Cose polacche!

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A casa mia si usa un’espressione che rende molto bene lo scenario intorno a me mentre scrivo, traducendo liberamente dal fiammingo: sembra che qui ci sia caduta una bomba… Veramente più della bomba poté il trasloco e sono certa che avrete tutti fatto più o meno sovente l’estatica esperienza del butto-giù-tutta-casa-e-inscatolo-ogni-cosa, quindi non sto a descrivere la situascion fra scatole, oggetti sparsi assolutamente ovunque e dilemmi esistenziali che si presentano almeno almeno una ventina di volte al giorno (tipo ma questo pennello di silicone arancione che non ricordo chi me lo ha rifilato – perché di certo non avrete comprato voi un orrore del genere – davvero ci serve o vogliamo invece approfittare dell’occasione per sbarazzarcene?). Insomma, la situazione è disperata ma non seria.

A dirla tutta, odio e amo i traslochi. Gli odio perché bisogna disfare tutto ciò che si era pazientemente costruito, buttare per arie mesi e anni di ordinamento e di abitudini, tutto ciò in cui uno si era più o meno commodamente annidato. E li amo per lo stesso motivo, perché un trasloco è sempre una cura dimagrante choc (non so voi ma io ogni volta che trasloco finisce che butto metà delle mie cose), mi sembra sembre un esercizio di essenzialità, un’occasione per spogliarsi del superfluo. E quindi sentirsi più leggero. Così anche stavolta. E non mi sento nemmeno tanto in colpa per gli sprechi (sinceramente compriamo troppo – e riceviamo troppi regali inutili – ed è odioso buttare cose che possono ancora servire): i libri vanno per la loro strada e continueranno la loro vita, i vestiti vecchi finiscono nel cassonetto oxfam mentre le cose andranno a chiedere asilo al centro Sant’Egidio dietro casa. Sono quindi in piena cura di dimagrimento oggettivo, meditabonda e seduta in mezzo al caos. Visto che non ci bastava così l’hard disc del mio computer ha pensato bene di schiattare la scorsa settimana. Che dire, Sso’ periodi… :)

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Piuttosto: curiosando in rete, qualche giorno fa mentre cercavo di darmi una risposta alla domanda ‘cosa si mangia in Polonia?’, mi sono imbattuta diverse volte in questi involtini. Che si chiamano golabki che significalittéralmente ‘piccoli piccioni’, e sono in sostanza foglie di verza farcite con un misto di carne e riso. Sicché questi involtini sono da colloccare nello stesso filone dei fiamminghissimi uccellini scappati italici, o dei vogels zonder kop (‘uccellini senza testa’), detti anche blinde vinken (‘passerotti ciechi’, è che siam un popolo di poeti pure noi… :) con i quali sono cresciuta io. La versione italiana la conoscete senz’altro, quella belga, si vede che da noi la terra è grassa, consiste in involtini di fettine di vitello farciti di carne tritata (e accompagnati, degli anni 70 in poi, di salsa madera ehodettotutto). Gli involtini polacchi sono quindi un po’ il cuginetto parco delle versioni che conosciamo noi, e devo dire che come sempre c’è solo da imparare dalla cucina altrui, infatti questi involtini qui sono (contrariamente alla versione belga che è tutta carne) esemplari in quanto a leggerezza e equilibrio nutrizionale, e contrariamente alle attese è una preparazione molto poco grassa e quasi leggera (oltre che molto saporita :) Come al solito, ho cambiato qualche virgola alla ricetta originale, in sostanza ho aggiunto una buona dose di spezie al ripieno in memoria del mio soggiorno ungherese (il cavolo, la panna acida e la carne con riso mi hanno fatto tornare in mente Budapest), e ho usato solo carne di manzo invece del più comune misto suino/manzo (io e il suino non è che andiamo tanto daccordo, se poi volete proprio una versione kosher vi toccherà eliminare la panna acida nb).

