5 dicembre

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Oggi, visto che è passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta, vi lascio, sotto la ghirlanda natalizia di Ilaria, un po’ di consigli per letture/shopping natalizio libresco…

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From Season to Season
Sophie Dahl

Con la Dahl condivido alcune curiose coincidenze: tipo che abbiamo la stessa età, che ci piace scrivere, che ci piace cucinare, che abbiamo avuto a poche settimane di distanze una figlia il cui nome di 4 lettere inizia con L e finisce in A (dopodiché ci sono altrettani punti divergenti tipo che io non sono una modella, eheh, mio marito non fa il musicista, mio nonno non era un fantastico scrittore per l’infanzia. Ah, e sopratutto: io non sono bionda!). Bon, basta con le considerazioni inutili. Aspettavo questo libro e direi che mi è abbastanza piaciuto, in gran parte per merito dello style piuttosto shabby and so very chic dell’esetica cibesca qui dentro. Il cibo della Dahl sembra sempre un po’ buttato lì, a ricordare che ‘oh, noi qui mica siamo cuochi di ristorante’, o che ‘stamane mi sono messo i stivali di gomma, sono uscita nell’orto, ho raccolto dei ravanelli che ho poi buttati si ‘sta insalata estemporanea’ (ve l’avevo detto, no?, che fra poco il nuovo lusso sarà la lentezza e, corollare, poter raccogliere i ravanelli nel proprio orto?), e ci sta tutta, anche se poi come al solito, non illudiamoci, il cibo di Sophie è come lo shawl buttato cn negligenza sulle spalle della modella nella sfilata Prada: sembra casuale ma qualcuno ci ha messo mezz’ora a farlo sembrare così. Anyway. Lasciateci sognare. L’altra cosa di cui mi sono accorta è che in realtà, piu che le ricette di Sophie, più delle deliziose foto shabby, quel che mi piace di Sophie Dahl e dei suoi libri è semplicemente il modo in cui scrive. Perché la prosa di Sophie si sbocconcella con compunto piacere al pari dei tramezzini dell’ora del tè in style Vecchia Inghilterra: è preziosa e deliziosa, colta e virtuosa, misurata e insieme eccessivamente romantica, e le sue pagine di deliziosa scrittura in inglese (non ho mai letto Dahl in italiano a sono certa che si perde tantissimo) sono semplicemente inavvicinabili. La nipote di suo nonno insomma. Quasi che la cucina sia un optional. Ma, in fondo, anche no.

What I would cook: Roasted tomato mascarpone soup with basil oil; Marbled rose petali ce cream; Chickpea mushroom burgers with tahini sauce; Apple cider omelette;…


marrakesh

A month in marrakesh
Andy Harris

A parte un vago momento di amarcord (sono stata in marocco ormai, toh, 7 anni fa, il tempo vola!) in realtà possiedo già un libro di cucina marcchina, la cuisine de Momo, che è molto carino e anche molto ben fatto. A questo qui però, fotografato da uno dei miei fotografi preferiti in assoluto (David Loftus il Magnifico, lol ), potevo difficilmente resistere… E infatti, questo libro traspira Marrakesh da ogni poro, o quasi: vedute, dettagli, visi, mani, scritte, ci sono mille fragranti briciole sparse lungo un sinuoso percorso fra le cose più buone che offre la città. E un libro di cucina, ma anche un diario di viaggio, con istantanee, appunti scritti a mano, disegnini, e collezioni di immagini di vario tipo, il tutto intrecciato alle ricette, una collezione di buoni basics marocchini da spolverare e che da soprattutto tanta voglia di tornare in Marocco. Nello specifico, i capitoli rimandano alle delizie della tavola marocchina: dal nutritissimo capitolo delle insalate (che risveglia souvenirs di cene in riad davanti a un tavolo pieno di ciotoline con insalate di ogni tipo), a quello sulla tagine, persino fantasiose e molto stuzzicanti, passando per le carni grigliate e le zuppe più tipiche. Delizioso dulcs in fundum, dolci a parte, una piccola sezione che spiega, a mo’ di glossario, tutte le spezie che si usano nella cucina di marrakesh, davvero ben fatto. ps. per farvi un’idea della progettazione grafica (mooolto impressionnante!!!), vedete qui.

Inch’Allah: Herb salad wih preserved lemon dressing; Egg & potatoe rolls; Stufed potato croquettes; Fish kefta; Snapper, green olives & preserved lemons tagine; Date ice cream,…



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Il pranzo in famiglia
Ferran Adrià

Vi avverto: questo libro è una genialata. Immaginate un libro di Ferran Adria. Ci siete? Spumine, gelatine, sfere e altre capriole al limite del commestibile? Ecco, ora, prendete l’esatto opposto: dei piatti fattibili, caldi, riconoscibili e finanché semplici da fare… ci siete? Ecco, questo è ‘il pranzo in famiglia’. Un libro che spiazza positivamente: intanto perché per la prima volta in assoluto la cucina di Ferran Adrià riesce a sembrare anche alla nostra portata (certo che sembrare innovativo perché fai cose normalissime è davvero un colpo di genio!) poi perché tuta questa semplicità è spiegata con estremo rigore, nella grammatura e soprattutto nel dettaglio del procedimento. Anche qui, il libro spiazza: niente foto finale leccata e monolitica ma una procedimento ‘a fumetto’ con le fotine di tutti i passaggi (e risulta utile si perché cosi almeno uno vede esattamente di che colore o consistenza dev’essere il risultato parziale) e il testo quasi come se fosse scritto in bolle… I piatti sono un po’ tradizionali e un po’ no, cioè sono tutti semplici ma provengono da diversi orizzonti, quindi ci sono pietanze spagnole piuttosto che giapponesi o italiane (fra parentesi, prima o poi qualcuno dovrò risolvere l’arduo compito di parlare della pasta ala carbonara di Adria che in sostana la fa come si faceva in Belgio all’università… con la panna…uh?) e hanno per comune denominatore che sano terribilmente di casa: dalla vichysseoise ai tartufi al cioccolato, passando per le mele al forno e i fagioli con le vongole, tute cose che uno vedrebbe in effetti perfettamente bene sul proprio tavolo all’ora di pranzo (o cena, vabbe’). Comunque nell’insieme, questi sono i piatti che la brigata preparava per il proprio pranza, prima di iniziare il turno serale al Bulli, ritrovarli tutti documentati in un libro è quasi commovente.

