In fondo, stavo giusto pensando che
lo stoccafisso stufato potrebbe essere davvero un buon titolo per un libro di Bob&Bobette (detti anche Suske&Wiske nella lingua in cui li ho letti io, anzi scopro ora che in inglese si chiamano
Spike and Suzy – what??!! :-), se non che, con tutto che esistevano delle traduzioni persino in latino (dove diventano
Lucius&Lucia, lol) temo proprio che le avventure dei due giovanotti, dello zio Lambic e della zia Sidonie non sono mai giunti da queste parti, o per lo meno io non li ho mai visti qui, e semmai è un peccato. Insomma, avrete capito, per me è stato una lettura fondamentale ;-)
Comunque, poco hanno a che vedere con lo stoccafisso i due piccoli caratteri belghi, anche se non escludo che prima o poi nelle loro storie la parola
stokvis non sia venuta fuori, ma casomai in qualità di insulto. A parte ciò, e credo di averlo già detto in precedenza, per me piccola belga lo stoccafisso era fino a qualche anno fa un’ingrediente del tutto sconoscuto, cosi come anche il baccalà, evidentemente perché venendo da un porto da dove partono i pescatori del merluzzo non c’è poi nessun bisogno di conservarlo (e infatti ho mangiato merluzzo fresco per più o meno tutta l’infanzia). Comunque, a parte che lo stoccafisso in fondo non è che sia un ingrediente molto sexy e che se non fosse perché fa parte del repertorio consolidato di mia suocera probabilmente non lo mangerei proprio mai, mi era capitato di comprarlo per una ricetta del libro in lavorazione, così, con l’avanzo, già che c’ero, ho fatto uno stufatino che mi fa tanto Calabria. Tranne poi scoprire che a Genova esiste uno stoccafisso accomodato che è su per giù uguale. Vai a capire come mai questo eco nord-sud (se qualcuno la se ce lo dica…). In ogni caso devo dire che lo stoccafiso cucinato insieme a patate, pomodori, olive & co vale tutto l’inconveniente del non proprio buonissimo profumo che si sprigiona quando lo si sbollenta, ecco… :-)
Già che c’ero stavo pensando che questo stufato mi fa tanto ‘estate’, tranne poi capire perché: perché è una ricetta di mia suocera e che in effetti, d’estate, mangio sopratutto la sua cucina (e del resto questo stufato qui è ottimo anche freddo). E quindi mi sono chiesta se ne avete anche voi, di storie e ricette di stufati che più che di inverno sanno di primavera e estate? Raccontateci i vostri stufati estivi nei comment, e per i tre commenti più interessanti (secondo il mio personalissimo e indindacabile giudizio) ho da dare via tre cocotte classiche Le Creuset di 20cm, di ghisa smaltata nel nuovo colore Coastal blue e quindi perfettamente estive appunto. Avete fino a martedì mezzanotte per lasciarci la vostra partecipazione :-)
Stoccafisso accomodato: Fare un soffritto con olio d’oliva, mezza cipolla, uno spicchio d’aglio, una carita e una costa di sedano. Aggiungere una punta di peperoncino a scaglie, due acciughe e lasciarle sciogliere. Aggiungere poi 400g di polpa di pomodoro e 400g di stoccafisso ammollato e sbollentato, una manciata di olive taggiasche e due cucchiai di pinoli, e lasciar cuocere per 10 minuti. Aggiungere poi 4 patate sbucciate e tagliate a spicchi, un generoso mestolo d’acqua e lasciar cuocere per altri 20 minuti. Verificare la cottura delle patate e il condimento. Spegnere e servire con un po’ di prezzemolo tritato. Per 4.
cosa potresti aspettarti da una siciliana?il mio stufato estivo e la caponata,e tutt’ora quando vedo melanzane penso subito alla caponata,che ha accompagnato tanto la mia infanzia….la cosa più bella sai qual e?che verso le 16.00 mia mamma mi chiamava a mangiarla cosi:vieni a fare la merenda,a tia:)
buon tutto cara Sigrid,mi piace tanto il tuo spazio ed anche i tuoi libri che custodisco gelosamente nella mia libreria:)
Io ho un vecchio “giornalino” un pò rovinato di bob e bobette, ha la copertina mezza rotta ma appartiene all’infanzia è uno di quei librini da conservare che hanno letto anche i miei figli, (ho 48 anni) ciao!
non sono una gran cuoca e poi pensavo che lo stufato fosse una preparazione molto complessa, la tua ricetta però mi invoglia e mi ispira… l’unica cosa divertente che mi viene in mente, forse sciocca, è che mio figlio (abitiamo in provincia di ge) ha scritto ” mio nonno mangia sempre un pesce molto puzzolente che si chiama l’ostoccafisso…”
Ciao, Sigrid!!! Sono anch’ io, come tua suocera, calabrese di nascita, anche se da piccolissima sono venuta a Roma dove tutt’ora vivo. Per questo motivo, mi è venuta in mente una ricetta calabrese che faceva (e fa) sempre mia mamma…Si tratta del “macco”, che può considerarsi uno stufato, se per stufato si intende una pietanza cotta a lungo, ma non contiene carne. E’ una minestra, squisita sia calda che fredda. Occorrono le fave secche, quelle senza buccia, poi acqua a coprire, sale e peperoncino. Per aromatizzare si usa una carota, un pezzo di sedano, mezza cipolla. Si bolle a lungo, mescolando spesso per non far attaccare: dovrà risultare una specie di crema, le fave dovranno spappolarsi. Verso la fine si aggiunge un sughetto preparato a parte con due o tre pomodori san marzano, olio, aglio. Si mangia così, con un filo d’olio. Bella spessa, una vellutata…Oppure si può aggiungere acqua e al bollore, buttarci dentro degli spaghetti spezzati. E’ tipicamente estiva, stranamente rinfrescante.
stufato estivo celo: una zuppa di patate, fagiolini e zucchine 1/3 di ogni verdura tagliati a pezzi piuttosto grandi (tipo i fagiolini in due) con tanti pomodorini.
Prima si mettono, in olio evo e con uno spicchio d’aglio, le patate, i fagiolini appena sbollentati e pomodorini a pezzetti si copre d’acqua, quando inizia a sobbollire si aggiungono le zucchine, salare a piacere. Va praticamente da solo a fuoco basso basso, ci vuole un’ora o anche di più, le patate devono disfarsi.
E’ squisito appena tiepido con tanto pane di Altamura….
Ciao Sigrid, vorrei partecipare anch’io al
giveaway e questa sarebbe la mia prima volta.
La ricetta dello stoccafisso è
quella che mia madre prepara rigorosamente alla vigilia di Natale ed è il
baccalà alla vicentina: non è proprio uno stufato, perché si cuoce al forno, ma
per me è un classico piatto dalla preparazione lunga e accurata. Servono, per
dodici persone, 1 chilo di stoccafisso secco, 250/300 gr. di cipolle, ½ litro
di olio extra vergine di oliva, 3 sarde sotto sale, ½ litro di latte fresco,
poca farina bianca, a chi piace gr. 50 di formaggio parmigiano reggiano
grattugiato (io non lo metto), un ciuffo di prezzemolo tritato, sale e pepe.
Lo stoccafisso deve essere tenuto in ammollo
nell’acqua fredda, cambiandola ogni giorno, per almeno 2-3 giorni, quindi viene
aperto, diliscato, pulito dalle spine e tagliato a pezzi, per poi essere
infarinato.
Nel frattempo si prepara un trito di cipolle,
sarde sotto sale, prezzemolo tritato da rosolare in tegame con un bicchiere d’olio
evo.
Nella pirofila, metto sul fondo qualche cucchiaiata di
soffritto, i pezzi di stoccafisso infarinati, il resto di soffritto, copro il
tutto con il latte, il grana (facoltativo), poco sale e pepe e il resto di
olio.
Metto in forno, a temperatura media, per circa 4 ore, 4 ore
e mezzo, eventualmente aggiungendo ancora latte se il baccalà si dovesse
asciugare troppo.
Questa è la mia ricetta: esistono molte varianti, il baccalà
è ancora più buono il giorno dopo, accompagnato da polenta bianca o gialla.
Buon appetito!
Vivendo in montagna, dove nemmeno d’estate fa troppo caldo, lo stufato lo si mangia un po’ tutto l’anno. A me ricorda l’estate perchè è il momento delle passeggiate fino ai rifugi, dove si arriva con una fame da lupi dopo una lunga camminata e ci si gode il pasto che è sempre delizioso, complici la fatica per arrivare, la soddisfazione di avercela fatta, il piacere di sedersi con gli amici e di scambiare quattro chiacchiere con gli sconosciuti, perchè il bello dei rifugi è che si incontrano persone che hanno voglia di regalarvi un po’ del loro tempo. La ricetta di questo stracotto è della mia mamma, semplice ma deliziosa, perfetta se accompagnata con un po’ di polenta o degli spätzle, buona servita anche tiepida.
Stracotto al Teroldego
800 gr di girello di manzo, cipolla, carota, sedano, alloro, cannella, chiodi di garofano sale, Teroldego.
Rosolare
in un po’ di burro e olio, sedano, cipolla, carota, i vari odori e infine la
carne. Fare rosolare il tutto finchè la carne ha preso un colore dorato.
Aggiungere il vino rosso sino a coprire la carne e cucinare per circa 2
ore a fuoco lento con il coperchio.
Togliere lo stracotto dal fuoco e passare al setaccio il sugo cher servirà a coprire la carne prima di servire.
Estate=peperoni!!! Quindi stufato ai peperoni sia: si soffrigge uno spicchio d’aglio in una padellona con dell’olio, si rosola 1 kg di manzo a bocconcini leggermente infarinati e si sfuma con del vino rosso. A metà cottura si aggiungono un paio di profumatissimi peperoni rossi e gialli tagliati a pezzetti, qualche oliva nera e…colpo di scena, un paio di acciughe sott’olio. Proseguire la cottura finchè i peperoni saranno morbidi…vi assicuro che questo sufato è una bomba e l’aggiunta delle acciughe gli da un tocco davvero originale!
Meravigliosa la cocotte azzurra! Chissà se si trova qui in Portogallo… Il coniglio alla ligure della mia mamma, ricetta telegrafica che trascrivo testualmente: “cipolle + olio + coniglio rosolare. + vino bianco. Timo, alloro, rosmarino, salvia, olive nere alla fine sale pepe brodo.” Lo faccio domani, ecco.
Da noi si chiama “la Vecchia”, perché fa parte della cucina povera della provincia di Parma e quindi un bello stufato per utilizzare gli “avanzi”.
Questi sono gli ingredienti freschi: cipolla, peperone, zucchine, melanzane, salsa di pomodoro e peperoncino, ma sono intercambiabili anche con patate (già lessate), fagiolini, sedano…. e largo alla fantasia!
Far soffriggere la cipolla nell’olio aromatizzato all’aglio (olio con aglio tritato dentro), aggiungere peperoni e far saltare finché si sprigiona il profumino di pre-peperonata. Aggiungere melanzane e zucchine, salare e saltare a fiamma vivace e poi far appassire a fiamma bassa con coperchio per circa 10 minuti. Aggiungere la salsa di pomodoro e il peperoncino e far cuocere lentamente per altri 15 min circa. Aggiustare di sale e servire caldo come contorno. Il giorno dopo “La Vecchia” è ancora più buona e si mangia anche fredda a pranzo con due fette di pane come piatto principale.
PS: “La Vecchia” è più digeribile ancora se avete dei peperoni grigliati senza pelle dal giorno prima! Metteteci quelli invece del peperone fresco! Insomma s’è capito di che piatto si tratta! ;-)
Non mangio il pesce, ma volevo molto questa bellissima cocotte:)
Lo stufato ha un sapore antico perchè ricorda i vecchi tempi andati in cui tutto scorreva con più calma e la pentola borbottava serena sull’angolo della stufa della nonna. Il cibo era semplice ma curato nella lenta preparazione. La fretta insomma non è solo una cattiva consigliera ma anche una pessima cuoca (ed io ne so qualcosa).
Pensando alla ricetta, quella della nonna, qualcuno potrebbe storcere il naso eppure lo stufato di testina di manzo in Piemonte è un piatto forte. L’importante è il tempo e il fuoco basso basso. Cotto con un buon soffritto (o il classico pesto di verdure in composta che si usa tutto l’inverno) con l’aggiunta di poco brodo di tanto in tanto solo se occorre. Una bella cottura quasi “caramellata” è quella da ricercare.
Scusa Sigrid,
nel messaggio precedente ho allegato la mia foto per sbaglio, non riesco a toglierla!
Ancora scusa.
Maria
A volte rimango colpita dai “corsi e ricorsi” del destino…
E mi chiedo se in realtà tutto sia intimamente collegato, anche solo che noi ce ne accorgiamo di rado… Fatto sta che sto giusto tentando di tradurre in giapponese una ricetta tipica veneziana, le “seppe in tecia” (seppie in umido). E’ una ricetta primaverile/autunnale, che è anche un po’ comfort food.Questa è una ricetta che ho imparato ad amare e che, nella versione di mia mamma, si discosta un po’ da quella tradizionale. Nel senso che mia mamma sostituisce l’aceto al vino bianco, con il risultato che quel gusto acidulo che ne risulta dona al piatto un inconfondibile sapore, che si sposa magnificamente con la polenta.
Se rimane un po’ di sugo, si può sempre condire un piatto di spaghetti all’indomani.Ecco la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
seppie 750 gr
aglio 1 spicchio
aceto di vino bianco circa
100 ml
passata di pomodoro circa 200
ml
sale q.b.
olio di mais circa 50 ml
Procedimento:
Pulire le seppie eliminando
l’osso, gli occhi, le viscere e le sacche di inchiostro (tranne due).
Sciacquare le seppie sotto acqua corrente e tagliarle a fette di 2-3 cm;
tagliare i tentacoli.
In una ciotola, rompere le due
sacche di inchiostro e stempararle con l’aceto, mescolando bene.
Scaldare 3 cucchiai di olio in
una padella o pentola e farvi soffriggere l’aglio finché non diventa dorato,
quindi eliminarlo. Togliere la padella/pentola dal fuoco e, quando l’olio si è
raffreddato, aggiungere un pugno di prezzemolo tritato, le seppie, la passata
di pomodoro, l’olio rimanente, una presa di sale e la mistura di inchiostro e
aceto.
Cuocere con un coperchio per
40-50 minuti, finché le seppie sono cotte.
Servire con polenta.
Mi piace il givaway!!!
Io propongo uno stufato verde
Stufato di fave
Ingredienti:
fave
bieta
menta
olio
cipolla
sale
(peperoncino)
Questo stufato è un piatto povero ma gustoso e di stagione. A casa nostra
quello che lo rende speciale, oltre l’amore con cui la mamma lo cucina, sono
gli ingredienti “fatti in casa” ed allora diventa ancora più gustoso ed irrinunciabile!
