Okonomiyaki

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Se siete stati un pochino attenti l’avrete già sentito nominare un paio di volte, ultimamente, l’okonomiyaki (si, anch’io ho sempre avuto problemi col memorizzare queste lunghe seguenze sillabiche che non assomigliano a nulla che conosciamo noi :-). Non so se vi può facilitare la cosa ma yaki è una componente ricorrente nei nomi di piatti giapponesi (significa, su per giù, ‘grigliato’) mentre il resto della parola sta per ‘cucina ciò che vuoi’. E in effetti nell’okonomiyaki ci può davvero finire di tutto e di più, dai gamberi alla pancetta (che è abbastanza una costante) passando per il polpo, il pollo, il manzo, il salmone, e chi più ne ha più ne metta :-) Anzo, l’okonomiyaki viene spesso anche definito ‘la pizza giapponese’, che di per sé è un po’ un controsenso visto che qui di impasto lievitato non ce n’è manco la traccia (semmai assomiglia più a un grosso fritter nel senso donnahayano del termine :-), però, appunto, esattamente come la pizza, l’okonomiyaki si può condire un po’ come si vuole.

Io qui per fare semplice ho fatto la versione basic, ovvero l’impasto composto in gran parte di cavolo sottilmente affettato (e io che pensavo, cambiando continente, di aver chuiso con cavoli & affini, beh, invece sembra proprio che il cavolo qui in Giappone sia una delle verdure più economiche e più usate, ettippareva…), farina, uova e dashi, con un po’ di pancetta e l’immancabile topping di salsa okonomiyaki (la quale a me francamente non piace un granché :-) e scaglie di katsuobushi. Spesso viene anche aggiunta la maionnese, anzi all’ultimo mio okonomiyaki c’era accanto al tavolo/piastra (il coso viene servito sulla piastra così rimane caldo, ognuno ha la sua palettina che serve a tagliarne degli spichietti che poi trasferisce sul piattino che ha davanti a sé e nel quale mangia), un intero scaffalino di salse e condimenti che uno poteva aggiungere a piacere (dal katsuobushi in polvere e in scaglie di diverse dimensioni alla salsa ponzu passando per mayo & co). Anzi, questo in un locale grande, nei localini piccoli invece c’è un unico bancone/piastra dove il cuoco cucina davanti a voi ciò che avete ordinato (spesso in quest posti, al menu, ci sono anche i yakisoba e i yaki udon, che sono due paste saltate alla piastra con, di nuovo, un po’ tutti i condimenti che si possono immaginare), e voi mangiate dalla piastra, comodamente appollaiato su uno sgabello.

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Vabbe’, per farla breve: a patto di rimediare le scaglie di bonito affumicato e essicato ( = katsuobushi) dal vostro solito pusher ès prodotti asiatici (castroni, per dire :-), perché senza non è la stessa cosa, l’okonomiyaki lo potete benissimo fare a casa, in padella, e inventarvi il condimento che più vi garba al momento, per dire, non sto cherzando, quasi quasi che ci vedrei bene un po’ di gorgonzola sbriciolato nell’impasto e una riduzione di balsamico sopra (in questo caso però direi che il katsuobushi non c’azzecca comunque niente :-)
ps. nell’impasto base ci andrebbe anche una manciata di tenkasu che sono delle bricioline di tempura (che si recuperano quando si frigge, appunto, la tempura, sono i minuscoli pezzettini di pastella fritta che si disperdono nell’olio, siccome però non avevo né wok né olio per friggere né tempo, ho fatto senza, tranne poi scoprire dopo che qui queste briciole le puoi anche comprare al supermercato, lol :-)

Okonomiyaki, impasto base

per 2 okonomiyaki

farina 200g
brodo dashi o acqua circa 120g
uova 2
cavolo cinese sottilmente affettato 3-4 manciate
cipollotto 1
pancetta 6 fettine sottili

Mescolare semplicemente la farina con le uova e il brodo (se usate acqua pensate a salare), aggiungere il cavolo e il cpollotto finemente tritato e mescolare bene. Versare metà dell’impasto in una padella leggermente unta e formare un disco spesso circa 1,5cm (anche un filino meno se volete). Lasciar cuocere finché non sia dorato, nel mentre disporre, sopra, le fettine di pancetta (c’è chi le fa cuocere separatamente prima, io ho scelto la facilità :-P), girare tutto quando l’okonomiyaki e far dorare l’altro lato. Infine, trasferire la fritellona in un piatto, aggiungere un filo di salsa okonomiyaki e una buona manciata di scaglie di katsuobushi. Procedere allo stesso modo con il resto dell’impasto, servire caldo.