Ojala! Cheeseburger con patatine; Melanzane arroste al miso; Mandarini con Cointreau; Granchi in umido con riso; Flan di cocco; Zuppa di pane e aglio; Costine di maiale con salsa barbecue;…

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Il mio libro di cucina
Anna Moroni

Qui siamo in palese conflitto di interesse poiché le foto di questo libro (tranne la copertina…), le ho fatte io. A parte questo dettaglio insignificante volevo comunque spezzare una lancia a favore della nonna televisiva più nota d’Italia, anzi, veramente l’avevo già fatto tempo fa in questo post. In sostanza: a me Anna piace, ma prima ancora di quello, io a casa di Anna ho sempre mangiato cose buonissime, ecco. Vale a dire che, nella vita vera, Anna cucina eccome, e lo fa con passione e generosità, qualcosa di genuino che non puoi non riconoscere. Qualcosa che stranamente nel panorama italiano degli autori culinari costituisce l’eccezione piuttosto che la regola. Per questo vi segnalo qui il suo libro, perché ritengo che le ricette siano ben scritte e affidabili – anche se ovviamente non le ho provate tutte – e perché mi sembrano utili per allietare la cucina di casa (non a caso ho regalato questo libro a mia mamma e a mia suocera, e non perché si guardassero le foto). E comunque, prima o poi le devo rubare la ricetta dell’arrosto morto (già solo il nome, eppure è na roooba!). Quindi, se permettete, lo ribadisco qui: Brava Anna!

Provato e amato: la zuppa di lenticchie con scarola e moscardini; i pomodori con il riso di Graziella; il filetto di maiale in crosta; i calamari farciti; lo strudel di erbe di campo; il bavarese all’arancia;…

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Cosa mangiamo
Allan Bay & Nicola Sorrentino

Recita il sottotitolo: la guida completa per conoscere segreti e proprietà di tutto gli alimenti. Ecco, il libro è esattamente questo: una specie di dizionario/enciclopedia di tutte le materie prime che sui nostri mercati si possono acquistare e consumare/cucinare, con una netta preferenza per i prodotti italiani (giustamente anche, direi). Devo dire che questo è un piccolo libro estremamente interessante, sia da sfogliare e leggere per curiosità e edificazione personale nei momenti di svago (e in questo caso imparerete un sacco di cosette che non sospettavate, almeno così per me), sia da consultare, li per li, quando si va ad acquistare un qualche ingredienti di cui non si ha magari tanta esperienza. In quel caso il libro aiuta spiegando le varietà, la stagione, i criteri sui quali basare la scelta e come conservare… Spesso e volentieri le singole voci vengono poi completate da qualche ricetta o suggerimento per l’uso. Nell’insieme, ottimo acquisto o regalo per qualsivoglia foodie in divenire (e mi viene il sospetto che visto il recente successo di un certo talent show cuciniero di foodies a cui fare regali di Natale ne conoscerete sempre di più… ). Ultima piccola nota: saranno i tempi, sarà che ormai le nuove technolohgie ce le abbiamo dentro, ecco, io penso che una versione App di questo specifico libro qui sarebbe davvero davvero utile (perché portarsi il libro al mercato magari anche no, invece ad avere tutto questo ben di ddio dentro al cellulare sarebbe proprio una gran gran cosa!)


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Eat Parade
Bruno Gambacorta

Certe volte ci si auspica, come per il libro di Allan Bay, un’adattazione sui ‘nuovi media’, altre volte, come nel caso del libro di Bruno Gambacorta, fa proprio piacere trovare, dopo il celeberrimo appuntamento televisivo, una versione cartacea che offre, si vede, respiro e spazio. Insomma, la differenza di media a media è flagrante: la dove le puntate televisive sono sempre, per ovvi motivi, misurate e anche un pochino frettolose, qui invece ci sono storie e dettagli e evocazioni in cui uno si perde con delizia. Il giornalista Gambacorta propone una prosa decisamente piacevole e avvolgente e il libro è un vero viaggio in Italia, che tocca tutte le regioni, evoca climi, paesaggi, atmosfere ma sopratutto racconta di incontri con i veri appassionati del gusto, quelli che operano nell’anonimato o quasi per produrre o promuovere, ogni giorno, alcuni dei sapori più buoni e noti d’Italia. E questi incontri sono sempre particolari, umani, belli, interessanti (oltre che ben documentati) e sopratutto buoni. Il tutto corredato di 70 ricette che fanno da punteggiatura alle storie e agli incontri. Uno dei pochi libri di cucina che si possano anche leggere, decisamente una piacevolissima sorpresa.

