Gli insediamenti albanesi quindi sono circa 50, di cui buona parte in calabria (anzi in provincia di Cosenza, su questo sito molto ben documentato trovate un’elenco preciso con cenni storici, costumi e punti d’interesse per ciascuno di loro). Per il resto francamente non ne so molto quindi se la questione vi interessa ve la dovrete studiare da soli, oltre ovviamente a visitare il musea della civiltà arberech a Cività (CS) (deliziosissima paesino, interessante anche per i suoi ristorantini tipici oltre che per il suo festival di cultura e lo strapiombo spettacolare sulle gole del Raganello)…
Intanto, lato cucina, in calabria, c’è da costatare che in 5 secoli la cultura gastromnomica albanese si è alquanto integrata e meticciata con quella calabrese, tant’è che che molto spesso le specialità albanesi citate sono, tranne il nome, identiche a quelle calabresi e vice versa. Spiccano però ancora un paio di preparazioni che rimangono tipicissime, come il pane intrecciato pasquale (di chiara matrice ortodossa) e, sopratutto, i mostaccioli. Certo, mi direte, si fanno mostaccioli anche in altre parti d’Italia anzi è il classico caso di un nome unico al quale si riferiscono realtà molto diverse fra di loro (e per esempio il mostacciolo del sud della calabria, durissimo e composto di solo farina e miele, è identico spiaccicato alla couque de Dinant, poi c’è quello campano, tempestato di frutta secca, e via dicendo), ma il mostacciolo albanese, beh, è speciale.
Intanto e sopratutto perché ne esiste una versione ‘da matrimonio’, grande come un tavolo e incredibilmente lavorato, piena di piccole decorazioni pazientemente scolpite e ritagliate nella pasta, insomma un vero e proprio biscottone barocco senza il quale non è matrimonio (del resto mea culpa culpissima, io avrei anche assistito a un matrimonio italo-albanese questo estate eppure ho perso l’attimo per fare la foto al mostacciolo degli sposi, me ne mordo ancora le mani). Più tardi, gironzolando dalle parti di San Demetrio Corone, ho incontrato, al forno, dei mostaccioli tondi e coperti di glassa che però erano lievitati e parecchio morbidi (mentre il mostacciolo tradizionale non lo è) e anche legermente speziati (idem). E finita ho sguinzagliato i miei informatori e ho recuperato la seguente ricetta, per la versione non lievitata. Poi ho aggiunto un pizzico di lievito e un’idea di spezie e voilà, mostaccioli leggermente lievitati e speziati non esattamente autenticissimi ma comunque molto buoni lo stesso :-)
ps. Se poi qulcuno ha la ricetta dei mostaccioli tondi del forno di San Demetrio, beh, lopprego lo congiuro, me la mandi… :)
Mostaccioli albanesi: far sciogliere a bagno maria 130g di miele (quello che preferite voi, personalmente eviterei il miele di castagno). Versare, sulla spianatoia, 220g di farina mescolato con 1 cuccuhaino abbondante di lievito per dolci, una presa di chiodi di garofano in polvere e mezzo cucchiaino di cannella in polvere. Aggiungere, in mezzo, il miele tiepido e un’uovo (c’è anche chi usa solo il tuorlo), e mescolare delicatamente con una forchetta. Quando si è amalgamato il tutto, impastare velocemente con le mani, aggiungendo un po’ di farina se il composto dovesse risultare appiccicoso (io arrivo fino a circa 250g di farina complessivamente). Stendere infine l’impasto su una superficie leggermente infarinata, ritagliare i biscotti, deporli su una teglia da forno e infornare a 200° per 15 minuti o finché siano leggermente dorati. Sfornare e, quando saranno freddi, se volete, glassarli con un po’ di glassa reale (1 albume montato a neve + zucchero a velo in modo da ottenere un composto denso) e decorare con dei confetti colorati (qui l’ho fatto solo perché spesso i mostaccioli sono decorati, per me vanno persino meglio senza glassa). Per una ventina di mostaccioli.
vivano quanto le montagne i nostri villaggi arberesh!
Che meraviglia questa ricetta!
Che bello trovare una ricetta di tradizione arberesh! Io sono originaria di uno di quei paesini, San Marzano, l,unico in Puglia (la maggior parte sono in Calabria ).