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Involtini di verza spezati: Prendere una verza intera, eliminare le foglie esterne più scure, poi immergere tutto quantp il cavolo in un pentolone con acqua salata bollente, per 5 minuti. Scolare e lasciar intiepidire. Staccare circa 12 fogli dal cavolo, eliminare la nervatura centrale, e tritare il resto del cavolo al coltello. Versare il cavolo tritato in una pentola di ghisa. Tritare una cipolla e uno spicchio d’aglio e far rinvenire in una padela con due cucchiai di olio d’oliva. Quando la cipolla sarà appassita, aggiungere un cucchiaino di paprika, un cucchiaino di semi di cumino pestato e un cucchiaino di semi di coriandolo pestati. Mescolare bene e spegnere. In una ciotola, mescolare 200g di carne di manzo tritato insieme a 150g di riso cotto, la cipolla stufata con le spezie, sale e pepe. Prelevare delle polpette di questo ripieno e usarle per farcire le foglie di cavolo (ripiegare i lembi della foglia sulla polpetta di ripieno poi arrotolare il tutto) e disporre gli involtini nella pentola sul cavolo tritato. Aggiungere una tazza di acqua (o di brodo), incoperchiare e far cuocere al forno a 200°C per 1h. Servire con un po’ di panna acida sul lato.

Si, ma allora, in tutto ciò, come mai questa improvvisa fissa per la Polonia? Ecco, è uscito da pochissimo la traduzione polacca di Regali golosi (v. copertina qui sotto :) e ho la fortuna di andare, il mese prossimo, a passare qualche giorno a Varsavia, per un workshop/pasticciamento con i lettori polacchi e per fare la promozione del libro. Non vedo davvero l’ora di andare a curiosare in giro per trattorie e negozi, ovviamente poi vi verrò a raccontare qui… :)
ps. for the polish readers (I don’t think I need to translate today’s recipe right? :) Looking forward to see you in Warsaw next month!!! :)

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48 Commenti

  • Veganinchic ha detto:

    Ciao Sigrid! Complimenti per il tuo successo! Io sono polacca che vive in Italia oramai da tanti anni. Sono vegetariana per cui non condivido l’amore per i gołąbki ma tempo fa li mangiavo e ovviamente in Polonia e’ il piatto tipico per le festivita’ autunnali e invernali. Mi fa molto piacere che diffondi la mia cultura culinaria nazionale pure in Italia! :)

    http://www.veganinchic.com

  • michele polignieri ha detto:

    Ottimi….ma io tifo per il suino…..Per i kosher e halaal poi si vedrà,:-)

  • Gian Luigi Penzo ha detto:

    Mi interessa e vorrei farli. Un unico dubbio: se ilriso è già cotto, rimanendo in forno a 200 gradi per un’ora non diventa stra-cotto?
    Gigi

  • Giuseppe Scaricamazza ha detto:

    Eh… Budapest… :)

  • Gian dei Brughi ha detto:

    ma vai a Varsavia?!!! naaa, cosa mi ero persa!!! Io conosco benissimo la Polonia, ci sarò stata – tra Varsavia, Cracovia e i Tatra – almeno una decina di volte, sia per lavoro che in vacanza; è un po’ la mia seconda (terza va, con la Francia) patria.
    Se vai a Varsavia non devi perdere assolutamente il Palac Lazienkowsky, un palazzo sull’acqua neoclassico, residenza estiva del Principe Augusto Poniatowsky (l’unico palazzo non ricostruito di tutta la città, tutto il resto del centro è interamente rifatto in stile, fa un po’ impressione).
    Se vuoi un po’ di indirizzi di posti dove mangiare o fare colazione fammi sapere!

  • mapas76 ha detto:

    I will be in Warsaw :)

  • Rossella Incerti ha detto:

    in polonia si mangia benissimo (mio fratello ha sposato una ragazza polacca e il matrimonio si è celebrato là).. io ho trovato fantastici i tortelli locali ripieni di frutti di bosco !