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91 Commenti

  • Okonomi_Yakity ha detto:

    Grazie per collegare al sito Okonomiyakiworld. Solo un promemoria che è possibile utilizzare Google Translate per leggere il sito in italiano. Buona fortuna!

    http://translate.google.com/translate?js=y&prev=_t&hl=en&ie=UTF-8&layout=1&eotf=1&u=okonomiyakiworld.com&sl=en&tl=it

  • Aldo ha detto:

    Provati (vabbé, senza salsa e senza fiocchi di tonno). Ma è BUONO, abbastanza esotico e strafacile da fare anche x un cuoco della domenica come me.

    Domani Gyoza (sì, anche la pasta), che sono più impegnativi ma mi piacciono un sacco (li vado sempre a mangiare in quel ristorantino all’angolo di St. Boniface a Bruxelles :) )

    Grazie!

  • marie ha detto:

    j’en ai mangé à Osaka la terre patrie de ce plat et j’avoue ne pas avoir aimé. Pourtant j’aime le chou mais là ça ne passait pas. et je n’avais pas mis de mayonnaise comme ils le font. pas hyper concluant. Tu as quelques photo sur mon blog de la préparation au resto sur les reportages au japon

  • san bernardo ha detto:

    Buongiorno,bambina!…Divertiti….Visto che questa volta l’hai presa …ariosa….con più tempo a disposizione non è che hai in mente una bella guida foto/culinaria di quei posti ? Potrebbe essere interessante…..

  • Sigrid ha detto:

    @marcella: a domani? ma se siamo già oggi?! (Buongiorno!! :-)))

  • Marcellagiorgio ha detto:

    Buongiorno Sigrid, io vado a dormire, stanca della domenica, a te buon lunedì!
    Dove ci porterai oggi?
    Staremo in cucina per questo lungo menu nipponico o ci racconterai il week end?
    Comunque sia domani, al ritorno dal lavoro, sarò qui per rilassarmi e divertirmi ancora.
    Grazie!

  • zimbradella ha detto:

    ok allora era brodo chiaro e cotoletta impanata e fritta ma non ricordo di che bestiola con spaghettini (che a sto punto immagino che si chiamino ramen). grazie!

  • Pamirilla ha detto:

    L’okonomiyaki è il mio piatto giapponese preferito in assoluto. Peccato che ristoranti (pseudo?) giapponesi da noi spuntano come funghi ma si limitano tutti a sushi, yakitori e poco altro. E spesso di qualità discutibile.
    Quanto all’okonomitaki, poi, mi piace da morire il tipo di ristorante dove si mangia e dove te lo devi fare a te.
    Ma a Roma dove si può trovare il katsuoboshi?

  • shayma ha detto:

    Sigrid, what a beauty, as usual. I was really interested in reading more about this dish, i am always rather intrigued by Japanese cuisine. x shayma

  • Sigrid ha detto:

    @acquaviva & zimprandella: beh appunto, è quello che dicevo, se zimprandella ci dice che tipo di carne c’era sopra, potremo rispondere :-) ps: i tonkatsu ramen in giappone esistono (perché dare sempre la colpa ai belgi? :-)), anzi esistono persino i tonkotsu tonkatsu ramen (con cotolette E zuppa a base di ossa di maiale :-))

  • Violetta ha detto:

    @Giulio (runner)62 sicuramente troverebbero il modo per non perdere le sovvenzioni. Si sono specializzati in questo

  • Enrico ha detto:

    Buona domenica a tutti!

  • acquaviva ha detto:

    @zimpradella & sigrid: non è che i katsuramen sono una derivazione del più classico katsudon? Si tratta di una cotoletta di maiale impanata nel panko (pangrattato giapponese) e fritta, poi stufata con delle cipolle in un brodino di dashi, soja, mirin e zucchero, sopra cui volendo si può anche rompere un uovo, e poi il tutto viene servito su riso bianco.
    A seconda di quanto si fa ascuigare il fondo, può restare brodoso ed assomigliare ad una zuppa od essere ristretto a salsa, lasciando la cotoletta abbastanza croccante.
    Magari nel ristorante belga hanno sostituito i ramen al riso…

  • verdecardamomo ha detto:

    Ciao Sigrid, mentre tu sei in Giappone a deliziarci con i tuoi reportage a me qui a Roma mi è venuto voglia di sushi…certo le mie foto non sono come le tue ma se vuoi vederle visita il mio blog e lasciami qualche commento.

  • nascondiglio ha detto:

    yaki=grigliato.

    okonomi=quello che ti piace.

    E’ un piatto dove si poteva chiedere che cosa piaceva come il topping. Questo e’ l’okonomiyaki, mi pare.