Eat eat Hurra! gli spaghetti al profumo di gelsomino, ricotte e guanciale; Tagliolini doppio burro e culatello; Limoni di Sorrento con lo zucchero; Risotto agli asparagi e ragù di tinca;…

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Le dolci tentazioni
Luca Montersino

Il sottotitolo, come spesso, la dice tutta: viaggio goloso nella pasticceria sana e buona. E infatti, l’idea di Montrsino è di fare una pasticcieria sana, in cui sano non è sinomimo di dietetico o tristemente deprimente. Il libro inizia con un po’ di giro panoramico degli ingredienti che si usano in pasticcieria, poi parte una generosa sezione di ricette di stampo abbastanza italico di cui molte contengono ingredienti sostitutivi in modo da evitare, per chi non potesse consumarli, lievito, frumento, zucchero, uova e latticini. Il che è un’ottima cosa per chi, e ne conosco molti, si trova a dover o voler cucinare per mangiatori con allergie o intolleranze. Quindi: olio d’oliva al posto del burro e latti vegetali al posto di quello di mucca, lecitina di soia dove le uova sono vietate e bicarbonato come agente lievitante per celiaci, oltre poi a farine integrali e sostituti al frumento come farina di riso, mais, grano saraceno e quinoa; e infine zucchero d’uva, di mela, sciroppo di agave e di acero ecc al posto del saccarosio. Comunque, per il comune pasticcione senza problemi di alcun tipo non c’è da spaventarsi: ci sono anche ricette ‘classiche’ con ingredienti classici, e poi chissà magari viene pure voglia di provare un po’ le alternative salutiste…
Infine, chiudo dicendo che la cosa che più mi ha colpita in questo libro sono… i dolci. Cioè le foto dei dolci. Cioè, l’aspetto dei dolci. Guardate bene: sono perfetti. Sono quasi sempre piccoli capolavori di pignoleria e precisione. E questo ci piace molto…

Belli e buoni: Cantucci di riso e quinoa; Diamantini di cioccolato, riso e caffè; Piccoli caprese all’olio extravergine; Croissants al farro integrale e olio d’oliva extravergini (che sulla carta è assolutamente da applauso: finalmente una vera versione coraggiosamente italiana del croissant francese!),


marlette

La Patisserie maison
Marlette

Marlette sarebbe la contrazione di due nomi, Margot e Scarlette, due sorelle francesi con il pallino del bio che hanno messo su un brand di preparati bio per la pasticcieria casalinga e, a parte che non so fino a che punto mi piace l’idea dei preparati (saremo pure capaci di pesare farina e zucchero no?), il loro libro in ogni caso mi è piuttosto piacciuto. Per certi versi, dev’essere una tendenza, che ha un pochino a che vedere con alcune cose scritte a proposito di Sophie Dahl, e anche con le idee di Montersino, ovvero: la cucina ‘casalinga’ non deve essere o sembrare eccessivamente ‘leccata’, dev’essere inanzitutto genuina, composta da materie fresche e sane e più o meno integrali (o poco processate) e può anche sembrare un po’ grezza, non importa, anzi, meglio! Con il pasticciere piemontese poi le sorelle condividono un’idea di pasticcieria ‘sana’ cosa che loro però traducono sopratutto nell’uso di farine alternative (ma propongono anche alcune ricette senza glutine, senza uova ecc). Inutile dirvi che è una tendenza che mi piace (anzi nel mio piccolo uso ormai spesso ormai farine integrali svariate, zuccheri alternativi ecc e mi auguro che non sia solo una moda). Insomma, il bio e l’integrale è il nuovo che avanza e se poi ci fa pure bene (e fa pure bene, non bisogna più dimostrare che meno i cibi sono processati meglio sono per la salute), beh, meglio! Questa nouvelle patisserie maison poi ha un titolo che sostituisce la vecchia ‘patisseries maison‘ che è rimasta sul coomdino per tanti anni, che fosse un segno del destino? :-)

Oui, j’adore: Moelleux aux flocons d’avoine; Bretzels; gateau aux carottes; Pain aux graines; Bliinis au sarrasin; barres aux céréales etc…



B O O K S F O R C O O K S B A B Y E D I T I O N

bebe

Recettes pour bébé
Blandine Vié

Questo titolo era stato, meeeesi fa, un apprezzatissimo regalino poiché mi permetteva di iniziare a farmi un’idea di un mondo culinario che ignoravo totalmente. Ecco, questo libro, corredato dalle stupende foto sempre pulite e zen dell’adorata Akiko Ida, scritto in collaborazione con un pediatra francese, è inanzitutto ottimo per… relativizzare. Infatti, qui ci sono ricette per bimbi da 3-4 mesi in su (si, lo so, l’oms…), e poi man mano mille piccole e grandi idee per emanciparsi dal terribile (e italianissimo) trio brodino + crema di riso + liofilizzato… Insomma, chiaramente, uno poi deve un po’ prendere quel che vuole, compatibilmente con i propri credo (io il ‘bouillon de haricots verts a tre mesi anche no ☺) però a parte che ciascuno decide cosa e quando, nell’insieme è un libro molto carino davvero pieno di ottimi spunti per una cucina da svezzamento sana, semplice, leggera ma anche gustosa…

