, la polpa dei lemon confit, il burro, la cipolla, l’aglio, lo zafferano, la curcuma, sale, pepe, zenzero, ras el-hanout e il prezzemolo. Metti a marinare i pezzi di pollo per almeno 1 ora (anche per tutta la notte).
Scaldi la cocotte, aggiungi l’olio, quindi i pezzi di pollo assieme a tutta la marinata. Aggiungi anche la buccia dei lemon confit tagliata a listarelle. Chiudi la cocotte con il suo coperchio e lascia cuocere sul minimo per 1 ora e mezza. 15 minuti prima del termine della cottura aggiungi le olive precedentemente sbollentate.
Non toccare mai i pezzi di pollo, se vedi che si asciugano troppo aggiungi giusto 1 o 2 cucchiai di acqua.
Spolverata di prezzemolo tritato e via in tavola!
Sigrid , già dov’è Giù ? forse cerca di togliere il pargolo dai fornelli ? o litigano per le ricette ?
Sigrid!!
Ma è bellissimo!!
Cosa hai scatenato!!
Ed è solo il 7 e mi sembra che ancora manchino in molti all’appello!!
Adesso mi aspetto anche Giu con qualcosa di speciale!!
Certo che sei veramente unica!!
Poi devo fare i complimenti a tutti per le bellissime ricette!!
uhm, post pubblicato in tempi non “sospetti” con tanto di “esprimo il desiderio” (in realtà al momento era rivolto a qualcun altro:-)) ma siccome non è arrivata e io non ho pazienza, ecco ci provo qui (mizzega, stessa identica passione per le cotture lunghe “comfort food”)
http://www.ilcucchiainodialice.it/contenuto/lo-stufatino
un saluto virtuale!
Miralda
piesse: la ricetta è formato pupo, vale lo stesso?:-)
Kidre,
Piatto tipico di Hebron e Betlemme:
Per 4 persone
Spalla di agnello 800 gr
Una cipolla.
400 gr di riso parboil
Una scatola di ceci precotti
Una manciata di pinoli e una di mandorle fritti nel burro.
Sale q.b.
La punta di un cucchiaino di curcuma
la stessa quantita’ di noce moscata,semi di ginepro macinati,pepe nero,cannella
4o5 spicchi d’aglio pelati e lasciati interi
Bollire l’agnello con una cipolla , quando e quasi cotto toglerlo e colare il brodo.
In una terrina mettere il riso con tutte le spezie il sale e i ceci e mischiare bene.
Trasferire il riso cosi’ condito in una pentola da forno.
Aggiungere la carne e coprire col brodo.
Mettere tanto brodo fino a coprire tutto il riso, deve essere di 3 cm sopra il riso, mettere in forno caldo per un ora circa.
il brodo deve essere assorbito tutto dal riso.
Decorare con i pinoli e le mandorle e servire con yogurt al naturale.
Cara Sigrid,
arrivata di recente al sito, ma rapidamente conquistata, ho pensato di mandarti la mia ricetta: guancia di vitello o vitellone con tartufo nero (e fois gras).
Ricetta un po’ ricostruita, chiedo venia per le imprecisioni:
ingredienti
1 kg di guancia di vitello o vitellone
2 l di brodo (io lo uso vegetale)
1 bottiglia di Barolo (o altro vino rosso del genere)
2 carote
2 cipolle
alloro, rosmarino, uno spicchio d’aglio
olio extravergine
pepe
tartufo nero
– a piacere fois gras.
Tagliare i guanciali e arrostirli con poco olio su fiamma viva finchè non saranno coloriti.
in una casseruola (cocotte…) con un poco d’olio fare rosolare per cinque minuti le cipolle e le carote tagliate finemente, con uno spicchio d’aglio a fettine, l’alloro e il rismarino, e qualche grano di pepe.
Unire i guanciali, e aggiungere il barolo, cuocendo per circa mezz’ora a fiamma media. Coprire col brodo, mettere il coperchio e cuocere a fiamma bassissima per 3 ore.
Una volta trascorse tre ore, togliere i guanciali dalla casseruola, passare il fondo, riportarlo a ebollizione per un minutino, aggiustare di sale (e se fosse troppo liquido aggiungere un cucchiaino di maizena). Alla salsa aggiungete una spolveratina di tartufo nero grattuggiato.
Per chi vuole, in una padella fare saltare qualche fettina di fois gras.
Servire in un piatto le fettine di guancia alternate con la fettina di fois gras, e sul tutto distribuire la salsa. Accompagnare con polenta.
Tutte le ricette che ho letto (e non ho ancora finito) sono bellissime. non vedo l’ora di provarle!
dimenticavo ancora, il pezzo di carne da utilizzare per la ” carne agglassata” è di manzo, appunto lacerto di manzo
Dimenticavo, il mio piatto si chiama ” Carne Agglassata alla Palermitana”
salve,
pur essendo new entry, volevo partecipare anche io però con una ricetta un pò diversa che alla base prevede una lunga cottura di carne ma che poi servirà come condimento per la pasta.
Pasta alla genovese
400 h pasta corta (in genere penne o sigarette)
700 g lacerto di manzo
700g cipolle bianche
1 gambo di sedano
1 carota
un mazzetto di odori
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
150 g vino bianco secco
100g parmigiano
olio,sale, pepe
Si tritano il sedano, la carota, le cipolle e si mettono in una casseruola con il pezzo di carne legato, gli odori, il concentrato, l’olio d’oliva, sale e pepe. Far cuocere a fuoco bassissimo.
Dopo 1 ora circa, quando il fondo sarà cotto,bagnare con il vino bianco a più riprese e far evaporare.
Ogni tanto si può bagnare cn dell’acqua. Comunque, il tutto deve cuocere per 3 h circa, finchè la carne sarà cotta e gli ortaggi ridotti a crema.
La carne si può mangiare come secondo, mentre la salsa andrà a condire la pasta con l’aggiunta di parmigiano.
Devodire che non è proprio una ricetta leggera, però dopo la lunga cottura, le cipolle quasi “spariscono”…
un saluto
simona
Cara Sigrid, gli Stufati mi piacciono molto e te ne voglio inviare per concorrere al premio ambito della cocottina rossa uno che mi piace molto e che si rifà alla classica tradizione palermitana, la carne ” agglassata”.
Ingredienti:
Un bel pezzo di carne da 800 g-1 kg ( lacerto come si chiama a Palermo)
Un chilo di cipolle bianche e dolci
Patate 6 o 7
zafferano
sale e pepe q.b
Si cominicia rosolando il pezzo di carne in olio extravergine d’oliva in una pentola dai bordi medi meglio se di coccio da entrambi i lati, quindi si toglie la carne riponendola in caldo e si rosola nell’olio rimasto le cipolle tagliate sottilissime insieme a due o tre cucchiai di acqua e ad una bustina di zafferano in fili sciolta nell’acqua tiepida ( questo procedimento a Palermo si chiama ” ingranciare la cipolla”). Dopo che le cipolle hanno stufato per una ventina di minuti fino a divenire trasparenti si aggiunge il pezzo di carne e dopo un’altra ventina di minuti le patate tagliate in pezzi grossolani ( sarebbe opportuno che le patate fossero del tipo ” vecchie”) si sala e si pepa quanto basta carne e patate e quindi si copre con due mestoli di acqua calda e si pone il coperchio sulla pentola facendo cuocere a fuoco dolce per un’ora e mezza. Alla fine le patate saranno in gran parte disfatte. Si estrae il pezzo di carne lo si affetta a fette di spessore di circa 1 cm e le si ripone nella pentola, anche sovrapposte ricoprendole con le cipolle ormai quasi disfatte e le patate per la maggior parte ormai con l’aspetto di una purea grossolana, eventualmente si aggiunge un’altro mestolo di acqua calda e si fa sobbollire per altri cinque minuti servendo in tavola ben caldo. E’ possibile condirecon le patate e le cipolle residue una pasta lunga tipo bucatini ( o addirittura per i più audaci ziti) e questa a Palermo viene detta pasta con la glassa.
mamma mia ho scritto un romanzo!
io posto questa ricetta che è semplicissima ma mi faceva sempre il mio papà quando ero piccola (ok ero una bambina stranissima che adorava la minestra..)
Lui la chiama brodo di minestra.
Mia nonna ne faceva una versione simile ma metteva 2 patate in più e veniva più cremosa..buonissima anche così!
In estate quando ci metteva più pomodori veniva rossiccia.. che bei ricordi!
D’estate quando ci sono tante belle verdure mettevi lì e con cura fate tanti bei sacchetti di verdurine miste (per noi era facile, nonno aveva l’orto) e mettele nel congelatore.
Nel caso in cui non aveste le suddette verdurine va bene anche un normalissimo sacchetto di verdure miste da minestrone al super, a questo punto mettetele in una pentola bella capiente, aggiungete 2 patate belle grosse e due cipolle (non state tanto lì a affettarle con cura, poi passerete tutto) copritele con abbondante acqua (ma davvero tanta, 3 volte tanto le verdure almeno!), aggiungete 2/3 dadi (mi raccomando senza glutammato) e 4 cucchiai di olio di oliva buono (abbiate fiducia!) e mettete a cuocere coperto fino a che il liquido non si dimezza e a fuoco non troppo forte (io preferisco prepararla sulla stufa, la accendo la mattina alle 8:00 e faccio cuocere la minestra fino a mezzogiorno.).
Quando la minestra si è dimezzata prendete un passaverdure (non usate il minipimer se no non diventa liquida ma cremosa e non è più la ricetta originale) e passatela DUE volte.
La minestra può essere mangiata così oppure con un’aggiunta di pasta, riso o di maltagliati (praticamente preparate della pasta all’uovo stendetela piuttosto fine ma non troppo e poi tagliatela a pezzetti senza troppa precisione, questa è la mia versione preferita).
Provate a servirla anche ai bambini, è molto liscia e senza filamenti o pezzi che di solito ai bambini non piacciono (io odiavo e odio la minestra coi pezzi, per me esiste solo passata).
Se ce l’avete io consiglio di farla sulla stufa magari di domenica, accendete la stufa, ci buttate sopra la pentola e voi vi sedete in poltrona leggendovi un bel libro, lavorando a maglia, girovagando su internet o guardando un bel film, ricordandovi solo di mantenere acceso il fuoco, fa tutto da sola, voi dovrete solo passarla.
Ovviamente viene molto più buona nel coccio, solo che non tutti hanno una pentola abbastanza grande.
Già che ci sono ne posto anche un’altra!
Spezzatino di carne e patate (non state troppo a sindacare sul peso delle patate io spesso manco le peso)
500gr. di vitello magro tagliato a tocchetti di 2 cm ca
1kg di patate anch’esse a tocchetti come la carne
1 bottiglia di passata di pomodoro
1 cipolla
1 spicchio di aglio
1 carota
1 dado, anche due se vi piace ben saporito (senza glutammato oppure fatto in casa)
1 bicchiere di acqua
olio
Tritate molto finemente la cipolla le carote e l’aglio e soffriggete il mix in olio di oliva ben caldo, aggiungete poi la carne e infine le patate e fate rosolare per qualche minuto poi versate la salsa di pomodoro, 1 bel bicchiere di acqua e il dado e fate cuocere girando di tanto in tanto fino a che le patate non sono ben cotte e il sugo non si è ritirato un po’.
Impiattate e mangiate caldissimo con un bel tozzo di pane.
In maniera simile facciamo anche le polpette, in pratica si tolgono patate e carne e si sostituiscono con delle polpettine fatte con carne tritata, uovo e un po’ di latte (se ne avete un po’ di pane raffermo ma se no van bene lo stesso) poi si passano nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato.
Il procedimento poi è identico a sopra, si devono lasciare cuocere a lungo fino a che il sughetto non si ritira, si possono mangiare così come secondo oppure condirci un bel piatto di spaghetti o tagliatelle.
e ora speriamo bene! tra poco dovrei trasferirmi col fidanzato ci farebbe davvero comodo un premio così bello!