In abbondante olio di oliva far soffriggere la cipolla per qualche minuto, aggiungere la
bieta e le fave e dell’acqua se
necessaria e lasciare cucinare per una mezz’ora a fuoco lento. Controllare la cottura aggiustando di sale e
unire delle foglioline di menta spezzettata. Se piace unire del peperoncino
tritato. Lasciare sul fuoco per alcuni minuti lasciando il tempo alla menta di
sprigionare tutto il suo odore.
Servire aggiungendo una spruzzata di olio a crudo e foglioline di menta
e, nel caso abbiate optato per il peperoncino, un piccolo peperoncino per
decorare e richiamare l’odore e i colori del piatto.
Maria
Cara Sigrid, è molto intrigante la tua proposta di una cocotte in cambio di una ricetta, ho voglia di raccoglierla nel modo che mi è più congeniale… Ti racconto la storia dello stufato che non ho mai realizzato e che sicuramente cucinerei nel ‘celeste’ estivo creuset così generosamente offerto in dono ;-)Il mio stufato ideale sarebbe dolce grazie all’abbondanza della cipolla ma non disdegnerebbe l’acidità del pomodoro. Avrebbe dentro punte di verde degli okra e le rotondità delle patate tagliate a spicchi grandi. Il pezzo forte sarebbero bocconcini teneri di carne e la sapidità sarebbe data tutta da una generosa spolverata di spezie berberè, masala, paprica piccante. Non so bene quanto possa suggerire l’estate ma sicuramente a me questo stufato ricorda molto le mie cene in Grecia dopo una lunga giornata di mare sabbia e sole. A presto Laura :-)
Cara Sigrid, è molto intrigante la tua proposta di una cocotte in cambio di una ricetta, ho voglia di raccoglierla nel modo che mi è più congeniale… Ti racconto la storia dello stufato che non ho mai realizzato e che sicuramente cucinerei nel ‘celeste’ estivo creuset così generosamente offerto in dono ;-)
Il mio stufato ideale sarebbe dolce grazie all’abbondanza della cipolla ma non disdegnerebbe l’acidità del pomodoro. Avrebbe dentro punte di verde degli okra e le rotondità delle patate tagliate a spicchi grandi. Il pezzo forte sarebbero bocconcini teneri di carne e la sapidità sarebbe data tutta da una generosa spolverata di spezie berberè, masala, paprica piccante. Non so bene quanto possa suggerire l’estate ma sicuramente a me questo stufato ricorda molto le mie cene in Grecia dopo una lunga giornata di mare sabbia e sole. A presto Laura :-)
SuSy Ciambella..
spero di essere in tempo per il givaway!
pollo all’orientale (che orentale non è ) in casseruola..
1 petto di pollo tagliato a bocconcini soffritto con 1 cipolla bianca tagliata a fettine sottili, 2 carote tagliate a rondelle, 5 pomodorini piccoli tagliati a metà, dopo una leggera rosolata aggiungere, 15 olive bianche saporite e 2 peperoni 1 rosso e 1 giallo tagliati a fettine. Allungare tutto con acqua e regolare il tutto con sale e pepe e 2 cucchiaini di spezie per il cuscus.. fare cuocere per almeno 40 minuti… Io aggiungo anche un pò di coriandolo…
http://blog.libero.it/SuSyCiambella/
Ok, io ci provo. è la prima volta che commento, pur seguendo il blog da tre anni…E sono ossessionata dalle cocottes Le Creuset.
Il mio stufato estivo è la zuppa di cipolle, che adoro, con due aggiunte: caffè e quinoa.
Servono 5 cipolle bianche grandine, 1 litro di brodo vegetale, 1 cucchiaio di caffè, olio, sale e mezzo bicchiere di quinoa.Ecco la ricetta: sbucciare le cipole e tagliarle a fettine sottili, farle rosolare con poco olio per qualche minuto fino a farle caramellare leggermente, aggiungere il brodo e cuocere per mezz’ora. Aggiungere poi la quinoa e quando è cotta aggiungere il caffè, continuare la cottura per qualche minuto e far raffreddare…A me piace gustarmela quasi fredda, possibilmente nel giardino della casa d’Assisi, dove d’estate spira sempre un po’ d’aria fresca, mentre guardo il tramonto :)
Ah lo stocco! Per me e’ il ricordo di una zia che non c’e’ piu’ e che arrivava da Napoli con la spesa appena fatta al Vasto , era lo stocco piu’ alto che si possa immaginare . Tante volte sono stata con lei , era la meta’ degli anni 60 e io bambina ero intimidita dai pescivendoli che gettavano secchi d’acqua sui blocchi di ghiaccio che servivano a mantenere fresco il pesce, dandosi la voce coi vicini acquafrescai che vendevano bicchieri di acqua fresca e limone. Cara zia…
Di stufati estivi anch’io ne ho uno, di quelli leggeri leggeri, tra le prime cose ”verdi” che ricordo
Si fa un soffrittino di cipolla e ci si mettono, nell’ordine, quadretti di patate e poi pezzetti di zucchini ( in Campania sono maschili) di quelli teneri e piccoli, poi i fiori di zucca e le loro foglie.Sono foglie un po’ pelose e pungenti, ci si tira il filo delle nervature e ”stracciate” e aggiunte nell’acqua a filo che avremo aggiunto danno vita a uno squisito sapore naif. Provatele, ho sentito che molti non le conoscono!
Mia madre, che era toscana e si era innamorata della ricetta quando era venuta ”giu”’ la chiamava ”minestrina” e tutti aspettavamo con piacere che fosse il periodo dei fiori di zucca.
Mi piacerebbe cuocerla in quelle cocotte!
marinella
g.marina58@gmail.com
Ciao! Il mio stufato estivo è molto simile a quello di Valentina, a base di tanti ortaggi come carota, cipolla, sedano, melanzana, peperoni, pomodori e olive verdi, condito con olio evo e una spolverata di origano calabrese (non ne ho mai sentito un altro che avesse un profumo così intenso!)… tiepido o freddo è sempre buonissimo!
Lo stocco? Non sarà profumato, ma io lo adoro in tutte le salse! Stufato, crudo (condito con olio evo, aglio e prezzemolo) e poi grigliato… che buono!
(sarà forse che sono calabrese…?!?)
Se dici stufato estivo io dico Ciauledda. Estivo perché lo
mangiavo in agosto quando ero in vacanza in Cilento a casa di mia nonna. Una nonna eccentrica e
stravagante, con le sue manie, tanti aneddoti e abbracci che sapevano di sapone
di marsiglia. Ce la serviva di sera, in quelle cene fatte con niente e squisite
per questo, in una casa con poche stanze, volte alte e intonaco screpolato. Non ne ho mai più mangiata
una così buona. Per quanto semplicissimo a farsi, questo piatto per me resta
irriproducibile. Riassaggiarlo mi farebbe l’effetto che ha la ratatouille nell’omonimo
film su Ego, il critico gastronomico, hai presente? una madeleine per l’anima.
Una buona ciauledda per una nipote molto curiosa e affamata si fa più o meno così: soffriggi
gentilmente un po’ di aglio in abbondante olio (del Cilento, preferibilmente
quello che produceva lei), aggiungi pomodori freschi e maturi a cubetti, e poi
patate pelate e tagliate in pezzi insieme a melanzane e peperoni e abbondante basilico
profumatissimo. Da mangiare con un po’ di pane e un pezzo di formaggio, mentre
fuori la sera odora di origano e i grilli cantano sfrenati. E poi a caccia di
lucciole e stelle cadenti.
Senti che giro del mondo! Una mia amica napoletana che vive a Londra sta con un ragazzo di Réunion che mi ha fatto assaggiare questo pollo, ricetta della mamma… Pollo alla vaniglia:
tagliare per il lungo due baccelli di vaniglia e recuperare i semini; tagliare un pollo sotto la pelle e spargerci i semini, dopodichè far riposare una notte in frigo.
Fare un trito con i baccelli di vaniglia, del dragoncello (fresco o secco), scorza di lime grattugiata e mescolare il tutto a circa 300 gr di formaggio fresco e leggero (a Londra hanno usato il cottage cheese, forse una ricotta può andare bene), salare e pepare.
Lessare 200 gr di riso tipo basmati e mescolarlo al formaggio. Farcire il pollo, rosolarlo nella casseruola e poi cuocerlo in forno caldo, coperto, per circa un’ora.
Freddo è buonissimo!!!!!
…proprio stufato non e’ ma l’unica cosa che mi viene in mente pensando a cotture estive sono le melanzane: dopo averle affettate e messe in un piatto con il sale per togliere l’amaro, le taglio a dadini. Poi le soffriggo con uno spicchio d’aglio in un ampia padella, aggiungo una bella manciata di origano fresco, un goccino d’acqua e lascio cuocere e appunto stufare con il coperchio! Perfette da mangiare tiepide con una buona mozzarella. Semplicissime e Profumate, estive!
La ricetta e’ inventata di ritorno da un viaggio in Marocco, dove spesso i piatti venivano accompagnati con appunto dei dadini di melanzana!
Un saluto grosso
Mia nonna mi faceva sempre Yaprak Sarmasi, un piatto tipico turco. Sono foglie di vite farcite di riso, uvetta e pinoli. E tutto la farcia che rimane in più era per noi, da mangiare con i cucchiaini. In estate si mangia fresco con del cacik, cioè yogurt con cetrioli. Sembra semplice ma non è facile per niente. La bravura sta nella preparazione delle foglie – a cui precedentemente sarà stato tolto il gambo, messe a bollire per cinque minuti in una pentola con acqua (contenuto di dieci bicchieri) e succo di limone. Dopo di che le foglie dovranno essere tolte dall’acqua , asciugato e lasciate raffreddare. Quindi si da inizio all’operazione: Si dispone una foglia all’interno del palmo della mano aperta in modo che la punta della stessa superi il lato del mignolo. Con la mano destra si mette al centro della foglia un po’ di ripieno, si ripiegano i lati, si fa rotolare l’involtino e via nella casseruola. Zucchero, sale e olio fanno il resto. Fare raffreddare.
La cocotte e’ bellissima, leggerti e’ sempre un piacere e fare un po’ di surf nel mare dei ricordi e’ qualcosa che faccio raramente. La mia nonna mi preparava dei calamari ripieni (i tentacoli con una mistura di uova, pecorino e non so quali erbe) stufati al forno in nero di seppia e salsa di pomodoro. Unici.
Mio padre è nato a
Beausoleil, nel Principato di Monaco.
Mia mamma è laureata in
francese.
Anedotto: mio padre è
chiamato a fornire le generalità per una contravvenzione: nome, cognome, nato
a… Di fronte al viso perplesso del vigile parte con lo “spelling”, e il tutore
dell’ordine stradale annota fedelmente: “nato a Bologna, Empoli, Ancona…”. Che
parto travagliato!
Fin da piccola mia mamma
(persona adorabile ma un pò smemorata…) infarciva le sue comunicazioni di
termini francesi: mi passi un torchon, mettiamo le tazzine sul plateau.
Allo stesso tempo propinando
come familiari ricette francofone: blanquette de veau, coque au vin,
parmantier, soupe de pois cassè, …
Ma il passepartout e la
prima con cui mi sia cimentata io, è la ratatouille.
Naturalmente mia mamma non
seguiva dosi e pesi, anche perché se anche dovesse avanzare, va benissimo per
condire pasta o riso (ottima con il cous-cous).
Immancabili le erbe di
Provenza, che ha sempre messo ovunque, anche nel caffè e latte!
Molto estiva, e siccome
cuoce da sola, non obbliga ad accaldarsi sopra i fornelli: buona anche fredda.
INGREDIENTI:
1 melanzana
2 zucchine
2 peperoni
1 cipolla
2 pomodori
(2 patate)
cottura 30/40 minuti
Tagliare le verdure a
rondelle o tocchetti, soffriggere con un
cucchiaio di olio extra vergine di oliva, e portare a cottura,
eventualmente aggiungendo poca acqua, salare o usare dado.
Aggiungere olio a crudo.
Per le erbe di Provenza: mi
sa che mia mamma ha esagerato quando ero piccola, e mi sono trovata con
un’idiosincrasia verso il timo! Usatele con moderazione.
e metti anche le cipolle e la menta? interessante il vino rosso; il concentrato si usa anche in molte ricette siciliane con il tonno e non.
Lo stufato di Mounia, la signora che faceva le pulizie, riempiva la casa di odori nuovi e speziati.
Chiudevo gli occhi e iniziavo a viaggiare con la fantasia, mente quelle note di zenzero e zafferano travolgevano, avvolgendoli, gli spazi e il mio cuore. Mounia è marocchina, ma a casa noi la tajiniere non l’avevamo.E allora si usava la vecchia pentola in ghisa di nonna; quella dove faceva, di tanto in tanto, lo spezzatino con le patate. (e, per rendermelo ancora più gustoso, mi narrava di cowboys e indiani che ci banchettavano alla grande con quella ricettina li. Ma questa è un’altra storia.)Mounia faceva una sorta di tajine a mò di stufato.Prendeva dei pezzi di vitello, delle prugne e le spezie che ci aveva regalato l’estate prima. Acqua a filo, cipolla. Tanta. Cannella in stecche. Nel giro di un’ora abbondante era pronto il suo stufatino etnico.Ancora adesso lo preparo di tanto in tanto. Grazie per avermi fatto ricordare un po’… ;)
CAra Sigrid!
Ti propongo una ricetta che facevo ogni tanto quando abitavo in Spagna!
Ecco il mio stufato estivo: calamari ripieni con peperoni e mandorle
Pulire 8 calamari. Rosolate i tentacoli con uno spicchio d’aglio. Ammollare 4 fette di pane con mezzo bicchiere di latte e passare al mixer insieme ai tentacoli con pezzetto d’aglio, 2-3 filetti di acciughe, 2 cucchiai di prezzemolo tritato. Aggungere alla farcia mezzo ovetto sbattuto (giusto per tenere insieme il tutto) e una mozzarella a dadini. Sale e pepe. Con questa farcia si riempiono i calamari e li si chiude con uno stuzzicadente.
Rosolare uno spicchio d’aglio e una manciata di mandorle fino a che sono dorate. Togliere le mandorle, ridurle a pezzetti (non tritate!) e metterle da parte. Aggiungere i calamari farciti, mezzo cucchiaio di pimenton (o paprika dolce) e rosolare brevemente. Sfumare con mezzo bicchiere di vino. Aggiungere a questo punto tre piccolo peperoni (uno giallo uno rosso e uno verde) tagliati a pezzi grossi e lasciate cuocere in pentola coperta per una ventina di minuti. Finire aggiungendo le mandorle in pezzi.
E ora incrociamo le dita!
Lo stufato della memoria è quello della nonna: una bella cipolla rosolata in olio evo, uno spicchio d’aglio, prosciutto a dadini, carne a pezzetti, carotine a fette spesse, patate e carciofi (in stagione) oppure zucchine con il loro fiore o melanzane e poi pomodori e basilico. Una bontà, da fare la scarpetta. Ogni volta che lo preparo, mi ricordo di lei.
Che bella!
Io la userei per fare la zuppa di cipolle.
