In un periodo della vita che sembra ormai il mesozoico o giù di lì ero molto affascinata da una storica – e bellissima – rivista americana chiamata Gourmet, nonché dalla sua direttrice, Ruth Reichl, nota alla cronaca in quanto ex critica ai ristoranti per i NYT e per i tanti episodi in cui andava a cena travestita pur di non farsi riconoscere dai ristoratori. Gourmet però fu chiuso, nel 2009, causa poca pubblicità, lasciando migliaia di foodies orfani in giro per il mondo e un vuoto enorme nel panorama editoriale food. Ruth in pratica scomparse fino a quando l’ho vista riaffiorare in rete, in modo davvero massiccio, qualche giorno fa, in piena promozione del suo nuovo libro, My Kitchen Year: 136 Recipes that Saved My Life.
Da un lato, benché ovviamente non la conosca personalemente, sono felice di aver ritrovata Ruth Reichl: in un mondo dove la qualità se ne va scomparendo a vantaggio dell’apparenza e della velocità, (poi si può pensare di Barricco quel che si vuole ma bisognerà pure dargli l’immenso credito, prima o poi, di aver analizzato e anticipato il disastro), scalda il cuore sapere che ci sono ancora alcuni dinosauri che lavorano in modo lento e meticoloso… Dall’altra, un po’ mi porta tristezza questa apparizione, Ruth è decisamente invecchiata (più di quanto la foto levigata della copertina del libro non faccia pensare), a ricordarci che, signori miei, il tempo passa per tutti, ecco. Per il resto, a confermare il suo kindred spirit, mi ritrovo, come sempre, in molto di ciò che Ruth dichiara in questi giorni, fra una seduta di autografi e l’altra, a iniziare dalla cucina come luogo in cui rifugiarsi e ritrovarsi, del cucinare come esercizio zen, rilassante come poche altre attività, all’importanza del cucinare per la propria famiglia. Comunque sia, insieme alle interviste, circola in questi giorni una ricetta, questa, di cui Ruth ha anche girato un video (ho trovato delizioso quel suo modo poco appariscente e persino spensierato di dire e fare :).
Qui a NYC – proprio come nell’upstate NY dove vive Ruth – è ormai tempo di foliage dorato e di mele raccolte nel frutteto (il pellegrinaggio upstate è obbligatorio se vivi a New York e hai figli, infatti mmo’mo andiamo pure noi, e torneremo, as usual, con un sacco di 20kg di mele raccolte con le nostre manine, e un paio di zucche in bonus :). E quindi ci vogliono ricette con le mele, tante ricette con le mele. Con tanta cannella e tanta panna montata, sissisi! Questa ricetta qui, semplicerrima che più semplice non c’è, poco presuntuosa e veloce è perfetta per smaltire il raccolto nonché per inaugurare, con un profumino di cannella, burro e zucchero caramellato, l’inizio della stagione delle mele, l’autunno (che poi per qualcuno è anche la stagione preferita dell’anno ;-).
Il crumble di mele di Ruth Reichl
mele (di vario tipo, medie) 6
limone 1
farina 80g
zucchero di canna 80g
burro 70g
sale
cannella 1 cucchiaino o qb
+ panna fresca per servire
1. Sbucciare le mele e tagliarle a spicchi, aggiungerci il succo del limone. Versare il tutto in un piatto da forno imburrato.
2. Con la punta delle dita, sbriciolare il burro freddo nella farina mescolata con lo zucchero e una presa di sale fino a ottenere delle briciole. Cospargere le briciole sulle mele.
3. Infornare il tutto a 190°C per 45-60 minuti, fino a quando il dolce sarà dorato e i succhi leggermente caramellati. Servire con della panna montata (da montare con le fruste o, come va di moda qui, scuotere in un barattolo fino a quando smette di essere liquida :)
La cannella si mescola alla farina o si spolverizza prima di infornare? Opterei per la prima opzione…
Post e ricetta bellissimi. Come sempre riesci a incuriosire! Adesso tutte vogliamo il libro di Ruth
: ) ps: però aspettiamo anche un tuo nuovo libro. Regali golosi oramai è consunto (e penso a questo libro in particolare solo perchè il Natale si avvicina di gran corsa!)
libri godevoli, come le tue fotografie Sigrid, sempre. Grazie. silvia mogliedaunavita
Insisto, TU dovresti fare un libro tutto-mela! Dalle pommes alle mele alle apples. Che dici, intanto riservo un posto sul mio scaffale?! ;-)
Ruth Reichl non è solo lenta e meticolosa (il che è prezioso), ma è anche una formidabile narratrice di storie di cibo. Cibo che, raccontato da lei, non diventa un mistero metafisico per iniziati. Raccontate da lei persino le animelle mi sembrano appetitose (e sono pure vegetariana).
Mi sembra delizioso
Paola
http://www.lechicchedipaola.it/
Ciao Sigrid, ma il tuo progetto del libro sulle torte di mele l’hai poi abbandonato?
Concordo con te e capisco la tristezza che provi a vedere la cucina svilirsi dietro preparazioni veloci, con 3 ingredienti e nessuna grazia. E’ una cosa che intristisce anche me, ma purtroppo è la tendenza di questi anni, che va ad aggiungersi alla moda del senza e del vegan. Meno male che ci sono ancora pilastri della cucina come la Reichl che ci fanno conoscere anche che cosa voglia, veramente, dire mettere le mani in pasta, fosse anche per sbriciolare la frolla del crumble.
ho letto il suo libro “la parte più tenera” quest’estate. bellissimo libro e bellissime ricette! cercherò il suo ultimo perchè se il risultato è questo crumble…aiutoooooooooo ho già l’acquolina in bocca. complimenti per le foto, sono bellissime.
Ho passato l’estate a leggere i libri di Ruth Reichl, adesso dovrei in qualche modo procurarmi anche il suo ultimo! Bellissimo mood nelle foto!