A dire il vero da noi i mostaccioli peró son diversi, anzi, quasi ogni provincia ha la sua versione!
Bella sorpresa cmq grazie di averne parlato!
Vogliamo parlare di quelle piccole donne meravigliose con capelli nerissimi e occhi verdi (mia nonna)? Sigrid cara ti dirò di più, la mia bisnonna passò molti anni in Argentina, tornò e crebbe una innumerevole schiera di nipoti… risultato: il dialetto che si parla nella mia famiglia (da parte materna) è un misto tra il tipico dialetto albano-calabro e lo spagnolo, figurati quello che è la cucina!
Grazie, post strepitoso!
Ciao Sigrid,
la cultura arbereshe è molto interessante dal punto di vista storico, perchè grazie alla loro compaticità sono riusciti a conservare le tradizioni albanese che addirittura nell’Albania odierna, sia per l’occupazione ottomana che ha sradicato nella maggior parte della popolazione la fede ortodossa, sia per la modernizzazione, sono andati persi. E poi da albanese trovo molto interessante le influenze italiane e arabe in certi piatti autentici albanesi.
Il grano cotto come dolce l’hai provato? Loro lo chiamano Lalezot, invece noi, albanesi d’Albania, lo chiamiamo hashure…
Saluti,
Ballakume Elbasani
Anch’io vorrei vederne uno, soprattutto quando lo devono tagliare :-)
Ciao
A.
http://alessandrazecchini.blogspot.co.nz
Grazie a te per aver dato risalto a delle tradizioni che purtroppo si perdono… figurati che mia sorella si e’ sposata a Firenze, e si pensava che nessuno lo avesse voluto… dopo aver visto la scena del “taglio”, e’ in pratica, andata a ruba!
Anche noi si fanno con le decorazioni con la stessa pasta, pero’ quelli con la glassa sono piu’ belli, specie da fare per il matrimonio
Grazie mille, peccato perche’ e’ una delle nostre tradizioni piu’ belle, e pittoresche…
E occitani, a Guardia Piemontese, pare, ci siano rimasugli pure di quello… :-)
Bellissssimo!!! Grazie millissime per averla condivisa, mi spiaceva tanto non poter far vedere un mostacciolo matrimoniale (e in rete non ne ho mica trovato traccia). ps. quello di quest’estate invece era di Lungo e la cosa buffa è che la decorazione invece che nella glassa stava tutta nel mostacciolo stesso, tutto intagliato e decorato di… pasta di mostacciolo, insomma, sembrerebbe che basta spostarsi di poco e il mostacciolo cambia parecchio… :-)
Si pero ecco vedi è proprio questo che intendevo con ‘reciproca contaminazione’, per dire, mia suocera che è di cassano e che non è per niente affatto albanese cosa fa a Natale…?? Ecco, appunto, la giurgiulena :-)
https://www.cavolettodibruxelles.it/2006/12/natale-calabrese-la-giurgiulena
ps. e comunque, forno Baroni Rulez! :-))
ps2. e ovviamente la frase in arberesh non l’ho affatto capita, aiuto :-)
interessante! non sapevo niente di tutta questa storia
Complimenti per il mostacciolo e il matrimonio di tua sorella. Devo dire che invece che nella mia Frascineto la tradizione del mostacciolo da matrimonio si è quasi completamente persa. In compenso fra i dolci segnalo la giurgiulea ossia un torroncino coi semi di sesamo addensati col miele.
Roft sa malet katundet tona arebreshe
gli insediamenti albanesi esistono in tutto il sud italia. In calabria in provincia di reggio ci sono anche i paesi grecofoni.
Questa e’ quella del matrimonio di mia sorella…a spezzano albanese lo si fa’ cosi’… se riesce bene rimane morbido anche per molto tempo
Ci passi una ricetta con il mahleb?
Piana degli Albanesi, che si trova in provincia di Palermo, è famosa per la produzione di cannoli siciliani molto più grandi della norma.
Scusami ho scritto con il suo account, ma sono Silvia:-)
Ciao Sigrid, quanto tempo!