Tante cipolle (1 kg) tagliate sottili ad insaporire per 50 mn a fiamma bassa con il burro (50 g); qualche spicchio d’aglio (3) e un paio di cucchiai di farina per asciugare e dare ancora piu’ corpo; una tazza di vino bianco (200 ml), tanto brodo di verdure (1 litro e 1/2) e, quando arriva a bollore, l’alloro e tante foglioline di timo fresco per renderla ancora piu’ aromatica e leggera; con il coperchio si arriva a cottura, sempre dolcemente, per altri 40 mn.
E poi basta! niente panna, solo qualche crostino di pane rustico e un tavolo all’aperto da apparecchiare mentre si intiepidisce un po’.
Ok ce l’ho fatta a commentare….lo stocco stufato è un grande piatto, io come stufato estivo preparo dei finocchi stufati, a cui a fine cottura aggiungo pinoli tostati, uvetta e pan grattato. Leggero, come vuole l’alimentazione di stagione, e con il tocco inconfondibile della cucina siciliana, che amo tantissimo pur essendo piemontese verace…Un abbraccio
Questa idea degli stufati estivi è davvero originale, perchè chi l’ha detto che lo stufato è un piatto solo autunnale o invernale
A Palermo, a casa mia, la calda estate siciliana vede entrare in scena uno stufato, di cui mia madre è esperta esecutrice, da mangiare a temperatura ambiente che viene addirittura ritenuto rinfrescante.
Si tratta dello stufato di polpette, patate e zucchina lunga verde con pomodori e cipolla.
Si parte friggendo le polpette di macinato di manzo, preperate mescolando mezzo chilo di carne di manzo macinata, un uovo intero, prezzemolo e pangrattato e poco parmigiano grattuggiato. Una volta fritte le polpette piuttosto scure e dopo averle modellate con una forma piatta e ovale e grandi delle dimensioni di un uovo ma appiattito, si mettono da parte e si prepara la base dello stufato facendo rosolare in un capace e profondo tegame mezza cipolla bianca tagliata a fette in poco olio extravergine di oliva, dopo di che si aggiungono quattro patate grandi tagliate a tocchettoni e si fa rosolare il tutto per qualche minuto, quindi si aggiunge qualche pomodoro da sugo tagliato a pezzi, si sala quanto basta e quindi si copre d’acqua il tutto. Una volta ripresa la bollitura si tuffano nell’intingolo le polpette rosolate e si fa cuocere per circa trenta -trentacinque minuti e quindi si aggiunge mezza zucchina verde lung a pelata e tagliata a tocchettoni, si lascia quindi cuoce per ulteriori dieci minuti e si spegne il fuoco coprendo il tegame con il coperchio, in modo che la zucchina termini la cottura senza disfarsi rimanendo come si dice a palermo ” citrigna” , ovvero al dente.
Aggiungo che la zucchina verde lunga, nulla ha a che fare con le zucchine cosiddette genovesi ma è una tipica cucurbitacea sicialiana lunga anche più di un metro , liscia e dolce che non trova pari nelle altre zucche o zucchine
Questo stufato va cotto nel primo pomeriggio, in modo da servirlo a cena, a temperatura ambiente, servendo polpette e ortaggi irrorate del sughetto acquoso che si è formato durante la cottura. Ideale al ritorno da una giornata al mare o in barca, preparandolo prima di andare al mare o contando su qualcuno che affettuosamente lo fa trovare pronto al vostro ritorno ( mamma o nonna che sia) .
Provatelo e scoprirete quanto possa essere estivo uno stufato palermitano testato anche dalle calde serata estive siciliane, dense di scirocco e calori talora eccessivi.
oddio ma quanto sono belle queste cocotte? allora cercherò di vincerne una con la ricetta di uno “stufato estivo” che di solito prepara la mia mamma e che a me piace da impazzire! come punto a suo favore ha la semplicità dell’esecuzione! allora servono: (per 4 persone) 1 cipolla bianca grande, 4 zucchine medie, 4 patate medie, olio e sale. In una casseruola mettiamo l’olio evo, la cipolla tagliata a fettine e le patate e le zucchine tagliate a grossi cubetti, versiamo l’acqua fino a coprire tutto, aggiungiamo il sale, chiudiamo con il coperchio e lasciamo cuocere per circa 2o minuti.
a casa mia si chiama genovese di tonno (per distinguerla dalla genovese di carne, tipica dei pranzi domenicali invernali) e la cucina la mia nonna mezza ligure.
La faccio spesso e da sempre grande soddisfazione…ma il tonno lo lascio sempre intero (poi dopo la cottura prolungata si falda con la forchetta) e uso un cucchiaio abbondante di concentrato e il vino rosso……
Una ricetta palermitana semplicissima ed estiva, per quanto piuttosto robusta.
Tonno aggrassato o tonno bianco.
Un bel tocco di tonno da circa 1 kg.
quattro grosse cipolle bianche
menta (facoltativa)
un bicchiere di vino bianco
olio, sale, pepe q.b.
La riuscita del piatto è ovviamente legata al taglio di tonno che si riesce a procurarsi: l’ideale sarebbe una bella “ruota”, cioè taglio trasversale di un grosso tonno nei pressi della pancia; ma va bene anche la polpa tagliata a tocchetti abbastanza grossi o legata a rollò. In ogni caso, il tonno va prima dissanguato lasciandolo per un po’ sotto l’acqua corrente (ci guadagna in sapore e digeribilità); poi si rosola da ogni lato in un tegame con olio per qualche minuto. Quindi si toglie il tonno e nello stesso olio si soffriggono le cipolle tagliate a fette sottili e poi si bagnano con acqua, cuocendole per una decina di minuti. Si rimette il tonno, con la menta, il sale e il pepe, e si lascia cuocere a fiamma bassa per una mezz’ora con coperchio; quindi si aggiunge il vino bianco e si lascia coperto a cuocere un’altra oretta (se avete usato il tonno a tocchetti calcolate un quarto d’ora + vino+ altra mezz’ora, dimezzate cioè i tempi). Se durante la cottura il vino si asciuga, versatene qualche altro sorso.
Consumare tiepido con il sugo di cipolle e vino (glassa o in palermitano “aggrassa”) ben caldo sopra.
Ciao Sigrid ti racconnto lo stufato nel coccetto di mia madre, è fatto con fagioli corallo, patate aglio e basilico e mentre ero incinta ne ho mangiato in quantità!
E’ una preparazione semplicissima: bisogna far scaldare quattro cucchiai d’olio con 2 spicchi ‘daglio, poi aggiungere 400 gr. di fagioli corallo (o taccole) puliti e spezzati a metà. Aggiungere due patate medie sbucciate e tagliate a dadi grossi ed nfine aggiungere 300 gr. di pomodori a cubetti, più una generosa presa di sale e mezzo bicchiere d’acqua. Il coccetto col suo coperchio e la cottura lenta faranno il resto, alla fine ci sta benissimo qualche foglia di basilico spezzettata con le mani. Ciao e grazie per le tue splendide ricette e foto!
Ci provo per la seconda volta ad avere una pentola Le
Creuset, speriamo bene…la prima volta ti ho raccontato di uno stufato di
agnello con i lampascioni, tipico della mia terra nativa, il Salento, ora
chiedi uno estivo, sono sincera d’estate con il caldo che fa non viene tanta
voglia di avere il fuoco acceso tanto tempo e se di stufato si parla deve
proprio stufarsi di cuocere, ma tant’è che a pensarci bene d’estate quello che
cuoce molto tempo sono gli “spolichini” che qui a Napoli
sono i fagioli freschi venduti ancora nei baccelli, io te li propongo alla
maruzzara, praticamente lesso i fagioli( si intende sgranati dai baccelli
) in una pentola Le Creuset,poi in un’altra pentola Le Creuset (capisci a
me, se non la vinco con il lessare la vinco con il soffritto) fondo di olio
buono, uno spicchio di aglio in camicia,una generosa costa di sedano bianco a
pezzetti, due o tre pomodorini solo spaccati e un pò di peperoncino fresco, fai
questo sughetto in un quarto d’ora e poi aggiungi i fagioli, mezzo bicchiere
d’acqua e fai cuocere, verso la fine aggiusti di sale e aggiungi un pizzico di
origano, praticamente è quello che fa la differenza, prepari delle fette di
pane abbrustolito e strofinato con aglio, le metti sul fondo del piatto e versi sopra i fagioli, buon
appetito con davanti un bicchiere di falanghina, che dici me la merito la pentola?
Ciao Sigrid,
per prima cosa come sempre tantissimi complimenti :)
Mi piace leggere un post come questo e dire, peccato.. non ne conosco!
Poi sabato al mercato, i calamari consigliati dal pescivendolo, le olive nere dolcisssssssime del banco siciliano, le patate novelle e mo che ci faccio?
Tirata fuori la pentola di terracotta ho improvvisato i calamari in guazzetto!
Ho fatto dorare aglio e peperoncino in poco olio, poi ho eliminato l’aglio e ho aggiunto i calamari tagliati a pezzi grossolani.
Ho sfumato con il vino bianco poi ho aggiunto i pelati della mamma :) e le olive e ho allungato con poca acqua. Fatto cuocere il tutto 5 min poi ho aggiunto le patate a pezzi non troppo piccoli e cotto il tutto per 15 min.
Spento il fuoco ho aggiunto 1 cucchiaio di colatura di alici e origano fresco.
Lasciato intiepidire, impiattato, decorato con un rametto di origano e gustato tiepido. Ora ho anch’io il mio stufato estivo :)
Grazie!
Mi sono messa a pensare a qualche ricetta estiva e me ne vengono in mente fin troppe che mi riportano sopratutto all’infanzia e le estati passate da giugno a settembre al mare…comunque per restare in tema, e non so se sembrerà strano perchè è un po’ invernale come ricetta, ma a casa mia, sotto il portico di edera, in estate ricordo si mangiava pasta e fagioli ed era buonissima!!!!!Si mangiava fredda o tiepida….ma anche calda!
Mmm sento il sapore in bocca:)
dunque, parliamo di stufato come di cosa che richiede una lunga, lunghissima cottura? ecco, allora per me lo stufato estivo diventa il chili con carne. Ora passerai al prossimo post senza leggere nulla pensando “è matta se fa il chili d’estate” ma noi lo facciamo sempre perchè è il re sovrano delle nostre grigliate, e quando la vuoi fare una grigliata se non a giugno?? E’ una cosa storica, nata sui banchi dell’università tra noi amici e si ripete immancabilmente tutti gli anni quando urge la giornata-grigliata. Ci si trova al mattino presto e ognuno ha un compito: chi taglia le verdure per la griglia, chi marina la carne, chi prepara la sangria (altro genere di “stufato”, ottimo e ad altissimo tasso alcolico il nostro!) e a me e a marco tocca il compito del chili. E così bagnati di sudore perchè siamo davanti a questo enorme pentolone, bagnati di lacrime perchè peliamo non so quante cipolle, prepariamo con cura e amore il chili, che poi verrà sottoposto al giudizio critico di tutti i rompiballe presenti. MA è sempre un successo (sarà per i litri di birra e sangria che lo precedono??). Ed è così piccante che di sangria bisogna prepararne a litri, perchè la giornata trascorre bevendo qualunque cosa pur di spegnere l’ugola infiammata!
Un piatto indimenticabile delle mie estati al mare… la peperonata in agrodolce di mia nonna, da mangiare rigorosamente fredda, a qualsiasi altra temperatura è orribile. C’è da dire che mia nonna odia cucinare ma le poche cose che fa le vengono squisite. Quindi peperonata… mettere peperoni, cipolle, perini, olio e sale (in rigoroso ordine decrescente x q.ta) in un tegame. Lasciare cuocere finché tutto è da morbido e i pomodori sfatti. aggiungere zucchero sciolto nell’aceteo e far evaporare. spegnere, raffreddare e divorare. È anche più buona fatta il giorno prima, moooolto più buona
La minestra palermitana estiva è per definizione quella di tenerumi, da mangiare sia calda (perchè, dicono le nonne, “ti fa sudare”) o dopo una notte di frigorifero.
La verdura è “parente” della zucchina lunga che molti aggiungono alla minestra.
I tenerumi vanno sbollentati e aggiunti a un soffritto di aglio e pomodoro fresco (qui chiamato per ragioni oscure “pic pac”). Dopo aver continuato brevemente la cottura in pentola, eventualmente aggiungendo la zucchina di cui sopra, allungare con acqua e portare a bollore. La pasta dev’essere spaghetti spezzati (ma vanno bene anche spaghetti lunghi frantumati in un canovaccio sbattuto sul tavolo) e il formaggio da spolverare sopra il cacio cavallo.
Buona anche con una punta di peperoncino e abbondante basilico.
Ciao Sigrid,
ti do due varianti della stessa ricetta. È una ricetta che risale alla civiltà contadina, alla buona abitudine di non sprecare il cibo e all’inventiva della nonna, che riusciva a fare magie con ingredienti semplici, di stagione, e con gli avanzi, che erano talmente pochi da essere preziosi. Quello che meno di rado avanzava, era il pane, che veniva fatto un giorno a settimana dalle donne del vicinato, riunite per l’occasione: momenti di socialità ormai scomparsi. A pane fresco rifatto, ci si ingegnava per riutilizzare gli avanzi.
PANI A MODDU
(non posso darti le quantità precise, a quei tempi si faceva tutto a memoria).
PANI A MODDU CON UOVO
INGREDIENTI:
cipolla, pomodoro (solo per colorare), aglio, peperoni, zucchine, melanzane, patate, basilico, uova, pane raffermo a pezzetti. Olio di oliva, sale, caciocavallo fresco a cubetti.
Soffriggere un battuto di cipolla e aglio con olio d’oliva, aggiungere patate a pezzi, peperoni a striscioline e zucchine a tocchetti. Lasciare insaporire, salare, coprire d’acqua, mettere il coperchio e lasciare stufare. A tre quarti di cottura, aggiungere le melanzane e le foglie di basilico. A cottura quasi ultimata, rompere le uova che vengono cotte in camicia col brodo, sulle verdure.
Mettere i pezzetti di pane sul fondo di un piatto, insieme ai pezzetti di caciocavallo, versare il tutto avendo cura di non fare rompere le uova, spolverare con un po’ di pepe.
PANI A MODDU DI SEPPIE (O CALAMARI) E PISELLI
INGREDIENTI
Cipolla, aglio, poco pomodoro maturo, seppie (o calamari), piselli freschi, patate, caciocavallo a cubetti, pane raffermo, olio d’oliva, sale, pepe, prezzemolo fresco.
Il procedimento è simile, si inizia a far soffriggere il battuto di cipolla e aglio, si aggiunge il pomodoro a pezzetti insieme alle seppie (o ai calamari) e ai piselli, si lasciano insaporire, si coprono d’acqua, si salano (poco), si mette il coperchio e si lasciano cuocere per mezz’ora. Si aggiungono quindi le patate a pezzetti e si termina la cottura.
Una volta pronto, anche questa delizia si versa su un piatto fondo, su pezzi di pane raffermo e cubetti di caciocavallo, con una spruzzata di pepe nero macinato fresco e una spolverata di prezzemolo.