  • Aleksandra Wróbel ha detto:

    Calorosi saluti da Varsavia!
    Penso che nei prossimi giorni comprero’ il libro dei regali. E’ esattamente per me.
    Aspettiamo in Polonia!!!
    P.S. E’ molto interessante che noi, polacchi, amiamo la cucina italiana e cerchiamo il cibo italiano nei negozi e all’improvviso vedo che ci sono anche dei negozi con il cibo polacco in Italia… :D

  • Bea ha detto:

    Chose promise… :) http://www.beawkuchni.com/2012/09/smakowite-prezent.html

    Meilleures salutations (de Lausanne :))

  • Eva Violante ha detto:

     Dì a tuo fratello che porti il concentrato liquido se riesce, che è meglio! Poi su internet trovi abbastanza facilmente la ricetta per riprodurlo!

  • lunadeiboschi ha detto:

     Grazie per l’informazione! :) vorrà dire che ne approfitterò per assaggiarla fresca, la prima volta che mi capita di andare in Polonia…e nel frattempo continuerò ad approfittare del liofilizzato, quando mio fratello riesce a procurarsene ;)

  • Marinella ha detto:

    Questa non me l’hai raccontata :) !!
    Complimenti!!

  • Sara Vicenzi ha detto:

    I grandissimi involtini di cavolo! 

    Una doverosa precisazione: non sono solo polacchi, ma si trovano più o meno in tutto l’est Europa, con piccole varianti regionali. Li ho trovati in Serbia, Bosnia, Kossovo, Croazia, e mia zia, rumena, li propone ad ogni pranzo parentale, per mia grande gioia.
    L’ultima volta che li ho mangiati, in un ristorantino di strada a Sarajevo, erano fatti con foglie di vite e serviti con un’ abbondante cucchiaiata di yogurt: una meraviglia! 

  • Eva Violante ha detto:

     La zuppa che intende tuo fratello è il barszcz (simile al bortsch russo) che è un po’ complicato da preparare fresco qui perché è difficile trovare le barbabietole rosse fresche (non quello sottovuoto già cotte) e perché per dare sapore si usa un concentrato anche quello di difficile reperibilità in Italia. Per dirti che anche mia mamme usa spesso il preparato, anche se tendenzialmente quando torna in Polonia compra le bottigliette di concentrato per barszcz così almeno a Natale siamo a posto (essì, è il classico primo piatto natalizio, servito con dei similtortellini ripieni di funghi)…

  • Chiara ha detto:

    nel senso che dato la mia situazione attuale, (che qui risparmio di illustrarti perché siamo su un blog di cucina e non a c’è posta per te) che è proprio pari pari al titolo del film, che a me non è venuto in mente di citare ma a Sigrid sì, ho pensato quello che ho scritto. Certo se il mio primo commento fosse stato questo probabilmente sarebbe stato più chiaro quello che volevo dire. Faccio mea culpa e prometto, in futuro, di essere più precisa e di esibire le mie conoscenze in ambito cinematografico e non solo! :)

  • camagna ha detto:

    Considerando che è il titolo di un film del 1965 (piuttosto noto, con Robert Reford e Alec Guinness) non è al genio che la stai rubando.

  • Giulio Fabris ha detto:

    Fatti oggi, molto buoni. Grazie per lo spunto. :-)

  • Bea ha detto:

    PS. Je suis contente que l’édition polonaise a gardé la même couverture que l’original (je regrette un peu celle de la version française…).