  • nascondiglio ha detto:

    Sono cresciuto in una piccola provincia di Hiroshima, dove l’Okonomiyaki e’ di casa. La mia cena era quasi sempre un’okonomiyaki oppure una yakisoba, non mi ricordo che altro mangiavo, questi due piatti non potrei scordarmi. Ma da quando l’okonomiyaki e’ diventato un piatto nazionale, non riesco a trovare quella cosa che mi piaceva di okonomiyaki.
    Direi in questo momento mi piace molto di piu’ la pizza napoletana che l’okonomiyaki, mi dispiace.

  • il ramaiolo ha detto:

    Ciao Sigrid !!!Mi piace l’idea di mandarti una cartolina coi fiocchi!!! Ieri ha nevicato in città!!!Ciao

  • Sigrid ha detto:

    @zimbraldella: di sicuro non ti saprei dire nulla del posto che in materia di giapponesi a roma la mia ignoranza non è abissale bensì totale :-)) Per quanto riguarda i katsu ramen, mai incontrati però poiché ‘katsu’ arriva da ‘katsuretu’ e significa ‘cotoletta’ (lol, è un’acquisto recente, come tipologia di piatto in giappone dico :-), esistono una serie di piatti tipo tonkatsu (cotoletta di maiale, impanata e fritta) chicken katsu (stessa cosa ma col pollo), gyu katso (di manzo) e via dicendo. Come dicitura non ho quindi mai incontrato ‘katsu ramen’ così com’è, poiché dovrebbe semmai essersi una parolina in più a indicare quale carne è che hanno fritta e aggiunta nel tuo ciotolone di ramen. A meno che non fosse invece ‘tonkotsu’ ramen e in quel caso stava a indicare dei ramen in una zuppa piuttosto consistente (molto spessa e collagenosa perché li dentro fanno bollire, prima, delle ossa di maiale :-). Insomma, basta che ci dici se la zuppa era trasparente o consistente, e/o se c’era una carne fritta ‘ on top’ piuttosto che delle fettine di maiale (pancetta tipo) bollite dentro, e dovrei poterti dire cos’era :-) (e si, credo che presto ci sarà una ricetta di ramen ma magari piutosto in brodo col miso piuttosto che in versione tonkotsu :-))

  • zimbradella ha detto:

    qui a Bruxelles c’è un ristorante giapponese (non sushi e simili) che non sebra male, cioè a me piace, ma non avendo mai visitato il Giappone può essere anche che mi abbiano rifilato delle sòle clamorose. cmq ho mangiato una cosa che si chiama Katsu ramen; ora non è che magari tu ci puoi preparare qualcosa di simile a modino che poi riesce anche a noi di rifare? sembrava tipo una cotoletta inzuppata nel brodo, una meraviglia. ho cercato online ma non ho trovato nulla che mi sembrasse simile a ciò che avevo mangiato.

  • Giu ha detto:

    @giuliosamuraj
    Si’, l’idea era proprio quella. Magari c’e’ da inventarsi degli accessori specifici per il gastrodriving.
    Per i polli vabbeh… ormai si allevano in batteria, lo sai.

    Oggi sono andato dall’asiatico, il negozio meglio fornito di robba ‘sstrana credo dell’intera nazione, e ho comprato tutto cio’ che finiva con “ushi” e “yaki”, qualche “oki”, un paio di “uri” e “iri”. Un solo “cha” e un “don”.
    Certo che a dargli dei nomi normali a sta’ roba no eh?
    Acquaviva sarebbe stata orgogliosa di me… :DDDDD

  • Pretty Heron ha detto:

    Credo di aver sentito nominare le okonomiyaki in qualche cartone animato giapponese,ma non avevo proprio idea di cosa fossero… Ora lo so, di tutto un po’! :) Grazie Sigrid dell’illuminazione!
    Vedo da quel che scrivi che va proprio alla grande e stai facendo tante belle esperienze… spero di riuscire a vedere quei luoghi anch’io un giorno.
    Un abbraccio!
    Fede

  • giulio (runner) ha detto:

    @Giu: si ecco magari la fiat diventasse finalmente una rosticceria. Forse che con i polli allo spiedo non hanno bisogno di sovvenzioni ogni due anni…

  • Alessandra ha detto:

    Quando ho visto il titolo mi sono scapicollata…
    Sono rientrata 1 mese fa’ da Giappone.
    Cucina sconvolgente e gusto irresistibile per me compresi okonomiyaki che ho avuto il piacere di mangiare sul tavolo piastra ma molto piu’ carichi del tuo.. con la famosa pasta e chi piu’ ne ha piu ne metta..:D!!! Non credevo che cosi’ tanta roba potesse stupirmi nel sapore eppure mai si finisce di imparare…
    Io ancora non mi sono cimentata ma nel mio blog ho ripreso i punti salienti su coe prepare questa pietatnza iltutto filmato e poi libero sfogo alla fantasia ed al gusto della persona.
    Garzie per aver pubblicato ricetta.
    Alessandra . Cuoca a tempo perso