Pappapappa! Blanc de poulet jardinière; Noisette d’agneau à la courgette à la menthe; Lapin à la polenta; Hachis parmentier de bébé; Brioche à la coque; Filet de limande à la purée d’avocat; Mont Blanc au petit suisse…

alice

Il cucchiaino
Miralda Colombo & Cevi

Non fa una piega: Ci era piaciuto immensamente il blog, e ci è piaciuto immensamente il libro. Quello del cucchiaino di Alice è un progetto molto bello, finito ora su carta, e che combina cucina, sapori, qualità, educazione al gusto con racconti, fotografie, illustrazioni e una grafica leggera e divertita, insomma è un g(i)ustissimo mix fra l’utile, il gradevole e il divertente, molto come non sono solitamente i manuali a uso dei genitori alle prese con il loro piccolo pirana. Il libro poi me lo ero augurata, un po’ lo aspettavo, e devo dire che è venuto bello parecchio al di là di quello che avrei potuto immaginare: la grafica è leggera, fa pensare a un gioioso girotondo, i testi sono felici, carichi di emozioni, la lettura è gradevole, commovente e divertita, insomma, è un vero piacere…. Non solo un manuale per la pappa diviso per stagioni, ma un vero progetto di condivisione da sfogliare, leggere o utilizzare ‘insieme’, un libro che accompagna bambini e genitori per diversi anni, dallo svezzament fino alle manine in pasta, e in cui non di rado la pappa si trasforma anche in un cibo per adulti, o vice versa (ottimissima cosa questa). In breve, questo è uno dei più belli – e utili – libri sul tema cibo per l’infanzia, che mi sia capitato di vedere. Se avete in tiro dei neogenitori in odore di svezzamento, regalateglielo!

al cucchiaino: consommé color lampone; la pasta all’acqua pazza; i panini con l’impronta; il couscous d’agosto; la mia prima pasta all’italiana; la tempestina alla vecchia marinara;…

compotes

Compotes maison
Cathy Ytak

Non è esattamente un libro per bambini però, essendo io una di quelle mamme che ‘l’omogeneizzato anche no’ ecco, uno degli argomenti sui quali sono perennemente in cerca di ispirazione sono appunto le composte di frutta (di stagione). E visto che con le composte di frutta andremo avanti ancora per un pezzo, beh, benvenga quindi il librettino Marabout che propone, divisi per stagionalità, degli spunti carini e degli abbinamento anche un pochino fuori dal trito e ritrito, insomma, già lo so che, alla ricerca di ispirazione, lo sfoglierò spesso…

Mmio! Fraise à la fleur d’oranger et au sésame; pomme cerise amande et gingembre; abricot ananas bergamote; pomme carote cannelle;



fanny

Fanny at chez Panisse
Alice Waters

Un altro libro di un’altra mamma che cucina, stavolta però la mamma è niente meno di Alice Waters in persona e Fanny at Chez Panisse è semplicemente il racconto di uno dei ristoranti che più ha influenzato la ristorazione americana nel secolo scorso, proponendo una cucina, di ispirazione francese, che punta sulla freschezza degli ingredienti e la semplicità delle preparazioni, rifornendosi direttamente presso i piccoli produttori locali. Il tutto però tramite gli occhi di Fanny, la figlia di Alice. Non proprio recente, il libro è del 1992, vintage o quasi, eppure rimane davvero gustoso. Fanny/Alice racconta il ristorante così come lo vive e, accessoriamente, il lavoro della mamma un po’ pazoide, gli ingredienti, la stagionalità, i sapori, la technica, il mangiare, c’è tutto ciò che fa il mestiere della cucina e viene proposto in modo deliziosamente fresco. I racconti sono corredati di disegni, un po’ vecchio stile però molto gradevoli nella loro semplicità che a volte sconfina nel naif. La più grande sorpresa di questo libro, comunque, sta nel fatto che, da adulto, uno fa ‘mah, fammi leggere una pagina o due per vedree com’è…’ e finisce che, rapito dalla prosa fresca e ridente, da quello sguardo che riesce a meravigliarsi delle cose degli adulti, si ritrova 49 pagine più avanti, dispiaciuto che il racconto sia già finito… A seguire poi c’è una seconda parte ricettistica, una folta collezione di basics genuini e ad alto tasso di soddisfazione (che sono poi i piatti menzionati nel racconto della prima parte del libro), a portata di bambini in età di reggere un mestolo (o un coltello). Insomma, sempre della serie ‘semo previdenti’ anche questo sta già bello e pronto sullo scafale.

La citazione: Did you hear about the restaurant on the moon? Great food. No atmosphere.” (ndr. Buahahahahaa! ;-)
Yumm. Blackberry ice cream; Roast chicken with herbs; Lemon sole fried with bread crumbs; Gingersnaps; Chocolate kisses;…



bolli

Bolli bolli pentolino

Un libro che raccoglie l’esperienza maturata in più di 40 anni nelle cucina dei nidi d’infanzia del Comune di Bologna. Perché ecco – e io che sono ignorante non lo sapevo – si fa il caso che da ormai 40 anni i 50 nidi d’infanzia communiali sono gestiti direttamente, il che prevede, anche, che i piatti sono preparati direttamente nelle cucine interne. Da questa esperienza unica a livello nazionale è nato Bolli bolli pentolino, un ricettario per bambini da 1 a 3 anni. Un ricettario un po’ diversi dagli altri che menzioniamo qui, decisamente più classicamente italiano. Però, sfogliando e leggendo, mi sono accorta che è anche un librino che punta all’educazione alla cultura alimentare, e in fondo è esattamente questo che a noi interessa, giusto? A parte le introduzioni di nutrizionisti ecc, le ricette quindi sono di stampo decisamente classico, anzi ci sono tutti i grandi classici/capolavori di semplicità adatti ai bambini (dalla pasta al pesto al risotto con la zucca passando per il ciambelline allo yogurt o le polpettine di pollo e spinaci), e fa sempre bene rispolverarli. Sapori semplici quindi e procedimenti straight forward, che però offrono ai genitori molte idee per risolvere la cena, e ai cultori dell’originalità in cucina delle buone basi sulle quali lavorare di fantasia. Infine, dettaglio molto carino e apprezzabile, per ogni ricetta si danno le quantità per 1 bambino o per 4 adulti. Come dire: ispiratevi e modulate a piacere gente…