  • Bea ha detto:

    Justement – je parlerai de ton livre en version PL la semaine prochaine; cela fait déjà quelque temps que j’échange des mails avec la responsable de la maison d’édition (car j’avais déjà parlé de ton livre auparavant – http://www.beawkuchni.com/2011/01/ksiazkowo-2010-2011-cz2.html et c’est insi que les éditeurs m’ont contactée).
    Suis impatiente de voir la version polonaise (l’exemplaire m’attend à la poste… ;)) et je regrette de ne pas pouvoir être à Varsovie le mois prochain (j’habite en Suisse).
    Et quant à ‘golabki’, chez moi on les sert toujours avec une sauce tomate (et la farce, je la prépare souvent avec des champignons…).

    Bon weekend et bon séjour en Pologne! :)

  • Monica Vannucchi ha detto:

    Carissima complimenti! vedrai che bella varsavia, che città “emozionale” e che belle persone i polacchi. Quanto agli involtini di verza, nella bassa emiliana li chiamavano i verzolini e il ripieno era di carne , macinando gli avanzi del bollito e aggiustando con besciamella per renderlo più morbido. anzi, se qualcuno che legge avesse una ricetta di questa versione, ne sarei felice. Mia nonna, che era rumena, faceva qualcosa di simile, ma il ripieno era più orientale… 

  • lunadeiboschi ha detto:

    Ciao Sigrid! :) Acci, non ti invidio, il trasloco è sempre un momento complesso, l’ho fatto una volta sola e me lo ricordo mooolto bene…
    Leggendo questo post mi sono venuti immediatamente in mente i “capunet”, involtini di foglie di verza ripieni di carne e polpa di verza che fa la nonna del mio fidanzato, piemontese doc… Ma so che in Piemonte li fanno in versioni differenti, insomma, ogni nonna ha la sua ricetta, un po’ come il ripieno degli angolotti ;-) Ho appena cominciato a leggere il tuo nuovo libro, e visto che Verbania non è poi così lontana penso che organizzerò presto una gita gastronomica :-)P
    E sono anche incuriosita dalla cucina polacca, mio fratello c’è stato diverse volte per lavoro e mi racconta che uova e verdure buone come quelle che ci sono là da noi non esistono più…E si è letteralmente innamorato di una zuppa di barbabietola rossa, calda e speziata, che un suo collega ha pensato di regalargli in versione “take away”, liofilizzata. In effetti è buona anche così, ma mi piacerebbe provare la versione fresca, chissà se riesci a recuperane la ricetta? ;) 
    Beh, intanto, buon trasloco! :) E si provano anche questi “Polsky capunet” ;)

  • Chiara ha detto:

    “la situazione è disperata, ma non seria”…Sigrid sei un genio! penso che questa frase sarà il mio nuovo motto. Te la rubo, spero non ti dispiaccia! 
    p.s. ottimi involtini, devo coinvolgere la dolce metà a mangiarla, ce la posso fa’!!! :)

  • Elena_B ha detto:

    Grazie mille! Si, credo il dolce coi semi di papavero ci sia…ho visto nel bancone una cosa scura che, se non è cioccolato, contiene semi di papavero. 

  • Eva Violante ha detto:

    Elena, difficile consigliarti così al buio… Io ti direi di assaggiare i salumi, soprattutto il prosciutto (szynka) e il salame (kielbasa wiejska) che, a differenza dei salumi che mangiamo qui in Italia, sono affumicati e hanno un gusto particolarissimo. Poi io adoro il twarog, che è un tipo di formaggio bianco fresco ma abbastanza compatto, della consistenza simile alla feta ma con un gusto diverso, più delicato e acidulo. Poi i pierogi se li hanno che, come ha già detto qualcuno, sono dei ravioloni farciti con diversi ingredienti, i miei preferiti sono i ruskie pierogi, con formaggio, patate e cipolla, ma sono buonissimi quelli con la carne o con la verza e i funghi. Si mangiano semplicemente bolliti con un po’ d’olio sopra o passati in padella fino a bruciacchiarli leggermente in superficie con della cipolla saltata, dei cubetti di pancetta croccante o della panna acida.
    Di dolce ti consigli il makowiec se ce l’hanno, che è un dolce coi semi di papavero o i pierniki, biscottini morbidi simili ai pumpernikel tedeschi…