Con calma ma ci sono!!!! Trovi la ricetta qui http://gladlax.blogspot.com/2011/02/korma-di-agnello-con-yogurt-e-mandorle.html
Certo che ti metti sempre in delle situazioni impossibili!!! sono la 218!!!
che belle!
mi piacerebbe vincere ma purtroppo le mie cotture lunghe sono banali.
mia madre si limitava a fare il brasatone della domenica da accompagnare con le patate, queste si un po’ originali, stufate che facevano un po’di cremina e con il concentrato di pomodoro, così divenavano un po’ rosse.
questo nella mia famiglia di orgine.
in questa famiglia nuova ma non troppo inaugurerò sicuramente lo stufato d’agnello, cavoletto docet!
s.
Cosa non si farebbe per una cocotte Le Creuset :)
La ricetta che ti propongo non è mia ma del mio nonno, è una specie di spezzatino di carni miste che cucinava lento lento lento sopra la sua stufa a legna.
Noi la chiamavamo la ‘Técia del nonno Toni’ (la técia in dialetto è il tegame) e nessuno la fa come la faceva lui. Mia mamma ci ha provato molte volte, riuscendo a fare sempre un buon piatto ma la frase che si è sempre sentita dire è: Buono, ma non è come quella del nonno!
Magari avendo la pentola adatta potrei riuscire a replicarlo :)
La ricetta è di per sé molto semplice, necessita di ingredienti di buona qualità e di pazienza.
Mio nonno iniziava a prepararla la mattina molto molto presto in modo che per pranzo fosse pronta.
‘Técia del nonno Toni’
Ingredienti:
spezzatino di manzo
lingua fresca di manzo (già tagliata a fette spesse circa 1,5cm)
gallina a pezzi
anatra a pezzi
coda vaccina
costine di maiale
pomodori pelati
scalogno
carota
salvia e rosmarino
olio extra vergine di oliva
acqua
sale e pepe
NB: non ci sono dosi perchè la quantità di carne dipende dal numero dei commensali e dalla grandezza della pentola che si ha a disposizione, in poche parole faceva ad occhio ma il risultato finale era ottimo.
Preparazione:
In un tegame versare dell’olio extravergine d’oliva e soffriggere un trito di scalogno e carota assieme alla salvia e al rosmarino che toglieremo una volta ben rosolati.
Aggiungere le carni e farle rosolare per bene a fuoco vivo, salare e pepare.
Dopo 10-15 minuti aggiungere i pomodori, abbassare la fiamma al minimo, coprire il tutto con acqua bollente mettere il coperchio e lasciar cuocere fino a che l’acqua non si sarà completamente asciugata. Più il fuoco è dolce migliore sarà il risultato, avere la possibilità di dimenticarsi la pentola sulla piastra della stufa a legna sarebbe il massimo. Mescolare di tanto in tanto.
La bontà del piatto sta nell’insieme di sapori diversi che si legano tra loro.
È un piatto di cui non si butta via niente, se a fine pasto si è troppo pieni per fare scarpetta direttamente nella pentola, si può usare il sugo per condire la pasta l’indomani.
PS: a fine mese (il 25 per essere precisi) compio i miei primi 30 anni, sarebbe un regalo più che perfetto!! :p
Ho scelto una ricetta che qui a Genova si tramanda da madre in figlia e il tuo giveaway mi ha dato l’opportunità di mettere nero su bianco il mitico “TUCCU” genovese che mia mamma prepara tutti gli anni a Natale:
Tritare finemente una cipolla bianca e mettere a soffriggere nel coccio con olio e una noce di burro. Aggiungere la carne a tocchetti (circa 600gr. di manzo+bue piemontese+luganega) e farla insaporire qualche minuto. Quindi macinare la carne (rigorosamente nel tritacarne manuale). Aggiungere alla cipolla un trito di carota,rosmarino e aglio, la carne macinata e tanti pinoli. Aggiungere vino bianco e lasciare evaporare.
Infine aggiungere brodo di carne (o vegetale) e la passata di pomodoro e lasciare cuocere con coperchio a fiamma bassissima per almeno 4 ore.
Volendo si può far cuocere nella stessa pentola l’arrosto….piatto ricco mi ci ficco!
La pasta più indicata sono sicuramente i ravioli…SLURP!
Hummm Se ha capito? Spero di si.. Non si puo inviarte piu di una?!!! jijijii ;)
Ciao Sigrid !
Io sono una delle “silenziose” da anni,nella tua firma sul “Libro del Cavolo” il tuo p.s é stato: “aspetto di leggerti sul blog”…beh,é passato un bel po di tempo! ma quando il sabato ho visto questa bellissima Cocotte ^_^ come non urlare! il cuore mi batteva forte… e ho pensato, riflettuto(!)quale ricettina inviarte , difficile sceliegere una! per che anche se non ho una cosi bella, ho quella di coccio che da quando sono in Italia e la mia fedele compagna di stufati&co , e le voglio benne,come a la mia padella di ferro (della Lodge)..le faccio anche le coccole.
Allora dicevo dopo tanto pensare , mi “butto” con questa “Pesce e Crostacei” sperando ti faccia venire la acquolina in boca, sarebbe un buon segno no?
Cavoletto ti lascio un cyber abbraccio e un augurone per il cuoricino!Per una volta che scrivo devo dirla tutta! e a la ricetta…
P.S: scusa per i miei errori ortografici, la mia lingua e lo Spagnolo!
“Pesce e Crostacei”
Condire con sale pepe e il succo di un limone 1kg di sogliole ben pulite,far riposare il tutto in frigo per 10 minuti.
Nella cocotte ( o pentola di coccio :( ) aggiungere 2 belle cucchiaiate di olio, 8 semi di coriandolo pestate, 4 spicchi d’aglio tritati , 2 piccole cipolle e 1 peperone rosso tagliate in fettine sottili.
Lasciar soffriggere un paio di minuti mescolando dolcemente,unire 2 pomodori a cubetti (tipo San Marzano) togliendo i semi e la pelle, aggiungere peperoncino fresco a piacere.
Muovere delicatamente la cocotte senza usare il mestolo.
Aggiungere 2 cucchiai di prezzemolo e 2 di erba cipollina.
Sistemare sopra il letto di verdure il filetto di pesce,fare un altro strato di pomodoro come prima ( 2 pomodori a cubetti senza semi …) e ½ bicchiere di acqua .
Lasciar cuocere per 15 minuti a fuoco lento.
Aggiungere 150 /180 ml di latte di cocco, 250 g di gamberi puliti, 250 g di scampi interi,muovere la cocotte senza mischiare (per non rompere il pesce) lasciar cuocere 5 minuti.
Finire con una manciata abbondante di prezzemolo e un filo di olio piccante.
Portare la cocotte al tavolo e servire.
Buon appetito! :)
Ciao a tutti :)
Visto che hanno fatto prima di me nel trascrivere alcuni piatti della tradizione napoletana (ragù, genovese e fagioli e cozze), tento la fortuna con un piatto di mia invenzione che fa sempre combattere le mie conqui per la famigerata e agognata “scarpetta” :)))
ATTENZIONE: la ricetta è priva di ingredienti derivati del latte perchè io sono allergica. Ovvio che le polpette con latte e parmigiano sono più buone, quindi a chi può e lo preferisce, non posso che dire di aggiungere gli ingredienti lattosi a go-go!!
Polpette al curry con verdure
1/2 kg manzo macinato
150g di pane raffermo (con una mollica tipo pane di lariano)
1 uovo
1 melanzana grande
1 peperone grande
1 zucchina grande
1 scalogno
olio extra vergine qb
sale qb
3 cucchiai di curry
Tagliare le verdure a cubetti.Riporle in una casseruola insieme allo scalogno (intero, dal quale avrete precedentemente eliminato la buccia).Ricoprire il tutto con acqua, aggiungere 3 cucchiai di olio e lasciar cuocere a fuoco moderato, SENZA COPERCHIO.
A parte, preparare le polpette impastando la mollica (spugnata in acqua e strizzata) con la carne, l’uovo, un pizzico di sale.
Una volta che l’acqua è quasi del tutto evaporata, aggiungere le polpette (cercando si sistemarle sotto le verdure ma SENZA GIRARLE, SENNò SI DISTRUGGONO), continuare la cottura a fuoco lento e lasciare che l’acqua continui ad asciugarsi, fino a che le verdure cominciano a cuocersi nell’olio.
A quel punto, le polpette saranno cotte. Aggiungere 2 o 3 cucchiai di curry, a seconda dei gusti e saltare il tutto delicatamente facendo attenzione alle polpette.
Servire ben caldo…e buon appetito!!
Buona serata a todos
FJ
Bene cara Sigrid, questo è un modo furbissimo e simpatico per raccogliere info culinarie da tutto il mondo, con quel pizzico in più di cavolettitudine che ci accomuna tutti, noi tuoi lettori e ammiratori. ho già dato un’occhiata a quelle arrivate e ce ne sono almeno quattro da provare subito! quanto a me, ora sono affogata di lavoro (o dovrei dire proprio “stufata” di lavoro?!) ma se mi riesce di partecipare entro il quindici, ci provo a stupirti dai! baci, intanto. monica
Eccomi, io ci provo.
Stufato d’asino
(eh sì, lo so, proprio quegli adorabili animaletti.. tuttavia è il piatto tipico del mio paese, insieme al tapulone – pure lui fatto con l’asino)
Dunque, per 4:
tagliare a pezzetti 750 gr. di carne d’asino (solitamente reale). Lardellare e steccare con una microscopica puntina d’aglio ogni singolo pezzo di carne. Mettere nella cocotte un po’ d’olio e burro a scaldare e mettervi i pezzi di carne leggermente infarinati a rosolare a fuoco medio. Versare 2 bicchieri di vino rosso corposo (barbera fermo o nebbiolo), abbassare il fuoco al minomo e fare cuocere coperto per un’ora.
Salare la carne, trasferire in forno a 170° e cuocere (sempre coperto) per altre 2 ore e 30.
Servire con polenta o, in alternativa, dopo due ore dalla cottura in forno, aggiungere alcune patate a spicchi e cuocere per altri 45 minuti.
Per quanto la maggior parte delle persone non siano abituate a concepire l’asino come un animale commestibile, questo piatto a lunga cottura dà una carne morbidissima e saporita (anche grazie alla cottura nel vino), una ricetta simile a certi stufati toscani, ma con un diverso quadrupede. Ciao!
Errata-corrige Pecora alla Cottora
Ops, pardon! ho dimenticato i pomodori pelati… vanno aggiunti con tutte le altre verdure, ovviamente tutte tagliate a pezzi! ;-)
Ricetta preferita? Quindi non è necessario che l’abbiamo anche fatta, giusto? Se è questo che ci viene richiesto, allora la mia ricetta a cottura leeeeeeeeeenta è senz’altro un piatto tradizionale della mia regione, l’Abruzzo, e si chiama la “Pecora alla Cottora”.
Innanzitutto, cos’ la “cottora”: codesto “oggetto misterioso” è il paiolo in rame che tradizionalmente veniva usato dai pastori in transumanza per cucinare, per l’appunto, la carne di pecora. E’ un attrezzo da cucina che è ancora possibile ritrovare in molte case contadine, soprattutto dell’entroterra montuoso della regione. Ciò detto, ecco la ricetta ;-)
PECORA ALLA COTTORA
Ingredienti per 6 persone
2 kg di carne di pecora (mi raccomando, che sia ovino adulto, assolutamente NO AGNELLO!)