Per chi: Per la neomamma che fino all’altro giorno cucinava solo insalata e fettine ai ferri e per tutti i genitori che hanno il cervello più o meno intasato ma comunque della buona volontà e dei bimbi da nutrire.

scarabocchi

La cucina degli scarabocchi
Hervé Tullet

Non saprei davvero come definire questo libro. Diciamo che è un libro atipico. Non esattamente un libro di ricette per bambini. Anzi, non lo è proprio. E piuttosto un libro di coloriages, un libro da colorare o, più esattamente, da scarabocchiare. Anzi, è un libro nel quale i bambini vengono presi per la mano e incitati, invitati a scarabocchiare da una vocina che gli accompagna e offre loro spunti per l’immaginaazione. Così, su ogni pagina c’è un piatto vuoto, con le posate, pronto a essere riempito con un delizioso capolavoro scarabocchioso. Le istruzioni sono semplici (‘disegnami un millefoglie’, o quasi) e invitano alla creatività, al gioco, stimolando l’astrazione, la libertà nel disegno e la fantasia. Cosi un millefoglie diventa una collezione di 500 trattini paralleli, le verdure si trasformano in puntimi colorati e al finale, beh, capace che ci si ritrovi con dei disegni molto interessanti (ma dovrete aspettare un paio di anni prima che io lo possa confermare :-)

State Buoni & A Domani! ;-)

56 Commenti

  • a me Anna Moroni è simpatica e l’ho sempre detto. Non capisco per quale motivo molti dicano che non sa cucinare, secondo me è pure brava!!! :-)

  • Sigrid ha detto:

    @roby: ma quale pasta/sfoglia hai usata? Non so se può servire ma una cosa che a volte faccio se non mi fido della buona tenuta dell’insieme è che reggo l’involtino stringendolo fra due bastoncini, e lo tengo immerso nell’olio cosi per qualche secondo, il tempo che la sfoglia si siggilli, poi lo lascio e finisce di cuocere. Ah, sei sicura che fosse abbastanza caldo l’olio? (che anche questo potrebbe essere un motivo di fiasco…) ps. ma perché stiamo parlando di involtini primavera sul post dedicato ai libri? :-)

  • Robiciattola ha detto:

    Sigridddd!!!
    SUGLI INVOLTINI PRIMAVERA:
    mesi fa ho seguito il disegnino, fatto tutto. sembravo una bambina, quando li ho chiusi con acqua e farina: emozionata e orgogliosa.
    poi, il brutto è arrivato con la cottura/frittura: a parte l’aprirsi per il 50% di essi, ma il fatto “grave” non è che l’apertura sia avvenuta, il più delle volte, proprio dall’apertura da cui avevo chiuso (passatemi i lgioco di parole!), ma che durante la frittura (probabilmente protrattasi troppo a lungo???) la pasta si sia gonfiata e bucata e da quel boccaporto, siano uscite le verdure del ripieno.
    Che si fa?

  • cristina ha detto:

    Sigrid, ci manca solo un tuo (nuovo) libro!

  • Lucia ha detto:

    La lista dei regali di Natale si allunga. Non solo per gli altri ;-)

  • Cristi ha detto:

    Scusate la domanda, ma: della Dahl mi consigliereste questo “From Season to Season” oppure “Miss Dahl’s Voluptuous Delights” ?
    Sigrid, tu che ne dici?
    Grazie!

  • Anna Greco ha detto:

    Cara Sigrid
    anche a me piace moltissimo fare post di liste di libri…

    Nel mio ultimo post invece c’è la mia Wish List natalizia, data la crisi, una lista moooolto corta ma con dentro un pezzo FONDAMENTALE firmato cavoletto.

    E siccome Babbo Natale l’anno scorso era distratto spero che quest’anno recuperi…
    I ♥ Cavoletto
    Anna Greco

    http://borgodelduca.blogspot.com/2011/11/wish-list.html

  • Dani ha detto:

    Andata alla presentazione di Eat Parade a Napoli!

