E decisamente il colpo di fulmine della settimana. Leggendolo, proprio oggi, sono rimasta letteralmente fulminata dall’umanità che traspira da ogni pagina di questo libro. Non ci avevo pensato quando ho sentito parlare del Gambero Nero per la primissima volta qualche tempo fa, ma il cibo possiede in effetti quel potere intrinseco di renderci felice, di farci ricordare ambienti e persone ai quali siamo affezionati, di confortarci e riscaldarci. Una volta ancora, Proust ha già detto tutto e la madeleine qui, si presenta sotto le configurazioni più varie, dalla harira marocchina al pollo alla giardiniera di sudamericana memoria, passando per spaghetti alla santa caterina o il risotto con latte e seppioline. Tra un piatto e l’altro, Il Gambero Nero ricorda quant’è fondamentale il cibo, per la mente e per la vita sociale, cose che noi, straviziati del cibo, a volte perdiamo di vista. Invece, chi sta in carcere e inventa piatti e modo di cottura con mezzi assolutamente di fortuna ma con tantissima dignità dimostra quanto il cibo è sopratutto vettore di umanità, di civiltà e di felicità.
Insomma: un viaggio tra celle e pentoloni meravigliosamente scritto da Michele Marziani, attento ai particolari che rendono vivi questi personaggi e i loro manicareti, corredato da ricette, semplice ma gustose, dei carcerati di Fossano; infine,le foto – belle ma belle davvero, crude, giuste e composte con arte – di Davide Dutto. Veramente un bellissimo lavoro!
Il Gambero Nero, Ricette dal carcere, di Davide Dutto e Michele Marziani, Derive Approdi, € 19
Ciao Cenzina,
J’ai découvert ton blog par hasard. (En le parcourant, j’ai vu que tu parlais français.)
Malheureusement, je ne parle pas l’italien, mais je reviendrai quand même. Les photos sont superbes.