Cara Sigrid,
nomini la suocera, lo stufato ed una competizione e non posso fare a meno di pensare al polpo stufato al vino rosso!
la mia cara suocera è tanto brava in cucina col polpo che fa in modo molto classico con le patate, ma io che non sono da meno mi sono un po’ messa in competizione per conquistare una volta in più il mio maritino anche in questo piatto ma alla mia maniera!
e quindi ecco il polpo: 1,5 kg di polpo, 300g di pomodoro, 1 bicchiere di vino rosso, spezie di provenza, chiodi di garofano, cipolla, sedano, carota, aglio, olio evo, sale, pepe bianco, 1 cucchiaino di zucchero.
sbollentare il polpo in acqua bollente per circa 20 minuti. nel frattempo preparate in una pentola di coccio un classico soffritto cipolla, aglio, carota, sedano+olio evo. scolate il polpo, tagliatelo a pezzi e rosolatelo nel soffritto, aggiungete il vino rosso e fate restringere un po’. aggiungete gli aromi, il pepe, lo zucchero ed il sale. portate a cottura (circa mezz’ora e comunque in base alla grandezza del polpo).
lasciate riposare nella pentola per almeno un’ora e servite tiepido o anche a temperatura ambiente nelle afose serate estive insieme ad un buon rosso corposo….
ah, x gli interessati: oltre al marito, ho conquistato anche la suocera con questo piatto!!
mi fai venir in mente un piatto di fine estate che non faccio da un po’.
Pollo all’uva.
Farcisci un pollo con tanta uva. Lo metti in pentola con cipolle e altra uva intorno, rosmarino, sale pepe, un filo d’olio…. cuoci cuoci cuoci e oplaà, un sughino da leccarsi i baffi.ùL’ho sempre fatt in forno ma secondo me anche in versione cocotte merita!
Mi hai fatto tornare in mente un piatto di fine estate che è un po’ che non faccio!
Pollo all’uva. Semplicissimo. Farcisci un pollo con tanta uva, lo fai cuocere con cipolle, altra uva intorno, un po’ di rosmarino. Cuoci cuoci cuoci cuoci…. e il sughino è da leccarsi i baffi!
Io l’ho sempre fatto in forno, ma secondo me anche versione in pentola potrebbe venire benissimo.
Lo proverò in versione cocotte!
Il mio stufato estivo (ma anche invernale, autunnale, primaverile…) è la tanta ora rinomata tajine di pollo.
Mia madre la preparava spessissimo seguendo la ricetta marocchina imparata a Marrakesh negli anni 60, quando risiedeva lì insieme a mio padre che ci si era trasferito per lavoro.
A noi , mio fratello ed io, piaceva tantissimo. un po’ perchè cotta in questa bellissima pentola blu smaltata, un po’ perchè era un piatto che veniva da lontano (a quei tempi il Marocco sembrava distante quasi quanto l’Australia), dalla giovinezza dei nostri genitori che ci parevano così esotici per essere stati due anni in Africa.
E poivuoi mettere quando raccontavi ai tuoi amici che tu la domenica mangiavi tajine invece del solito banale arrosto al forno? Un figurone!
Daniela
Eheh stufato estivo quasi un ossimoro… Da servire freddo: tocchetti di pollo, latte di cocco, cumino, foglie di coriandolo, olio di sesamo tutto in un fagottino di carta fata in 30 minuti al forno! Il giorno dopo freddo da mangiare in giardino al sole da soli…
Aggiungo io la partecipazione di Valentina che non è riuscita a inserirla dal suo computer:
Per me lo stufato estivo nasce con le verdure: metto in una pentola zucchine, melanzane, pomodorini, carote, sedano, cipolla, aggiungo acqua e sale, copro e faccio andare una buona mezz’oretta finchè diventa tutto morbido. a fine cottura condisco con l’olio e l’origano faccio raffreddare. lo servo freddo con mozzarella di bufala. Non è veramente uno stufato ma a casa mia lo chiamiamo così perchè viene cotto nella stessa pentola di coccio in cui in inverno facciamo gli stufati di carne.
http://fruttaezafferano.blogspot.it/
e perché non sono venuti gli spazi e le andate a capo resta un mistero… :)
Questa ve la devo raccontare…
io: Madre, (io la chiamo così, per scherzare) ti viene in mente qualche ricetta di stufato che si possa mangiare freddo, una cosa estiva, per intenderci?mamma: lo stufato??? che è lo stufato???!!!!io: ma’, un piatto a cottura lenta, di quelli che si preparano nella cocotte.mamma: Ancora co’ ‘sta cocotte? Che fissazione!!! Ma l’hai comprata?io: che c’entra la cocotte, ti ho chiesto una ricetta, e comunque la cocotte si può vincere.mamma: di nuovo?!! (ho partecipato anche al giveaway di febbraio 2011) se non hai vinto l’altra volta (con tono risentito, ché secondo me c’è rimasta male…:)))) !!!) che ti vuoi inventare?io: mamma, non ti ho chiesto commenti, ti ho chiesto una ricetta…mamma: ma che ne so, qua l’estate si muore (e secondo me con “qua” intendeva sia la Puglia che la nostra cucina esposta a sud), già mo fa caldo, quasi quasi uno di questi giorni mi faccio una “spaccatella”(tipica zuppa estivissima con pomodori, cetrioli, cipolle rosse, olio, sale e origano con acqua e ghiaccio, un gazpacho non frullato, per dire…) io: …quindi Sigrid ci rivediamo per il giveaway sulle insalate (anche perché mia madre dopo l’ultima affermazione ha cambiato stanza!!!) lol!!! :)))))
Ciao Sigrid! Mia mamma prepara una sorta si stufato estivo con le taccole: gli da’ una sbollentata, nella casseruola prepara una base abbondante di cipolla rossa di Tropea, olio e un po’ di peperoncino, poi aggiunge pomodorini tagliati a metà, tanto basilico e patate a pezzi, acqua, sale e lascia andare a fuoco basso per un quarto d’ora. Alla fine aggiunge le taccole sbollentate, acqua e aggiusta di sale e cuoce per un altro quarto d’ora – venti minuti.
E’ una bontà, bisogna solo stare attenti alla cottura delle patate e alla consistenza dello stufato: a me piace che gli indredienti si spappolino un pochino per avere un sughetto delizioso in cui intingere il pane…
….l’estate per me ha sempre un sapore d’infanzia, di prati, di ciliegie, di lucciole, di profumi di cibo che escono dalle finestre. D’estate, la sera, la mia nonna preparava tantissimi piatti di verdura fresca, raccolti dal suo orto, pomodori, patate, peperoni, basilico….. ma lo stufato di verdure era il mio preferito, che strano per una bambina!
Soffrittino di porro, un’aggiunta di prosciutto cotto tagliato a dadini-la pancetta non mi è mai piaciuta- e poi zucchine, melanzane, pomodoro, patate, gambo di sedano e concentrato di pomodoro- che nella cucina di mia nonna non manca mai- cotto nella sua pentola speciale per 20 minuti e….. chiudendo gli occhi mi sento ancora inebriata dal profumo. Buono freddo e caldo, con le fette di pane rustico, naturalmente fatte da lei….. grazie Sigrid per aver colorato questa mia giornata! J
Buongiorno Sigrid. Proverò a non scrivere troppo perché penso a tutto quello che dovrai spulciare!
Questa è una ricetta della mia mamma bretone.
Stufato di coniglio alle prugne:
La ricetta prevede il burro (Bretagna!) ma si può sostituire con l’olio evo. Fare dorare i pezzi di coniglio nel tegame con il burro o l’olio fino a renderli dorati dai due lati. Aggiungere qualche scalogna e 2 cucchiai di farina (per mezzo coniglio), girare. Poi ricoprire di acqua calda, sale, peppe e una foglia di alloro. Lasciare cuocere lentamente a lungo, mezz’ora prima della fine cottura aggiungere qualche patata, carotte e un bicchiere di vino bianco. Un quarto d’ora prima della fine qualche champignon de Paris e delle prugne.
N:B: si fa cuocere col coperchio e a casa mia si usava quello le Creuset dove si può mettere acqua sopra, in modo che rimanesse umido. Buona giornata.
ho trascorso la mia infanza a Ischia e ricordo lo stufato di coniglio in umido con il peperoncino, preparato con i pomodori appena raccolti nell’orto del nonno ancora caldi di sole….il giorno dopo con gli avanzi dello stufato si facevano i bucatini con il sugo di coniglio, e si mangiava tutti insieme sul patio sotto l’albero di limoni, accompagnado la cena con il pane cafone strofinato con laglio e condito con l’olio del paese. Non ho mai più ritrovato quei sapori e quelle atmosfere (un pò dipende anche dal fatto che crescendo il fatto di mangiare i conigli mi fa sempre più orrore) ma sì, lo stufato della mia infanzia è questo
Ho scoperto questo stufato per caso , ascoltando di sfuggita la ricetta alla televisione in 30 secondi , ma da allora quando voglio stupire lo preparo sempre sia in inverno che freddo in estate , poi una parte che nascondo prima , diventa condimento per la pasta
è uno stufato di costine di maiale , pomodori freschi , cipolla bianca e un ingrediente segreto………che fa la differenza
il ciocc…….(ssssst!!!!!)
Ho scoperto questo stufato per caso , ascoltando di sfuggita la ricetta alla televisione in 30 secondi , ma da allora quando voglio stupire lo preparo sempre sia in inverno che freddo in estate , poi una parte che nascondo prima , diventa condimento per la pasta
è uno stufato di costine di maiale , pomodori freschi , cipolla bianca e un ingrediente segreto………che fa la differenza
il ciocc…….(ssssst!!!!!)
Ecco il mio stufato, estivo (ma non solo) semplice e gustoso – merluzzo con patate e pomodorini. Fare un soffritto con un filo d’olio extra vergine di oliva, due filetti di acciughe, prezzemolo ed aglio tritati. Aggiungere poi le patate tagliate a fette (non troppo spesse) e far cuocere irrorando di tanto in tanto con brodo vegetale (per matenere le patate morbide). A metà cottura aggiungere il pesce, capperi, olive taggiasche e pinoli. In ultimo (quando è quasi cotto) aggiungere dei pomodorini. Buon appetito!
Lo stufato sembra un piatto invernale e invece hai ragione Sigrid si mangia anche in estate ed io ho il ricordo vivissimo della mia infanzia marchigiana! Quando ero piccola vivevo in un paesino vicino al mare, mia madre lavorara il pomeriggio, la mattina ci pèortava in spiaggia e per velocizzare il pranzo per poi andare a lavoro preparava “lu fricando'” non è altro che una specie di ratatouille, zucchine, patate peperoni, melanzane, sedano pomodori (san marzano) cipolla carote e aglio tutte a stufare in pentola con acqua sale e olio, alla fine splverata di basilico. Lo cuoceva la mattina presto prima di andare al mare e al ritorno si gustava tiepido accompagnandolo a del prosciutto o formaggio e pane…certo con le verdure dell’orto di nonna aveva un profumo strepitoso
Tagliati a metà e non spellati, o se ti piace essere cruenta: schiacciati nel palmo della mano, così si “schiattano” da soli :D
Ti ringrazio per il complimento, sono proprio contenta che la ricetta ti piaccia :)
ah, bè, stufato estivo. Mia mamma non ha mai cucinato pesce, ma le è sempre venuto bene lo stufato seppie e piselli, che sarà anche banale, ma in casa nostra si ripropone periodicamente… soprattutto nei mesi primaverili ed estivi. In pratica, si mette in una pentola capiente dell’aglio a soffriggere in un po’ d’olio, lo schiaccia e via. Si aggiungono le seppie, le si rosola un po’, si aggiunge la salsa di pomodoro, si copre e si cuoce per un’oretta circa, finché le seppie sono belle tenere. Poi 15-20 minuti prima della fine mia mamma ci aggiunge i piselli ancora surgelati e quando è ora serve il tutto con una spolverata di prezzemolo fresco tritato.
Anni e anni di esperienza le hanno insegnato che in questo piatto il sale NON ci va, proprio no, o sarà buono solo per le capre: le seppie sono già saporite di loro :-)
Nota folcloristica: tempo fa stavo prendendo il treno all’ora di pranzo e mi son portata il classico tupperware pieno di… seppie e piselli :-D e mentre lo attaccavo mi sono guardata intorno… la filiforme ragazza seduta qualche posto più in là di me stava pranzando con una di quelle confezioni di yogurt muller ai cereali e io mi scofanavo seppie e piselli :-S
buona giornata a tutti!
La
calda estate sarda mal si concilia con lunghe cotture sui
fornelli…ma questa cocotte azzurro mediterraneo mi sembra perfetta
per ospitare lo zimino cagliaritano, ossia la zuppa di pesce che è
la regina delle cene estive (ferragosto) in testa.
Questo
perchè l’ingrediente segreto dello zimino é la pentola!
Infatti,
trattandosi di un piatto che si fa con pescetti di piccola dimensione
e poco nerbo (è “tottu spina”… “è solo lisca”, dicevano i
vecchi cagliaritani per il gronco, orribile pesce di straordinario
sapore che costituisce ingrediente fondamentale per la riuscita del
piatto), la zuppa di pesce non deve MAI, ma dico MAI essere rimescolata. Ma -sommo disonore- non deve mai attaccarsi al fondo
La
lista degli ingredienti comprende:
–
tra i pesci: cappone, gallinella, gronco, scorfano, aragna (tracina), verdone ,
pappacocciula (pesce prete), sarragna, vacchette, anguilla “communedda” (quella
sottile, da minestra)…(non mettete il muggine o cefalo: copre troppo)
–
tra i mollusci: totano, calamaro seppia e polpo…
–
tra i crostacei: gambero del golfo (quello rosa, di media dimensione,
molto saporito), granchietti e cicaline (oggi la pesca è ufficialmente vietata,
ma il pescatore di fiducia può procuravi quelle che rimangono
intrappolate nelle reti);
e
poi cozze, “cocciula niedda de su Stani” (le arselline
piccole scure dello stagno di Marceddì) e, altro ingrediente di
rigore, le piccolissime lumachine di mare che danno una sapore
incredibile.
Le quantità? tutto in pari misura, a discrezione dello chef e in proporzione all’appaetito dei convitati!
Il bello della zuppa, però, è che se la sua versione completa è quella sopra elencata, il piatto riesce ottimo, anche schiaffando in pentola tre o quattro tipi di pesce da zuppa rinvenuti a fine giornata sul banco del pescatore, una manciata di cozze e un polpetto (altro must).
Si
parte facendo rosolare nell’olio evo abbondante peperoncino, aglio
schiacciato a piacere (ma non meno di tre spicchi) e una foglia di
alloro. Si aggiungono i polpi, i calamari, i totani e le seppie, e
quando cambiano colore, si sfuma con un bicchiere di vernaccia.