  • Agnese Gambini ha detto:

    sono molto curiosa di vedere cosa scriverai da varsavia perchè non ci sono mai stata e non la conosco affatto. Ti ho visto stamattina al Taste ma eri in fila per prendere l’accredito stampa e io ero di frettissima che avevo un appuntamento con una persona. Ti è piaciuto? Pareri? ;)

  • Elena_B ha detto:

    Vicino a casa mia hanno aperto da qualche mese un negozio di delicatessen polacco. Io sono curiosa ma anche un pò ignorante in materia…percui sono già entrata due volte e, dopo aver girato tra gli scaffali senza capire cosa avevo davanti, sono uscita a mani vuote. Se qualcuno mi sa suggerire qualcosa di imperdibile da assaggiare me lo dica, ma specifichi bene il nome e magari anche come si pronuncia, così se io riesca a comunicare con la commessa senza fare troppe figuracce.

  • Becky Brice ha detto:

    Come le “sarmale” di noi rumeni! ;)  Solo che noi oltre alla variante foglia di verza, abbiamo al Sud anche la variante un pò più greca con le foglie di vite.  E la panna acida (smantana) non manca mai, ma mai mai… E bravo il Cavoletto che va in Polonia…ma in Romania? Un pensierino non può farcelo il Regalo Goloso?!!! ;)
    Forza e coraggio con il trasloco e tanti bacini….

  • Donatella Papi ha detto:

    Complimenti per l’interesse verso un popolo che apprezza i tuoi scritti e cibi…
    E pure per la traduzione!

  • Michela G. ha detto:

    ho sempre voluto fare degli involtini con la verza ma alla fine a forza di rimandare non li ho mai fatti, questi mi incuriosiscono moltissimo! li devo assolutamente provare!

  • Ceretti Nadia ha detto:

    Questa estate sono stata in vacanza in Polonia, Varsavia, Torun e Danzica. Oltre a essere un paese molto bello, accogliente ed economico (il cibo costa meno della metà che in Italia) ho sempre mangiato benissimo e a poco prezzo, soprattutto Pierogi (un tipo di ravioli che si riempiono in vari modi: carne, verdure, patate e anche frutta nella versione dolce e possono essere bolliti ma anche fritti). Buonissimi a Torun i Pierniki, biscotti al miele e zenzero creati in onore di Copernico che lì è nato. Ovunque il gelato è ottimo e a Danzica si mangia molto anche il pesce. Tutto buonissimo !

  • Ma dove andrai a stare, Sigrid? Abbandoni zona Ostiense o rimani lì vicino? Vorrei farmi autografare il libro nuovo…
    Un abbraccio!

  • Ma dove vai a stare, Sigrid? Abbandoni zona Ostiense o stai ancora nei pressi? Vorrei farmi autografare il libro nuovo…

  • Eva Violante ha detto:

    Questo è uno di quei piatti che mi ricordano terribilmente l’infanzia… Mia nonna li preparava sempre e qualche volta mia mamma ogni tanto li fa ancora… però preparati secondo al ricetta tradizionale, ovviamente, con un’idea di sughetto di pomodoro… Ecco, ora m’è venuta voglia di farli quindi mi sa che rispolvero il mio libro di Kuchnia Polska (Cucina Polacca) che ho fregato alla mamma e domani me li preparo!