  • risomandorlino ha detto:

    I libri di cucina (e non solo quelli), fascino a cui non riesco a resistere…proprio no!! Grazie per la bella carrellata ;) Lys

  • deb ha detto:

    Grazie Sigrid per la tanto attesa “lista della spesa” libri. Poi così proprio prima di Natale, finisce nella letterina a Babbo Natale! Se posso solo una cosina…. manca l’ultimo libro di Jamie, 30 minuti, che finalmente è arrivato anche tradotto in Italia. Secondo me farebbe la felicità di tutte quelle signore/signori che hanno pochissimo tempo per cucinare e soprattutto non sanno più cosa mettere in pentola!! A questo proposito il tuo super polpettone ormai è un must di casa mia. Mangiato appena fatto ancora caldo, affettato sottile sottile il giorno dopo oppure tirato fuori dal freezer in un attimo di panico del tipo “questa sera cosa mangio?!?”
    Io aspetto un tuo nuovo libroooo
    buona serata

  • Micaela ha detto:

    Sigrid, toglimi una curiosità…ma sei tu che ti adatti a Ilaria o lei che si adatta a te? :)

  • maidann..... ha detto:

    per alex. Come te, ingrossavo le file dei detrattori di Ferran Adrià e non capivo tutto questo strapparsi i capelli per un pò di azoto liquido. Finchè come san Tommaso, non ho toccato con mano. Ragazzi, mai vista una cosa così… una serata indimenticabile. L’esordio è stato con un barattolo di quelle che sembravano semplici olive. E lì, apriti cielo, mio marito:Siamo venuti in capo al mondo per mangiare olive sott’olio… Fino a che non abbiamo assaggiato. Un delirio, sapore allo stato puro. Una purea finissima che, non so per quale diavoleria, era contenuta da una pellicola impercettibile che esplodeva a contatto con il palato. Il resto dalla tortilla destrutturata al cheesecake finale (una nuvola di lampone che sembrava polistirolo, ma era sofficissima, con una spolverata di polvere che sembrava zucchero a velo e invece era lo yogurt) non è stato da meno…Piuttosto, ho qualche dubbio sulla fattibilità domestica delle ricette. Ho il libro di Arzak e la trasposizione dalla carta al forno è stata piuttosto difficoltosa….

  • donatella ha detto:

    allora, se babbo natale leggesse questo commento, vorrei proprio “La patisserie maison” e “Compotes maison”.. non è come sembra, che cioè “maison” è l’unica parola francese che conosco e quindi mi affido a quella.. è che sono proprio belli quei due libri! un ottimo consiglio, invierò il tuo post a chi di dovere!

  • renzo ha detto:

    Cara Sigrid,

    negheranno tutti ma -da ché mondo è mondo, anzi, da ché carbonara è carbonara- la carbonara in italia si fa con la pancetta affumicata e la panna, poca, mescolata a uova e cacio, per evitare che l’uovo faccia i grumi.

    La storia che la panna non si mette e la pancetta è una bestemmia, che “la ricetta originale” prevede il guanciale di cinta?

    Tutte balle. Qua, dieci anni fa nessuno manco sapeva cosa fosse, il guanciale di cinta senese!! :D :D

  • Gaia ha detto:

    noooo, il libro del cucchiaino di alice!!! quel blog è mitico, non so come mi è sfuggito il libro! devo rimediare :-)

  • Quando si parla di libri (di qualunque libro) io non resisto alla tentazioni di comprarli tutti. Sto giusto facendo un corso di pasticceria e il Maestro pasticcere che ci fa lezione ci ha consigliato i libri di Montersino parlandone molto bene. Ne ho preso uno ma vergognosamente e per mancanza di tempo non sono ancora riuscita a dargli un’occhiata con calma… Grazie per i consigli.

  • valentin@ ha detto:

    io voglio quello di dolci salutisti di montersino. anche se nella copertina ha un capello tendente al cotonato (e sicuramente laccato) degno di una copertina anni ’80 :-D

    Babbo natale me lo porti?

  • Ma che carino questo post! ottimi spunti… libri che vorrei più ricevere che regalare! eggià, perchè nella mia cerchia quella ad avere il pallino per le pentole sono io ;) gli altri snobbano e mangiano. Tsk!

  • Deciso! Sotto l’albero: il libro di Sophie Dahl per me e quello della Moroni per mamma o suocera! Grazie Sigrid!

  • Cristina ha detto:

    Che bel post! Ho trovato ottimi spunti per i regali… grazie.

    Cris

  • Imre ha detto:

    Ho trovato un sito dove viene spiegato la storia di Sinterklaas, che viene festeggiato in Olanda il 5 dicembre, un giorno prima della festa di San Nicolo di Bari.
    Su questo stesso sito si trovano le ricette per fare sia il mix per le spezie chiamate “speculaas” che quelle per fare i pepernoten ed i kruidnoten

    premetto che non ho mai sperimentato di persona queste ricette.

    http://foodwrigraphy.blogspot.com/2010/12/pepernoten-kruidnoten-bischopswijn-en.html

    buon Sinterklaas a tutti!

  • la fra ha detto:

    Sigrid………… hai visto il libro de La tartine gourmand???
    me lo hanno regalato per il mio compleanno e l’ho trovato davvero davvero bello!

  • che belli questi liiiiiibriiiii!

    niè, devo fare un figlio.

    :D

    valuzza

  • Erika ha detto:

    Tentatrice!!!!!! Sto aggiornando la “wish list” di amazon in maniera compulsiva grazie a tutti questi bei titoli!
    Per quanto riguarda i libri della Dahl.. il primo era già in elenco e adesso con il secondo non posso proprio non comprarli entrambi ;)
    Erika

  • Sigrid ha detto:

    @gian: hai ragione, quella della ‘happiness’ indotta è un ottimo criterio di valutazione ;-) Facci sapere cosa cucini!