Il post di oggi mi ha fatto molto sorridere: Marcella, qualche anno fa, ha preparato per un esame all’università una tesina proprio sulla cucina Arbereshe (in terra molisana però), idea emersa perchè pochi mesi prima aveva scoperto che i suoi pro pro pro avi provenivano dall’Albania:-) Per quanto riguarda i mostaccioli la tradizione in Molise è ancora diversa perchè l’impasto è al cioccolato, miele e spezie ed una volta cotto a forma di rombo ci si fa colare sopra il cioccolato fuso.. Alcune varianti prevedono anche la marmellata di amarene dentro.
Quest’anno ci sei al Salone del Gusto?! Ci vediamo?!
Cara Sigrid, mia mamma proviene da uno di questi paesini albanesi… in molise però…
Conosco i mostaccioli a forma di ciambella ricoperti di glassa e un po’ biscottosi… vediamo se ha la ricetta…
Bacio!
con tutto il miele che ho questi sono perfetti, da fare subito!!!grazie come sempre.
con tutto il miele che ho questi sono perfetti, da fare subito!!!grazie come sempre.
Proprio in questi giorni sto leggendo “Il ballo tondo” di Carmine Abate, e giusto ieri cercavo informazioni sulla comunità arbëresh e pensavo a un giro da quelle parti, per la prossima estate calabrese. E oggi, per coincidenza, ecco qui qualche informazione, in versione piacevolmente culinaria!
In dialetto cosentino gli arberesh vengono chiamati “ghiegghii”. C’è un famoso proverbio dalle nostre parte che recita: ” Si trovi nu ghiegghiu e nu lupo, spara primo u ghiegghiu e poi u lupu”.Dopo tanti secoli le culture si sono integrate, ma fa piacere che conservino le loro tradizioni e la lingua, che è veramente inconprensibile. A me piacciono le chiese, non so se sei stata a San Cosmo Albanese, dove c’è il santuario dei Santi Cosmo e Damiano, sembra di fare un balzo direttamente in Grecia.
La Calabria è una delle poche regioni italiane che attende ancora di essere visitata dalla sottoscritta… aggiungerò anche queste destinazioni al mio itinerario :) Molto interessante la storia del mostacciolo da matrimonio, non so cosa darei per vederne uno…
Non sono mai stata in Calabria e adesso sono curiosa. I mostaccioli neppure li ho mai assaggiati, ho letto in uno dei libri di Camilleri di Montalbano che nervoso ne aveva mangiato un vassoio pieno, e quando li ho visti in Sicilia ero tentata, ma alla fine ho speso tutti i miei soldi in dolci morbidi di mandorle :-) (quelli duri devo dire che non mi attirano molto se sono esposti accanto a quelli morbidi di mandorle!).
Sono diversi questi mostaccioli di quelli siciliani?
Ciao
Alessandra
http://alessandrazecchini.blogspot.co.nz
Ciao, ma lo sai che in Sardegna esistono i mustaccioli?
Ciao, ma lo sai che in Sardegna esistono i Mustaccioli?
non sapevo dell’esistenza di queste cittadine con anche i cartelli bilingue. è sempre molto bello vedere le evoluzioni dell’uomo, e cenni storici sparsi qua e là. ma i biscotti, senza nulla di grasso, non restano un pò asciutti? bacino, sere
finalmente vedo come son fatti ‘sti mostaccioli… ;))
ma lo sai che anche io “uso” quei cuoricini lì? li adoro (che commento profondo di lunedì mattina eh?)
bacini e buona settimana (anche vicino Melfi c’è uno di quei paesini… ci sono stata un paio di volte ma non mi ricordo il nome, dev’essre giust’appunto la sindrome del lunedì mattina che mi “incaglia” il cervello… )
:*
appena ho letto il titolo del post mi è sorto il dubbio, poi la storia e la ricetta e son qua che mi spremo le meningi, poi giro in rete perché non sono proprio sicurissima. ma ecco i mostaccioli ci sono anche qua nelle Marche – e se non erro in Umbria – e di mezzo c’è il mosto cotto, sono sempre biscotti ma fatti nel periodo autunnale quando si vendemmia. vedi te come una ricetta e il suo nome posso camminare e cambiare anche perché una colonia albanese c’era anche qua, nel piccolo feudo di Castelferretti.
Anche in Sicilia esiste Piana degli Albanesi, ho lavorato lì quando ero ragazzina e sinceramente mi sono sentita una straniera nella mia terra. Una bruttissima sensazione.
Anche in sicilia esiste Piana degli Albanesi.