2 coste di sedano
3 cipolle
2 spicchi di aglio
2 carote
alloro
rosmarino
salvia
prezzemolo
pomodori pelati
1,5 l di vino rosso, possibilmente Montepulciano d’Abruzzo
1 l d’acqua
sale, pepe, olio, peperoncino
Preparazione
La carne, di cui è indifferente il taglio, va fatta a spezzatino e soffritta nell’olio, profumandola con l’alloro e il rosmarino. Versare quindi un litro di liquido composto da vino ed acqua e far bollire il tutto facendo lessare la carne e schiumando di tanto in tanto il liquido di cottura. Dopo un’ora circa allungare ancora con un altro litro di vino e mezzo litro di acqua, aggiungendo le cipolle, le carote, l’aglio, il sedano, il prezzemolo, il peperoncino e la salvia. Mescolare bene il tutto, aggiustare di sale, e far continuare la cottura a fuoco basso per almeno 2 ore. Servirlo in contenitori, preferibilmente di terracotta, accompagnati dal sugo di cottura e fette di pane casereccio.
Se dovessi vincere una delle cocotte, prometto di preparare la pecora alla cottora e di pubblicare ricetta e foto sul mio blog! ;-)
la mia ricetta “cocotteuse” è un meraviglios ragù!!! eccola qui
http://momsinthecity.wordpress.com/2010/01/04/il-ragu-ricetta/
spero di vincere!!! ho due bimbe a cui passare le cocotte!!!! DAI DAIIIIIIIIIII
wow ma che bella la coccotte Le Creuset!
un vero e proprio oggetto del desiderio, almeno per me, ma immagino, e constato, anche per molti altri appassionati di fornelli!
…devo dire che la prima cosa che ci farei sono le lenticchie come le fa mia mamma, alla umbra, con la cottura lentissima a fuoco basso basso… ammettendo magari di non sfruttare al massimo le potenzialità della cocotte, ma come dire, è una sorta di battesimo e di annessione alla cucina famigliare!
lei (mia mamma) parte con un trito di cipolla in abbondante olio buono e poi ci lascia le lenticchie a rosolare un pò, giusto un po’ da sole per prender gusto dell’olio e la cipolla, prima di metterci una sana dose di pomodoro fatto in casa, salvia rosmarino sale e pepe e due salsicce intere che non mancano mai che gironzolano come la famosa bollicina nella bottiglina dell’acqua.
Io devo ammettere una variante esotica, tra le cipolle e le lenticchie ci aggiungo una buona dose di garam masala, o di spezie miste, una dose tale che si possa sentire ma non siano così determinanti per il piatto. Una mediazione del gusto, giusto appena un’eco lontana…
Peposo all’ Imprunetina
La ricetta prende il nome da un paese in provincia di Firenze nel chianti, ancora adesso, la cottura viene fatta all’interno di tegami di coccio di terracotta, i più informati infatti sapranno che all’Impruneta si produce un cotto di alta qualità con cui si creano vasi, mattonelle per pavimenti e pentole artigianali.
500 gr di muscolo di chianina tagliato a spezzatino
olio
ramerino o rosmarino
vino rosso (gallo nero o chianti classico)
una manciata di pepe in grani
far scaldare l’olio in un coccio e adagiare lo spezzatino di muscolo di chianina, farlo rosolare e tirarlo a cottura con un pò di brodo vegetale e continuare la cottura aggiungendo il vino rosso, dopo circa 20 minuti aggiungere gli aghi di un rametto di ramerino e una manciata di pepe nero in grani, aggiustare di sale e continuare a far cuocere lo spezzatino finchè non risulterà
morbido (circa 2 ore in tutto) é ottimo per accompagnare la polenta oppure risulta molto bene con patate arrosto o rape saltate.
PER QUANTO RIGUARDA LA RICETTA DEL CONOGLIO ALLA KRIEK ECCO A VOI:
Un coniglio pulito e già tagliato a pezzi, 50 cl di birra Kriek (birra belga alla ciliegia), 25 cl di vino bianco secco, una cipolla, 2 carote, 2 coste di sedano, 2 foglie di lauro, una rametto di timo, 10 grani di pepe bianco, un cucchiaio di burro, 100 g di estratto di carne, 500 g amarene al naturale sgocciolate.
Fate marinare la carne con la nirra, il vino bianco secco, la cipolla tagliata a rondelle sottili, il trito di carote e sedano, le foglie di lauro, il timo e i grani di pepe.
Coprite con carta pellicola, mettete in frigorifero per circa 30 minuti.
A fine marinatura, scolate gli ingredienti e conservate a parte il sugo della marinata.
In una casseruola fate dorare il coniglio con un cucchiaio di burro.
Dopo circa 10 minuti, togliete la carne e sistematela a parte.
Nella stessa casseruola della carne, fate rosolare le verdure per circa 10 minuti aggiungetele poi alla carne che sistemerete in un’altra casseruola.
Salate, pepate e versatevi sopra la marinata, precedentemente filtrata.
Portate ad eb00lizione e fate cuocere per circa 30 minuti sino a quando la carne non sarà ben tenera.
A cottura ultimata, togliete la carne dalla casseruola e ponetela su un piatto da portata e tenete al caldo.
Aggiungete al sugo di cottura l’estratto di carne: cuocete a fuoco vivo per qualche minuto fino a quando non si sarà ridotto della metà.
Aggiungete le amarene, aggiustate di sale se necessario e versate il tutto sulla carne.
Accompagnate con patate cotte al vapore.
Servite.
…PER ME CHE SONO MEZZA BELGA…INBATTIBILE IL CONIGLIO ALLA KRIEK O UNA BELLA CARBONADE FLAMANDE CON BIRRA SCURA E PRUGNE…ANCHE ROOIE KOOL AND WORST…INSOMMA SUPER AFFEZIONATA DELLA CUCINA DI MEME…
p.s. ora che ci penso: ma la ribollita toscana valeva? Non ha la carne, però ha i legumi… per me è il must assoluto, venderei l’anima per un piatto di ribollita!
Visto che mi avete preceduta con coq au vin, brasato al barolo, cinghiale, ossibuchi e maiale al latte… vi regalo una ricetta senza nome che io chiamo “lo spezzatino come lo fa mamma”, e che per me ha proprio il sapore di casa.
A seconda di quanti sono i commensali, si devono calcolare grossomodo due parti di vitello o manzo e una di pollo. Poi ci vogliono funghi misti, limone bio, farina bianca, piselli freschi, abbondante brodo vegetale o di carne leggermente salato, vino bianco, mirepoix per il soffritto, patate, pancetta.
Per prima cosa si mette a scaldare una bella pentola di brodo, che avrete preparato in anticipo, il più buono possibile.
Quando il brodo fuma, in una casseruola a bordi alti (o una pentola più grande se siete tanti) si prepara il soffritto con le verdure della mirepoix a piacere (io ci metto sedano carota cipolla o meglio ancora porro) e dei pezzettoni di pancetta, che eliminerete prima di buttarci la carne (si possono anche lasciare naturalmente, però a me la pancetta cotta così a lungo in umido non piace); intanto si riduce tutta la carne a dadi di 2-3 cm.
Si raccolgono i dadi di carne in un sacchetto di carta ben pulito oppure di plastica per alimenti insieme con abbondante farina, cercando di toccare la carne con le mani il meno possibile; si chiude e si scuote subito vigorosamente, poi si rovescia l’intero contenuto sopra un setaccio per eliminare la farina in eccesso e immediatamente dopo si butta la carne – senza toccarla! – nella casseruola dove l’olio e le verdurine già sfrigolano. Si rosola ben bene, si sfuma con il vino bianco, si unisce una grattata di scorza di limone (solo la parte gialla, e non troppa: solo una grattatina), poi si aggiunge il brodo caldo sino a coprire e si lascia cuocere lentamente, a lungo, a fiamma bassa e mescolando il minimo indispensabile, aggiungendo brodo caldo se occorre.
Dopo un’oretta circa di cottura si aggiungono i funghi puliti a grosse fette, un paio di patate tagliate a dadi e dei piselli freschi, nella quantità che preferite. Si regola di sale, pepe ed eventuali altri aromi a piacere. Il piatto è pronto quando il pollo è ancora intero ma morbido, e il manzo/vitello si sfalda alla pressione. E’ ottimo anche il giorno dopo, riscaldato, con una polenta morbida.
Le creuset!!!!! Io aspetto da una vita che le mettano su qualche sito di outlet per comprarle!!
Beh questa è la mia ricetta a lenta e lunga cottura, me l’ha passata il mio capo (nonchè libro di cucina vivente della serie “Gian ma cosa faccio per cena stasera?”) e funziona sempre..anche con la suocera! ;-)
CARNE ALLA GENOVESE
500 gr di manzo taglio piccione o altro da brasato
2 cipolle grandi bianche
1 carota
1 costa di sedano
1 bel bicchiere di vino bianco
2 chiodi di garofano
sale
olio evo
Legare la carne con dello spago da cucina di modo che resti più in forma per il taglio, condirla con sale e pepe e rosolarla in una casseruola con un buon giro d’olio. Quando si è ben sigillata, aggiungere le cipolle la carota e il sedano tagliati grossolanamente, ma proprio grossolanamente, i due chiodi di garofano, far cucinare 5 minuti, aggiungere il vino, appena è evaporato l’alcol, abbassare la fiamma al minimo, mettere il coperchio e cuocere 2 orette girando la carne ogni 30 – 45 minuti. trascorso il tempo di cottura, dopo che la casa profumerà di cipollamistocarnemistochiodidigarofano, spegnere il fuoco e lasciare riposare. Una volta raffreddato, tagliare a fette la carne e riscaldarla nel sughetto di verdure ormai spappolate (volendo si possono passare anche al passaverdure se si gradisce una conistenza più cremosa.)
Da circa 4 mesi sono una fedelissima di questo blog, anche se non ho mai comunicato il mio entusiamo; perlatro lo ho fatto sperimentando le ricette del cavoletto, ottenendone grandi soddisfazioni; la chiarezza e la facile riproducibilità di una ricetta sono la basi per riuscire a cucunare anche in mezzo a mille difficoltà familiari ed al lavoro; per ciò contribuisco anche io con una ricetta semplice ma molto gustosa:
Stinchetto di maiale con patate e scalogni
Ingredienti x 4
1 stinco di maiale fresco con la cotenna
20 scalogni
4 patate gialle di media grandezza
timo rosmarino sale pepe
1 bicchiere di vino bianco
olio di oliva ( toracno o umbro)
dentro la cocotte rosalare nell’olio in tutte le sue parti lo stinco; quindi spruzzarlo con il vino, poi sale e pepe e gli odori e coprire il tutto; dopo due ore di cottura aggiungere gli scalogni sbucciati e le patate sbucciate e tagliate in grossi pezzi; dopo altri 30 minuti il piatto è pronto; va servito caldissimo con il suo sugo togliendo solo alla fine la cotenna allo stinco; perfetto con un rosso altoatesino
A presto
Questo è un adattamento, magari non così originale, di un ricordo gastronomico di vacanze marocchine.
Zuppa (non è proprio molto zupposa a me piace quasi asciutta) di legumi in chermoula (in questo periodo non mi sento molto carnivora)
attualmente me la preparo in pentola di coccio ma una bella Le Creuset rosso ammore mi servirebbe proprio
mettere a bagno la sera i ceci. il giorno dopo preparare un trito con due scalogni e due spicchi’aglio, farli appassire lentamente con olio nell’apposita pentola da luuunghe cotture (avendo la creuset…, se rossa è meglio ), a parte preparare un intruglio con prezzemolo, foglioline di coriandolo, la scorza di un limone, una punta di curcuma e una di cumino, poca paprica dolce, una bustina di zafferano, sale, il succo del limone di cui prima (mi raccomando le erbe tritate fini fini magari con coltello di ceramica). Sciacquare i ceci versarli nella pentola, aggiungere l’intruglio speziato lasciare insaporire mescolando per qualche minuto, aggiungere una decina di pomodorini-ini spellati, coprire con acqua tiepida, lasciare cuocere lungamente a fuoco molto basso, eventualmente aggiungere acqua durante la cottura in base anche ai vostri gusti. 20 minuti prima di mangiarla aggiungete lenticchie di castelluccio, quando saranno cotte anche loro la zuppa sarà pronta. Se vi piace in versione densa può essere accompagnata da couscous o un riso pilaf.
vedo ora che siamo veramente una marea !!! mi sa che ti stufi di leggerci tutti…spero di no :-)
Lo preparava mia mamma, si chiama Manzo alla certosina, ma non si sa perché.