Poi, quando il vino è evaporato, si aggiungono pomodori polposi e
maturi, privati della buccia e tagliati grossolanamente, in
abbondante quantità (è una zuppa!), si copre e si fa cuocere a
fuoco dolcissimo per almeno una mezz’ora (anche tre quarti d’ora), e comunque finchè i molluschi non sono teneri.
Si
aggiungono poi nel sugo, a strati i pesci, avendo cura di mettere i
più grossi sul fondo e i più piccoli sopra, insieme alle
anguilline.
Dopo
dieci minuti, si aggiungo i crostacei, le arselle, le cozze etc e si
finisce di cuocere a pentola coperta (bastano pochi minuti, attendi a
non stracuocere, se non gamberi e molluschi diventano gommosi!). IO li metto e poi spengo il fornello.
A
cottura ultimata, si lascia riposare la zuppa per
qualche ora (passaggio fondamentale, perchè i sapori si leghino perfettamente..
Al
momento di servire si scalda leggermente (se non si ha la cocotte o
il coccio, che la tengono calda), si finisce con un filo d’olio a
crudo e si spolvera con il prezzemolo.
Si
piazza la pentola al centro del tavolo sullo scalda vivande con la
candelina accesa, con a fianco una pila di fondine, forchette e
bicchieri, un cesto di pane casereccio tostato o gallette di
carloforte – per “acciuppare” (nello Zanichelli
sardo-italiano: fare la scarpetta) il sugo- e un paio di bottiglie di
vino bianco freddo tuffate nel ghiaccio ….
E
poi inizia la festa…bon appetit, bien sur
pensandoci bene a casa dei miei si faceva spesso anche lo stufato di maghetti e cuori di pollo con pomodorini aglio e rosmarino una gustosa ricetta della tradizione contadina.
a me piace anche freddo forse per questo lo associo all’estate!
http://www.telesanterno.com/cucina-stufato-di-maghetti-0725.html
p
lo stufato estivo per eccellenza a casa mia è sempre stato e sempre sarà il frizaglio, un intingolo vegetariano fatto con verdure estivissime.
pomodori, melanzane, peperoni rossi e gialli cotti a tocchetti in una base di olio evo e cipolla e per finire 2 foglie di basilico.
buonissimo anche freddo spalmato tipo marmellata su una fetta di pane!
è una versione semplificata della caponata ma romagnola più semplice e leggera dove le verdure sono più al naturale, ce n’è una simile in ogni città in pratica si può dire che città che vai frizaglio che trovi..
ciao cavoletto!
:p
Il mio stufato estivo… in realtà è una tajine marocchina.Perché in Marocco ci andai d’estate e perché i sapori medio-orientali li associo al caldo, alle giornate luminose e al cielo limpido.
La tajine che faccio è un semplice stufato di agnello con albicocche e prugne secche, mandorle, un po’ di pomodoro, il mix di spezie marocchine, e l’harissa che gli dà un tocco piccante.
Un piatto agrodolce da servire tiepido su un grande piatto di cous cous.
E da mangiare tutti assieme, con le mani come si usa in Marocco, o con le posate, in giardino o veranda in una sera estiva.
Il mio stufato estivo… in realtà è una tajine marocchina.Perché in Marocco ci andai d’estate e perché i sapori medio-orientali li associo al caldo, alle giornate luminose e al cielo limpido.
La tajine che faccio è un semplice stufato di agnello con albicocche e prugne secche, mandorle, un po’ di pomodoro, il mix di spezie marocchine, e l’harissa che gli dà un tocco piccante.
Un piatto agrodolce da servire tiepido su un grande piatto di cous cous.
E da mangiare tutti assieme, con le mani come si usa in Marocco, o con le posate, in giardino o veranda in una sera estiva.
Di stufati di carne o pesce non me ne vengono in mente se non i classici che faccio comunque, faccio però uno “stufato” di frutta che tutti amano tantissimo, prugne nere, pesce e albicocche, limone e mela aggiunta alla fine e qualche foglia di menta, io ci aggiungo anche un pizzico di cannella e chiodi di carofano perchè mi piace il profumo che lascia a questo stufato di frutta . Cotto piano piano piano diventa la base per delle crostate e delle tarte tatin davvero delizioso, i miei figli lo mangiano anche così al cucchiaio.
Un bacione
Ely
http://www.nellacucinadiely.it
Mia nonna cucinava lo stoccafisso con la polenta, sua mamma invece lo teneva appeso sopra il camino perchè
i profumi sprigionati con il calore, bastavano a “dar da mangiare” ad una famiglia un anno intero…
Mia mamma invece non lo cucina per l’odore, quindi di solito lo si mangia fuori, al ristorante, e mia nonna non approverebbe.
A mio zio invece lo stoccafisso lo regalano a Natale, perchè lo apprezza, e resta appeso per mesi in cantina, perchè mia zia,
come sua sorella, non lo sopporta per l’odore.
Quando finalmente viene cucinato, dopo aver provato una ricetta nuova, viene distribuito in famiglia,
come antipasto freddo alle nostre grigliate o da riscaldare a casa, perchè a mio papà non piacciono gli “avanzi” freddi.
E mia nonna approverebbe.
Lo stufato più buono? Quello che prepara mia zia, d’estate, in Salento, con le verdure fresche: Si fa soffriggete in una capace casseruola la cipolla in abbondante olio extravergine, poi si Lo stufato più buono? Quello che prepara mia zia, d’estate, in Salento, con le verdure fresche: Si fa soffriggete in una capace casseruola la cipolla in abbondante olio extravergine, poi si aggiungono tutte le verdure di stagione, tagliate a dadi: melanzane, patate, zucchine, peperoni, pomodori, fagiolini, etc… Si fa rosolare , si aggiunge un pò di peperoncino, poi si copre e si fa stufare il tutto, a fiamma bassa e senza aggiungere acqua, per almeno un’ora e comunque fino a quando le verdure sono ben amalgamate. E’ semplice e delizioso…
Lo stufato più buono? Quello che prepara mia zia, d’estate, in Salento, con le verdure fresche: Si fa soffriggete in una capace casseruola la cipolla in abbondante olio extravergine, poi si aggiungono tutte le verdure di stagione, tagliate a dadi: melanzane, patate, zucchine, peperoni, pomodori, fagiolini, etc… Si farosolare il tutto, si aggiunge un pò di peperoncino, poi si copre e si fa stufare il tutto, a fiamma bassa e senza aggiungere acqua, per almeno un’ora e comunque fino a quando le verdure sono ben amalgamate. E’ semplice e delizioso…
Che buon piatto…mi riporta ai sapori della mia terra, alla mia Sicilia. Mia madre lo fa a zuppa, mettendo i porri e le patate. Proverò presto questa ricetta, deve essere buonissima. Enza.
La busecca che si faceva quando un sabato di agosto si tornava alla frazione Oro ai piedi del Monte Rosa si festeggiava il santo patrono San Lorenzo e mamme, nonne e bambini tutti insieme a preparare con le verdure degli orti di montagna e la trippa un piatto che ricordo ancora il profumo e quel gran paiolo di rame che bolle sul fuoco.
Cara Sigrid, io d’estate preparo spesso uno stufato di pollo alla “genovese” ottimo anche freddo. Anzi, lo preparo appositamente per essere mangiato freddo il giorno dopo in ufficio! Lo preparo con degli straccetti di pollo, fagiolini e patate. Infine aggiungo un po’ di pesto per profumare. E’ ottimo, invitante e leggero. Perfetto per una pausa pranzo. Il profumo del pesto mette buon umore e il fatto di preparare il piatto come uno “stufato” e non come un’insalata permette di avere una parte liquida che serve ad aromatizzare ma anche ad impedire che il piatto di asciughi troppo. Ah, non metto aglio per amore dei colleghi:)
in estate mi piace preparare la minestra di baccalà, uno stufato speziato che si può mangiare sia tiepido che freddo, magari su qualche fetta di pane grigliato. Faccio soffriggere una cipolla tritata con uno spicchio d’aglio schiacciato, poi aggiungo un paio di pomodori a pezzi, un bicchiere di vino bianco, una foglia di alloro, due cucchiaini di paprica dolce, uno di paprica forte e abbondante pepe nero (10/15 minuti). Quando il tutto è piuttosto ritirato, aggiungo un litro di acqua e, appena inizia a bollire, aggiungo il baccalà tagliato e pezzi e un po’ di olio. Abbasso il fuoco e lascio cuocere a fuoco bassissimo per un’oretta. Aggiusto di sale, ed è pronta!
D’estate a casa mia un must è il pollo con peperonata (da preparare rigorosamente al mattino presto quando il calore del fornello a gas è ancora sopportabile :) ). Mettiamo il pollo a pezzi a rosolare in padella con aglio, olio extravergine e rosmarino. Quando la carne di pollo è sigillata aggiungiamo peperoni rossi e gialli tagliati a pezzi, polpa di pomodoro e acqua. Lasciamo cuocere e ‘stufare’ finchè il peperone non comincia a disfarsi e la carne di pollo è ben cotta ma tenera. Ottimo da mangiare freddo (aggiungo anche basilico tritato a fine cottura per dare il vero effetto estate e una macinata di pepe nero) – a volte aggiungiamo anche delle patate a stufare insieme ai peperoni. E il profumo invade tutta la casa! mi sta venendo fame …
Che bontà!
Io che mangiavo il baccalà in Calabria, dalla nonna, la vigilia di Natale, ho scoperto che è uno dei piatti tipici, sempre natalizi, del posto dove vivo ora, la provincia di Pesaro-Urbino. Ovviamente qui il pesciolone si disidrata (stoccafisso) o si sala (baccalà) per poterlo consumare durante l’inverno, prima di Natale, quando il menù è “di magro”.
Un’ altra cosa che ho scoperto è che, per fortuna, e che Dio lo abbia in gloria, la mia dolce metà, Max, prepara il baccalà in umido divinamente per la gioia nostra e dei nostri amici!
Grazie Sigrid!
borgodelduca.com
Io faccio in questo modo: taglio del sedano e delle cipolle a tocchetti e le lascio appassire in un tegame con dell’olio evo a fuoco basso . Quando sono morbide aggiungo patate, carote e peperoni e tagliati a tocchetti, lascio ammorbidire aggiungendo un pò di brodo vegetale caldo . Quando sono morbide aggiungo il seitan a pezzetti non troppo piccoli, bagno con un pò di vino bianco che lascio evaporare e aggiungo dei tocchetti di pomodorini freschi e un pò di salsa di pomodoro,aggiusto con sale e peperoncino e completo la cottura.
un piatto “stufato” che amo tantissimo mangiare d’estate è la peperonata!!
ovviamente la mangio anche quando il clima è freddo, possibilmente accanto ad una bella cotoletta alla milanese, vero piatto della mia infanzia o della prima giovinezza.però d’estate, con i pomodori dell’orto, devo dire che è una vera goduria e la preferisco tiepida o quasi fredda, magari con una semplice fetta di pane un pochino abbrustolita.
mamma mia, anche solo scrivendone, mi viene l’acquolina…
grazie sigrid per questa possibilità di vincere un oggetto che desidero da molto, ma che ancora non posso permettermi…
non è un vero e proprio stufato ma una zuppa di cozze che mangiavo in sicilia, io la faccio in cocotte tine meglio :)
un battuto di verdure: cipolle, sedano e carote, abbondante pepe nero macinato fresco, abbondante pomodoro fresco tagliato a pezzetti e alcuni passati, infine cozze fresche e grosse come le tarantine ed è fatta! una leccornia :P
x me è lo stock alla ligure da gustare nelle piazzette dei vicoli di Genova al riparo dalla calura estiva! Bollicine sulle note musicali di Creuza de ma di De Andrè
Ma lo stoccafisso è quello secco o quello sotto sale? Nel secondo caso, mi viene sempre troppo salato, nonostante ripetuti lavaggi in acqua corrente, per due giorni, anche tre.
Consigli welcome! Grazie.
Per me lo stufato estivo fresco è il Polpo piccante alla Giorgio, è un pochino lungo da scrivere qui, posso rimandarti al mio blog dove ho scritto sia i ricordi che la preparazione?
E’ qui
http://tentazionidigusto.blogspot.it/2012/05/polpo-piccante-alla-giorgio.html
Il tuo stoccafisso mi piace tantissimo, deve essere molto gustoso!
Grazie
l’estate, dalle parti del modica, è la stagione del “coniglio ‘a stimpirata” questo termine rimane un mistero, ma credo intenda qualcosa che cuocia lentamente e ha bisogno di riposo prima di mangiarlo. E’ la maniera più buona per gustare il coniglio che va servito dopo ore di riposo in modo che gli ingredienti tra di loro si conoscano bene e si accordino perfettamente! Prendete un coniglio e fatelo a pezzi. lavatelo con un po’ di aceto e lasciatelo in una marinata con un po’ di vino bianco, rosmarino, salvia e alloro. In una padella, con un goccio d’olio, rosolate per bene i pezzi di coniglio e trasferiteli in un tegame di coccio in cui avrete fatto scaldare dell’aglio. Sistemato il coniglio, aggiungete la marinata e mettete il coperchio e fate andare a fuoco basso. Nel frattempo preparate le verdure: patate, cipolle, zucchine, carote, peperoni. Riducete tutto a dadi, tranne le cipolle. Iniziate a rosolare le patate, con poco olio. Lasciatele a metà cottura e mettetele da parte. Nello stesso tegame mettete le cipolle, dopo qualche minuto le carote e a seguire peperoni e poi zucchine. Nel frattempo il coniglio avrà già fatto la sua mezz’ora di cottura, quando la carne comincia a staccarsi dall’osso, aggiungete le verdure, lasciate cuocere ancora 15minuti con il coperchio a metà. preparate un bel po’ di menta,dell’aceto con dello zucchero e delle olive verdi “schiacciate”( è una conserva tipica delle mie parti, le olive sono sott’olio, con aceto carote, finocchietto, menta aglio e sedano). Scoperchiate, aumentate la fiamma e aggiungete l’aceto che evaporerà, la menta e in ultimo le olive! spegnete e lasciate riposare almeno una mezza giornata.
Quando toglierete il coperchio, una sinfonia profumata accarezzerà il vostro naso e non resisterete alla tentazione di agguantarne un pezzetto con le mani!!
elisa
Allora, io ricordi di bambina e di nonni e di orti ne ho tanti: ho 30 anni e la fortuna di essere cresciuta con i miei 6 nonni e in piena campagna (di cui 2 bis, che oggi purtroppo non ci sono più… ma gli altri 4 sono arzillizzimi e non sai come mi ritengo fortunata!).