  • agnes ha detto:

    quindi, tu mi stai dicendo che questi involtini sono roba polacca?!?!?…
    ma se sono spiccicati ai nostri pes coj!!! ;)

  • Enrico ha detto:

    Complimenti, Sigridowski ;)

  • E’ un piacere… sapevo di aver cannato alla grande sulla storia, dannazione. Pensa che sul mio blog volevo addirittura raccontare di queste cose meravigliose ma appunto la mia ignoranza in materia me l’ha vietato =)
    E’ una cucina meravigliosa, ho anche comprato un ricettario su amazon e nel freezer ho due pacchi di quel formaggio per pierogi che mi ha portato Marta da Katowice dopo le vacanze di Natale, anche se, per timore reverenziale non mi sono ancora azzardata a farli =(
    Ho paura di sprecarlo… ehehe

  • Veronique, tutto vero, grazie di aver parlato di ‘bar mleczny’ o ‘latterie’ come hai tradotto tu. L’unica cosa: non siamo mai stati sotto occupazione americana :) ma quella russa. Io, da vegetariana, non amo tantissimo la cucina del mio paese, ma ci sono alcune ricette che si salvano, come ad esempio una specie di gazpacho polacco: yoghurt (o kefir), cetriolo, aneto, un spicchio d’aglio. Perfetto per l’estate!

    Grazie ancora, Veronique, per la tua risposta, non mi aspettavo tanto interesse per la cultura del mio paese (anche se, vedendo il tuo cognome, me lo potevo aspettare :)

  • gaia.cozzi ha detto:

    carini questi involtini, non li conoscevo! ps: ho comprato ieri sera il tuo libro e devo dire che non mi ha affatto deluso, nonostante il terzo libro, in genere, sembra sempre un po’ complicato, anche per gli autori più brillanti… brava!

  • Ehchhemeraviglia la versione polacca, anche io la voglioo =) Complimenti intanto per il nuovo libro che ho già fra le mie mani, ed è stupendo proprio…
    Sono incuriositissima da questo post, perchè sono una grande amante della Polonia. Ho studiato per tutta l’Università con una ragazza polacca meravigliosa, grande amante del cibo italiano. Sono stata una settimana l’anno scorso a Breslavia e Cracovia, due città meravigliose, ancora di più sotto Natale. Davvero davvero stupende tanto che avevo pensato di fare un master in lingua inglese la, bellissime sotto molto punti di vista.
    Avevamo molto parlato della loro cucina, essenzialmente una cucina povera e legata alla terra, e una volta li sono rimasta stupita per quanto fosse deliziosa.
    Io personalmente sono rimasta folgorata da Pierogi, che sicuramente conoscerai, in particolare i Ruskie Pierogi, diciamo dei “cappelletti” ripieni formaggi e patate, con un accompagnamento di cipolla soffritta. Descritto così sembrerebbe una schifezza, ma se ti capita provali perchè sono eccezionali. e poi vari tipi di zuppa, alle verdure e alle barbabietole. 
    Ci sono in Polonia pressochè ovunque delle “mense”, a costi bassissimi (tipo che una porzione di Pierogi costa un euro e 50) che mi raccontava Marta fossero ex latterie. In periodo di dominazione/occupazione americana (non vorrei incorrere in strafalcioni storici che sono una gran capra =) quelle latterie erano le uniche che servissero pasti caldi ai polacchi a prezzi bassi, dato che le città erano piene solo di ristoranti per occidentali a costi abbastanza elevati, questo mi raccontava =)
    Se scopri qualcosa di più fammi sapere, ho provato a documentarmi li e da qua, ma poi altre cose mi hanno impegnata e purtroppo, me ne sono dimenticata.
    p.p.s. questi involtini speziati mi ricordano tantissimo i Sarmale, che sono pressochè uguali e sono rumeni.