1 kg di manzo (cappello del prete)
i carota
3 coste di sedano
2 cipolle
2 aggiughe dissalate
2 foglie di alloro
1 chiodo di garofano
una manciata di funghi secchi (ammollati)
olio extravergine di oliva (del Garda)
vino rosso (buono)
brodo vegetale
Coprire il pezzo di carne col vino, aggiungere le foglie di lauro e il chiodo di garofano, lasciar riposare tutta notte.
Scolare la carne, farla sigillare in casseruola con l’olio.
Aggiungere le verdure tritate, le acciughe, i funghi e allungare con un po’ di vino della marinatura e brodo vegetale.
Cuocere a fuoco lentissimo quanto si vuole, la carne deve essere tenerissima e le verdure sfatte, si forma una salsa piuttosto densa.
Con la polenta è proprio buono.
Domani vado in Francia a comprare le creuset!!! sara’ la mia prima pentola in ghisa….quale compro per iniziare???? Grazie!!!!!!
Questa pentola mi ha fatto ricordare una ricetta semplicissima ma di grande raffinatezza si tratta dell’ agnello cotto in olio.
ingredienti: una coscia di agnello di circa kg 2; cc 350 olio e.v.o.;aglio; rosmarino;sale fino e pepe.
Preparazione: fare delle incisioni nella carne ed inserirci dentro le fettine di aglio e qualche aghetto di rosmarino strofinare la carne col sale ed adagiarla nella cocotte di ghisa dove metterete anche l’olio, il pepe, qualche spicchio d’aglio e qualche rametto di rosmarino coprire (attenzione che tutte le parti della pentola possano andare in forno)e infornare per 4 o 5 ore a 70 gradi è una cottura molto lenta ma a bassa temperatura per cui mantiene tutti i sapori. si può accompagnare con della salsa alla menta.
Ciao cavoletto,
la ricettina l’ho cucinata proprio nel we:
http://chicchedikika.blogspot.com/2011/02/baeckeoffe.html
mi salvo tutto il post, tanti e di tal meraviglia sono i succolenti suggerimenti, comincio a risparmiare e la pentola di ghisa mi vado a comprare! Bravissime/i tutte/i
Non so se quella che ho io si possa definire proprio una cocotte, ma è la pentola che più utilizzo per cuocere a lungo le carni, ma anche i risotti. E ora sta cedendo dopo anni di onorata carriera… ora penso a una ricetta, e, spero, entro il 15 te la mando (o sottoforma di link al blog, oppure qua nel commento! ) Buona settimana! Lucia
Caspita, anche io non commento mai ma questa volta davvero sono troppo ingolosita… e vedo che devo anche fare in fretta perchè un sacco di ricette sono già state inserite! Allora eccome due che spero vi piacciano. La prima è un grande classico, che io adoro (e si può sostituire il pollo con il manzo, aumentando i tempi di cottura. La seconda è molto milanese e un po’ dimenticata da tutti, ma mia nonna la faceva spesso ed è ottima con la polenta.
Coq au vin
Ingredienti: un pollo ruspante a pezzi, 200 grammi di pancetta dolce, 200 grammi di funghi champignon, 150 grammi di cipolline, , una bottiglia di vino rosso corposo, olio evo e un po’ di burro, 1 o 2 cucchiai di farina, un bicchiere di brandy, due spicchi d’aglio, alloro, sale e pepe.
Preparazione: togliete la pelle al pollo e tagliatelo a pezzi (o fatevelo tagliare). Ponete in una casseruola un po’ di olio unite l’aglio (in camicia ma un po’ pestato) e i pezzi di pollo, lasciandoli dorare da ogni parte. Aggiungete un poco di burro e unite le cipolline e fate rosolare per 5 minuti. Unire la pancetta tagliata a dadini e fatela rosolare un po’, quindi unite i fughi puliti (sceglieteli non grandi in modo da lasciarli interi, sono più belli! Al limite tagliate a metà quelli più grossi). Salate e pepate, unite la foglia di alloro e qualche bacca di ginepro. Lasciate insaporire e sfumate con il brandy. Quando l’alcol è evaporato e gli ingredienti amalgamati, è il momento di unire il vino. Non coprite la casseruola fino a quando sentite forte l’aroma del vino e lasciate evaporare l’alcol per un po’. A questo punto coprite e fate cuocere per almeno 40 minuti, ma anche 1 ora.
Quando il pollo è cotto (se è ruspante difficilmente si staccherà dalle ossa, ma un’ora dovrebbe comunque bastare) e incorporate al sughetto che si è formato una noce di burro impastato con la farina, un po’ alla volta, fino a quando si sarà addensata la salsa e servite. Rigorosamente da accompagnare con un vino rosso corposo e fette di pane casereccio per fare la scarpetta!
Rustisciada
Ingredienti:
1 kg. di cipolline dorate milanesi (quelle piccole e piatte), 400 gr. di carne di maiale non troppo magra, 300 gr. di luganega (salsiccia), un bicchiere di vino rosso – olio evo e un po’ di burro – 1 cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro, sale e pepe.
Mondare e lavare le cipolline. In una casseruola far sciogliere il burro con l’olio e appena è caldo mettervi le cipolle, salare, pepare e cuocere sino a quando incominciano a imbiondire. Unire la carne a pezzetti, far colorire, aggiungere la luganega a pezzetti e bagnare con il vino. Non coprite e fate evaporare la nota alcolica. A questo punto sciogliere il triplo concentrato in un bicchiere di acqua calda, aggiungerlo e coprire con il coperchio. Cuocere per almeno 40/50 minuti (se asciuga troppo allungare con un po’ di acqua calda). Servire con una bella polenta fumante.
Io concorrerò con la ricetta della genovese
Ecco qui la mia ricetta del cuore a lunga cottura, che fa la mia mamma nelle fredde domeniche invernali:
Bracioline alla pugliese
Per le braciole (la quantita’ dipende dal numero dei commensali e dalla loro voracita’)
fettine di vitello (o di cavallo se piace)
scagliette di pecorino o di caciocavallo stagionato
prezzemolo
aglio
per il sugo di pomodoro
pomodori pelati
carota
cipolla
sedano
aglio
olio e.v.o.
sale e pepe q.b.
mazzetto aromatico (salvia, rosmarino, alloro)
un bicchiere di vino rosso
Partiamo con le bracioline: su ogni fettina porre un trito di aglio e prezzemolo e un po’ di scagliette di pecorino o caciocavallo (se vi piace anche tutte e due, che dara’ la giusta dose di sale alla carne. Avvolgere la fettina su se stessa e chiudere con uno stuzzicadente.
Nella cocotte mettere un filo di olio e.v.o., la carota, la cipolla e il sedano tritati grossolanamente e l’aglio in camicia e far rosolare. Mettere le bracioline, far rosolare, bagnare con il bicchiede di vino rosso e lasciar stufare piano piano a fiamma dolcissima per 30′.
A questo punto aggiungere i pomodori pelati a pezzettoni e lasciar cuocere a fuoco lento per un’altra oretta, finche’ il sugo si addensa e prende una bella consistenza cremosa. Servire le bracioline con il loro sugo su delle friselle o con un bel piatto di orecchiette condite con lo stesso sugo.
P.S. Non dimenticatevi di togliere lo stuzzicadente prima di assaporare!
Ci provo anch’ io con una ricetta data da mia madre, è un po’ tutto fatto “ad occhio” :-)
E’ un minestrone:
Taglia tutte le verdure che hai a disposizione, di stagione, in casa. Puoi mettere dall’ insalata al cavolo (qualsiasi tipo), le carote, le cipolle, il sedano, radicchio, la melanzana, il porro, i pomodorini, fagioli (qualsiasi tipo), piselli, peperone, spinaci, patate e un po’ a fantasia. Un paio di foglie di salvia e un po’ di rosmarino, e se è estate un po’ di basilico. Far cuocere a fuoco lento per circa 2 ore, il tutto in acqua senza sale. Una volta terminata la cottura salare e passare con il passatutto una piccola parte delle verdure per addensare il minestrone che vanno rimesse dentro.
Ciaooo!!!
uh, la mia ricettina di stracotto di somarino é sparita…che delusione !
é possibile sapere il motivo ? era il mio primo commento, magari ho sbagliato qualcosa senza accorgermene
Ciao Sigrid,
mille complimenti per il blog che ho scoperto da poco ma che seguo con passione… partecipo al tuo contest non con una ricetta, ma con quelle che sono per me le più belle istruzioni per la lunga cottura di un piatto della mia tradizione che mi fa spesso da colonna sonora in cucina .. non so se infrango le regole, ma mi faceva piacere regalare questa cosa!
Loredana (Genova)
A cimma – F. De André
Ti t’adesciàe ‘nsce l’èndegu du matin
ch’à luxe a l’à ‘n pè ‘n tera e l’àtru in mà
Ti sveglierai sull’indaco del mattino
quando la luce ha un piede in terra e l’ altro in mare
ti t’ammiàe a ou spègiu dà ruzà
ti mettiàe ou brùgu rèdennu’nte ‘n cantùn
ti guarderai allo specchio di un tegamino
metterai la scopa dritta in un angolo
che se d’à cappa a sgùggia ‘n cuxin-a stria
a xeùa de cuntà ‘e pàgge che ghe sùn
‘a cimma a l’è za pinn-a a l’è za cùxia
che se dalla cappa scivola in cucina la strega
a forza di contare le paglie che ci sono
la cima è già piena è già cucita
Cè serèn tèra scùa
carne tènia nu fàte nèigra
nu turnà dùa
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
Bell’oueggè strapunta de tùttu bun
prima de battezàlu ‘ntou prebuggiun
Bel guanciale materasso di ogni ben di Dio
prima di battezzarla nelle erbe aromatiche
cun dui aguggiuìn dritu ‘n pùnta de pè
da sùrvia ‘n zù fitu ti ‘a punziggè
àia de lùn-a vègia de ciaèu de nègia
con due grossi aghi dritti in punta di piedi
da sopra a sotto svelto la pungerai
aria di luna vecchia di chiarore di nebbia
ch’ou cègu ou pèrde ‘a tèsta l’àse ou sentè
oudù de mà misciòu de pèrsa lègia
cos’àtru fa cos’àtru dàghe a ou cè
che il chierico perde la testa e l’asino il sentiero
odore di mare mescolato a maggiorana leggera
cos’altro fare cos’altro dare al cielo
Cè serèn tèra scùa
carne tènia nu fàte nèigra
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
nu turnà dùa
e ‘nt’ou nùme de Maria
non ritornare dura
e nel nome di Maria
tùtti diài da sta pùgnatta
anène via
tutti i diavoli da questa pentola
andate via
Poi vegnan a pigiàtela i càmè
te lascian tùttu ou fùmmu d’ou toèu mestè
Poi vengono a prendertela i camerieri
ti lasciano tutto il fumo del tuo mestiere
tucca a ou fantin à prima coutelà
mangè mangè nu sèi chi ve mangià
tocca allo scapolo la prima coltellata
mangiate mangiate non sapete chi vi mangerà
Cè serèn tèra scùa
carne tènia nu fàte nèigra
nu turnà dùa
e ‘nt’ou nùme de Maria
tùtti diài da sta pùgnatta
anène via.
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
e nel nome di Maria
tutti i diavoli da questa pentola
andate via
Mi intrufolo nel tuo bellissimo blog per condividere una ricetta (o meglio un’esperienza culinaria!) che ho scoperto nelle vacanze di Natale. Una famiglia di amici ha la nonna accudita da una signora rumena che si prodiga con grande successo in cucina e nutre così non solo la nonna (che ora è bella pienotta e felice) ma addirittura l’intera famiglia! Per le feste ha preparato piatti tipici della sua terra e per le cene delle feste in montagna è arrivata una pentolata di Sarmale, dei buonissimi involtini di cavolo. Hanno bisogno di una lunga cottura e la cocotte è perfetta.