Nessun ricordo di bambina con lo stufato estivo. Però ho un ricordo da adolescente: la ratatouille. In pratica, da quando ho 13 anni aiuto il mio paesino nella festa del paese. É una festa di quelle di campagna, dove ci si ritrova tutti insieme, ci si rimbocca le maniche per una giusta causa (donazioni all’Avis, al Gaslini, alla chiesa del paese, ad associazioni per ricordare persone scomparse dopo lunghe lotte) e ci si diverte un mondo. In uno di questi anni hanno servito la ratatouille. Uno stufato di origine provenzale a base di verdure. Ed è da quell’estate che l’idea di mangiare tante verdure fresche dell’orto messe insieme in un unico tegame a cuocere a fuoco lento mi ha incuriosita. Quando poi è uscito il cartone della Disney non immagini il mio sorriso! :) io che in mezzo ai tavoli prendo le ordinazioni (si, perché quell’anno la ratatouille è stata servita quando io da cameriera ero stata promossa di grado e dovevo gestire i soldi ;)) dovevo spiegare praticamente a tutti cos’era! :) :) :) ancora oggi ci tengo ad aiutare questa festa, nonostante la mia vita sia cambiata (150km al giorno per andare al lavoro) cerco comunque di esserci. La ratatouille l’hanno servita quell’anno, e poi è stata tolta dal menù.
Comunque noi continuiamo a mangiarla d’estate… e anzi, appena avrò le verdure la preparero e ne faro un post. Perché no?
Bacio e buon weekend!
Sere
Io con la blue coastal ci farei la Bellini’s jam: pesche bianche di Verona, fragole, succo di limone, zucchero (metà del peso della frutta) . A fine cottura aggiungo del Prosecco , lo lascio evaporare a fiamma vivace, invaso (barattoli a testa in giù fino a raffreddamento). Se la provate fatemi sapere…
PS
vuoi anche la ricetta?
Sicuramente la peperonata, ovviamente sono vegetariana e quindi anche lo stufato dei miei ricordi è vegetariano… la peperonata viene più buona se si cuoce lentamente, magari sulla stufa a legna come fanno mia mamma e zia su nelle Dolomiti, ed i peperoni sono proprio estivi, li crescono loro nel loro orto. Uno stufato che sa d’estate, ma anche di montagna, e che puoi sollevare il coperchio quando vuoi e tirartene fuori un mestolo da mettere vicino ad una fetta di polenta, o su una fetta di pane, caldo, freddo, tiepido, sempre buonissimo. E se vinco la pentola allora la devi spedire a casa di mia mamma a Feltre, così mamma e zia possono continuare a fare la peperonata in una bella pentola, visto che non hanno nessuna pentola nuova (o bella), e non potrebbero permettersi di comprare una Le Creuset!!
Ciao
Alessandra
http://alessandrazecchini.blogspot.co.nz/
Ma che bella la cocottina azzurra! Sarebbe proprio contento il mio piccolo aiutante cuoco Matteo, di 2 anni e mezzo!
Ma non divaghiamo, ecco la ricetta dello stufato di ceci della mamma, che va bene per tutte le stagioni, perche’ e’ buonissimo mangiato il giorno dopo, anche freddo!
Rosolare una cipolla tritata, 2 spicchi d’aglio e un po’ di pancetta a dadini. Poi aggiungere 1/2 scatola di pelati. Tritare grossolanamente 3 etti di spinaci, tagliare a pezzi 3 patate sbucciate e aggiungere al resto, con in piu’ una tazza d’acqua e un po’ di sale e pepe.
Fate cuocere finche’ le patate sono morbide e schiacciatele grossolanamente (qualche pezzetto ci sta bene). Nel frattempo fate bollire i ceci, ma teneteli al dente. Aggiungeteli al resto delle verdure con un po’ di acqua di cottura fino a raggiungere la densita’ desiderata (ma non una zuppa… Oddio sarebbe pure buona, ma non divaghiamo). Cuocete insieme per 5/10 minuti, et voila’!!
lo stocco della zia Emma! Roccella Jonica…mamma mia, non sono mai riuscita a replicarlo. Sarà perché le patate erano quelle del suo giardino, arso e crepato, pieno di sterpaglie e con il pozzo minaccioso nel mezzo, profondissimo: unico luogo fresco del giardino. Quest’estate ci ritorno, con il mio fidanzato teutonico, innamorato dei gusti forti del sud.
Beh lo stufato è di per sè una cosa che fa venire in mente l’autunno, il camino acceso, la nebbiolina fra gli alberi e l’odore di “quasi neve”…
Però in effetti se lo si rivisita intelligentemente è un’ottima soluzione per un pasto primaverile, quando le giornate sono troppo belle e luminose per non trascorrere tutto il tempo che si riesce all’aria aperta e si può preparar la sera prima!!!Io a dir la verità ho la “mia” ricettina personale… il capriolo stufato!!! Per prepararlo taglio a tocchetti la polpa del capriolo (cacciato da mio marito, preferibilmente!), e infarino leggermente; quindi preparo un sofrittino con carote/sedano/cipolla freschi e ci faccio abbrustolire la carne… quindi sfumo il tutto con del vino bianco (… meglio se tipo vermentino…); a questo punto aggiungo un mazzetto di erbette aromatiche (rosmarino, timo limone, salvia, alloro, maggiorana) e una grattata di buccia di limone e un po’ di brodo vegetale. Faccio cuocere per un’oretta e negli ultimi 15 minuti di cottura aggiungo le patate a pezzettini e aggiusto di sale e pepe… Si forma un sughetto spettacolare sul fondo della pentola ed è impossibile non far scarpetta! E Vi assicuro che tiepidino il giorno dopo e mangiato sotto il portico all’aria aperta è una leccornia!!!
Che spettacolo!!!
nooooo..! la v o gl i o!
il mio colore preferito…fantastica.
griderete allo scandalo ma, x me, stufato vuol anche dire coto, ricotto, stracotto, quindi anche un VERO minestrone alla genovese, quale sono, puo’ essere considerato “stufato” nell’accezzione completa del termine.
il Vero minesrone alla “genovese” non ha nulla di simile a quelle Sbobbacce che si mangiano in giro fresche o meno che si spacciano con tale nome.
il VERO minestrone alla genovese evoca tempi lontani, fatte di profumi di verdure, di case di campagne con donnine ricurve che sgranano piselli sotto gli alberi e amenita’ di questa natura… e per fortuna ancora presenti,che raccontano una lentezza nella preparazione e nella cottura che solo le ricette povere (un tempo) , ma di elevato valore aggiunto, sanno regalare….
Si deve avere quindi molta pazienza e tempo….anche perche’ non si puo’ farne poco perche’ vola via in un attimo ed in estate freddo e’ come un desert al cucchiaio.
nb. il Vero minestrone e’ denso, ma così denso che il cucchiaio rimane in piedi da solo.
RICETTA:
dosi rigorosamente ad occhio:
prendere le verdure e taliarle a piccoli pezzettini.
zucchine, fagiolini ,bietole, patate, pisellini freschi, borlotti, carote (poche) zucca, foglioline basilico, qualche porro ….niente pomodori o melanzane…ma solo verdure verdi, con la proporzione verdi 2 altre 1.
A questo punto nella nostra (MIA:::?!) bella cocotte mettiamo tanta acqua che vada a coprire bene le verdure, un dado o concentato granulare di verdura, poco sale e facciamo prende a fuoco alto il bollore.
Una raccomandazione, la pentola deve contenerre abbondantemente le verdure che poi nella cottura si riduranno di volume…
Appena inizia a bollire metto il coperchio a 3/4 sulla pntola, abbasso il fuoco e lascio una fiammella che faccia sobbollire piano piano il nostro minestrone.
Operazione dura circa 2-3 ore, mescolando di tanto in tanto.
Appena vedo che inizia ad assumere un aspetto piu’ DENSO metto ad occhio, 2 cucchiai d olio buono extravergine.
Capisco che e’ pronto quando l aspeeto e’ bello denso e assolutamente compatto.
A questo punto spengo, copro e lascio RIPOSARE:
preparo un ottimo pessto _ vero pesto fatto in cas- e ne aggiungo 2o 3 cucchiaioni abbndanti al minestrone che prendera’ un bel colore vivace.
metto sul tutto una “C” d’olio e lascio riposare.
In estate e’ una meraviglia servirlo freddo, temperatura ambiente…da non credere ma si polverizza.
:) …e viva l’italianità! buon we a tutti!!!
Silvia, ma la “marea di pomodorini dolci e succosi” come li aggiungi? Interi, tagliati a meta’, spellati….? Grazie (questa ricetta e’ proprio invitante).
Ma che meraviglia questa cocottina azzurro-mare…sarebbe perfetta per la casa al mare…io ci provo!
Il mio stufato estivo ma proprio proprio estivo (meglio ancora se mangiato vista mare con la brezza di contorno) è lo stufato di polpo con pomodorini capperi e olive, piatto che gustavo da bambina l’estate durante le vacanze a Lampedusa, ma vedo che il polpo è già out (già troppe ricette di polpo…) allora te ne propongo uno very ma very alternativ!
Lo stracotto alle pesche e prugne (e anche mele o pere se ci sono nel giardino). L’idea nasce dalla necessità di smaltire i kili e kili di frutta del frutteto del mio papà, quindi oltre alle marmellate, crostate e torte varie, churtney, curd di tutti i tipi ho sperimentato anche questa! E devo dire che (anche grazie alla frutta veramente a km. 0, o meglio a mt.0) il risultato è notevole!Te la riporto brevemente: un bel pezzo di manzo da arrosto arrotolato con dello
spago, un pezzetto di burro, 1 cucchiaio di farina, il succo di 1/2
limone, 1 cucchiaio di zucchero di canna, 1 cucchiaino di cannella, 1 mela (sbucciata), 1 pesca (sbucciata), 8 prugne rosse, sale e pepe qb. Prendete la carne di manzo legatela con uno spago e infarinatela, scottatela in circa 50 grammi di burro e
fatela sigillare a fiamma viva. Toglietela dalla pentola. Nel fondo di cottura aggiungete della frutta (mela, prugne e
pesche tagliate a fettine)mescolando e
aggiungendo 1 cucchiaio di zucchero di canna, 1 cucchiaino di cannella e il succo di 1/2 limone. Attendete che la frutta
prenda un bel colore (un paio di minuti). Salate e pepate la carne e
rimettetela nella salsa di frutta. Aggiungete un bicchiere di vino
rosso. Lasciate cuocere il brasato, coperto a fuoco lento, per 1 ora. Scoperchiare e far asciugare il liquido in eccesso.Il top è servirlo con un bel contorno di patate sabbiose.Spero ti piaccia e spero di sentire martedì: The winner is…Eleana!!!!!
Ciao!
La mia mamma me lo faceva e fa con carote tagliate a pezzettini e piselli, anche la carne è tagliata piuttosto piccola perchè io non sono una gran carnivora, mentre adoro la verdura, e questo era un trucchetto per farmi mangiare la carne almeno una volta ogni tanto (x lei mai abbastanza spesso….) proprio perchè andava bene in qualsiasi stagione; bastava variare la temperatura di servizio! Le mamme … le studiano tutte!!!!!
Una ricetta estiva della mia mamma è lo spezzatino con le patate al limone, perchè è buonissimo anche tiepido (non freddo)!
Non so esattamente come si prepari, ma sono sicura che ci va la carne di manzo o vitello, patate, cipolla e limone! ;)
Mia mamma lo fa nella pentola a pressione, ma sono sicura che verrebbe benissimo anche nella cocotte di LeCreuset… :P
we
A casa mia, d’estate si mangiano piatti semplici. Perché fa un caldo infernale, d’estate, e prova a rinchiuderti in cucina per ore! Ma soprattutto perché ci sono troppe cose da fare, d’estate: alzarsi presto per andare a pesca col papà, restare a zonzo con la bici tutto il giorno, cercare un angolo di paradiso nella piscina comunale… il giorno è lungo, ma basta appena.
E insomma, si mangia semplice. Ma tanto buono. E il piatto (lo possiamo chiamare stufato? ma si, perché no: si fa in casseruola, il tempo di preparazione e gli ingredienti sono minimi rispetto alla cottura, si mangia con tanto pane perché fa un sugo che è una meraviglia… è uno stufato.) che ho sempre amato fin da bambina è la zuppa di fagiolini.
In parole povere, perché è inutile ricamarci su, si imbiondisce un po’ aglio nell’olio d’oliva, quindi si aggiunge una marea di pomodorini dolci e succosi (ma una mareeeeeeeea), un po’ di sale, e si aspetta che diventino una salsa. A questo punto, si uniscono i fagiolini mondati. Per me le proporzioni pomodorino:fagiolino sono quantomeno 1:1, se no altro che zuppa, ti viene un banalissimo contorno. Anzi, se necessario bisogna aggiungere un po’ d’acqua: il sugo ci serve. Una volta teneri i fagiolini, si abbonda col basilico fresco e profumato, sale e pepe a gusto e si spegne. E si lascia lì, d’estate mica si mangia roba bollente?
No, appunto: si mangia tiepido, spolverato di parmigiano&pecorino (sempre insieme, è un dogma) e facendosi fuori almeno una mezza forma di pane cafone, meglio se del giorno prima.
Rinfrescante, succoso, profumato. E’ l’estate.
Ricetta per un polpo, del mio amico Aldo, testata e funzionante!
Far soffriggere un porro, quindi aggiungere il polpo tagliato facendolo rosolare, aspettare che si asciughi, e sfumare con del vino biano, (io il vino lo faccio prima sobollire un po’ per levargli l’acool e l’amaro). Aggiungere 20 pomodorini tagliati a spicchi, per ogni kg di polpo, un peperoncino tagliato’ a mezzo, una manciata di capperi, e una di olive nere, finire con prezzemolo e basilico, coprire e far cuocere a fuoco lento per 40-50 minuti, nel caso aggiungere ancora vino se diventa troppo secco.
Che bellezza la pentola sul fuoco che “parlotta” per ore!!!! blup…blup….!
Il mio stufato estivo dell’infanzia è uno stufato “light” nel senso che ci metteva ore perchè veniva fatto in una bella pentolona di coccio, di quelle serie fatta a mano dalla meravigliosa amica di mamma che ci aveva fatto anche dei bellissimi decori sul coperchio dedicati a me (la “cocca di zia”…avete presente?), messa sul gas piccolino con sotto anche uno spargifiamma ma in realtà si potrebbe fare anche in una pentola normale, dimezzando i tempi ma ahimè anche il gusto. Nella bella padella si mettevano a soffriggere con un velo di olio cipolla e porro a pezzi, pezzi di pomodoro di qualità variabile a seconda di quale pianta era da svuotare più di un’altra. Quando questi ingredienti avevano fatto abbastanza amicizia si aggiungevano i fagioli, quelli raccolti nello stesso orto in cui c’erano i pomodori , e sgranati da tutti quelli che passavano per la cucina mentre quella attività era in corso. Anche ai fagioli si davano quei 5 minuti di tempo affinchè facessero amicizia con i coinquilini e poi brodo caldo. Da qui in poi era un blup blup di un paio di ore. A volte si aggiungeva una patata, delle “foglie verdi” e della pasta e ne usciva la pasta e fagioli più buona del mondo. Altre volte c’era il riso. Altre ancora si scolavano i fagioli e li si saltava “in umido” con della passata di pomodoro.
Questo rito non si ripeteva quotidianamente…purtroppo o per fortuna…ma quando succedeva era proprio bello!
Buon Blup Blup a tutti!
