E passato in fretta il tempo da quel giorno di febbraio in cui, seduti a bere spremute di arancia davanti al caminetto nella tenuta Pianogrillo, a Chiaramonte – con, appunto, Lorenzo Pianogrillo e Davide Dutto – ci siamo messi a ipotizzare un cavoletto-libro, nel solito modo un po’ delirante che abbiamo noi di dirci le cose… Anzi fa un certo effetto, devo dire, arrivare al momento in cui si chiudono le bozze (ieri! :-). Davvero, non mi ero mai accorta prima quanto è emozionante il momento in cui collettivamente si dice stop, che ciò che c’era da corregere è corretto, che lo stato questo è quello che ci soddisfa e che andrà stampato. Insomma, da ora in poi, non potrò più pensare, al risveglio, che qui o lì aggiungo e tolgo questo o quell’altro, niente, ormai il libro del cavolo è li, pronto a essere stampato. Mi viene il vertiggine solo a pensarlo. Ieri ho rivisto il pdf del libro intero, per la prima volta dal’estate, ed era quasi come quando dopo tanto tempo di assenza torni nei luoghi familiari, rivedi i cari che non vedevi da un po’, era come avere uno sguardo nuovo su una cosa che a forza di vederla non guardavi più. E, e non dovrei neanche scriverlo, questo libro che a forza di distacco sembrava quasi nuovo, beh, con tutto ciò che, come tutte le cose umane (tranne quelle di Donna Hay! :-), non è perfetto, m’è piaciuto (anzi fate pure come se non l’avessi detto :-). Nel contempo, sotto, come sempre, premono mille pensieri, cose che avrei dovuto fare e che non ho fatte, idee nuove, rimpianti, dubbi, esitazioni, tutta materia semmai per un prossimo libro, forse. Per ora mi rimane la curiosa sensazione di essere la depositarie di una cosa che pochi, fin qui, hanno vista, e che rimarrà ancora nel buio del nostro utero editoriale collettivo per un pochino, prima di iniziare, ce lo auguriamo, un iter proprio. Beh, in questo momento, che è un po’ quello anche del vino che riposa in botte prima dell’imbottigliamento (qua come ti giri giri sempre all’enogastronomia torniamo eh?! :-), ho pensato che nell’attesa potevo magari rispondere a un paio di domande ricorrenti, in modo che non arriverete impreparati…
Non proprio, almeno speriamo proprio di no. Ma ovviamente, la vera domande che forse vi starete ponendo è: ma cosa c’è in questo libro? Bene, allora… Il libro del cavolo è diviso in 10 capitoli, che sono 10 luoghi ai quali per un motivo o un’altro sono affezionata; 8 sono dei luoghi veri, come ostenda e bruxelles, piuttosto che la calabria, il giappone, la sicilia, l’ungheria, la spagna o la francia, due sono più ‘concettuali’ fra picnic – è venuto fuori un picnic dall’allure autunnale, fotografato a luglio a villa pamphili – e il teatime finale… Ogni capitolo contiene una decina di ricette, ciascuna con la foto, più delle foto di ambiente, atmosfera, e del testo che raccontano anche qualcosa del luogo da dove vengono queste ricette. Non sono poi solo mie le ricette: ci sono le vostre, quelle del picnic, poi qua e là c’è qualcosa di rubacchiato ad altri, 4 o 5 in tutto, ricette di persone care che sono perfette così come sono, cioè non cucinate de me :-) Ovviamente ogni ricetta ha la sua intro cavolettiana, grosso modo come sul blog, magari giusto un filo meno dispersivo – anche perché senno nun se capiva più nente..
Quindi, un 98 ricette e quasi 160 foto in tutto, fra cibo e luoghi svariati… In quanto alle ricette stesse, hanno ogni volta origine in quel luogo che è l’oggetto del capitolo, a volte sono rimasta molto vicino alla tradizione, altre – molte – volte sono rimasta molto poco vicina alla tradizione… Qualche ricetta viene anche dal blog, non le ho contate ma credo siano una decina in tutto, spesso fotografate ex novo – questo per quelli che temano che stia per rifilargli il blog stampato tale quale su carta :-) Nell’insieme, a sfogliarlo ora, è abbastanza come volevo, credo (poi, sissà, i sogni non sono mai identici alla realtà che ne viene fuori, che è fatta di scelte, compromessi e problemi tangibili, per carità :-) pero credo sia un libro vivo, mobile, non noiosamente lineare, dove le ricette sono in qualche modo l’espressione carnale delle emozioni, e dei ricordi :-) Vabbe’, ma come taaaanto tempo fa mi scrisse Michel Tournier: ‘Gli autori non sono tenuti a dover fare l’esegesi dei loro libri’, per cui, poi lo direte voi com’è… :-)
Vabbene alora scendo alla libreria sotto casa e…
Nooooo!!! Stoooooop! Non, non funziona così :-) Questo libro (come in fondo lo dice anche il titolo :-) non va in libreria. Il che non significa che abbiamo fatto una specie di giornale dellla parocchia allargato, fotocopiato e rilegato con la spillatrice. Nonono, abbiamo fatto le cose sul serio, anzi siamo persino stati pignoli, ma per quanto siamo seri, siamo anche piccoli, e cosi bisognava fare delle scelte. L’ho già spiegato in altre circostanze, repetita iuvant: siccome i distributori chiedono, per distribuire i libri in libreria, un compenso che oscilla fra 50 e 60% del prezzo di copertina, e siccome non volevamo né dover chiedere un prezzo assurdo né, per lo stesso prezzo, darvi in mano un prodotto scadente (stampato in Cina tipo – molto magari non ci fanno neanche caso ma è pratica diffusa, specie presso gli editori che mantengono dei prezzi bassi,diciamo competitivi). La noia è che chiaramente non si può seguire allo stesso modo una stampa se avviene nella periferia di Hongkong, per dire, piuttosto che a Savigliano (CN), per dire :-) Noi abbiamo scelto Savigliano, e abbiamo scelto una carta italiana bella – si chiama Tatami ed è prodotta dalla Fedrigoni. Insomma, dicevo, niente distribuzione e niente librerie. Poiché siamo piccoli e moderni, il libro del cavolo si acquisterà in rete. Non appena sarà disponibile – fine ottobre/inizio novembre – troverte qui il link da seguire per acquistarlo e farlo mandare a casa vostra o dove vorrete. In più potrete acquistare il libro del cavolo negli Eataly di Torino e Milano e in alcuni luoghi amici dei quali riporterò un elenco che verrà man mano aggiornato, qui sul blog. Tutto sommato, è semplice, no? :-) (e a me sinceramente questa cosa di fare gli alternativi e di cercare altre vie editoriali, mi piace moltissimo :-)
Si, ma… andando al sodo?