  • Giu ha detto:

    yaki = grigliato???
    Ma allora Yaki Elkan = Cane alla griglia?
    Interessante sta’ cosa… come si fa a dare al proprio figlio, futuro e designato magnate dell’industria nazionale, un nome di una rosticceria?
    Senti, gia’ che sei li, t’informi pure sul significato di Lapo?
    Grazie

  • giangi ha detto:

    sono assolutamente da provare!!!!

  • Tina ha detto:

    Ciao Sigrid, la preparazione di questo piatto mi ricorda molto il periodo che ho trascorso a Singapore. Tra l’altro mi piacevono molto le pietanze preparate col teriyaki (metodo di cottura giapponese). Anche in questo caso stavamo seduti su uno sgabello e davanti a noi il cuoco preparava il tutto su una piastra. Buon weekend!

  • Ely ha detto:

    che bella ricetta ma riuscremo mai a trovare questi ingredienti? qui dà me si fà fatica a trovare i semplici ingredienti italiani, però è sempre un piacere leggere i tuoi post e le tue ricette così minuzione, complimenti per il libro! ciao Ely

  • streghetta67 ha detto:

    bbbbbbuono, mi fai venire fame!!!! E io sto ancora a lavoro sigh!

  • vaniglia ha detto:

    ragazza, sai che ti viene bene la cucina giapponese? oggi sono stata da muji e ti ho pensata!! ;)

  • ma. ha detto:

    Per chi vive a Roma: se volte provare qualche specialità giapponese(“streetfood”)la seconda domenica di ottobre la scuola medie elementari giapponese non mi ricordo come si chiama organizza un mercatino molto simpatico e straaffollato, c’è anche una lotteria dove si vincono viaggi in giappone, l’atmosfera è piuttosto familiare e buona parte dei banchetti sono gestiti dai genitori dei bambini, preparano fantastici yakisoba, pollo yakitori e takoyaki(si chiamano così le polpette di polpo?)

  • giulio (runner) ha detto:

    @acquaviva: Grazie! sei una miniera d’oro…

  • acquaviva ha detto:

    basta, poi non rompo più: visti tutti questi frequenti rimandi ai cartoni animati giapponesi che a noi hanno insegnato qualche rudimento di cucina giapponese, volevo segnalare che dall’8 al 18 febbraio (e poi ai primi di ottobre) a Milano si stanno per realizzare degli eventi proprio sulle influenze della cultura giapponese su quella italiana, manga, anime e food compresi: http://www.mijapan.net/

  • Enrico ha detto:

    Fantastico! Il dashi devo proprio provarlo. Interessante anche la salicornia tritata. Ne ho a casa, provenienza Bretagna.
    Un salutone.
    Enrico

  • acquaviva ha detto:

    @fulvia: il dashi è un brodo con un’aroma delicatissimo che sa leggermente di mare ed appena appena di affumicato. In questa preparazione l’acqua è davvero sufficiente perchè va miscelato con altri ingredienti sufficientemente saporiti di loro, se invece dovessi usarlo in piatti più delicati potresti aromatizzare l’acqua con una goccia appena di colatura di alici oppure con pochissima salicornia tritata, diminuendo poi però leggermente il sale della ricetta. Non ottieni lo stesso sapore ma al limite ti fai vagamente un’idea di mare…

  • acquaviva ha detto:

    @giulio runner:
    l’essenzialità e la pulizia dell’estetica sono forme di arte spirituale che appartengono ad ogni forma espressiva giapponese portata al suo estremo. Per i cultori del concetto questi stilemi emergono con evidenza nella raffinatissima cucina kaiseki, ma appartengono anche, sia nei metodi di preparazione che nella presentazione dei piatti, a molti altri tipi di cucina giapponese.
    Lì come qui puoi trovare vari livelli e stili di offerta: dallo streetfood (a cui appartengono quasi tutte le recenti citazioni di Sigrid, dal takoyaki ai pescetti o fragole su spiedini, all’okonomiyaki) alle trattorie, dai pub ai locali specializzati in una sola preparazione od ingrediente, dai fastfood ai ristoranti di alta cucina, dai takeaway di palline di riso alle cucine fusion, compresi imitazioni od originali di classici occidentali tipo Starbuck, McDonald e pizzerie “italiane”. Tutti hanno in comune il gsto per la presentazione, che sempre segue canoni di armonia e ordine anche nelle stamberghe più sgangherate (… ammesso di riuscire a capitarci).
    L’okonomiyaki qui sopra è un tipico cibo da strada specialità di Osaka e nelle “categorie di pensiero” giapponesi, che non dividono i piatti per portata come noi (antipasti, primi, secondi, ecc.) ma o per tecnica di cottura (qui “yaki”, alla piastra) o per ingrediente (qui Uova), la sua origine è decisamente semplice, economica e popolare.
    So che a prima vista i sembra un oggetto piatto ed informe, ma il suo fascino speciale sta nell’assistere alla sua preparazione, in quella magia che trasforma sotto i tuoi occhi un insieme di prodotti “neutri” sbattutti con un uovo in un disco dapprima charo e lattigginoso, poi semicremoso e pieno di bollicine, poi in un perfetto cerchio dorato e profumatissimo, da decorare con le proprie mani per completare l’opera del cuoco e farne, dopo il rito l’attesa, un tuo esclusivo e personale piacere…
    L’okonomiyaki non ha l’eleganza formale di un capolavoro kaiseki ma è un popolarissimo e a suo modo raffinatissimo gesto di armonia.

    .Allora mi/vi chiedo: la ragione è che c’è una cucina alta e una popolare, di strada? O sono diversi periodi storici? O diverse regioni del Giappone?

    Insomma spero proprio che alla fine di questo tour cavolettiano capirò un pò di più di questa cultura sicuramente interessante…

  • giulio (runner) ha detto:

    @Sigrid: beh si infatti è proprio lì che volevo andare a parare…si fa presto a dire giapponese, ma ci saranno diversi tipi di cucina e tutti certamente diversi da quella che conosciamo in occidente.

    @fulvia: il dashi lo fai con le alghe kombu (10g per 200 mg di acqua) saprei dove trovarle a Milano, Torino e Roma.
    Qualcosa di simile in occidente non saprei…

  • cri ha detto:

    nooooo! le assaggiai almeno 10 anni fa a casa di una mia compagna di università japanese… mi hai mosso un’incredibile serie di ricordi!
    domani mi cimento :-)

  • fulvia ha detto:

    ma…per chi come me non ha il dashi ed userà l’acqua, consigli qualche erbetta per renderlo più gustoso o verosimile?

  • Paola ha detto:

    Che bellezza!!L’okonomiyaki, seppure non l’abbia mai assaggiato, è per me una fonte di ricordi molto cari..adesso che possiedo la tua formidabile ricetta, proverò senz’altro!!

  • Sigrid ha detto:

    @per quelli che la maionnese no: infatti, io non ce la metto :-)

    @giulio: sicuramente poi spunterà fuori annalena che te la spiegherà meglio di me, però ciò che vedo io è che quel che conosciamo all’estero come cucina giapponese sono essenzialmente i susci e tutto ciò che ci ruota intorno. Poi magari abbiamo visto delle foto della cucina kaiseki, che è quella a minipiattini piuttosto studiati e millimetrici, tipica di kyoto ma, suppongo, propria di una certa elite di altri tempi. Poi c’è quello che i giapponesi mangiano al quotidiano, che non sono ne l’uno né l’altro, e che noi non conosciamo molto bene. Quindi zuppe, pasta, riso con condimenti, il tutto in infinite varianti ecc. Direi che il lato coreografico resta, un po’, nei bento, e in alcune preparazioni (fosse anche semplicemente nei furikake multicolor, nelle frittate, nei dolci, ma anche nel modo stesso in cui si mangia, e nel molteplicarsi di ciotoline a tavola ecc). Detto ciò, il Giappone è un paese di contrasti, e il cibo quotidiano è meno coreografico di quel che potremmo pensare (perché pensiamo per cliché :-), anche se il cibo proprio ai templi buddisti, l’equivalente dei giardini zen ecc, da qualche parte, ancora c’è, e via dicendo :). In ogni caso, fin qui le cose giapponesi sono pur sempre piutosto leggeri (per dire, io fin qui non ho praticamente mai soffritto nulla, stasera ho fatto cuocere della carna in acqua, il riso non viene mantecato con burro e formaggio, ecc, insomma, di grassi ne sto usando molto poco in generale (e spesso è olio di sesamo, che ha molto carattere ma siccome poi ce ne va pochissimo, seppuòffa :-), comunque, come direbbe Annalena, poi si usa anche il burro :-)) In ogni caso, piatti come questo, insieme a qualche altro (non so se ricordi i korokkè, ma anche il tonkatsu & co), credo siano più recenti (com’è anche chiaramente l’uso di salse e maionnese), non so dirti da quando però, notare anche che questa è una cosa che si trova praticamente sempre nei mercati, quindi in fondo è, anche, uno street food.