Ecco il mio stufato estivo: quinoa all’ortolana…
ingredienti: 300 g di quinoa, 1 cipolla, 1 carota, 2 coste di sedano, prezzemolo, basilico, timo, zenzero, olio extravergine d’oliva, sale e shoyu.
Lessare la quinoa per 20 minuti in acqua pari al doppio del suo volume. STUFARE le vedure a dadini, salarle e appena saranno appassite aggiungere il trito di erbe del balcone, l’olio, lo shoyu e il succo di zenzero. Mescolare una parte dello stufato con la quinoa e una parte va usata come decorazione sopra al piatto prima di servire.
Facile!
Ciao sono Maria e leggo spesso il tuo blog, ormai è un appuntamento fisso!! Non posso non lasciare un commento a questo post. Ho origini pugliesi e lo stoccafisso è un must per la mia famiglia. Ricordo tutta la fase “preparativa” che andava dall’acquisto del pezzo “migliore” (che io mi dicevo cosa cambia acquistare un pezzo o un altro, boh!), la messa a mollo per non so quanti giorni (nella mia famiglia era ed e è un culto!!) e poi la preparazione che consisteva nello sbollentare lo stocco e poi cuocerlo con un mix di aromi, passata di pomodoro rigorosamente home made (eh si, si faceva pure la passata in casa!). Ricordo che la preparazione di questo stocco era una cosa sacra e si faceva soprattutto nel mese di dicembre. Io ho 32 anni, è già un pezzo che sono fuori casa, mi piacerebbe farlo, perchè ai tempi non apprezzavo tutto questa fase preparatoria (ai tempi l’avrei messo su in padella e stop). Quando inizi ad avere una famiglia si ha voglia di tramandare le ricette della “mamma”, si ha voglia di mettere amore nei propri piatti proprio come faceva e fa ancora la mia mamma. E’ bello riscoprire come le tradizioni restano con il passare del tempo.
Siamo
svizzeri (e svizzeri crucchi per intenderci) ma non si sa come la mamma, estate
dopo estate alle eolie ha imparato a cucinare siciliano. E faceva questi totani
ripieni (con pangrattato, pinoli, uvetta e finocchietto) cotti poi nel
sugo che a me, che allora non mangiavo il pesce, piuttosto mi lasciavo morire, facevano
cosi tanta invidia.
Ora come
tanti bimbi cresciuti il pesce lo mangio eccome e i totani ripieni mi piacciono
da morire purtroppo non vado piu cosi spesso alle eolie con la mamma.
Ciao Sigrid,
E la prima volta che scrivo, ma seguo il tuo blog gia da un po di anni. Per dirti, sono belga (fiamminga), atleta di professione, ho vissuto 7 anni in Italia e 1 anno in Giappone e sono apassionatissima di cibo, vino e cucinare. Poi adoro tutto di LeCreuset e kitchenaid.. Adesso capisci perche leggo volentieri questo blog..
Quindi, una ricetta estiva (diciamo che in Belgio in estate non fa sempre caldissimo quindi ci puo stare ;-))… Nella cocotte LeCreuset ovviamente.. Soffriggere pezzeti di chorizo insieme ad un pochino di olio d’oliva (va benissimo anche il salame piccante tipo quello calabrese, mi scappa un attimo come si chiama), quando il salame rilascia suo grasso aggiungere una piccola cippola rossa tritata e uno spicchio d’aglio e mezzo cucchiaino di cumino e timo, fare soffriggere. Mettere il tutto un po di lato nella cocotte, aggiungere un po di olio se necessario e aggiungere cubetti di pollo, cuocere per un paio di minuti e poi aggiungere delle zucchine tagliate, una scatolina di ceci e i pomodori pelati, cuocere per una ventina di minuti a fiamma bassa. Sale (poco) e una bella mancinata di pepe e pronti! Ci sta bene anche il pane quello piatto e un po speziato come il naan, o si potrebbe anche mangiare in un ‘wrap’ di tortilla.
Liesbet
Bellissima la cocotte, mi fa tornare in mente lo stufato di pollo al pomodoro e peperoni che mia nonna preparava quando ero piccola, il tutto accompagnato con la pizza al testo da usare come cucchiao per raccogliere il sugo. Spero tanto di essere una delle fortunate ad avere la cocotte. Buon fine settimana
Ciao Sigrid, il mio stufato si fa con carne di vitello, tante cipolle bianche, limone e stecche di cannella. Si serve in fettine sottilissime (a temperatura ambiente, nè caldo nè freddo di frigo) ricoperte della salsa di cipolle che assume un bel colore dorato.
ciao
Antonella cioccomela.blogspot.it
lo stufato estivo ce l’ho!!! ma è vegetariano…va bene lo stesso?
il più buono stufato dell’area nord ovest lo faceva mia nonna con i suoi peperoni. non quelli di carmagnola (che devo dire, son veramente buoni e non rinvengono), ma con i peperoni diciamo “generici” che coltivava nel suo orto. Me la ricordo ancora quando attraversava il cortile ed entrava nel suo regno: pomodori, basilico, zucchine, melanzane, prezzemolo e peperoni! e c’erano pure delle galline in una sorta di recinto.
La preparazione era semplicissima: olio, peperoni a pezzetti e cipolla bianca affettata. Cottura a fuoco lentissimo per almeno un paio d’ore…poi sai, quando si è bambinoi i tempi son sempre così dilatati!
Non immagini il profumo che si diffondeva in tutta la casa!
A fine cottura i peperoni erano belli morbidini, poi la nonna ci metteva qualche foglia di basilico spezzettata sopra e,armati di pane (la biova…così si faceva una scarpetta coi fiocchi), si attaccava lo stufato di peperoni! (che mia nonna chiamava: peperoni e basta).
Ciaoo!
Siamo
svizzeri (e svizzeri crucchi per intenderci) ma non si sa come la mamma, estate
dopo estate alle eolie ha imparato a cucinare siciliano. E faceva questi totani
ripieni (con pangrattato, pinoli, uvetta e finocchietto) cotti poi nel
sugo che a me, che allora non mangiavo il pesce, piuttosto mi lasciavo morire, facevano
cosi tanta invidia.
Ora come
tanti bimbi cresciuti il pesce lo mangio eccome e i totani ripieni mi piacciono
da morire purtroppo non vado piu cosi spesso alle eolie con la mamma.
Siamo
svizzeri (e svizzeri crucchi per intenderci) ma non si sa come la mamma, estate
dopo estate alle eolie ha imparato a cucinare siciliano. E faceva questi totani
ripieni (con pangrattato, pinoli, uvetta e finocchietto) cotti poi nel
sugo che a me, che allora non mangiavo il pesce, piuttosto mi lasciavo morire, facevano
cosi tanta invidia.
Ora come
tanti bimbi cresciuti il pesce lo mangio eccome e i totani ripieni mi piacciono
da morire purtroppo non vado piu cosi spesso alle eolie con la mamma.
La mia mammina cucinava benissimo, non aveva nessuna remora a cucinare un ottimo minestrone fumante con le verdure dell’orto appena raccolte in pieno agosto. Sento ancora il profumo ed il sapore del suo coniglio (allevato da mio zio) stufato con pomodoro e peperoni appena raccolti. A casa mia i peperoni c’erano solo d’estate!
Mi ricordo la pazienza con cui rosolava un pezzetto di carne per volta girandolo da tutti i lati prima di aggiungere il resto…. fantastico!
La sciakisciuka della nonna. Uno scioglilingua che
racchiudeva in quel nome così strano e buffo, retaggio di influenze africane, un
insieme di sapori, colori e profumi intensi, perfetta sintesi ed espressione della
sua affascinante isola, Pantelleria. Pomodori, peperoni, patate, melanzane,
cipolle e , chiaramente, capperi. Frutti del sole intenso, della nera pietra
vulcanica, del mare agitato, del vento selvaggio, questo piatto semplice, dal
gusto fresco, mi porta ancora con la mente alle estati trascorse con lei che,
con questo connubio che le costava sudore a causa del caldo afoso e del calore
dei fornelli, cercava di darci refrigerio.
ehm, non vorrei creare polemiche ma lo “stocco” è una ricetta totalmente anconetana. qua c’è anche una accademia dello stoccafisso e se leggono i commenti gli viene un colpo secco. altro non posso dire poiché a me questo piatto non piace e si mettiamoci anche che c’ho avuto un ex marito che di cognome faceva Stocco e che preferirei dimenticare grazie.
MarinaM
ps baccalà e stoccafisso sono lo stesso pesce ma conservato in modo diverso, uno sotto sale, l’altro essiccato. e sempre per la sopracitata accademia guai a confonderli.
http://www.accademiadellostoccafisso.com/
Questo è un piatto che mi ha insegnato un anziano marinaio in grecia. Lui dice che in barca impari a cucinare con una sola pentola e questa ricetta (che è una tipica ricetta greca) nella cocotte funziona perfettamente!
Allora: polipo con pasta.Pulire due polipi (peso tot. 700-800 gr.) e tagliarli a dadini; metterli nella cocotte sul foronello a fuoco lento, facendo uscire l’acqua fino a che il polipo cambia colore e tutto il liquido è evaporato. Aggiungere un bicchiere d’olio e cuocere per 3-4 minuti, unire due cipolle bianche medie affettate e cuocere altri 4-5 minuti mescolando. Unire 1 spicchio d’aglio, peperoncino, alloro, origano, cannella (un pezzo di stecca, che si toglierà alla fine). Una volta che l’aglio diventa dorato, aggiungere 2 bicchieri di vino rosso e far bollire per 2 o 3 minuti.Aggiungere 2 bicchieri di passata di pomodoro e coprire. Cuocere a fuoco basso fino a quando il polpo è morbido (circa un’ora – un’ora e mezza), mescolando ogni tanto ed eventualmente aggiungendo poca acqua se si dovesse asciugare troppo. Alzare la fiamma, aggiungere 300ml di acqua bollente e 225 gr. di pasta corta (pipette rigate o maccheroncini molto piccoli). Trasferire la cocotte nel forno preriscaldaro a 160° e cuocere 30 minuti circa, mescolando di tanto in tanto e
aggiungendo poca acqua calda alla volta se l’insieme si seccasse troppo. Cospargere di prezzemolo fresco tritato e pepe prima di servire.
N.B: non salate fino alla fine e comunque assaggiate prima, perchè il polipo è normalmente molto salato. Christos (il marinaio) lo cucina interamente sul fornello, dato che la barca non dispone di un forno, ma sua moglie lo finisce in forno e io sono d’accordo con lei!
Mumble mumble…mia mamma faceva sempre il Fricandò : peperoni e patate come ingredienti principali e verdure di stagione: soffrittino di cipolla, aggiungere le verdure, unire il pomodoro e lasciar cuocere. Salare e pepare. Nella cottura i sapori si mescolano e si intensificano. Buono appena fatto e ottimo riscaldato. Da farci la scarpetta.
mio nonno era contadino, la nonna calabrese e nell’orto non mancavano mai le melanzane… ricordo ancora il profumo dello stufato di melanzane (che quando ero bambina era l’unica preparazione con le melanzane che mi piaceva…)! Nonna faceva imbiondire l’aglio con le melanzane viola fatte a cubetti, aggiungeva origano pomodori a cubetti, capperi e una manciata di pinoli …sale pepe e un pizzico di zucchero e lo stufato era fatto… perfino la vicina di casa diceva “ma che profumino!!!!!”….. :-)
dopo questa tua ricetta mi viene subito in mente il brodetto di mia nonna, brodetto di palamite che semplicemente adoroooo. Noi lo mangiamo con la “polenta-krompirica” (in croato “krumpir” significa le patate), quindi si tratta di una polenta che si cuoce insieme alle patate, dopo di che tutto si mescola e si serve come accompagnamento con brodetto.
Dovrei scrivere la ricetta una volta sul mio blog.
Comunque, ho un’altra ricetta tipica croata (o dalmata) , che ogni famiglia lo fa nel modo suo, di solito col manzo, ma questo qua si fa con il tonno e si chiama “pašticada”, tipico piatto della citta’ di Spalato (Split), un piatto che appartiene al periodo del rinascimento. Delizioso da morire e un po’ speciale!
ingredienti per 4 persone, “tonno alla pašticada” :
1 dl di olio evo
3 cipolle
3 spicchi d’aglio
3 chiodi di garofano
un bicchiere di vino rosso2-3 cucchiai di aceto bianco
1 kg di filetti di tonno
1/2 cucchiaino di noce moscata
brodo di pesce
8 pezzi di prugne secce
10 acini di uva nera
per accompagnare: gnocchi di patate fatti a casa, maccheroni o polenta
1. Sull’olio d’oliva far sofriggere la cipolla e spicchi d’aglio. Dopo qualche minuto aggiungere aceto e il vino rosso.
2. Schiacciare tutto con la forchetta e poi aggiungere i filetti di tonno, 3 chiodi di garofano, 1/2 cucchiaino di noce moscata. Continuare a cuocere, girando il tonno ogni tanto, e aggiungendo pocco a pocco del brodo di pesce, quanto basta.
3. Quando il tonno e quasi cotto, toglierlo dalla salsa su un piatto, tagliarlo in pezzi piu picolli, e scolare la salsa.
4. Unire alla salsa prugne secce e acini d’uva nera e riunire tutto col tonno tagliato a pezzi. Cuocere ancora per qualche minuto e servire con gnocchi, maccheroni, o polenta.
Dimenticavo di aggiungere una nota folcloristica: la caponata nasce come piatto povero naturalmente. L’idea era quella di farla sembrare uno spezzatino di carne, dove le melanzane scurite dalla frittura dovrebbero ricordare i tocchetti di manzo. Nella notte dei tempi la località campestre di Settecannoli era coltivata ad orto e si piantavano anche le melanzane e il popolo chiamava ironicamente le melanzane: la carne di Settecannoli.
Nella mia famiglia, da bravi toscani, il baccalà si mangia con i ceci e il pomodoro. La ricetta prevede di cuocere inizialmente i ceci da soli e ripassarli con il pomodoro. Il baccalà, precedentemente ammollato (per una notte abbondante), passato in una pastella di farina, viene fritto e poi aggiunto ai ceci. Si fa amalgamare il tutto per qualche minuto e poi viene servito (sarebbe meglio lasciare riposare per un po’, ma insomma, non sempre si resiste:))). Che bontà, anche il giorno dopo risaltato con la crosticina è de-li-zio-so.