Ecco la ricetta!
Ingredienti:
500 gr di cipolle tagliate fine
1 o 2 carote
150 gr di riso (consiglierei l’originario)
700 gr di carne trita di maiale o di vitello o mista, secondo i gusti
1 uovo
1 cucchiaio di semolino
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 cavolo verza
1 limone
Olio d’oliva
Sale e pepe q.b.
1 bicchiere di vino bianco
Eventualmente qualche spicchio d’aglio
Procedimento:
Far soffriggere molto lentamente le carote e le cipolle tagliate molto fini nella cocotte con qualche cucchiaio d’olio, facendole ammorbidire senza farle scurire. Aggiungere un po’ d’acqua se serve.
Far cuocere il riso per circa dieci minuti in acqua bollente, scolare e raffreddare sotto l’acqua bollente. Mecolare il riso al composto di carote e cipolle, aggiungere carne trita, l’uovo, il semolino e il concentrato di pomodoro. Salare, pepare e far riposare.
Intanto far sbollentare in acqua acidulata (con il succo di limone) e salata le foglie di cavolo dopo aver eliminato la costa dura alla base.
Una volta raffreddate, farcire ogni foglia con una polpetta allungata di composto, arrotolare, ripiegare i bordi all’interno e finire il rotolino avendo così i bordi laterali ben chiusi.
Sfoderare di nuovo la cocotte, ungere con qualche cucchiaio d’olio, disporre uno strato di verza sul fondo per non far attaccare gli involtini (oppure mettere dei tappi di barattoli sul fondo, come fa la signora rumena in assenza di cocotte), disporre gli involtini all’interno ben stretti, aggiungendo se si vuole qualche spicchio d’aglio qua e là.
Coprire il tutto a filo con acqua fredda e cuocere a fuoco basso, semi coperto per un’ora e mezza. Bagnare poi con il vino e continuare la cottura per altri 15 minuti.
Un piatto della cucina povera, ma con sapori molto ricchi. Evviva la signora rumena che ci ha fatto provare questa delizia!
Buono l’ALOO GOBI di Giorgia mi ispira proprio! Sara’ che sono sulla via dell’abbandono della carne! Ma se lo cuocio un’ora le verdure non si spappolano? Scusate ma non è che sono proprio una gran cuoca :)
Ciao Sigrid,è da tanto che ti leggo ma solo ora ho avuto il “coraggio” di scriverti.Voglio inviarti la ricetta dell’Acquacotta maremmana,zuppa povera della mia zona che risale alla notte dei tempi quando c’era poco da mettere sotto i denti.Nel corso degli anni ha subito mille rielaborazioni anche perchè seguiva la stagionalità delle verdure che di volta in volta si potevano aggiungere;comunque la ricetta base che faceva la mia nonna Emma é questa
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla bianca
1 bel mazzo di bietole tagliate a strisce grossolane-anche le coste-
a piacere qualche pomodoro fresco-quando è la stagione-altrimenti un paio di pelati
1 litro di acqua per la cottura
4 o 5 fette di pane toscano raffermo
4 uova(1 a commensale)
olio evo
sale
pepe
Mettere nella cocotte un filo di olio la carota il sedano e la cipolla tagliati a tocchetti.
Come inizia a sfrigolare aggiungere i pomodori,le bietole e girare-rigorosamente con mestolo di legno!
Versare 1 litro di acqua,salare coprire e fare sobbollire dolcemente per almeno 45 minuti.Trascorso il tempo immergere le fette di pane nella zuppa che stà cuocendo e far andare per altri 10 minuti dopodiché dare una bella mescolata per farsì che il pane si scomponga.
Per ultimo unire le uova:aprirle una alla volta e adagiarle delicatamente sulla zuppa salarle, peparle,chiudere il coperchio e spengere il fuoco.Tenere chiuso per almeno mezz’ora durante la quale si cuoceranno le uova e la zuppa si rapprenderà.
Al momento di servirla aggiungere un filo di olio evo a crudo.
Ottima e………scalda il cuore.
Allora, la mia mamma in una pentola così si metterebbe subito all’opera con lo spezzatino. Intendiamoci, è uno spezzatino da urlo, sognato nelle giornate grigie e umide, prenotato con settimane d’anticipo dai cugini d’oltreoceano che tornano in Italia… però accidenti io la carne non la mangio più, per cui la cocotte si accontenterà di un bel po’ di verdura!
ALOO GOBI
1 cavolfiore
mezza zucca
4 patate medie
250 ml di salsa di pomodoro
1 porro
cumino, curry, peperoncino, semi di coriandolo
sale, olio evo
Tagliare il porro a fettine sottili e le altre verdure a pezzi medi.
Pestare nel mortaio le spezie, una punta di cucchiaino per ciascuna e a piacere per il peperoncino, in base al grado di sopportazione del piccante!
Nella mitica cocotte fare un soffritto con due cucchiai di olio e le spezie, quando si sprigiona il profumo aggiungere il porro e dopo due minuti le altre verdure.
Far insaporire, salare, aggiungere la salsa di pomodoro e se necessario qualche cucchiaio di acqua, in modo che ci sia un fondo liquido di due-tre cm.
Mettere il coperchio e far cuocere a fuoco dolce per almeno un’ora, controllando quando le verdure sono morbide e il sugo è stato assorbito.
Ottimo accompagnato da un riso basmati al latte di cocco, che si fa scottando il riso a secco in pentola, aggiungendo la lattina di latte di cocco, il sale, due foglie di lemon grass e facendo cuocere a mo’ di risotto aggiungendo acqua calda poco per volta finché il riso è cotto.
Eet smakelijk! (pure io c’ho il moroso stabilitosi in terra batava!)
Beh, ci sono cose che non puoi non aspettare.
Ci sono cose che le assaggi e sembrano arrivare da un altro mondo. Ci sono chef stellati che magari cucinano cose che tu ti chiedi “Ma come fanno a fare lo spezzatino così tenero?”
Eppoi ecco che finalmente qualcuno ti dice il segreto (di pulcinella?). La guancia.
Chiedere la guancia al macellaio è una sorta di selezione. Se ti guarda stranito e ti chiede “Guanciale?” trova una scusa e passa oltre.
Se invece ti dicono “Guancialino? Di manzo?” allora forse puoi proseguire.
Il taglio (tuttosommato povero) è di difficile reperimento. Così rimane ancor più gustoso la preparazione che è disarmante per semplicità.
Per 2/3 persone
1 Guancia di Manzo (non vanno mai oltre i 600gr in genere)
1 cipolla rossa (di tropea)
Olio per soffriggere (EVO!)
2 Cucchiai di Farina
1/4 di bicchiere di vino bianco per sfumare
4 cucchiai di passata di pomodoro densa
1 dado
1 cucchiaino di spezie a piacere (io metto pepe, chiodi di garofano, salvia, rosmarino)
250 gr di champignon
Procedimento:
– Tagliate la guancia a cubetti di 3 cm di lato e infarinateli abbondantemente
– Scaldate l’olio nella pentola e fate appassire la cipolla tritata finemente
– sigillate la carne facendola rosolare bene facendo attenzione che non attacchi
– sfumate col vino bianco
– aggiungete la passata
– coprite la carne con acqua bollente in cui avete fatto sciogliere il dado
– lasciare cuocere per un ora e 15 minuti circa, verificano che il liquido non evapori del tutto
– aggiungete gli champignon affettati sottilissimi (potete usare anceh quelli surgelati) e proseguite la cottura per altri 10 minuti da quando torna il bollore
– aggiustate di sale se necessario e… buon appetito!
La ricetta può essere modificata a piacimento aggiungendo altre verdure al posto dei funghi (es. piselli, fagioli, rapa scura etc.)
Con la pentola a pressione (lo, so qualcuno bestemmierà ma il tempo è danaro) servono ca. 40 minuti
Provare con la cocotte deve essere il sublime!
Ciao Sigrid!!! seguo sempre in silenzio il tuo blog, ma questa volta leggendo Cocotte non sono riuscita a stare zitta!!! Adoro la cocotte e uno dei miei ristoranti preferiti di Parigi si chiama proprio così!!! Ho pensato ad una bella ricetta, bella saporita tipica della provincia di Brescia, dove vivo…IL MANZO ALL’OLIO si potrebbe anche aggiungere DI Rovato….paesino della Franciacorta..
eccola!
Ingredienti per un kg. di carne
1 pezzo di carne “cappello del prete” (la parte bassa), un bicchiere di olio e uno di brodo di carne, acciughe e spicchi d’aglio, una scodellina di aglio e prezzemolo tritato e sale.
Procedimento:
Steccare la carne con le acciughe precedentemente lavate (per togliere il sale in eccesso)e gli spicchi d’aglio. Successivamente infarinarla. Mettere nella cocotte il bicchiere d’oglio e di di brodo e a freddo adagiarci la carne. Iniziamente cuocere a fuoco medio e una volta ben rosolata abbassare la fiamma e cuocere il tutto a fuoco lento per due ore e mezza. Ogni tanto girare la carne. A cottura ultimata aggiungere il prezzemolo e l’aglio tritato. Lasciare raffreddare il tutto e affettare la carne accompagnata da una bella polentina!
Un consiglio: preparara la sera prima.
Non si tratta certo una una ricettina leggere leggera, ma vale sicuramente la pena provarla!!!
W LA COCOTTE!!!!
Ciao Sigrid
sono anni che leggo il tuo blog e che preparo ricette prese da qui o dai tuoi libri.
Oggi e’la prima volta che ti scrivo e, nella speranza di vincere la cocotte , propongo una ricetta che ho imparato da un amico: un Beuf Bourguignon un po’ “personale” , assicuro che viene buonissimo!
BEUF BOURGUIGNON “PERSONALE”
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di polpa di reale scelto
1 bottiglia di vino Bourgogne
500 g di funghi Champignon (meglio se piccoli)
500 g di cipolline Borettane (mi raccomando fresche)
5 foglie di alloro
1 cubetto di cioccolato extra fondente
Bacche di ginepro
4 carote
3 cipolle bianche
1 gambo di sedano
Farina qb
Olio d’oliva qb
Sale e pepe qb
Per la marinatura: (il giorno prima)
Tagliate grossolanamente la polpa di reale scelto (5 cm circa). Tagliate quindi 2 carote a rondelle e dividete 1 cipolla bianca in due.
Versate l’intera bottiglia di vino in una pirofila e immergetevi la carne, le carote , le due metà della cipolla, le foglie di alloro e circa 20 bacche di ginepro.
Lasciate in marinatura un’ intera notte.
Per il brodo vegetale:
Mettete a bollire 1 carota e 1 cipolla bianca insieme al gambo di sedano in abbondante acqua.
Preparazione:
Togliete i pezzi di carne dalla pirofila della marinatura, lasciandovi dentro il vino e gli aromi, e infarinateli.
Tagliate grossolanamente la carota e la cipolla bianca rimanenti.
Nel frattempo prendete una casseruola, versateci un filo d’olio extravergine d’oliva, e soffriggete la carota e la cipolla appena tagliate.
Aggiungete la carne infarinata e scottatela su tutti i lati, quando leggermente brunita, aggiungete tutto il vino della marinatura, compresi gli aromi e le carote ma togliendo le due metà di cipolla.
Coprite la casseruola con un coperchio a lasciate cuocere a fuoco lentissimo per 3 ore. Di tanto in tanto, se vedete che si sta asciugando troppo, aggiungete un cucchiaio di brodo vegetale.
A 2/3 della cottura aggiungete le cipolline Borettane e il cubetto di cioccolato.