  • Gian dei Brughi ha detto:

    @Sigrid
    sì,certo, sicuramente Griottes è più food stylist che “cuoca”, però ti devo dire che a me il suo librino mi ha messo di buon umore per una settimana buona (ehhh, potenza iconica del reale…) :-)
    Le ricette di Ferran-Phaidon non le ho ancora fatte, mo’ provo e poi ti dico

  • Sigrid ha detto:

    @gabriella: hm, questo è un bel dilemma… Nel primo libro ci sono molto più testi da leggere (perche l’introduzione al libro e ai 4 capitoli/stagioni sono veramente di una lunghezza del tutto inusuale per un libro di cucina) quindi, siccome mi piace molto leggerla, forse direi il primo. Vice versa però, nel secondo il lavoro iconografico è un po’ più spinto, più ricco e quindi più interessante (anche se comuqnue il primo libro non era affatto male). Lato ricette credo di avere una leggerrima preferenza per il primo, che forsa mi da l’impressione di essere più ‘genuinamente’ suo. Nell’insieme, se non conoscevi Sophie Dahl, e sempre che ti va di leggere in inglese, propenderei per il primo va… :-)

    @dani: più che dna credo sia cultura (nel senso che evidentemente la letteratura gliel’hanno trasmesso con cucchiaino da quando era piccola :-) Curiosa di sapere le tue impressioni della presentazione del libro!!

  • Dani ha detto:

    Davvero utilissima questa wish list! Non avevo idea delle doti letterarie della Dahl, chissà che davvero non si trasmettano attraverso il dna! Guarda caso alla presentazione di Eat Parade ci vado proprio oggi pomeriggio, vediamo che impressione mi fa. Buona giornata :-)

  • gabriella ha detto:

    Sono indecisa se prendere questo libro di Sophie Dahl o il precedente.tu cosa consigli?

  • Sigrid ha detto:

    @alex (si vede che sono in vena di commenti oggi eh? :-) mattipprego mapper favore ma siamo ancora qui a discutere di questo? Guarda che la maggior parte degli ‘addittivi’ che usa Adria si usano comunemente nell’industria alimentare per cui in sostanza ciò che vi fa inorridire così tanto – perché ve l’ha detto striscia-la-notizia che quel giorno era inmancanza di notizie sensazionali da dispacciare – lo stiamo già consumando a gogo da un pezzo. E yamme’!

  • Sigrid ha detto:

    @francesca: vedi qui sopra per Adria (tanto volendo o meno alla fine della fiera finisce quasi sempre che ci sono i libri molto belli e un po’ inutili e quelli bruttarelli che si usano tantissimo); i passaggi di Adria poi, modestamente, sono fotograficamente peggio di Sale & Pepe, però hanno il grande vantaggio di essere veri e di farti vedere esattamente quello che devo o non devi fare. Quindi un po’ anche noi lettori culinari dovremmo decidere cosa vogliamo: la finzione spesso approssimativa o la roba vera autentica cosi come viene preparata per davvero (certo che detto cosi fa un po’ reality), però ecco, di nuovo, io non sono contraria, anzi. Su Sophie Dahl non sono tanto daccorod: cioè, si, certo, è un prodotto editoriale, come gli altri suoi colleghi della BBC, ci mancherebbe, però, anche se chiaramente non è e non pretende essere una chef, veicola ispirazione, storie, cose che hanno appeal estetico insomma, di nuovo, dipende da cosa uno cerca però per me è un bel prodotto di qualità (se poi leggi la lunghissimissima intro al libro precedente capisce che è anche molto schietta e che il cibo nella sua vita e fra le sue passioni c’entra davvero). Di Julie Andrieu invece non rispondo, mi sa che la penso abbastanza come te.

  • Alex ha detto:

    Ferran Adrià dopo la figuraccia con i cibi “molecolari” fa un passo indietro? Speriamo, vergognoso vederlo tra i top del mondo mentre cucina additivi…

  • Sigrid ha detto:

    sempre @gian: dimenticavo, il libro di Ferran in effetti non lo prenderei per le foto (ma in realtà mi sa tanto che la stessa cosa è vera per molti recenti libri Phaidon), però per me qui ci sono molte cose che compensano il fatto che le foto le abbiano fatte direttamente sulle cerate dei tavoli della cucina del Bulli (dove fra l’altro c’è un’illuminazione giallastra terrificante): il fatto che tutto sia cosiutile e fattibile al quotidiano, le spiegazioni lineari, l’approccio a fumetto molto nuovo, semplice ma efficace, e le doppie pagine in cui in un colpo d’occhio ‘visualizzi’ tutti gli ingredienti necessari all’intero menu. Tutto questo per me compensa decisamente l’aspetto non esattamente sexy del cibo qui dentro…

  • Francesca ha detto:

    Le copertine (o meglio, le foto di copertina) dei libri di Montersino e Moroni sono argomenti sufficienti per lasciarli sullo scaffale, indipendentemente dal contenuto (del quel mi è lecito dubitare molto).
    Concordo con Gian dei Brughi (che resta il peggior nick della storia dei nick, e quindi il fatto che concordi dovrebbe preoccuparmi) sulla sciatteria delle foto del libro di Adrià, non tanto delle aperture che sono belle, ma di quelle dei passaggi, che sembrano prese paro paro da sale & pepe. Detto questo, il libro è più che bello soprattutto utilissimo, il che ne fa un grande regalo.
    Sul resto non posso dire nulla tranne che Sophie Dahl mi sa di finto almeno come l’altra famosa anoressica improbabile, Julie Andrieu.