    @ri-giulio: beh, si, a parte che il katsuobushi serve, insieme al kombu, a fare il dashi, si può mettere un po’ ovunque, io lo schiaffo sempre (cioè tutti i giorni :-)) sulle insalatine di daikon e verdure, negli onigiri, nelle zuppe e un po’ la dove capita, è un super ingrediente :-) ps. la pancetta invece è sottile, voglio ddi, mo’ non esageriamo, mettiamo fettone di guanciale nella matriciana poi ci vogliamo sconvolgere per 3 fettine di pancetta? maddai? :-)

    @ma.: si, uso olio di sesamo, e burro, a volte, ma di entrambi pochissimo (ma daltronde non si soffrigge praticamente mai :-)

    @nirvana: si, è lui!! :-)

    @elena: a firenze non so, l’ultimo che ho mangiato qui era piuttosto piccolo e sotile, insomme, pranzo perfetto :-) A casa poi si possono modellare come uno preferisce (in più, siccome c’è molto cavolo, è più ‘verdura’ che ‘pastella’ il che dovrebbe avere anche delle conseguenze in ternini di digeribilità, giusto? :-) ps: le scaglie sono bonito (tipo palamitina, una roba simile, affumicato ed essiccato, molto buone :-)

    @titona: son contenta che a qualcuno servano tutti sti link che passo una vita a cercare! :-))

    @aniko: beh magari prima o poi facciamo un po’ di racclta però ecco, c’è sempre il problema degli indirizzi e dei nomi dei posti :-))

    @katia: fai bene, anche secondo me sono molto simile tutte quelle salse :-)

    @stefania: il giapponese di viale ostiense altezza prefettura??!! a parte che sono anni che non ci vado, però, no, dai… :-))

    @caffettiera: beh, basta levare la pancetta ed è vegetariano, voilà :-))

  • stella ha detto:

    Grazie Giulio!!!

  • giulio (runner) ha detto:

    @Stella: Kathai in via Rosmini 11, Milano, zona chinatown/Moscova. Molto fornito. http://www.kathay.it/kathay.htm

  • Caffettiera ha detto:

    A chi interessa una versione vegetariana consiglio questa:
    http://www.101cookbooks.com/archives/japanese-pizza-recipe.html

    la faccio spesso anche se non sono vegetariana, mi piace tantissimo, e le mandorle tostate ci stanno proprio proprio bene!

  • stella ha detto:

    oddio, ma deve essere buonissimo!
    qualcuno mi sa indicare un buon negozio dove trovare ingredienti giapponesi e co. in zona monza e brianza? all’esselunga, a parte dei tristi kit per sushi, c’è ben poco :(

  • giulio (runner) ha detto:

    Mi piace molto l’idea del katsuobushi, mi sembra un ingrediente che si può usare in zuppe ed altro, interessante…
    Molto meno quelle fette di pancetta, la maionese sopra…
    Insomma credo che come in qualsiasi cultura non sia indiscriminatamente tutto fantastico, bisogna scegliere…

  • Ily ha detto:

    @twinsmama mi sa che allora non sono solo io che non riesco a lasciare commenti sul blog di monica….mi unisco all’appello Monica ci sei??

  • iana ha detto:

    Ma sono quelli dei cartoni giapponesi… carino e semplice e poi è superadattabile, quindi mi sa che in qualche modo lo farò di sicuro… la maionese però non riesco proprio a vedercela!

  • Twinsmama ha detto:

    ‘sto okonomi…del cavoletto mi “turba” un po’, ma tu sei un tesoro unico!
    Vorrei da Monica qualche notizia in più sul gruppo d’acquisto KA, per favore ;o)

  • elena ha detto:

    L’ho assaggiato in un ristorante japponese a Firenze, buono ma, completamente indigesto, ne portano una quantità immangiabile….le scagli sopra cosa sono esattamente?? Pesce essiccato??!!
    A me l’hanno servito con salsa di soya e mayonese…mah…

  • Luciana ha detto:

    Buonissima questa ricetta…molto invitante…io adoro le ricette straniere…la provo appena posso…a presto

  • Nirvana ha detto:

    Buongiorno Sigrid..et voilà…in un attimo mi sento in Giappone..

    Ma il katsuobushi è quello che con il caldo si muove?
    Grazie..

  • giulio (runner) ha detto:

    Eppure non mi torna qualcosa.

    l’essenzialità e la pulizia dell’estetica zen, che spesso vediamo nei giardini, nell’architettura ma anche in alcuni piatti giapponesi, scompare del tutto in piatti come questo dove c’è essenzialmente un misto di tutto, gamberi, pancetta, pollo.