Arrivati a 3 ore di cottura, aggiungete i funghi Champignon precedentemente puliti.
Salate e pepate a piacimento.
Lasciate cuocere per altri 30 minuti e quindi servire.
Grazie
Francesca
Sono emozionata, nonostante ti segua da anni, è il mio primo commento, e lo faccio subito sennò mi succede come tutte le altre volte che hai messo premi in palio, quel pensare che ci sia un sacco di tempo e rimandare, per poi rendersi conto che la scadenza è passata…
Dunque, la prima ricetta che mi è venuta in mente guardando la stupenda cocotte, assoluto oggetto di desiderio, è la
PASTA COTTA A RISOTTO CON POLIPO PATATE E PECORINO
La cocotte è molto utile per la cottura del polpo che è la prima fase della ricetta: mettere per 4 persone un polpo di ca. 1 kg, intero e pulito nella cocotte, con 5/6 pomodorini tagliati a metà, qualche foglia di prezzemolo un filino d’olio, uno spicchio d’aglio e, se gradito, del peperoncino. Cuocere a fiamma bassissima per circa un’ora senza sollevare il coperchio. Il polpo così viene tenerissimo, e fa anche un bel po’ di brodino. Togliere a questo punto l’aglio e le foglie di prezzemolo, tagliuzzare il polpo a pezzi piuttosto piccoli, e aggiungere la pasta (3 hg), mentre a parte si fanno bollire per 5 min. due patate piccole tagliate a dadini. Quando il liquido comincia ad essere assorbito aggiungerne altro, preferibilmente il liquido di cottura delle cozze, che quando rimane dal sauté tengo nel surgelatore in barattolo, o in alternativa brodo di pesce o acqua salata, proprio come se si facesse un risotto. Quando la pasta è quasi pronta, in genere 5 minuti prima del tempo indicato sulla confezione, aggiungere le patate e continuare a mescolare. A fuoco spento aggiungere una abbondante grattuggiata di pecorino e mantecare. Si può mettere anche del prezzemolo tritato a crudo. Servire direttamente nella cocotte. un saluto e grazie per le tue sempre splendide ricette.
Cara Sigrid,
ma che bella idea!!! Purtroppo parto con due svantaggi: sono squattrinata (squattrinatissima!!) e non possiedo una cocotte. Mia madre ne ha una nera, antica e pesantissima, che sono abituata a vedere nella nostra cucina da una vita intera. Ricordo ancora le sgridate quando qualcuno si azzardava a volerla mettere nella lavastoviglie: guai! Purtroppo però nella mia cucinetta da studente/precaria/speriamo che spunti fuori un qualche lavoro a breve questo oggetto di culto ancora non ha fatto la sua comparsa. Chissà se questa non sarà la volta buona…. :)
ecco quindi una ricetta povera, per chi non ha molti soldi ma ama i sapori tradizionali…
Pappa al pomodoro
– 300 g di pane raffermo tagliato a fette (meglio se pane toscano, ma qui in Svizzera non si trova proprio dietro l’angolo)
– 800 g di pomodori (l’ideale sarebbero i san marzano ma noi ci accontentiamo di quelli rossi e rotondi della coop)
– quattro spicchi d’aglio
– olio d’oliva
– 1.5 l di brodo vegetale (se si ha tempo e voglia farlo come si deve, ovvero cipolla, carota, patata, finocchio, odori)
– un mazzetto di basilico (che fino a qualche tempo fa non dovevo fare altro che mutilare la piantina in balcone, ma adesso causa mio pollice tutt’altro che verde è ridotta a dei tristi mozziconi)
1)Tostare le fette di pane nel forno sinchè non avranno una consistenza quasi biscottata.
2)Nel frattempo sbollentare per qualche minuto i pomodori, sinchè la buccia non inizia a spaccarsi.
3)scolarli, spellarli e frullarli (io uso il mixer).
4) Estrarre le fette di pane dal forno e sfregarci sopra gli spichi d’aglio, a mo’ di bruschetta (dopo le mani puzzeranno per almeno una settimana ma ne varrà la pena, giuro!)
5) Posare sul fondo di un tegame antiaderente (o di una cocotte – sic!) le fette di pane e coprirle con i pomodori frullati, un filo d’olio, sale e pepe (il sale và aggiustato a seconda del pane che avete utilizzato: se toscano aggiungetene un pò di più).
6) Cuocere a fuoco lento aggiungendo il brodo fino a coprire pane e pomodoro.
7) La cottura è di almeno 1,30 h, mescolando spesso in modo da ridurre il pane a una pappa.
(io di solito aggiungo verso la fine cinque o sei foglie di basilico per dargli l’aroma)
8) servire ben caldo, con un filo d’olio e una fogliolina di basilico.
Vi assicuro che è una libidine!!! Si conserva per giorni (per me è la salvezza, una tazzona mentre mi guardo un film) e ogni giorno è più saporita del precedente. Se si vuole si può aggiungere una punta di peperoncino, ma onestamente amo sentire il sapore del pomodoro e il pizzicorino dell’aglio!
Bonne chance a tutti!
Ciao Sigrid, per me questo spezzatino è legato a molti ricordi, ma per brevità lo chiamerò: “Spezzatino della mamma di Paola”
Ingredienti
7 hg. di spezzatino misto (vitello e maiale); 3 peperoni, gialli e rossi; 1 tazza di olive taggiasche; 1 cipolla media; 2 spicchi aglio; alcune foglie/rametti (meglio se freschi) di rosmarino, salvia, prezzemolo, dragoncello, santoreggia, e, abbondante, timo; 1 carota grande; 2 gambi sedano; farina; 1 bicchiere di vino bianco secco; 1 l. brodo vegetale; olio evo; sale; pepe.
Procedimento
Tritare la cipolla, la carota, il sedano; tritare finemente tutte le erbe aromatiche. Mescolare i due tritati e versarli nella casseruola con 4 o 5 cucchiai di olio. Fare soffriggere lentamente, unendo, se è il caso, qualche cucchiaio di brodo vegatale. Il tutto deve appassire e cuocere, non abbrustolirsi. Togliere dal fuoco.
Infarinare i pezzetti di carne, e farli rosolare bene in un altro tegame, basso e largo, in olio evo; quando sono pronti trasferirli nel tegame con il soffritto, rimettere sul fuoco, e, quando riprende la cottura, sfumare con il vino.
Aggiungere sale e pepe, coprire e continuare la cottura (1-1,5 h), unendo il brodo quando asciuga troppo. Tre quarti d’ora prima della fine cotture aggiungere i peperoni tagliati a pezzetti e le olive. Il fondo di cottura deve risultare abbondante e umido. Lo spezzatino è ottimo servito con patate al vapore o una polenta.
ciao sigrid, ti seguo da sempre e ti ringrazio per le idee e le emozioni che trasmetti ogni giorno e oggi in particolare… Sono romana e questa è la ricetta della mia infanzia, dell’odore della domenica mattina, del mio papà. E’ mangiare antico, succulento, rassicurante e…un consiglio: tenetevi un pò di quel sugo scuro e conditeci un bel piatto di rigatoni!
Coda alla vaccinara:
1 coda di bue (circa 1,5 Kg.) lavata e tagliata in pezzi
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
1 carota
1 sedano
60 gr. di guanciale
1 bicchiere di vino rosso
800 gr di pomodori pelati a pezzi
5 chiodi di garofano
olio, sale e pepe q.b.
50 gr. di pinoli
20 gr. di cioccolato fondente ( 70%)
un pizzico di cannella
– Rosolare la coda con un trito di guanciale e olio. Aggiungere l’aglio schiacciato , cipolla e carota a pezzi piccoli, i chiodi di garofano, sale e pepe. Rosolare ancora un poco e aggiungere il vino. Lasciare evaporare e unire i pomodori e poca acqua. Coprire e lasciar cuocere per 3 ore e mezza, aggiungendo solo se necessario un poco d’acqua calda ogni tanto. Nel frattempo sbollentare per qualche minuto le coste di sedano lavate, private dei fili e tagliate in pezzi di circa 8 cm. Trascorso questo tempo aggiungere il sedano alla coda e cuocere ancora per 30-60 minuti o finché la carne risulti tenera e la salsa densa e scura. Unire alla fine il cioccolato a pezzettini e un pizzico di cannella.
buona coda a tutti!
Ciao cavoletto, mannaggia, mi ha proprio tentato..cosí tanto che svelo al mondo il mio segreto meglio conservato, quello del “Ragú impiattato con patate e parmigiano”. Essendo napoletano e vivendo all’estero, ho dovuto ovviare al mio naturale fabbisogno di ragú domenicale con una ricetta self made che si é poi rivelata vincente e, se proprio vogliamo dirla tutta, il ragú e la cocotte vanno proprio a nozze.
Beh, mó divento serio e te la scrivo, anzi, ve la scrivo:
Questa é una rivisitazione del tradizionale ragú napoletano, vivendo all’estero l’ho riadattato secondo gli ingredienti che trovavo.
E’ una preparazione molto molto lenta, sono 5 ore di cottura da fare a fiamma bassa (mi raccomando, deve essere bassa).
Amo questa versione perché a me del ragú piace proprio la salsa e in questo piatto la salsa la fa da protagonista e non diventa solo un condimento per la pasta.
3 cipolle belle grosse
2 spicchi d’aglio
1 carota
Un abbondante giro d’olio extra vergine
1 litro di passata di pomodoro
1 litro di vino rosso
Mezzo chilo di spezzatino di vitello
Mezzo chilo di manzo (tagli anteriori a lunga cottura)
4 patate medie
Parmigiano a scaglie
Tagliare le cipolle sottilissime e le carote a julienne , dividere in 2 gli spicchi d’aglio e mettere cipolle, carote e aglio nella vostra bella cocotte insieme ad un generoso giro d’olio.
Rosolare fino a che l’aglio sia imbiondito e le carote e le cipolle abbiamo cominciato ad appassirsi, coprire il tutto con il vino e continuare la cottura, per circa un’ora, dopo un’ora aggiungere la carne tagliata a pezzetti, versare quello che resta del vino e continuare per ancora un’ora e mezza, successivamente versare la passata di pomodoro, e lasciar cucinare per altre due ore e mezza (qui dipende dal tipo di passata se é piú o meno acquosa) e nell’ultima mezz’ ora di cottura (delle due ore e mezza precedenti)versare le 4 patate dagliate a pezzi medio( ognuno grande come una noce piú o meno) e fate andare cosí fino a che il sugo non sia diventato molto denso e di un colore molto scuro (deve essere un rosso tendente al marrone).
Togliete il coperchio (Quasi tutto il processo va fatto con il coperchio….nella ultime 2 ore e mezzo il coperchio non va messo perfettamente sopra la cocotte, insomma deve uscire un filo di vapore)e lasciare riposare venti minuti.
Impiattare in ciotote profonde, e spolverare il tutto con parmigiano o anche con le scaglie.
Non uso il sale perché il vino dovrebbe dare giá il suo buon sapore, comunque controllare durante la cottura e se dovesse risultare “poco saporito”, aggiungerlo..
Da fare di domenica!
Giovanni
Come farai a leggerle tutte tutte? Mammamia quante…@_@
Questo post è una vera e propria chicca!!!!! :)))))
Eccoti il mio link e grazie per la grande disponibilità,
Ornella
http://ammodomio.blogspot.com/2011/02/stracotto-al-sedano.html
Ok. Mai partecipato a nessun concorso. Non posseggo alcuna pentola in ghisa ma ho visto queste qui in un negozio e ne sono rimasta innamorata, perciò ci provo… Proprio ieri ho cucinato gli ossobuchi e ho sentito la mancanza di una pentola per le lunghe cotture.