  • Cristi ha detto:

    Grazie Sigrid di questo “yet-another-great” post!
    Mi sarà certamente molto utile per i regali di Natale –o meglio, per la mia lista dei regali ;P

  • Chiara ha detto:

    Noooooo!
    Ho fatto ieri un cospicuo ordine su Amazon, e tu mi arrivi adesso con questi consigli libreschi a cui non so resistere?!?!? Argh! Dovrò fare un’aggiunta all’ordine… ;-)

  • Sigrid ha detto:

    @gian: senza offese ma missà che tu non sei esattamente in target con la moroni :-) Piuttosto, il blog di griottes è bellissimo, avevo intravvisto il libro ma ti confesso che da quel che ne ho visto in rete mi è sembrato che gli sfondi e ambientazioni fosseri si, belli, molto creativi e freschi e entusiasmanti, in compenso, il cibo stesso mi sembrava un po’ così così (e quando c’è uno scompenso del genere non mi va mai molto giù), comunque, ripeto, io ho visto solo le pagine visibili in rete, magari fra qualche giorno me lo cerco alla fnac e me lo sfoglio poi ne riparliamo :-)

    @imre: eeeeehi, ma la san nicola è domaaaani!! ;-)) ps. ma perché, i pepernoten si possono fare in casa?? dicci??

  • Valentina ha detto:

    wow che libri da sogno…li comprerei tutti!!

  • Gian dei Brughi ha detto:

    condivido appieno il giudizio sulla Deliziosa Signorina Dahl che io trovo brava e simpatica.
    Il librone di Adrià me l’hanno regalato e se ti devo dire mi ha un po’ delusa, soprattutto per essere della Phaidon le foto mi sembrano trooooppo sciatte!
    Le ricette di Montersino e Moroni, le avevo già viste in libreria, boh, non mi dicono granché, mentre di sicuro mi piglio la Marlette Marabout (questo libro invece nochennonloconoscevo merci!).
    A mia volta consiglio io un libricino carino molto franscese e molto shabby chic che mi sono appena presa: si chiama Je cuisine poétique http://www.pyramyd-editions.com/je-cuisine-poetique
    e l’autrice è lei http://www.griottes.fr/

  • Léia Silva ha detto:

    Quante idee meravigliose! Metterò alcuni nel mio inventario da regalare e da regalarmi:)
    Un abbraccio
    Léia

  • Imre ha detto:

    Dimenticavo: buon Sinterklaas a tutti

  • Imre ha detto:

    E qualche dolcetto di Sinterklaas, non li avete in Belgio?
    Io in ufficio ho offerto il Speculaaspop
    Ma in realtà vorrei provare a fare i pepernoten o kruidnoten mmmmm

  • agnese ha detto:

    come al solito questi post librosi mi fanno venire volgia di comprare e il mio portafoglio piange… mi dovrò regolare e accontentarmi di sceglierne uno solo… oppure di sperare nei miei amici babbi natale ;)

  • grazie Sigrid!!!! questo post è meraviglioso, li metterò quasi tutti nella mia wish list!!!!

  • Rossella ha detto:

    Una bella lista per grandi e piccini.
    Non sarai bionda come la Dahl, ma ti seguiamo lo stesso. Il libro di Alice Waters non lo conoscevo proprio. E un conflitto di interesse a te lo concedo :)

  • marika ha detto:

    trovo questo post interesante e delizioso…come sai su qualcosa fra queste mi sono già fidata e con successo…quindi non mi resta che scegliere e colpire….più pappa pronta di così! i love a first sight:per una come me, la Dahl, le Marlette e Alice Waters!!!!grazie splendida ed efficace come sempre!Marika

  • Luca ha detto:

    Ciao Sigrid, mi vieni voglia di comprali tutti approfittandone che è natale!grazie dei bei suggerimenti!ciao

  • QuaderniGolosi ha detto:

    che belli tutti questi libri “cibeschi”!

  • Tantissime idee interessanti! … non saprei da dove iniziare gli acquisti! :)
    Buon 5 dicembre!

  • ElenaB ha detto:

    Sono stata da Montersino ad Alba! (Ha una pasticceria che fa anche da caffetteria). Purtroppo quel giorno abbiamo dovuto aspettare un’infinita’ di tempo per essere serviti (un poco disorganizzati…avevano aperto da poco), ma ne e’ valsa la pena!

  • la Ucci ha detto:

    Il libro di Allan Bay è già mio :-)
    Tra gli altri quello che mi ispira di più è A Month in Marrakesh. Grazie per i consigli Sigrid!

  • Robbirabba ha detto:

    dopo infinite ricette di Sachertorte ho trovato la ricetta ideale ed equilibrata: quella di Montersino.
    http://www.youtube.com/watch?v=oggTfAHwaak
    ho spiazzato anche la suocera austriaca specializzata nella sacher! è un grande! sicuramente non mi farò mancare il libro! ottimo regalo di Natale!

  • Grazie per i consigli Sigrid! Quest’anno i miei regalini di Natale saranno tutti rigorosamente culinari e golosi(sto già abbondantemente attingendo dal tuo libro ;-)) e pensavo proprio di abbinare un libro di ricette ad ogni pensiero! avevo qualche lacuna sui libri da regalare alle amiche neo-mamme, ma hai riempito le mie lacune.
    Grazie
    Camy

  • Buccia ha detto:

    Io adoro (il vecchio) Dahl, ma ho sempre avuto qualche pregiudizio sulla giovane nipote… Hai segnato un punto a suo favore con il suo commento :) Utile post, e il mio blocchetto degli appunti è sempre più scribacchiato :)
    Buona settimana Sigrid, e a proposito di bei libri di cucina, il mio post di oggi è proprio dedicato al cavoletto cartaceo :P
    V.

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