D’estate di stufati non se ne parla, ma l’unica eccezione è la caponata che non è un vero e proprio stufato ma la caponata palermitana (come la fa mia madre per intenderci) richiede una lunga preparazione e con il caldo non è proprio una passeggiata, ma alla fine vale sempre la pena: prima bisogna friggere le melanzane tagliate a tocchetti, poi si mette a lessare il finocchietto selvatico e poi si comincia a fare un bel soffritto di cipolle bianche a cui si aggiungono le olive verdi snocciolate, le melanzane il finocchietto lessato e per finire una bella passata di pomodoro. Si fa sobbollire il tutto fino a quando il pomodoro non si è ben addensato e si sfuma con l’aceto zuccherato. Si fa riposare un po’ e poi si passa in frigo. La caponata si consuma fredda come contorno o come antipasto e di solito se ne fa tanta per fare anche le conserve. E poi perché dopo la sudata che si fa per prepararla deve passare un anno prima che ti ritorni la voglia : )
Io come stufato estivo ci vedo bene quello di pollo all’indiana. Ma non quello
veloce con del curry buttato lì così, nono, quello buono è quello che cuoce a
lungo e lentamente..che fa sciogliere le carote tritate, la cipolla e il
sedano e che forma quella cremina densa densa che si lega con il latte di cocco
e le spezie…e che è ottimo d’inverno bello caldo ma ancor più strepitoso
d’estate a temperatura ambiente con del riso profumato e un bicchiere di bianco
frizzante…
Io come stufato estivo ci vedo bene quello di pollo all’indiana. Ma non quello
veloce con del curry buttato lì così, nono, quello buono è quello che cuoce a
lungo e lentamente..che fa sciogliere le carote tritate, la cipolla e il
sedano e che forma quella cremina densa densa che si lega con il latte di cocco
e le spezie…e che è ottimo d’inverno bello caldo ma ancor più strepitoso
d’estate a temperatura ambiente con del riso profumato e un bicchiere di bianco
frizzante…
bella ricetta veloce , che non avrei mai detto a vederla , e gustosa !!
per me lo stufato è tutto
fuorché estivo, infatti lo propongo al marito principalmente nei mesi
freddi. In estate però faccio un piccolo mix di conoscenze culinarie
varie e viene fuori questa ricetta qui: il muscolo rifatto. Prendo un
bel pezzo di muscolo di manzo e lo faccio lessare per 3 ore a fuoco
bassissimo con carote, sedano, pomodorini e patate. Quando vedo che la
carne si stacca usando solo la forchetta e le verdure sono quasi
disfatte, spengo il fuoco, tiro fuori tutto e lascio in pentola solo il
brodo. Quando il muscolo e le verdure sono fredde taglio tutto a
cubetti. In una padella grande faccio scaldare un po’ di olio e dentro
ci soffriggo un po’ di scalogno a rondelle. Non appena lo scalogno
appassisce aggiungo polpa di pomodoro e le verdure a cubetti che
schiaccio nel mpomodoro fino a ridurle in poltiglia. A questo punto
aggiungo la carne a cubetti (i cubetti piccoli un max due cm di lato) e
il brodo di cottura della carne e delle verdure e coperchio per
un’oretta. Dopo l’ora, tolgo il coperchio e faccio restringere il tutto.
Al termine della cottura avrete la carne che si scioglie
(letteralmente) e un sugo bello denso e corposo. A chi piace può
aggiungere peperoncino. Lo lascio intiepidire e lo servo con un couscous
profumato con cipolla e basilico. Anche freddo è ottimo.
semplicemente goloso!
a me vengono in mente 2 piatti ovvero la crema di fave fresche con pane soffritto con cipolla e peperoncino ed i fagiolini lunghi sbollentati e poi finiti di insaporire in una salsa di pomodorini e aglio su pane casareccio.
NONNA DOVE SEI??
ciao sigrid,
d’estate ci piace gustare lo stufato di polpo con piselli.io lo faccio cosi’:
ingredienti
1 kg di polpo a pezzi gia’ lessato
1 cipolla piccola
1 spicchio di aglio
una manciata di piselli freschi
due patate a pezzi(facoltativa)
maggiorana
buccia grattuigiata di un limone
sale e pepe
vino bianco q.b.
1 barattolo di pelati(o pomodori freschi sbollentati)
olio evo
preparate il soffritto con cipolla e aglio tagliati finemente e aggiungete il polpo.fate sfumare con vino bianco.aggiungete i piselli , il pomodoro(anche l’eventuale patata)e la maggiorana.incoperchiate e fate andare a fuoco basso per almeno 35 min.a fine cottura grattugiate la scorza del limone.io lo servo con cous cous o con riso bianco.
mi accodo a Sonia nel ricordo napoletano del baccalà (e non stocco) con patate pomodori, olive e pinoli!!! Da piccola lo odiavo, ora ogni volta che lo cucino è una (fantastica) riscoperta!!!!
La mia ricetta del cuore del baccalà è quella che cucinava la mia compagna di stanza
portoghese, lei tra l’altro mi raccontava che in Portogallo hanno 365 versioni diverse del baccalà, una per ogni giorno dell’anno, questa è semplicissima e golosissima.
In una pentola dal fondo spesso si affastellano a strati gli ingredienti, si comincia con uno strato di pomodori a rondelle, poi patate, cipolle e aglio, e baccalà, salando e pepando un’po’ ad ogni strato fino a riempire la pentola,l’ultimo strato deve essere di patate, si spolverizza con la paprika e qualche ricciolo di burro. Poi si chiude col coperchio e si cuoce a fuoco lento il tutto per 30 min senza mescolare…noi accompagnavamo il pranzetto anche con un bel litro di bianco gelido, una goduria!
Bocconcini di pollo stufati nel brodo con lo zafferano. Carotine e piselli come accompagnamento. Un piacere di gusto e colori. Francesca
cara Sigrid,
non so se ti ricordi di me,ti avevo promesso che avrei partecipato al giveaway con la ricetta del budino-che piace-ad angelino …e invece, per non andare fuori tema, ti propongo “u menestrun” che faceva il mio papà, e che penso fosse davvero il migliore del mondo…
si va nell’orto, in Liguria naturalmente, e si raccoglie tutto qello che si trova , compreso qualcosa di selvatico ( boraggine, ad esempio), e molto basilico
Si taglia tutto a pezzetti , mio papà li faceva belli precisi..poi soffrittino di cipolla, si fanno appassire un po’ le verdure,compreso anche una buona dose di basilico fine fine, si aggiunge l’acqua( non molta) e si fa cuocere a fuoco lento. Quasi a cottura, si aggiunge la pasta, rigorosamente “bricchetti” ( è un tipo di pasta secca tipicamente ligure a forma di fiammifero,in genovese appunto bricchetto, che tiene la cottura in modo quasi miracoloso), si finisce la cottura e si aggiunge abbondante pesto ( però fatto con meno formaggio che nella versione per condire le trenette).Deve essere tanto denso che il cucchiaio deve stare in piedi da solo.D’estate, mangiato freddo è un vero paradiso, e riconcilia con le minestre anche chi proprio non le può neanche vedere. Il ricordo più dolce di mio padre è proprio l’immagine di lui che, persa a 80 anni la compagna della vita, ha trovato consolazione nella cucina, occupando intere mattine a preparare per figli nipoti e amici il suo leggendario minestrone, e d’estate, quando torno in Liguria, quasi lo vedo con il suo tagliere di legno a tagliare e tagliare…
Non ho mai provato a cucinare lo stoccafisso… lacuna terribile!! partecipo con piacere al giveaway, queste cocottine sono bellissime! bacioni e grazie, Francy da Bologna
Cara Sigrid, il mio stufato di cui voglio raccontarti è il “pitaggio di fave, piselli e carciofi” siciliano.
L’origine del nome porta un po’ fuori strada… chiaramente viene dal francese “potage” , ma in realtà è uno stufato, una ricetta che faceva spesso la mia nonna a primavera (quando fave e piselli sono tenerissimi e gli ultimi carciofi te li regalano), ma anche al nostro arrivo all’inizio delle vacanze estive usando tutti gli ingredienti freschi che aveva congelato con cura (soprattutto chili e chili di fave, sgranate e conservate con dedizione dalla nonna perché amatissime nella nostra famiglia) nei mesi in cui i figli e noi nipoti risiedevamo altrove.
Come molti piatti semplicissimi siciliani, ha quel sapore unico e tipico delle cose antiche, lo preparava la mia bisnonna (che quando parlava di cucina alternava proprio il francese all’italiano ) e la mia amatissima nonna Rosa, scomparsa da poco.
Ricordo da ragazzina a casa di mia nonna tra aprile e maggio c’era sempre (anche nei pranzi e nelle cene più eleganti perché mio nonno ne era ghiotto), veniva preparato per tempo al mattino in modo da trovarlo a pranzo ben riposato. Al mio risveglio la cucina e quasi tutta la casa sapeva di cipolletta fresca appena dorata.
A parte la fase di pulizia degli ortaggi, si prepara in poco tempo e credo che con la cocotte venga squisito.
I carciofi vanno tagliati a spicchi e se si sfaldano non fa niente.L’ingrediente che non può mancare è la cipollina fresca (con la cipolla normale, credo perda molto del sapore primaverile che lo contraddistingue) che va tagliata sottilissima e abbondante, poi rosolata. Si aggiungono le tre verdure in proporzione quasi uguale (tipo 300gr -300 gr fave e piselli e 250 gr di carciofi) e si fanno insaporire insieme alla cipolla prima di aggiungere qualche cucchiaiata di acqua, sale e pepe. Non ricordo se mia nonna le sfumava con il vino bianco… comunque dopo una cottura di 20 minuti a fuoco dolce, sarà pronto..
La cosa più interessante di questa ricetta è la sua versatilità, in quanto una volta preparato il “pitaggio” si può usare per contorno, ma anche per condire la pasta o insieme alla carne, polpettine o spezzatino. Grazie al tuo contest, me ne sono ricordata e mi sa che devo continuare a farlo adesso che la nonna non c’è più… lo proverò a fare per il cous cous di agnello, ti farò sapere!
Che bello! Un givaway!! :))
Così d’istinto, se penso all’estate e a “stufato” mi viene in mente la “ratatuja” (piemontese di ratatouille). Tante verdure estive, dell’orto of course! gli ingredienti necessari: peperoni, melanzane, pomodori, fagiolini… e poi un bel po’ di basilico fresco. Ne potrei mangiare a vagonate! Da sola, calda, fredda, con riso pilaf… uh! che fame! :P
buon fine settimana Sigrid :)
Irma
Ah ce l’ho io uno stufato estivo per te!
Questo è un ricordo antico, di quando facevo le elementari.
Al pomeriggio io e mio fratello andavamo a giocare dalla signora di fronte che aveva un nipote della nostra età e un giardino/orto dove sporcarci di terra.
Siccome nostra mamma lavorava fino a tardi, la Nella ci teneva qualche volta anche a cena, e spessissimo ci faceva trovare questo stufato che aveva dentro quello che capitava dall’orto, ma di base aveva sempre i pomodori freschi arrosto e il pezzettino finale del prosciutto del salumaio stracotto per ore :D
Mi ricordo che faceva questi pomodori al forno conditi con un po’ di olio e sale e probabilmente rosmarino e prezzemolo poi quando erano asciugati, quasi caramellati li metteva nella pentola insieme al prosciutto e a del brodo vegetale, poi verso sera aggiungeva fave sgranate, bietoline, patate, a volte anche zucchine, quello che era maturato insomma, poi lo mangiavamo a cena col pane e il prosciutto si disfaceva tutto, era buonissimo!
A me e’ sempre saputo di estate, lo collego a quando giocavo in giardino.. :)
Ecco il mio baccalà coi porri, per 2pp. – Tagliare longitudinalmente 2 bei porri, sciacquarli e poi affettarli con uno spessore di circa 1 cm. In un largo tegame (va benissimo, anzi, meglio, le Creuset di ghisa), stufare molto lentamente i porri con un filo d’olio ed uno spicchio d’aglio. Coprire (se necessario aggiungere un pochino di acqua). Uno volta ammorbiditi, aggiungere 4 pomodori maturi passati (se ben saporiti, altrimenti un barattolo piccolo di pelati, sempre passati) e pepare. Far restringere il sugo, solo all’ultimo adagiare il baccalà tagliato a tocchi e ben sliscato. Assaggiare di sale, se necessario salare. Cuocere per circa 15 min. finchè il baccalà è cotto e si è sfatto.
Ilaria
Non so che casino sto facendo con i commenti, sorry! Va bè, questo è quello che avevo scritto:
Uhmm che bontà questo stufato! Mi sa che replico! :-)
E pensare che dalle mie parti, sempre in Calabria, la ricetta classica del baccalà è con alloro e peperoncino, pomodoro neanche una traccia… quanto sono belle tutte le tradizioni??
Stufato estivo: sicuramente lo stufato di zucca lunga e patate. Si prepara a fuoco lento finché le verdure non diventano tenere e il sughino si insaporisce. Poi viene servito tiepido o addirittura freddo. Mio padre lo mette addirittura in frigorifero prima di mangiarlo! :-)
Uhmm che bontà questo stufato! Mi sa che replico! :-)
E pensare che dalle mie parti, sempre in Calabria, la ricetta classica del baccalà è con alloro e peperoncino, pomodoro neanche una traccia… quanto sono belle tutte le tradizioni??
Stufato estivo: sicuramente lo stufato di zucca lunga e patate. Si prepara a fuoco lento finché le verdure non diventano tenere e il sughino si insaporisce. Poi viene servito tiepido o addirittura freddo. Mio padre lo mette addirittura in frigorifero prima di mangiarlo! :-)
Qui in Toscana un piatto immancabile in molte tavole, inverno ed estate, è la trippa, che vedi mangiare nei banchini per strada, ai tavoli nei grandi mercati o nei ristoranti. Trippa, lampredotto e non solo, fumanti di brodo e cosparsi di salse possibilmente super piccanti. Una goduria, ma quando ci sono 35°… :-) Lo scorso anno, in estate, su espressa richiesta di ospiti stranieri mi sono messa a preprarla ma non volevo assolutamente che fosse bollente e ne ho pensata una versione alla melanzana, perfetta per l’estate e con tanto pomodoro fresco. Peperoncino e pane abbrustolito. è piaciuta così tanto che è diventato un must, freddo in estate caldo in inverno. Un abbraccio
Un vero e proprio stufato non mi viene in mente…però mi viene in mente la peperonata. Nutro un forte affetto verso la peperonata, e la faccio solo d’estate perchè non la concepisco con peperoni diversi da quelli di Cuneo (è un peperone con la polpa carnosa e profumata…che i contadini maneggiano con una grazia che pare stiano toccando dei passerotti). Come la faccio? La ricetta è del mio ragazzo, che ci mette cipolla, carote a rondelle e qualche pelato.
Uh!!!! la cocottina! quanto mi piacerebbe averne una ! mi metto all’opera e vado a spulciare nel mio repertorio di ricette estive.
Da piccola odiavo il baccalà e lo stoccafisso con tutte le mie forze, forse perchè non avevo la bocca educata al pesce di alcun genere. Oggi lo adoro (chi disprezza compra si dice) e dopo un viaggetto in Portogallo ho imparato a conoscere tantissime ricette davvero sexy.
Trovato!!! :-)) http://www.lucianopignataro.it/a/mussillo-e-cureniello-stocco-e-baccala-raffale-bracale-ci-spiega-la-differenza/18166/
Mia madre ce lo preparava continuamente da bambini. Ma a Napoli si chiama Corinello :-)) Io lo odiavo, adesso lo amo e lo preparo spesso, proprio in estate. Credo però che il Corinello fosse una parte diversa del merluzzo, più morbida ed elastica. Mi informerò e ti dirò!