Dunque, come già detto, il libro fa 256 pagine, il formato invece è 16,5x23cm, e il costo dell’oggetto è di 28 euro. Ogni volta mi viene da aggiungere ‘il prezzo è giusto’ nel senso che dopo questa operazione nessuno si comprerà la villa in sardegna (spero di non essere la prima a svelarvi questa dolorosa verità ma, a meno di non chiamarsi Camilleri o Vargas, faccendo libri nessuno diventa ricco, anzi quasi quasi che mi verrebbe da aggiungre che il libro è un po’ una religione… :-). Insomma, questo è semplicemente il prezzo che permette di rientrare nei costi, pagare non bene ma comunque decentemente tutti gli operatori che ci hanno lavorato, prima e dopo dell’uscita. Insomma, avete presente il concetto di prezzo giusto, no? ecco :-)
…Io lo voglio con l’autografo!!
Beh, di primo impulso cercherei di dissuadervi, insomma io non sono mica, chessò, Britney Spears :-) Se però ci tenete proprio a ritrovarvi con un pezzettino della mia romantica quanto illeggibile grafia sulla vostra copia del libro (so’ scelte :-) , o se per esempio mi volete dire in faccia che quelle tortine con l’albicocca che avete fatte seguendo mie istruzioni l’altro giorno non erano proprio tutto sto granché, insomma, qualunque sia il motivo, e poiché solitamente per promuovere i libri si fanno delle presentazioni, beh anche noi (questo noi ovviamente non è un plurale maestatis ma ormai con Cibele siamo una specie di band :-)) faremo un paio di incontri. Anzi, più che delle presentazioni con tante cose noiose da declamare al microfono (aiutooooo :-) pensavamo a degli aperitivo/incontri in cui ci si conosce stuzzicando o sbevacchiando qualcosa. Le date sono in via di discussione ma di certo faremo Il giorno del cavolo a Eataly Torino, il 18 novembre, mentre a Roma la sede dell’incontro sarà l’Open Baladin di Teo Musso, poi ci sarà Eataly Bologna, la terrazza Gancia di via Tortona a Milano, tutte date ancora da stabilire e che vi dirò in seguito. Poi magari penseremo anche a Varese, Firenze, Fossano (!!! :-), e chissà che altro ancora (per esempio qualche puntata più verso l’est o a sud, per par condicio…). Fra queste date ci saranno anche un paio di ‘pasticciamenti’ (era ora né?! :-), anche di questo, e di come procurarvi il posto, vi dirò fra un paio di settimane…
Ma chi è quella là in copertina?
Beh, euhm, sarei io… Ci ho pensato bene e a lungo – e a parte che ringrazio quel bicchiere di Mort Subite dietro il quale sono riuscita a nascondermi per lo meno parzialmente :-) – sulla copertina ci sono io per due motivi: 1) perché questo è un libro di ricette personale ed intimista, esattamente come il blog, insomma, stranamente, io sono uno degli ingredienti di più o meno tutte le ricette, e quindi scegliere una copertina più neutrale, con la foto di una ricetta per esempio, non rendeva un granché l’idea di ciò che si sarebbe trovato all’interno 2) Perché questa foto l’ha scattata mio padre, a Bruxelles, lo scorso luglio, e, beh, non aggiungo altro, mi piaceva davvero troppo l’idea di far ritrovare in qualche modo una sua foto sulla copertina di un mio libro (nel senso che se avessi scritto un libro su come potare i gerani in qualche modo mi sarei arrangiata per fare la stessa cosa :-)))
Mi voglio arruolare!!
Ben non abbiamo ancora ancora pensato a stampare dei carteloni pubblicitari da far indossare a dei sandwichman volontari (ma mo’ che ci penso… :-), piuttosto, se gestite una libreria indipendente, un’enoteca, una rosticceria o qualsiasi luogo affine al mangiare e cucinare e che vi piacerebbe mettere un paio di copie in vendita (o per lo meno se pensate possano interessare ai vostri clienti), da collocare fra l’affettatrice e il cesto delle rosette, fateci un cenno!
Allo stesso modo, se il vostro vicino di pianerottolo o vostra zia cura la rubrica libri sul corriere del mezzogiorno, battete un colpo e sguinzaglieremo il nostro ufficio stampa (fa chic no, avere un ufficio stampa? solo per pochi mesi però… :-).
In sostanza, questo è un po’ quanto, credo. Se vi vengono delle domande che non ho anticipato, fatele pure nei comment. Io nel mentre avrei un attimo da andare a vedere come sono fatti i pasteis de nata in loco, poi magari al rientro vi porto qualche fotina souvenir ;-)
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