OSSOBUCHI ALL’AROMA DI ARANCIA E LIMONE
6 ossobuchi di vitello (io di manzo)
una cipolla tritata
vino bianco
due carote, una costola di sedano tritati
un’arancia (scorza e succo)
un limone (solo la scorza)
olio, sale
Infarinare gli ossobuchi, rosolarli con la cipolla e l’olio, sfumare con il vino bianco, aggiungere la scorza del limone tagliata a listarelle (solo la parte gialla), ricoprire con il trito di carota e sedano; aggiungere la scorza grattuggiata dell’arancia e il suo succo. Salare e pepare. Lasciar cuocere per taanto tempo (io due ore). Se c’è bisogno aggiungere di tanto in tanto un po’ di acqua calda per mantenere morbido il sughetto.
Da leccarsi i baffi.
Ecco. Ho partecipato al mio primo concorso…
Complimenti Sigrid per il blog e per i tuoi libri. E auguri per tutto il resto:-)
Marzia
sigrid,
ricette o non ricette, cocotte o non cocotte, la tenerezza dei racconti qui raccolti è meravigliosa..
mi auguro che le nostre generazioni riescano a mantenere ancora vive certe tradizioni che noi “figli&nipoti” fortunati abbiamo ancora e portiamo avanti.
Chiedo ad ognuno-a di voi di tramsettere sempre questi racconti di ricette straordinarie che nascondono ricordi che valgono più di mille cocotte..
valentina
I miei fagioli.
Per prima cosa, andare nell’orto di mio suocero, in trentino, in montagna, ma non ad alta quota: 6/700 metri, e raccogliere vari tipi di fagioli coltivati con amore.
Grossi fagioli, bianchi, borlotti, viola, di tutti i tipi seminati da quello sperimentatore di sementi. Vengono belli grossi, con la buccia che quasi non si sente.
Poi prendere una pentola col fondo bello spesso e il coperchio (oppure la meravigliosa cocotte, per chi ce l’ha). Grattuggiare 2-3 carote bitorzolute raccolte nello stesso orto (non quelle cilindriche geometriche del supermercato). Avete mai coltivato carote? Vengono cilindriche come con lo stampino? No, vengono una diversa dall’altra. Quindi, prendere queste carotine una diversa dall’altra e una cipolla. Grattuggiare carote e cipolla, mettere nella cocotte insieme ad una generosa passata di olio evo. Generosa eh! Fare soffriggere pian piano e aggiungere questi fagioli corposi e cicci. Aggiungere del vino rosso(far sfumare), della passata di pomodoro (appena un po’) e se si vuole, del peperoncino. Non salare! Lasciare cuocere piano piano per un’ora, almeno. Salare alla fine. Poi gustare i fagioli con il loro sughetto e lasciare il loro sapore soffice invadere i nostri sensi.
ciao Sigrid,
voglio raccontare anche io quella che è una delle ricette che la mia ingambissima nonna mi ha insegnato, una delle ricette povere livornesi, che permettevano di riempire la pancia e soddisfare il palato. Per l’appunto l’ho fatta proprio ieri a pranzo.
Minestra sulla palla:
Si prepara un battuto di sedano, aglio e prezzemolo. Si fa rosolare piano in poco olio, quindi si aggiungono le foglie lavate e tagliate fini di una palla di cavolfiore bianco; si fanno insaporire piano e poco dopo si aggiunge la palla lavata e tagliata fine fine. Si fa insaporire, quindi si aggiunge un pò di concentrato di pomodoro sciolto in poca acqua calda e peperoncino e si aggiusta di sale. Si porta a cottura per circa un’ora allungando con acqua calda a tegame coperto, quindi si aggiungono circa 350 grammi di bavette o linguine spezzettate e si cuociono finchè sono pronte. Alla fine la minestra deve risultare asciutta anche se morbida. Alcuni al posto del peperoncino usano il pepe, ma il primo era a più buon mercato, forse anche per questo era preferito da mia nonna.
Questa è una ricetta è dedicata a te, nonna Rina!
Ciao Sigrid,
ecco la mia ricetta per uno stufato dal gusto particolare, si tratta di un piatto tipico piemontese e mi permetto anche di aggiungere una nota semi-storica sulle sue origini:
Tapulone (stufato d’asino)
600 g carne di asino (da stracotto)
500 g di verza
250 ml vino rosso corposo
2 cipolle medie
2 foglie di alloro
3 chiodi di garofano
2 spicchi di aglio
3 cucchiai di passata di pomodoro
Olio evo q.b.
In un capace tegame di ghisa scaldare due cucchiai di olio evo e mettere a stufare la cipolla e l’aglio.
Quando la cipolla è appassita aggiungere la carne tagliata al coltello in pezzi minutissimi, deve quasi essere come carne trita.
Rosolare bene rimescolando quindi bagnare con un bicchiere abbondante di vino rosso.
Nel frattempo tagliare a listarelle la verza e scottarla in una pentola senza aggiungere acqua finchè risulti morbida, ci vogliono pochi minuti, strizzarla bene ed aggiungerla al tegame con la carne.
Mescolare ed aggiungere qualche mestolo di brodo in cui è stata sciolta la passata di pomodoro.
Portare a cottura a fuoco dolcissimo, circa 2 ore. Controllare che non si asciughi troppo e nel caso aggiungere altro brodo. Deve avere una consistenza pastosa.
Servire accompagnato da una polenta mista (farina gialla e grano saraceno).
NOTA: La leggenda della nascita di questo piatto vuole che alcuni pellegrini al ritorno dalla visita alla basilica di San Giulio presso l’Isola del Lago d’Orta dov’è situato, finirono le scorte di viveri e furono costretti al sacrificio di una loro cavalcatura, un asino appunto. Lo cucinarono ma non riuscirono a mangiarlo dal tanto che era duro, fù allora che pensarono di tagliarlo a pezzi piccolissimi con un coltello (tapulé) riuscendo così a sopravvivere.
Buona sera Sigrid, mi permetto di partecipare alla sua iniziativa anche se non ho un blog ma cucino da 40 anni per amore o per forza per la mia famiglia e per i miei amici. Ebbene si, sono una nonna e mi piace ‘navigare’. Quante belle ricette hanno proposto le partecipanti …ne propongo una anch’io semplice semplice ma che fa parte delle mie radici: ossobuco alla milanese.
Mettere in una pentola un pezzo di burro (siamo al Nord e il burro si usa parecchio) e un filo di olio. Infarinare l’osso buco e farlo rosolare da entrambe le parti per sigillarne la carne, bagnarlo con vino bianco e farlo evaporate, unire salsa di pomodoro sciolta in acqua calda o passata di pomodoro, regolare di sale e pepe e far cuocere lentamente per almeno 1 ora e mezza aggiungendo brodo di dado caldo ma mano che viene assorbito. La carne deve essere tenerissima e deve formarsi un sughetto denso. A questo punto aggiungere prezzemolo tritato e buccia di limone grattugiata. Lasciare sul fuoco altri cinque minuti. Si servono ben caldi con il classico risotto, con polenta o purea di patate. Semplice semplice. Tanti cari auguri. Emma
Ricetta stupenda, devo trovare il tempo per leggere anche quelle dei commenti che mi ispirano moltissimo (ho dato un’occhiata veloce…) però volevo chiedere un “dettaglio tecnico” a Sigrid, io invece della pentola di ghisa ho una pentola di terracotta che mi ha regalato mia nonna, posso usarla per sostituire la cocotte o il “sapore finale” è diverso? Scusa se la domanda è troppo sciocca, ma se queste cose non le chiedo a te, non so a chi chiederle:-)Grazie!
COCOTTWITT
Stufato di Maiale trappista: Lonza-burro-cipolle-Chimay-sale-pepe: soffritto, carne rosolata,1 birra aggiunta, cottura, 1 birra bevuta :-)
https://twitter.com/#!/thejapanette
Rossa e fiammante!!!
Giusta per il mio:
MAIALE UBRIACO
Ingredienti:
1 kg di polpa di maiale tagliata a dadi,
3 salsicce di maiale fresche o pancetta a dadini,
uno spicchio d’aglio ed una cipolla tritati,
salvia e rosmarino,
1 litro di mosto (uva nera pressata e lasciata macerare per 2 o 3 giorni poi si spreme e si filtra il succo),
senape in polvere,
sale pepe e olio.
Rosolare nell’olio, ovviamente in una cocotte, aglio cipolla e salsiccia sbriciolata, poi unire i pezzi di maiale e far rosolare anche questi.
Coprire poi la carne con il mosto e unire salvia e rosmarino (meglio se legati insieme con uno spago).
Chiudere la cocotte ed abbassare il fuoco al minimo.
Rilassarsi sul divano con un bel libro..per un’oretta circa..poi alzare il coperchio della cocotte, dare una giratina con un mestolo di legno, salare e pepare, ancora una giratina, rimettere il coperchio e..tornare sul divano per un’altra oretta…circa.
A questo punto spengere il fuoco, togliere dal tegame la carne e gli aromi, filtrare il sugo e rimetterlo in cocotte diluendo pian piano (per evitare grumi) due bei cucchiai da cucina di senape in polvere.
Riaccendere il fuoco, portare il tutto ad ebollizione e rimettere nel sugo la carne, se necessario far restringere ancora qualche minuto. Servire caldo, magari con delle patate in umido o purée.
Ps. il mosto può essere sostituito con vino novello o succo d’uva non dolcificato, ma vi garantisco che non è la stessa cosa.
Certo bisogna aspettare l’autunno, ma io preparo il mosto in abbondanza e lo congelo.
sono una novellina, lo confesso ma ho voglia di partecipare sperando nella fortuna, in fondo non si dice sempre “la fortuna del principiante”?
la ricetta che desidero condividere è quella del brasato della mia mamma, il cui profumo è inconfondibile (almeno per me) e mi ricorda, ogni volta che lo cucino, quale cuoca eccezionale sia mia mamma, nonostante lei insista nel dire il contrario!
Questa preparazione non solo ha bisogno di almeno 3 ore di cottura ma anche di un notte di riposo dove la carne di manzo (almeno 1,5 kg) marina nel vino rosso (uno bello tosto come il Barbera, quasi una bottiglia) insieme a 2 belle carote, una gamba di sedano, 2 foglie di alloro, 7-8 chiodi di garofano e mezza stecca di cannella. Al mattino, di buon ora, soffriggere 2 spicchi d’aglio e una cipolla bella grossa e poi aggiungere la carne, tolta dalla marinata, e farla rosolare bene da tutti i lati. Una volta che la carne è rosolata, versare nella stessa pentola il vino e le verdure che vi hanno riposato una notte, un bicchiere di passato di pomodoro, una presa di sale. Cuocere a fuoco lento per almeno 3 ore e, quando la carne è cotta, toglierla dal sugo e passare al mixer la salsa. Tagliare a fette la carne e gustatela accompagnata dalla regina della pianura padana, la polenta.
Inoltre, se vi dovesse avanzare un po’ di salsa (cosa che a casa mia non capita mai!) è ottima per condirci la pasta o il riso bollito.
Buon appetito a tutti.
ops ho dimenticato di dire che i ceci devono essere ammollati per circa 18 ore!
Ciao Sigrid, che bella idea!
Questa è la mia ricetta, che mia non è, perchè me l’ha data la nonna di una mia amica, ed è una ricetta antica di Alghero. Il nome è in catalano, si chiama
“Olla podrida” che significa “pentola putrida”
allora, portate ad ebollizione 2 litri e
mezzo d’acqua, aggiungete 300 gr ceci e fate cuocere per 1 ora circa.I ceci devono essere cotti ma ben sodi. Unite 250 gr fagiolini
puliti e tagliati a pezzetti, una patata media tagliata a grossi dadi.Cuocere a fuoco basso, finchè i fagiolini saranno morbidi.10 minuti prima di spegnere il fuoco aggiungete tre pere
sbucciate e tagliate in 4 pezzi,private dei semini(versione originale con le pere selvatiche sarde,durissime,che devono andare in pentola insieme alle patate).