  • Anna Stiatti ha detto:

    Complimenti per le esportazioni editoriali! Io avevo una tata ucraina che ogni tanto cucinava lo stesso genere di involtini ed erano effettivamente molto buoni. Non avanzavano mai per il girono dopo, nonostante lei avesse un approccio da caserma riguardo alla quantità di cibo da cucinare…

  • maidannutengaracasteddu ha detto:

    Cavoletto sempre più international, anche sto ancora ridendo all’idea di una francofona che scrive in italiano e viene poi ritradotta in francese… La verza è veramente fantastica, buona in ogni nodo, cruda, in padella con acciughe e olive, in zuppa…davvero una risorsa. Tempo fa avevo provato la ricetta delle verze con le anguille di Igles Corelli ed era pazzesca…
    Senti ma alla carne non faccio fare una rosolatina in padella insieme a cipolla e spezie, la metto giù cruda e pace???? perchè domani ho la vendemmia e questi involtini che mi ricordano quelli greci nelle fogli di vite   mi sembrano perfetti… che bello che torna l’autunno!

  • Lisa Violini ha detto:

    Traslocooo???? io in casa ho ancora alcuni scatoloni del mio trasloco di 9 anni fa’…. no comment!!! questi involtini sembrano buonissimi, da provare

  • Annarita Rossi ha detto:

    La verza è buonissima e io adoro tutti i cavoli..da piccola, come quasi tutti i bambini li odiavo, poi crescendo ho iniziato ad assaggiarli ed è stato amore…e ora sono cavoli! 
    Che effetto vedere il proprio libro tradotto in un’altra lingua……Complimenti.

  • r. venezia ha detto:

    la traduzione polacca? favoloso, il cavoletto in the world!!!!
    Non ci posso credere che stai già traslocando, giusto stamane ti pensavo, anche nella mia testa in questo periodo pare esplosa una bomba, ma confesso che un trasloco adesso ci starebbe proprio bene per me…
    Cosa si mangia in Polonia… E’ una cosa che affascina anche me… qualche tempo fa avevo postato questa tortina qui ( http://vanigliacooking.blogspot.it/2012/04/il-lunedi-delle-amiche-torta-polacca.html ), il tarciuch, di quelle che ci ci piacciono tanto,  un po’ nordiche, con la frolla grattugiata sopra (e le amarene in mezzo). Polacchissima, così polacca che non l’ho nemmeno cucinata io. Quella infatti viene dalle manine polacche della mia amica e collega Malgorzata (ed io l’ho sfacciatamente fotografata sul davanzale del mio ufficio, rubando un pezzetto di carta da pacchi dall’armadio della cancelleria…. ;-P)
    ok, come al solito mi sono dilungata troppo. ti abbraccio. r.

  • Claudia ha detto:

    Complimenti!!! Addirittura in polacco?!!?
    Buoni questi involtini, e poi adoro la panna acida :-)
    La prima volta che ho tempo e voglia di pasticciare (mi devono lasciare un pomeriggio in pace un po’ tutti: lavoro, famiglia, impegni assortiti: pussa via) giuro che li provo. slurp.

  • chika ha detto:

    hi s – oh you (and your book) is poland-bound! how exciting…. i had a lovely time in warsaw and krakow last summer. great food! p.s. thanks re: limoncello recipe etc., when you find some time.. :)

  • MarinaM ha detto:

    be’ che dire se non SOLIDARIETA’ TOTALE e un affettuoso pat, pat sulla spalla. Ho traslocato il 7 marzo scorso e se ci pensi mi sparerei perché sono andata in una casa più piccola e senza garage, perché non ho ancora trovato nessuno a cui rifilare la cucina vecchia, perché in corridoio ancora ci sono le lampadine con il filo e basta – ma il consorte ha promesso che domenica monta i paralumi – perché ho dovuto fare l’inserimento, si l’inserimento e non ridete, di due gatte d’appartamento in un giardino, recintato ma pur sempre irto di pericoli. E in più la gatta n.1 ,sconvolta dal trasloco, per due mesi si è tappata. Credo che con la bambina non avrai problemi del genere ;-) 

  • Cavoli, qs involtini sono curiosi e anche la tua variante speziata. Penso che non c’entrino nulla con gli uccellini scappati nostrani, ma magari mi sbaglio.
    Complimenti per aver varcato anche la frontiera polacca!! Un abbraccio

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