    Allora mi/vi chiedo: la ragione è che c’è una cucina alta e una popolare, di strada? O sono diversi periodi storici? O diverse regioni del Giappone?

    Insomma spero proprio che alla fine di questo tour cavolettiano capirò un pò di più di questa cultura sicuramente interessante…

  • Marilù ha detto:

    Cara Sigrid , ciao mi presento :) mi chiamo Marilù e da non molto tempo ( diciamolo pure inizio settimana) ho iniziato a “leggere” il tuo blog che prima “sfogliavo” semplicemente… :) chiedo venia…visto che si trovano un sacco di info interessanti..ti faccio i mei più vivi complimenti e che dire continua a farci sognare con queste foto sono davvero spettacolari Brava..Brava a presto Marilù.

  • Sara ha detto:

    E pensare che ci sono andata apposta a Londra a mangiare un okonomiyaki! C’è una catena di ristoranti (ABENO) come quello descritto da Sigrig: tavoli con piastra incorporata e sgabelli…
    Adesso voglio proprio provare a farli!!

  • ma. ha detto:

    Cara Sigrid, adoro il giappone e il tuo blog, un viaggio a Kyoto!non potevo chiedere di meglio!
    Un consiglio tecnico, con che olio si soffrigge?non mi dire l’olio d’oliva!voglio fare la purista!di solito uso l’olio di sesamo, il sapore è molto forte, non capisco se di tostato o bruciato..e poi è densissimo, ci vuole un’ora per riempire due cucchiai!che mi consigli? grazie!

  • Roryanna ha detto:

    Oh!finalmente una ricetta “di fiducia” per un buon okonomiyaki!
    @Sigrid:per sapere il nome del posto dove avete mangiato c’è sempre il fatto che ‘sti biglietti dei ristoranti sono scritti solo in jap, vero?
    @Stefania:grazie per l’indirizzo romano.

  • Apest ha detto:

    Buonooooooo!!
    Io li faccio un paio di volte al mese a casa e i miei compagni di scodella sono molto molto contenti :))

    Sul mio blog ho anche un foto-tutorial sulla cottura fotografato direttamente in un ristorante di okonomiyaki a Tokyo, e in fondo c’e’ anche una foto coi il cartello delle istruzioni coi diversi tipi di cottura: ad anello, a “ciotola spatasciata” a doppio strato…
    http://foodandcrafts.blogspot.com/2009/09/okonomiyaki-del-kansai.html

    Vogliamo anche un reportage dei Monja!! Slurp!!

  • Stefania ha detto:

    Quanto mi piace questo piatto! In Giappone l’ho mangiato in piu’ varianti.
    Grazie per la ricetta.
    Se qualcuno di voi e’ di Roma, vi consiglio di provarlo al mitico ristorante giappo (per me il migliore) di viale Ostiense. Da un po’ di tempo l’hanno inserito in menu.
    Domani provo a passare a piazza Vittorio per comprare il cavolo cinese e le scaglie di pesce!!

  • Fatou ha detto:

    il y a un hommage a okonomiyaki dans un livre de Amelie Nothomb – Ni d’Eve ni d’Adam)

    merci pour la recette, je vais absolument l’essayer

  • Enrico ha detto:

    Nel giorno del riconoscimento della pizza napoletana a marchio stg, non ci dispiace di mangiare anche quest’altra buona “pizza”.
    Saluti a tutti.

    Enrico

  • babi ha detto:

    Oddio, gli okonomiyaki! Marrabbio di Kiss me Licia li preparava sempre, erano la sua specialità! Anche se in italiano li hanno tradotti “polpette”, chissà perchè, non ci appiccica niente :/ E poi ha ragione Katia, ci sono anche in Ranma 1/2, li preparava Ukyo, una ragazza innamorata di Ranma. Ukyo poi usava la sua spatola gigantesca (che in teoria le serviva per preparare gli okonomiyaki) come arma da combattimento! Che ridere XD Ciao!
    Barbara

  • laroby ha detto:

    appuntamento quotidiano che arricchisce lo spirito e i sensi e mi fa scoprire “tutto un mondo” che non conosco. grazie!!! :-)
    complimenti per le foto,i testi, le idee, la generosità dei post…
    arigatou gozaimashita sayounara
    (spero di non aver scritto “cose brutte”…ho cercato su internet…:-)

  • Giulianagiu ha detto:

    Il simil pankachino col cavolo cinese sembra buono da provare magari anche senza tonno in scaglie si può provare a metterci dell’altro ;-P
    Oggi il telegiornale mostrava le immagini del festival delle sculture di neve credo a Sapporo, ultimamente siamo immersi nel jappo style ovunque!