Nel frattempo, soffriggete nell’olio d’oliva (l’ideale è un olio di sapore molto pronunciato) una fetta di pane duro e uno spicchio d’aglio.Quando il pane sarà dorato, mettelo da parte insieme all’aglio.Nello stesso tegame mettete a cuocere una cipolla tritata:appena sarà dorata, unite due o tre pomodori a pezzetti (io uso i pelati e va cmq bene).Fate andare a fuoco basso per 10 min o finchè il pomodoro avrà perso un pò d’acqua.
Nel mortaio (io uso il mixer a bassa velocità,deve risultare un composto grossolano,non liscio) pestate l’aglio e il pane già fritti e una decina di mandorle tostate; mescolate il tutto con due cucchiai d’aceto e un pizzico di zafferano. Versate la zuppa nei piatti e metteteci sopra il pesto di pane e i pomodori soffritti.
Le dosi le ho “calcolate” io perchè la nonna di Maria fa ad occhio e poi questa è una ricetta che si preparava con gli avanzi ed era quindi soggetta a molte variazioni!
credo che con questo post si siano smossi i sentimenti più profondi delle persone che ti seguono, ho appena passato più di un’ora a leggere tutte le ricette che sono state scritte, e per la maggior parte sono legate ad immagini di infanzia..
ed in effetti per convincere persino me a scrivere il mio primo commento dopo tre anni che ti seguo vuol dire che sei andata dritta al cuore di tutti noi!
la cocotte è per me la pentola che fa casa per eccellenza, forse perchè la maggior parte delle ricette della mia infanzia venivano cucinate con quella di famiglia.. che era di mia nonna, ed ora viene usata dalla mamma. poi l’attesa e l’aspettativa che si creano nel far cucinare per ore qualcosa lo rendono ancora più appetibile, e secondo me quindi ogni cibo cucinato con la cocotte acquisisce un valore speciale!
la ricetta che ti propongo è una di quelle a cui sono più legata, perchè viene tramandata gelosamente in famiglia, e perchè veniva cucinata quando c’era qualcosa di speciale da festeggiare o o il morale un po’ a terra che andava risollevato.. e quindi il profumo che si sprigiona nella cottura a me richiama immediatamente mille ricordi, ed è assolutamente inconfondibile.
anche se ci sono già molte ricette di brasati, devo dire che uno simile a questo non l’ho mai trovato, perchè l’aggiunta del prosciutto crudo nella preparazione dà un gusto davvero molto particolare sia alla carne che alla salsa, ottenendo così un risultato che è decisamente diverso dal brasato tradizionale; permettendo anche di eliminare completamente ogni altro ingrediente a parte carne e vino. ricetta quindi estremamente minimal!
VITELLO BRASATO AL CRUDO DI PARMA
1 kg di coscia di vitello
50 g di crudo tagliati in una unica fetta
80 g di burro
1/2 litro di di barolo
sale
mettere in una cocotte il burro ed il crudo tagliato a dadini, e dopo aver legato e salato la carne in superficie, scottarla nel burro a fuoco vivo. quando sarà dorata su tutti i lati, bagnare con il vino, mettere il coperchio e far cuocere a fuoco lento per 1 ora e mezza. spegnere, togliere la carne dalla pentola e passare il sugo con un passino, per poi rimetterlo dentro. far raffreddare la carne prima di tagliarla. al momento di servire scaldare la carne nel suo sugo (passaggio fondamentale perchè tutte le fette si impregnino del gusto della salsa, se ci si dimentica è molto meno buono!!!)
:) spero che qualcuno di voi la provi, è la prima volta che la ricetta viene divulgata ;)
Ammazza, impegnativo! Mi capita proprio raramente di cuocere qualcosa mooooolto a lungo, ma sto inseguendo le cocotte da un po’ per cui mo’ mi metto d’impegno! :)
PS: 158 commenti!!! Ma ti rendi conto che cosa hai scatenato??? Così intasi il web! :D
Ma in questa foto….non hai un pochino esagerato con Photoshop…mi sembra che ci sia qualcosa che non và….o mi sbaglio ???
oddio, grande l’opossum!
RICETTINA: PASTAFAGIOLI&COZZE
mettere in ammollo per una notte 200 gr di fagioli borlotti secchi.
far soffriggere in una casseruola di ceramica sedano, aglio e cipolla.
aggiungere i fagioli ammorbiditi e coprire poco per volta con del brodo vegetale.
lasciarli cuocere coperti per un paio d’ore a fiamma bassa.
spegnere la fiamma e passare i fagioli al passa verdure, lasciandone comunque qualcuno intero.
rimettere la pentola sul fuoco e buttare 150 gr di pasta corta da minestra.
in una pentola , far aprire le cozze e sgusciarle.
a un paio di minuti di cottura della pasta, buttare le cozze sgusciate nella pasta e fagioli e terminare la cottura.
servire caldo, con un giro di olio a crudo, e volendo una pioggerella di semini di peperoncino.
ciao!
un bell osso bucco con dei pezetti di pomodoro e carote e cipolle, farlo cuocere lentamente tutta la mattina e mangiarli con dei bei tagliatelli
Ecco qui la mia ricettina cotta moooolto lentamente! In bocca al lupo a tutti ;-)
http://ilariavafuori.com/2011/02/06/tajine-di-vitello-prugne-e-miele-con-couscous-di-pistacchi/
ila
La mia ricetta è la cassoeula, piatto tipico lombardo, nella versione personalizzata brianzola, e potete trovarla con tanto di flowchart :-) sul mio blog a questo link:
http://vascocesana.blogspot.com/2009/11/tempo-di-cassoeula-la-ricetta-e-gli.html
Complimenti per il blog, sempre molto interessante!
Questa è una ricetta personale e non tradizionale per cui non so se sono in tema.
Per la realizzazione è consigliabile un termometro con sonda separata. Se ne trova una buona scelta a poco prezzo (cinesi) su eBay inglese (www.ebay.co.uk) come “Cooking Thermometer” e sono comodissimi per la perfetta cottura di carni e pesci.
BRASATO DI MANZO ALL’OLIO D’OLIVA
Ingredienti:
• 800g di Cappello del prete di manzo
• 1 cipolla
• 1 carota
• 1 costola di sedano
• 1 spicchio d’aglio
• 1 mazzetto guarnito
• 1dl di vino rosso
• 1/2l circa di olio d’oliva
Preparazione:
Rosolate per bene la carne da ogni lato in una padella, mettete da parte in un piatto salando e pepando per bene (poi nell’olio non verrebbe assorbito). Intanto nella stessa padella rosolate le verdure tagliate a tocchetti, aggiungete il mazzetto di aromi sfumate col vino e fate asciugare per bene regolando anche questi di sale.
In una casseruola di giusta misura (la carne deve starci stretta in lunghezza poiché con la cottura le fibre si accorciano e l’olio sarebbe insufficiente) portate l’olio a 80°, “incastratevi” la carne e riempite i vuoti con le verdure, l’olio dovrebbe sovrastare il tutto di ½ dito almeno, nel caso rabboccate. Posizionate la sonda del termometro in mezzo alle verdure stando attenti a non toccare le pareti della casseruola, coprite, portare il liquido a 65/70° e cuocete per 36 ore (dalla mattina del giorno prima quindi!) controllando di tanto in tanto la temperatura; attenzione, a 60° la carne non cuoce e va a male. Io ho un fornello professionale per cui la cottura la faccio con la sola fiammella di accensione regolando la temperatura con la distanza dal fuoco ma si può benissimo fare in un forno elettrico in modalità statica regolato a 70/75°, e non preoccupatevi, a quella temperatura il forno consuma pochissimo.
Il giorno dopo togliete la carne facendo molta attenzione, è piuttosto morbida!, eliminate le verdure spremendone bene i succhi, separate il fondo dalla maggior parte dell’olio con un mestolo e servitelo con la carne affettata con un coltello elettrico.
La carne in questo modo cuoce solo nei suoi succhi isolata dall’olio e acquista un sapore molto intenso, se è di buona qualità potete anche non apparecchiare i coltelli.
L’olio d’oliva di cottura non buttatelo, a quella temperatura non viene “stressato” per cui potete benissimo usarlo, ben filtrato, per la rosolatura di altre carni, io lo verso in un barattolo ermetico dopo averlo portato a 100°, lo chiudo, lo rovescio come si fa per le conserve e lo tengo da parte per il prossimo brasato.
Buon appetito.
Ciao Sigrid! questo é il mio primo commento,anche se ti leggo da diverso tempo è la prima volta che mi butto per scriverti 2 righe, e lo stimolo principale é la meravigliosa cocotte rossa che nn sai da quanto la desidero !
Di seguito la mia ricetta dello STRACOTTO DI SOMARINO, chi non l’ha mai assaggiato non inorridisca,la carne ha un sapore particolare ma assolutamente da provare.
STRACOTTO DI SOMARINO
carne di somarino (o cavallo) kg 1
(vanno bene muscolo o guancia)
sedano 3 gambi
cipolle 3
aglio 1 spicchio
alloro 1 foglia
chiodi di garofano 2
cannella 1 stecca
grani di pepe 2-3
1 bicchiere vino rosso
2 bicchieri brodo
1-2 bicchieri passata pomodoro
sale grosso – olio d’oliva qb
Tritare grossolanamente le verdure, tagliare la carne a pezzi non troppo piccoli e mettere tutto inuna teglia abbastanza grande da contenere carne, verdure , vino e aromi.
Mescolare bene e far marinare almeno per 1 notte.
Terminata la marinatura, togliere la carne pulendola dai pezzettini di verdura e farla saltare in una pentola adatta a lunghe cotture (quella rossa di ghisa sarebbe perfetta :-) ) dove é stato fatto scaldare l’olio.
Mettere da parte la carne e nello stesso olio far appassire le verdure scolate dal liquido della marinatura, poi unire la carne tenuta in caldo, il brodo caldo, il pomodoro e il vino della marinatura.
E qui comincia l’avventura..chiudere col coperchio e far sobbollire tenendo la fiamma al minimo, controllando ogni tanto che nulla si attacchi al fondo, e proseguire la cottura per almeno 8-9 ore !!
Se la pentola ha un coperchio con una buona tenuta non sarà necessario aggiungere altro liquido, e la carne si cuocerà lentamente nei suoi succhi,
Dopo circa 8 h la carne sarà cotta, ve ne accorgerete perché nel mescolarla tenderà naturalmente a sdfaldarsi, ma alla buona riuscita del piatto non farà male proseguire la cottura ancora per qualche ora.
Argomento sale: io lo aggiungo dopo 5-6 h di cottura (almeno 1 cucchiaio da tavole di sale grosso) cercando di stare un po’ leggera (che ad aggiungere si fa sempre in tempo), e poi assaggio tutto verso la fine per valutare se sia il caso di salare ancora un po’.
Tenete presente che questo piatto viene servito accompagnato da polenta o puré, quindi deve essere piuttosto saporito.
Dopo 6 – 7 h di cottura togliete la carne dal sugo e frullate le verdure (io uso il minipimer ,ma si possono anche passare al passaverdure), poi rimettete la carne con il il sugo ottenuto, facendo questa operazione verso fine cottura si può valutare bene la densità del sughino,e intervenire aggiungendo brodo o facendo cuocere a pentola scoperta.
L’ideale é servire lo stracotto il giorno dopo che lo si é preparato, in questo modo aromi e profumi si amalgamano alla perfezione.
La preparazione é u po’ lunga, lo so, ma é perfetta per un week end casalingo.
E con questa la cocotte in ghisa sarà degnamente inaugurata !
Ciao Sigrid,
ti lascio il link al mio post per partecipare al giveaway. Perdonami l’insolita lunghezza ma mi sono fatta prendere la mano dalla storia di una donna coraggiosa e mi è venuto spontaneo scrivere di lei.
http://coingourmand.blogspot.com/2011/02/di-pot-au-feu-di-giveaway-e-di-donne.html
Ciao
Giorgia
dimenticavo il link al mio blog http://annaiscooking.blogspot.com/2011/02/in-mood-for-cocotte.html