  • katia ha detto:

    Ho comprato la salsa giusto in settimana…adesso mi hai fatto venire un irresisibile voglia di okonomiyaki :)
    Io a dire il vero uso la Tonkatsu sia per fare gli yakiudon che per l’okonomiyaki, che il mio pusher di prodotti nipponici non è sempre cosi fornito :( Però la differenza non mi sembra poi cosi tanta.

    @ A.A. MI sembra che quelli di doraemon siano gli dorayaki, gli okonomiyaki ci sono spesso in Ranma 1/2, e in Kiss me Licia poi avevano un risotrante di okomiyaki. :)

    @ Sigrid ce li fai i dorayaki?? :P

  • Barbara M ha detto:

    Sarà ma per me è rievocativo di un noto manga giapponese, ovvero Ranma 1/2. Chi lo conosce può capire :P . Insomma c’è una ragazza che ha fatto dell’arte del preparare okonomiyaki un tipo di lotta (http://it.wikipedia.org/wiki/Ukyo_Kuonji).

    Ecco questo per dire quanti modi ci siano per conoscere una cultura, e come oggi come oggi fin da piccoli siamo esposti a contaminazioni culturali varie. Tremo e gioisco al pensiero dei mischioni che possono venire fuori ^^.

    Ora l’okonomiyaki ho un po’ paura a farlo a casa, metti che mi cade un mito ???

    mumble mumble ….

  • Sabry ha detto:

    @ Sigrid … buona questa tortino se così si può chiamare …

    @Ily anch’io lì per lì ho pensato la stessa cosa per il fatto KA vediamo se ce la facciamo …

  • Massimiliano ha detto:

    Sigrid, prepara le bozze per il libro “il giappone del cavolo”

  • Sigrid ha detto:

    @saki: nessuno è perfetto (e io men che meno :-) corretto tutto :-)

  • Saki to onaji ha detto:

    Katsuo bUshi

  • Paola ha detto:

    Quanto mi manca il Giappone…
    E sull’okonomiyaki mi e’ scesa una lacrima… :)
    Domo arigato Sigrid-san

  • titona ha detto:

    Ily tranquilla, la moderazione serve solo a monica per eliminare i commenti spam ma li vede tutti tutti. (scusate mi sembrava in pena)

  • Ho mandato il link al mio compagno (è lui il cuoco di casa!) chissà se stasera mi sorprende con effetti speciali?!?!

  • Laurel ha detto:

    Buonissimo l’okokomiyaki… L’ho sempre mangiato senza pancetta, ed a me piace tanto con la sua salsa e un po’ di maionese kewpie.

  • Kafcia ha detto:

    A casa mia c’è un sentimento forte per tutti i tipi di Pizza. Adesso ci tocca quella cinese! :o)
    Bravissima Sigrid! Grazie

    Ciao ciao

  • marilde ha detto:

    I tuoi post sono diventati lettura quotidiana: che sia per la ricetta, le fotografie o per la cultura del luogo, sono imperdibili. Grazie!

  • Aniko ha detto:

    Ha una bella faccia..insomma è invitante!
    Faccio anch’io molto fatica a ricordare i nomi, e parole in giapponese sembra che il mio cervello si rifiuti a memorizzarli.Io che pensavo che la mia lingua fosse la più difficile del mondo…
    Confesso che oltre il matcha non ho mai mangiato ‘giapponese’ e questa una lacuna che deve essere
    calmata al più presto!
    Con i tuoi racconti sarò pronta anche ad affrontare un bel viaggio al sol levante. Stamperò ogni tuo post cosi avrò la guida …almeno che… non hai intenzione di regalarci tu qualcosa di simile..??.
    Grazie Sigrid!!!

  • Ily ha detto:

    questa ricetta si può fare
    monica io sono interessata alla ka ma non riesco a lasciarti un commento per via della moderazione come posso fare?

  • titona ha detto:

    leggo, vado al link, leggo, vado al link, cerco parola che non capisco, torno a leggere. sto imparando. se ala fine del tuo viaggio torni e interroghi possiamo avere il diploma del cavolo?
    ps grazie non te l’ho ancora detto oggi.

  • Complimenti per i post che stai pubblicando! Con il tuo viaggio in Giappone ci stai trasmettendo un po’ della loro cultura!

  • A.A. ha detto:

    Ma sono quelli di doraemon!!!
    Da provare al più presto!

  • Erika ha detto:

    Fantastico.. adoro questo viaggio culinario virtuale in Japan!! Non c’ è giorno che non legga i tuoi post!! ;D a presto

  • piera ha detto:

    bè mi piace proprio leggere i tuoi post prima di andare a lavorare
    ero a kyoto a capodanno e questo è un bellissimo …ripasso
    piera

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